إن ضرورة استئناف العلاقات الرسمية بين طهران والرياض لا تهم إيران والسعودية بشكل مباشر فحسب ، بل هي ضرورية للعراق واليمن باعتبارهما أقرب الدول المتأثرة بالتنافس بين البلدين ولكن أيضًا بالاستقرار الإقليمي والالتزام الأمريكي في. المنطقة لتعزيز السلام في المنطقة وتداعياتها على مستوى العالم. العلاقات بين السعودية وإيران توقفت رسميًا منذ خمس سنوات ، لكن ذلك كان تتويجًا لخصومة طويلة الأمد ، لأسباب دينية ، في سياق العلاقة الصعبة بين السنة والشيعة ، والتي كانت لها عواقب. فهي حتمية على المستوى السياسي والجيواستراتيجي. مثلت الرئاسة الأمريكية الحالية انعكاسًا للاتجاه مقارنة بالرئاسة السابقة ، منحازًا بشدة لصالح السعوديين: يفضل بايدن موقفًا ، عمليًا ، أكثر مساواة ، حتى لو كان يجب أن يكون رسميًا أقرب إلى الرياض. على أي حال ، فإن الموقف المتغير للبيت الأبيض ، خاصة فيما يتعلق بالاتفاق النووي الإيراني ، قد حدد للمملكة العربية السعودية الحاجة إلى علاقة مع إيران تنظمها علاقات دولية طبيعية. علاوة على ذلك ، وعلى الرغم من الحذر الشديد ، أكدت البيانات الصادرة عن الدوائر الدبلوماسية السعودية على أهمية استعداد الجمهورية الإسلامية الإيرانية للحوار مع المملكة العربية السعودية من أجل الحفاظ على السلام بين البلدين واستقرار المنطقة. يبدو أن الرياض تدرك أنه في حالة عودة الاتفاق النووي الإيراني حيز التنفيذ ، فإن المملكة العربية السعودية ، المحرومة بالفعل من علاقتها المميزة مع ترامب ، لم تعد قادرة على تجاهل أهمية العلاقات الدبلوماسية مع طهران. بالتأكيد يجب بناء العلاقات الدبلوماسية ، وفي أفضل الحالات ، يمكن أن تكون نوعًا من الهدنة بين عدوين لديهما رؤية معاكسة لدور كل منهما الإقليمي ، لكن كلا البلدين يدركان أن العلاقات الثنائية واضحة المعالم. العلاقة ضمن عرف القانون الدولي ، فهي تمثل نقطة البداية الأساسية للتعايش السلمي ، الذي يصبح أكثر فأكثر لا غنى عنه ؛ هذا على الرغم من حقيقة أن هناك قوى في كلا البلدين تعمل من أجل نتيجة سلبية ، بهدف تعزيز القطاعات الأكثر تقليدية في السياسة الخارجية للبلدين. إلى جانب العلاقات الثنائية التي تهم الدولتين بشكل صارم ، فإن الاستئناف الرسمي للاتصالات يمكن ويجب أن يكون له عواقب ، نأمل أن تكون إيجابية ، على دول ثالثة مثل اليمن والعراق. تشهد الدولة اليمنية صراعا مستمرا منذ عام 2015 تسبب في واحدة من أخطر الأزمات الإنسانية. ميليشيات المتمردين من الديانة الشيعية ، وبالتالي فهي قريبة أيديولوجياً من طهران ، على الرغم من عدم وجود تسليح متقدم ، إلا أن الجيش السعودي ، رغم استفادته من معدات أكثر تطوراً ، لم يتمكن من تحقيق النصر: هذا الوضع وضع في الازدواجية بين السعوديين والإيرانيين. ، تمت تجربتها داخليًا ، ولكن ليس علنًا ، في الرياض كنوع من الهزيمة ضد إيران ، وإن كان بشكل غير مباشر لهذا السبب تحتاج المملكة العربية السعودية للخروج من هذا الصراع دون المساس بموقفها الدولي ، كما أن التفاوض لإعادة العلاقات مع الدولة الإيرانية يمكن أن يحتوي أيضًا على قضايا تتعلق بهذه الجوانب. كما يمثل العراق نقطة مركزية في العلاقة بين الدولتين ، فالأمة العراقية مكونة من السنة وهم في الأغلبية ويرتبطون بالرياض والشيعة ، وهم أقلية في السلطة قريبة من طهران. نتج عن الاختلاف الديني تناقضات عميقة كررت نفسها في العلاقات السياسية. لقد مر العراق بفترات معقدة للغاية بعد سقوط صدام حسين وتقدم الدولة الإسلامية ويحاول الوصول إلى توازن معقد لمواجهة عملية السلام الداخلية التي تحتاج إلى رعاية السعودية وإيران بشروط اتفاق متبادل ، وكذلك الولايات المتحدة. كما يمكن أن نرى ، فإن الحاجة إلى استئناف العلاقات الدبلوماسية بين البلدين الإسلاميين الرئيسيين أمر ضروري لتحقيق التوازن الذي يتجاوز العلاقات الثنائية المحددة ، ولكنه يؤثر على الهياكل الإقليمية. في هذا السياق ، لا تزال العقبة الرئيسية هي استئناف الاتفاق النووي الإيراني ، ولكن وقف عمليات تخصيب اليورانيوم من قبل طهران يجب أن يكون مناسبًا أيضًا للرياض ، ولهذا الغرض يمكن لدور الولايات المتحدة الأمريكية وأوروبا والصين وروسيا كن حاسمًا فقط إذا أرادت هذه القوى النظر إلى المصلحة العامة بدلاً من المصلحة الوحيدة التي تعمل على مصالح طرف واحد: الاتفاق بين إيران والمملكة العربية السعودية هو بالتأكيد فرصة لاستغلالها للعالم بأسره.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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martedì 20 aprile 2021
