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martedì 14 aprile 2015

テンションはサウジアラビアとイランの間で上昇

特にメッカへの巡礼者の賛成で、サウジアラビアにイランを接続するすべての便のキャンセルは、2つの状態の間の関係に懸念を増大させるエスカレーションの最新のステップです。テヘランの決定をもたらしたエピソード、を超えて、私たちは、常に反対の位置に、イエメンの問題の進展による2国間の緊迫に直面している。サウジアラビア本人が軍事的にコミットされているので、シーア派による電流に属する、Huthiの反乱を鎮めるために、イランは、問題の均等にシャープに関与する可能性がある。しかし、比較は意図的に特定のコンテキスト外で主に理由のため、サウジにより、イランの関与の可能性に対処している。サウジアラビアは、核問題でのローザンヌの予備協定の署名とテヘランは特にことを、民間の目的のために公式に、核技術を獲得することができるという事実に発生したイランに対する隔離の破裂、によって非常にイライラしている軍事開発の控えの間としてサウジによって考えられている。この進化は、合意の達成と連動して、ますます緊迫なってきた米国との関係をした。何がサウジアラビアは、地域におけるイランの国の多くの影響力、またシーア派少数派は依然として国の第三のあるイエメンの状態、の可能な制御によって増加させることができた影響が恐れている。いくつかのアメリカのアナリストによると、Huthiの問題は、イエメンでの新しいものではありません、実際にはこの少数派に起因する以前の妨害はテヘランからの保護がなかった、とイランが現在の介入なしに政治的支援に限定されている。どのようなアナリストは、米国がシーア派の宗教の枝に属するの事実が自動的にイランの軍事的支援を持っていないことであると言います。しかし、現在の状況は、ポリシーの警告の限界を超えサウジの不安のレベルをもたらした。リヤドイエメンは独自の勢力圏とイランのこの領土に展開影見ての恐怖を考慮し、実際にテヘランの可能性介入をトリガすることができます反応を生産している。事実はイエメンの領土内イランの諜報の存在の可能性であることがあれば、これは、しかし、決して確実である。サウジ軍事行動を継続した場合、イラン人は、彼らが採用しているとイスラム教のこの宗教的なブランチで国をリードするように、彼らにシーア派少数派の保護者を見ている教義を遵守すること、応答のいくつかの種類を提供することを最も可能性が高い。サウジのアクションは、軍事的に限定されないが、危険な宗教的な対立に問題を持ち帰る、メインスンニ派諸国の間の力を作成するための国際的な努力で政治レベルで行われている。サウジは、トルコ、パキスタンの関与を求めているが、一瞬、あなたが望む支援を取得した場合ではない原則の宣言で、したがって、単独で行動を続けていくために危険にさらしていませんでした。でも、米国があっほとんど起因するサポートがあるが、それは実際的な効果がなかった、逆説的に、しかし、ある時点まで、位置がそれ以上に偉大な嫌悪によってサウジアラビアに接合されているイスラエルのそれに似ているテヘランが、公然とリヤドをサポートすることはできません。状況の開発の多くは、危機への交渉による解決のために検索することなく、軍事的圧力を高めるためにテヘランでHuthiの利用可能なヘルプとアラビアの意志に依存します。

