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venerdì 31 luglio 2015

ドイツの財務大臣は、欧州委員会の権限を制限したい

ドイツの計画では、重量と欧州委員会の政治的機能を削減し、したがって、力を制限するように、ユンカーを委員長と体を再編成するために、欧州内での意志の一部をドイツの電力を増加させます。再びドイツの覇権のプロジェクトの中心で、すでに広くギリシャとの交渉の間に彼の過激位置について批判ドイツ、ショイブレ財務大臣は、そこにあります。ドイツの提案は、欧州連合(EU)での大きな連結納税を想定フランスの計画のプレゼンテーションだけでなく、社会的に一致するようになります。 、再びドイツ、またはオフィスでドイツ政府少なくとも、すべての上に、国家主権の一部を犠牲にして、ブリュッセルの力を増加し、しようとするビジョンに反対している:それは何が偶然に起こっていないことは明らかですベルリンの優位性を損なう可能性があります。ドイツの財務大臣、欧州委員会によると、ギリシャ危機の解決のための交渉の際に、これまで、それぞれのマンデート、条約の守護者と共同市場のコントローラとして同定されたものを超えて行っていた、より多くの政治的役割を取るためにとアドレス。欧州委員会のこの新しい役割、でしょう、しかし、記載のショイブレ、委員会が定めた機能と矛盾。もちろん、このリーダーシップは、これらの力を引き継いでいる人ますます顕著な政治家で競合しないように、財務のその大臣を通じて、新たな創造の独立機関に欧州委員会に起因する電力の伝送のプロジェクトを提案したドイツ、乱します手数料。ショイブレの視点は政治的役割は、条約を保護する権限を減少させる可能性がありますです。実際には、理由がますますドイツの役割の潜在的な対戦相手として見委員会の権限を空、の検索であるように思われます。 、実際には、力で欧州条約の改革の可能性を開くために望んでいるので、あってもイギリスとヨーロッパからのその後の可能出口を傷つけないために、このように動作する権利を想定し、ちょうど、もっともらしい表示されますロンドンからだけでなく、ベルリンからだけでなく、必要に応じて、また政治、ドイツと英国を特に財政問題で、新しい要件に準拠するが、します。これらの意図は、これらのマイナーなポイントとに直接的である政治的プロジェクトのサービスを作り、経済·金融の不利益に政治に基づいて強力な組合を実装したい人のニーズに、明らかに衝突します大陸の「団結。これは、主権の一部の終了になると、上記のすべて、このようなドイツが今使っているもののような事実の事項に基づいてされるべきではない政府、経済覇権のユニークな重要性のおかげで、しかしによって設定された一定の基準に法律したがって、明確に定義されたと操作を容易に受けません。また、ドイツの意図を合計は対照的に、経済的な側面に関する租税政策のディレクティブを見ることができたことを、あなたがこの方向にコマンドの権限を移動する場合、もはやドイツで保証されることを理解していません。ベルリンのオフィスのこの政府は現在、まだ長い道のりオフで開いた欧州連合(EU)、でこの開発に反するとは言えないが、それはそのような彼の財務大臣によって考案されたものとギミックで最初からそれを妨げることができます。しかし、それは確かに抗ヨーロッパとポピュリスト運動の前進を防止するための正しい方法ではありません。

