Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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mercoledì 17 luglio 2019
イランは弾道ミサイルを交渉することを拒否
イランは米国と弾道ミサイルを交渉する可能性を奪う。テヘランの立場は、イラン人の敵とのアメリカの同盟の方針によって正当化され、それはとりわけ、ペルシャ湾のスンニ派君主国とイスラエルへのアメリカの軍備の大量販売を引き起こしています。イランは、実質的には、敵対者による同様の作戦に直面して、ある種の軍備の均衡を保っているであろう。交渉の放棄はワシントンとテヘランの間の緊張の状態を確認します、そしてそれは核問題と共に進み続けます。トランプ大統領との合衆国の行動は、オバマ大統領と次第に弱まっていた厳しい調子との比較のレベルを、より穏やかな政策を通して、核協定の調印でそして結集で最高潮に戻しましたイスラム国家との戦いでイランの軍隊の。トランプ氏は、一方でイランとの対立を彼の外交政策の中心的トピックとしている。なぜなら、彼は、スンニ派君主国がアメリカのために稼ぐことを許した経済的利点のため、サウジアラビアとの特権的関係を考えたからである。なぜなら、スンニ派諸国は、モスクワのシリア行動主義の均衡を保つために、ロシアとの対決で戦略的同盟国と見なされていたからです。中心的な問題は、地域の平和の状況です。国家間の紛争を引き起こす可能性のある潜在的な要因が多すぎ、それが世界経済に悪影響を及ぼします。テヘランは、アメリカの制裁措置に包囲されていると感じており、すでに憂鬱な経済を困難にしている。米国の戦術は、政権ではなく、制裁の真の犠牲者である人口を激怒させ、宗教的権力に対する反乱を起こすことである。この戦術は、国の制度的勢力の支配のために望ましい結果をもたらさないことを証明した。どちらも、イランの人口に常に存在するナショナリズムのためであり、それは政権にとって最も不利な状況でさえもアメリカの干渉を拒絶する。軍事的見地から、もしアメリカの産業にとってスンニ派君主国の市場が売り上げの増加を記録したならば、テヘランの敵対者を武装させるという戦術はイランの国で大きな憤慨を生み出しました。その武器プログラムを続ける意欲。交渉の開始に到達するためには、米国がイランの反対者への武器の供給を一時停止することが必要であり、これはテヘランの真の意図であるように思われる:交渉の失敗に対する責任を正確にしてこの問題についてワシントンを挑発することホワイトハウスで。これは、イラン側がヨーロッパだけでなく間接的にも北京とモスクワに核の条約を尊重することを強制する解決策を模索した後、その孤立を破ろうとするさらなる試みであるように思われる。弾道ミサイルを交渉の対象にすることはできないということは、米国だけでなく、世界経済に計り知れない認識を伴って、世界の勢力を軍事的エスカレーションの危険にさらすことを全世界に知らせることを意味するのではありません。テヘランは、ワシントンによって展開された力に直面して、それに利用可能であるものに対抗しようとします。そして、全世界の外交シーンに向けられる直接的でそして間接的な圧力の戦術を構築します。しかし、この地域での軍事的漂流を避けることは国際社会の主な目的でなければなりません。しかし、それはワシントンとテヘランの間の異なる対立に状況をより緩和し有利にするために必要な外交行動をまだ生み出していません。一般的な態度、すなわち、米国をいらいらさせず、トランプが現在簡単に使用している経済制裁のもう1つの脅威を引き起こすほど、真剣に質問に取り組むことを望んでいるようには思えない。ますます起こりそうな危険を避けるためには参加が必要だと思われます。
إيران ترفض التفاوض على الصواريخ الباليستية
إيران تستبعد أي إمكانية للتفاوض مع الولايات المتحدة على الصواريخ الباليستية. إن موقف طهران مبرر من خلال سياسة التحالف الأمريكية مع أعداء الإيرانيين ، والتي تتسبب في جملة أمور من بينها البيع الهائل للأسلحة الأمريكية للممالك السنية في الخليج الفارسي وإسرائيل. ستعمل إيران ، إلى حد كبير ، على نوع من توازن الأسلحة في مواجهة عملية مماثلة من قبل الخصوم. إن التخلي عن المفاوضات يؤكد حالة التوتر بين واشنطن وطهران ، والتي تتواصل مع القضية النووية. أعاد سلوك الولايات المتحدة ، برئاسة ترامب ، مستوى المقارنة إلى النغمات القاسية ، التي تراجعت تدريجياً مع رئاسة أوباما ، من خلال سياسة أكثر اعتدالاً ، بلغت ذروتها بتوقيع المعاهدة النووية وبالتعاون القوات المسلحة الإيرانية في الحرب ضد الدولة الإسلامية. جعل ترامب المواجهة مع إيران موضوعًا رئيسيًا في سياسته