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martedì 23 marzo 2021

Le giuste sanzioni contro la Cina e il comportamento diplomatico incoerente dell'Unione Europea

 La feroce repressione dei cinesi turcofoni di religione islamica, etnia di maggioranza della regione cinese dello Xinjiang, ha provocato delle sanzioni da parte dell’Unione Europea; le sanzioni colpiscono quattro cittadini e funzionari della Repubblica Popolare cinese per protratte violazioni dei diritti umani perpetrate attraverso la deportazione di massa, arresti arbitrari e trattamenti degradanti, tenute contro cittadini cinesi di etnia uigura. La politica di assimilazione, senza rispetto alcuno dei diritti umanitari, del governo cinese di questa parte di popolazione è in atto da tempo, ma le sanzioni europee arrivano soltanto ora ed hanno la particolarità di essere le prime dai tempi dei massacri di Tiananmen avvenuti nel 1998. In tutto questo periodo la Cina ha assunto un ruolo di partner strategico nell’economia europea, che era meglio non contraddire. In realtà queste ultime sanzioni emesse sono comunque più simboliche, che efficaci, dato, appunto, che hanno colpito soltanto quattro cittadini cinesi e non la Cina in quanto entità nazionale; tuttavia è implicito che il messaggio per Pechino sia stato di una pesante critica alla sua sovranità: un insulto inconcepibile per il governo cinese, che ritiene i propri affari interni come materia inviolabile. La risposta ufficiale della Cina è stata una rappresaglia non proporzionata, che ha voluto colpire direttamente le istituzioni europee, sanzionando dieci persone, che comprendono parlamentari e funzionari di Bruxelles. L’Unione Europea ha applicato in modo coerente quanto già applicato alla Russia e ad altri paesi per le repressioni che hanno provocato le violazioni dei diritti umani. All’azione europea si sono affiancati gli USA ed il Regno Unito, che non hanno voluto mancare all’occasione di mostrare a Pechino la rinnovata coesione occidentale, soprattutto per Washington è essenziale dimostrarsi in prima linea contro quello che ritiene il maggiore avversario sistemico di questa fase storica, sia per ragioni economiche che geostrategiche. Il compattamento occidentale ha provocato una maggiore vicinanza tra Cina e Russia, con Mosca ora, però, in condizione subalterna a Pechino, mentre non si può non rilevare che l’attivismo cinese ha attirato in una personale zona di influenza i nemici degli USA, tra gli altri Iran e Corea del Nord, con i quali intrattiene rapporti commerciali malgrado le sanzioni americane ed europee. Circa le sanzioni europee occorre fare alcune riflessioni, essendo giusta la decisione di Bruxelles in senso assoluto, occorrerà verificare come evolverà questa situazione di tensione diplomatica, se, cioè, avrà ricadute anche sui troppi rapporti commerciali che intercorrono tra le due parti e che, senz’altro, convengono all’Europa, ma di più e per svariate ragioni, tra cui non solo quelle economiche, convengono di più alla Cina. La situazione che si è venuta a creare nel campo occidentale e, soprattutto, con il cambio alla Casa Bianca, potrebbe allentare i legami, da parte di Bruxelles, con la Cina e così permettere una maggiore autonomia, economica e produttiva a favore dell’Europa. Se si vuole percorrere la strada della tutela dei diritti umani, anche al di fuori dei propri territori, diminuire i rapporti commerciali con la Cina ed il suo modo di essere, cioè prenderne le distanze in maniera significativa e non solo simbolica, appare un percorso obbligato. Se le intenzioni ed anche i comportamenti europei circa la tutela dei diritti sembrano doverose e condivisibili, meno limpido appare, però, l’avvicinamento con la Turchia, che ha certamente delle ragioni strumentali sulle quali non si può che dare un giudizio fortemente negativo. Finanziare Ankara per mantenere sul suo territorio i profughi diretti in Europa, può essere una ragione di ordine pratico ma che è in antitesi con la volontà di difendere i diritti umani: una contraddizione troppo evidente per non guardare con occhi diversi anche le sanzioni cinesi; oltretutto riavvicinarsi ad un regime che massacra i curdi, verso i quali l’Europa, ma anche l’occidente intero, dovrebbe avere solo sentimenti di gratitudine e quindi di protezione e che va verso il disconoscimento del trattato di Istanbul contro la violenza femminile, appare un controsenso anche senza volere ergersi a difensori dei diritti umani. La percezione è quella di una istituzione europea con un atteggiamento ondivago, che non riesce a mantenere una linea retta, un comportamento coerente con quanto si prefigge: secondo ciò la Turchia dovrebbe avere lo stesso trattamento della Cina e sarebbe ancora poco (peraltro le sanzioni contro la Cina sono, è già stato detto, poco più che simboliche). La speranza è quella di non andare incontro ad una delusione, che per l’argomento trattato, potrebbe avere conseguenze sulla fiducia dei cittadini, non recuperabili.     

