Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 20 gennaio 2021

الوباء والإرهاب

 في الوقت الحالي ، تتركز أكبر مخاوف العالم على التداعيات الاجتماعية والاقتصادية للوباء ، لكن وجهات نظر الاهتمام نادراً ما تركز على التطورات العالمية لصالح انتباه الدول الفردية تجاه وضعها الداخلي الخاص بها: إنها رؤية مفهومة ولكن ضيقة للغاية ، والتي تتغاضى عن حالات الطوارئ الأخرى على المستوى الدولي ، وتتجاهلها ، والجهات الفاعلة على استعداد لاستغلال هذا الغفلة لتحويله لصالحهم. من المؤكد أن قضية الإرهاب العالمي تندرج ضمن هذه السلسلة ، التي يبدو أنها تتطور أكثر في اتجاهين ، ولكن يبدو أن العكس هو الوحيد. الإشارة إلى الإرهاب الديني الإسلامي ، الذي ، على الرغم من الهزائم التي لحقت بالدولة الإسلامية والقاعدة على الأرض ، تمكن من خلق مساحات جديدة ، والتي ، على الرغم من تقليصها في الوقت الحالي ، تعد بتطورات مثيرة للاهتمام للتطرف الإسلامي. تتمثل الحالة الطارئة الثانية في تطوير الإرهاب العنصري وتوطيده ، والذي تطور بفضل الانتشار الجديد لأفكار وحركات اليمين المتطرف ، والتي غالبًا ما يتم التسامح معها بشكل مفرط ، ولكنها تدعمها أيضًا الأجهزة الحكومية لأسباب وظيفية. تسببت حالة الطوارئ الوبائية في تدهور الوضع الاقتصادي العالمي ، وكان التأثير الأول له ، على المستوى العالمي ، أقل اهتمامًا بحقوق الإنسان: ترتبط هذه القضية ارتباطًا وثيقًا بمكافحة الإرهاب ، لأن الأسس الثقافية على وجه التحديد يشكل احترام الحقوق العقبة الأولى ، السياسية والعملية ، لمنع انتشار الإرهاب الإسلامي ، الذي استهدف قطاعات واسعة من العقيدة الإسلامية ، وخاصة الموجودة في الغرب ، والتي تقع على هامش المجتمع ، والتي تعاني من الفقر. الإدماج الاجتماعي والاقتصادي. تنتقل ساحة المعركة من مناطق الشرق الأوسط إلى مساحة الويب ، حيث بفضل كفاءة المجندين في استغلال الويب الاجتماعي ، يتم زيادة التبشير ، مما يؤدي إلى خلق قدرة توظيف عالية وحشد محتمل في كل ركن من أركان العالم . لقد كانت هذه الممارسات ناجحة بشكل خاص في جنوب آسيا ، في