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venerdì 22 novembre 2019

العواقب الدولية المحتملة لأزمة هونغ كونغ

يؤدي تطور احتجاجات هونغ كونغ مباشرة إلى أزمة بين الولايات المتحدة والصين ، مما أدى إلى تدهور العلاقات الثنائية ، مع ما يترتب على ذلك من عواقب تجارية مباشرة. البرلمان الأمريكي ، في الواقع ، بصدد الموافقة على قانون يتعلق باحترام حقوق الإنسان في المستعمرة البريطانية السابقة. بدون ضمان احترام حقوق الإنسان ، ستعاقب الولايات المتحدة هونغ كونغ واقتصادها الذي يتمتع بمكانة خاصة مع واشنطن. ينص هذا القانون ، في الواقع ، على مراجعة دورية لهذا الوضع بالذات ، والمتصلة بالمزايا الاقتصادية ، في حالة انتهاك حقوق الإنسان وكذلك العقوبات ضد سلطات هونغ كونغ والصين ، بالإضافة إلى حظر مبيعات الشركات الأمريكية المنتجات التي يمكن استخدامها في قمع المظاهرات ، مثل الرصاص المطاطي أو البنادق الكهربائية. كان رد فعل بكين بكلمات شديدة القسوة على احتمال دخول هذا القانون حيز التنفيذ ، ولكن في الممارسة العملية ، اقتصر التهديد على فرض عقوبات غير محددة ، مما يدل على أنه لم يتوقع شدة المبادرة الأمريكية. لطالما اتهمت الصين الأمريكيين بإثارة الاحتجاجات في هونغ كونغ ، لكن مثل هذا التدخل في سياستهم الداخلية لم يحدث أبدًا ، وعلى الرغم من الافتقار الأولي إلى الاستعداد ، لا يمكن أن تقتصر بكين على المعاناة السلبية لعمل واشنطن ؛ ومع ذلك ، فإن الحكومة الصينية في وضع غير مريح للغاية ، وهونغ كونغ لديها بقعة إعلامية لا يمكن أن تسمح للقمع الذي ألحقته الصين بالمسلمين الصينيين مع الإفلات من العقاب ، حتى لو كانت نية حل القضية بهذا المعنى. بالنسبة للصين ، لا شك أن هذا وضع جديد ، لأنه لا يتمتع بحرية كاملة للعمل على أرض ما ، رغم أنها بترتيب مختلف ، فهي جزء من سيادتها. يبدو من المستحيل ألا نلاحظ كيف أدارت بكين الوضع بشكل سيء قبل الاحتجاجات وكذلك في المرحلة الحالية ، وهي علامة على الارتجال الذي يشير إلى عجز حقيقي عن التحرك خارج حدود البر الرئيسي للصين ، محميًا بقواعد النظام الديكتاتوري الحالي. لا يمكن حل الوضع إلا من خلال الحوار ، لكن هذا سيعني نوعًا من الانهيار للحكومة المركزية في مواجهة خصوم آخرين موجودين في القارة وقد يفتح إمكانيات ملموسة لمنطقة الانشقاق. ثم هناك السؤال الاقتصادي ، الذي كان حتى الآن أول فكرة للحكام الصينيين: معضلةهم هي ما إذا كان يجب التضحية بالنمو الاقتصادي من أجل التضامن السياسي أم العكس. إذا كان الغرب ، وهو الجزء الغني من الكوكب ، لم يشكك حتى الآن في قمع المسلمين ، فلن يكون بوسع هونج كونج اتخاذ موقف مماثل والدوران السلبي الذي يخاطر بإثارته ، نتيجة للعقوبات والرقابة على الصين ، سوف تكون قادرة على طرح مشكلة بكين تجاه أي جانب لتوجيه. هل يمكن أن يكون وضع الصين التي تحافظ على نظامها في هونغ كونغ ، من خلال القمع العنيف ، ولكن في الوقت نفسه لا يعاقب عليها في الجانب الاقتصادي ، ذا مصداقية؟ يبدو هذا الوضع مستحيلًا ، لأنه أيضًا من المستحيل على الولايات المتحدة ألا تستفيد من هذه المناسبة التي انزلقت فيها بكين بنفسها. على الرغم من أن الصين تتصرف ، فإنها ستخسر شيئًا وفي ووشينتون يدركون ذلك جيدًا: بالنسبة للولايات المتحدة الأمريكية ، يمكن أن تكون قصة هونج كونج وسيلة للحد من الصين ، وخاصة في الغرب ، حيث تحاول بكين ، من خلال استثمارات ضخمة ، تقويض النفوذ الأمريكي. من ناحية أخرى ، صحيح أيضًا أن الديمقراطيات الغربية تحيط علما بأن النظير الصيني يحكمه نظام لا يتوافق تمامًا مع قيمها ويؤجل القمع في منطقة كانت الديمقراطية حتى وقت قريب يجب أن تؤدي إلى التفكير و الانعكاسات التي يمكن أن تتجاوز الراحة الاقتصادية. من خلال هذه المواضيع ، ستكون الولايات المتحدة قادرة على الضغط على الدول الغربية وخاصة الأوروبية لتنفيذ استراتيجية لمكافحة الصين دوليا. هذا هو السبب في أن هونج كونج ستعني الكثير بالنسبة للتوازنات العالمية.

