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Politica Internazionale
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giovedì 29 novembre 2018
Il senato USA vota contro la permanenza dei soldati americani nello Yemen
Il Senato degli Stati Uniti, dove la maggioranza è dei repubblicani, ha approvato, con 63 voti favorevoli e 37 contrari, un provvedimento che prevede il ritiro delle truppe americane dallo scenario di guerra dello Yemen. I soldati statunitensi sostengono la coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita, che combatte i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran. Per Trump si tratta di una sconfitta importante, perchè segnala un malessere trasversale che riguarda il ceto politico americano verso l’alleanza con la monarchia saudita. Per il presidente USA, il rapporto con Riyadh rappresenta un caposaldo della poltica estera americana nella regione mediorientale, sopratutto contro la potenza iraniana. Il cambio di politica nei confronti di Teheran operato da Trump dopo la sua elezione, aveva bisogno di rinsaldare il legame con l’Arabia Saudita, dopo che nelle presidenza Obama i rapporti si erano deteriorati per l’accordo sul nucleare iraniano ed il sostegno saudita ai gruppi terroristici. Trump non ha mai considerato troppo la contiguità del regime saudita con il terrorismo sunnita, come non ha tenuto in giusta considerazione la sistematica violazione dei diritti umani perpetrata da Riyadh. Le ragioni comuni contro Teheran hanno superato ogni obiezione proveniente dalla classe politica statunitense. L’inquietudine di senatori e deputati è cresciuta con i ripetuti massacri di civili che sono stati compiuti dalle forze aeree saudite, ma il fatto che ha fatto deflagrare la protesta è stata la barbara uccisione in Turchia del giornalista saudita, operata da componenti dei servizi segreti, comandati dal principe ereditario. Con la maggioranza dei democratici alla Camera, sembra scontata l’approvazione della proposta di ritiro delle truppe americane dallo Yemen, che potrebbe concretizzarsi in circa trenta giorni. L’amministrazione della Casa Bianca, di fronte alla decisione del Senato, sembra essere stata presa alla sprovvista: infatti le dichiarazioni del Segretario di stato sono sembrate inconsistenti. La mancata certezza del collegamento tra l’omicidio del giornalista ed il principe ereditario, appare una scusa priva di valore, così come la motivazione, che, senza la presenza americana in Yemen, la sicurezza nazionale poteva risultare compromessa, appare una spiegazione di circostanza, funzionale alle sole ragioni di Trump. Deve essere specificato però, che nella posizione dell’attuale presidente americano si era trovato anche Obama, quando il Congresso aveva autorizzato i cittadini statunitensi a costituirsi parte civile contro l’Arabia Saudita per i danni provocati dall’attentato dell’undici settembre, riconoscendo implicitamente la diretta responsabilità di Riyadh nell’azione terroristica contro le torri gemelle. L’aspetto più rilevante della vicenda è la grande distanza che si presenta tra il ceto politico legislativo e quello amministrativo, su di un tema così delicato come quello che riguarda una alleanza così stretta con un paese come l’Arabia Saudita, che ha evidenziato più volte gravi mancanze contro gli Stati Unti. L’atteggiamento di Trump sembra essere dettato dalla sola esigenza di salvaguardarsi contro l’Iran, senza alcuna considerazione per la situazione internazionale che si è venuta a creare intorno al regno saudita. Se, da un lato si deve registrare il fatto evidente, che non ci sono state prese di posizioni ufficiali rilevanti, a parte pochissime eccezioni, è anche vero che gli Stati Uniti sono comunque il primo alleato del paese arabo e che una loro posizione ufficiale diversa da quella attuale avrebbe potuto favorire, potenzialmente, un atteggiamento differente da parte di Riyadh. La questione è, invece, che gli Stati Uniti di Trump sostengono la guerra nello Yemen, con tutti i massacri e la situazione insostenibile per i civili, condividendo la posizione ed i metodi dei sauditi. Ora la grande distanza che si crea con questo provvedimento potrebbe incrinare ulteriormente la già scarsa credibilità internazionale di un presidente americano sempre meno all’altezza di rappresentare la prima potenza mondiale.
