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venerdì 30 aprile 2021

La presidenza di Biden non sarà di transizione

 Già durante la campagna elettorale una eventuale elezione di Joe Biden era stata classificata come un mandato di transizione, sia per l’età del candidato, sia per la figura, ritenuta di compromesso tra le varie correnti del partito democratico, inserita nella competizione elettorale con lo scopo di togliere Trump dalla Casa Bianca. Questa interpretazione rivelava una sottovalutazione del candidato democratico, che, dopo l’elezione ed i primi cento giorni nella carica presidenziale ha evidenziato una azione che vuole essere incisiva e lasciare il segno nella politica americana, cioè, tutt’altro che un mandato di transizione. La volontà di lanciare un piano molto ambizioso per riformare gli Stati Uniti e realizzare una politica molto forte sul Welfare, mettono in risalto l’intenzione di esercitare una azione intenzionata a realizzare un cambiamento epocale. La riforma del paese americano, tuttavia, non è il solo strumento caratterizzante che Biden intende usare per connotare la sua presidenza; parallelamente all’attenzione alla politica interna, il presidente statunitense ha posto l’accento anche sulla politica estera, riportando al centro dell’attenzione discorsi da guerra fredda, questa volta non rivolti contro l’Unione Sovietica ma contro la Cina. Contro Pechino sono state rivolte parole che nessuno dei predecessori di Biden ha mai usato e gli attacchi sono stati portati direttamente contro il presidente cinese ed i principali dirigenti cinesi. Il punto centrale è che la classe dirigente cinese sostenga il mancato funzionamento della democrazia e porti avanti, in modi subdoli, che vanno dall’impiego di grandi risorse finanziarie all’estero e da un uso del soft power, una sorta di convincimento sulla bontà del sistema cinese all’estero. Una delle ragioni che Biden ha evidenziato è la necessità del troppo tempo per raggiungere il potere attraverso mezzi democratici, un ostacolo per arrivare ai troppo ambiziosi obiettivi dei progetti cinesi. Dal punto di vista politico la critica appare corretta, anche se si deve evidenziare che per la Cina la questione di uno sviluppo in senso democratico del proprio sistema politico non è mai stata all’ordine del giorno, proprio per una avversione naturale della forza politica egemone: il Partito Comunista cinese, che ha scelto la via autoritaria proprio come sistema centrale, attraverso il quale perseguire gli obiettivi di crescita nazionale, favorito da un sistema senza regole a tutela dei diritti e del lavoro. Questa modalità ha favorito la crescita economica in un sistema di competizione sbilanciato a favore di Pechino, ma che è piaciuto a molti imprenditori occidentali, quindi anche americani. La critica di Biden, quindi è indirettamente rivolta a quegli industriali, che, per il loro guadagno hanno permesso la crescita della Cina anche a discapito degli USA e rappresenta la volontà di riportare nel campo occidentale larghe fette di produzione e ciò è sicuramente la peggiore minaccia per Pechino, perché l’attacca dal punto di vista economico; proprio per questo bisogna attendersi il proseguimento della diatriba commerciale su livelli sempre maggiori. La volontà di impedire che la Cina diventi la nazione più importante del mondo, proprio a discapito degli USA, ma anche imponendo il proprio sistema politico, diventa così una parte rilevante del programma politico di Biden e funzionale a questo scopo è anche il mantenimento di una presenza forte nell’Oceano Pacifico, oltre che in Europa, proprio per presidiare obiettivi cinesi come Taiwan, sia che per tutelare le rotte commerciali marittime, in una parte del mondo che la Cina ritiene la propria zona di influenza esclusiva. Biden attua una strategia complessiva, che va in senso contrario alla politica di Trump: grandi piani di sviluppo sul suolo americano, estremizzazione della dialettica con la Cina, individuata come avversario numero uno in campo geopolitico ed economico, tattica funzionale ad aggregare la popolazione americana in senso nazionalistico ed a contenere il principale competitore ed, infine, rimettere la centro della politica estera l’alleanza con l’Europa e le altre potenze occidentali in un quadro di unione basata su interessi comuni, dove prevalgono gli obiettivi generali, ma funzionali anche a quelli singoli. Si tratta di un progetto ambizioso, tutt’altro che di transizione, che se portato a compimento, anche parziale, potrà fornire molte possibilità a Biden per una nuova elezione, presumibilmente in un rinnovato duello con Trump.