جنوب شرق القارة الآسيوية ، في شرق وجنوب أفريقيا ، في منطقة الساحل وحوض بحيرة تشاد. هذه مناطق تقع في مناطق رئيسية للتجارة الدولية أو الاستراتيجية لتنظيم الهجرة المحتملة إلى أغنى مناطق العالم. لهذه الأسباب ، من المهم مكافحة ظاهرة تطور شبكة انتشار التبشير الراديكالية باستخدام أدوات ثقافية ، قادرة على جعل الناس يفهمون الأخطاء الأساسية التي تشكل أساس الرسالة العنيفة ، المرتبطة ، مع ذلك ، بممارسات المساعدة العملية ؛ هذه النقطة الثانية هي الأكثر صعوبة في التنفيذ على وجه التحديد بسبب ضغط التنمية الاقتصادية بسبب الوباء: وهذا يتطلب جهدًا منسقًا على المستوى فوق الوطني وبموافقة عدة دول في منظور متعدد الأطراف ؛ كما أقرت مكاتب الأمم المتحدة بالحاجة إلى مكافحة الإرهاب. لكن الوباء فضل أيضًا تطوير اتجاه لا يزال ينمو ، وهو التطرف اليميني ، والذي تمكن من تطوير قضايا مثل الحرمان الصحي ، المرتبط برفض الإجراءات الاحترازية الصحية التي وضعتها الدول ، اختبرت الأزمة غضب قطاعات اجتماعية بأكملها دون دعم اقتصادي كاف. لقد تم دعم التطرف اليميني ، القائم أيضًا على القضايا العرقية ، من قبل أجهزة الدولة بطريقة أكثر أو أقل وضوحًا ، كما حدث في الولايات المتحدة أو في الدول الأوروبية ، حيث فضلت قوانين القتل الحر إنكار الحقوق المدنية والسياسية والتعبير. ، وخلق الظروف لنوع من التبشير في الديمقراطيات الغربية. يجب الانتباه إلى هذا النوع من الإرهاب الخادع ، الذي غالبًا ما يقدّر الممارسة الصينية في تأمين العمالة والرفاهية مقابل الحقوق ، لأنه يشكل سببًا للخطر على وجه التحديد لأسس الفكر الغربي. بطبيعة الحال ، تتجلى حالة الطوارئ الرئيسية في نشاط الجماعات اليمينية المتطرفة ، التي غالبًا ما تحيط بها بطريقة شبه خفية أحزاب وحركات ذات سيادة وقومية ، والتي تعترف في هذه التطرفات بخزانها الانتخابي. هذا النوع من الإرهاب له أرضية مشتركة مع التطرف الإسلامي حول طرق استخدام التقنيات الجديدة واستغلالها من أجل التبشير: قضية تضع على جدول الأعمال طريقة لتنظيم وسائل التواصل الاجتماعي ، دون التعدي على الرقابة.