mercoledì 20 novembre 2019

La politica USA sulle colonie israeliane cambia direzione

Quanto dichiarato dal Segretario di stato americano, circa la legittimità delle colonie israeliane sul territorio palestinese, segna una deviazione significativa della politica estera americana in quanto va sancisce e legittima una posizione in palese violazione del diritto internazionale. Nonostante che gli Stati Uniti si siano premurati di dichiarare che questa nuova posizione non costituisce un precedente, nella realtà Washington crea la variazione di una situazione, che nonostante la violazione israeliana, era stata regolata in maniera ufficiale tramite il diritto internazionale e che lo stesso dipartimento di stato americano, tramite un parere legale ufficiale, aveva ritenuto valido fin dal 1978. Su quel parere legale il paese statunitense aveva basato la sua politica estera relativa alla materia degli insediamenti di Tel Aviv nei territori che erano stati conquistati dal conflitto del 1967. Dal punto di vista politico è l’ennesimo comportamento ambiguo di Trump, che non riesce a dotarsi di quel carattere istituzionale necessario per dirigere un paese e che ne denota l’assoluta inaffidabiltà sul piano internazionale, come già dimostrato con l’abbandono degli alleati curdi. L’intenzione del presidente USA è, senza dubbio, quella di favorire Benjamin Netanyahu, un politico con il quale Trump ha molte affinità, ma che risulta in grave crisi dopo le ultime due elezioni, che hanno bloccato il paese israeliano. Non è dato sapere se la mossa di Trump possa aiutare effettivamente l’ex premier di Tel Aviv, mentre è sicuramente certa la critica della comunità internazionale, con possibili ripercussioni, politiche e commerciali, anche su Israele, e l’atteggiamento di profonda ostilità dei palestinesi. D’altro canto affermare che l’insediamento delle colonie non rappresenta una contrarietà al diritto internazionale e, nello stesso tempo, dire che gli USA non intendono prendere una posizione sullo status dei territori occupati, che è lasciato al negoziato israelo-palestinese, rappresenta una contraddizione in termini, che denuncia tutta l’approssimazione ed il dilettantismo dell’amministrazione americana. Bisogna ricordare che la questione palestinese, pur affinacata da altre emergenze internazionali, rimane centrale nello scenario diplomatico mondiale e fondamentale per gli equilibri regionali; ma questa dichiarazione contribuisce ad allontanare la soluzione dei due stati, che è probabilmente temuta da Washington. Forse gli USA di Trump temono che uno stato palestinese autonomo possa rappresentare un pericolo maggiore per Israele e la politica americana ed allontanano così questa soluzione, appoggiando uno stato che infrange il diritto internazionale. Questa soluzione può essere funzionale al mandato dell’attuale presidente americano, cioè sul breve periodo, ma sul lungo periodo lascia uno stato di cose che non prevede soluzioni e, nell’immediato, spinge i palestinesi verso atti di violenza e possibili alleanze pericolose per gli equilibri regionali. L’indirizzo che viene dato alla questione rischia di peggiorare le cose per le due parti, mentre la credibilità americana è ormai definitivamente compromessa e con la parzialità esperessa nella dichiarazione a favore degli israeliani, gli USA si pongono al di fuori del processo di pace, perchè non più imparziali. Una delle ragioni di questa svolta potebbero essere le esigenze elettorali di Trump, che dopo le recenti sconfitte elettorali, tenterebbe di recuperare l’appoggio dell’influente comunità ebraica statunitense, che, dai sondaggi, sembra propendere per il partito democratico. In ogni caso, qualunque sia la ragione, la mossa di dare legittimità alle colonie israeliane sacrifica anni di prestigio internazionale per la politica americana e conferma i dubbi per una amministrazione che è senza un indirizzo sicuro e certo grazie all’assenza di un progetto con una visione ampia sulle dinamiche internazionali e che si muove in maniera sclerotica e funzionale soltanto ad esigenze del momento. Con queste caratteristiche il ruolo di prima potenza mondiale può essere sostenuto soltanto dalla capacità militare ed economica, ma solo con queste caratteristiche gli USA si adeguano alla Cina e perdono credibilità e prestigio, qualità essenziali per per essere il soggetto mondiale di maggiore rilevanza.

