إن استمرار المفاوضات لإدارة الوضع بعد خروج بريطانيا العظمى من الاتحاد الأوروبي مستمر مع اهتمام البرلمان الأوروبي الذي يظل حازمًا على طلبه بالتمكين من التصرف في النص النهائي في أسرع وقت ممكن ، حتى يتمكن من تقييم الجميع. الجوانب التقنية والقانونية لمسألة تعد بصعوبة فهمها حتى بالنسبة للبيروقراطيين الأكثر خبرة في بروكسل. بدون توفر النص النهائي ، يمكن تأجيل التصديق بعد 31 ديسمبر 2020 وبالتالي تجاوز شروط الاتفاقية الانتقالية ؛ في هذه الحالة ، ستصبح إمكانية التوصل إلى اتفاق نهائي أكثر واقعية وستكون العلاقات بين الطرفين محكومة باتفاقية التجارة العالمية ، مما يؤدي إلى تعريض رقم الأعمال للخطر ، وليس فقط للواردات والصادرات يبلغ حوالي 500.000 مليون يورو سنويًا. إذا كانت الجوانب المتعلقة بتنظيم ضمان التدابير الخاصة بالمنافسة التنافسية تتجه نحو تعريف يمكن أن يضمن وصول الشركات الإنجليزية إلى السوق الأوروبية بطريقة غير محدودة عمليًا ، فإن أصعب نقطة يجب حلها تظل: الحصص. صيد السمك. هذه مسألة رمزية بالنسبة للحكومة المحافظة ، مع تأثير غير ذي صلة تقريبًا على الناتج المحلي الإجمالي للمملكة المتحدة ، ولكنها تمثل في الخيال الجماعي للحزب المؤيد للخروج من الاتحاد أقصى ممارسة لسيادتها ، جنبًا إلى جنب مع الاستعداد لإدارة الهجرة بطريقة مستقلة تمامًا. فيما يتعلق بالصيد ، يجب أن يكون الطلب الأوروبي قادرًا على الحصول على فترة انتقالية ، من ست إلى عشر سنوات ، للسماح بالوصول إلى الأسطول الأوروبي ، ولكنه يتعلق إلى حد كبير بسفن الصيد من فرنسا ، إلى المياه البريطانية ، والتي تضمن تم اصطياد 50٪ بواسطة قوارب الاتحاد. هدف لندن هو التفاوض على أساس سنوي ، والذي لا يسمح بالتخطيط الصناعي لأوروبا وفوق كل شيء يعطي ميزة لا شك فيها للبريطانيين ، الذين ستتاح لهم الفرصة لتقليل حصص الوصول بشكل كبير وحتى تقليلها بالكامل. هذا احتمال غير مقبول من قبل الاتحاد وسيؤدي إلى خفض شبه تلقائي في وصول المنتجات البريطانية إلى السوق الأوروبية بما يتناسب مع حصة حقوق الأسماك التي خفضتها لندن. إذا لم يتم حل هذه الشكوك المتبادلة من خلال المدة المتفق عليها ، يمكن أن تدخل اتفاقية محتملة حيز التنفيذ مؤقتًا من الأول من العام ثم يتم التصويت عليها لاحقًا من قبل البرلمان الأوروبي. ومع ذلك ، فإن هذا الاحتمال لا يعجب المفوضية الأوروبية ، التي تخشى الرقابة الوقائية على قراراتها ، وهو قرار ديمقراطي بالتأكيد ولكنه قادر على إبطاء القرارات التي تتطلب سرعة أكبر في اتخاذ القرار ، وأيضًا لأن الاتفاق مع المملكة المتحدة ، في إجراءاتها ، يجب أن تشكل سابقة لمواقف أخرى مماثلة. ومع ذلك ، إذا فهمنا في هذا القرار ضرورة وإلحاح القرار ، فإن خوف اللجنة لا يبدو مبررًا فيما يتعلق بالمستقبل ، بل بالحاجة إلى عملية واضحة ومنظمة بشكل مناسب ، يمكنها التوفيق بين الحاجة إلى السرعة. القرار ، مع المشاركة الضرورية مع البرلمان ، وهو دائمًا الهيئة التمثيلية التي ينتخبها المواطنون الأوروبيون. بالعودة إلى المفاوضات ، من الضروري أيضًا الانتباه إلى التوازن الذي قد تؤثر عليه اتفاقية مميزة مع المملكة المتحدة: يمكن للبلدان الأخرى التي لديها اتفاقيات منفصلة مع بروكسل أن تطلب إعادة التفاوض على شروط التعاون. يجب أن نتذكر أنه لا يمكن لأي دولة أن تتمتع بالوصول إلى السوق الأوروبية ، الأغنى في العالم ، بدون حصص ورسوم جمركية ، وسيتم منح هذا الامتياز للبريطانيين لأول مرة: إذا كانت المزايا الاقتصادية يمكن أن تكون كبيرة ، فمن وجهة نظر سياسية هذا الامتياز يبدو أن التنازل هو نوع من الهزيمة ، لأنه لا يعاقب أولئك الذين أرادوا مغادرة أوروبا باسم سيادة تتعارض تمامًا مع المبادئ الأوروبية ؛ الرغبة في توفير الوظائف وحصص السوق هي مبرر كافٍ ، ويرجع ذلك أيضًا إلى قيمة البورصات ، ولكن يجب أن تكون الاستثناء الوحيد حتى لا ينال من وزن ومكانة الاتحاد الأوروبي ؛ فإذا استمرت المملكة المتحدة في عنادها فمن الأفضل أن تتخلى عن كل المفاوضات لأن الانعكاسات السلبية ستكون أكبر على لندن التي ستضطر للعودة إلى التعامل مع المواقف المتدنية.
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lunedì 21 dicembre 2020
الاتحاد الأوروبي والمملكة المتحدة: الآثار المترتبة على اتفاق يجري تحديده
venerdì 11 dicembre 2020
L'accordo tra Marocco e Israele minaccia la stabilità del Sahara occidentale ed è una ulteriore trappola per Biden