Biden's presidency will not be transitional

 Already during the electoral campaign, a possible election of Joe Biden had been classified as a transitional mandate, both for the age of the candidate and for the figure, considered to be a compromise between the various currents of the Democratic party, inserted in the electoral competition with the aim to take Trump out of the White House. This interpretation revealed an underestimation of the Democratic candidate, who, after the election and the first hundred days in the presidential office, highlighted an action that wants to be incisive and leave its mark on American politics, that is, anything but a transitional mandate. The desire to launch a very ambitious plan to reform the United States and implement a very strong policy on welfare, highlight the intention to take action aimed at achieving an epochal change. The reform of the American country, however, is not the only characterizing tool that Biden intends to use to connote his presidency; in parallel with his attention to domestic politics, the US president has also placed an emphasis on foreign policy, bringing Cold War speeches back to the center of attention, this time not directed against the Soviet Union but against China. Words have been directed against Beijing that none of Biden's predecessors have ever used and the attacks have been carried out directly against the Chinese president and leading Chinese leaders. The central point is that the Chinese ruling class supports the failure of democracy and carries forward, in subtle ways, ranging from the use of large financial resources abroad and the use of soft power, a sort of belief in the goodness of Chinese system abroad. One of the reasons that Biden highlighted is the need for too much time to reach power through democratic means, an obstacle to achieving the too ambitious goals of Chinese projects. From a political point of view, the criticism appears correct, even if it must be pointed out that for China the question of a democratic development of its political system has never been on the agenda, precisely because of a natural aversion to the hegemonic political force. : the Chinese Communist Party, which has chosen the authoritarian path precisely as a central system, through which to pursue the objectives of national growth, favored by a system without rules to protect rights and work. This modality has favored economic growth in an unbalanced competition system in favor of Beijing, but which has pleased many Western entrepreneurs, and therefore also Americans. Biden's criticism, therefore, is indirectly aimed at those industrialists, who, for their profit, have allowed the growth of China even to the detriment of the USA and represents the desire to bring back large slices of production to the Western field and this is certainly the worst threat. for Beijing, because it attacks it from an economic point of view; precisely for this reason we must expect the continuation of the commercial dispute on ever greater levels. The desire to prevent China from becoming the most important nation in the world, precisely to the detriment of the USA, but also by imposing its own political system, thus becomes an important part of Biden's political program and functional for this purpose is also the maintenance of a strong presence in the Pacific Ocean, as well as in Europe, precisely to oversee Chinese objectives such as Taiwan, and to protect maritime trade routes, in a part of the world that China considers its exclusive area of ​​influence. Biden implements an overall strategy, which runs counter to Trump's policy: large development plans on American soil, an extremism of the dialectic with China, identified as the number one opponent in the geopolitical and economic field, a functional tactic to aggregate the American population in nationalistic sense and to contain the main competitor and, finally, to put the center of foreign policy back on the alliance with Europe and the other Western powers in a framework of union based on common interests, where general objectives prevail, but also functional to single ones. This is an ambitious project, far from a transitional one, which if completed, even partially, could provide Biden with many possibilities for a new election, presumably in a renewed duel with Trump.