US policy on Israeli settlements changes direction

As stated by the US Secretary of State, regarding the legitimacy of Israeli settlements on Palestinian territory, marks a significant deviation of American foreign policy as it establishes and legitimizes a position in clear violation of international law. Despite the fact that the United States has taken care to declare that this new position does not constitute a precedent, in reality Washington creates the variation of a situation, which despite the Israeli violation, had been regulated in an official manner through international law and that the same department American state, through an official legal opinion, had considered valid since 1978. On that legal opinion the US country had based its foreign policy on the matter of the settlements of Tel Aviv in the territories that had been conquered by the 1967 conflict. political point of view is yet another ambiguous behavior of Trump, who fails to equip himself with the institutional character necessary to run a country and which denotes its absolute unreliability on the international level, as already demonstrated with the abandonment of the Kurdish allies. The intention of the US president is, without doubt, to favor Benjamin Netanyahu, a politician with whom Trump has many affinities, but who is in serious crisis after the last two elections, which have blocked the Israeli country. It is not known whether Trump's move can actually help the former prime minister of Tel Aviv, while the criticism of the international community is certainly certain, with possible political and commercial repercussions, including on Israel, and the attitude of profound hostility of the Palestinian. On the other hand, to affirm that the settlement of the colonies does not represent an opposition to international law and, at the same time, to say that the USA does not intend to take a position on the status of the occupied territories, which is left to the Israeli-Palestinian negotiations, represents a contradiction in terms, which denounces all the approximation and dilettantism of the American administration. It must be remembered that the Palestinian question, although associated with other international emergencies, remains central in the world diplomatic scenario and fundamental for regional balances; but this declaration helps to push back the two-state solution, which is probably feared by Washington. Perhaps the USA of Trump fear that an autonomous Palestinian state may represent a greater danger to Israel and American politics and thus remove this solution, supporting a state that breaks international law. This solution may be functional to the mandate of the current American president, that is, in the short term, but in the long run leaves a state of affairs that does not provide solutions and, immediately, pushes the Palestinians towards acts of violence and possible dangerous alliances for the regional balances. The address given to the question risks making things worse for the two sides, while American credibility is now definitively compromised and with the partiality expressed in the declaration in favor of the Israelis, the US places itself outside the peace process, because no longer impartial. One of the reasons for this change could be the electoral needs of Trump, who after the recent electoral defeats would try to recover the support of the influential US Jewish community, which, according to the polls, seems to favor the Democratic party. In any case, whatever the reason, the move to give legitimacy to the Israeli colonies sacrifices years of international prestige for American politics and confirms the doubts for an administration that is without a secure and certain address thanks to the absence of a project with a broad view on international dynamics and that moves sclerotic and functional only to the needs of the moment. With these characteristics the role of the first world power can be sustained only by military and economic capacity, but only with these characteristics does the USA adapt to China and lose credibility and prestige, essential qualities for being the most important global subject.