L’ennesimo accordo di una amministrazione scaduta, lascia pesanti questioni in eredità al nuovo inquilino della Casa Bianca e gli impone una serie di obblighi economici e politici, che potrebbero non essere condivisi. Il quarto stato arabo che accetta di stabilire rapporti con Israele, grazie alla mediazione americana, dopo Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Sudan è il Marocco, che ottiene il riconoscimento della propria sovranità sul Sahara occidentale, l’ex colonia spagnola abbandonata da Madrid nel 1975. Per raggiungere il successo diplomatico con gli Emirati Arabi Uniti, gli USA si sono impegnati a finanziare l’esercito emiratino con un programma di riarmo del costo di 19.100 milioni di euro, per il Bahrain il costo è politico per favorire i rapporti con l’Arabia Saudita, mentre per il Sudan si tratta di un impegno che riguarda entrambi gli aspetti, trattandosi della promessa, non ancora concretizzata, di revocare le sanzioni di Washington verso il paese africano, che erano state inflitte per colpire il precedente regime dittatoriale. Per Rabat il vantaggio è quello di vedersi riconosciuta la sovranità sul Sahara occidentale, poco importa se, per ora, questo riconoscimento avviene solo dagli Stati Uniti, unico paese della comunità internazionale ad effettuarlo; Trump ha parlato espressamente come la soluzione del governo del Marocco sia l’unica proposta percorribile nell’ambito della ricerca di un processo di pace duraturo. Questo apprezzamento consente al Marocco di superare gli accordi del 1991, firmati con il Fronte Polisario presso le Nazioni Unite, che prevedevano un referendum per l’autodeterminazione delle popolazioni del Sahara occidentale. Ciò potrebbe aggravare una situazione di crisi ripresa dallo scorso 12 novembre, con un confronto tra l’esercito marocchino e gli attivisti per l’indipendenza, dopo ventinove anni di tregua. Occorre ricordare che il Sahara occidentale è il territorio non indipendente più grande del pianeta e la autoproclamata Repubblica araba Sahrawi ha il riconoscimento di 76 nazioni e dell’Unione Africana e detiene lo status di osservatore alle Nazioni Unite. Si comprende come la tattica di Trump miri a dividere l’Unione Africana e lasciare a Biden una grave responsabilità, anche perché la decisione a favore del Marocco interrompe una linea che gli USA mantenevano da tempo bei confronti della questione. Se Biden decidesse di avvallare la decisione di Trump andrebbe contro agli ambienti diplomatici americani al contrario una revoca del riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara occidentale, implicherebbe un raffreddamento nei rapporti tra Rabat e Tel Aviv. La prova che l’incertezza regni anche in Marocco, aldilà delle dichiarazioni di soddisfazione, è che per ora Rabat non intende aprire alcuna rappresentanza diplomatica in Israele, quasi ad attendere gli sviluppi della nuova politica estera americana. Una ragione ulteriore, poi, è l’atteggiamento da tenere con i palestinesi, apparsi da subito molto adirati. Il Marocco ha specificato da subito che non intende mutare il proprio atteggiamento favorevole sulla soluzione di un territorio e due stati, incompatibile con la visione di Netanyahu. Il premier israeliano al momento sembra essere il vero vincitore, portando un nuovo accordo con uno stato arabo come sua personale vittoria, in un momento molto difficile sul fronte interno, dove il paese rischia la quarta elezione politica in poco tempo. Trump continua a giocare per sé stesso, sacrificando per i propri scopi la politica estera statunitense in un momento di passaggio di consegne: quella che il presidente uscente ritiene vincente è la tattica di lasciare una situazione molto difficile da gestire per quella che dovrà essere la politica estera democratica, con l’atteggiamento di diversi stati alleati potenzialmente negativo con il nuovo presidente. Il disegno è ampio e mira, innanzitutto a creare una