The US Senate votes against the permanence of American soldiers in Yemen
The
Senate of the United States, where the majority is Republican, has
approved, with 63 votes in favor and 37 against, a provision that
provides for the withdrawal of American troops from the Yemen war
scenario. US soldiers support the Sunni coalition led by Saudi Arabia, which fights Shiite rebels backed by Iran. For
Trump it is an important defeat, because it signals a cross malaise
concerning the American political class towards the alliance with the
Saudi monarchy. For
the US president, the relationship with Riyadh is a cornerstone of
American foreign policy in the Middle East, especially against Iranian
power. Trump's
change of policy towards Teheran after his election, he needed to
strengthen the connection with Saudi Arabia, after relations with the
Obama presidency had deteriorated due to the Iranian nuclear agreement
and Saudi support for terrorist groups. Trump
has never considered too much the contiguity of the Saudi regime with
Sunni terrorism, as he did not take into due consideration the
systematic violation of human rights perpetrated by Riyadh. The common reasons against Tehran have exceeded every objection from the US political class. The
anxiety of senators and deputies has grown with the repeated massacres
of civilians that were carried out by the Saudi air forces, but the fact
that it made the protest explode was the barbaric killing of the Saudi
journalist in Turkey, operated by members of the secret services , commanded by the crown prince. With
the majority of Democrats in the House, it seems obvious that the
proposal to withdraw American troops from Yemen is approved, which could
take about thirty days. The
administration of the White House, faced with the decision of the
Senate, seems to have been taken aback: in fact the statements of the
Secretary of State seemed inconsistent. The
lack of certainty of the connection between the murder of the
journalist and the crown prince, appears a worthless excuse, as well as
the motivation that, without the American presence in Yemen, national
security could be compromised, an explanation of circumstance appears, functional only to Trump's reasons. It
must be specified, however, that in the position of the current
American president was also found Obama, when Congress had authorized US
citizens to form a civil action against Saudi Arabia for the damage
caused by the attack on September 11, recognizing implicitly the direct responsibility of Riyadh in the terrorist action against the twin towers. The
most important aspect of the story is the great distance between the
legislative and administrative political class, on a subject as delicate
as that which concerns an alliance so close to a country like Saudi
Arabia, which has highlighted more sometimes serious shortcomings against the United States. Trump's
attitude seems to be dictated solely by the need to safeguard against
Iran, without any consideration for the international situation that has
arisen around the Saudi kingdom. If,
on the one hand, the obvious fact is to be noted, that there have not
been any important official positions, apart from very few exceptions,
it is also true that the United States is still the first ally of the
Arab country and a different official position from the current one could potentially have favored a different attitude on the part of Riyadh. The
question, however, is that the United States of Trump supports the war
in Yemen, with all the massacres and the unsustainable situation for
civilians, sharing the position and methods of the Saudis. Now
the great distance that is created with this provision could further
undermine the already poor international credibility of an American
president who is less and less able to represent the first world power.
El Senado de los Estados Unidos vota en contra de la permanencia de los soldados estadounidenses en Yemen.
El
Senado de los Estados Unidos, donde la mayoría es republicano, aprobó,
con 63 votos a favor y 37 en contra, una disposición que prevé la
retirada de las tropas estadounidenses del escenario de guerra de Yemen.