وزير المالية الألماني يريد أن يحد من صلاحيات المفوضية الأوروبية

الخطة الألمانية لخفض الوزن ووظائف السياسية من المفوضية الأوروبية، وبالتالي زيادة قوة ألمانيا في أوروبا، وهي جزء من الرغبة في إعادة تنظيم الهيئة برئاسة يونكر وذلك للحد من صلاحيات. مرة أخرى في مركز المشروع من التفوق الألمانية، هناك وزير المالية الألماني، شوبل، وبالفعل لانتقادات واسعة لمواقف متطرفة له خلال المفاوضات مع اليونان. ويأتي الاقتراح الألماني ليتزامن مع عرض الخطة الفرنسية التي تتوخى الوحدة المالية أكبر، ولكن أيضا الاجتماعية في الاتحاد الأوروبي. فمن الواضح أن شيئا لم يحدث بالصدفة: ألمانيا مرة أخرى، أو على الأقل الحكومة الألمانية في منصبه، تعارض الرؤية التي تسعى إلى زيادة صلاحيات بروكسل على حساب أجزاء من السيادة الوطنية، وقبل كل شيء، يمكن أن يعرض للخطر سيادة برلين. وفقا لوزير المالية في ألمانيا، والمفوضية الأوروبية، بمناسبة المفاوضات من أجل حل الأزمة اليونانية، كان قد ذهب إلى ما هو أبعد ولاية كل منها، تلك التي تم تحديدها باعتبارها وصية على المعاهدات وحدة تحكم السوق المشتركة، إلى القيام بدور سياسي أكبر والعنوان. هذا الدور الجديد للمفوضية الأوروبية، من شأنه، ومع ذلك، وفقا شوبل، في تناقض مع المهام التي وضعتها اللجنة. بالطبع، هذه القيادة تزعج ألمانيا، التي اقترحت من خلال وزرائها المالية مشروع نقل منشأ السلطة في المفوضية الأوروبية إلى هيئة مستقلة من خلق جديد، كي تكون هذه القوى لا تتعارض في سياسي متزايد الأهمية الذي توليه عمولة. وجهة نظر من شوبل هو دور سياسي قد يقلل من سلطة لحماية المعاهدات. في الواقع، والسبب يبدو أن البحث عن وتفريغ سلطة اللجنة، وينظر بشكل متزايد باعتباره الخصم المحتمل للدور الألماني. حتى الحق في العمل بهذه الطريقة، لعدم إيذاء المملكة المتحدة وخروجها من الممكن لاحق من المفترض أوروبا، يبدو خادع، لأنه، في الواقع، يريد أن يفتح إمكانية إصلاح المعاهدات الأوروبية في القوة، فقط كما هو مطلوب ليس فقط من لندن، ولكن أيضا من برلين، لتتوافق مع المتطلبات الجديدة، وبخاصة في المسائل المالية، ولكن أيضا على الصعيد السياسي، والألمان والبريطانيين. هذه النوايا تصطدم بشكل واضح، مع احتياجات أولئك الذين يريدون تنفيذ اتحاد أقوى، على أساس سياسي على حساب الآثار الاقتصادية والمالية، مما يجعل هذه نقاط بسيطة وخدمة مشروع سياسي غير مباشرة لل "وحدة القارة. وهذا يؤدي إلى إنهاء أجزاء من السيادة، وقبل كل شيء، والحكومة التي لا ينبغي أن يكون قائما على مسائل الواقع، مثل تلك التي المانيا تستخدم الآن، وذلك بفضل لأهمية فريدة من التفوق الاقتصادي، ولكن في بعض المعايير التي وضعتها القانون، وبالتالي واضحة المعالم والتي لا تخضع بسهولة للتلاعب. كان يفهم أنه إذا كنت تريد أن تذهب في هذا الاتجاه لم يعد المؤمن امتيازات القيادة في ألمانيا، التي أيضا يمكن أن ينظر توجيهات السياسة الضريبية فيما يتعلق بالجوانب الاقتصادية، على النقيض التام لنوايا الألمانية. لا يمكن أن يقال هذه الحكومة في السلطة في برلين حاليا لتكون مخالفة لهذا التطور في الاتحاد الأوروبي المفتوح، الذي لا يزال بعيد المنال، ولكنها يمكن أن تعيق من البداية مع الحيل مثل تلك التي وضعها وزير ماليته. لكنها بالتأكيد ليست الطريقة الصحيحة لمنع زحف الحركات المناهضة لأوروبا والشعبوية.

mercoledì 29 luglio 2015

Le provocazioni dei gruppi ebraici ultraortodossi, elemento controverso di politica interna del governo di Tel Aviv