الخارجية ، من ناحية لأنه نظر إلى العلاقات المميزة مع المملكة العربية السعودية ، بسبب المزايا الاقتصادية التي سمحت الملكية السنية بالكسب للولايات المتحدة الأمريكية ، وكلاهما لأن الدول السنية كانت تعتبر حلفاء استراتيجيين في المواجهة مع روسيا ، لموازنة نشاط موسكو في سوريا. القضية المركزية هي وضع السلام في المنطقة: هناك الكثير من العوامل المحتملة التي يمكن أن تؤدي إلى صراع بين الدول ، الأمر الذي سيكون له تداعيات على الاقتصاد العالمي. تشعر طهران بأنها محاصرة وتتعرض لضغوط بسبب العقوبات الأمريكية ، والتي وضعت بصعوبة شديدة للاقتصاد الذي يعاني بالفعل من الركود ؛ سيكون التكتيك الأمريكي هو إثارة غضب السكان ، الضحية الحقيقية للعقوبات وليس النظام ، لإطلاق ثورة ضد القوة الدينية: لقد أثبت هذا التكتيك أنه لم يعط النتائج المرجوة ، سواء للسيطرة على القوى المؤسسية للبلاد ، سواء بالنسبة لقومية موجودة دائما في الشعب الإيراني ، الذي يرفض التدخل الأمريكي حتى في الأكثر سلبية للنظام. من وجهة النظر العسكرية ، إذا سجل سوق الملكيات السنية بالنسبة إلى الصناعة الأمريكية زيادة في المبيعات ، وهو تكتيك تسليح خصوم طهران ، فقد أنتج في البلاد الإيرانية استياء كبيرًا ، والذي كان له نتيجة منطقية الاستعداد لمواصلة برنامج الأسلحة. للوصول إلى بدء مفاوضات محتملة ، سيكون من الضروري بالنسبة للولايات المتحدة تعليق توريد الأسلحة إلى معارضي إيران ، ويبدو أن هذا هو القصد الحقيقي لطهران: استفزاز واشنطن بشأن هذه المسألة ، وجعل المسؤولية تقع على عاتق فشل المفاوضات ، وبالتحديد في البيت الابيض. يبدو أن هذه محاولة إضافية من جانب الجانب الإيراني لكسر عزلته ، بعد أن حث أوروبا مباشرة ، وكذلك بكين وموسكو بشكل غير مباشر ، لإيجاد حلول تجبر الولايات المتحدة على احترام المعاهدة النووية. إضافة أن الصواريخ البالستية لا يمكن أن تكون موضوع مفاوضات يعني إعطاء إشارة ليس فقط للولايات المتحدة الأمريكية ، ولكن للعالم أجمع لوضع القوى العالمية في مواجهة خطر التصعيد العسكري ، مع تواصل لا يمكن حصره بالنسبة للاقتصاد العالمي. تحاول طهران ، التي تواجه القوة التي تنشرها واشنطن ، مواجهة ما هو متاح لها ، وبناء تكتيك من الضغوط المباشرة وغير المباشرة التي تستهدف الساحة الدبلوماسية العالمية برمتها. ومع ذلك ، يجب أن يكون تجنب الانجراف العسكري في المنطقة هو الهدف الأساسي للمجتمع الدولي ، والذي لم ينتج عنه بعد الإجراء الدبلوماسي الضروري لجعل الوضع أكثر استرخاءً ومواتية لمواجهة مختلفة بين واشنطن وطهران. يبدو أن الموقف العام هو الانتظار والإيقاف ، لا يبدو أن هناك قوة تريد الدخول بجدية في السؤال ، ربما حتى لا تثير غضب الولايات المتحدة وتثير تهديدًا آخر بفرض عقوبات اقتصادية ، يستخدمه ترامب الآن بسهولة شديدة ، ومع ذلك ، تبدو المشاركة ضرورية لتجنب خطر محتمل بشكل متزايد.