giovedì 8 aprile 2021
USA e Iran vicino alla ripresa dei negoziati per l'accordo sul nucleare
La possibilità della ripresa dei negoziati sul nucleare iraniano entra in una fase decisiva grazie ad una serie di incontri preliminari avvenuti in maniera indiretta tra i rappresentanti di Washington e Teheran a seguito delle pressioni diplomatiche esercitate sia dalle due parti, che dall’Unione Europea. L’obiettivo è quello di ripristinare il documento firmato durante la presidenza di Obama e cancellato in maniera unilaterale da Trump, ma senza l’assenso degli altri firmatari. Per gli USA e per gli altri firmatari è importante che l’Iran rispetti l’accordo sul nucleare e per l’Iran è fondamentale che gli Stati Uniti ritirino le sanzioni e permettano la ripartenza dell’economia persiana. Se materialmente l’incontro tra le due delegazioni non c’è stato, l’impegno della diplomazia europea ha permesso concretamente il dialogo a distanza. La situazione attuale è da ascrivere alla errata strategia di Trump, che, ritirandosi dal trattato, ha favorito le condizioni per il ritorno iraniano verso l’arricchimento dell’uranio e, nel contempo, ha creato le condizioni affinché Teheran ritenga immotivato sedersi ad un tavolo con gli USA, senza che Washington ritiri le sanzioni. Da un punto di vista politico la posizione dell’Iran sarebbe ineccepibile se non fosse che anch’esso si è sostanzialmente ritirato dall’accordo arricchendo l’uranio. L’attuale situazione è di stallo: Biden rivuole l’accordo, ma non ritirerà le sanzioni fino ad un nuovo adempimento iraniano, viceversa Teheran pretende prima il ritiro delle sanzioni per sedersi di nuovo al tavolo con gli USA per poi arrivare ad assicurare l’interruzione dei processi di arricchimento dell’uranio. Questa situazione di blocco potrebbe essere rimossa da una dimostrazione di buona volontà degli statunitensi, come ha anche affermato il portavoce americano, che ritiene necessaria l’interruzione delle sanzioni per fare ripartire la trattativa; parole accolte positivamente in Iran, che fanno intravvedere una soluzione positiva. Gli ultimi incontri preliminari hanno determinato la costituzione di due gruppi di lavoro che riguarderanno, rispettivamente le modalità per interrompere le sanzioni americane e il percorso per ripristinare le condizioni dell’accordo nel paese iraniano. Washington, pur predisponendosi favorevolmente allo sviluppo della situazione, mantiene un basso profilo di fronte alle possibilità di un successo della trattativa, dato che i tempi previsti per il ripristino dell’accordo non sembrano essere brevi. Gli USA rifiutano la logica di procedere per primi nel blocco delle sanzioni per arrivare alla conseguente azione iraniana, piuttosto prediligono una modalità sincrona con Teheran nella rinuncia congiunta delle attuali condizioni. Per questo scopo è importante che le due parti stabiliscano un procedimento scandito con tempi certi nei vari passaggi, anche se è difficile prevedere una tempistica certa per arrivare alla fine del processo. L’obiettivo comune di Washington e Bruxelles è quello di arrivare ad una soluzione prima delle elezioni iraniane di giugno, affinché anche un governo di diverso indirizzo da quello attuale trovi una situazione già definita, tuttavia diversi analisti ritengono fortemente improbabile concludere il processo entro la data elettorale e ciò potrebbe causare una nuova partenza delle trattative con nuovi interpreti e condizioni. Per la Casa Bianca è importante evitare un riavvicinamento di Teheran con Pechino, causato anche dal comune interesse di indebolire il predominio della moneta americana nel mondo, fattore che