Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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mercoledì 5 settembre 2018
シリア:最後の反政府勢力の攻撃に向かって
ロシア空軍はすでにシリア、まだアサドに反対反乱軍による有人最後の北西爆撃を開始したが、外交はまだシリア紛争から生じるさらに別の大惨事を回避しようとしています。何のための準備がアルカイダのいくつかのメンバーを含む7万戦闘機、の存在は、民間人の死者数は確かに非常に高いだろうした戦いの当然の結果だろう可能性大虐殺を発表しました。この地域には約300万人の一般市民がおり、その多くはシリアの他の地域から逃れたこの地域に達しており、したがって既に難民の状態にあります。ビューの外交観点から、それは今シリアの領域との境界線上にある、アンカラエリアに避難を求めている80万人々を持っているでしょうので、戦いは、トルコ場所をとらない多くの関心を持っている国。しかし、また、ビューの外交の点から、トルコは困難な状況にあります。エリア内の反政府勢力との連続性は、すでに嘆い戦いを避けるために、契約のいくつかの並べ替えを使用することが、ロシア、イラン、シリアの政権に要求を引き起こしました国連と米国から。特にクルド人に対して、その利益を保護するための行動ではなく、地域のバランスを見て:アンカラは、彼の戦術はアサドに対する反乱軍の使用とシリア政権とその後の対話の間で振動さに対処する必要があります。第一の結果は、実際には、管理しなければならないすでに大量の難民と組み合わされた場合、困難な管理の問題である、その領土への難民の巨大な流入である可能性がある。しかし、モスクワ、テヘラン、ダマスカスの利益は反対の方向に進み、できるだけ早くIdlibの問題を解決することを目指す。ロシア人にとっては、モスクワの地政学的な目的によって正当化された戦争の劇場、直接の努力次第、終了するが、それはロシアの会社が親切に見られないとプーチンの仕事に不和を引き起こすことが開始されます中東でテヘランはシリア紛争から、この可能敗北だろう間違いなく終了敗者で、これ、湾岸の君主に、この操作で、スンニ派の武装勢力への最終的な打撃を与え、与えることを明確かつ明瞭な信号を必要としています。直接関与しダマスカスは、ロシアとイランの賛成で限られた主権の、最も可能性が高い、でもそれはする場合は、競合を終了しても、この地域に主権を回復することを目指しています。イラン、ロシア、シリア自身が、最低限の人件費で状況を解決したいと考えている。これらの言葉は、ロシアの爆撃機で焼かれた最初の民間人の死と矛盾している。人道の大惨事を概説しながら、シリアからの離脱のためのトランプ計画がとにかく先に行きますので、もう一度、あなたが米国で記録することはできません、主要な国際電源としての役割を放棄してきました。アメリカ大統領は、イスリブの戦いを避けるために、紛争に関与している三国に訴えただけですが、それはいかなる制約や結果もなく正式な行為に見えました。一方、国連でさえ、状況の訴えやロシアの拒否権を無効にする安全保障理事会の会合を確認すること自体に限界があります。世界の残りの部分では、ヨーロッパでは含まれ、あなただけの待機、まだ民間人の別の大虐殺が深刻な人道状況とアサド政権の明白な血まみれの迫害が続くことを約束なすすべもなく何を見ている、しかし、最大の政治的なオフィスを保持することでしたシリアの国の
سوريا: نحو الهجوم على منطقة المتمردين الأخيرة
في
حين أن القوات الجوية الروسية قد بدأت بالفعل بقصف شمال غرب سوريا، وكان
آخر ما زال يعمل بها الثوار المعارضين للأسد، والدبلوماسية لا تزال تحاول
تفادي كارثة أخرى الناجمة عن الصراع السوري. إن
وجود 70،000 مقاتل ، بما في ذلك العديد من أعضاء القاعدة ، مستعدون
للإعلان عن مذبحة محتملة من شأنها أن تكون النتيجة الطبيعية للقتال ، والتي
سيكون فيها عدد القتلى من المدنيين مرتفعاً للغاية. يوجد
في المنطقة حوالي ثلاثة ملايين مدني ، وقد وصل العديد منهم إلى هذه
المنطقة الفارين من مناطق أخرى في سوريا ، وبالتالي ، هم بالفعل في حالة
اللاجئين. من
جهة النظر الدبلوماسية، والبلد الذي لديه المزيد من الاهتمام بأن المعركة