La presidencia de Biden no será transitoria

 Ya durante la campaña electoral, una posible elección de Joe Biden había sido catalogada como mandato transitorio, tanto por la edad del candidato como por la figura, considerada como un compromiso entre las distintas corrientes del Partido Demócrata, insertado en la jornada electoral. competencia con el objetivo de sacar a Trump de la Casa Blanca. Esta interpretación reveló una subestimación del candidato demócrata, quien, luego de las elecciones y los primeros cien días en el cargo presidencial, destacó una acción que quiere ser incisiva y dejar huella en la política estadounidense, es decir, cualquier cosa menos un mandato transitorio. El deseo de lanzar un plan muy ambicioso para reformar los Estados Unidos e implementar una política de bienestar muy fuerte, resalta la intención de tomar medidas destinadas a lograr un cambio de época. La reforma del país estadounidense, sin embargo, no es la única herramienta de caracterización que Biden pretende utilizar para caracterizar su presidencia; Paralelamente a su atención a la política interna, el presidente de Estados Unidos también ha puesto énfasis en la política exterior, devolviendo los discursos de la Guerra Fría al centro de atención, esta vez no dirigidos contra la Unión Soviética sino contra China. Se han dirigido palabras contra Beijing que ninguno de los predecesores de Biden ha usado nunca y los ataques se han llevado a cabo directamente contra el presidente chino y los principales líderes chinos. El punto central es que la clase dominante china apoya el fracaso de la democracia y lleva adelante, de formas sutiles, que van desde el uso de grandes recursos financieros en el exterior y el uso del poder blando, una especie de creencia en la bondad del sistema chino en el exterior. Una de las razones que destacó Biden es la necesidad de demasiado tiempo para llegar al poder por medios democráticos, un obstáculo para lograr los objetivos demasiado ambiciosos de los proyectos chinos. Desde el punto de vista político, la crítica parece acertada, aunque hay que señalar que para China la cuestión del desarrollo democrático de su sistema político nunca ha estado en la agenda, precisamente por una aversión natural a la fuerza política hegemónica. .: el Partido Comunista Chino, que ha elegido la vía autoritaria precisamente como sistema central, a través del cual perseguir los objetivos de crecimiento nacional, favorecido por un sistema sin reglas para proteger los derechos y el trabajo. Esta modalidad ha favorecido el crecimiento económico en un sistema de competencia desequilibrado a favor de Pekín, pero que ha complacido a muchos empresarios occidentales, y por tanto también estadounidenses. La crítica de Biden, por lo tanto, está dirigida indirectamente a aquellos industriales que, para su beneficio, han permitido el crecimiento de China incluso en detrimento de los EE. UU. Y representan el deseo de devolver grandes porciones de producción al campo occidental y esto ciertamente es la peor amenaza para Pekín, porque lo ataca desde el punto de vista económico; precisamente por eso debemos esperar la continuación de la disputa comercial en niveles cada vez mayores. El deseo de evitar que China se convierta en la nación más importante del mundo, precisamente en detrimento de los EE. UU., Pero también imponiendo su propio sistema político, se convierte así en una parte importante del programa político de Biden y funcional para este propósito es también el mantenimiento. de fuerte presencia en el Océano Pacífico, así como en Europa, precisamente para resguardar objetivos chinos como Taiwán, y proteger rutas comerciales marítimas, en una parte del mundo que China considera su área de influencia exclusiva. Biden implementa una estrategia general, que va en contra de la política de Trump: grandes planes de desarrollo en suelo estadounidense, un extremismo de la dialéctica con China, identificado como el oponente número uno en el campo geopolítico y económico, una táctica funcional para agregar la población estadounidense en sentido nacionalista y contener al principal competidor y, finalmente, volver a poner el centro de la política exterior en la alianza con Europa y las demás potencias occidentales en un marco de unión basado en intereses comunes, donde priman los objetivos generales, pero también funcional unos. Este es un proyecto ambicioso, lejos de ser de transición, que si se completa, incluso parcialmente, podría brindar a Biden muchas posibilidades para una nueva elección, presumiblemente en un duelo renovado con Trump.