è stato alla base del successo delle sanzioni americane, non solo contro l’Iran ma anche contro altri soggetti internazionali. Questo argomento, però, può essere alla base di un progetto con una scadenza medio o lunga, nell’immediato non è attuabile e le necessità del breve periodo per l’Iran sono quelle di rivitalizzare la propria economia, che sta patendo, oltre le sanzioni, la pessima congiuntura interna ed internazionale e gli effetti della pandemia. Queste ragioni pratiche potrebbero essere il fattore decisivo per dare un impulso ancora maggiore ai negoziati e risolvere per Washington una situazione che può distogliere delle attenzioni e delle risorse americane per destinarle a scenari ritenuti più decisivi, come quello del sud est asiatico, mentre per la stabilità regionale l’Iran senza atomica significherebbe anche la mancata proliferazione da parte dell’Arabia Saudita ed un atteggiamento più cauto di Israele.
USA and Iran close to the resumption of negotiations for the nuclear deal
The possibility of the resumption of negotiations on Iranian nuclear power enters a decisive phase thanks to a series of preliminary meetings which took place indirectly between the representatives of Washington and Tehran following diplomatic pressure exerted by both the two sides and the European Union. The goal is to restore the document signed during the Obama presidency and unilaterally canceled by Trump, but without the consent of the other signatories. For the US and the other signatories it is important that Iran respects the nuclear deal and for Iran it is essential that the United States lift the sanctions and allow the Persian economy to restart. If materially the meeting between the two delegations did not take place, the commitment of European diplomacy has concretely allowed remote dialogue. The current situation is to be ascribed to Trump's erroneous strategy, which, by withdrawing from the treaty, favored the conditions for Iran's return to uranium enrichment and, at the same time, created the conditions for Tehran to deem it groundless to sit at a table with the US, without Washington withdrawing the sanctions. From a political point of view, Iran's position would be unexceptionable were it not that it too substantially withdrew from the agreement by enriching uranium. The current situation is stalemate: Biden wants the agreement back, but will not withdraw the sanctions until a new Iranian fulfillment, vice versa Tehran first demands the withdrawal of the sanctions to sit back at the table with the US and then get to ensure the ' interruption of uranium enrichment processes. This blockade situation could be removed by a demonstration of goodwill by the Americans, as the American spokesman also stated, who considers it necessary to stop the sanctions in order to restart the negotiations; words received positively in Iran, which suggest a positive solution. The latest preliminary meetings have resulted in the establishment of two working groups that will respectively regard the methods to interrupt the American sanctions and the path to restore the conditions of the agreement in the Iranian country. Washington, while preparing itself favorably for the development of the situation, maintains a low profile in the face of the possibility of a success of the negotiation, given that the time frame for the restoration of the agreement does not seem to be short. The US refuses the logic of first proceeding with the sanctions block to arrive at the consequent Iranian action, rather they prefer a synchronous modality with Tehran in the joint renunciation of the current conditions. For this purpose it is important that the two parties establish a procedure marked with