venerdì 12 luglio 2019
La questione migratoria centrale nel dibattito europeo
La questione migratoria ritorna al centro del dibattito europeo, dopo la richiesta di Italia e Malta, che porteranno il problema all’attenzione del consiglio dei ministri degli esteri dell’Unione, il prossimi 15 luglio. L’intenzione sarebbe quella di superare l’esame di ogni singolo caso per trovare un meccanismo in grado di gestire i flussi migratori. Questa discussione anticiperà lo stesso tema che sarà trattato successivamente alla riunione informale dei ministri dell’interno, programmata ad Helsinki il 18 e 19 luglio. La pressione dei traffici migratori e gli effetti del trattato di Dublino hanno creato una profonda diseguaglianza sugli stati costieri europei, non solo Italia e Malta, ma anche Grecia e Spagna, tuttavia la vicinanza della Libia e gli effetti della guerra civile in corso hanno generato un aumento del traffico verso Roma e La Valletta, creando pericolose derive politiche ed aumentando i rischi per la vita dei migranti e per le condizoni a cui sono sottoposti nei centri di detenzione libici, oltre ad un incremento significativo dei profitti per i trafficanti di esseri umani. In Italia il dibattito sull’immigrazione è stato portato ad avere come argomento centrale l’attività delle Organizzazioni non governative e la loro attività di pattugliamento del mare, che ha portato a numerosi salvataggi di profughi su mezzi alla deriva. Sono state create leggi per colpire queste organizzazioni, che sono soltanto in parte responsabili degli arrivi dei profughi, distraendo l’opinione pubblica dalla complessità del problema; infatti la maggior parte degli arrivi è costituita da profughi che giungono sul suolo italiano in maniera autonoma e con piccoli natanti, alcuni dei quali non compiono l’intera traversata dalle sponde africane, ma vengono rilascaite da imbarcazioni di stazza maggiore nella prossimità delle coste italiane. La candidata della presidenza della Commissione europea ha sottolienato che è un obbligo soccorrere i naufraghi e le persone in difficoltà in mare, questa affermazione, certamente condivisibile, è stata integrata dalla consapevolezza, per la candidata, della difficoltà dei paesi costieri e dalla promessa di una riforma del regolamento sui richiedenti asilo, un problema che dovrà essere affrontato da tutto l’insieme dei paesi europei. La limitazione ai soli richiedenti asilo è, però, soltanto una parte del problema, giacchè l’insieme dell’immigrazione è rappresentato, non solo da chi fugge dalle guerre ma anche dai migranti climatici, da coloro che fuggono dalle carestie, dai perseguitati politici e dai migranti economici. Si tratta di una massa di persone che affrontano sofferenze e patimenti indicibili, contro la cui determinazione non è sufficiente la chiusura dell’Europa. Quello che Bruxelles deve mettere in campo è un progetto di più ampia portata, in grado di non limitarsi alla gestione dell’accoglienza, ma anche alla prevenzione, con aiuti mirati e concreti. Sul lato dell’accoglienza è importante sviluppare metodologie già sperimentate in piccolo, come i corridoi umanitari, che possono garantire di evitare i pericoli dei viaggi, possono eliminare i ricavi dei trafficanti e quindi il loro reimpiego nel finaziamento di attività pericolose come quelle terroristiche ed anche le minacce politiche verso l’Europa provenienti da quelli stati che hanno spesso usato l’arma dei migranti come strumento ricattatorio. Queste soluzioni si possono attuare in tempi brevi o medio brevi, se l’Europa ha la forza necessaria di imporre le proprie decisioni in materia di divisione di quote di profughi anche a chi fino ad ora si è dimostrato riottoso, mediante riduzione o annullamento dei contributi comunitari, sui quali i paesi dell’Europa orientale hanno costruito la propria crecita economica. Certamente un passo obbligato è la revisione del trattato di Dublino, che è iniquo, perchè penalizza i paesi più vicini ai luoghi di partenza dei flussi migratori. In un periodo medio lungo è importante elaborare un piano di aiuti concreto che permetta una reale crescita economica redistribuitiva in quei paesi che rappresentano i maggiori contributori di persone che alimentano i flussi migratori. La difficoltà è reale, perchè in molti paesi africani la corruzione è elevata e le strutture politiche sono tutt’altro che consolidate. Il punto di partenza può essere quello di debellare le carestie, per vreare le condizioni della diminuzione di una parte di immigrati; l’essenziale per fare ciò è che l’Unione Europea raggiunga una coesione ed un livello di autorevolezza internazionale, che finora sono mancati. I nuovi organismi europei dovranno prima di tutto ripartire da questi punti per la soluzione dei problemi più urgenti, dei quali l’immigrazione rappresenta soltanto un aspetto.