Los
soldados estadounidenses apoyan la coalición sunita liderada por Arabia
Saudita, que lucha contra los rebeldes chiítas respaldados por Irán. Para
Trump es una derrota importante, ya que señala un malestar cruzado en
relación con la clase política estadounidense hacia la alianza con la
monarquía saudí. Para
el presidente de Estados Unidos, la relación con Riad es una piedra
angular de la política exterior estadounidense en el Medio Oriente,
especialmente contra el poder iraní. El
cambio de política de Trump hacia Teherán después de su elección,
necesitaba fortalecer la conexión con Arabia Saudita, después de que las
relaciones con la presidencia de Obama se habían deteriorado debido al
acuerdo nuclear iraní y al apoyo de Arabia Saudita para Grupos terroristas. Trump
nunca ha considerado demasiado la contigüidad del régimen saudí con el
terrorismo sunita, ya que no tomó en consideración la violación
sistemática de los derechos humanos perpetrada por Riyadh. Las razones comunes contra Teherán han superado todas las objeciones de la clase política estadounidense. La
ansiedad de los senadores y diputados ha aumentado con las repetidas
masacres de civiles llevadas a cabo por las fuerzas aéreas sauditas,
pero el hecho de que hizo estallar la protesta fue el asesinato brutal
del periodista saudí en Turquía, operado por miembros de los servicios
secretos. , comandado por el príncipe heredero. Con
la mayoría de los demócratas en la Cámara de Representantes, parece
obvio que se aprueba la propuesta de retirar las tropas estadounidenses
de Yemen, lo que podría demorar unos treinta días. La
administración de la Casa Blanca, frente a la decisión del Senado,
parece haberse sorprendido: de hecho, las declaraciones del Secretario
de Estado parecían ser inconsistentes. La
falta de certeza de la conexión entre el asesinato del periodista y el
príncipe heredero, parece una excusa inútil, así como la motivación de
que, sin la presencia estadounidense en Yemen, la seguridad nacional
podría verse comprometida, aparece una explicación de las
circunstancias. Funcional solo a las razones de Trump. Sin
embargo, debe especificarse que en la posición del actual presidente
estadounidense también se encontró a Obama, cuando el Congreso había
autorizado a los ciudadanos estadounidenses a iniciar una acción civil
contra Arabia Saudita por los daños causados por el ataque del 11 de
septiembre, reconociendo implícitamente La responsabilidad directa de Riad en la acción terrorista contra las torres gemelas. El
aspecto más importante de la historia es la gran distancia entre la
clase política legislativa y la política administrativa, sobre un tema
tan delicado como el que concierne a una alianza tan cercana a un país
como Arabia Saudita, que ha destacado más A veces graves deficiencias contra los Estados Unidos. La
actitud de Trump parece estar dictada únicamente por la necesidad de
salvaguardarse contra Irán, sin ninguna consideración por la situación
internacional que ha surgido alrededor del reino saudí. Si,
por un lado, se debe tener en cuenta el hecho obvio de que no ha habido
cargos oficiales importantes, salvo algunas excepciones, también es
cierto que Estados Unidos sigue siendo el primer aliado del país árabe y
un cargo oficial diferente. desde el actual, podría potencialmente haber favorecido una actitud diferente por parte de Riad. La
cuestión, sin embargo, es que los Estados Unidos de Trump apoyan la
guerra en Yemen, con todas las masacres y la situación insostenible para
los civiles, compartiendo la posición y los métodos de los saudíes. Ahora,
la gran distancia que se crea con esta disposición podría socavar aún
más la poca credibilidad internacional de un presidente estadounidense
que es cada vez menos capaz de representar a la primera potencia
mundial.