What do you want to do ?
New mail

lunedì 11 gennaio 2021

USA e Taiwan sono più vicine: rischio o opportunità per Biden?

 A pochi giorni dalla decadenza di Trump, come presidente degli Stati Uniti, l’amministrazione uscente della Casa Bianca lascia in eredità al nuovo presidente Biden un atto politico ostile verso la Cina, che non potrà non rendere complicate le relazioni tra Pechino e la nuova amministrazione di Washington. In pratica il Segretario di Stato, in uno dei suoi ultimi atti amministrativi, ha eliminato le restrizioni vigenti tra i funzionari americani e quelli di Taiwan. Sebbene gli USA non hanno mai riconosciuto formalmente Formosa, ne sono il principale alleato, cui forniscono ingenti quantità di materiale bellico, e gestiscono i rapporti con la capitale Taipei attraverso l’Istituto americano di Taiwan, denominazione dietro la quale si cela una vera e propria ambasciata statunitense ufficiosa. Anche la decisione di inviare l’ambasciatrice USA alle Nazioni Unite in visita a Taiwan, dopo la recente missione del Segretario alla salute degli Stati Uniti, rappresenta un motivo di profondo risentimento da parte di Pechino; d’altro canto tutti questi provvedimenti hanno l’altissimo gradimento dell’amministrazione di Taipei, che vede la fine delle discriminazioni bilaterali tra Stati Uniti e Taiwan, condizionate, proprio dalla continua pressione cinese. Per pechino Taiwan è considerata una parte non alienabile del territorio cinese ed anche se Taipei sta funzionando come uno stato indipendente, la riunificazione con la madre patria è una parte irrinunciabile del progetto cinese di esercitare in modo efficace la sua sovranità sull’isola. Per Pechino è una condizione non negoziabile per avere rapporti diplomatici con la Cina non averne con Taiwan, infatti, al momento sono soltanto sette, tra cui il Vaticano, le nazioni che hanno relazioni formali con Taipei. Donald Trump, senza spingersi a stabilire l’ufficialità dei rapporti con i passi formali, che sono richiesti a livello internazionale, ha stabilito rapporti molto cordiali, se non amichevoli, con Taiwan, che vanno inquadrati nel programma di contenimento del gigante cinese in quella che Pechino reputa la sua zona di influenza esclusiva. Come non è un mistero la collaborazione tra i militari statunitensi e quelli di Formosa, oltre alle già citate forniture di armi, al contrario i toni cinesi si sono alzati, fino a rendere pubblica la possibilità di rendere possibile una opzione armata per la riconquista dell’isola. Le questioni che ne derivano sono essenzialmente due: l’azione del Segretario di stato è stata fatta, sicuramente, senza un coordinamento con la prossima amministrazione e ad un primo esame appare come una azione di disturbo, pur se inquadrata nella logica prosecuzione politica del programma di politica estera di Trump. Non sappiamo ancora come Biden voglia impostare i rapporti sulla Cina: dal programma elettorale è apparsa una volontà di rapporti più distesi nei modi, ma più o meno coincidenti sulla volontà di identificare Pechino come il competitore principale a livello internazionale e la volontà di limitarlo il più possibile. In questo programma rientra un nuovo rapporto con l’Europa, per ridimensionare i rapporti tra Bruxelles e Pechino, ma anche contenere la potenza cinese proprio sulla linea dei suoi confini, considerando la grande importanza delle vie di comunicazione del lato asiatico dell’Oceano Pacifico, che non può essere lasciata alla gestione cinese. La questione è sia di carattere commerciale, che geopolitico. Un ampliamento del peso politico cinese, che potrebbe passare da quello economico a quello militare, non può essere tollerata, ne da un politico repubblicano e neppure da uno democratico: d’altronde già Obama aveva spostato l’attenzione principale degli Stati Uniti dall’Europa alle regioni asiatiche intorno alla Cina, ritenendo molto più importante dal punto di vista strategico per gli USA, questa regione. Il Segretario di stato uscente, apparentemente avrebbe fatto un atto a danno di Biden, ma, in realtà, potrebbe avere accelerato un processo che la nuova amministrazione americana avrebbe dovuto comunque compiere, dato che per Washington l’alleanza con Taiwan appare irrinunciabile proprio a causa delle minacce cinesi, che, se portate a compimento, priverebbero gli Stati Uniti di una posizione strategica irrinunciabile per il controllo parziale della regione. Certo è un equilibrio fortemente instabile perché soggetto a potenziali e continui incidenti, tra due parti il cui accordo su questo tema è al momento impossibile. 

What do you want to do ?
New mail

US and Taiwan are closer: risk or opportunity for Biden?

