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mercoledì 31 luglio 2013
Sempre alta la disoccupazione europea
I dati sulla disoccupazione europea continuano ad essere preoccupanti. All’interno dell’area euro il tasso è restato pressoché invariato, intorno al valore del 12,1 %, con una piccola diminuzione di 24.000 unità, rispetto al mese precedente. Malgrado questo piccolo miglioramento, che è di difficile interpretazione, a giugno il totale dei senza lavoro è stato di 19.260.000 persone, con un incremento su base annua di 1.129.000 disoccupati. Anche il dato dell’intera UE mostra segnali preoccupanti con un valore percentuale che si attesta al 10,9%, pari a 26.424.000 senza lavoro. All’interno di questi numeri si può leggere la preoccupante situazione giovanile, nella fascia di età al di sotto dei 25 anni, che fa registrare un allarmante 23,9% di disoccupati, con punte di 58,75 in Grecia e 56,1% in Spagna. Del resto questi due paesi rappresentano il dato complessivo più elevato dell’Unione Europea, con Madrid che è sul 26,3%, con una lieve diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente ed Atene che presenta il 26,9%. La debolezza strutturale finanziaria dei paesi mediterranei continua ad incidere sull’andamento del mercato del lavoro, che mostra tutta la sua fragilità per mancanza di coordinamento sovranazionale. I governi dei paesi in crisi continuano a perseguire la sterile strada del rigore ad ogni costo, che ha il solo effetto di erodere le capacità di spesa delle famiglie, innescando il circolo negativo della caduta dei consumi. L’assenza di politiche espansive, di una espansione ben controllata all’interno di vincoli rigidi, sia chiaro, impedisce la creazione di lavoro in quantità tale da abbattere gli alti valori di disoccupazione. Mentre in Giappone e negli Stati Uniti si combatte il problema del lavoro con un vasto programma di opere pubbliche, destinate alla creazione di infrastrutture, che hanno il duplice compito di distribuire reddito e fare da volano per la ripresa economica, attraverso la diffusione capillare delle vie di comunicazione fisiche e virtuali, in Europa si resta fondamentalmente ancorati alle esigenze produttive e commerciali del paese principale: la Germania. Senza una distribuzione maggiormente paritaria delle risorse, che, soprattutto, tenga conto delle esigenze reali di ogni singolo paese, la situazione sociale dell’Europa meridionale è destinata, con l’arrivo dell’autunno, ad avere sviluppi preoccupanti. Se verranno varati ulteriori provvedimenti restrittivi le tensioni sociali non potranno che esplodere compromettendo gli sforzi, peraltro compiuti soltanto da una parte della società, fin qui imposti dai governi e che hanno colpito in gran parte lo l’impianto dello stato sociale. Resta preoccupante la miopia con cui le istituzioni centrali europee affrontano il problema, non recependo il concreto pericolo di dissoluzione che aleggia sull’organizzazione sovranazionale del vecchio continente. Spacciare per positivo un decremento di disoccupazione di sole 24.000 unità, su di una platea di oltre diciannove milioni, rende l’idea che chi sta nella stanza dei bottoni non abbia elaborato alcuna ricetta risolutiva. Eppure basterebbe vedere come altri hanno affrontato l’argomento, tuttavia siccome questa eventualità è scontata, resta l’ipotesi che gli eurocrati siano ostaggio della tendenza del rigore ad oltranza. Ma occorre che questi campione del rigore cambino idea anche per il loro tornaconto: con i paesi emergenti che vedono ridurre i loro tassi di crescita, anche la loro capacità di assorbimento delle merci viene ridotta ed il mercati pregiato, quello comunitario, deve quindi essere ancora più centrale nelle strategie di potenze economiche, come la Germania. Se Berlino non vuole vedere contrarsi la propria economia deve allentare la presa e permettere di allargare i cordoni della borsa, permettendo finanziamenti per politiche espansive che consentano, finalmente, in maniera esaustiva la riduzione dei non occupati. Altre soluzioni non ci sono: pena la crescita della disoccupazione anche nel nord europeo.