The central migration issue in the European debate
The migration issue returns to the center of the European debate, after the request of Italy and Malta, which will bring the problem to the attention of the EU council of foreign ministers on July 15th. The intention would be to pass the examination of each individual case to find a mechanism capable of managing migration flows. This discussion will anticipate the same topic that will be dealt with after the informal meeting of interior ministers, scheduled in Helsinki on 18 and 19 July. The pressure of migratory traffic and the effects of the Dublin Treaty have created a profound inequality on the European coastal states, not only Italy and Malta, but also Greece and Spain, however the proximity of Libya and the effects of the ongoing civil war have generated a increased traffic to Rome and Valletta, creating dangerous political drifts and increasing the risks to the lives of migrants and the conditions to which they are subjected in Libyan detention centers, in addition to a significant increase in profits for human traffickers. In Italy the debate on immigration has been led to have as a central topic the activity of non-governmental organizations and their activity of patrolling the sea, which has led to numerous rescues of refugees on drifting vehicles. Laws have been created to hit these organizations, which are only partly responsible for the arrival of refugees, distracting public opinion from the complexity of the problem; in fact most of the arrivals are made up of refugees who arrive on Italian soil autonomously and with small boats, some of which do not make the entire crossing from the African shores, but are released from larger boats near the Italian coasts. The candidate of the presidency of the European Commission has emphasized that it is an obligation to rescue shipwrecked people and people in distress at sea, this affirmation, certainly acceptable, was supplemented by the awareness, for the candidate, of the difficulty of the coastal countries and the promise of a reform of the regulation on asylum seekers, a problem that must be addressed by all European countries as a whole. The limitation to asylum seekers only is, however, only part of the problem, since the whole of immigration is represented, not only by those who flee from wars but also by climatic migrants, by those who flee from famines, by political persecuted and by economic migrants. It is a mass of people facing unspeakable suffering and suffering, against whose closure the closure of Europe is not enough. What Brussels has to put in place is a project of wider scope, capable of not limiting itself to managing the reception, but also to prevention, with targeted and concrete help. On the welcome side it is important to develop methodologies that have already been tried out in small ways, such as humanitarian corridors, which can guarantee to avoid the dangers of travel, can eliminate the revenues of traffickers and therefore their re-use in the financing of dangerous activities such as terrorist and even political threats to Europe from those states that have often used the weapon of migrants as a blackmailing tool. These solutions can be implemented in a short or medium term, if Europe has the necessary strength to impose its decisions on the division of refugee quotas even to those who until now have proved unruly, by reducing or canceling contributions. communities, on which Eastern European countries have built their economic growth. Certainly a necessary step is the revision of the Dublin treaty, which is unfair, because it penalizes the countries closest to the starting points of the migratory flows. In a medium-long period it is important to draw up a concrete aid plan that allows real redistributive economic growth in those countries that represent the major contributors of people who feed migratory flows. The difficulty is real, because in many African countries corruption is high and the political structures are anything but consolidated. The starting point may be to eradicate the famines, to create the conditions for the decline of some immigrants; the essential thing to do is that the European Union achieves a cohesion and a level of international authority, which have so far been lacking. The new European bodies must first of all start from these points for the solution of the most urgent problems, of which immigration is only one aspect.
