Fin dal suo arrivo al potere Boris Johnson ha avuto l’intenzione di effettuare una revisione della sicurezza del Regno Unito di fronte ai mutamenti della scena politica internazionale ed alle nuove minacce che derivano dalla variazione degli interessi geostrategici che sono seguiti ai diversi assetti di potere, causati soprattutto dalla globalizzazione. Su questa intenzione ha influito l’uscita dall’Unione Europea, che ha richiesto un nuovo disegno della strategia di difesa da parte di Londra. Nonostante la pandemia abbia rallentato questo processo le minacce principali che il governo inglese valuta come più pericolose restano la Russia e la Cina, ed entrambe sono potenze nucleari. Questa considerazione è alla base della nuova volontà inglese di cambiare la sua politica di non proliferazione nucleare e di andare verso un rafforzamento dell’arsenale atomico. Pur restando all’interno dell’Alleanza Atlantica, come uno dei principali membri, l’uscita da Bruxelles, obbliga Londra ad agire come uno dei principali paesi con una strategia di difesa non coordinata ad altre organizzazioni sovranazionali, ma basata sulla propria indipendenza e singolarità. Ciò non vuole dire che Londra non intenda collaborare con gli alleati occidentali, ma che, in prima battuta, in caso di minacce, voglia disporre di una autonomia decisionale e di disponibilità di armi tale da rispondere anche da sola ad attacchi potenziali. La previsione è quella di aumentare le proprie testate nucleari da 180 a 260, per incrementare anche una deterrenza preventiva, che ricorda la strategia della guerra fredda, qui, però, applicata oltre la logica bipolare. Londra si impegna a non utilizzare le armi atomiche contro quegli stati che hanno firmato nel 1968 il Trattato di non proliferazione nucleare, tuttavia questo impegno potrà essere rivisto in caso di minacce nei suoi confronti da parte di paesi con arsenali contenenti analoghe armi atomiche, chimiche, biologiche o comunque di capacità comparabile derivanti dal progresso tecnologico futuro. Il Regno Unito individua come principali minacce Cina e Russia, però verso Pechino l’atteggiamento di Londra pare più cauto: anche se la Repubblica Popolare è vista come una sfida di sistema ai valori e principi britannici, le relazioni commerciali tra le due parti devono continuare fino a che la reciproca collaborazione potrà essere compatibile con gli interessi inglesi e ciò non deve precludere a sfide comuni come quella contro il cambiamento climatico. Peggiori si configurano le relazioni con Mosca, con la quale il terreno di scontro è stato sull’attività dei servizi segreti russi sul suolo inglese, più volte implicati in violazioni, omicidi ed attentati, secondo Londra. Su questo versante l’aumento dell’arsenale nucleare non sembra essere uno strumento diretto a scongiurare la volontà russa di operare con i suoi metodi discutibili, tuttavia è innegabile una valenza di deterrenza ì, anche simbolica, che Londra vuole assumere per avvertire i propri rivali. Se la volontà di effettuare una proliferazione nucleare è sempre una cattiva notizia, anche per gli USA, Washington non può, però, non apprezzare la volontà espressa da Londra di una maggiore collaborazione e cooperazione, soprattutto dopo la sostituzione del presidente Trump, una personalità che ha spesso causato scontri con i primi ministri inglesi, con Biden, ritenuto un interlocutore più affidabile. La decisione di aumentare l’arsenale nucleare ha prodotto pesanti critiche nel Regno Unito, perché interrompe una lunga serie di primi ministri, sia conservatori, che laburisti, che si sono impegnati nella riduzione degli ordigni atomici. Un’ultima considerazione è ancora necessaria: che una personalità controversa e spesso imprevedibile come Boris Johnson abbia a disposizione un arsenale nucleare ancora più grande, non è una buona notizia per gli assetti mondiali ed i loro equilibri; infine la credibilità di uno dei membri del trattato sul nucleare iraniano, che aumenta la sua potenza atomica assume un significato molto equivoco: se Teheran dicesse che vuole la bomba atomica a scopo di deterrenza contro quelle che ritiene minacce, cosa potrebbe controbattere Londra?
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