Bidens Präsidentschaft wird nicht vorübergehend sein

 Bereits während des Wahlkampfs war eine mögliche Wahl von Joe Biden als Übergangsmandat eingestuft worden, sowohl für das Alter des Kandidaten als auch für die Figur, die als Kompromiss zwischen den verschiedenen Strömungen der Demokratischen Partei angesehen wurde, die in die Wahl aufgenommen wurden Wettbewerb mit dem Ziel, Trump aus dem Weißen Haus zu holen. Diese Interpretation ergab eine Unterschätzung des demokratischen Kandidaten, der nach den Wahlen und den ersten hundert Tagen im Präsidialamt eine Aktion hervorhob, die prägnant sein und die amerikanische Politik prägen will, dh alles andere als ein Übergangsmandat. Der Wunsch, einen sehr ehrgeizigen Plan zur Reform der Vereinigten Staaten auf den Weg zu bringen und eine sehr starke Wohlfahrtspolitik umzusetzen, unterstreicht die Absicht, Maßnahmen zu ergreifen, um einen epochalen Wandel zu erreichen. Die Reform des amerikanischen Landes ist jedoch nicht das einzige charakteristische Instrument, mit dem Biden seine Präsidentschaft charakterisieren will. Parallel zu seiner Aufmerksamkeit für die Innenpolitik hat der US-Präsident auch einen Schwerpunkt auf die Außenpolitik gelegt und die Reden des Kalten Krieges wieder in den Mittelpunkt gerückt, diesmal nicht gegen die Sowjetunion, sondern gegen China. Gegen Peking wurden Worte gerichtet, die keiner von Bidens Vorgängern jemals benutzt hat, und die Angriffe wurden direkt gegen den chinesischen Präsidenten und führende chinesische Führer durchgeführt. Der zentrale Punkt ist, dass die herrschende Klasse Chinas das Scheitern der Demokratie unterstützt und auf subtile Weise fortfährt, angefangen beim Einsatz großer finanzieller Ressourcen im Ausland bis hin zum Einsatz von Soft Power, einer Art Glaube an die Güte des chinesischen Systems im Ausland. Einer der Gründe, die Biden hervorhob, ist die Notwendigkeit, zu viel Zeit zu benötigen, um mit demokratischen Mitteln an die Macht zu gelangen. Dies ist ein Hindernis für die Erreichung der zu ehrgeizigen Ziele chinesischer Projekte. Aus politischer Sicht erscheint die Kritik richtig, auch wenn darauf hingewiesen werden muss, dass für China die Frage einer demokratischen Entwicklung seines politischen Systems nie auf der Tagesordnung stand, gerade wegen einer natürlichen Abneigung gegen die hegemoniale politische Kraft .: Die Kommunistische Partei Chinas, die den autoritären Weg genau als zentrales System gewählt hat, um die Ziele des nationalen Wachstums zu verfolgen, das von einem System ohne Regeln zum Schutz von Rechten und Arbeit bevorzugt wird. Diese Modalität hat das Wirtschaftswachstum in einem unausgewogenen Wettbewerbssystem zugunsten Pekings begünstigt, aber viele westliche Unternehmer und damit auch Amerikaner erfreut. Bidens Kritik richtet sich daher indirekt an jene Industriellen, die zu ihrem Vorteil das Wachstum Chinas sogar zum Nachteil der USA zugelassen haben und den Wunsch vertreten, große Produktionsscheiben auf das westliche Feld zurückzubringen, und das ist sicher die schlimmste Bedrohung für Peking, weil es es aus wirtschaftlicher Sicht angreift; gerade aus diesem Grund müssen wir die Fortsetzung des Handelsstreits auf immer größeren Ebenen erwarten. Der Wunsch, China daran zu hindern, die wichtigste Nation der Welt zu werden, gerade zum Nachteil der USA, aber auch durch die Einführung eines eigenen politischen Systems, wird somit zu einem wichtigen Bestandteil von Bidens politischem Programm und funktioniert zu diesem Zweck auch als Aufrechterhaltung einer starken Präsenz im Pazifischen Ozean sowie in Europa, um chinesische Ziele wie Taiwan zu schützen und Seehandelsrouten in einem Teil der Welt zu schützen, den China als seinen ausschließlichen Einflussbereich betrachtet. Biden setzt eine Gesamtstrategie um, die Trumps Politik zuwiderläuft: große Entwicklungspläne auf amerikanischem Boden, ein Extremismus der Dialektik mit China, der als der Gegner Nummer eins im geopolitischen und wirtschaftlichen Bereich identifiziert wurde, eine funktionale Taktik, um die amerikanische Bevölkerung zusammenzufassen nationalistischer Sinn und den Hauptkonkurrenten einzudämmen und schließlich das Zentrum der Außenpolitik wieder auf das Bündnis mit Europa und den anderen westlichen Mächten in einem auf gemeinsamen Interessen beruhenden gewerkschaftlichen Rahmen zu stellen, in dem allgemeine Ziele vorherrschen, aber auch funktional für Einzelpersonen sind Einsen. Dies ist ein ehrgeiziges Projekt, weit entfernt von einem Übergangsprojekt, das Biden, wenn es auch nur teilweise abgeschlossen wird, viele Möglichkeiten für eine Neuwahl bieten könnte, vermutlich in einem erneuten Duell mit Trump.