 A few days after Trump's lapse as president of the United States, the outgoing administration of the White House bequeaths the new President Biden a hostile political act towards China, which cannot help but complicate relations between Beijing and the new administration of Washington. In practice, the Secretary of State, in one of his latest administrative acts, eliminated the restrictions in force between American and Taiwanese officials. Although the US has never formally recognized Formosa, they are its main ally, to which they supply huge quantities of war material, and manage relations with the capital Taipei through the American Institute of Taiwan, a name behind which there is a real unofficial US embassy. The decision to send the US ambassador to the United Nations to visit Taiwan, after the recent mission of the US Secretary of Health, also represents a reason for deep resentment on the part of Beijing; on the other hand, all these measures have the highest satisfaction of the Taipei administration, which sees the end of bilateral discrimination between the United States and Taiwan, conditioned, precisely by continued Chinese pressure. For Beijing, Taiwan is considered a non-alienable part of the Chinese territory and even though Taipei is functioning as an independent state, reunification with the motherland is an indispensable part of the Chinese project to effectively exercise its sovereignty on the island. For Beijing it is a non-negotiable condition to have diplomatic relations with China not to have one with Taiwan, in fact, at the moment there are only seven nations, including the Vatican, that have formal relations with Taipei. Donald Trump, without going so far as to establish the official nature of the relations with the formal steps, which are required internationally, has established very cordial, if not friendly, relations with Taiwan, which must be included in the containment program of the Chinese giant in what Beijing considers its zone of exclusive influence. As it is no mystery the collaboration between the US military and those of Formosa, in addition to the aforementioned supplies of weapons, on the contrary the Chinese tones have risen, to the point of making public the possibility of making an armed option possible for the reconquest of the island. The resulting issues are essentially two: the action of the Secretary of State was certainly carried out without coordination with the next administration and at first glance it appears as a disturbing action, even if framed in the logical political continuation of the program of Trump's foreign policy. We do not yet know how Biden wants to set up relations on China: from the electoral program there appeared a desire for more relaxed relations, but more or less coinciding on the desire to identify Beijing as the main competitor at the international level and the desire to limit it as much possible. This program includes a new relationship with Europe, to downsize relations between Brussels and Beijing, but also to contain Chinese power right on the line of its borders, considering the great importance of the communication routes on the Asian side of the Pacific Ocean, which cannot be left to Chinese management. The issue is both commercial and geopolitical. An expansion of the Chinese political weight, which could pass from economic to military, cannot be tolerated, neither by a republican politician nor by a democratic one: on the other hand, Obama had already shifted the main attention of the United States from Europe to the Asian regions around China, considering this region much more important from a strategic point of view for the USA. The outgoing Secretary of State apparently would have done an act to the detriment of Biden, but, in reality, he could have accelerated a process that the new American administration would have had to carry out anyway, given that for Washington the alliance with Taiwan appears indispensable precisely because of the Chinese threats, which, if carried out, would deprive the United States of an indispensable strategic position for partial control of the region. It is certainly a highly unstable equilibrium because it is subject to potential and continuous accidents, between two parties whose agreement on this issue is currently impossible.

What do you want to do ?
New mail

Estados Unidos y Taiwán están más cerca: ¿riesgo u oportunidad para Biden?

 

What do you want to do ?