El tema central de la migración en el debate europeo.
El tema de la migración vuelve al centro del debate europeo, después de la solicitud de Italia y Malta, que llamará la atención del Consejo de Ministros de Asuntos Exteriores de la UE el 15 de julio. La intención sería pasar el examen de cada caso individual para encontrar un mecanismo capaz de gestionar los flujos migratorios. Esta discusión anticipará el mismo tema que se tratará después de la reunión informal de ministros del interior, programada en Helsinki los días 18 y 19 de julio. La presión del tráfico migratorio y los efectos del Tratado de Dublín han creado una profunda desigualdad en los estados costeros europeos, no solo Italia y Malta, sino también Grecia y España; sin embargo, la proximidad de Libia y los efectos de la guerra civil en curso han generado un el aumento del tráfico a Roma y La Valeta, creando peligrosas desviaciones políticas e incrementando los riesgos para la vida de los migrantes y las condiciones a las que son sometidos en los centros de detención de Libia, además de un aumento significativo en las ganancias para los traficantes de personas. En Italia, el debate sobre la inmigración ha tenido como tema central la actividad de las organizaciones no gubernamentales y su actividad de patrullar el mar, que ha llevado a numerosos rescates de refugiados en vehículos a la deriva. Se han creado leyes para golpear a estas organizaciones, que solo son en parte responsables de la llegada de refugiados, lo que distrae a la opinión pública de la complejidad del problema; de hecho, la mayoría de las llegadas están formadas por refugiados que llegan a tierras italianas de manera autónoma y con botes pequeños, algunos de los cuales no hacen todo el cruce desde las costas africanas, pero son liberados de barcos más grandes cerca de las costas italianas. El candidato a la presidencia de la Comisión Europea ha enfatizado que es una obligación rescatar a las personas naufragadas y a las personas en peligro en el mar, esta afirmación, ciertamente aceptable, se complementó con la conciencia, para el candidato, de la dificultad de los países costeros y la promesa de una La reforma del reglamento sobre los solicitantes de asilo, un problema que debe ser abordado por todos los países europeos en su conjunto. Sin embargo, la limitación para los solicitantes de asilo es solo una parte del problema, ya que toda la inmigración está representada, no solo por los que huyen de las guerras, sino también por los migrantes climáticos, por los que huyen de las hambrunas, por la persecución política y Por los migrantes económicos. Es una masa de personas que se enfrentan a sufrimientos indescriptibles, contra quienes no es suficiente el cierre de Europa. Lo que Bruselas tiene que poner en práctica es un proyecto de mayor alcance, capaz de no limitarse a gestionar la recepción, sino también a la prevención, con ayuda específica y concreta. Por el lado positivo, es importante desarrollar metodologías que ya hayan sido probadas de manera pequeña, como los corredores humanitarios, que pueden garantizar evitar los peligros de los viajes, pueden eliminar los ingresos de los traficantes y, por lo tanto, su reutilización en la financiación de actividades