Der US-Senat stimmt gegen die Beständigkeit amerikanischer Soldaten im Jemen
Der
Senat der Vereinigten Staaten, wo die Mehrheit republikanisch ist, hat
mit 63 Stimmen und 37 Gegenstimmen einer Bestimmung zugestimmt, die den
Abzug amerikanischer Truppen aus dem Jemen-Kriegsszenario vorsieht. US-Soldaten
unterstützen die von Saudi-Arabien angeführte sunnitische Koalition,
die von Iran unterstützte schiitische Rebellen bekämpft. Für
Trump ist dies eine wichtige Niederlage, denn es signalisiert eine
Kreuzung der amerikanischen Klasse gegen das Bündnis mit der saudischen
Monarchie. Für
den US-Präsidenten ist die Beziehung zu Riad ein Eckpfeiler der
amerikanischen Außenpolitik im Nahen Osten, insbesondere gegen die
iranische Macht. Trumps
Politikänderung gegenüber Teheran nach seiner Wahl, er musste die
Verbindung zu Saudi-Arabien stärken, nachdem sich die Beziehungen zur
Obama-Präsidentschaft aufgrund des iranischen Atomabkommens und der
Unterstützung Saudi-Arabiens verschlechtert hatten terroristische Gruppen. Trump
hat die Verbindung des saudischen Regimes mit dem sunnitischen
Terrorismus nie zu sehr berücksichtigt, da er die systematische
Verletzung der Menschenrechte, die von Riad verübt wurde, nicht
angemessen berücksichtigt hat. Die gemeinsamen Gründe gegen Teheran haben alle Einwände der politischen Klasse der USA übertroffen. Die
Besorgnis von Senatoren und Abgeordneten ist durch die wiederholten
Massaker an Zivilisten, die von den saudischen Luftstreitkräften
ausgeführt wurden, gewachsen, aber die Tatsache, dass der Protest
explodierte, war die barbarische Ermordung des saudischen Journalisten
in der Türkei, der von Mitgliedern der Geheimdienste betrieben wird , vom Kronprinzen befohlen. Bei
der Mehrheit der Demokraten im Parlament scheint es offensichtlich,
dass der Vorschlag, amerikanische Truppen aus dem Jemen abzuziehen,
angenommen wird, was etwa dreißig Tage dauern könnte. Die
Verwaltung des Weißen Hauses, die mit der Entscheidung des Senats
konfrontiert ist, scheint verblüfft zu sein: In der Tat schienen die
Aussagen des Außenministers inkonsistent zu sein. Die
mangelnde Gewissheit der Verbindung zwischen dem Mord an dem
Journalisten und dem Kronprinzen erscheint als wertlose Entschuldigung
sowie die Motivation, dass ohne die amerikanische Präsenz im Jemen die
nationale Sicherheit gefährdet werden könnte, eine Erklärung der
Umstände erscheint. Funktioniert nur zu Trumps Gründen. Es
muss jedoch darauf hingewiesen werden, dass sich Obama in der Position
des derzeitigen amerikanischen Präsidenten ebenfalls befand, als der
US-Bürger die Erlaubnis hatte, eine Zivilklage gegen Saudi-Arabien gegen
den durch den Anschlag am 11. September verursachten Schaden zu
erheben, was implizit anerkannt wurde die direkte Verantwortung von Riad bei der terroristischen Aktion gegen die Zwillingstürme. Der
wichtigste Aspekt der Geschichte ist die große Distanz zwischen der
gesetzgebenden und administrativen politischen Klasse. Dies ist ein
heikles Thema wie das, was ein Bündnis betrifft, das einem Land wie
Saudi-Arabien so nahe ist, was mehr hervorgehoben hat manchmal schwerwiegende Mängel gegenüber den Vereinigten Staaten. Die
Haltung von Trump scheint allein von der Notwendigkeit des Schutzes
gegen den Iran bestimmt zu sein, ohne Rücksicht auf die internationale
Situation, die sich im saudischen Königreich entwickelt hat. Wenn
einerseits die offensichtliche Tatsache offensichtlich ist, dass es
abgesehen von wenigen Ausnahmen keine wichtigen offiziellen Positionen
gab, ist es auch wahr, dass die Vereinigten Staaten immer noch der erste
Verbündete des arabischen Landes und eine andere offizielle Position
sind von der jetzigen Seite hätte man möglicherweise eine andere Haltung von Riad favorisieren können. Die
Frage ist jedoch, dass die Vereinigten Staaten von Trump den Krieg im
Jemen unterstützen, mit all den Massakern und der unhaltbaren Situation
für Zivilisten, die die Position und die Methoden der Saudis teilen. Nun
könnte die große Distanz, die mit dieser Bestimmung geschaffen wird,
die ohnehin schwache internationale Glaubwürdigkeit eines amerikanischen
Präsidenten, der die erste Weltmacht immer weniger repräsentieren kann,
weiter untergraben.