La política estadounidense sobre los asentamientos israelíes cambia de dirección

Según lo declarado por el Secretario de Estado de los Estados Unidos, con respecto a la legitimidad de los asentamientos israelíes en territorio palestino, marca una desviación significativa de la política exterior estadounidense, ya que establece y legitima una posición en clara violación del derecho internacional. A pesar de que Estados Unidos se ha preocupado de declarar que esta nueva posición no constituye un precedente, en realidad Washington crea la variación de una situación que, a pesar de la violación israelí, se había regulado de manera oficial a través del derecho internacional y que el mismo departamento El estado estadounidense, a través de una opinión legal oficial, se había considerado válido desde 1978. En esa opinión legal, el país estadounidense había basado su política exterior en el asunto de los asentamientos de Tel Aviv en los territorios que habían sido conquistados por el conflicto de 1967. El punto de vista político es otro comportamiento ambiguo de Trump, que no se equipa con el carácter institucional necesario para dirigir un país y que denota su absoluta falta de fiabilidad a nivel internacional, como ya se demostró con el abandono de los aliados kurdos. La intención del presidente de Estados Unidos es, sin duda, favorecer a Benjamin Netanyahu, un político con el que Trump tiene muchas afinidades, pero que está en una grave crisis después de las últimas dos elecciones, que han bloqueado al país israelí. No se sabe si la medida de Trump realmente puede ayudar al ex primer ministro de Tel Aviv, mientras que las críticas a la comunidad internacional son ciertamente ciertas, con posibles repercusiones políticas y comerciales, incluso en Israel, y la actitud de profunda hostilidad de la comunidad. palestina. Por otro lado, afirmar que el asentamiento de las colonias no representa una oposición al derecho internacional y, al mismo tiempo, decir que Estados Unidos no tiene la intención de tomar una posición sobre el estado de los territorios ocupados, que se deja a las negociaciones israelo-palestinas, representa un contradicción en los términos, que denuncia toda la aproximación y diletantismo de la administración estadounidense. Debe recordarse que la cuestión palestina, aunque está asociada con otras emergencias internacionales, sigue siendo central en el escenario diplomático mundial y fundamental para los equilibrios regionales; pero esta declaración ayuda a retrasar la solución de dos estados, que probablemente sea temida por Washington. Quizás los EE. UU. De Trump temen que un estado palestino autónomo pueda representar un mayor peligro para la política israelí y estadounidense y, por lo tanto, eliminar esta solución, apoyando a un estado que infringe el derecho internacional. Esta solución puede ser funcional al mandato del actual presidente estadounidense, es decir, a corto plazo, pero a la larga deja un estado de cosas que no proporciona soluciones e, inmediatamente, empuja a los palestinos hacia actos de violencia y posibles alianzas peligrosas para el saldos regionales. La dirección dada a la pregunta corre el riesgo de empeorar las cosas para las dos partes, mientras que la credibilidad estadounidense ahora está definitivamente comprometida y con la parcialidad expresada en la declaración a favor de los israelíes, Estados Unidos se coloca fuera del proceso de paz, porque ya no es imparcial. Una de las razones de este cambio podrían ser las necesidades electorales de Trump, quien después de las recientes derrotas electorales trataría de recuperar el apoyo de la influyente comunidad judía de Estados Unidos, que, según las encuestas, parece favorecer al partido demócrata. En cualquier caso, cualquiera sea la razón, el movimiento para dar legitimidad a las colonias israelíes sacrifica años de prestigio internacional para la política estadounidense y confirma las dudas de una administración que no tiene una dirección segura y segura gracias a la ausencia de un proyecto con un Visión amplia de la dinámica internacional y que se mueve esclerótica y funcional solo a las necesidades del momento. Con estas características, el papel de la primera potencia mundial puede ser sostenido solo por la capacidad militar y económica, pero solo con estas características Estados Unidos se adapta a China y pierde credibilidad y prestigio, cualidades esenciales para ser el sujeto global más importante.