لا يأخذ مكان تركيا، لأنه لن يكون 800،000 شخص الذين يسعون الآن لجأوا إلى
منطقة أنقرة، وتقع على الحدود مع المنطقة السورية. لكن
حتى من وجهة نظر دبلوماسية ، تركيا في موقف صعب: التوازي مع الجماعات
المتمردة الموجودة في المنطقة أثارت طلب روسيا وإيران ونظام دمشق لإجراء
نوع من المفاوضات الوقائية لتجنب معركة مستاءة بالفعل. من الأمم المتحدة والولايات المتحدة الأمريكية. على
أنقرة أن تتعامل مع تكتيكها المتذبذب بين استخدام المتمردين ضد الأسد
والحوار اللاحق مع النظام السوري: وهو سلوك يتم تنفيذه لحماية مصالحهم
الخاصة ، وخاصة ضد الأكراد ، بدلاً من النظر إلى التوازن الإقليمي. يمكن
أن تكون النتيجة الأولى ، في الواقع ، تدفق أعداد كبيرة من اللاجئين إلى
أراضيها ، مشكلة في الإدارة الصعبة ، إذا ما اقترنت بالعدد الكبير بالفعل
من اللاجئين الذين يجب أن يديروها. إلا أن مصالح موسكو وطهران ودمشق تسير في الاتجاه المعاكس وتهدف إلى حل قضية إدلب في أقرب وقت ممكن. بالنسبة
للروس يتعلق الأمر إلى نهايته بمجرد أن الجهود المباشرة في مسرح الحرب
التي تبررها الأهداف الجيوسياسية في موسكو، ولكن هذا لا ينظر يرجى من قبل
الشركة الروسية ويبدأ يسبب الشقاق بشأن أعمال بوتين في الشرق الأوسط. تحتاج
طهران إلى توجيه الضربة الأخيرة للمتمردين السنة وإعطاء ، من خلال هذه
العملية ، إشارة واضحة لا لبس فيها لملكيات الخليج ، والتي ، مع هذه
الهزيمة المحتملة ، ستخرج بالتأكيد من الخاسرين من الصراع السوري. تهدف
دمشق ، المشاركة مباشرة ، إلى إنهاء النزاع وإعادة سيادتها على هذه
المنطقة ، حتى لو كان من المحتمل أن تكون سيادتها محدودة لصالح روسيا
وإيران. إذا كان من المستحيل تجنب بدء العمليات ، فإن إيران وروسيا وسوريا نفسها ترغب في حل الوضع بأقل تكلفة بشرية ممكنة. تتناقض كلمات الظروف هذه مع أول وفيات مدنية تحرقها القاذفات الروسية. بينما
تحدد الكارثة الإنسانية مرة أخرى لا يمكن أن تسجل مع الولايات المتحدة قد
تخلت عن دورها كقوة الدولية الرئيسية، لأن خطة ترامب للانسحاب من سوريا
ستمضي قدما على أي حال. لم
يوجه الرئيس الأميركي سوى نداء إلى البلدان الثلاثة المشاركة في الصراع
لتجنب معركة إدلب ، ولكن بدا فقط عملاً رسمياً دون أي قيود أو عواقب. ومن
ناحية أخرى ، اقتصرت حتى الأمم المتحدة على نداءات الظروف والتأكيد على
عقد اجتماع لمجلس الأمن ينتهي في فراغ من أجل الفيتو الروسي. باقي
العالم ، بما في ذلك أوروبا ، متروك لمشاهدة ما يُعلن عن مذبحة أخرى
للمدنيين والتي ستتبع حالة إنسانية خطيرة والاضطهاد الواضح لنظام الأسد
الدموي ، الذي ما زال محتجزًا لأداء أعلى منصب سياسي من الدولة السورية.
