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mercoledì 22 gennaio 2025

L'Alto rappresentante degli affari esteri dell'Unione Europea, condivide le opinioni di Trump, sulla scarsità degli investimenti militari.

 Durante la prima presidenza di Trump, la situazione era diventata molto chiara: gli USA non avevano più intenzione di sostenere la gran parte delle spese militari per difendere l’Occidente e ciò era stata una occasione mancata, per colmare l’inconsistenza della difesa europea, con un programma mirato di spese militari, capace di portare all’autonomia in fatto di difesa la struttura dell’Unione Europea, sempre nel quadro più ampio dell’Alleanza Atlantica. Trump, sia nel suo programma elettorale, che nel suo discorso di insediamento, ha di nuovo ribadito il concetto, perché si è trovato di fronte ad una situazione non cambiata, seppure all’interno di un contesto internazionale profondamente mutato. Queste critiche sono state riconosciute come vere anche dall’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione, che ha sottolineato come sia arrivato il tempo di investire, perché, come afferma Trump, Bruxelles ed i suoi membri non spendono abbastanza. Durante la conferenza annuale dell’Agenzia per la difesa, è emerso il dato che rappresenta la spesa media per le spese militari per gli stati dell’Unione, peri all’1,9% del prodotto interno lordo, quando la Russia, il pericolo più vicino ha investito il 9% del proprio prodotto interno lordo, sebbene in una situazione di conflitto bellico. La scarsità di spesa rappresenta un segnale pericoloso per eventuali aggressori. Attualmente le spese minime stabilite dall’Alleanza Atlantica prevedono il 2%, ma stime ragionevoli prevedono un innalzamento ad almeno il 3-3,5% del prodotto interno lordo. La direzione rivendicata dall’Alto rappresentate per gli affari esteri, l’estone Kalla Kallas, è quella di fare adottare all’Europa una posizione più decisa nei confronti della spesa militare, per potere assumere una maggiore quota diretta di responsabilità per l’Unione, nei confronti della propria sicurezza. La nomina della politica estone rappresenta un segnale chiaro ed inequivocabile, da parte della Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, perché si tratta di una esponente appartenente ad una nazione al confine con la Russia e che ne teme le azioni, oltre al fatto che il suo paese, l’Estonia contribuisce con il 3,43% del proprio prodotto interno lordo alle spese dalla NATO. Anche il presidente polacco, Donald Tusk, che con il suo paese contribuisce al 4% della spesa militare dell’Alleanza Atlantica, sostiene, che la provocazione di Trump, debba essere intesa come una sorta di sfida positiva, perché un alleato più forte ha una voce più consistente nei rapporti con gli USA e può procedere verso una maggiore autonomia e sicurezza, verso le sfide geopolitiche che, potenzialmente potranno verificarsi. 

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