certain times in the various steps, even if it is difficult to foresee a certain timeframe to reach the end of the process. The common goal of Washington and Brussels is to arrive at a solution before the Iranian elections in June, so that even a government of a different direction from the current one finds a situation already defined, however, several analysts believe it is highly unlikely to conclude the process by the date. election and this could cause a new start of negotiations with new interpreters and conditions. For the White House it is important to avoid a rapprochement of Tehran with Beijing, also caused by the common interest of weakening the dominance of the American currency in the world, a factor that has been at the basis of the success of the American sanctions, not only against Iran but also against other international entities. This argument, however, can be the basis of a project with a medium or long term, in the immediate future it is not feasible and the needs of the short term for Iran are to revitalize its economy, which is suffering, beyond the sanctions , the bad domestic and international economic situation and the effects of the pandemic. These practical reasons could be the decisive factor in giving an even greater impetus to the negotiations and resolving a situation for Washington that can divert American attention and resources to allocate them to scenarios considered more decisive, such as that of Southeast Asia, while for stability regional Iran without nuclear weapons would also mean the lack of proliferation by Saudi Arabia and a more cautious attitude by Israel.
Estados Unidos e Irán cerca de la reanudación de negociaciones para el acuerdo nuclear
La posibilidad de reanudación de las negociaciones sobre la energía nuclear iraní entra en una fase decisiva gracias a una serie de reuniones preliminares que tuvieron lugar indirectamente entre los representantes de Washington y Teherán como resultado de la presión diplomática ejercida tanto por las dos partes como por la Unión Europea. . El objetivo es restaurar el documento firmado durante la presidencia de Obama y cancelado unilateralmente por Trump, pero sin el consentimiento de los demás firmantes. Para Estados Unidos y los otros signatarios es importante que Irán respete el acuerdo nuclear y para Irán es esencial que Estados Unidos levante las sanciones y permita que la economía persa se reinicie. Si materialmente el encuentro entre las dos delegaciones no tuvo lugar, el compromiso de la diplomacia europea ha permitido concretamente el diálogo a distancia. La situación actual se adscribe a la estrategia errónea de Trump que, al retirarse del tratado, favoreció las condiciones para el regreso de Irán al enriquecimiento de uranio y, al mismo tiempo, creó las condiciones para que Teherán considerara injustificado sentarse a una mesa. .con Estados Unidos, sin que Washington retire las sanciones. Desde un punto de vista político, la posición de Irán sería irreprochable si no fuera porque se retirara demasiado sustancialmente del acuerdo al enriquecer uranio. La situación actual está estancada: Biden quiere que se recupere el acuerdo, pero no retirará las sanciones hasta que un nuevo cumplimiento iraní, viceversa, Teherán primero exija el retiro de las sanciones para sentarse a la mesa con Estados Unidos y luego llegar a asegurar el ' interrupción de los procesos de enriquecimiento de uranio. Esta situación de bloqueo podría ser removida con una demostración de buena voluntad por parte de los estadounidenses, como también afirmó el portavoz estadounidense, quien considera necesario detener las sanciones para reiniciar las negociaciones; Palabras recibidas positivamente en