The just sanctions against China and the inconsistent diplomatic behavior of the European Union

 The ferocious repression of Turkish-speaking Chinese of Islamic religion, a majority ethnic group in the Chinese region of Xinjiang, has resulted in sanctions by the European Union; the sanctions target four citizens and officials of the People's Republic of China for protracted human rights violations perpetrated through mass deportation, arbitrary arrests and degrading treatment, held against ethnic Uyghur Chinese citizens. The Chinese government's policy of assimilation, with no respect for humanitarian rights, of this part of the population has been in place for some time, but the European sanctions are only now coming and have the distinction of being the first since the Tiananmen massacres in 1998. Throughout this period China has taken on a role of strategic partner in the European economy, which it was better not to contradict. In reality, these last sanctions issued are in any case more symbolic than effective, given that they have affected only four Chinese citizens and not China as a national entity; however, it is implied that the message for Beijing was a heavy criticism of its sovereignty: an inconceivable insult to the Chinese government, which regards its internal affairs as an inviolable matter. China's official response was an out-of-proportion retaliation, which aimed to hit the European institutions directly, sanctioning ten people, which include parliamentarians and officials from Brussels. The European Union has consistently applied what it has already applied to Russia and other countries for the repressions that have resulted in human rights violations. European action was joined by the USA and the United Kingdom, who did not want to miss the opportunity to show Beijing the renewed Western cohesion, especially for Washington it is essential to show itself on the front line against what it considers the greatest systemic opponent of this. historical phase, both for economic and geostrategic reasons. The Western compaction has caused greater closeness between China and Russia, with Moscow now, however, in a subordinate condition to Beijing, while it cannot fail to be noted that Chinese activism has attracted the enemies of the USA to a personal area of ​​influence, including the other Iran and North Korea, with which it has commercial relations despite American and European sanctions. Regarding the European sanctions, it is necessary to make some reflections, since the decision of Brussels is correct in an absolute sense, it will be necessary to verify how this situation of diplomatic tension will evolve, that is, if it will also have repercussions on too many commercial relations between the two parties and which, without 'other, they suit Europe, but more and for various reasons, including not only economic ones, they suit China more. The situation that has arisen in the Western field and, above all, with the change in the White House, could loosen the ties, on the part of Brussels, with China and thus allow greater autonomy, economic and productive in favor of Europe. . If you want to take the path of protecting human rights, even outside your own territories, decrease trade relations with China and its way of being, i.e. distance yourself from it in a significant and not only symbolic way, appears to be an obligatory path. . If the intentions and also the European behaviors regarding the protection of rights seem necessary and acceptable, the rapprochement with Turkey appears less clear, however, which certainly has instrumental reasons on which one can only give a strongly negative judgment. Financing Ankara to keep refugees going to Europe on its territory can be a practical reason but one that is in contrast with the desire to defend human rights: a contradiction too obvious not to look at Chinese sanctions with different eyes; moreover, to get closer to a regime that massacres the Kurds, towards whom Europe, but also the entire West, should have only feelings of gratitude and therefore of protection and which goes towards the disavowal of the Istanbul treaty against female violence, appears a contradiction even without wanting to set themselves up as defenders of human rights. The perception is that of a European institution with a wavering attitude, which is unable to maintain a straight line, a behavior consistent with its aims: according to this, Turkey should have the same treatment as China and it would still be little (moreover the sanctions against China are, it has already been said, little more than symbolic). The hope is not to encounter a disappointment, which for the subject matter could have consequences on the trust of citizens, which cannot be recovered.