التوتر يرتفع بين المملكة العربية السعودية وإيران

إلغاء جميع الرحلات الجوية التي تربط إيران إلى المملكة العربية السعودية، وخاصة لصالح الحجاج إلى مكة، هو أحدث خطوة في تصعيد للقلق متزايد في العلاقات بين الدولتين. ما وراء الحدث، والتي أسفرت عن قرار طهران، فإننا نواجه التوتر المتزايد بين البلدين، ودائما على مواقع المعاكس، نظرا لتطور قضية اليمن. منذ المملكة العربية السعودية ملتزمة عسكريا في شخص، لقمع التمرد من الحوثيين، الذين ينتمون إلى تيار من قبل الشيعة، ومن المرجح أن تشارك في حاد على قدم المساواة في مسألة إيران. ومع ذلك، يتم تناول المقارنة عمدا احتمال تورط إيران، من قبل السعوديين، لأسباب والتي هي أساسا خارج سياق معين. المملكة العربية السعودية هو غضب كبير من قبل تمزق من العزلة على إيران، التي وقعت مع توقيع اتفاقات مبدئية لوزان بشأن القضية النووية، وحقيقة أن طهران يمكن الحصول على التكنولوجيا النووية، رسميا لأغراض مدنية، وخاصة أن ويعتبر من قبل السعوديين باسم غرفة انتظار للتنمية العسكرية. وقد جعل هذا التطور العلاقات مع الولايات المتحدة، والتي أصبحت متوترة بشكل متزايد بالتزامن مع تحقيق الاتفاق. ما تخشى المملكة العربية السعودية لديها المزيد من النفوذ في البلاد لإيران في المنطقة، التأثير الذي يمكن أيضا زيادة من قبل الرقابة الممكنة للدولة في اليمن، حيث الأقلية الشيعية لا تزال ثلث البلاد. وفقا لبعض المحللين الأميركيين، وقضية الحوثيين ليست جديدة في اليمن، كان في الواقع الاضطرابات السابقة التي تسببها هذه الأقلية أي حماية من طهران، وإيران يقتصر حاليا على الدعم السياسي دون أي تدخل. ما المحللين يقولون ان الولايات المتحدة هي أن حقيقة الانتماء إلى فرع من فروع الدين الشيعي لا يكون تلقائيا بدعم من الجيش الإيراني. ولكن الوضع الحالي جلبت مستوى التخوف من السعوديين فوق الحد من التحذيرات السياسات؛ وتعتبر الرياض اليمن المجال الخاص بها النفوذ والخوف من المشاهدة موسعة على هذه الأرض ظل إيران، وقد أنتجت من ردود الفعل التي يمكن حقا يؤدي الى تدخل محتمل من طهران. إذا كان حقيقة أن داخل أراضي اليمن هو احتمال وجود عملاء المخابرات الإيرانية، وهذا، ولكن، ليست بأي حال معين. على الأرجح أنه إذا كان العمل العسكري السعودي للمتابعة، الإيرانيين سيوفر نوعا من الاستجابة، ليتوافق مع العقيدة التي اتخذتها والتي يراها حماة الأقلية الشيعية، والرائدة في مجال بلد في هذا الفرع الديني للإسلام. العمل من السعوديين لا يقتصر على الجيش، ولكن يتم تنفيذها على المستوى السياسي مع الجهود الدولية لتشكيل قوة بين الدول السنية الرئيسية، اعادة القضية الى مواجهة دينية خطيرة. وتسعى السعودية تورط تركيا وباكستان، ولكن في الوقت الحالي لم تحصل على الدعم الذي تريد، إن لم يكن مع الإعلانات من حيث المبدأ، وبالتالي المخاطرة على الاستمرار في حدها الإجراءات المتخذة. حتى الولايات المتحدة هناك دعم يرجع في معظمه، ولكن هذا لم يكن لها تأثير عملي، للمفارقة، ولكن ما يصل إلى نقطة معينة، والموقف هو أكثر من هذا القبيل من إسرائيل، والذي انضم إلى المملكة العربية السعودية من قبل النفور كبير ل طهران، ولكن لا يمكن أن تدعم علنا ​​الرياض. الكثير من تطور الوضع سوف تعتمد على مساعدة متوفرة من الحوثيين في طهران والإرادة العربية لزيادة الضغط العسكري دون البحث عن حل تفاوضي للأزمة.