La tensione che sta attraversando la Cisgiordania e Israele, dopo che si sono verificati gli scontri sulla spianata delle moschee, diventa un ulteriore elemento, che contribuisce ad aggravare le relazioni tra israeliani e palestinesi, in un momento in cui era necessaria una maggiore distensione. Infatti l’evoluzione internazionale, con lo scenario sempre più complesso della lotta al califfato, a cui si deve aggiungere la complicata situazione del Sinai, che ha portato fin sotto le frontiere di Tel Aviv, gli integralisti islamici. L’atteggiamento dei coloni, sostenuti dagli ebrei radicali, che hanno occupato edifici e territori palestinesi alza ulteriormente il livello dello scontro. La polizia israeliana è dovuta intervenire, arrestando oltre cinquanta manifestanti ed occupando la zona. Gli stessi coloni hanno denunciato le forze dell’ordine israeliane per l’atteggiamento repressivo. Questo atteggiamento, che questa volta è stato rigettato dalle autorità di pubblica sicurezza, appare una diretta conseguenza della politica del governo israeliano, che ha più volte consentito l’occupazione della Cisgiordania, sottraendo territori alla popolazione palestinese. Le provocazioni degli integralisti ebraici, sembrano in aumento, dopo la vicenda della spianata delle moschee anche questa ultima occupazione in Cisgiordania, rappresenta una sempre maggiore attività da parte degli ambienti ultra conservatori, che sembrano cercare uno scontro diretto con la popolazione araba. L’impressione è che si voglia allontanare l’inizio di nuovi negoziati con i palestinesi, in un momento in cui, al contrario, sarebbero oltremodo necessari. Una eventuale risoluzione della questione palestinese, che, si deve ribadire, appare sempre più lontana, potrebbe favorire una distensione ed un diverso atteggiamento verso Israele. Se è vero che Tel Aviv sembra più concentrata su temi quali il nucleare iraniano, la situazione del Sinai e la questione dell’evoluzione del califfato, con la guerra alla porte anche sul lato settentrionale della propria frontiera, trattare la questione palestinese potrebbe rappresentare una occasione per presentarsi al mondo in maniera differente, soprattutto al mondo arabo. Resta incomprensibile come Israele possa proseguire in un atteggiamento che ha tutte le caratteristiche dell’autolesionismo diplomatico, soprattutto in un momento così delicato. Non che tutta la società israeliana sia allineata alle posizioni del governo, esiste un segmento sociale che vede nella soluzione dei due stati la prospettiva concreta della risoluzione dello stato di guerra permanente, che lo stato patisce da anni. Ma questa parte sociale ha, indubbiamente, un peso minore di quello, che la classe politica al comando, consente agli ultraortodossi, usati come vero e proprio strumento contro le rivendicazioni palestinesi. Questa strumentalizzazione è però sempre più rischiosa, perché permette di identificare lo stato israeliano con istanze fuori dal tempo e dalla storia, che appartengono, in realtà, ad una parte minoritaria del paese, male sopportata anche dagli stessi conservatori. Tuttavia, nella strategia del governo attuale e di quello precedente, gli ultra ortodossi sono un punto centrale per raggiungere quegli obiettivi che Tel Aviv si è data e che ne hanno provocato l’isolamento internazionale. La vera intenzione è, cioè, quella di estendere nel maggior modo possibile il territorio israeliano nei territori della Cisgiordania a spese dei palestinesi. Per questo è funzionale tenere alta la tensione con gli arabi e rimandare più possibile nel tempo qualsiasi ripresa dei negoziati. Del resto non è nulla di nuovo per la politica di Netanyahu, che ha sempre usato questi metodi proprio per non arrivare ad alcuna conclusione. La perplessità più diffusa nel mondo diplomatico è, però, se questa tattica in questo scenario non rischi di diventare troppo controproducente ed esporre il paese ad una attenzione deleteria da parte di forze o paesi, che potrebbero scorgere nel prolungato atteggiamento israeliano una provocazione che potrebbe essere conveniente punire, per la forza mediatica che ciò potrebbe rappresentare.