Las justas sanciones contra China y el comportamiento diplomático inconsistente de la Unión Europea

 La feroz represión de los chinos de religión islámica de habla turca, un grupo étnico mayoritario en la región china de Xinjiang, ha dado lugar a sanciones por parte de la Unión Europea; Las sanciones están dirigidas a cuatro ciudadanos y funcionarios de la República Popular China por violaciones prolongadas de los derechos humanos perpetradas mediante deportaciones masivas, detenciones arbitrarias y tratos degradantes, contra ciudadanos chinos de etnia uigur. La política del gobierno chino de asimilación, sin respeto por los derechos humanitarios, de esta parte de la población ha estado vigente desde hace algún tiempo, pero las sanciones europeas recién ahora están llegando y tienen la distinción de ser las primeras desde las masacres de Tiananmen en 1998. Durante todo este período, China ha asumido un papel de socio estratégico en la economía europea, que es mejor no contradecir. En realidad, las últimas sanciones emitidas son en cualquier caso más simbólicas que efectivas, dado que han afectado solo a cuatro ciudadanos chinos y no a China como entidad nacional; sin embargo, se da a entender que el mensaje para Beijing fue una fuerte crítica a su soberanía: un insulto inconcebible al gobierno chino, que considera sus asuntos internos como un asunto inviolable. La respuesta oficial de China fue una represalia desproporcionada, que tenía como objetivo atacar directamente a las instituciones europeas, sancionando a diez personas, entre las que se incluyen parlamentarios y funcionarios de Bruselas. La Unión Europea ha aplicado constantemente lo que ya ha aplicado a Rusia y otros países por las represiones que han resultado en violaciones de derechos humanos. A la acción europea se sumaron Estados Unidos y Reino Unido, que no quisieron dejar pasar la oportunidad de mostrar a Pekín la renovada cohesión occidental, especialmente para Washington es imprescindible mostrarse en primera línea frente al que considera el mayor oponente sistémico de China. esta fase histórica, tanto por motivos económicos como geoestratégicos. La compactación occidental ha provocado una mayor cercanía entre China y Rusia, con Moscú ahora, sin embargo, en una condición subordinada a Pekín, si bien no puede dejar de notarse que el activismo chino ha atraído a los enemigos de EE. UU. A un área de influencia personal. , incluido el resto de Irán y Corea del Norte, con los que mantiene relaciones comerciales a pesar de las sanciones estadounidenses y europeas. En cuanto a las sanciones europeas, es necesario hacer algunas reflexiones, ya que la decisión de Bruselas es acertada en un sentido absoluto, habrá que comprobar cómo evolucionará esta situación de tensión diplomática, es decir, si, es decir, será También repercuten en demasiadas relaciones comerciales entre las dos partes y que, sin 'otras, se adaptan a Europa, pero más y por diversas razones, incluidas no solo económicas, le convienen más a China. La situación que ha surgido en el ámbito occidental y, sobre todo, con el cambio en la Casa Blanca, podría aflojar los lazos, por parte de Bruselas, con China y permitir así una mayor autonomía, económica y productiva a favor de Europa. Si quieres emprender el camino de la protección de los derechos humanos, incluso fuera de tus propios territorios, disminuir las relaciones comerciales con China y su forma de ser, es decir, alejarte de ella de forma significativa y no solo simbólica, parece ser un camino obligado. . Si las intenciones y también los comportamientos europeos en materia de protección de derechos parecen necesarios y aceptables, sin embargo, el acercamiento con Turquía parece menos claro, lo que ciertamente tiene razones instrumentales sobre las que solo se puede emitir un juicio fuertemente negativo. Financiar a Ankara para que los refugiados se dirijan a Europa en su territorio puede ser una razón práctica, pero contrasta con el deseo de defender los derechos humanos: una contradicción demasiado obvia para no mirar las sanciones chinas con otros ojos; Por otra parte, acercarnos a un régimen que masacra a los kurdos, hacia el que Europa, pero también todo Occidente, debería tener sólo sentimientos de gratitud y por tanto de protección y que apunta a la desmentida del tratado de Estambul contra la violencia femenina, parece una contradicción incluso sin querer erigirse en defensores de los derechos humanos. La percepción es la de una institución europea con actitud vacilante, incapaz de mantener una línea recta, un comportamiento acorde con sus objetivos: según esto, Turquía debería tener el mismo trato que China y aún sería poco (además, las sanciones contra China son, ya se ha dicho, poco más que simbólicas). La esperanza es no encontrar una decepción, que para el tema podría tener consecuencias en la confianza de los ciudadanos, que no se puede recuperar.