New mail
Pocos días después de la caída de Trump como presidente de Estados Unidos, la administración saliente de la Casa Blanca lega al nuevo presidente Biden un acto político hostil hacia China, que no puede evitar complicar las relaciones entre Beijing y la nueva administración. de Washington. En la práctica, el Secretario de Estado, en uno de sus últimos actos administrativos, eliminó las restricciones vigentes entre los funcionarios estadounidenses y los de Taiwán. Aunque EE. UU. Nunca ha reconocido formalmente a Formosa, son su principal aliado, al que suministran ingentes cantidades de material bélico, y gestionan las relaciones con la capital Taipei a través del Instituto Americano de Taiwán, nombre detrás del cual hay un verdadero Embajada no oficial de Estados Unidos. La decisión de enviar al embajador de Estados Unidos en Naciones Unidas para visitar Taiwán, luego de la reciente misión del Secretario de Salud de Estados Unidos, también representa un motivo de profundo resentimiento por parte de Beijing; por otro lado, todas estas medidas tienen la mayor satisfacción de la administración de Taipei, que ve el fin de la discriminación bilateral entre Estados Unidos y Taiwán, condicionada, precisamente, por la continua presión china. Para Beijing, Taiwán se considera una parte no enajenable del territorio chino y, aunque Taipei funciona como un estado independiente, la reunificación con la patria es una parte indispensable del proyecto chino para ejercer de manera efectiva su soberanía en la isla. Para Beijing es una condición innegociable tener relaciones diplomáticas con China para no tener una con Taiwán, de hecho, en este momento solo hay siete naciones, incluido el Vaticano, que tienen relaciones formales con Taipei. Donald Trump, sin llegar a establecer el carácter oficial de las relaciones con los pasos formales, que se exigen a nivel internacional, ha establecido relaciones muy cordiales, si no amistosas, con Taiwán, que deben incluirse en el programa de contención del gigante chino en lo que Beijing considera su zona de influencia exclusiva. Como no es ningún misterio la colaboración entre los militares norteamericanos y los de Formosa, además de los mencionados suministros de armas, por el contrario los tonos chinos han subido, hasta el punto de hacer pública la posibilidad de hacer posible una opción armada para la reconquista del país. isla. Los temas resultantes son esencialmente dos: la acción del Secretario de Estado ciertamente se llevó a cabo sin coordinación con la próxima administración y a primera vista aparece como una acción inquietante, aunque enmarcada en la lógica continuación política del programa. de la política exterior de Trump. Aún no sabemos cómo quiere Biden entablar relaciones sobre China: del programa electoral surgió un deseo de relaciones más relajadas en las formas, pero más o menos coincidentes con el deseo de identificar a Beijing como el principal competidor a nivel internacional y el deseo de limitarlo al máximo. posible. Este programa incluye una nueva relación con Europa, para reducir las relaciones entre Bruselas y Beijing, pero también para contener el poder chino justo en la línea de sus fronteras, considerando la gran importancia de las rutas de comunicación en el lado asiático del Océano Pacífico. que no se puede dejar a la dirección china. El problema es tanto comercial como geopolítico. Una expansión del peso político chino, que podría pasar de económico a militar, no puede ser tolerada, ni por un político republicano ni por uno democrático: por otro lado, Obama ya había desviado la atención principal de Estados Unidos desde Europa. a las regiones asiáticas alrededor de China, considerando esta región mucho más importante desde un punto de vista estratégico para Estados Unidos. El secretario de Estado saliente aparentemente habría hecho un acto en detrimento de Biden, pero, en realidad, podría haber acelerado un proceso que la nueva administración estadounidense habría tenido que llevar a cabo de todos modos, dado que para Washington la alianza con Taiwán parece indispensable precisamente porque de las amenazas chinas que, de llevarse a cabo, privarían a Estados Unidos de una posición estratégica indispensable para el control parcial de la región. Ciertamente es un equilibrio muy inestable porque está sujeto a posibles y continuos accidentes, entre dos partes cuyo acuerdo sobre este tema es actualmente imposible.