Always high European unemployment
The data on unemployment in Europe is a continuing concern. Within the euro rate remained virtually unchanged, around the value of 12.1%, with a small decrease of 24,000 units, compared to the previous month. Despite this small improvement, which is difficult to interpret, in June the jobless total was 19.26 million people, with an annual increase of 1,129,000 unemployed. Even given the whole EU show worrying signs with a percentage value that amounted to 10.9%, amounting to 26.424 million jobless. Within these numbers you can read the worrying situation of youth, in the age group below 25 years, which is at an alarming 23.9% of the unemployed, with a peak of 58.75% in Greece and 56.1 in Spain. Moreover these two countries represent the highest total since the European Union, with Madrid that is on 26.3%, with a slight decrease of 0.1% from the previous month and Athens which has 26.9%. The structural weakness of the financial Mediterranean countries continues to influence the course of the labor market, which shows all its fragility due to lack of supranational coordination. The governments of countries in crisis continue to pursue the barren path of rigor at all costs, that has the sole effect of eroding the purchasing power of households, triggering the negative cycle of the fall in consumption. The absence of expansionary policies, expansion of a well-controlled within rigid constraints, it is clear, prevents the creation of working in such quantities as to bring down the high levels of unemployment. While in Japan and the United States fought the problem of work with an extensive program of public works, for the creation of infrastructure, which have the dual task of distributing income and act as a driving force for economic recovery, through an extensive network of streets communication physical and virtual, in Europe remains fundamentally anchored to the production needs of commercial and main country: Germany. Without a more equitable distribution of resources, especially taking into account the real needs of each country, the social situation in southern Europe it is intended, with the arrival of autumn, having worrying developments. If they are launched further restrictive measures, social tensions will only explode efforts jeopardized, however, made only from one part of society, so far imposed by governments and that affected mostly the implantation of the welfare state. It is worrisome myopia with which the European central address the problem, not acknowledging the real danger of dissolution which hovers supranational organization of the continent. Hustling positive for a decrease of unemployment of only 24,000 units, up to an audience of over nineteen million, makes the idea that those who are in the control room did not prepare any recipe conclusive. Yet it would be enough to see how others have dealt with the topic, but since this possibility is granted, there remains the possibility that the Eurocrats are hostage to the trend of rigor to the bitter end. But it is necessary that these sample of rigor also change their mind for their own benefit: with emerging countries that see reduced their rates of growth, also the absorption capacity of the goods is reduced and markets high-quality, community law, has to be further more central to the strategies of economic powers, such as Germany. If Berlin does not want to see its economy contract must loosen their grip and allow to widen the purse strings, allowing funding for expansionary policies that allow, at last, in a comprehensive manner the reduction of non-employed. There are other solutions: worth the rise in unemployment also in northern Europe.
Siempre alto desempleo en Europa
Los datos sobre el desempleo en Europa es una preocupación constante. Dentro del tipo de cambio euro se mantuvo prácticamente sin cambios, en torno al valor del 12,1%, con un ligero descenso de 24.000 unidades, en comparación con el mes anterior. A pesar de esta ligera mejoría, lo cual es difícil de interpretar, en junio, el total de desempleados fue de 19.260.000 personas, con un incremento anual de 1.129.000 desempleados. Incluso teniendo en cuenta toda la UE muestran signos preocupantes con un valor de porcentaje que ascendió al 10,9%, alcanzando los 26.424 millones sin trabajo. Dentro de estas cifras se puede leer la preocupante situación de la juventud, en el grupo de edad de menores de 25 años, que está en un alarmante 23,9% de los desempleados, con un pico de 58,75% en Grecia y 56,1 en España. Además, estos dos países representan el total más alto desde que la Unión Europea, con el Madrid, que es el 26,3%, con un ligero descenso del 0,1% respecto al mes anterior y Atenas, que tiene 26,9%. La debilidad estructural de los países mediterráneos financieros sigue influyendo en el curso del mercado de trabajo, que muestra toda su fragilidad, debido a la