lunedì 13 aprile 2015

La Turchia irritata con il Vaticano per il ricordo del genocidio armeno

In un anno caratterizzato dalle sempre maggiori persecuzioni ai cristiani, il discorso del Pontefice sulla triste ricorrenza del centenario del genocidio armeno, ha un duplice significato. Il primo è quello letterale di commemorare una pagina della storia, che alcuni, prima fra tutti la nazione della Turchia, rifiutano di ammettere e cercano di affermare definizioni alternative che hanno il solo significato di volere alterare i fatti storici. Il secondo è partire dallo spunto della ricorrenza per creare una analogia con i fatti attuali e ricordare al mondo le responsabilità, che hanno portato all’intolleranza religiosa verso i seguaci della religione cristiana. Risulta significativo che il governo de l'Ankara, che si è subito irritato, convocando il nunzio apostolico, cioè l’ambasciatore del Vaticano, sia uno degli stati più morbidi verso il califfato. A lungo la Turchia ha tenuto una posizione non chiara nei confronti dello Stato islamico, di cui, probabilmente, all’inizio è stata anche un finanziatore, con il solo obiettivo di manovrare gli integralisti, per fare cadere il regime di Assad, in modo da influenzare il territorio siriano, sia in funzione geopolitica, che anti curda. Il paese turco è attraversato da una grossa spaccatura interna, dove la maggioranza politica, che sostiene Erdogan, asseconda una trasformazione in senso confessionale del paese, che coincide con il progetto di creare di nuovo una sorta di impero ottomano, seppure sotto altre forme, consistente nell’estensione dell’area di influenza dell’Ankara, che dovrebbe diventare una specie di capofila del mondo sunnita, per lo meno nei territori limitrofi. La Turchia è stata sostenuta in questo progetto da una buona crescita economica, a cui, però, non ha corrisposto una altrettanto riuscita della politica estera. Prima il fallimento dei Fratelli musulmani in Egitto, su cui la Turchia aveva speso molto della sua influenza, poi la resistenza di Damasco, che è sfociato nel fenomeno dello Stato islamico, mai combattuto con l’adeguato impegno richiesto da  Washington, hanno messo i piani dell’Ankara in seria difficoltà, costringendo il paese ad una notevole riduzione di visibilità sulla scena internazionale. Anche dal punto di vista della politica interna, le grandi contestazioni e la ripresa di un terrorismo anti sistema, hanno contribuito a portare difficoltà alla maggioranza politica, nel frattempo attraversata da pericolosi scandali interni per motivi di corruzione. Sullo sfondo, poi, resta sempre il rifiuto di Bruxelles ad ammettere la Turchia nell’Unione Europea per più di una mancanza negli standard richiesti di cui uno è proprio il mancato riconoscimento del genocidio armeno e che costituisce una delusione politica mai rimarginata. Non tutto il popolo turco sostiene questa impostazione, gli ambienti laici sono profondamente contrari alla deriva confessionale del paese, ma la promulgazione di leggi liberticide, che hanno soffocato la libertà di stampa e di espressione rende sempre più difficile contrastare un potere che viene sempre più accumulato in una sola parte, senza che l’esistenza di contrappesi possa assicurare la normale vita democratica del paese. Per tutti questi motivi il discorso del Papa, che aveva obiettivi più ampi che il giusto ricordo storico, hanno infastidito l’Ankara, che, per altro, temeva questa possibile direzione già in anticipo: infatti le pressioni sul Vaticano, in corrispondenza dell’avvicinarsi della ricorrenza pare siano state diverse e tutte con l’obiettivo di non portare in una tribuna così amplificata, come Piazza San Pietro, l’attenzione su quanto perpetrato dall’impero ottomano un secolo prima. Il contrasto che, presumibilmente potrà nascere tra le due entità statali porrà la Turchia in una luce ancora più negativa nei confronti dell’occidente, ma potrà anche esasperare quelle divisioni, su base religiosa, sulle quali sono stati costruiti i contrasti portati avanti da tutti gli integralisti e da parte di alcuni stati sunniti, che hanno identificata il cristianesimo come un tutt’uno con l’ovest del mondo ed i suoi valori. Il pericolo concreto è che le parole del Papa siano strumentalizzate nella bieca propaganda radicale per mere ragioni strategiche.