USA und Taiwan sind näher: Risiko oder Chance für Biden?

 Wenige Tage nach Trumps Amtsantritt als Präsident der Vereinigten Staaten hinterlässt die scheidende Regierung des Weißen Hauses dem neuen Präsidenten Biden einen feindlichen politischen Akt gegenüber China, der die Beziehungen zwischen Peking und der neuen Regierung nur erschweren kann von Washington. In der Praxis beseitigte der Außenminister in einem seiner jüngsten Verwaltungsakte die zwischen amerikanischen Beamten und denen Taiwans geltenden Beschränkungen. Obwohl die USA Formosa nie offiziell anerkannt haben, sind sie ihr Hauptverbündeter, dem sie riesige Mengen an Kriegsmaterial liefern und die Beziehungen zur Hauptstadt Taipeh über das American Institute of Taiwan verwalten, ein Name, hinter dem es einen echten Namen gibt inoffizielle US-Botschaft. Die Entscheidung, den US-Botschafter nach der jüngsten Mission des US-Gesundheitsministers zu den Vereinten Nationen nach Taiwan zu entsenden, ist auch ein Grund für tiefe Ressentiments seitens Pekings. Auf der anderen Seite haben alle diese Maßnahmen die höchste Zufriedenheit der Regierung von Taipeh, die das Ende der bilateralen Diskriminierung zwischen den Vereinigten Staaten und Taiwan sieht, bedingt durch den anhaltenden chinesischen Druck. Für Peking gilt Taiwan als nicht veräußerlicher Teil des chinesischen Territoriums, und obwohl Taipeh als unabhängiger Staat fungiert, ist die Wiedervereinigung mit dem Mutterland ein unverzichtbarer Bestandteil des chinesischen Projekts, um seine Souveränität auf der Insel effektiv auszuüben. Für Peking ist es eine nicht verhandelbare Bedingung, diplomatische Beziehungen zu China zu haben, um keine zu Taiwan zu haben. Derzeit gibt es nur sieben Nationen, einschließlich des Vatikans, die formelle Beziehungen zu Taipeh unterhalten. Donald Trump hat, ohne den offiziellen Charakter der Beziehungen zu den formal erforderlichen Schritten, die international erforderlich sind, festzustellen, sehr herzliche, wenn nicht freundschaftliche Beziehungen zu Taiwan aufgenommen, die in das Eindämmungsprogramm des chinesischen Riesen aufgenommen werden müssen Peking betrachtet seine Zone des ausschließlichen Einflusses. Da es kein Rätsel ist, dass die Zusammenarbeit zwischen dem US-Militär und denen von Formosa zusätzlich zu den oben genannten Waffenlieferungen im Gegenteil die chinesischen Töne gestiegen sind, um die Möglichkeit öffentlich zu machen, eine bewaffnete Option für die Rückeroberung der zu ermöglichen Insel. Die auftretenden Probleme sind im Wesentlichen zwei: Die Aktion des Außenministers wurde sicherlich ohne Abstimmung mit der nächsten Regierung durchgeführt, und auf den ersten Blick erscheint sie als störende Aktion, auch wenn sie in der logischen politischen Fortsetzung des Programms verankert ist von Trumps Außenpolitik. Wir wissen noch nicht, wie Biden die Beziehungen zu China aufbauen will: Aus dem Wahlprogramm ging der Wunsch nach Beziehungen hervor, die entspannter sind, aber mehr oder weniger mit dem Wunsch übereinstimmen, Peking als Hauptkonkurrenten auf internationaler Ebene zu identifizieren und ihn so weit wie möglich einzuschränken. möglich. Dieses Programm beinhaltet eine neue Beziehung zu Europa, um die Beziehungen zwischen Brüssel und Peking zu verkleinern, aber auch um die chinesische Macht direkt an den Grenzen einzudämmen, angesichts der großen Bedeutung der Kommunikationswege auf der asiatischen Seite des Pazifischen Ozeans was nicht dem chinesischen Management überlassen werden kann. Das Problem ist sowohl ein kommerzielles als auch ein geopolitisches. Eine Ausweitung des politischen Gewichts Chinas, die vom wirtschaftlichen zum militärischen Übergang übergehen könnte, kann weder von einem republikanischen noch von einem demokratischen Politiker toleriert werden. Andererseits hatte Obama bereits die Hauptaufmerksamkeit der Vereinigten Staaten von Europa abgewandt in die asiatischen Regionen um China, wobei diese Region aus strategischer Sicht für die USA viel wichtiger ist. Der scheidende Außenminister hätte offenbar zum Nachteil von Biden gehandelt, aber in Wirklichkeit hätte er einen Prozess beschleunigen können, den die neue amerikanische Regierung ohnehin hätte durchführen müssen, da für Washington das Bündnis mit Taiwan gerade deshalb unverzichtbar erscheint der chinesischen Bedrohungen, die, wenn sie ausgeführt würden, den Vereinigten Staaten eine unverzichtbare strategische Position für die teilweise Kontrolle der Region entziehen würden. Es ist sicherlich ein sehr instabiles Gleichgewicht, da es potenziellen und anhaltenden Unfällen zwischen zwei Parteien ausgesetzt ist, deren Einigung in dieser Frage derzeit nicht möglich ist.

What do you want to do ?
New mail

Les États-Unis et Taiwan sont plus proches: risque ou opportunité pour Biden?