Die US-Politik in Bezug auf israelische Siedlungen ändert die Richtung

Wie der US-Außenminister in Bezug auf die Legitimität israelischer Siedlungen auf palästinensischem Gebiet feststellt, stellt dies eine erhebliche Abweichung der amerikanischen Außenpolitik dar, da eine Position in klarer Verletzung des Völkerrechts begründet und legitimiert wird. Trotz der Tatsache, dass die Vereinigten Staaten sorgfältig erklärt haben, dass diese neue Position keinen Präzedenzfall darstellt, schafft Washington in Wirklichkeit die Variation einer Situation, die trotz des israelischen Verstoßes auf offizielle Weise durch internationales Recht geregelt worden war und dass dieselbe Abteilung Der amerikanische Staat galt nach einem offiziellen Rechtsgutachten seit 1978 als gültig. Nach diesem Rechtsgutachten hatte das US-amerikanische Land seine Außenpolitik auf die Siedlungen von Tel Aviv in den vom Konflikt von 1967 eroberten Gebieten gestützt. Der politische Standpunkt ist ein weiteres zweideutiges Verhalten von Trump, der sich nicht mit dem institutionellen Charakter ausstattet, der für die Führung eines Landes erforderlich ist, und der seine absolute Unzuverlässigkeit auf internationaler Ebene anzeigt, wie bereits mit dem Abzug der kurdischen Verbündeten gezeigt wurde. Der US-Präsident beabsichtigt zweifellos, Benjamin Netanjahu zu bevorzugen, einen Politiker, mit dem Trump viele Affinitäten hat, der sich jedoch nach den letzten beiden Wahlen, die das israelische Land blockiert haben, in einer schweren Krise befindet. Es ist nicht bekannt, ob Trumps Schritt tatsächlich dem ehemaligen Premierminister von Tel Aviv helfen kann, während die Kritik an der internationalen Gemeinschaft mit Sicherheit mit möglichen politischen und kommerziellen Auswirkungen, einschließlich auf Israel, und der Haltung der tiefgreifenden Feindseligkeit der Vereinigten Staaten von Amerika einhergeht Palästinenser. Auf der anderen Seite zu behaupten, dass die Ansiedlung der Kolonien keinen Widerspruch gegen das Völkerrecht darstellt und gleichzeitig zu sagen, dass die USA nicht die Absicht haben, eine Position zum Status der besetzten Gebiete einzunehmen, die den israelisch-palästinensischen Verhandlungen überlassen bleibt, ist ein Widerspruch in Begriffen, der alle Annäherung und Dilettantismus der amerikanischen Regierung anprangert. Es muss daran erinnert werden, dass die palästinensische Frage, auch wenn sie mit anderen internationalen Notfällen in Verbindung gebracht wird, im weltweiten diplomatischen Szenario von zentraler Bedeutung bleibt und für regionale Gleichgewichte von grundlegender Bedeutung ist. Aber diese Erklärung hilft, die Zwei-Staaten-Lösung, die Washington wahrscheinlich befürchtet, zurückzudrängen. Vielleicht befürchten die USA von Trump, dass ein autonomer palästinensischer Staat eine größere Gefahr für die israelische und amerikanische Politik darstellt, und entfernen diese Lösung, indem sie einen Staat unterstützen, der gegen das Völkerrecht verstößt. Diese Lösung mag für das Mandat des derzeitigen amerikanischen Präsidenten zweckmäßig sein, das heißt, auf kurze Sicht, aber auf lange Sicht bleibt ein Zustand, der keine Lösungen bietet und die Palästinenser sofort zu Gewaltakten und möglichen gefährlichen Allianzen für die Palästinenser drängt regionale Bilanzen. Die Antwort auf die Frage könnte die Lage für beide Seiten verschlechtern, während die amerikanische Glaubwürdigkeit nun endgültig gefährdet ist und sich die USA mit der in der Erklärung zugunsten der Israelis zum Ausdruck gebrachten Befangenheit außerhalb des Friedensprozesses befinden. weil nicht mehr unparteiisch. Einer der Gründe für diese Änderung könnte das Wahlbedürfnis von Trump sein, der nach den jüngsten Wahlniederlagen versuchen würde, die Unterstützung der einflussreichen jüdischen Gemeinde in den USA wiederzugewinnen, die den Umfragen zufolge die Demokratische Partei zu bevorzugen scheint. Wie auch immer, der Schritt, den israelischen Kolonien Legitimität zu verleihen, opfert jahrelanges internationales Prestige für die amerikanische Politik und bestätigt die Zweifel an einer Regierung, die aufgrund des Fehlens eines Projekts mit einer sicheren Adresse keine sichere Adresse hat breiter blick auf die internationale dynamik und das bewegt sich sklerotisch und funktional nur auf die bedürfnisse des augenblicks. Mit diesen Merkmalen kann die Rolle der Ersten Weltmacht nur durch militärische und wirtschaftliche Kapazitäten aufrechterhalten werden, aber nur mit diesen Merkmalen passen sich die USA China an und verlieren Glaubwürdigkeit und Prestige, wesentliche Eigenschaften, um das wichtigste globale Thema zu sein.