Turkey irritated with the Vatican to the memory of the Armenian Genocide

In a year marked by the increasing persecution of Christians, the Pope's speech on the sad occasion of the centenary of the Armenian Genocide, has a double meaning. The first is the literal commemorate a page of history, that some, first among all the nation of Turkey, refuse to admit and seek to assert alternative definitions that have meaning only to want to alter the historical facts. The second is to start from the starting point of the anniversary to create an analogy with the current facts and remind the world of responsibilities, which led to religious intolerance towards the followers of the Christian religion. Is significant that the government of the Ankara, which was immediately irritated by convening the apostolic nuncio, that is the ambassador of the Vatican, has been one of the softest to the caliphate. In the long Turkey held a position not clear against the Islamic state, which, probably, at the beginning was also a lender, with the sole aim to maneuver the fundamentalists, to bring down the Assad regime, so influence the Syrian territory, both in geopolitical function, that anti Kurdish. The turkish country is crossed by a large internal split, where the political majority, which supports Erdogan, follows a transformation in the confessional sense of the country, which coincides with the project of creating a new kind of Ottoman Empire, albeit in other forms, consisting in the extension of the area of ​​influence of Ankara, which should become a kind of leader of the Sunni world, at least in neighboring areas. Turkey has been supported in this project by good economic growth, which, however, was not matched by an equally successful foreign policy. Before the failure of the Muslim Brotherhood in Egypt, of which Turkey had spent much of his influence, then the strength of Damascus, which has resulted in the phenomenon of the Islamic state, never fought with the appropriate commitment required from Washington, they put the plans of Ankara in serious trouble, forcing the country to a considerable reduction of visibility on the international scene. From the point of view of domestic politics, the great challenges and the resumption of an anti-terrorism system, helped bring difficulties to the political majority, meanwhile crossed by dangerous scandals for reasons of internal corruption. In the background, then, is still refusing to Brussels to admit Turkey into the European Union for more than a lack in the required standards, one of which is precisely the lack of recognition of the Armenian genocide and constitutes a political disappointment never healed. Not all the people turkish supports this setting, the environments laity are deeply opposed to the sectarian drift of the country, but the promulgation of laws against freedom, which have stifled the freedom of press and expression makes it increasingly difficult to counter a power that is increasingly accumulated in one part, without the existence of counterweights to ensure the normal democratic life of the country. For all these reasons the Pope's speech, which had a broader scope than the right historical memory, have annoyed the Ankara, which, moreover, he feared this direction can already in advance: in fact, the pressure on the Vatican, at the approach recurrence apparently been different and all with the aim not to bring in a forum so amplified, as St. Peter's Square, the focus on what perpetrated by the Ottoman Empire a century before. The contrast that presumably will arise between the two state entities will put Turkey in a light even more negative attitude toward the West, but it can also exacerbate those divisions, based on religion, on which were built the contrasts carried out by all fundamentalists and by some were Sunnis, who identified Christianity as a whole with the western world and its values. The real danger is that the Pope's words are manipulated in sinister propaganda radical for purely strategic reasons.