martedì 4 settembre 2018
Ambizioni cinesi in Africa
La politica cinese nei confronti dell’Africa ha avuto un percorso lungo e paziente, che dura da oltre dieci anni; in questo periodo la diplomazia di Pechino ha operato un costante avvicinamento nei vari paesi africani compiendo quasi ottanta visite da parte delle più alte cariche cinesi in almeno quarantatre paesi del continente nero, oltre a diverse missioni diplomatiche, che hanno avuto lo scopo di favorire la penetrazione cinese nelle nazioni africane. Per Pechino l’Africa è considerata strategica sia nel breve periodo, che nel periodo lungo. Il ragionamento cinese ha, dunque, una duplice valenza sia politica che economica, ma che muove da una visione di sviluppo che è conveniente per i paesi africani, ma, prima di utto per la Cina stessa. Se si ragiona sul breve periodo, la disponibilità di materie prime, unita ad un costo del lavoro molto basso, rappresentano un motivo di interesse fondamentale e funzionale alla crescita dell’economia cinese, che è sempre la ragione principale che muove gli interessi di Pechino; tuttavia nel ragionamento di breve periodo deve entrare anche lo sbocco delle merci cinesi in economie che sono in rapida crescita ma che necessitano di ingenti capitali esteri da destinare al proprio sviluppo. Il dato che testimonia meglio questa tendenza è quello del volume degli scambi economici tra Cina ed Africa: all’inizio degli anni 2000 si attestava sui 10 miliardi di dollari, mentre nel 2017 è arrivato a 170 miliardi di dollari. Ma la Cina ritiene che questo dato possa aumentare ancora, infatti nella visione di lungo periodo di Pechino c’è la valutazione dell’aumento della popolazione africana, che dall’attuale miliardo, dovrebbe passare al doppio entro il 2050 ed addirittura arrivare a 3 miliardi entro la fine del secolo. Si tratta di una previsione che consentirebbe al continente africano di avere più abitanti di quelli di Cina ed India sommati: un mercato potenzialmente enorme, se sarà sostenuto da una crescita economica adeguata. Per sostenere questi obiettivi la Cina ha deciso di incrementare gli investimenti in Africa, grazie ad una grande disponibilità di liquidità finanziaria, che è il vero strumento di penetrazione nel continente. La recente visita in Africa del presidente Xi Jinping si è concretizzata una linea di credito di 60.000 milioni per finanziare la crescita; precedentemente una somma analoga era stata investita a favore del continente africano. Tuttavia soltanto una parte di questi finanziamenti sono senza interesse e ciò viene ritenuto una sorta di pericolo per la sovranità dei paesi africani, perchè la Cina avrebbe una posizione di vantaggio sui governi proprio a causa del debito che questi finanziamenti provocano. La questione pone aspetti di natura geopolitica tutt’altro che irrilevanti: appare chiaro che Pechino sta mettendo una seria ipoteca sui paesi africani e sull’influenza che potrà esercitare su di loro, sia in termini assoluti, che in termini relativi a questioni contingenti, che potranno sorgere nel futuro. Non è un caso che la percezione positiva della Cina sia calata notevolmente in paesi molto rilevanti del continente, come Egitto, Ghana, Kenya, Senegal e Tanzania. Le manovre cinesi però rischiano di diminuire sensibilmente l’influenza occidentale in Africa: occorre riconoscere che Pechino ha operato in modo accorto ma non in maniera nascosta, certo la grande disponibilità finanziaria ha favorito i piani cinesi, ma la risposta di Usa ed Europa è stata troppo inferiore a quanto offerto dalla Cina; si tratta di una miopia politica che potrebbe avere ripercussioni pesanti proprio sul lungo periodo perchè il presidio dell’Africa potrebbe, in futuro, essere determinante sia in termini di potenza economica, che di potenza politica a livello internazionale; non per niente Pechino ha già in funzione una base militare a Gibuti, che sembra rappresentare il primo punto di appoggio per le forze armate cinesi nel continente, a cui potrebbero seguire altre installazioni militari. La pericolosità di questa evoluzione deve essere inquadrata in un contesto nel quale il paese cinese intrattiene relazioni diplomatiche, economiche e commerciali con governi non solo democratici, ma anche di paesi dove i governano dittature e vi è il rispetto dei diritti civili. D’altra parte neppure nella stessa Cina i diritti sono assicurati e ciò deve rappresentare un allarme per un paese che investe sempre di più a livello mondiale per diventare centrale e conquistare una rilevanza politica non ancora raggiunta. Alterare la posizione africana nel quadro geopolitico mondiale può essere un elemento fondamentale per sovvertire i delicati equilibri attuali, ma che rappresenta una chiara ipoteca sul futuro non solo del continente africano, ma anche su quello dello scenario globale.