peligrosas como el terrorismo y hasta Amenazas políticas para Europa de aquellos estados que a menudo han usado el arma de los migrantes como una herramienta de chantaje. Estas soluciones se pueden implementar a corto o mediano plazo, si Europa tiene la fortaleza necesaria para imponer sus decisiones sobre la división de las cuotas de refugiados, incluso para aquellos que hasta ahora han demostrado ser ingobernables, al reducir o cancelar las contribuciones. comunidades en las que los países de Europa del Este han construido su crecimiento económico. Ciertamente, un paso necesario es la revisión del tratado de Dublín, que es injusto, porque penaliza a los países más cercanos a los puntos de partida de los flujos migratorios. En un período de mediano a largo es importante elaborar un plan de ayuda concreto que permita un crecimiento económico redistributivo real en aquellos países que representan a los principales contribuyentes de las personas que alimentan los flujos migratorios. La dificultad es real, porque en muchos países africanos la corrupción es alta y las estructuras políticas no están consolidadas. El punto de partida puede ser erradicar las hambrunas, crear las condiciones para el declive de algunos inmigrantes; Lo esencial a hacer es que la Unión Europea logre una cohesión y un nivel de autoridad internacional, que hasta ahora ha faltado. Los nuevos organismos europeos deben comenzar, en primer lugar, desde estos puntos para resolver los problemas más urgentes, de los cuales la inmigración es solo un aspecto.
Das zentrale Migrationsproblem in der europäischen Debatte
Die Migrationsfrage rückt nach Aufforderung Italiens und Maltas wieder in den Mittelpunkt der europäischen Debatte, die den EU-Außenministerrat am 15. Juli auf das Problem aufmerksam machen wird. Die Absicht wäre, die Prüfung jedes Einzelfalls zu bestehen, um einen Mechanismus zu finden, der in der Lage ist, Migrationsströme zu verwalten. Diese Diskussion wird dasselbe Thema vorwegnehmen, das nach dem informellen Treffen der Innenminister am 18. und 19. Juli in Helsinki behandelt wird. Der Druck des Migrationsverkehrs und die Auswirkungen des Vertrags von Dublin haben zu einer tiefgreifenden Ungleichheit in den europäischen Küstenstaaten geführt, nicht nur in Italien und Malta, sondern auch in Griechenland und Spanien. Die Nähe zu Libyen und die Auswirkungen des anhaltenden Bürgerkriegs haben jedoch zu einer starken Ungleichheit geführt Der Verkehr nach Rom und Valletta nahm zu, was zu gefährlichen politischen Verwerfungen führte und das Risiko für das Leben von Migranten und die Bedingungen, denen sie in libyschen Haftanstalten ausgesetzt sind, sowie eine erhebliche Steigerung der Gewinne für Menschenhändler erhöhte. In Italien wurde die Zuwanderungsdebatte zu einem zentralen Thema der Tätigkeit von Nichtregierungsorganisationen und ihrer Patrouille auf dem Meer gemacht, was zu zahlreichen Rettungen von Flüchtlingen mit treibenden Fahrzeugen geführt hat. Es wurden Gesetze für diese Organisationen erlassen, die nur teilweise für die Ankunft von Flüchtlingen verantwortlich sind und die öffentliche Meinung von der Komplexität des Problems ablenken. Tatsächlich besteht der größte Teil der Ankömmlinge aus