Le Sénat américain vote contre la permanence des soldats américains au Yémen
Le
Sénat des États-Unis, où la majorité est républicaine, a approuvé par
63 voix pour et 37 contre, une disposition prévoyant le retrait des
troupes américaines du scénario de la guerre au Yémen. Les
soldats américains soutiennent la coalition sunnite dirigée par
l'Arabie saoudite, qui combat les rebelles chiites soutenus par l'Iran. Pour
Trump, il s'agit d'une défaite importante, car il signale un malaise
transversal concernant la classe politique américaine envers l'alliance
avec la monarchie saoudienne. Pour
le président américain, les relations avec Riyad constituent une pierre
angulaire de la politique étrangère américaine au Moyen-Orient, en
particulier contre le pouvoir iranien. Le
changement de politique de Trump à l'égard de Téhéran après son
élection, il devait resserrer ses liens avec l'Arabie saoudite, après
que les relations avec la présidence Obama se soient détériorées en
raison de l'accord nucléaire iranien et du soutien saoudien à groupes terroristes. Trump
n'a jamais trop pris en compte la contiguïté du régime saoudien avec le
terrorisme sunnite, n'ayant pas suffisamment pris en compte la
violation systématique des droits de l'homme perpétrée par Riyad. Les raisons communes contre Téhéran ont dépassé toutes les objections de la classe politique américaine. L’inquiétude
des sénateurs et des députés s’est accrue avec les massacres répétés de
civils perpétrés par les forces aériennes saoudiennes, mais le fait que
la manifestation ait éclaté a été l’assassinat barbare du journaliste
saoudien en Turquie, opéré par des membres des services secrets. , commandé par le prince héritier. Avec
la majorité des démocrates à la Chambre, il semble évident que la
proposition de retirer les troupes américaines du Yémen est approuvée,
ce qui pourrait prendre environ trente jours. L'administration
de la Maison-Blanche, face à la décision du Sénat, semble avoir été
prise au dépourvu: en réalité, les déclarations du secrétaire d'État
semblaient incohérentes. L’absence
de certitude quant au lien entre l’assassinat du journaliste et le
prince héritier apparaît comme une excuse sans fondement, ainsi que la
motivation selon laquelle, sans la présence américaine au Yémen, la
sécurité nationale pourrait être compromise, une explication de la
situation apparaît, fonctionnel que pour les raisons de Trump. Il
faut toutefois préciser que, dans la position du président américain
actuel, a également été retrouvé Obama, alors que le Congrès avait
autorisé les citoyens américains à engager une action civile contre
l'Arabie saoudite pour les dommages causés par l'attaque du 11
septembre, reconnaissant implicitement la responsabilité directe de Riyad dans l'action terroriste contre les tours jumelles. L’aspect
le plus important de l’histoire est la grande distance qui sépare la
classe politique législative et la classe politique administrative, sur
un sujet aussi délicat que celui qui concerne une alliance aussi proche
d’un pays comme l’Arabie saoudite, qui a mis en lumière plus avant. parfois de graves lacunes contre les États-Unis. L'attitude
de Trump semble être dictée uniquement par la nécessité de se protéger
contre l'Iran, sans aucune considération pour la situation
internationale survenue autour du royaume saoudien. Si,
d’une part, il est évident qu’il n’ya pas eu de positions officielles
importantes, à de très rares exceptions près, il est également vrai que
les États-Unis sont toujours le premier allié du pays arabe et une
position officielle différente. de l'actuel aurait pu potentiellement favoriser une attitude différente de la part de Riyad. La
question, cependant, est que les États-Unis de Trump soutiennent la
guerre au Yémen, avec tous les massacres et la situation insoutenable
pour les civils, partageant la position et les méthodes des Saoudiens. Maintenant,
la grande distance créée par cette disposition pourrait miner davantage
la crédibilité internationale déjà faible d'un président américain de
moins en moins capable de représenter la première puissance mondiale.