Chinese ambitions in Africa
Chinese policy towards Africa has had a long and patient journey, which has lasted for over ten years; in
this period the diplomacy of Beijing has made a constant approach in
the various African countries making almost eighty visits by the highest
Chinese officers in at least forty-three countries of the black
continent, as well as several diplomatic missions, which have the
purpose of promoting penetration Chinese in African nations. For Beijing, Africa is considered strategic both in the short term and in the long term. The
Chinese reasoning has, therefore, a double value both political and
economic, but that moves from a vision of development that is convenient
for the African countries, but, first of all for China itself. If
we think about the short term, the availability of raw materials,
combined with a very low labor cost, represent a reason of fundamental
and functional interest in the growth of the Chinese economy, which is
always the main reason that moves Beijing's interests; however,
short-term reasoning must also include the outlet of Chinese goods in
rapidly growing economies that require large foreign capital to be
allocated to their own development. The
data that best illustrates this trend is that of the volume of economic
exchanges between China and Africa: at the beginning of the 2000 it
stood at 10 billion dollars, while in 2017 it reached 170 billion
dollars. But
China believes that this figure may increase again, in fact in the
long-term vision of Beijing there is the assessment of the increase in
the African population, which from the current billion, should go to
double by 2050 and even reach 3 billion by the end of the century. This
is a forecast that would allow the African continent to have more
inhabitants than those of China and India added up: a potentially huge
market, if supported by adequate economic growth. In
order to support these objectives, China has decided to increase its
investments in Africa, thanks to a great availability of financial
liquidity, which is the real instrument of penetration on the continent.
President Xi Jinping's recent visit to Africa resulted in a 60,000-million credit line to finance growth; previously a similar sum had been invested in favor of the African continent. However,
only a part of these funds are without interest and this is considered a
sort of danger for the sovereignty of the African countries, because
China would have a position of advantage on the governments precisely
because of the debt that these loans cause. The
question poses geopolitical aspects that are anything but irrelevant:
it is clear that Beijing is putting a serious mortgage on African
countries and on the influence it can exert on them, both in absolute
terms and in terms related to contingent matters, may arise in the future. It
is no coincidence that the positive perception of China has dropped
significantly in very important countries of the continent, such as
Egypt, Ghana, Kenya, Senegal and Tanzania. The
Chinese maneuvers, however, are likely to significantly decrease the
Western influence in Africa: it must be recognized that Beijing has
operated wisely but not in a hidden way, certainly the great financial
resources have favored the Chinese plans, but the response of the US and
Europe has been too much less than what is offered by China; it
is a political myopia that could have heavy repercussions in the long
run because the garrison of Africa could, in the future, be decisive
both in terms of economic power and of international political power; not
for nothing Beijing is already operating a military base in Djibouti,
which seems to represent the first point of support for the Chinese
armed forces on the continent, which could be followed by other military
installations. The
dangerousness of this evolution must be framed in a context in which
the Chinese country has diplomatic, economic and commercial relations
with not only democratic governments, but also in countries where
dictatorships govern it and there is respect for civil rights. On
the other hand, even in China itself, rights are assured and this must
be an alarm for a country that increasingly invests worldwide to become
central and gain political significance not yet reached. Altering
the African position in the world geopolitical framework can be a
fundamental element to subvert the current delicate balances, but that
represents a clear mortgage on the future not only of the African
continent, but also on that of the global scenario.