Flüchtlingen, die autonom und mit kleinen Booten auf italienischem Boden ankommen, von denen einige nicht die gesamte Überfahrt von der afrikanischen Küste aus machen, sondern von größeren Booten in der Nähe der italienischen Küste befreit werden. Der Kandidat des Ratsvorsitzes der Europäischen Kommission hat betont, dass es eine Verpflichtung zur Rettung von Schiffbrüchigen und Menschen in Seenot ist. Diese mit Sicherheit akzeptable Behauptung wurde durch das Bewusstsein des Kandidaten für die Schwierigkeit der Küstenländer und das Versprechen einer Katastrophe ergänzt Reform der Verordnung über Asylbewerber, ein Problem, das von allen europäischen Ländern als Ganzes angegangen werden muss. Die Beschränkung auf Asylsuchende ist jedoch nur ein Teil des Problems, da die gesamte Einwanderung nicht nur von Kriegsflüchtlingen, sondern auch von Klimaflüchtlingen, Hungersnotflüchtlingen, politisch Verfolgten und Flüchtlingen vertreten wird von Wirtschaftsmigranten. Es ist eine Masse von Menschen, die mit unaussprechlichem Leiden und Leiden konfrontiert sind, gegen deren Schließung die Schließung Europas nicht ausreicht. Was Brüssel umsetzen muss, ist ein umfassenderes Projekt, das sich nicht nur auf die Verwaltung des Empfangs, sondern auch auf die Prävention mit gezielter und konkreter Hilfe beschränken kann. Auf der Begrüßungsseite ist es wichtig, Methoden zu entwickeln, die bereits in geringem Umfang erprobt wurden, wie zum Beispiel humanitäre Korridore, mit denen die Gefahren des Reisens vermieden, die Einnahmen von Menschenhändlern beseitigt und deren Wiederverwendung bei der Finanzierung gefährlicher Aktivitäten wie Terrorismus und sogar politische Bedrohungen für Europa durch jene Staaten, die die Waffe von Migranten häufig als Erpressungsinstrument eingesetzt haben. Diese Lösungen können kurz- oder mittelfristig umgesetzt werden, wenn Europa die nötige Kraft hat, um Entscheidungen über die Aufteilung der Flüchtlingsquoten auch jenen aufzuzwingen, die sich bisher als widerspenstig erwiesen haben, indem Beiträge gekürzt oder gestrichen werden. Gemeinschaften, auf denen die osteuropäischen Länder ihr Wirtschaftswachstum aufgebaut haben. Ein notwendiger Schritt ist sicherlich die Überarbeitung des Vertrags von Dublin, die unfair ist, da sie die Länder benachteiligt, die sich am nächsten an den Ausgangspunkten der Migrationsströme befinden. In einem mittel- bis langfristigen Zeitraum ist es wichtig, einen konkreten Hilfsprogramm zu erstellen, der ein reales umverteilendes Wirtschaftswachstum in den Ländern ermöglicht, in denen die Menschen, die die Migrationsströme ernähren, den größten Beitrag leisten. Die Schwierigkeit ist real, weil in vielen afrikanischen Ländern die Korruption hoch ist und die politischen Strukturen alles andere als konsolidiert sind. Der Ausgangspunkt könnte darin bestehen, die Hungersnöte auszurotten und die Voraussetzungen für den Niedergang einiger Einwanderer zu schaffen. Das Wesentliche dabei ist, dass die Europäische Union einen Zusammenhalt und ein Maß an internationaler Autorität erreicht, die bisher fehlten. Die neuen europäischen Gremien müssen zuallererst von diesen Punkten ausgehen, um die dringendsten Probleme zu lösen, von denen die Einwanderung nur ein Aspekt ist.