Turquía irritó con el Vaticano a la memoria del Genocidio Armenio

En un año marcado por la creciente persecución de los cristianos, el discurso del Papa en la triste ocasión del centenario del Genocidio Armenio, tiene un doble significado. El primero es el literal conmemorar una página de la historia, que algunos, primero de toda la nación de Turquía, se niegan a admitir y tratar de hacer valer definiciones alternativas que sólo tienen significado para querer alterar los hechos históricos. El segundo es empezar desde el punto de partida del aniversario para crear una analogía con los hechos actuales y recordar al mundo de las responsabilidades, lo que llevó a la intolerancia religiosa hacia los seguidores de la religión cristiana. Es significativo que el gobierno de Ankara, que fue inmediatamente irritado por haber convocado el nuncio apostólico, que es el embajador del Vaticano, ha sido uno de los más suaves al califato. A largo Turquía mantenido una posición no está claro contra el Estado islámico, que, probablemente, al principio también era un prestamista, con el único objetivo de maniobrar los fundamentalistas, para derrocar al régimen de Assad, por lo influir en el territorio sirio, tanto en función geopolítica, que el anti kurda. El país turco es atravesado por una gran división interna, donde la mayoría política, que apoya a Erdogan, sigue una transformación en el sentido confesional del país, que coincide con el proyecto de crear un nuevo tipo de imperio otomano, aunque en otras formas, que consiste en la extensión de la zona de influencia de Ankara, que debería convertirse en una especie de líder del mundo suní, al menos en las zonas vecinas. Turquía ha sido apoyado en este proyecto por un buen crecimiento económico, que, sin embargo, no se vio acompañada por una política exterior el mismo éxito. Antes de que el fracaso de la Hermandad Musulmana en Egipto, de los que Turquía había pasado gran parte de su influencia, entonces la fuerza de Damasco, lo que ha dado como resultado el fenómeno del estado islámico, nunca luchó con un compromiso adecuado requerido de Washington, pusieron los planes de Ankara en serios problemas, obligando al país a una considerable reducción de la visibilidad en la escena internacional. Desde el punto de vista de la política interna, los grandes retos y la reanudación de un sistema anti-terrorismo, ayudado a traer dificultades a la mayoría política, por su parte atravesado por escándalos peligrosos por razones de corrupción interna. En el fondo, a continuación, sigue negándose a Bruselas para admitir a Turquía en la Unión Europea desde hace más de una carencia de las normas exigidas, una de las cuales es precisamente la falta de reconocimiento del genocidio armenio y constituye una decepción política nunca sanado. No todas las personas soportes turcos este ajuste, los laicos ambientes están profundamente opuesto a la deriva sectaria del país, pero la promulgación de leyes contra la libertad, que han sofocado la libertad de prensa y de expresión hace que sea cada vez más difícil de contrarrestar un poder que se acumula cada vez más en una parte, sin la existencia de contrapesos para garantizar la vida democrática normal del país. Por todas estas razones el discurso del Papa, que tiene un alcance mayor que la memoria histórica derecho, haber molestado el Ankara, que, por otra parte, temía esta dirección puede ya de antemano: de hecho, la presión sobre el Vaticano, en el enfoque recurrencia al parecer ha sido diferente y todo ello con el objetivo de no traer en un foro tan amplificado, como la Plaza de San Pedro, el enfoque en lo perpetrado por el Imperio Otomano un siglo antes. El contraste que presumiblemente surgir entre las dos entidades estatales pondrá Turquía en una luz actitud más negativa hacia el oeste, pero también puede exacerbar esas divisiones, basada en la religión, en la que se construyeron los contrastes realizados por todos fundamentalistas y por algunos eran sunitas, que identificó el cristianismo en su conjunto con el mundo occidental y sus valores. El verdadero peligro es que las palabras del Papa son manipulados en radical por razones puramente estratégicas propaganda siniestra.