Ambiciones chinas en África
La política china hacia África ha tenido un largo y paciente viaje, que ha durado más de diez años; En
este período, la diplomacia de Beijing ha hecho un enfoque coherente en
los diversos países de África hace casi ochenta visitas por las
oficinas chinas más altos en al menos cuarenta y tres países del
continente, además de varias misiones diplomáticas, que estaban
destinados a favorecer la penetración Chino en naciones africanas. Para Pekín, África se considera estratégica tanto a corto como a largo plazo. El
razonamiento chino tiene, por lo tanto, un doble valor tanto político
como económico, pero eso se mueve desde una visión del desarrollo que es
conveniente para los países africanos, pero, ante todo, para la propia
China. Si
pensamos en el corto plazo, la disponibilidad de materias primas,
combinada con un costo laboral muy bajo, representan una razón de
interés fundamental y funcional en el crecimiento de la economía china,
que es siempre la razón principal que mueve los intereses de Pekín; Sin
embargo, el razonamiento a corto plazo también debe incluir la salida
de productos chinos en economías de rápido crecimiento que requieren un
gran capital extranjero para su propio desarrollo. La
información que mejor ilustra esta tendencia es la del volumen de
intercambios económicos entre China y África: a comienzos del 2000 era
de 10 mil millones de dólares, mientras que en 2017 llegó a 170 mil
millones de dólares. Pero
China cree que esta cifra puede aumentar nuevamente, de hecho, en la
visión a largo plazo de Beijing está la evaluación del aumento de la
población africana, que de los actuales mil millones debería duplicarse
para 2050 e incluso llegar a los 3 mil millones. a fines de siglo Este
es un pronóstico que permitiría al continente africano tener más
habitantes que los de China e India sumados: un mercado potencialmente
enorme, si se apoya en un crecimiento económico adecuado. Para
apoyar estos objetivos, China ha decidido aumentar sus inversiones en
África, gracias a la gran disponibilidad de liquidez financiera, que es
el verdadero instrumento de penetración en el continente. La
reciente visita del presidente Xi Jinping a África resultó en una línea
de crédito de 60,000 millones para financiar el crecimiento; anteriormente se había invertido una suma similar a favor del continente africano. Sin
embargo, solo una parte de estos fondos no tiene interés y esto se
considera una especie de peligro para la soberanía de los países
africanos, porque China tendría una posición de ventaja sobre los
gobiernos precisamente por la deuda que generan estos préstamos. La
cuestión que se plantea aspectos nada geopolítico pero irrelevante:
está claro que Pekín está poniendo una afirmación muy seria en los
países africanos y la influencia que puede ejercer sobre ellos, tanto en
términos absolutos como en términos relativos a cosas contingentes, que
puede surgir en el futuro. No
es coincidencia que la percepción positiva de China haya disminuido
significativamente en países muy importantes del continente, como
Egipto, Ghana, Kenia, Senegal y Tanzania. Las