rete di stati legati al vecchio presidente in vista di una possibile ricandidatura tra quattro anni, lasciando situazioni di difficile soluzione per il nuovo inquilino della Casa Bianca, che presuppongono il fatto di lasciare inalterate le decisioni in essere, con la contrarietà del partito democratico, o viceversa di ribaltarle, ma dovendo affrontare l’avversione di chi dovrà subire queste decisioni contrarie. Un tranello che appare creato ad arte per delegittimare il nuovo presidente o di fronte agli alleati stranieri o di fronte al proprio elettorato. In conclusione bisogna ricordare che Trump non ha ancora formalmente riconosciuto la sconfitta e minaccia di portare il paese più importante del mondo verso un caos istituzionale, che potrebbe avere ripercussioni molto gravi per il mondo intero.
The agreement between Morocco and Israel threatens the stability of Western Sahara and is another trap for Biden
The umpteenth deal of an expired administration leaves heavy issues as a legacy to the new tenant of the White House and imposes a series of economic and political obligations on him, which may not be shared. The fourth Arab state that agrees to establish relations with Israel, thanks to American mediation, after the United Arab Emirates, Bahrain and Sudan is Morocco, which obtains the recognition of its sovereignty over Western Sahara, the former Spanish colony abandoned by Madrid in 1975. . To achieve diplomatic success with the United Arab Emirates, the US has undertaken to finance the Emirati army with a rearmament program costing 19,100 million euros, for Bahrain the cost is political to favor relations with the United Arab Emirates. Saudi Arabia, while for Sudan it is a commitment that concerns both aspects, being the promise, not yet materialized, to lift Washington's sanctions against the African country, which had been inflicted to strike the previous dictatorial regime. For Rabat, the advantage is that sovereignty over Western Sahara is recognized, it does not matter if, for now, this recognition comes only from the United States, the only country in the international community to carry it out; Trump has spoken expressly that the solution of the Moroccan government is the only viable proposal in the search for a lasting peace process. This appreciation allows Morocco to overcome the 1991 agreements, signed with the Polisario Front at the United Nations, which provided for a referendum for the self-determination of the populations of Western Sahara. This could aggravate a crisis situation resumed on 12 November last, with a confrontation between the Moroccan army and independence activists, after twenty-nine years of truce. It should be remembered that Western Sahara is the largest non-independent territory on the planet and the self-proclaimed Sahrawi Arab Republic has the recognition of 76 nations and the African Union and holds observer status at the United Nations. It is understandable that Trump's tactic aims to divide the African Union and leave Biden a serious responsibility, also because the decision in favor of Morocco interrupts a line that the US had long held good on the issue. If Biden decides to endorse Trump's decision, it would go against American diplomatic circles on the contrary, a revocation of the recognition of Moroccan sovereignty over Western Sahara, would imply a cooling in relations between Rabat and Tel Aviv. The proof that uncertainty also reigns in Morocco, beyond the declarations of satisfaction, is that for now Rabat does not intend to open any diplomatic representation in Israel, as if to await the developments of the new American foreign policy. A further reason, then, is the attitude to have with the Palestinians, who immediately appeared very angry. Morocco immediately specified that it does not intend to change its