Irán, que sugieren una solución positiva. Las últimas reuniones preliminares han dado como resultado el establecimiento de dos grupos de trabajo que considerarán respectivamente los métodos para interrumpir las sanciones estadounidenses y el camino para restablecer las condiciones del acuerdo en el país iraní. Washington, mientras se prepara favorablemente para el desarrollo de la situación, mantiene un perfil bajo ante la posibilidad de éxito de la negociación, dado que el plazo previsto para el restablecimiento del acuerdo no parece ser corto. EE.UU. rechaza la lógica de proceder primero con el bloque de sanciones para llegar a la consecuente acción iraní, más bien prefiere una modalidad sincrónica con Teherán en la renuncia conjunta a las condiciones actuales. Para ello es importante que las dos partes establezcan un procedimiento marcado con tiempos determinados en las distintas etapas, aunque sea difícil prever un plazo determinado para llegar al final del proceso. El objetivo común de Washington y Bruselas es llegar a una solución antes de las elecciones iraníes de junio, de modo que incluso un gobierno con un rumbo diferente al actual se encuentre con una situación ya definida, sin embargo, varios analistas creen que es muy poco probable que concluya. el proceso por la fecha electoral y esto podría provocar un nuevo inicio de negociaciones con nuevos intérpretes y condiciones. Para la Casa Blanca es importante evitar un acercamiento de Teherán con Pekín, provocado también por el interés común en debilitar el dominio de la moneda estadounidense en el mundo, factor que ha estado en la base del éxito de las sanciones estadounidenses. no solo contra Irán sino también contra otras entidades internacionales. Este argumento, sin embargo, puede ser la base de un proyecto a mediano o largo plazo, en el futuro inmediato no es factible y las necesidades de corto plazo para Irán son revitalizar su economía, que está sufriendo, más allá de las sanciones, la mala situación económica nacional e internacional y los efectos de la pandemia. Estas razones prácticas podrían ser el factor decisivo para dar un impulso aún mayor a las negociaciones y resolver para Washington una situación que puede desviar la atención y los recursos estadounidenses para destinarlos a escenarios considerados más decisivos, como el del sudeste asiático, mientras que para la estabilidad regional. Irán sin armas nucleares también significaría la falta de proliferación por parte de Arabia Saudita y una actitud más cautelosa por parte de Israel.
USA und Iran kurz vor der Wiederaufnahme der Verhandlungen über das Atomabkommen
Die Möglichkeit der Wiederaufnahme der Verhandlungen über die iranische Atomkraft tritt dank einer Reihe von Vorbesprechungen, die aufgrund des diplomatischen Drucks beider Seiten und der Europäischen Union indirekt zwischen den Vertretern Washingtons und Teherans stattfanden, in eine entscheidende Phase ein . Ziel ist es, das während der Obama-Präsidentschaft unterzeichnete und von Trump einseitig annullierte Dokument wiederherzustellen, jedoch ohne die Zustimmung der anderen Unterzeichner. Für die USA und die anderen Unterzeichner ist es wichtig, dass der Iran das Atomabkommen respektiert, und für den Iran ist es wichtig, dass die Vereinigten Staaten die Sanktionen aufheben und der persischen Wirtschaft einen Neustart ermöglichen. Wenn das Treffen zwischen den beiden Delegationen materiell nicht stattgefunden hat, hat das Engagement der europäischen Diplomatie konkret einen Ferndialog ermöglicht. Die gegenwärtige Situation ist auf Trumps falsche Strategie zurückzuführen, die durch den Rücktritt vom Vertrag die Bedingungen für die Rückkehr des Iran zur Urananreicherung