maniobras chinas, sin embargo, es probable que disminuya
significativamente la influencia occidental en África debe reconocer que
Pekín ha operado con prudencia, pero no de una manera oculta, sin duda
los enormes recursos financieros ha animado a los aviones chinos, pero
la respuesta de los EE.UU. y Europa ha sido mucho menos de lo que ofrece China; es
una miopía política que podría tener fuertes repercusiones a largo
plazo porque la guarnición de África podría, en el futuro, ser decisiva
tanto en términos de poder económico como de poder político
internacional; no
en vano Beijing ya está operando una base militar en Djibouti, que
parece representar el primer punto de apoyo para las fuerzas armadas
chinas en el continente, que podría ser seguido por otras instalaciones
militares. La
peligrosidad de esta evolución debe enmarcarse en un contexto en el
cual el país chino tiene relaciones diplomáticas, económicas y
comerciales no solo con gobiernos democráticos, sino también en países
donde las dictaduras lo gobiernan y se respetan los derechos civiles. Por
otro lado, incluso en la propia China, los derechos están garantizados y
esto debe ser una alarma para que un país que invierte cada vez más en
todo el mundo se vuelva central y gane relevancia política aún no
alcanzada. La
alteración de la posición de África en el entorno geopolítico global
puede ser un elemento clave para revertir el delicado equilibrio actual,
pero es una demanda clara en el futuro no sólo de África, sino también
en el escenario global.
Chinesische Ambitionen auf Afrika
Die chinesische Politik gegenüber Afrika hat eine lange und geduldige Reise hinter sich, die über zehn Jahre gedauert hat; dabei
fast achtzig Besuche von höheren chinesischen Büros in mindestens
dreiundvierzig Ländern des Kontinents, zusätzlich zu mehreren
diplomatischen Vertretungen in dieser Zeit hat Pekings Diplomatie einen
einheitlichen Ansatz in den verschiedenen afrikanischen Ländern, die das
Eindringen zu fördern bestimmt waren Chinesen in afrikanischen Nationen. Für Peking gilt Afrika sowohl kurzfristig als auch langfristig als strategisch. Die
chinesische Argumentation hat daher einen doppelten Wert, sowohl
politisch als auch ökonomisch, aber sie geht von einer
Entwicklungsvision aus, die für die afrikanischen Länder, aber vor allem
für China selbst, zweckdienlich ist. Wenn
wir über die kurze Frist nachdenken, sind die Verfügbarkeit von
Rohstoffen in Kombination mit sehr niedrigen Lohnkosten ein Grund für
ein grundlegendes und funktionelles Interesse am Wachstum der
chinesischen Wirtschaft, das immer der Hauptgrund ist, der Pekings
Interessen bewegt. Kurzfristige
Überlegungen müssen jedoch auch den Absatz von chinesischen Gütern in
schnell wachsenden Volkswirtschaften umfassen, die erfordern, dass
großes ausländisches Kapital für ihre eigene Entwicklung bereitgestellt
wird. Die
Daten, die diesen Trend am besten illustrieren, sind die des
wirtschaftlichen Austauschs zwischen China und Afrika: Anfang 2000 waren
es 10 Milliarden Dollar, 2017 waren es 170 Milliarden Dollar. China
ist jedoch der Ansicht, dass diese Zahl wieder steigen könnte.