The provocations of ultra-Orthodox Jewish groups, controversial element of domestic policy of the government in Tel Aviv

The tension that is going through the West Bank and Israel, after the clashes that have occurred on the Temple Mount, it becomes another element that contributes to aggravate relations between Israelis and Palestinians, in a time when it needed a greater relaxation. Indeed international developments, with increasingly complex scenario of the fight against the caliphate, to which must be added the complicated situation in the Sinai, which led right up to the borders of Tel Aviv, the Islamic fundamentalists. The attitude of the settlers, supported by radical Jews, who have occupied buildings and the Palestinian territories raise further the level of confrontation. Israeli police had to intervene, arresting over fifty protesters and occupying the area. The same settlers have denounced the Israeli security forces for the repressive attitude. This attitude, which this time was rejected by the authorities of public security, it is a direct consequence of the policy of the Israeli government, which has repeatedly allowed the occupation of the West Bank, subtracting territories to the Palestinian people. The provocations of Jewish fundamentalists, seems to be increasing, after the story of the Temple Mount even this last occupation in the West Bank, is a growing business environments by ultra conservatives who seem to seek a direct confrontation with the Arab population. The impression is that you want to remove the beginning of new negotiations with the Palestinians, at a time when, on the contrary, would be extremely necessary. A possible resolution of the Palestinian issue, which, it must be emphasized, appears more and more, could favor a relaxation and a different attitude towards Israel. While Tel Aviv seems more focused on issues such as Iran's nuclear, the situation of the Sinai and the question of the evolution of the caliphate, with the war on ports also on the northern side of the border, treating the Palestinian issue could be an opportunity to present the world in a different way, especially in the Arab world. It remains incomprehensible that Israel could continue in an attitude that has all the characteristics of self diplomat, especially in such a sensitive time. Not that all of Israeli society is aligned to the positions of the government, there is a social segment that sees the two-state solution to the real prospect of resolution of the state of permanent war, the state suffers for years. But this social part has, undoubtedly, less weight than that, the politicians in charge, allows ultra-Orthodox, used as a real tool against Palestinian claims. This exploitation is, however, more and more risky, because they can identify with the Israeli state bodies out of time and history, that belong, in fact, a small part of the country, poorly tolerated even by conservatives. However, the strategy of the current government and the previous one, the ultra-Orthodox are a central point for reaching those goals that Tel Aviv is given and which have resulted in international isolation. The real intention is, that is, to extend the greatest extent possible Israeli territory in the territories of the West Bank at the expense of the Palestinians. For this it is functional to keep tensions high with the Arabs and delay as much as possible in the time any resumption of negotiations. After all, it is nothing new for Netanyahu's policy, which has always used these methods in order not to arrive at any conclusions. The most widespread concern in the diplomatic world is, however, whether this tactic in this scenario is not likely to become too counterproductive and expose the country to a focus by the destructive forces or countries, which could be seen in the attitude prolonged Israeli provocation that could be convenient to punish, to force the media that this could make.

Las provocaciones de grupos judíos ultra-ortodoxos, elemento controvertido de la política interna del gobierno en Tel Aviv