begünstigte und gleichzeitig die Bedingungen für Teheran schuf, um es für ungerechtfertigt zu halten, an einem Tisch zu sitzen mit den USA, ohne dass Washington die Sanktionen zurückzieht. Aus politischer Sicht wäre die Position des Iran nicht außergewöhnlich, wenn er sich nicht zu stark aus dem Abkommen zurückziehen würde, indem er Uran anreichert. Die derzeitige Situation ist eine Pattsituation: Biden will das Abkommen zurück, wird die Sanktionen jedoch erst nach einer neuen iranischen Erfüllung zurückziehen. Umgekehrt fordert Teheran zunächst die Aufhebung der Sanktionen, um sich mit den USA an den Tisch zu setzen und dann die Sicherheit zu gewährleisten. Unterbrechung der Urananreicherungsprozesse. Diese Blockadesituation könnte durch eine Demonstration des guten Willens der Amerikaner beseitigt werden, wie auch der amerikanische Sprecher erklärte, der es für notwendig hält, die Sanktionen zu stoppen, um die Verhandlungen wieder aufzunehmen. im Iran positiv aufgenommene Worte, die auf eine positive Lösung hindeuten. Die jüngsten vorläufigen Treffen haben zur Einrichtung von zwei Arbeitsgruppen geführt, die sich jeweils mit den Methoden zur Unterbrechung der amerikanischen Sanktionen und dem Weg zur Wiederherstellung der Bedingungen des Abkommens im iranischen Land befassen. Washington bereitet sich zwar positiv auf die Entwicklung der Situation vor, bleibt jedoch angesichts der Möglichkeit eines Verhandlungserfolgs unauffällig, da der Zeitrahmen für die Wiederherstellung des Abkommens nicht kurz zu sein scheint. Die USA lehnen die Logik ab, zuerst mit dem Sanktionsblock fortzufahren, um zu der konsequenten iranischen Aktion zu gelangen, sondern bevorzugen eine synchrone Modalität mit Teheran beim gemeinsamen Verzicht auf die gegenwärtigen Bedingungen. Zu diesem Zweck ist es wichtig, dass die beiden Parteien in den verschiedenen Schritten ein mit bestimmten Zeiten gekennzeichnetes Verfahren festlegen, auch wenn es schwierig ist, einen bestimmten Zeitrahmen für das Ende des Prozesses vorherzusagen. Das gemeinsame Ziel von Washington und Brüssel ist es, vor den iranischen Wahlen im Juni eine Lösung zu finden, so dass selbst eine Regierung mit einer anderen Richtung als der gegenwärtigen eine bereits definierte Situation findet. Mehrere Analysten halten es jedoch für höchst unwahrscheinlich, dass eine Schlussfolgerung gezogen wird Der Prozess bis zum Datum der Wahl und dies könnte zu einem erneuten Beginn der Verhandlungen mit neuen Dolmetschern und Bedingungen führen. Für das Weiße Haus ist es wichtig, eine Annäherung Teherans an Peking zu vermeiden, die auch durch das gemeinsame Interesse an einer Schwächung der Dominanz der amerikanischen Währung in der Welt verursacht wird, ein Faktor, der den Erfolg der amerikanischen Sanktionen begründet hat. nicht nur gegen den Iran, sondern auch gegen andere internationale Einheiten. Dieses Argument kann jedoch die Grundlage eines mittel- oder langfristigen Projekts sein. In naher Zukunft ist es nicht realisierbar, und die kurzfristigen Bedürfnisse des Iran bestehen darin, seine Wirtschaft wiederzubeleben, die über die Sanktionen hinaus leidet. die schlechte nationale und internationale Wirtschaftslage und die Auswirkungen der Pandemie. Diese praktischen Gründe könnten der entscheidende Faktor sein, um den Verhandlungen einen noch größeren Impuls zu geben und für Washington eine Situation zu lösen, die die Aufmerksamkeit und die Ressourcen der USA ablenken kann, um sie Szenarien zuzuweisen, die als entscheidender angesehen werden, wie dem von Südostasien, und gleichzeitig für regionale Stabilität Iran ohne Atomwaffen würde auch die mangelnde Verbreitung durch Saudi-Arabien und eine vorsichtigere Haltung Israels bedeuten.