 

What do you want to do ?
New mail
Quelques jours après la déchéance de Trump à la présidence des États-Unis, l'administration sortante de la Maison-Blanche lègue au nouveau président Biden un acte politique hostile à l'égard de la Chine, qui ne peut que compliquer les relations entre Pékin et la nouvelle administration. de Washington. Dans la pratique, le secrétaire d'État, dans l'un de ses derniers actes administratifs, a supprimé les restrictions en vigueur entre les responsables américains et ceux de Taiwan. Bien que les États-Unis n'aient jamais officiellement reconnu Formose, ils sont son principal allié, auquel ils fournissent d'énormes quantités de matériel de guerre, et gèrent les relations avec la capitale Taipei à travers l'American Institute of Taiwan, un nom derrière lequel il y a un réel ambassade américaine non officielle. La décision d'envoyer l'ambassadeur américain aux Nations Unies en visite à Taiwan, après la récente mission du secrétaire américain à la Santé, représente également un motif de profond ressentiment de la part de Pékin; en revanche, toutes ces mesures suscitent la plus grande satisfaction de l'administration de Taipei, qui voit la fin de la discrimination bilatérale entre les États-Unis et Taiwan, conditionnée précisément par la pression chinoise continue. Pour Pékin, Taiwan est considérée comme une partie non aliénable du territoire chinois et bien que Taipei fonctionne comme un État indépendant, la réunification avec la mère patrie est une partie indispensable du projet chinois d'exercer efficacement sa souveraineté sur l'île. Pour Pékin, c'est une condition non négociable d'avoir des relations diplomatiques avec la Chine de ne pas en avoir avec Taiwan, en fait, pour le moment, il n'y a que sept nations, y compris le Vatican, qui ont des relations formelles avec Taipei. Donald Trump, sans aller jusqu'à établir le caractère officiel des relations avec les étapes formelles, qui s'imposent internationalement, a établi des relations très cordiales, sinon amicales, avec Taiwan, qui doivent s'inscrire dans le programme d'endiguement du géant chinois dans ce qui Pékin considère sa zone d'influence exclusive. Comme ce n'est pas un mystère la collaboration entre les militaires américains et ceux de Formose, en plus des approvisionnements en armes précités, au contraire, les tons chinois ont augmenté, au point de rendre publique la possibilité de rendre possible une option armée pour la reconquête du île. Les problèmes qui se posent sont essentiellement deux: l'action du secrétaire d'État a certainement été menée sans coordination avec la prochaine administration et apparaît à première vue comme une action inquiétante, même si elle s'inscrit dans la logique de la suite politique du programme. de la politique étrangère de Trump. On ne sait pas encore comment Biden veut mettre en place des relations sur la Chine: du programme électoral est apparue une volonté de relations plus détendues, mais plus ou moins coïncidant avec la volonté d'identifier Pékin comme principal concurrent au niveau international et la volonté de la limiter au maximum. possible. Ce programme comprend une nouvelle relation avec l'Europe, pour réduire les relations entre Bruxelles et Pékin, mais aussi pour contenir la puissance chinoise sur la ligne de ses frontières, compte tenu de la grande importance des voies de communication du côté asiatique de l'océan Pacifique, qui ne peut être laissé à la direction chinoise. L'enjeu est à la fois commercial et géopolitique. Un élargissement du poids politique chinois, qui pourrait passer de l'économique au militaire, ne peut être toléré ni par un politicien républicain ni par un politique démocratique: en revanche, Obama avait déjà détourné l'attention principale des États-Unis de l'Europe. aux régions asiatiques autour de la Chine, considérant cette région beaucoup plus importante d'un point de vue stratégique pour les USA. Le secrétaire d'État sortant aurait apparemment fait un acte au détriment de Biden, mais, en réalité, il aurait pu accélérer un processus que la nouvelle administration américaine aurait dû mener de toute façon, étant donné que pour Washington l'alliance avec Taiwan semble indispensable précisément parce que des menaces chinoises qui, si elles étaient mises en œuvre, priveraient les États-Unis d'une position stratégique indispensable pour un contrôle partiel de la région. Il s'agit certainement d'un équilibre très instable car il est sujet à des accidents potentiels et continus, entre deux parties dont l'accord sur cette question est actuellement impossible.

EUA e Taiwan estão mais próximos: risco ou oportunidade para Biden?