Die gerechten Sanktionen gegen China und das inkonsistente diplomatische Verhalten der Europäischen Union

 Die grausame Unterdrückung der türkischsprachigen Chinesen der islamischen Religion, einer mehrheitlich ethnischen Gruppe in der chinesischen Region Xinjiang, hat zu Sanktionen durch die Europäische Union geführt. Die Sanktionen richten sich gegen vier Bürger und Beamte der Volksrepublik China wegen langwieriger Menschenrechtsverletzungen, die durch Massendeportation, willkürliche Verhaftungen und erniedrigende Behandlung von chinesischen Bürgern uigurischer Abstammung begangen wurden. Die Politik der chinesischen Regierung, diesen Teil der Bevölkerung ohne Achtung der humanitären Rechte zu assimilieren, ist seit einiger Zeit in Kraft, aber die europäischen Sanktionen kommen erst jetzt und gelten als die ersten seit den Tiananmen-Massakern im Jahr 1998 Während dieser Zeit hat China eine Rolle als strategischer Partner in der europäischen Wirtschaft übernommen, was man besser nicht widersprechen sollte. In Wirklichkeit sind die letztgenannten Sanktionen auf jeden Fall eher symbolisch als wirksam, da sie nur vier chinesische Staatsbürger und nicht China als nationale Einheit betroffen haben. Es wird jedoch impliziert, dass die Botschaft für Peking eine heftige Kritik an seiner Souveränität war: eine unvorstellbare Beleidigung der chinesischen Regierung, die ihre inneren Angelegenheiten als unantastbare Angelegenheit betrachtet. Chinas offizielle Antwort war eine überproportionale Vergeltung, die darauf abzielte, die europäischen Institutionen direkt anzusprechen und zehn Personen zu sanktionieren, darunter Parlamentarier und Beamte aus Brüssel. Die Europäische Union hat konsequent das angewendet, was sie bereits auf Russland und andere Länder für die Repressionen angewendet hat, die zu Menschenrechtsverletzungen geführt haben. Zu den europäischen Aktionen gesellten sich die USA und das Vereinigte Königreich, die die Gelegenheit nicht verpassen wollten, Peking den erneuten westlichen Zusammenhalt zu zeigen, insbesondere für Washington ist es wichtig, sich an vorderster Front gegen das zu zeigen, was es als den größten systemischen Gegner betrachtet diese historische Phase, sowohl aus wirtschaftlichen als auch aus geostrategischen Gründen. Die westliche Verdichtung hat zu einer größeren Nähe zwischen China und Russland geführt, wobei Moskau jetzt jedoch Peking untergeordnet ist, während nicht zu übersehen ist, dass der chinesische Aktivismus die Feinde der USA in einen persönlichen Einflussbereich gezogen hat einschließlich des anderen Iran und Nordkoreas, mit denen es trotz amerikanischer und europäischer Sanktionen Handelsbeziehungen unterhält. In Bezug auf die europäischen Sanktionen ist es notwendig, einige Überlegungen anzustellen, da die Entscheidung von Brüssel im absoluten Sinne richtig ist, muss überprüft werden, wie sich diese Situation diplomatischer Spannungen entwickeln wird, dh wenn dies der Fall ist haben auch Auswirkungen auf zu viele Handelsbeziehungen zwischen den beiden Parteien, und ohne andere passen sie zu Europa, aber mehr und aus verschiedenen Gründen, einschließlich nicht nur wirtschaftlicher, passen sie mehr zu China. Die Situation im westlichen Bereich und vor allem mit dem Wechsel im Weißen Haus könnte die Beziehungen Brüssels zu China lockern und somit eine größere Autonomie, Wirtschaftlichkeit und Produktivität zugunsten Europas ermöglichen. Wenn Sie den Weg des Schutzes der Menschenrechte auch