favorable attitude on the solution of a territory and two states, incompatible with Netanyahu's vision. The Israeli premier at the moment seems to be the real winner, bringing a new agreement with an Arab state as his personal victory, in a very difficult moment on the home front, where the country risks a fourth political election in a short time. Trump continues to play for himself, sacrificing US foreign policy for his own purposes in a moment of handover: what the outgoing president considers successful is the tactic of leaving a very difficult situation to manage for what will have to be politics democratic foreign exchange, with the attitude of several allied states potentially negative with the new president. The plan is broad and aims, first of all, to create a network of states linked to the old president in view of a possible reappointment in four years, leaving difficult situations for the new tenant of the White House, which presuppose the fact of leaving the decisions unchanged. existing, with the opposition of the Democratic Party, or vice versa to overturn them, but having to face the aversion of those who will have to suffer these contrary decisions. A trap that appears to have been created to delegitimize the new president either in front of foreign allies or in front of one's own electorate. In conclusion, it must be remembered that Trump has not yet formally recognized the defeat and is threatening to lead the most important country in the world towards institutional chaos, which could have very serious repercussions for the whole world.
El acuerdo entre Marruecos e Israel amenaza la estabilidad del Sáhara Occidental y es otra trampa para Biden
El enésimo acuerdo de una administración vencida deja como legado importantes problemas al nuevo inquilino de la Casa Blanca e impone una serie de obligaciones económicas y políticas, que posiblemente no sean compartidas. El cuarto estado árabe que se compromete a establecer relaciones con Israel, gracias a la mediación estadounidense, tras los Emiratos Árabes Unidos, Bahréin y Sudán es Marruecos, que obtiene el reconocimiento de su soberanía sobre el Sahara Occidental, la ex colonia española abandonada por Madrid en 1975. Para lograr el éxito diplomático con los Emiratos Árabes Unidos, EE.UU. se ha comprometido a financiar al ejército emiratí con un programa de rearme de 19.100 millones de euros, para Bahrein el costo es político para favorecer las relaciones con los Emiratos Árabes Unidos. Arabia Saudita, mientras que para Sudán es un compromiso que concierne a ambos aspectos, siendo la promesa, aún no concretada, de levantar las sanciones de Washington contra el país africano, que se había impuesto para golpear al anterior régimen dictatorial. Para Rabat, la ventaja es que se reconoce la soberanía sobre el Sáhara Occidental, no importa si, por ahora, este reconocimiento viene solo de Estados Unidos, único país de la comunidad internacional que lo lleva a cabo; Trump ha hablado expresamente de que la solución del gobierno marroquí es la única propuesta viable en la búsqueda de un proceso de paz duradero. Este reconocimiento permite a Marruecos superar los acuerdos de 1991, firmados con el Frente Polisario en Naciones Unidas, que preveían un referéndum para la autodeterminación de las poblaciones del Sáhara Occidental. Esto podría agravar una situación de crisis reanudada el pasado 12 de noviembre, con un enfrentamiento entre el ejército marroquí y los independentistas, tras veintinueve años de tregua. Cabe recordar que el Sáhara Occidental es el territorio no independiente más grande del planeta y la autoproclamada República Árabe Saharaui tiene el reconocimiento de 76 naciones y la Unión Africana y ostenta la condición de observador en Naciones Unidas. Es comprensible que la táctica de Trump tenga como