La politique américaine sur les colonies israéliennes change de direction

Comme l’a déclaré le secrétaire d’État américain, en ce qui concerne la légitimité des colonies de peuplement israéliennes sur le territoire palestinien, il s’agit d’une déviation importante de la politique étrangère américaine qui établit et légitimise une position en violation flagrante du droit international. Bien que les États-Unis aient pris soin de déclarer que cette nouvelle position ne constituait pas un précédent, Washington crée en réalité la variation d'une situation qui, malgré la violation israélienne, avait été réglementée de manière officielle par le droit international et que le même département L’État américain, par un avis juridique officiel, est considéré comme valide depuis 1978. Sur cet avis juridique, le pays américain avait fondé sa politique étrangère sur la question des colonies de peuplement de Tel-Aviv sur les territoires conquis par le conflit de 1967. Le point de vue politique est un autre comportement ambigu de Trump, qui ne s’est pas doté du caractère institutionnel nécessaire pour diriger un pays et qui dénote son manque absolu de fiabilité sur le plan international, comme cela a déjà été démontré avec l’abandon des alliés kurdes. L'intention du président américain est, sans aucun doute, de favoriser Benjamin Netanyahu, un homme politique avec lequel Trump a de nombreuses affinités, mais qui connaît une grave crise après les deux dernières élections, qui bloquent le pays israélien. On ignore si le geste de Trump peut réellement aider l'ancien Premier ministre de Tel-Aviv, alors que les critiques de la communauté internationale sont certainement certaines, avec de possibles répercussions politiques et commerciales, y compris sur Israël, et l'attitude d'une profonde hostilité de la part du gouvernement. palestinien. Par ailleurs, affirmer que le règlement des colonies ne représente pas une opposition au droit international et, parallèlement, dire que les États-Unis n’entendent pas prendre position sur le statut des territoires occupés, laissé aux négociations israélo-palestiniennes, contradiction dans les termes, qui dénonce toute approximation et dilettantisme de l'administration américaine. Il convient de rappeler que la question palestinienne, bien que associée à d’autres urgences internationales, reste centrale dans le scénario diplomatique mondial et fondamentale pour les équilibres régionaux; mais cette déclaration contribue à repousser la solution des deux États, qui est probablement redoutée par Washington. Les États-Unis d’Amérique de Trump craignent peut-être qu’un État palestinien autonome ne représente un plus grand danger pour Israël et la politique américaine et supprime ainsi cette solution, en soutenant un État qui enfreint le droit international. Cette solution peut être fonctionnelle pour le mandat du président américain actuel, c'est-à-dire à court terme, mais laisse à long terme un état de fait qui ne fournit pas de solutions et, immédiatement, pousse les Palestiniens à des actes de violence et à de possibles alliances dangereuses pour les Etats-Unis. équilibres régionaux. L’adresse donnée à la question risque d’aggraver les choses pour les deux parties, alors que la crédibilité de l’Amérique est désormais définitivement compromise et que la partialité exprimée dans la déclaration en faveur des Israéliens a permis aux États-Unis de se placer en dehors du processus de paix, parce que plus impartial. Une des raisons de ce changement pourrait être les besoins électoraux de Trump qui, après les récentes défaites électorales, tenterait de récupérer le soutien de la communauté juive influente aux États-Unis, qui, selon les sondages, semble favoriser le parti démocrate. En tout état de cause, quelle qu'en soit la raison, le fait de légitimer les colonies israéliennes sacrifie des années de prestige international pour la politique américaine et confirme les doutes d'une administration sans adresse sûre et certaine grâce à l'absence de projet vision large sur la dynamique internationale et qui se déplace sclérosée et fonctionnelle uniquement aux besoins du moment. Avec ces caractéristiques, le rôle de la première puissance mondiale ne peut être maintenu que par la capacité militaire et économique, mais ce n’est qu’à ces caractéristiques que les États-Unis s’adaptent à la Chine et perdent leur crédibilité et leur prestige, qualités essentielles pour être le sujet mondial le plus important.