La question centrale de la migration dans le débat européen
La question des migrations revient au centre du débat européen, à la suite des demandes de l'Italie et de Malte, qui porteront le problème à l'attention du Conseil des ministres des Affaires étrangères de l'UE le 15 juillet. L'intention serait de réussir l'examen de chaque cas individuel pour trouver un mécanisme capable de gérer les flux migratoires. Cette discussion anticipera sur le même sujet qui sera traité après la réunion informelle des ministres de l'Intérieur, prévue à Helsinki les 18 et 19 juillet. La pression du trafic migratoire et les effets du traité de Dublin ont créé une profonde inégalité sur les États côtiers européens, non seulement l'Italie et Malte, mais également la Grèce et l'Espagne, mais la proximité de la Libye et les effets de la guerre civile en cours ont généré une augmentation du trafic à destination de Rome et de La Valette, créant de dangereuses dérives politiques et augmentant les risques pour la vie des migrants et les conditions dans lesquelles ils sont soumis dans les centres de détention libyens, ainsi qu'une augmentation significative des bénéfices pour les trafiquants d'êtres humains. En Italie, le débat sur l'immigration a eu pour thème central l'activité des organisations non gouvernementales et leur activité de patrouille en mer, qui ont conduit à de nombreux sauvetages de réfugiés sur des véhicules à la dérive. Des lois ont été créées pour frapper ces organisations, qui ne sont que partiellement responsables de l’arrivée de réfugiés, distrayant l’opinion publique de la complexité du problème; En fait, la plupart des arrivants sont constitués de réfugiés qui arrivent sur le sol italien de manière autonome et avec de petits bateaux, dont certains ne franchissent pas la totalité de la côte africaine mais sont libérés de plus gros bateaux près des côtes italiennes. Le candidat à la présidence de la Commission européenne a souligné qu'il est du devoir de sauver les naufragés et les personnes en détresse en mer. Cette affirmation, certes acceptable, a été complétée par la prise de conscience, pour le candidat, de la difficulté des pays côtiers et la promesse d'un réforme du règlement sur les demandeurs d'asile, un problème qui doit être traité par l'ensemble des pays européens. La limitation aux seuls demandeurs d’asile n’est cependant qu’une partie du problème, car l’ensemble de l’immigration est représenté non seulement par ceux qui fuient les guerres, mais également par les migrants climatiques, par ceux qui fuient les famines, par les persécutés politiques et les victimes de la guerre. par les migrants économiques. C'est une masse de gens qui doivent faire face à des souffrances indescriptibles et contre lesquelles la fermeture de l'Europe ne suffit pas. Ce que Bruxelles doit mettre en place, c'est un projet de portée plus large, capable de ne pas se limiter à la gestion de l'accueil, mais également à la prévention, avec une aide ciblée et concrète. Du point de vue de l’accueil, il est important d’élaborer des méthodologies déjà expérimentées, telles que les corridors humanitaires, qui permettent d’éviter les dangers des voyages, peuvent éliminer les revenus des trafiquants et, partant, leur réutilisation pour le financement d’activités dangereuses menaces politiques pour l'Europe émanant des États qui ont souvent utilisé l'arme des migrants comme outil de chantage. Ces solutions peuvent être mises en œuvre à court ou à moyen terme, si l'Europe dispose de la force nécessaire pour imposer ses décisions en matière de partage des quotas de réfugiés, même à ceux qui jusqu'à présent se sont montrés indisciplinés, en réduisant ou en annulant les contributions. communautés sur lesquelles les pays d’Europe de l’Est ont construit leur croissance économique. La révision du traité de Dublin, qui est injuste, est certainement une étape nécessaire car elle pénalise les pays les plus proches du point de départ des flux migratoires. À moyen et long terme, il est important d’élaborer un plan d’aide concret qui permette une réelle croissance économique redistributive dans les pays qui constituent les principaux contributeurs de personnes qui alimentent les flux migratoires. La difficulté est réelle, car dans de nombreux pays africains, la corruption est élevée et les structures politiques sont tout sauf consolidées. Le point de départ peut être d'éradiquer les famines, de créer les conditions du déclin de certains immigrants; L'essentiel est que l'Union européenne réalise une cohésion et un niveau d'autorité internationale qui faisaient défaut jusqu'à présent. Les nouveaux organismes européens doivent tout d'abord partir de ces points pour résoudre les problèmes les plus urgents, dont l'immigration n'est qu'un aspect.
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