La tensión que se va a través de Cisjordania e Israel, después de los enfrentamientos que se han producido en el Monte del Templo, se convierte en otro elemento que contribuye a agravar las relaciones entre israelíes y palestinos, en un momento en que necesitaba una mayor relajación. De hecho la evolución internacional, con cada vez más complejo escenario de la lucha contra el califato, a los que hay que añadir la complicada situación en la península del Sinaí, lo que llevó hasta las fronteras de Tel Aviv, los fundamentalistas islámicos. La actitud de los colonos, apoyados por Judios radicales, que tienen edificios ocupados y los territorios palestinos a elevar aún más el nivel de confrontación. La policía israelí tuvo que intervenir, arrestando a más de cincuenta manifestantes y ocupando la zona. Los mismos pobladores han denunciado las fuerzas de seguridad israelíes por la actitud represiva. Esta actitud, que en esta ocasión fue rechazado por las autoridades de seguridad pública, es una consecuencia directa de la política del gobierno israelí, que ha permitido en varias ocasiones la ocupación de Cisjordania, restando territorios para el pueblo palestino. Las provocaciones de los fundamentalistas judíos, parece ir en aumento, después de la historia del Monte del Templo incluso esta última ocupación en Cisjordania, un creciente ambiente de negocios por ultraconservadores que parecen buscar una confrontación directa con la población árabe. La impresión es que desea quitar el inicio de nuevas negociaciones con los palestinos, en momentos en que, por el contrario, sería muy necesario. Una posible solución de la cuestión palestina, que, hay que subrayar, aparece cada vez más, podría favorecer una relajación y una actitud diferente hacia Israel. Mientras Tel Aviv parece más centrado en temas como nuclear de Irán, la situación de la península del Sinaí y la cuestión de la evolución del califato, con la guerra en los puertos también en el lado norte de la frontera, el tratamiento de la cuestión palestina podría ser una oportunidad para presentar el mundo de una manera diferente, especialmente en el mundo árabe. Sigue siendo incomprensible que Israel podría continuar en una actitud que tiene todas las características de auto diplomático, especialmente en un momento tan delicado. No es que toda la sociedad israelí está alineado con las posiciones del gobierno, hay un segmento social que ve la solución de dos estados a la posibilidad real de la resolución de la situación de guerra permanente, el Estado sufre desde hace años. Pero esta parte social tiene, sin duda, menos peso que eso, los responsables políticos, permite ultra-ortodoxos, que se utiliza como una herramienta real contra las reclamaciones palestinas. Esta explotación es, sin embargo, cada vez más arriesgada, ya que pueden identificarse con los órganos del Estado de Israel fuera de tiempo y la historia, que pertenecen, de hecho, una pequeña parte del país, mal tolerado, incluso por los conservadores. Sin embargo, la estrategia del gobierno actual y el anterior, los ultra-ortodoxos son un punto central para alcanzar esas metas que Tel Aviv se da y que han dado como resultado el aislamiento internacional. La verdadera intención es, es decir, para extender la medida de lo posible el territorio israelí en los territorios de Cisjordania, a expensas de los palestinos. Para ello, es funcional para mantener la tensión alta con los árabes y retrasar lo más posible en el tiempo de cualquier reanudación de las negociaciones. Después de todo, no es nada nuevo para la política de Netanyahu, que siempre ha utilizado estos métodos a fin de no llegar a ninguna conclusión. La preocupación más extendida en el mundo diplomático es, sin embargo, si esta táctica en este escenario no es probable que se convierta también contraproducente y exponer al país a un enfoque por las fuerzas o países destructivos, que se podían ver en la actitud prolonga provocación israelí que podría ser conveniente para castigar, para obligar a los medios de comunicación que esto podría hacer.

Die Provokationen der ultra-orthodoxen jüdischen Gruppen, kontroverse Element der Innenpolitik der Regierung in Tel Aviv