Les États-Unis et l'Iran proches de la reprise des négociations pour l'accord sur le nucléaire
La possibilité d'une reprise des négociations sur le nucléaire iranien entre dans une phase décisive grâce à une série de rencontres préliminaires qui ont eu lieu indirectement entre les représentants de Washington et de Téhéran sous la pression diplomatique exercée à la fois par les deux parties et par l'Union européenne . L'objectif est de restaurer le document signé sous la présidence d'Obama et annulé unilatéralement par Trump, mais sans l'accord des autres signataires. Pour les États-Unis et les autres signataires, il est important que l'Iran respecte l'accord nucléaire et pour l'Iran, il est essentiel que les États-Unis lèvent les sanctions et permettent à l'économie perse de redémarrer. Si matériellement la rencontre entre les deux délégations n'a pas eu lieu, l'engagement de la diplomatie européenne a permis concrètement un dialogue à distance. La situation actuelle est à attribuer à la stratégie erronée de Trump, qui, en se retirant du traité, a favorisé les conditions du retour de l'Iran à l'enrichissement d'uranium et, en même temps, a créé les conditions pour que Téhéran juge injustifié de s'asseoir à une table. . avec les États-Unis, sans que Washington ne retire les sanctions. D'un point de vue politique, la position de l'Iran serait irréprochable s'il ne se retirait trop substantiellement de l'accord en enrichissant de l'uranium. La situation actuelle est dans l'impasse: Biden veut le retour de l'accord, mais ne retirera pas les sanctions jusqu'à ce qu'un nouvel accomplissement iranien, vice versa, Téhéran exige d'abord le retrait des sanctions pour s'asseoir à la table avec les États-Unis, puis s'assurer que le interruption des processus d'enrichissement de l'uranium. Cette situation de blocus pourrait être levée par une démonstration de bonne volonté des Américains, comme l'a également déclaré le porte-parole américain, qui juge nécessaire d'arrêter les sanctions pour relancer les négociations; paroles reçues positivement en Iran, qui suggèrent une solution positive. Les dernières réunions préliminaires ont abouti à la mise en place de deux groupes de travail qui examineront respectivement les modalités d'interruption des sanctions américaines et la voie du rétablissement des conditions de l'accord dans le pays iranien. Washington, tout en se préparant favorablement à l'évolution de la situation, garde un profil bas face à la possibilité d'un succès de la négociation, étant donné que le délai de restauration de l'accord ne semble pas court. Les États-Unis refusent la logique de procéder d'abord au blocage des sanctions pour arriver à l'action iranienne conséquente, ils préfèrent plutôt une modalité synchrone avec Téhéran dans le renoncement conjoint aux conditions actuelles. A cet effet, il est important que les deux parties mettent en place une procédure marquée de certains moments dans les différentes étapes, même s'il est difficile de prévoir un certain délai pour arriver à la fin du processus. L'objectif commun de Washington et de Bruxelles est d'arriver à une solution avant les élections iraniennes de juin, de sorte que même un gouvernement d'une direction différente de celle actuelle trouve une situation déjà définie, cependant, plusieurs analystes estiment qu'il est hautement improbable de conclure. le processus à la date électorale et cela pourrait provoquer un nouveau début de négociations avec de nouveaux interprètes et conditions. Pour la Maison Blanche, il est important d'éviter un rapprochement de Téhéran avec Pékin, également causé par l'intérêt commun d'affaiblir la domination de la monnaie américaine dans le monde, facteur qui a été à la base du succès des sanctions américaines, non seulement contre l'Iran mais aussi contre d'autres entités internationales. Cet argument peut cependant être à la base d'un projet à moyen ou long terme, dans l'immédiat il n'est pas faisable et les besoins à court terme pour l'Iran sont de redynamiser son économie, qui souffre, au-delà des sanctions, la mauvaise situation économique nationale et internationale et les effets de la pandémie. Ces raisons pratiques pourraient être le facteur décisif pour donner une impulsion encore plus grande aux négociations et résoudre pour Washington une situation qui peut détourner l'attention et les ressources américaines pour les allouer à des scénarios jugés plus décisifs, comme celui de l'Asie du Sud-Est, tandis que pour la stabilité régionale L'Iran sans armes nucléaires signifierait également l'absence de prolifération de la part de l'Arabie saoudite et une attitude plus prudente de la part d'Israël.