falta de coordinación supranacional. Los gobiernos de los países en crisis continúan persiguiendo el camino estéril de rigor a toda costa, que tiene como única consecuencia la erosión del poder adquisitivo de los hogares, lo que provocó el ciclo negativo de la caída del consumo. La ausencia de políticas de expansión, la expansión de un buen control dentro de las restricciones rígidas, es claro, impide la creación de trabajo en cantidades tales que puedan reducir los altos niveles de desempleo. Mientras que en Japón y los Estados Unidos lucharon el problema de trabajar con un amplio programa de obras públicas, la creación de infraestructura, que tiene la doble tarea de distribuir el ingreso y actuar como motor para la recuperación económica, a través de una extensa red de calles comunicación física y virtual, en Europa sigue siendo fundamentalmente anclado a las necesidades de producción de los países y comercial principal: Alemania. Sin una distribución más equitativa de los recursos, sobre todo teniendo en cuenta las necesidades reales de cada país, la situación social en el sur de Europa que se pretende, con la llegada del otoño, con acontecimientos preocupantes. Si se ponen en marcha nuevas medidas restrictivas, las tensiones sociales sólo va a explotar esfuerzos puesto en peligro, sin embargo, hacen sólo de una parte de la sociedad, hasta ahora impuestas por los gobiernos y que afecta sobre todo a la implantación del estado de bienestar. Es preocupante la miopía con la que la dirección de Europa central el problema, no reconocer el verdadero peligro de disolución que se cierne organización supranacional del continente. Hustling positivo por una disminución del desempleo de sólo 24.000 unidades, frente a un público de más de diecinueve millones, hace que la idea de que los que están en la sala de control no preparó ninguna receta concluyente. Sin embargo, sería suficiente para ver cómo otros se han ocupado del tema, pero desde que se concede esta posibilidad, queda la posibilidad de que los eurócratas son rehenes de la tendencia de rigor hasta el amargo final. Pero es necesario que estas muestras de rigor también cambiar de opinión en su propio beneficio: con los países emergentes que ven reducidas sus tasas de crecimiento, también la capacidad de absorción de los bienes se reduce y los mercados de alta calidad, el Derecho comunitario, tiene que ser más más central en las estrategias de las potencias económicas, como Alemania. Si Berlín no quiere ver a su contrato de economía debe aflojar su control y permitir ampliar los cordones de la bolsa, lo que permite la financiación de las políticas expansivas que permitan, por fin, de una manera global la reducción de los desempleados. Hay otras soluciones: la pena el aumento del desempleo también en el norte de Europa.
Immer hohe Arbeitslosigkeit in Europa
Die Daten zur Arbeitslosigkeit in Europa ist ein ständiges Anliegen. Innerhalb des Euro blieb nahezu unverändert, um den Wert von 12,1%, mit einem kleinen Rückgang von 24.000 Einheiten, im Vergleich zum Vormonat. Trotz dieser kleinen Verbesserung, ist das schwierig zu interpretieren, im Juni die Zahl der Arbeitslosen insgesamt 19.260.000 Menschen war, mit einem jährlichen Anstieg von 1.129.000 Arbeitslosen. Auch angesichts der ganzen EU zeigen beunruhigende Anzeichen mit einem prozentualen Wert, der auf 10,9% belief, in Höhe von 26,424 Millionen arbeitslos. Innerhalb dieser Zahlen können Sie lesen, die besorgniserregende Situation der Jugend, in der Altersgruppe unter 25 Jahren, die in einem alarmierenden 23,9% der Arbeitslosen ist, mit einem Spitzenwert von 58,75% in Griechenland und 56,1 in Spanien. Außerdem sind diese beiden Länder stellen die höchste Summe seit der Europäischen Union, mit Madrid, die auf 26,3% ist, mit einem leichten Rückgang von 0,1% gegenüber dem Vormonat und Athen, die 26,9% hat. Die strukturelle Schwäche der Finanzmärkte Mittelmeerländern weiterhin den Kurs des Arbeitsmarktes, die alle ihre Fragilität wegen des Mangels an supranationale Koordination zeigt beeinflussen. Die Regierungen der Länder in der Krise weiterhin die kargen Weg der Strenge auf allen Kosten, die die alleinige Wirkung der Erosion der Kaufkraft der Haushalte hat, die Auslösung der negativen Zyklus der Rückgang des Verbrauchs zu verfolgen. Das Fehlen der expansiven Politik, Ausbau eines gut kontrollierten innerhalb starren Zwängen, ist es klar, verhindert die Schaffung von Arbeitsplätzen in solchen Mengen zur Senkung der hohen Arbeitslosigkeit. Während in Japan und den Vereinigten Staaten gekämpft, das Problem der Arbeit mit einem umfangreichen Programm öffentlicher Arbeiten, für die Schaffung von Infrastruktur, die die doppelte Aufgabe der Verteilung von Einkommen und als treibende Kraft für die wirtschaftliche Erholung haben, über ein flächendeckendes Netz von Straßen Kommunikation physischen und virtuellen, in Europa bleibt grundsätzlich