objetivo dividir a la Unión Africana y dejar a Biden una responsabilidad seria, también porque la decisión a favor de Marruecos interrumpe una línea que Estados Unidos había mantenido durante mucho tiempo sobre el tema. Si Biden decide respaldar la decisión de Trump, iría en contra de los círculos diplomáticos estadounidenses, por el contrario, una revocación del reconocimiento de la soberanía marroquí sobre el Sáhara Occidental, implicaría un enfriamiento en las relaciones entre Rabat y Tel Aviv. La prueba de que la incertidumbre también reina en Marruecos, más allá de las declaraciones de satisfacción, es que por ahora Rabat no tiene intención de abrir ninguna representación diplomática en Israel, como si esperara los desarrollos de la nueva política exterior estadounidense. Una razón más, entonces, es la actitud que se debe tener con los palestinos, quienes inmediatamente parecieron muy enojados. Marruecos especificó de inmediato que no tiene la intención de cambiar su actitud favorable a la solución de un territorio y dos estados, incompatible con la visión de Netanyahu. El primer ministro israelí en este momento parece ser el verdadero ganador, trayendo un nuevo acuerdo con un estado árabe como su victoria personal, en un momento muy difícil en el frente interno, donde el país corre el riesgo de una cuarta elección política en poco tiempo. Trump sigue jugando por sí mismo, sacrificando la política exterior estadounidense para sus propios fines en un momento de traspaso: lo que el presidente saliente considera exitosa es la táctica de dejar una situación muy difícil de manejar para lo que tendrá que ser política. divisas democráticas, con la actitud de varios estados aliados potencialmente negativa con el nuevo presidente. El plan es amplio y apunta, en primer lugar, a crear una red de estados vinculados al antiguo presidente de cara a una posible reelección en cuatro años, dejando situaciones difíciles para el nuevo inquilino de la Casa Blanca, que presuponen el hecho de dejar inalteradas las decisiones. existiendo, con la oposición del Partido Demócrata, o viceversa para derrocarlos, pero teniendo que enfrentar la aversión de quienes tendrán que sufrir estas decisiones contrarias. Una trampa que parece haber sido creada a propósito para deslegitimar al nuevo presidente ya sea frente a aliados extranjeros o frente al propio electorado. En conclusión, hay que recordar que Trump aún no ha reconocido formalmente la derrota y amenaza con llevar al país más importante del mundo hacia un caos institucional, que podría tener repercusiones muy graves para todo el mundo.
Das Abkommen zwischen Marokko und Israel bedroht die Stabilität der Westsahara und ist eine weitere Falle für Biden
L'accord entre le Maroc et Israël menace la stabilité du Sahara occidental et constitue un autre piège pour Biden
Le énième accord d'une administration expirée laisse de lourdes questions en héritage au nouveau locataire de la Maison Blanche et impose une série d'obligations économiques et politiques, qui ne peuvent être partagées. Le quatrième État arabe qui accepte d'établir des relations avec Israël, grâce à la médiation américaine, après les Émirats arabes unis, Bahreïn et le Soudan, est le Maroc, qui obtient la reconnaissance de sa souveraineté sur le Sahara occidental, l'ancienne colonie espagnole abandonnée par Madrid en 1975. Pour obtenir un succès diplomatique avec les Emirats Arabes Unis, les Etats-Unis se sont engagés à financer l'armée émiratie avec un programme de réarmement d'un coût de 19 100 millions d'euros, pour Bahreïn le coût est politique pour favoriser les relations avec les Emirats Arabes Unis. L'Arabie saoudite, tandis que pour le Soudan, c'est un engagement qui concerne les deux aspects, étant la promesse, non encore matérialisée, de lever les sanctions de Washington