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lunedì 24 luglio 2023

Putin minaccia la Polonia

 Il dispiegamento militare della Polonia al confine della Bielorussia, ha innervosito Putin, che ha minacciato Varsavia ricorrendo anche a citare Stalin; per il capo del Cremlino la minaccia alla Polonia è dovuta in quanto il paese bielorusso compone con Mosca l’alleanza sovranazionale tra Russia e Bielorussia. Lo schieramento militare polacco è visto come una minaccia tangibile alla esistenza stessa della Bielorussia, perché operato da un paese dell’Alleanza Atlantica. La ragione del timore di Varsavia, risiede nella presenza del territorio di Minsk dei militari della milizia privata Wagner, che dopo il fallito colpo di stato, si sono rifugiati nel paese di Lukashenko con la sua autorizzazione. Una infelice battuta del dittatore bielorusso, sulla possibilità di attraversare il confine con la Polonia, ha innescato uno stato di tensione molto elevato, che avvicina sempre di più la possibilità di uno scontro tra l’Alleanza Atlantica, di cui la Polonia fa parte, e la Russia, di cui, di fatto, la Bielorussia, più che un alleato è uno stato vassallo. Naturalmente Putin ha specificato che un attacco contro Minsk equivarrebbe ad un attacco a Mosca. Il presidente russo ipotizza anche un invio congiunto di militari polacchi e lituani all’interno del territorio ucraino, nella zona di Leopoli, per Putin l’intenzione dei due paesi ex sovietici e divenuti avversari, non sarebbe quella di prestare aiuto agli ucraini, ma di sottrargli del territorio: si tratta, evidentemente, di un tentativo di portare disordine nella coalizione che sostiene Kiev con informazioni atte a destabilizzare i rapporti tra i tre governi. In realtà queste affermazioni non hanno alcun credito internazionale e sono rivolte, piuttosto, all’opinione pubblica russa, nell’estremo tentativo di rivitalizzare il gradimento della popolazione verso l’operazione militare speciale, che sembra riscuotere sempre meno consenso. Individuare sempre nuovi nemici e darne particolare risalto, anche distorcendo la storia, con narrazioni costruite a proprio uso e consumo, rivela che l’isolamento di Mosca è sempre più tangibile anche dentro le mura del Cremlino. L’enfasi che viene data alla prossima visita di Lukashenko, non certo un primo attore internazionale, ma un personaggio succube di Putin, costituisce una informazione in più di come la Russia accusi la propria solitudine internazionale e cerchi di aggirarla, sfruttando ogni minima occasione. Dal punto di vista militare, però, è un fatto che la decisione di Varsavia, peraltro legittima, perché operata entro i propri confini, costituisca un aggravamento della situazione, per la possibilità concreta di un allargamento del conflitto, sia come quantità ed entità degli attori coinvolti, che, anche per l’allargamento del territorio coinvolto. Uno sviluppo della guerra nella parte settentrionale del paese ucraino, quello al confine con la Bielorussia, potrebbe alleggerire la pressione di Kiev sull’esercito russo, che sta faticando a contenere lo sfondamento dell’esercito di Zelensky nelle zone occupate dall’Armata rossa. Ora un allargamento del conflitto in quelle zone potrebbe coinvolgere anche la frontiera con la Polonia, mentre più remote sono le possibilità di un allargamento verso le frontiere di Lituania ed Estonia. Il timore occidentale è che questa sia una strategia che Putin intenda adottare, usando l’alleato bielorusso e la milizia Wagner, per ora impegnata soltanto nell’addestramento dei soldati di Minsk, ma che potrebbe riabilitarsi agli occhi del Cremlino, rendendosi protagonista di azioni contro l’Ucraina condotte dalla Bielorussia. Uno scenario possibile, dal quale difficilmente l’Ucraina potrebbe uscire vincente; tuttavia in questo possibile schema il punto debole è proprio la vicinanza della Polonia, che non potrebbe tollerare nei pressi dei suoi confini la presenza di invasori all’interno delle regione dell’Ucraina vicine ai territori polacchi. Qui sta il dilemma, quale sarà la volontà di Putin di portare avanti un piano così rischioso da obbligare l’Alleanza Atlantica ad essere coinvolta direttamente nel conflitto. Si tratta di un’ipotesi che rischia di essere sempre più vicina e di portare allo scoppio della terza guerra mondiale, con tutte le conseguenze ben immaginabili. Per ora gli USA tacciono, ma per impedire un avanzamento verso ovest  del conflitto occorrerà mantenere il maggiore equilibrio possibile in uno scenario non certo facile, dove la guida dovrà essere che una guerra mondiale non può convenire ad alcun attore in gioco.   

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