 Poucos dias após a queda de Trump como presidente dos Estados Unidos, a administração cessante da Casa Branca lega ao novo presidente Biden um ato político hostil à China, que não pode deixar de complicar as relações entre Pequim e a nova administração de Washington. Na prática, o Secretário de Estado, em um de seus últimos atos administrativos, eliminou as restrições vigentes entre os funcionários americanos e os de Taiwan. Embora os EUA nunca tenham reconhecido formalmente Formosa, eles são seu principal aliado, para o qual fornecem grandes quantidades de material de guerra, e administram as relações com a capital Taipei por meio do Instituto Americano de Taiwan, nome atrás do qual existe um verdadeiro embaixada não oficial dos EUA. A decisão de enviar o embaixador dos Estados Unidos às Nações Unidas para visitar Taiwan, após a recente missão do Secretário de Saúde dos Estados Unidos, também representa um motivo de profundo ressentimento por parte de Pequim; por outro lado, todas essas medidas têm a maior satisfação do governo de Taipei, que vê o fim da discriminação bilateral entre os Estados Unidos e Taiwan, condicionada, justamente, pela contínua pressão chinesa. Para Pequim, Taiwan é considerada uma parte não alienável do território chinês e, embora Taipei funcione como um estado independente, a reunificação com a pátria mãe é uma parte indispensável do projeto chinês para exercer efetivamente sua soberania na ilha. Para Pequim, é uma condição inegociável ter relações diplomáticas com a China para não ter com Taiwan, de facto, neste momento apenas sete nações, incluindo o Vaticano, têm relações formais com Taipé. Donald Trump, sem chegar a estabelecer o caráter oficial das relações com as etapas formais, que são exigidas internacionalmente, estabeleceu relações muito cordiais, senão amistosas, com Taiwan, que devem ser incluídas no programa de contenção do gigante chinês no que Pequim considera sua zona de influência exclusiva. Como não é mistério a colaboração entre os militares estadunidenses e os de Formosa, além dos mencionados fornecimentos de armas, pelo contrário, os tons chineses têm subido, a ponto de tornar pública a possibilidade de viabilizar uma opção armada pela reconquista do ilha. As questões que se colocam são essencialmente duas: a ação do Secretário de Estado foi certamente realizada sem coordenação com a administração seguinte e à primeira vista parece uma ação inquietante, ainda que enquadrada na lógica de continuação política do programa da política externa de Trump. Ainda não sabemos como Biden quer estabelecer relações com a China: a partir do programa eleitoral surgiu um desejo de relações mais relaxadas nos caminhos, mas mais ou menos coincidindo com o desejo de identificar Pequim como o principal concorrente a nível internacional e o desejo de limitá-lo tanto quanto possível. possível. Este programa inclui uma nova relação com a Europa, para reduzir as relações entre Bruxelas e Pequim, mas também para conter o poder chinês mesmo na linha das suas fronteiras, dada a grande importância das vias de comunicação no lado asiático do Oceano Pacífico, que não pode ser deixada para a administração chinesa. A questão é comercial e geopolítica. Uma ampliação do peso político chinês, que poderia passar de econômico a militar, não pode ser tolerada, nem por um político republicano nem por um democrático: por outro lado, Obama já havia desviado da Europa a principal atenção dos Estados Unidos para as regiões asiáticas em torno da China, considerando essa região muito mais importante do ponto de vista estratégico para os EUA. O secretário de Estado cessante aparentemente teria feito um ato em detrimento de Biden, mas, na realidade, poderia ter acelerado um processo que a nova administração americana teria que realizar de qualquer maneira, visto que para Washington a aliança com Taiwan parece indispensável justamente porque das ameaças chinesas, que, se concretizadas, privariam os Estados Unidos de uma posição estratégica indispensável para o controle parcial da região. É certamente um equilíbrio altamente instável, porque está sujeito a acidentes potenciais e contínuos, entre duas partes cujo acordo sobre esta questão é atualmente impossível.

What do you want to do ?
New mail