O Senado dos EUA vota contra a permanência de soldados americanos no Iêmen
O
Senado dos EUA, onde a maioria dos republicanos, aprovou com 63 votos a
favor e 37 contra, uma medida que prevê a retirada das tropas
americanas do cenário de guerra do Iêmen. Soldados dos EUA apóiam a coalizão sunita liderada pela Arábia Saudita, que luta contra rebeldes xiitas apoiados pelo Irã. Para
Trump, é uma derrota importante, porque sinaliza um mal-estar da classe
política americana em relação à aliança com a monarquia saudita. Para
o presidente dos EUA, o relacionamento com Riad é um dos pilares da
política externa americana no Oriente Médio, especialmente contra o
poder iraniano. A
mudança de política em relação a Teerã operado por Trump após sua
eleição, ele precisava para fortalecer o vínculo com a Arábia Saudita,
depois que o presidente Obama nas relações haviam se deteriorado ao
acordo sobre nuclear iraniano eo apoio saudita grupos terroristas. Trump
nunca considerou também contiguidade do regime saudita com o terrorismo
sunita, não ter devidamente em conta a violação sistemática dos
direitos humanos perpetradas por Riyadh. As razões comuns contra Teerã ultrapassaram todas as objeções da classe política dos EUA. A
inquietude de senadores e deputados cresceu com os massacres repetidos
de civis que foram feitas pela Força Aérea da Arábia Saudita, mas que
fez explodir o protesto foi o bárbaro assassinato na Turquia de
jornalista saudita, operado por componentes de inteligência comandado pelo príncipe herdeiro. Com
a maioria dos democratas na Câmara, parece óbvio que a proposta de
retirada das tropas americanas do Iêmen é aprovada, o que poderia levar
cerca de trinta dias. A
administração da Casa Branca, diante da decisão do Senado, parece ter
ficado surpresa: na verdade, as declarações do secretário de Estado
pareciam inconsistentes. A
falta de certeza da ligação entre o assassinato do jornalista e o
príncipe herdeiro, será exibida uma inútil desculpa, bem como a
motivação, que, sem a presença americana no Iêmen, a segurança nacional
poderia ser comprometida, aparece uma explicação das circunstâncias, funcional apenas para as razões de Trump. Mas
deve-se notar, que a posição do atual presidente dos EUA também foi
encontrado Obama, quando o Congresso autorizou cidadãos norte-americanos
para trazer uma ação civil contra a Arábia Saudita por danos causados
pelo ataque de setembro, reconhecendo implicitamente a responsabilidade direta de Riad na ação terrorista contra as torres gêmeas. O
aspecto mais importante da história é a grande distância entre a classe
política legislativa e administrativa, sobre um tema tão delicado
quanto o que diz respeito a uma aliança tão próxima de um país como a
Arábia Saudita, que destacou mais sérias deficiências, por vezes, contra os Estados Unidos. A
atitude de Trump parece ser ditada unicamente pela necessidade de
salvaguardar contra o Irã, sem qualquer consideração pela situação
internacional que surgiu em torno do reino saudita. Se,
por um lado, se deve notar o fato óbvio de que não houve posições
oficiais importantes, além de poucas exceções, também é verdade que os
Estados Unidos ainda são o primeiro aliado do país árabe e uma posição
oficial diferente. do atual poderia potencialmente ter favorecido uma atitude diferente por parte de Riade. A
questão, no entanto, é que os Estados Unidos de Trump apóiam a guerra
no Iêmen, com todos os massacres e a situação insustentável para os
civis, compartilhando a posição e os métodos dos sauditas. Agora,
a grande distância que é criada com esta provisão poderia minar ainda
mais a credibilidade internacional já pobre de um presidente americano
que é cada vez menos capaz de representar a primeira potência mundial.