La présidence de Biden ne sera pas transitoire

 Déjà pendant la campagne électorale, une éventuelle élection de Joe Biden avait été classée comme un mandat transitoire, tant pour l'âge du candidat que pour la figure, considérée comme un compromis entre les différents courants du parti démocrate, inséré dans le scrutin électoral. concurrence dans le but de sortir Trump de la Maison Blanche. Cette interprétation a révélé une sous-estimation du candidat démocrate, qui, après l'élection et les cent premiers jours à la présidence, a mis en évidence une action qui se veut incisive et laisser sa marque sur la politique américaine, c'est-à-dire tout sauf un mandat transitoire. La volonté de lancer un plan très ambitieux de réforme des États-Unis et de mettre en œuvre une politique très forte en matière de bien-être, souligne l'intention de prendre des mesures visant à réaliser un changement d'époque. La réforme du pays américain n'est cependant pas le seul outil caractérisant que Biden entend utiliser pour caractériser sa présidence; Parallèlement à son attention à la politique intérieure, le président américain a également mis l'accent sur la politique étrangère, ramenant les discours de la guerre froide au centre de l'attention, cette fois non dirigés contre l'Union soviétique mais contre la Chine. Des propos ont été dirigés contre Pékin qu'aucun des prédécesseurs de Biden n'a jamais utilisés et les attaques ont été menées directement contre le président chinois et les principaux dirigeants chinois. Le point central est que la classe dirigeante chinoise soutient l'échec de la démocratie et poursuit, de manière subtile, allant de l'utilisation de grandes ressources financières à l'étranger à l'utilisation du soft power, une sorte de croyance en la bonté du système chinois à l'étranger. L'une des raisons soulignées par Biden est le besoin de trop de temps pour accéder au pouvoir par des moyens démocratiques, un obstacle à la réalisation des objectifs trop ambitieux des projets chinois. D'un point de vue politique, la critique paraît correcte, même s'il faut souligner que pour la Chine la question d'un développement démocratique de son système politique n'a jamais été à l'ordre du jour, précisément en raison d'une aversion naturelle pour la force politique hégémonique. .: le Parti communiste chinois, qui a choisi la voie autoritaire précisément comme système central, à travers lequel poursuivre les objectifs de croissance nationale, favorisé par un système sans règles de protection des droits et du travail. Cette modalité a favorisé la croissance économique dans un système de concurrence déséquilibré en faveur de Pékin, mais qui a plu à de nombreux entrepreneurs occidentaux, et donc aussi américains. La critique de Biden s'adresse donc indirectement aux industriels qui, pour leur profit, ont permis la croissance de la Chine même au détriment des USA et représentent la volonté de ramener de grandes tranches de production dans le champ occidental et c'est certainement la pire menace pour Pékin, car elle l'attaque d'un point de vue économique; c'est précisément pour cette raison qu'il faut s'attendre à la poursuite du différend commercial à des niveaux toujours plus grands. La volonté d'empêcher la Chine de devenir la nation la plus importante du monde, précisément au détriment des USA, mais aussi en imposant son propre système politique, devient ainsi une partie importante du programme politique de Biden et fonctionnelle à cet effet est aussi le maintien d'une forte présence dans l'océan Pacifique, ainsi qu'en Europe, précisément pour garder des objectifs chinois comme Taiwan, et pour protéger les routes commerciales maritimes, dans une partie du monde que la Chine considère comme sa zone d'influence exclusive. Biden met en œuvre une stratégie globale, qui va à l'encontre de la politique de Trump: de grands plans de développement sur le sol américain, un extrémisme de la dialectique avec la Chine, identifiée comme l'opposant numéro un dans le domaine géopolitique et économique, une tactique fonctionnelle pour agréger la population américaine en nationaliste et de contenir le principal concurrent et, enfin, de remettre le centre de la politique étrangère sur l'alliance avec l'Europe et les autres puissances occidentales dans un cadre d'union basé sur des intérêts communs, où les objectifs généraux prévalent, mais aussi ceux. Il s'agit d'un projet ambitieux, loin d'être transitoire, qui s'il est achevé, même partiellement, pourrait offrir à Biden de nombreuses possibilités pour une nouvelle élection, vraisemblablement dans un duel renouvelé avec Trump.