Die Spannung, die gehen, durch die Westbank und Israel, nach den Zusammenstößen, die auf dem Tempelberg stattgefunden haben, wird es ein weiteres Element, um die Beziehungen zwischen Israelis und Palästinensern in einer Zeit, wo es benötigt eine größere Entspannung verschlimmern, beiträgt. Tatsächlich internationalen Entwicklungen, mit immer komplexeren Szenario des Kampfes gegen das Kalifat, um die die komplizierte Situation im Sinai, die bis zu den Grenzen von Tel Aviv, den islamischen Fundamentalisten geführt hinzugefügt werden muss. Die Haltung der Siedler, von radikalen Juden unterstützt, die besetzten Gebäude und den palästinensischen Gebieten haben zu erhöhen weiter das Niveau der Konfrontation. Israelische Polizei musste eingreifen, verhaften mehr als fünfzig Demonstranten und besetzen das Gebiet. Die gleichen Siedler haben die israelischen Sicherheitskräfte für die repressive Haltung angeprangert. Diese Haltung, die dieses Mal von den Behörden der öffentlichen Sicherheit abgelehnt, es ist eine direkte Folge der Politik der israelischen Regierung, die immer wieder erlaubt hat, die Besetzung des Westjordanlandes, Subtraktion Gebieten für das palästinensische Volk. Die Provokationen der jüdischen Fundamentalisten scheint zuzunehmen, nachdem die Geschichte von der Tempelberg, auch diese letzte Besatzung in der Westbank, ist ein wachsendes Geschäftsumfeld durch Ultrakonservativen, die eine direkte Konfrontation mit der arabischen Bevölkerung zu suchen scheinen. Der Eindruck ist, dass man, um den Beginn neuer Verhandlungen mit den Palästinensern zu entfernen, zu einer Zeit wünschen, wenn, im Gegenteil, wäre äußerst notwendig sein. Eine mögliche Lösung des Palästina-Frage, die, es muss betont werden, wird mehr und mehr, konnte eine Entspannung und eine andere Haltung gegenüber Israel zu begünstigen. Während Tel Aviv scheint mehr auf Themen wie Irans Atom, die Lage des Sinai und die Frage nach der Entwicklung des Kalifats, mit dem Krieg gegen den Häfen auch auf der nördlichen Seite der Grenze, die Behandlung der palästinensischen Frage könnte eine Chance sein , die Welt auf eine andere Weise vor allem in der arabischen Welt zu präsentieren. Es bleibt unverständlich, dass Israel in einer Haltung, die alle Merkmale der Selbst Diplomat verfügt weiterhin, vor allem in einem so sensiblen Zeit. Nicht, dass alle von der israelischen Gesellschaft ist auf die Positionen der Regierung ausgerichtet sind, gibt es eine soziale Segment, das die Zwei-Staaten-Lösung für das reale Aussichten auf Beschluss der Zustand des permanenten Krieges sieht, leidet seit Jahren der Staat. Aber diese sozialen Teil hat, ohne Zweifel, weniger Gewicht als das, die Politiker verantwortlich, ermöglicht ultra-orthodoxen, als echtes Werkzeug gegen palästinensische Ansprüche verwendet. Diese Ausbeutung ist jedoch mehr und mehr riskant, weil sie mit den israelischen Staatsorgane aus der Zeit und der Geschichte, die gehören in der Tat, ein kleiner Teil des Landes, schlecht, auch von Konservativen toleriert identifizieren können. Allerdings ist die Strategie der derzeitigen Regierung und die vorherige, die ultra-orthodoxen gibt einen zentralen Punkt zur Erreichung der Ziele, die in Tel Aviv gegeben ist und die in die internationale Isolation geführt. Die eigentliche Absicht ist, das heißt, um die so weit wie möglich auf israelisches Gebiet in den Gebieten des Westjordanlandes auf Kosten der Palästinenser zu verlängern. Dazu ist es funktionsfähig zu halten hohe Spannungen mit den Arabern und verzögern so viel wie möglich in der Zeit keine Wiederaufnahme der Verhandlungen. Schließlich ist es für Netanjahus Politik, die diese Methoden, um nicht an irgendwelchen Schlussfolgerungen zu gelangen immer benutzt hat nichts Neues. Die weit verbreitete Sorge in der diplomatischen Welt ist jedoch, ob diese Taktik in diesem Szenario ist nicht wahrscheinlich, zu kontraproduktiv geworden und setzen das Land zu einem Fokus durch die zerstörerischen Kräfte oder Länder, die in der Einstellung zu sehen war verlängert israelischen Provokation, die sein könnte, bequem zu bestrafen, um die Medien, dass dies zu erzwingen.