außerhalb Ihres eigenen Territoriums beschreiten möchten, scheint es ein obligatorischer Weg zu sein, die Handelsbeziehungen zu China und seine Art zu sein zu verringern, d. H. Sich in bedeutender und nicht nur symbolischer Weise davon zu distanzieren. . Wenn jedoch die Absichten und auch das europäische Verhalten in Bezug auf den Schutz der Rechte notwendig und akzeptabel erscheinen, erscheint die Annäherung an die Türkei weniger klar, was sicherlich instrumentelle Gründe hat, über die man nur ein stark negatives Urteil abgeben kann. Die Finanzierung von Ankara, um Flüchtlinge auf seinem Territorium nach Europa zu bringen, kann ein praktischer Grund sein, der jedoch im Gegensatz zu dem Wunsch steht, die Menschenrechte zu verteidigen: ein Widerspruch, der zu offensichtlich ist, um chinesische Sanktionen nicht mit anderen Augen zu betrachten; Darüber hinaus erscheint es ein Widerspruch, einem Regime näher zu kommen, das die Kurden massakriert, denen Europa, aber auch der gesamte Westen nur Dankbarkeit und damit Schutz entgegenbringen sollte und das zur Ablehnung des Istanbuler Vertrags gegen weibliche Gewalt führt auch ohne sich als Verteidiger der Menschenrechte etablieren zu wollen. Die Wahrnehmung ist die einer europäischen Institution mit einer schwankenden Haltung, die nicht in der Lage ist, eine gerade Linie aufrechtzuerhalten, ein Verhalten, das ihren Zielen entspricht: Demnach sollte die Türkei die gleiche Behandlung wie China haben und es wäre immer noch wenig (außerdem) Die Sanktionen gegen China sind, wie bereits gesagt, kaum mehr als symbolisch. Die Hoffnung besteht nicht darin, auf eine Enttäuschung zu stoßen, die für das Thema Konsequenzen für das Vertrauen der Bürger haben könnte, die nicht wiederhergestellt werden können.

Les justes sanctions contre la Chine et le comportement diplomatique incohérent de l'Union européenne

 La répression féroce des Chinois turcophones de religion islamique, un groupe ethnique majoritaire dans la région chinoise du Xinjiang, a abouti à des sanctions de la part de l'Union européenne; les sanctions visent quatre citoyens et fonctionnaires de la République populaire de Chine pour des violations prolongées des droits de l'homme perpétrées par des expulsions massives, des arrestations arbitraires et des traitements dégradants contre des citoyens chinois d'origine ouïghoure. La politique d'assimilation du gouvernement chinois, sans respect des droits humanitaires, de cette partie de la population est en place depuis un certain temps, mais les sanctions européennes ne sont que maintenant à venir et ont la particularité d'être les premières depuis les massacres de Tiananmen en 1998 . - Tout au long de cette période, la Chine a assumé un rôle de partenaire stratégique de l’économie européenne, qu’il valait mieux ne pas contredire. En réalité, ces dernières sanctions prononcées sont en tout cas plus symboliques qu'efficaces, étant donné qu'elles n'ont touché que quatre citoyens chinois et non la Chine en tant qu'entité nationale; cependant, il est sous-entendu que le message pour Pékin était une critique sévère de sa souveraineté: une insulte inconcevable au gouvernement chinois, qui considère ses affaires intérieures comme une question inviolable. La réponse officielle de la Chine a été des représailles disproportionnées, qui visaient à viser directement les institutions européennes, sanctionnant dix personnes, dont des parlementaires et des fonctionnaires de Bruxelles. L'Union européenne a