Türkei irritiert mit dem Vatikan in den Speicher des armenischen Genozids

In einem Jahr, durch die zunehmende Verfolgung von Christen geprägt, die Rede des Papstes auf dem traurigen Anlass der Hundertjahrfeier des armenischen Genozids, hat eine doppelte Bedeutung. Die erste ist die wörtliche gedenken eine Seite der Geschichte, dass einige, zuerst bei dem ganzen Volk der Türkei, nicht zugeben und versuchen, alternative Definitionen, was bedeutet, nur um die historischen Fakten ändern zu wollen, zu behaupten. Das zweite ist, vom Ausgangspunkt des Jubiläums starten, eine Analogie mit den aktuellen Tatsachen der Welt, der Verantwortlichkeiten, die religiöse Intoleranz gegenüber den Anhängern der christlichen Religion führte zu erstellen und zu erinnern. Bezeichnend ist, dass die Regierung von Ankara, die durch die Einberufung der Apostolische Nuntius sofort gereizt war, ist, dass der Botschafter des Vatikans, ist einer der leisesten auf das Kalifat. Auf lange Türkei hielt eine Position nicht gegen den islamischen Staat, der wahrscheinlich am Anfang war auch ein Kreditgeber, mit dem einzigen Ziel, die Fundamentalisten zu manövrieren, um das Assad-Regime zu Fall zu bringen klar, so Einfluss auf die syrisches Gebiet, sowohl in geopolitischer Funktion, dass Anti Kurdisch. Der türkische Staat ist von einem großen inneren Spaltung, wo die politische Mehrheit, die Erdogan unterstützt, folgt eine Transformation im Beichtstuhl Sinne des Landes, die mit dem Projekt der Schaffung einer neuen Art von Osmanischen Reich fällt, wenn auch in anderer Form, die aus gekreuzt in der Verlängerung des Einflussbereichs von Ankara, die eine Art Führer der sunnitischen Welt werden sollte, zumindest in den angrenzenden Gebieten. Die Türkei hat in diesem Projekt durch eine gute Wirtschaftswachstum, das jedoch nicht durch eine ebenso erfolgreiche Außenpolitik abgestimmt unterstützt. Vor dem Scheitern der Muslimbruderschaft in Ägypten, die Türkei habe viel von seinem Einfluss, so die Stärke von Damaskus, die im Phänomen des islamischen Staates geführt hat verbrachte, nie mit dem entsprechenden Engagement aus Washington benötigt gekämpft, die Pläne legten sie von Ankara in ernsthaften Schwierigkeiten und zwingt das Land zu einer erheblichen Reduzierung der Sichtbarkeit auf der internationalen Bühne. Aus der Sicht der Innenpolitik, die großen Herausforderungen und die Wiederaufnahme eines Anti-Terror-System, dazu beigetragen, Schwierigkeiten für die politische Mehrheit, inzwischen durch gefährliche Skandale aus Gründen der internen Korruption durchzogen. Im Hintergrund, dann wird immer noch weigert, Brüssel, die Türkei in der Europäischen Union seit mehr als einem Mangel an den erforderlichen Standards, von denen einer gerade die fehlende Anerkennung des armenischen Völkermords und stellt eine politische Enttäuschung nie geheilt zugeben. Nicht alle Menschen türkischer unterstützt diese Einstellung, die Umgebungen Laien sind tief entgegengesetzt der sektiererischen Drift des Landes, aber die Verkündung der Gesetze gegen die Freiheit, die die Pressefreiheit unterdrückt haben und Ausdruck wird es immer schwieriger, eine Kraft, die in zunehmendem Maße angesammelt wird entgegen in einem Teil, ohne die Existenz von Gegengewichten, die normalen demokratischen Leben des Landes zu gewährleisten. Aus all diesen Gründen die Rede des Papstes, das einen größeren Anwendungsbereich als die richtige historische Gedächtnis hatte, haben die Ankara, die im Übrigen diese Richtung fürchtete er bereits im Vorfeld verärgert: in der Tat, der Druck auf den Vatikan, am Ansatz Wiederholung scheinbar anders und alles mit dem Ziel, nicht in einem Forum so verstärkt zu bringen, wie dem Petersplatz, den Fokus auf das, was durch das Osmanische Reich ein Jahrhundert vor verübt. Der Kontrast, dass vermutlich zwischen den beiden Staatsgebilde entstehen, wird die Türkei in eine leichte noch negative Haltung gegenüber dem Westen gestellt, aber es kann auch verschärfen diese Divisionen, aus Gründen der Religion, auf die die Gegensätze, die von allen getragen wurden gebaut Fundamentalisten und einige waren Sunniten, die das Christentum als Ganzes mit der westlichen Welt und ihre Werte identifiziert. Die wirkliche Gefahr besteht darin, dass die Worte des Papstes sind in den unheimlichen Propaganda radikaler aus rein strategischen Gründen manipuliert.