auf die Produktion Bedürfnisse von Gewerbe-und Haupt-Land verankert: Deutschland. Ohne eine gerechtere Verteilung der Ressourcen, vor allem unter Berücksichtigung der tatsächlichen Bedürfnisse des jeweiligen Landes, die soziale Situation in Südeuropa ist beabsichtigt, mit der Ankunft des Herbstes, mit beunruhigenden Entwicklungen. Wenn sie weitere restriktive Maßnahmen gestartet werden, die sozialen Spannungen werden nur explodieren Bemühungen gefährdet, machte jedoch nur von einem Teil der Gesellschaft, die bisher von der Regierung auferlegt und dass betroffene meist die Implantation des Wohlfahrtsstaates. Es ist besorgniserregend, mit welcher Kurzsichtigkeit der Europäischen Zentralbank Adresse das Problem, nicht die Anerkennung der realen Gefahr der Auflösung, welche schwebt supranationale Organisation des Kontinents. Hustling für einen Rückgang der Arbeitslosigkeit von nur 24.000 Einheiten positiv, bis zu einem Publikum von über 19 Millionen, macht die Idee, dass diejenigen, die in der Leitwarte sind nicht vorbereitet einem Rezept schlüssig. Dennoch wäre es genug, um zu sehen, wie andere mit dem Thema beschäftigt, aber da diese Möglichkeit gewährt wird, bleibt die Möglichkeit, dass die Eurokraten Geisel der Trend der Strenge bis zum bitteren Ende sind. Aber es ist notwendig, dass diese Probe Strenge auch ihre Meinung ändern, zu ihrem eigenen Vorteil: mit Schwellenländern, die ihre Wachstumsraten reduziert sehen, auch die Aufnahmefähigkeit der Ware reduziert und vermarktet hochwertige, Gemeinschaftsrecht, muss weiter mehr im Mittelpunkt der Strategien der Wirtschaftsmächte wie Deutschland. Wenn Berlin nicht will, um zu sehen, seine Wirtschaft Vertrag muss ihren Griff lockern und lassen Sie den Geldbeutel zu erweitern, so dass Mittel für die expansive Politik, die ermöglichen endlich, in umfassender Weise die Reduktion von nicht erwerbstätigen. Es gibt andere Lösungen: lohnt sich der Anstieg der Arbeitslosigkeit auch in Nordeuropa.
Chômage européen toujours élevé
Les données sur le chômage en Europe est une préoccupation constante. Dans le cours de l'euro est resté pratiquement inchangé, autour de la valeur de 12,1%, avec une légère baisse de 24.000 unités, par rapport au mois précédent. Malgré cette légère amélioration, ce qui est difficile à interpréter, en Juin le nombre de chômeurs était de 19.260.000 personnes, avec une augmentation annuelle de 1.129.000 chômeurs. Même compte tenu de l'ensemble de l'UE montrent des signes inquiétants avec un pourcentage qui s'élève à 10,9%, s'élevant à 26.424.000 chômeurs. Dans ces chiffres, vous pouvez lire la situation préoccupante des jeunes, dans la tranche d'âge moins de 25 ans, qui est à un taux alarmant de 23,9% des chômeurs, avec un pic de 58,75% en Grèce et 56,1 en Espagne. En outre, ces deux pays représentent le plus haut total depuis l'Union européenne, avec Madrid qui est de 26,3%, avec une légère baisse de 0,1% par rapport au mois précédent et Athènes, qui a 26,9%. La faiblesse structurelle des pays méditerranéens financiers continue d'influer sur le cours du marché du travail, ce qui montre toute sa fragilité due à un manque de coordination supranationale. Les gouvernements des pays en crise continuent à poursuivre dans la voie stérile de la rigueur à tout prix, qui a pour seul effet d'éroder le pouvoir d'achat des ménages, ce qui déclenche le cycle négatif de la baisse de la consommation. L'absence de politiques expansionnistes, l'expansion d'un bien contrôlée dans les contraintes rigides, il est clair, empêche la création de travail en quantité suffisante pour faire baisser les taux de chômage élevés. Alors qu'au Japon et aux États-Unis ont combattu le problème du travail avec un vaste programme de travaux publics, pour la création d'infrastructures, qui ont la double tâche de distribution des revenus et d'agir comme une force motrice pour la reprise économique, à travers un vaste réseau de rues communication physique et virtuelle, l'Europe reste fondamentalement ancré aux besoins de production des pays et commercial principal: l'Allemagne. Sans une répartition plus équitable des ressources, en particulier en tenant compte des besoins réels de chaque pays, la situation sociale dans le sud de l'Europe, il est prévu, avec l'arrivée de l'automne, ayant développements inquiétants. Si elles sont lancées de nouvelles mesures restrictives, les tensions sociales ne pourront exploser efforts compromise, cependant, faites que d'une partie de la société, dans la mesure imposée par les gouvernements et qui a principalement touché l'implantation de l'Etat-providence. C'est la myopie inquiétante avec laquelle l'adresse centrale européenne, le problème, ne reconnaissant pas le véritable danger de dissolution qui plane organisation supranationale du continent. Hustling positif pour une diminution du chômage de seulement 24.000 unités, en hausse à un public de plus de dix-neuf