EUA e Irã próximos da retomada das negociações para o acordo nuclear
A possibilidade de retomada das negociações sobre a energia nuclear iraniana entra em fase decisiva graças a uma série de reuniões preliminares que ocorreram indiretamente entre os representantes de Washington e Teerã em decorrência de pressões diplomáticas exercidas tanto por ambas as partes quanto pela União Europeia . O objetivo é restaurar o documento assinado durante a presidência de Obama e cancelado unilateralmente por Trump, mas sem o consentimento dos demais signatários. Para os EUA e os outros signatários é importante que o Irã respeite o acordo nuclear e para o Irã é essencial que os Estados Unidos levantem as sanções e permitam que a economia persa reinicie. Se materialmente o encontro entre as duas delegações não se realizou, o empenho da diplomacia europeia permitiu concretamente o diálogo a distância. A situação atual deve ser atribuída à estratégia errônea de Trump, que, ao se retirar do tratado, favoreceu as condições para o retorno do Irã ao enriquecimento de urânio e, ao mesmo tempo, criou as condições para Teerã considerar injustificado sentar-se à mesa .com os EUA, sem que Washington retire as sanções. Do ponto de vista político, a posição do Irã seria irrepreensível se não tivesse se retirado substancialmente do acordo, enriquecendo urânio. A situação atual é um impasse: Biden quer o acordo de volta, mas não retirará as sanções até um novo cumprimento iraniano; vice-versa, Teerã primeiro exige a retirada das sanções para sentar à mesa com os EUA e depois garantir o ' interrupção dos processos de enriquecimento de urânio. Esta situação de bloqueio poderá ser eliminada com uma demonstração de boa vontade dos americanos, como também afirmou o porta-voz americano, que considera necessário suspender as sanções para reiniciar as negociações; palavras recebidas positivamente no Irã, que sugerem uma solução positiva. As últimas reuniões preliminares resultaram na constituição de dois grupos de trabalho que tratarão, respectivamente, dos métodos para interromper as sanções americanas e o caminho para restaurar as condições do acordo no país iraniano. Washington, ao se preparar favoravelmente para o desenvolvimento da situação, mantém-se discreto diante da possibilidade de sucesso da negociação, visto que o prazo esperado para a retomada do acordo não parece curto. Os EUA recusam a lógica de primeiro proceder com o bloco de sanções para chegar à conseqüente ação iraniana, preferindo uma modalidade sincrônica com Teerã na renúncia conjunta às condições atuais. Para tanto, é importante que as duas partes estabeleçam um procedimento marcado com determinados tempos nas várias etapas, mesmo que seja difícil prever um determinado prazo para chegar ao final do processo. O objetivo comum de Washington e Bruxelas é chegar a uma solução antes das eleições iranianas de junho, para que mesmo um governo de direção diferente da atual encontre uma situação já definida, no entanto, vários analistas acreditam que é pouco provável que seja concluída o processo pela data eleitoral e isso pode ocasionar um novo início de negociações com novos intérpretes e condições. Para a Casa Branca é importante evitar uma aproximação de Teerã com Pequim, também causada pelo interesse comum em enfraquecer o domínio da moeda americana no mundo, fator que tem estado na base do sucesso das sanções americanas, não apenas contra o Irã, mas também contra outras entidades internacionais. Esse argumento, porém, pode ser a base de um projeto de médio ou longo prazo, no futuro imediato não é viável e as necessidades de curto prazo para o Irã são revitalizar sua economia, que está sofrendo, além das sanções, a má situação econômica doméstica e internacional e os efeitos da pandemia. Essas razões práticas podem ser o fator decisivo para dar um impulso ainda maior às negociações e resolver para Washington uma situação que pode desviar a atenção e recursos americanos para alocá-los em cenários considerados mais decisivos, como o do Sudeste Asiático, enquanto para a estabilidade regional O Irã sem armas nucleares também significaria a falta de proliferação da Arábia Saudita e uma atitude mais cautelosa de Israel.