Turquie irrité avec le Vatican à la mémoire du génocide arménien

Dans une année marquée par la persécution croissante des chrétiens, le discours du Pape sur la triste occasion du centenaire du génocide arménien, a une double signification. Le premier est le commémorer littérale une page de l'histoire, que certains, au premier rang toute la nation de la Turquie, refusent d'admettre et de chercher à faire valoir définitions alternatives qui ont de sens que de vouloir modifier les faits historiques. La seconde est de commencer par le point de l'anniversaire de départ pour créer une analogie avec les faits actuels et rappeler au monde des responsabilités, qui ont conduit à l'intolérance religieuse envers les adeptes de la religion chrétienne. Est significatif que le gouvernement d'Ankara, qui a été immédiatement irrité par la convocation du nonce apostolique, qui est l'ambassadeur du Vatican, a été l'un des plus doux au califat. Dans la longue la Turquie occupe une position pas clair contre l'Etat islamique, qui, probablement, au début était aussi un prêteur, dans le seul but de manœuvrer les fondamentalistes, pour faire tomber le régime d'Assad, afin influencer le territoire syrien, à la fois dans la fonction géopolitique, que l'anti kurde. Le pays turc est traversé par une grande scission interne, où la majorité politique, qui soutient Erdogan, suit une transformation au sens confessionnel du pays, qui coïncide avec le projet de création d'un nouveau type de l'Empire ottoman, mais sous d'autres formes, consistant dans le prolongement de la zone d'influence d'Ankara, qui devrait devenir une sorte de leader du monde sunnite, au moins dans les régions voisines. La Turquie a été soutenu dans ce projet par une bonne croissance économique, qui, cependant, n'a pas été compensée par une politique étrangère autant de succès. Avant l'échec des Frères musulmans en Egypte, dont la Turquie avait passé une grande partie de son influence, alors la force de Damas, qui a entraîné le phénomène de l'Etat islamique, jamais combattu avec l'engagement appropriée requise de Washington, ils ont mis les plans d'Ankara en grave difficulté, forçant le pays à une réduction considérable de la visibilité sur la scène internationale. Du point de vue de la politique intérieure, les grands défis et de la reprise d'un système anti-terrorisme, contribué à faire du mal à la majorité politique, quant à lui franchi par des scandales dangereuses pour des raisons de corruption interne. En arrière-plan, puis, se refusant toujours à Bruxelles pour admettre la Turquie dans l'Union européenne depuis plus d'un manque dans les normes requises, dont l'un est précisément le manque de reconnaissance du génocide arménien et constitue une déception politique jamais guéri. Pas tous les gens de supports turcs ce réglage, le environnements laïcs sont profondément opposé à la dérive sectaire du pays, mais la promulgation de lois contre la liberté, qui ont étouffé la liberté de presse et d'expression rend de plus en plus difficile de lutter contre un pouvoir qui est de plus en plus accumulé dans une partie, sans l'existence de contrepoids pour assurer la vie démocratique normale du pays. Pour toutes ces raisons le discours du pape, qui avait une portée plus large que la mémoire historique à droite, ont irrité Ankara, qui, d'ailleurs, il craignait cette direction peut déjà en avance: en fait, la pression sur le Vatican, à l'approche récidive apparemment été différent et tout dans le but de ne pas apporter dans un forum ainsi amplifié, comme la place Saint-Pierre, l'accent mis sur ce perpétré par l'Empire ottoman un siècle avant. Le contraste qui sera vraisemblablement surgir entre les deux entités de l'Etat va mettre la Turquie dans une même attitude plus négative envers l'Occident la lumière, mais il peut aussi exacerber ces divisions, fondée sur la religion, sur lequel ont été construits les contrastes menées par tous fondamentalistes et par certains étaient sunnites, qui a identifié le christianisme dans son ensemble avec le monde occidental et ses valeurs. Le vrai danger est que les paroles du Pape sont manipulées dans radicale pour des raisons purement stratégiques sinistre propagande.