millions, rend l'idée que ceux qui sont dans la salle de contrôle n'a pas préparé une recette concluante. Pourtant, il suffirait de voir comment d'autres ont traité le sujet, mais puisque cette possibilité est accordée, il reste la possibilité que les eurocrates sont l'otage de la tendance de rigueur jusqu'au bout. Mais il est nécessaire que ces échantillons de rigueur aussi changer leur esprit à leur propre avantage: avec les pays émergents qui voient réduit leurs taux de croissance, aussi la capacité d'absorption des marchandises est réduit et les marchés loi de haute qualité, de la communauté, doit encore être plus centrale dans les stratégies des puissances économiques comme l'Allemagne. Si Berlin ne veut pas voir son contrat d'économie doit relâcher leur emprise et permettre d'élargir les cordons de la bourse, ce qui permet le financement des politiques expansionnistes qui permettent, enfin, d'une manière globale, la réduction de non-salariés. Il ya d'autres solutions: vaut la montée du chômage également en Europe du Nord.
Sempre elevado desemprego na Europa
Os dados sobre o desemprego na Europa é uma preocupação constante. Dentro da taxa do euro manteve-se praticamente inalterada, em torno do valor de 12,1%, com um pequeno decréscimo de 24.000 unidades, em comparação ao mês anterior. Apesar desta pequena melhora, o que é difícil de interpretar, em junho, o total de desempregados foi de 19,26 milhões de pessoas, com um aumento anual de 1,129 milhões de desempregados. Mesmo tendo em conta o conjunto da UE mostram sinais preocupantes com um valor percentual que foi de 10,9%, totalizando 26,424 milhões desempregados. Dentro desses números, você pode ler a situação preocupante dos jovens, na faixa etária abaixo de 25 anos, que está em um alarmante de 23,9% de desempregados, com um pico de 58,75% na Grécia e 56,1 em Espanha. Além disso, estes dois países representam o maior total desde que a União Europeia, com o Real Madrid, que está em 26,3%, com uma ligeira queda de 0,1% em relação ao mês anterior e de Atenas, que tem 26,9%. A fraqueza estrutural dos países do Mediterrâneo financeiros continua a influenciar o curso do mercado de trabalho, o que mostra toda a sua fragilidade, devido à falta de coordenação supranacional. Os governos dos países em crise continuar a perseguir o caminho estéril de rigor a todo o custo, que tem o único efeito de minar o poder de compra das famílias, provocando o ciclo negativo da queda no consumo. A ausência de políticas expansionistas, a expansão de um bem controlada dentro de limites rígidos, é claro, impede a criação de trabalhar em quantidades susceptíveis de reduzir os altos níveis de desemprego. Enquanto no Japão e nos Estados Unidos lutou contra o problema do trabalho com um vasto programa de obras públicas, para a criação de infra-estrutura, que tem a dupla tarefa de distribuir renda e agir como uma força motriz para a recuperação econômica, através de uma extensa rede de ruas comunicação física e virtual, na Europa continua a ser fundamentalmente ancorada às necessidades de produção de país comercial e principal: a Alemanha. Sem uma distribuição mais equitativa dos recursos, especialmente tendo em conta as necessidades reais de cada país, a situação social no sul da Europa que se pretende, com a chegada do outono, tendo desenvolvimentos preocupantes. Se forem lançadas novas medidas restritivas, as tensões sociais só vai explodir esforços prejudicados, no entanto, fez apenas a partir de uma parte da sociedade, até agora impostas pelos governos e que afetou principalmente a implantação do estado de bem-estar. É preocupante miopia com que o endereço da Europa Central o problema, não reconhecendo o perigo real de extinção que paira organização supranacional do continente. Apressando positivo para a diminuição do desemprego de apenas 24 mil unidades, para uma platéia de mais de dezenove milhões, torna a idéia de que aqueles que estão na sala de controle não preparar qualquer receita conclusivo. No entanto, seria o suficiente para ver como os outros têm lidado com o tema, mas desde que esta possibilidade é concedida, resta a possibilidade de que os eurocratas estão refém da tendência de rigor até o amargo fim. Mas é necessário que estes amostra de rigor também mudar sua mente para seu próprio benefício: com os países emergentes que vêem reduzidas suas taxas de crescimento, também a capacidade de absorção dos produtos é reduzida e os mercados de alta qualidade, o direito comunitário, tem de ser mais mais central para as estratégias das potências econômicas, como a Alemanha. Se Berlim não quer ver o seu contrato economia deve afrouxar o seu controle e permitir alargar os cordões à bolsa, permitindo o financiamento para políticas expansionistas que permitem, enfim, de uma forma abrangente a redução dos não-empregados. Existem outras soluções: vale a pena o aumento do desemprego também no norte da Europa.