contre le pays africain, qui avaient été infligées pour frapper le précédent régime dictatorial. Pour Rabat, l'avantage est que la souveraineté sur le Sahara occidental est reconnue, peu importe si, pour l'instant, cette reconnaissance ne vient que des États-Unis, seul pays de la communauté internationale à la réaliser; Trump a déclaré expressément que la solution du gouvernement marocain est la seule proposition viable dans la recherche d'un processus de paix durable. Cette appréciation permet au Maroc de dépasser les accords de 1991, signés avec le Front Polisario aux Nations Unies, qui prévoyaient un référendum pour l'autodétermination des populations du Sahara occidental. Cela pourrait aggraver une situation de crise reprise le 12 novembre dernier, avec un affrontement entre l'armée marocaine et les militants indépendantistes, après vingt-neuf ans de trêve. Il ne faut pas oublier que le Sahara occidental est le plus grand territoire non indépendant de la planète et que la République arabe sahraouie autoproclamée a la reconnaissance de 76 nations et de l'Union africaine et détient le statut d'observateur auprès des Nations Unies. Il est compréhensible que la tactique de Trump vise à diviser l'Union africaine et à laisser à Biden une responsabilité sérieuse, également parce que la décision en faveur du Maroc interrompt une ligne que les États-Unis tenaient depuis longtemps sur la question. Si Biden décidait d'endosser la décision de Trump, cela irait à l'encontre des milieux diplomatiques américains au contraire, une révocation de la reconnaissance de la souveraineté marocaine sur le Sahara occidental, impliquerait un refroidissement des relations entre Rabat et Tel Aviv. La preuve que l'incertitude règne aussi au Maroc, au-delà des déclarations de satisfaction, c'est que pour l'instant Rabat n'a pas l'intention d'ouvrir une représentation diplomatique en Israël, comme pour attendre les développements de la nouvelle politique étrangère américaine. Une autre raison est donc l'attitude à avoir avec les Palestiniens, qui ont immédiatement semblé très en colère. Le Maroc a immédiatement précisé qu'il n'entendait pas changer son attitude favorable sur la solution d'un territoire et de deux États, incompatible avec la vision de Netanyahu. Le Premier ministre israélien semble pour le moment être le vrai gagnant, apportant un nouvel accord avec un État arabe comme victoire personnelle, dans un moment très difficile sur le front intérieur, où le pays risque une quatrième élection politique en peu de temps. Trump continue de jouer pour lui-même, sacrifiant la politique étrangère américaine à ses propres fins dans un moment de transfert: ce que le président sortant considère comme réussi, c'est la tactique consistant à laisser une situation très difficile à gérer pour ce qui devra être de la politique des changes démocratiques, avec l'attitude de plusieurs États alliés potentiellement négative vis-à-vis du nouveau président. Le plan est large et vise, tout d'abord, à créer un réseau d'États lié à l'ancien président en vue d'un éventuel reconduction dans quatre ans, laissant des situations difficiles au nouveau locataire de la Maison Blanche, ce qui suppose le fait de laisser les décisions inchangées. existant, avec l'opposition du Parti démocrate, ou vice versa pour les renverser, mais devant faire face à l'aversion de ceux qui devront subir ces décisions contraires. Un piège qui semble avoir été astucieusement créé pour délégitimer le nouveau président soit devant des alliés étrangers, soit devant son propre électorat. En conclusion, il faut se rappeler que Trump n'a pas encore officiellement reconnu la défaite et menace de conduire le pays le plus important du monde vers un chaos institutionnel, ce qui pourrait avoir des répercussions très graves pour le monde entier.