Política dos EUA sobre assentamentos israelenses muda de direção

Conforme declarado pelo Secretário de Estado dos EUA, em relação à legitimidade dos assentamentos israelenses no território palestino, marca um desvio significativo da política externa americana, pois estabelece e legitima uma posição em clara violação do direito internacional. Apesar de os Estados Unidos terem tomado o cuidado de declarar que essa nova posição não constitui um precedente, na realidade Washington cria a variação de uma situação que, apesar da violação de Israel, havia sido regulamentada de maneira oficial por meio do direito internacional e que o mesmo departamento O Estado americano, por meio de uma opinião legal oficial, considerava-se válido desde 1978. Nessa opinião legal, o país dos EUA havia baseado sua política externa na questão dos assentamentos de Tel Aviv nos territórios conquistados pelo conflito de 1967. O ponto de vista político é outro comportamento ambíguo de Trump, que falha em se equipar com o caráter institucional necessário para administrar um país e que denota sua absoluta falta de confiabilidade no nível internacional, como já demonstrado com o abandono dos aliados curdos. A intenção do presidente dos EUA é, sem dúvida, favorecer Benjamin Netanyahu, um político com quem Trump tem muitas afinidades, mas que está em séria crise após as duas últimas eleições, que bloquearam o país israelense. Não se sabe se a medida de Trump pode realmente ajudar o ex-primeiro ministro de Tel Aviv, enquanto as críticas à comunidade internacional são certamente certas, com possíveis repercussões políticas e comerciais, inclusive sobre Israel, e a atitude de profunda hostilidade do palestino. Por outro lado, afirmar que a colonização das colônias não representa uma oposição ao direito internacional e, ao mesmo tempo, afirmar que os EUA não pretendem se posicionar sobre o status dos territórios ocupados, que são deixados para as negociações israelense-palestinas, representa um contradição em termos, que denuncia toda a aproximação e diletantismo da administração americana. Deve-se lembrar que a questão palestina, embora associada a outras emergências internacionais, permanece central no cenário diplomático mundial e fundamental para o equilíbrio regional; mas esta declaração ajuda a adiar a solução de dois estados, que provavelmente é temida por Washington. Talvez os EUA de Trump temam que um estado palestino autônomo possa representar um perigo maior para Israel e a política americana e, assim, remover essa solução, apoiando um estado que viola o direito internacional. Essa solução pode ser funcional ao mandato do atual presidente americano, isto é, a curto prazo, mas a longo prazo deixa um estado de coisas que não fornece soluções e, imediatamente, empurra os palestinos para atos de violência e possíveis alianças perigosas para o saldos regionais. O endereço dado à pergunta corre o risco de piorar as coisas para os dois lados, enquanto a credibilidade americana está agora definitivamente comprometida e com a parcialidade expressa na declaração em favor dos israelenses, os EUA se colocam fora do processo de paz, porque não é mais imparcial. Uma das razões para essa mudança poderia ser as necessidades eleitorais de Trump, que após as recentes derrotas eleitorais tentariam recuperar o apoio da influente comunidade judaica dos EUA, que, segundo as pesquisas, parece favorecer o partido Democrata. De qualquer forma, qualquer que seja o motivo, a iniciativa de dar legitimidade às colônias israelenses sacrifica anos de prestígio internacional pela política americana e confirma as dúvidas de um governo sem endereço seguro e certo, graças à ausência de um projeto com visão ampla sobre a dinâmica internacional e que se move esclerótica e funcional apenas para as necessidades do momento. Com essas características, o papel da primeira potência mundial pode ser sustentado apenas pela capacidade militar e econômica, mas somente com essas características os EUA se adaptam à China e perdem credibilidade e prestígio, qualidades essenciais para ser o sujeito global mais importante.