Tatsächlich wird in der langfristigen Vision von Peking der Anstieg der
afrikanischen Bevölkerung gemessen, der sich von der gegenwärtigen
Milliarde bis 2050 verdoppeln und sogar 3 Milliarden erreichen soll bis zum Ende des Jahrhunderts. Dies
ist eine Prognose, die es dem afrikanischen Kontinent ermöglichen
würde, mehr Einwohner zu haben als die von China und Indien: ein
potenziell riesiger Markt, wenn er durch angemessenes
Wirtschaftswachstum unterstützt wird. Um
diese Ziele zu unterstützen, hat China beschlossen, seine Investitionen
in Afrika zu erhöhen, dank einer großen Verfügbarkeit finanzieller
Liquidität, die das eigentliche Instrument der Durchdringung auf dem
Kontinent ist. Der
jüngste Besuch von Präsident Xi Jinping in Afrika hatte eine
Kreditlinie von 60.000 Millionen zur Finanzierung des Wachstums zur
Folge; zuvor war eine ähnliche Summe zugunsten des afrikanischen Kontinents investiert worden. Allerdings
ist nur ein Teil dieser Mittel ohne Interesse und dies wird als eine
Art Gefahr für die Souveränität der afrikanischen Länder betrachtet,
weil China gerade wegen der Schulden, die diese Kredite verursachen,
eine vorteilhafte Position gegenüber den Regierungen haben würde. Die
Frage wirft geopolitische Aspekte auf, die alles andere als irrelevant
sind: Es ist klar, dass Peking eine ernsthafte Hypothek auf afrikanische
Länder und auf den Einfluss, den sie auf sie ausüben kann, sowohl
absolut als auch in Bezug auf Kontingentangelegenheiten, kann in der Zukunft entstehen. Es
ist kein Zufall, dass die positive Wahrnehmung Chinas in sehr wichtigen
Ländern des Kontinents wie Ägypten, Ghana, Kenia, Senegal und Tansania
deutlich abgenommen hat. Die
chinesischen Manöver sind jedoch wahrscheinlich deutlich westlichen
Einfluss in Afrika verringern müssen erkennen, dass Peking weise
betrieben hat, aber nicht in einer versteckten Weise sicherlich die
enorme finanzielle Ressourcen, um die chinesischen Ebenen gefördert hat,
aber die Reaktion der USA und Europa hat zu viel weniger als das, was China anbietet; es
ist eine politische Kurzsichtigkeit, die auf lange Sicht schwerwiegende
Auswirkungen haben könnte, weil die Garnison Afrikas in Zukunft sowohl
hinsichtlich der Wirtschaftsmacht als auch der internationalen
politischen Macht entscheidend sein könnte; Nicht
umsonst betreibt Peking bereits eine Militärbasis in Dschibuti, die die
erste Stütze für die chinesischen Streitkräfte auf dem Kontinent zu
sein scheint, auf die weitere militärische Einrichtungen folgen könnten.
Die
Gefährlichkeit dieser Entwicklung muss in einem Kontext stehen, in dem
das chinesische Land diplomatische, wirtschaftliche und kommerzielle
Beziehungen mit nicht nur demokratischen Regierungen unterhält, sondern
auch in Ländern, in denen Diktaturen regieren und die Bürgerrechte
respektiert werden. Auf
der anderen Seite sind Rechte auch in China selbst gesichert und dies
muss ein Alarm für ein Land sein, das zunehmend weltweit investiert, um
zentral zu werden und eine politische Bedeutung zu erlangen, die noch
nicht erreicht ist. Die
Änderung der afrikanischen Position im geopolitischen Rahmen der Welt
kann ein grundlegendes Element sein, um die derzeitigen heiklen Bilanzen
zu untergraben, aber das ist eine klare Hypothek auf die Zukunft nicht
nur des afrikanischen Kontinents, sondern auch des globalen Szenarios.