O acordo entre Marrocos e Israel ameaça a estabilidade do Saara Ocidental e é mais uma armadilha para Biden
O enésimo acordo de um governo expirado deixa pesadas questões como legado ao novo inquilino da Casa Branca e impõe uma série de obrigações econômicas e políticas, que podem não ser compartilhadas. O quarto estado árabe que concorda em estabelecer relações com Israel, graças à mediação americana, depois dos Emirados Árabes Unidos, Bahrein e Sudão é o Marrocos, que obtém o reconhecimento de sua soberania sobre o Saara Ocidental, ex-colônia espanhola abandonada por Madri em 1975. Para alcançar o sucesso diplomático com os Emirados Árabes Unidos, os Estados Unidos se comprometeram a financiar o exército dos Emirados com um programa de rearmamento de 19,1 bilhões de euros, para o Bahrein o custo é político para favorecer as relações com os Emirados Árabes Unidos. A Arábia Saudita, enquanto para o Sudão é um compromisso que diz respeito a ambos os aspectos, sendo a promessa, ainda não concretizada, de levantar as sanções de Washington contra o país africano, que tinham sido infligidas para golpear o regime ditatorial anterior. Para Rabat, a vantagem é que a soberania sobre o Saara Ocidental é reconhecida, não importa se, por enquanto, esse reconhecimento vem apenas dos Estados Unidos, único país da comunidade internacional a cumpri-lo; Trump falou expressamente que a solução do governo marroquino é a única proposta viável na busca de um processo de paz duradouro. Esta apreciação permite a Marrocos ultrapassar os acordos de 1991, assinados com a Frente Polisario das Nações Unidas, que previam um referendo para a autodeterminação das populações do Sahara Ocidental. Isso pode agravar uma situação de crise retomada em 12 de novembro passado, com um confronto entre o exército marroquino e ativistas da independência, após vinte e nove anos de trégua. Recorde-se que o Sahara Ocidental é o maior território não independente do planeta e a autoproclamada República Árabe Saharaui tem o reconhecimento de 76 nações e da União Africana e detém estatuto de observador nas Nações Unidas. É compreensível que a tática de Trump vise dividir a União Africana e deixar a Biden uma séria responsabilidade, também porque a decisão a favor do Marrocos interrompe uma linha que os EUA há muito defendiam sobre o assunto. Se Biden decidir endossar a decisão de Trump, isso iria contra os círculos diplomáticos americanos, pelo contrário, uma revogação do reconhecimento da soberania marroquina sobre o Saara Ocidental, implicaria um esfriamento nas relações entre Rabat e Tel Aviv. A prova de que a incerteza também reina no Marrocos, para além das declarações de satisfação, é que por enquanto Rabat não pretende abrir nenhuma representação diplomática em Israel, como que à espera dos desdobramentos da nova política externa americana. Outra razão, então, é a atitude a ter com os palestinos, que imediatamente pareceram muito zangados. O Marrocos imediatamente especificou que não pretende mudar sua atitude favorável à solução de um território e dois Estados, incompatível com a visão de Netanyahu. O premiê israelense no momento parece ser o verdadeiro vencedor, trazendo um novo acordo com um estado árabe como sua vitória pessoal, em um momento muito difícil no front doméstico, onde o país arrisca uma quarta eleição política em pouco tempo. Trump continua jogando para si mesmo, sacrificando a política externa dos Estados Unidos para seus próprios propósitos em um momento de transferência: o que o presidente cessante considera bem sucedida é a tática de deixar uma situação muito difícil de administrar pelo que terá que ser política câmbio democrático, com atitude de vários estados aliados potencialmente negativa com o novo presidente. O plano é amplo e visa, em primeiro lugar, criar uma rede de estados ligados ao antigo presidente com vistas a uma possível recondução em quatro anos, deixando situações difíceis para o novo inquilino da Casa Branca, que pressupõem o fato de deixar as decisões inalteradas. existindo, com a oposição do Partido Democrata, ou vice-versa para derrubá-los, mas tendo que enfrentar a aversão daqueles que terão que sofrer essas decisões contrárias. Uma armadilha que parece ter sido criada para deslegitimar o novo presidente, seja diante dos aliados estrangeiros, seja diante do próprio eleitorado. Concluindo, é preciso lembrar que Trump ainda não reconheceu formalmente a derrota e ameaça conduzir o país mais importante do mundo ao caos institucional, o que pode ter repercussões muito graves para todo o mundo.