A presidência de Biden não será transitória

 Já durante a campanha eleitoral, uma eventual eleição de Joe Biden havia sido classificada como um mandato transitório, tanto para a idade do candidato quanto para a figura, considerada um compromisso entre as várias correntes do Partido Democrata, inseridas no quadro eleitoral competição com o objetivo de tirar Trump da Casa Branca. Essa interpretação revelou uma subestimação do candidato democrata, que, após a eleição e os primeiros cem dias na presidência, destacou uma ação que quer ser contundente e deixar sua marca na política americana, ou seja, tudo menos um mandato de transição. O desejo de lançar um plano muito ambicioso para reformar os Estados Unidos e implementar uma política muito forte de bem-estar, destaca a intenção de tomar medidas destinadas a alcançar uma mudança para uma época. A reforma do país americano, porém, não é o único instrumento de caracterização que Biden pretende utilizar para caracterizar sua presidência; paralelamente a sua atenção à política interna, o presidente dos Estados Unidos também deu ênfase à política externa, trazendo de volta ao centro das atenções os discursos da Guerra Fria, desta vez não dirigidos contra a União Soviética, mas contra a China. Palavras foram dirigidas contra Pequim que nenhum dos predecessores de Biden jamais usou e os ataques foram realizados diretamente contra o presidente chinês e os principais líderes chineses. O ponto central é que a classe dominante chinesa apóia o fracasso da democracia e leva avante, de maneiras sutis, que vão desde o uso de grandes recursos financeiros no exterior e o uso de soft power, uma espécie de crença na bondade do sistema chinês no exterior. Um dos motivos que Biden destacou é a necessidade de muito tempo para chegar ao poder por meios democráticos, um obstáculo para atingir os objetivos ambiciosos dos projetos chineses. Do ponto de vista político, a crítica parece correta, ainda que se deva destacar que para a China nunca esteve em pauta a questão do desenvolvimento democrático de seu sistema político, justamente por uma aversão natural à força política hegemônica. .: o Partido Comunista Chinês, que escolheu a via autoritária precisamente como sistema central, através do qual perseguir os objetivos de crescimento nacional, favorecido por um sistema sem regras de proteção dos direitos e do trabalho. Essa modalidade tem favorecido o crescimento econômico em um sistema de competição desequilibrada a favor de Pequim, mas que agradou muitos empresários ocidentais e, portanto, também americanos. A crítica de Biden, portanto, dirige-se indiretamente àqueles industriais, que, para seu ganho, permitiram o crescimento da China até em detrimento dos EUA e representa o desejo de trazer de volta grandes fatias da produção para o campo ocidental e isso certamente é a pior ameaça para Pequim, porque a ataca do ponto de vista econômico; justamente por isso devemos esperar a continuação da disputa comercial em patamares cada vez maiores. O desejo de evitar que a China se torne a nação mais importante do mundo, justamente em detrimento dos EUA, mas também impondo seu próprio sistema político, torna-se assim parte importante do programa político de Biden e funcional para esse fim é também a manutenção de uma forte presença no Oceano Pacífico, bem como na Europa, justamente para salvaguardar objetivos chineses como Taiwan, e para proteger as rotas marítimas de comércio, numa parte do mundo que a China considera sua área exclusiva de influência. Biden implementa uma estratégia geral, que vai contra a política de Trump: grandes planos de desenvolvimento em solo americano, um extremismo da dialética com a China, identificada como oponente número um no campo geopolítico e econômico, uma tática funcional para agregar a população americana no sentido nacionalista e conter o principal concorrente e, por fim, recolocar o centro da política externa na aliança com a Europa e as demais potências ocidentais em um quadro de união baseado em interesses comuns, onde prevalecem objetivos gerais, mas também funcionais a singulares. uns. Este é um projeto ambicioso, longe de ser transitório, que se concluído, mesmo que parcialmente, poderia fornecer a Biden muitas possibilidades para uma nova eleição, presumivelmente em um duelo renovado com Trump.