Ambitions chinoises sur l'Afrique
La politique de la Chine envers l'Afrique a eu un processus long et patient dure depuis plus de dix ans; Dans
cette période, la diplomatie de Pékin a fait une approche cohérente
dans les différents pays africains faisant presque quatre-vingts visites
par les bureaux chinois supérieur d'au moins quarante-trois pays du
continent, en plus de plusieurs missions diplomatiques, destinées à
favoriser la pénétration Chine dans les pays africains. Pour Pékin Afrique, il est considéré comme stratégique à court terme et à long terme. L'argument
chinois, donc, a une double signification à la fois politique et
économique, mais qui se déplace d'une vision du développement qui est
abordable pour les pays africains, mais avant verything pour la Chine
elle-même. Si
l'on raisonne à court terme, la disponibilité des matières premières,
combinée à un coût très faible des questions de travail, les questions
sont d'un intérêt fondamental et pratique dans la croissance de
l'économie chinoise, ce qui est toujours la principale raison qui pousse
les intérêts de Pékin; Cependant,
dans le raisonnement à court terme doivent également entrer la sortie
des produits chinois dans les économies qui se développent rapidement,
mais besoin massif de capitaux étrangers pour leur développement. Le
chiffre qui témoigne mieux de cette tendance est que le volume des
échanges économiques entre la Chine et l'Afrique au début des années
2000 a atteint 10 milliards de dollars, alors qu'en 2017 il a atteint
170 milliards $. Mais
la Chine estime que ce chiffre pourrait encore augmenter, en fait, la
vision à long terme de l'évaluation de Pékin l'augmentation de la
population africaine, qui de l'un milliard courant, devrait aller
doubler d'ici 2050 et même atteindre 3 milliards d'ici la fin du siècle. Il
est une prédiction qui permettrait au continent africain d'avoir plus
d'habitants que celles de la Chine et de l'Inde additionnés: un marché
potentiellement énorme, si elle est soutenue par une croissance
économique suffisante. Pour
soutenir ces objectifs, la Chine a décidé d'augmenter les
investissements en Afrique, grâce à la grande disponibilité de la
liquidité financière, ce qui est le véritable instrument de pénétration
dans le continent. La
récente visite en Afrique par le Président Xi Jinping a pris la forme
d'une ligne de crédit de 60 milliards pour financer la croissance; auparavant un montant similaire a été investi en faveur du continent africain. Cependant,
seule une partie de ces prêts sont sans intérêt et cela est considéré
comme une sorte de menace pour la souveraineté des pays africains, parce
que la Chine aurait un avantage par rapport à leurs gouvernements en
raison de la dette que ces fonds causent. La
question se pose tout aspects géopolitique, mais hors de propos: il est
clair que Pékin met une réclamation sérieuse sur les pays africains et
l'influence qu'elle peut exercer sur eux, à la fois en termes absolus et
en termes relatifs aux questions éventuelles que ils peuvent se présenter à l'avenir. Il
est pas un hasard si la perception positive de la Chine a
considérablement diminué dans les pays très importants sur le continent,
comme l'Egypte, le Ghana, le Kenya, le Sénégal et la Tanzanie. Les
manœuvres chinoises, cependant, sont susceptibles de diminuer de
manière significative l'influence occidentale en Afrique doit
reconnaître que Pékin a fonctionné à bon escient, mais pas d'une manière
cachée, sans doute les vastes ressources financières a encouragé les
avions chinois, mais la réponse des États-Unis et en Europe a été trop beaucoup moins que ce qui est offert par la Chine; il
est une myopie politique qui pourrait avoir de graves répercussions sur
leur long terme, car la garnison Afrique pourrait, à l'avenir, être
décisif en termes de puissance économique, le pouvoir politique au
niveau international; pas
du tout Pékin déjà en cours d'exécution d'une base militaire à
Djibouti, qui semble représenter le premier point d'appui pour les
forces armées chinoises sur le continent, ce qui pourrait suivre
d'autres installations militaires. Le
danger de cette évolution doit être replacée dans un contexte dans
lequel le pays de la Chine a des relations diplomatiques, économiques et
commerciales, non seulement avec les gouvernements démocratiques, mais
aussi dans les pays où les dictateurs règle et il y a le respect des
droits civils. les
droits sont assurés d'autre part, même en Chine elle-même et cela
devrait être un avertissement pour un pays qui investit de plus en plus
dans le monde pour devenir centrale et gagner une pertinence politique
pas encore atteint. Altérant
la position africaine dans l'environnement géopolitique mondial peut
être un élément clé pour renverser le fragile équilibre actuel, mais est
une affirmation claire sur l'avenir non seulement de l'Afrique, mais
aussi sur le scénario global.
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