toujours appliqué ce qu'elle a déjà appliqué à la Russie et à d'autres pays pour les répressions qui ont abouti à des violations des droits de l'homme. L'action européenne a été rejointe par les États-Unis et le Royaume-Uni, qui n'ont pas voulu manquer l'occasion de montrer à Pékin la cohésion occidentale renouvelée, surtout pour Washington qu'il est essentiel de se montrer en première ligne face à ce qu'il considère comme le plus grand adversaire systémique de cette phase historique, tant pour des raisons économiques que géostratégiques. Le compactage occidental a provoqué une plus grande proximité entre la Chine et la Russie, Moscou étant désormais subordonnée à Pékin, alors qu'il ne peut manquer de noter que l'activisme chinois a attiré les ennemis des États-Unis dans une zone d'influence personnelle. , y compris les autres Iran et Corée du Nord, avec lesquels il entretient des relations commerciales malgré les sanctions américaines et européennes. Concernant les sanctions européennes, il faut faire quelques réflexions, puisque la décision de Bruxelles est correcte dans un sens absolu, il faudra vérifier comment cette situation de tension diplomatique va évoluer, c'est-à-dire si, c'est-à-dire, elle va ont aussi des répercussions sur trop de relations commerciales entre les deux parties et qui, sans autre, conviennent à l'Europe, mais plus et pour diverses raisons, y compris non seulement économiques, elles conviennent davantage à la Chine. La situation qui s'est présentée dans le domaine occidental et, surtout, avec le changement de la Maison Blanche, pourrait desserrer les liens, de la part de Bruxelles, avec la Chine et permettre ainsi une plus grande autonomie, économique et productive en faveur de l'Europe. Si vous voulez emprunter la voie de la protection des droits de l'homme, même en dehors de vos propres territoires, diminuer les relations commerciales avec la Chine et sa manière d'être, c'est-à-dire s'en éloigner de manière significative et non seulement symbolique, apparaît comme une voie obligatoire. . Si les intentions et aussi les comportements européens en matière de protection des droits semblent pourtant nécessaires et acceptables, le rapprochement avec la Turquie apparaît moins clair, ce qui a certainement des raisons instrumentales sur lesquelles on ne peut que porter un jugement fortement négatif. Financer Ankara pour permettre aux réfugiés de se diriger vers l'Europe sur son territoire peut être une raison pratique mais qui contraste avec la volonté de défendre les droits de l'homme: une contradiction trop évidente pour ne pas regarder les sanctions chinoises avec des yeux différents; de plus, se rapprocher d'un régime qui massacre les Kurdes, envers qui l'Europe, mais aussi tout l'Occident, ne devrait avoir que des sentiments de gratitude et donc de protection et qui va vers le désaveu du traité d'Istanbul contre la violence féminine, apparaît une contradiction même sans vouloir s'ériger en défenseurs des droits de l'homme. La perception est celle d'une institution européenne à l'attitude hésitante, incapable de maintenir une ligne droite, un comportement conforme à ses objectifs: selon cela, la Turquie devrait avoir le même traitement que la Chine et ce serait encore peu (d'ailleurs, les sanctions contre la Chine ne sont, a-t-on déjà dit, que symboliques). L'espoir n'est pas de rencontrer une déception, qui pour le sujet pourrait avoir des conséquences sur la confiance des citoyens, qui ne peut être récupérée.