Всегда высоким уровень безработицы в Европе
Данные по безработице в Европе сохраняется проблема. В курс евро практически не изменился, около значения 12,1%, с небольшим уменьшением 24 000 единиц, по сравнению с предыдущим месяцем. Несмотря на это небольшое улучшение, которое трудно интерпретировать, в июне безработных Всего было 19260000 человек, годовой прирост составил 1129000 безработных. Даже с учетом всего ЕС показывают тревожные признаки с значение в процентах, составила 10,9%, составив 26424000 безработных. В эти цифры вы можете прочитать и тревожное положение молодежи, в возрастной группе до 25 лет, который находится на тревожные 23,9% безработных, с пиком в 58,75% в Греции и 56.1 в Испании. Кроме того, эти две страны представляют самый высокий показатель с Европейским союзом, с Мадридом, который находится на 26,3%, с незначительным снижением на 0,1% по сравнению с предыдущим месяцем и Афинах, который имеет 26,9%. Структурные слабости финансовой средиземноморские страны продолжает влиять на ход на рынке труда, которая показывает все его хрупкости из-за отсутствия наднациональной координации. Правительствам стран, переживающих кризис продолжать бесплодные пути строгости любой ценой, что имеет исключительное влияние подрывает покупательную способность домохозяйств, вызывая негативный цикл падения потребления. Отсутствие экспансионистскую политику, расширение контролируемых пределах жестких ограничений, ясно, предотвращает создание рабочих в таких количествах, чтобы снизить высокий уровень безработицы. В то время как в Японии и США боролись с проблемой работы с обширной программы общественных работ, для создания инфраструктуры, которые имеют двойную задачу распределения доходов и выступают в качестве движущей силы экономического восстановления, через обширную сеть улиц связи физическим и виртуальным, в Европе остается принципиально привязаны к потребностям производства коммерческой и основные страны: Германия. Без создания более справедливого распределения ресурсов, особенно с учетом реальных потребностей каждой страны, социальная ситуация в Южной Европе он предназначен, с приходом осени, имеющих тревожные события. Если они начали дальнейшие ограничительные меры, социальная напряженность будет только взорваться под угрозу усилия, однако, производится только из одной части общества, до сих пор введенные правительствами и что пострадали в основном имплантации государства всеобщего благосостояния. Это тревожная близорукость, с которой европейские центральные решения этой проблемы, не признавая реальную опасность растворения который парит наднациональной организации континента. Hustling положительным для снижения безработицы только 24 000 единиц, что на аудиторию более чем девятнадцать миллионов, делает идею, что те, кто в диспетчерской не готовили любой рецепт убедительны. Однако было бы достаточно, чтобы видеть, как другие имели дело с этой темой, но так как эта возможность предоставляется, остается возможность того, что еврократам являются заложниками тенденции строгости до победного конца. Но это необходимо, чтобы эти образцы строгости также изменить свое мнение в свою пользу: с развивающимися странами, которые видят снизили темпы роста, также поглощающая способность товаров снижается и рынки высококачественные, общественные права, необходимо дальнейшее более центральное место в стратегии экономических держав, таких как Германия. Если Берлине не хотят видеть ее экономика договор должен ослабить свою хватку и позволит расширить кошелек, позволяющий финансирования для проведения стимулирующей политики, которая позволяет, наконец, на комплексной основе сокращения неработающих. Есть и другие решения: стоит рост безработицы и в Северной Европе.
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