Сенат США голосует против неизменности американских солдат в Йемене
Сенат
Соединенных Штатов, в котором большинство является республиканцем,
одобрил 63 голосами «за» и 37 против «положения», предусматривающего
вывод американских войск из сценария войны в Йемене. Американские
солдаты поддерживают суннитскую коалицию во главе с Саудовской Аравией,
которая борется с шиитскими повстанцами, поддерживаемыми Ираном. Для
Трампа это важное поражение, потому что это свидетельствует о
переполненном недовольстве в отношении американского политического
класса к союзу с саудовской монархией. Для
президента США отношения с Эр-Риядом являются краеугольным камнем
американской внешней политики на Ближнем Востоке, особенно против власти
Ирана. После
того, как Трамп изменил политику в отношении Тегерана после его
избрания, ему необходимо было укрепить связь с Саудовской Аравией после
того, как отношения с президентом Обамы ухудшились из-за иранского
ядерного соглашения, а Саудовская поддержка террористических групп. Трамп
никогда не рассматривал слишком много смежности саудовского режима с
суннитским терроризмом, поскольку он не принимал во внимание
систематическое нарушение прав человека, совершенное Эр-Риядом. Общие причины против Тегерана превысили все возражения со стороны политического класса США. Тревога
сенаторов и депутатов выросла с повторными массовыми убийствами
гражданских лиц, которые были совершены военно-воздушными силами
Саудовской Аравии, но тот факт, что он взорвал протест, был варварским
убийством саудовского журналиста в Турции, которым управляют члены
спецслужб , под командованием наследного принца. С
большинством демократов в Доме кажется очевидным, что предложение о
выводе американских войск из Йемена одобрено, что может занять около
тридцати дней. Администрация
Белого дома, столкнувшись с решением Сената, кажется, была ошеломлена:
на самом деле заявления госсекретаря казались непоследовательными. Отсутствие
уверенности в связи с убийством журналиста и наследного принца
представляется бесполезным оправданием, а также мотивацией того, что без
американского присутствия в Йемене национальная безопасность может быть
скомпрометирована, появляется объяснение обстоятельств, функциональный только по причинам Трампа. Следует,
однако, уточнить, что в положении нынешнего президента США был также
найден Обама, когда Конгресс разрешил гражданам США сформировать
гражданский иск против Саудовской Аравии за ущерб, нанесенный нападением
11 сентября, признав неявным прямая ответственность Эр-Рияда в террористической акции против башен-близнецов. Важнейшим
аспектом этой истории является большое расстояние между законодательным
и административным политическим классом по предмету, столь же
деликатный, как и тот альянс, который так близок к такой стране, как
Саудовская Аравия, которая выделила больше иногда серьезные недостатки в отношении Соединенных Штатов. Отношение
Трампа, по-видимому, диктуется исключительно необходимостью защиты от
Ирана без какого-либо рассмотрения международной ситуации, сложившейся
вокруг саудовского королевства. Если,
с одной стороны, следует отметить очевидный факт, что не было никаких
важных официальных позиций, за исключением очень немногих исключений,
также верно, что Соединенные Штаты по-прежнему являются первым союзником
арабской страны и другой официальной позицией от нынешнего, возможно, положительно повлияло бы на другое отношение со стороны Эр-Рияда. Однако
вопрос состоит в том, что Соединенные Штаты Трампа поддерживают войну в
Йемене, со всеми массовыми убийствами и неустойчивой ситуацией для
гражданских лиц, разделяя позицию и методы саудовцев. Теперь
большое расстояние, созданное с помощью этого положения, может еще
больше подорвать и без того бедный международный авторитет американского
президента, который все меньше и меньше способен представлять первую
мировую державу.
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