Les provocations de groupes juifs ultra-orthodoxes, élément controversé de la politique intérieure du gouvernement à Tel Aviv

La tension qui traverse la Cisjordanie et Israël, après les affrontements qui ont eu lieu sur le Mont du Temple, il devient un autre élément qui contribue à aggraver les relations entre Israéliens et Palestiniens, dans un moment où il avait besoin d'une plus grande relaxation. En effet, avec les développements internationaux scénario plus complexe de la lutte contre le califat, à laquelle il faut ajouter la situation compliquée dans le Sinaï, qui a conduit jusqu'à la frontière de Tel-Aviv, les fondamentalistes islamiques. L'attitude des colons, soutenus par des juifs radicaux, qui ont des bâtiments occupés et les territoires palestiniens élever encore le niveau de confrontation. La police israélienne a dû intervenir, arrêtant plus de cinquante manifestants et occupant la zone. Les mêmes colons ont dénoncé les forces de sécurité israéliennes pour l'attitude répressive. Cette attitude, qui cette fois a été rejetée par les autorités de la sécurité publique, il est une conséquence directe de la politique du gouvernement israélien, qui a maintes fois permis à l'occupation de la Cisjordanie, territoires soustrayant au peuple palestinien. Les provocations de fondamentalistes juifs, semble être à la hausse, après l'histoire du Mont du Temple, même cette dernière occupation en Cisjordanie, est une croissance des environnements d'entreprise par des ultra conservateurs qui semblent chercher une confrontation directe avec la population arabe. L'impression est que vous souhaitez supprimer le début de nouvelles négociations avec les Palestiniens, à un moment où, au contraire, serait extrêmement nécessaire. Une résolution possible de la question palestinienne, qui, il faut le souligner, apparaît de plus en plus, pourrait favoriser une détente et une attitude différente envers Israël. Alors que Tel Aviv semble plus axé sur des questions telles que le nucléaire iranien, la situation du Sinaï et la question de l'évolution du califat, avec la guerre sur les ports aussi sur le côté nord de la frontière, le traitement de la question palestinienne pourrait être l'occasion de présenter le monde d'une manière différente, en particulier dans le monde arabe. Il reste incompréhensible que Israël pourrait continuer dans une attitude qui a toutes les caractéristiques d'auto diplomate, surtout dans un moment aussi sensible. Non pas que l'ensemble de la société israélienne est aligné sur les positions du gouvernement, il ya un segment social qui voit la solution à deux Etats à la perspective réelle de la résolution de l'état de guerre permanent, l'état souffre depuis des années. Mais cette partie sociale a, sans doute, moins de poids que cela, les responsables politiques, permet ultra-orthodoxe, utilisé comme un véritable outil de lutte contre les revendications des Palestiniens. Cette exploitation est, cependant, de plus en plus risqué, car ils peuvent identifier avec les organes de l'Etat d'Israël hors du temps et de l'histoire, qui appartiennent, en fait, une petite partie du pays, mal tolérée, même par les conservateurs. Cependant, la stratégie du gouvernement actuel et le précédent, les ultra-orthodoxes sont un point central pour atteindre ces objectifs que Tel Aviv est donnée et qui ont abouti à l'isolement international. L'intention réelle est, qui est, à étendre le plus largement possible le territoire israélien dans les territoires de la Cisjordanie au détriment des Palestiniens. Pour cela, il est fonctionnel pour maintenir une tension élevée avec les Arabes et retarder autant que possible dans le temps toute reprise des négociations. Après tout, il n'y a rien de nouveau pour la politique de Netanyahu, qui a toujours utilisé ces méthodes afin de ne pas arriver à des conclusions. La préoccupation la plus répandue dans le monde diplomatique est, cependant, si cette tactique dans ce scénario est peu probable à devenir trop contreproductive et exposer le pays à une mise au point par les forces ou les pays destructrices, ce qui pourrait être vu dans l'attitude prolongée provocation israélienne qui pourrait être pratique pour punir, pour forcer les médias que cela pourrait faire.