La giornata odierna registra una variazione positiva nei rapporti tra le due Coree: infatti sono state di nuovo aperte le frontiere, chiuse da tredici mesi con decisione unilaterale della Corea del Nord, per ritorsione contro quelle che erano stata giudicate, da Pyongyang, attività propagandistiche di Seul anti nordcoreane. Le attività diplomatiche sono andate avanti grazie all’impegno personale dei due leader, che fino dal mese di aprile hanno intrattenuto una relazione epistolare, proprio per migliorare i legami dei rispettivi paesi. Il primo sviluppo tangibile del miglioramento delle relazioni tra Corea del Nord e del Sud è stato individuato nella riapertura delle comunicazioni transfrontaliere tra i due paesi. Se si guarda al normale atteggiamento di Pyongyang, improntato alla diffidenza ed alla chiusura, il risultato appare molto significativo, anche se potrebbe nascondere difficoltà da parte del regime nordcoreano, che accusa gli effetti negativi della pandemia, soprattutto per gli aspetti igienico sanitari e per la difficoltà di procurarsi il sufficiente fabbisogno alimentare per la propria popolazione. Dal punto di vista ufficiale dei nordcoreani è stata data una enfasi particolare alla ripresa dei contatti, l’agenzia di stampa della Corea del Nord parla di progressi effettuati dalle due parti per la ripresa della reciproca fiducia, fornendo un chiaro attestato a Seul, certificato anche dai sicuri effetti positivi che la ripresa delle relazioni avrà sul miglioramento delle relazioni e sulle aspettative di entrambe le popolazioni della ripresa dei legami coreani. Il lavoro diplomatico ha riguardato, in special modo, la ricerca del progresso della riconciliazione per potere favorire la fiducia tra le due parti e rimettere al centro le relazioni tra i due stati. Anche da parte sudcoreana è stato sottolineato come il processo di distensione sia stato seguito in prima persona dai due leader, grazie ad un serrato scambio epistolare, avvenuto in più occasioni; questo apprezzamento pubblico da parte di Seul appare altrettanto significativo di quello di Pyongyang, occorre ricordare che la Corea del Nord fece esplodere, nel Giugno dello scorso anno, l’ufficio di collegamento interrompendo i rapporti di frontiera e ciò suscitò molto sdegno in Corea del Sud. Questa interruzione dei rapporti bloccò una attività diplomatica avviata fin dal 2018 tra il presidente Moon e Kim Jong-un, che ebbero tre incontri che permisero il raggiungimento, tra l’altro, della diminuzione delle tensioni militari. Questi ultimi sviluppi sono considerati favorevolmente dagli analisti per la creazione di una distensione, se non permanente, almeno durevole tra i due paesi: l’impegno di Seul dovrebbe favorire una collaborazione tra le due parti ed anche l’atteggiamento della Casa Bianca pare orientato a favorire il più possibile questo processo, nell’ottica di un contributo decisivo alla stabilità regionale. Già un vertice tra Moon e Biden, che si è tenuto a Washington a Maggio, ha sancito la volontà di USA e Corea del Sud di mantenere gli accordi tra le due Coree e gli Stati Uniti, proprio come segno tangibile per favorire il dialogo con la Corea del Nord. Occorre ricordare che Pyongyang si era allontanato dagli USA dopo il fallimento del tentativo di Trump di raggiungere un accordo con Kim Jong-un. Nonostante le buone notizie che forniscono questi sviluppi è inutile non nascondere almeno una piccola dose di diffidenza verso la Corea del Nord, a cui conviene certamente, come alla Corea del Sud, ritrovare un clima di distensione con il paese vicino, anche dal punto di vista economico, ma non è certamente da sottovalutare l’attuale stato di bisogno di Pyongyang, che in questo momento vede la sua economia prostrata ed in grande difficoltà, tanto che esistono notevoli sospetti della presenza di carestie nelle zone periferiche del paese ed anche le future prospettive non lasciano spazio ad un qualche miglioramento. Il ruolo cinese deve essere ancora valutato del tutto: potrebbe essere l’ispiratore dell’attuale volontà nordcoreana, una sorta di ruolo che gli USA hanno ricoperto con Seul; per Pechino, come per Washington, non vi è alcun interesse che Pyongyang alteri i fragili equilibri regionali e potrebbe lesinare sugli aiuti proprio per favorire una pacificazione quasi obbligata per la Corea del Nord con la Corea del Sud. Limitare l’azione personalistica, individuale ed al di fuori degli schemi è un interesse comune delle due potenze avversarie, che preferiscono un confronto reciproco, senza influenze esterne, spesso non controllabili.
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