Президентство Байдена не будет переходным

 Уже во время избирательной кампании возможное избрание Джо Байдена было классифицировано как переходный мандат, как по возрасту кандидата, так и по фигуре, считалось компромиссом между различными течениями Демократической партии, включенными в избирательную кампанию. соревнование с целью вывести Трампа из Белого дома. Такое толкование выявило недооценку кандидата от Демократической партии, который после выборов и первых ста дней пребывания в президентской должности выдвинул на первый план действие, которое хочет быть резким и оставить свой след в американской политике, то есть что угодно, только не переходный мандат. Желание приступить к реализации очень амбициозного плана реформирования Соединенных Штатов и реализации очень сильной политики в области социального обеспечения подчеркивает намерение предпринять действия, направленные на достижение эпохальных изменений. Однако реформа американской страны - не единственный инструмент характеристики, который Байден намеревается использовать для характеристики своего президентства; Параллельно с его вниманием к внутренней политике президент США также сделал акцент на внешней политике, вернув в центр внимания речи времен холодной войны, на этот раз направленные не против Советского Союза, а против Китая. Против Пекина были высказаны слова, которые никто из предшественников Байдена никогда не использовал, и атаки были совершены непосредственно против президента Китая и ведущих китайских лидеров. Центральным моментом является то, что правящий класс Китая поддерживает провал демократии и продвигает вперед тонкими способами, начиная от использования крупных финансовых ресурсов за границей и до использования мягкой силы, своего рода веры в доброту китайской системы за рубежом. Одна из причин, которые подчеркнул Байден, заключается в том, что для достижения власти демократическими средствами требуется слишком много времени, что препятствует достижению слишком амбициозных целей китайских проектов. С политической точки зрения критика кажется правильной, даже если следует указать, что для Китая вопрос о демократическом развитии его политической системы никогда не стоял в повестке дня именно из-за естественного отвращения к гегемонистской политической силе. И .: Коммунистическая партия Китая, избравшая авторитарный путь именно в качестве центральной системы, посредством которой можно достичь целей национального роста, пользуется поддержкой системы без правил защиты прав и работы. Этот способ способствовал экономическому росту в условиях несбалансированной системы конкуренции в пользу Пекина, но понравился многим западным предпринимателям, а следовательно, и американцам. Критика Байдена, таким образом, косвенно направлена ​​на тех промышленников, которые ради своей выгоды позволили Китаю развиваться даже в ущерб США, и представляет желание вернуть большие объемы производства на западные месторождения, и это, безусловно, худшая угроза для Пекина, потому что он атакует его с экономической точки зрения; именно по этой причине мы должны ожидать продолжения коммерческого спора на еще большем уровне. Стремление помешать Китаю стать самой важной нацией в мире именно в ущерб США, но также путем навязывания своей собственной политической системы, таким образом, становится важной частью политической программы Байдена и функционально для этой цели также является поддержанием сильного присутствия в Тихом океане, а также в Европе именно для защиты китайских целей, таких как Тайвань, и для защиты морских торговых путей в той части мира, которую Китай считает своей исключительной зоной влияния. Байден реализует общую стратегию, которая идет вразрез с политикой Трампа: крупные планы развития на американской земле, диалектический экстремизм с Китаем, идентифицированный как оппонент номер один в геополитической и экономической области, функциональная тактика для объединения американского населения в националистический смысл и сдерживание главного конкурента и, наконец, вернуть центр внешней политики к союзу с Европой и другими западными державами в рамках союза, основанного на общих интересах, где общие цели преобладают, но также функциональны для единого единицы. Это амбициозный проект, далеко не переходный, который, если он будет завершен, даже частично, может предоставить Байдену много возможностей для новых выборов, предположительно в новой дуэли с Трампом.