As justas sanções contra a China e o comportamento diplomático inconsistente da União Europeia

 A feroz repressão de chineses de língua turca de religião islâmica, um grupo étnico majoritário na região chinesa de Xinjiang, resultou em sanções por parte da União Europeia; as sanções visam quatro cidadãos e funcionários da República Popular da China por violações prolongadas dos direitos humanos perpetradas por meio de deportações em massa, prisões arbitrárias e tratamento degradante, contra cidadãos chineses de etnia uigur. A política do governo chinês de assimilação, sem respeito pelos direitos humanitários, desta parte da população já existe há algum tempo, mas as sanções europeias só agora estão chegando e têm a distinção de serem as primeiras desde os massacres de Tiananmen em 1998 Ao longo deste período, a China assumiu um papel de parceiro estratégico da economia europeia, que convém não contradizer. Na realidade, as últimas sanções emitidas são, em todo o caso, mais simbólicas do que eficazes, visto que afetaram apenas quatro cidadãos chineses e não a China como entidade nacional; no entanto, fica implícito que a mensagem para Pequim era uma crítica pesada à sua soberania: um insulto inconcebível ao governo chinês, que considera seus assuntos internos uma questão inviolável. A resposta oficial da China foi uma retaliação desproporcional, que visava atingir diretamente as instituições europeias, sancionando dez pessoas, entre elas parlamentares e funcionários de Bruxelas. A União Europeia tem aplicado sistematicamente o que já aplicou à Rússia e a outros países pelas repressões que resultaram em violações dos direitos humanos. À ação europeia juntaram-se os EUA e o Reino Unido, que não quiseram perder a oportunidade de mostrar a Pequim a renovada coesão ocidental, sobretudo para Washington é fundamental mostrar-se na linha da frente contra aquele que considera o maior adversário sistémico da esta fase histórica, tanto por razões económicas como geoestratégicas. A compactação ocidental causou maior aproximação entre China e Rússia, com Moscou agora, porém, em condição subordinada a Pequim, enquanto não se pode deixar de notar que o ativismo chinês atraiu os inimigos dos EUA para uma área de influência pessoal , incluindo o outro Irã e a Coréia do Norte, com os quais mantém relações comerciais apesar das sanções americanas e europeias. Quanto às sanções europeias, é necessário fazer algumas reflexões, uma vez que a decisão de Bruxelas é acertada em sentido absoluto, será necessário verificar como irá evoluir esta situação de tensão diplomática, ou seja, se, isto é, irá. também repercutem em demasiadas relações comerciais entre as duas partes e que, sem as outras, convêm à Europa, mas mais e por motivos diversos, inclusive não só económicos, convêm mais à China. A situação que se tem surgido no campo ocidental e, sobretudo, com a mudança na Casa Branca, poderá afrouxar os laços, por parte de Bruxelas, com a China e assim permitir uma maior autonomia, económica e produtiva a favor da Europa. Se se pretende seguir o caminho da protecção dos direitos humanos, mesmo fora dos seus territórios, diminuir as relações comerciais com a China e o seu modo de ser, ou seja, distanciar-se dela de forma significativa e não apenas simbólica, parece ser um caminho obrigatório. . Se as intenções e também os comportamentos europeus em matéria de protecção de direitos parecem necessários e aceitáveis, no entanto, a aproximação com a Turquia parece menos clara, o que certamente tem razões instrumentais sobre as quais só se pode fazer um juízo fortemente negativo. Financiar Ancara para manter refugiados com destino à Europa em seu território pode ser uma razão prática, mas que contrasta com o desejo de defender os direitos humanos: uma contradição óbvia demais para não olhar para as sanções chinesas com outros olhos; além disso, aproximar-se de um regime que massacra os curdos, para os quais a Europa, mas também todo o Ocidente, deveria ter apenas sentimentos de gratidão e, portanto, de proteção e que vai no sentido da negação do tratado de Istambul contra a violência feminina, parece uma contradição mesmo sem querer se posicionar como defensor dos direitos humanos. A percepção é a de uma instituição europeia com uma atitude vacilante, que não consegue manter uma linha recta, um comportamento condizente com os seus objectivos: segundo isso, a Turquia deveria ter o mesmo tratamento que a China e ainda seria pouco (aliás, as sanções contra a China são, já foi dito, pouco mais do que simbólicas). A esperança é não encontrar uma desilusão, o que pode ter consequências para a confiança dos cidadãos, que não podem ser recuperadas.

Справедливые санкции против Китая и непоследовательное дипломатическое поведение Евросоюза

 Жестокие репрессии против тюркоязычных китайцев, исповедующих ислам, являющихся этнической группой большинства в китайском регионе Синьцзян, привели к санкциям со стороны Европейского Союза; санкции нацелены на четырех граждан и должностных лиц Китайской Народной Республики за длительные нарушения прав человека, совершенные в результате массовой депортации, произвольных арестов и унижающего достоинство обращения с китайскими гражданами уйгурской национальности. Политика китайского правительства по ассимиляции без уважения гуманитарных прав этой части населения существует уже некоторое время, но европейские санкции применяются только сейчас и являются первыми после массовых убийств на площади Тяньаньмэнь в 1998 году. На протяжении всего этого периода Китай взял на себя роль стратегического партнера в европейской экономике, с чем лучше не было возражений. На самом деле последние введенные санкции в любом случае скорее символичны, чем эффективны, учитывая, что они затронули только четырех граждан Китая, а не Китай как национальную организацию; однако подразумевается, что послание для Пекина содержало резкую критику его суверенитета: немыслимое оскорбление китайскому правительству, которое считает свои внутренние дела неприкосновенным делом. Официальным ответом Китая был непропорциональный ответный удар, направленный непосредственно на европейские институты и наложивший санкции на десять человек, включая парламентариев и официальных лиц из Брюсселя. Европейский Союз последовательно применял то, что он уже применил к России и другим странам, в отношении репрессий, приведших к нарушениям прав человека. К европейским действиям присоединились США и Великобритания, которые не хотели упускать возможность продемонстрировать Пекину обновленную сплоченность Запада, особенно для Вашингтона крайне важно показать себя на передовой против того, что он считает самым большим системным противником. это исторический этап, как по экономическим, так и по геостратегическим причинам. Уплотнение Запада привело к большей близости между Китаем и Россией, при этом Москва теперь, однако, находится в подчиненном состоянии по отношению к Пекину, хотя нельзя не отметить, что активизм Китая привлек врагов США в личную зону влияния. , включая другие Иран и Северную Корею, с которыми она поддерживает торговые отношения, несмотря на американские и европейские санкции. Что касается европейских санкций, необходимо сделать некоторые размышления, поскольку решение Брюсселя в абсолютном смысле правильное, необходимо будет проверить, как будет развиваться эта ситуация дипломатической напряженности, то есть будет ли она также имеют последствия для слишком многих торговых отношений между двумя сторонами, которые, без «прочего», устраивают Европу, но в большей степени и по разным причинам, включая не только экономические, они больше подходят Китаю. Ситуация, которая возникла на западном поле, и, прежде всего, со сменой Белого дома, может ослабить связи Брюсселя с Китаем и, таким образом, позволить большую автономию, экономическую и продуктивную, в пользу Европы. Если вы хотите встать на путь защиты прав человека, даже за пределами своей территории, сокращение торговых отношений с Китаем и его образом жизни, т.е. дистанцирование от него значительным и не только символическим образом, кажется обязательным путем. . Однако, если намерения, а также европейское поведение в отношении защиты прав кажутся необходимыми и приемлемыми, сближение с Турцией кажется менее очевидным, что, безусловно, имеет инструментальные причины, по которым можно вынести только резко отрицательную оценку. Финансирование Анкары для удержания беженцев в Европе на ее территории может быть практической причиной, но она контрастирует с желанием защитить права человека: противоречие слишком очевидно, чтобы не смотреть на санкции Китая другими глазами; Более того, чтобы приблизиться к режиму, который убивает курдов, по отношению к которым Европа, но также и весь Запад, должны испытывать только чувство благодарности и, следовательно, защиты, и который ведет к отрицанию Стамбульского договора против женского насилия, возникает противоречие. даже не желая выставить себя защитниками прав человека. Это восприятие европейского института с колеблющимся отношением, которое не может поддерживать прямую линию, поведение, соответствующее его целям: в соответствии с этим к Турции следует относиться так же, как к Китаю, и это все равно будет незначительным (более того, санкции против Китая, как уже было сказано, не более чем символические). Остается надеяться, что не встретите разочарования, которое в отношении предмета обсуждения может иметь последствия для доверия граждан, которые не могут быть восстановлены.