يسجل اليوم تغيرًا إيجابيًا في العلاقات بين الكوريتين: في الواقع ، تم فتح الحدود مرة أخرى ، وأغلقت لمدة ثلاثة عشر شهرًا بقرار أحادي الجانب من قبل كوريا الشمالية ، انتقاما مما حكمت عليه بيونغ يانغ بأنشطة الدعاية لسيول المناهضة لها. الكوريون الشماليون. استمرت الأنشطة الدبلوماسية بفضل الالتزام الشخصي للزعيمين ، اللذين تربطهما علاقة رسالية منذ أبريل ، على وجه التحديد لتحسين العلاقات بين بلديهما. تم تحديد أول تطور ملموس في تحسين العلاقات بين كوريا الشمالية والجنوبية في إعادة فتح الاتصالات عبر الحدود بين البلدين. إذا نظرنا إلى الموقف الطبيعي لبيونغ يانغ ، الذي يتسم بانعدام الثقة والإغلاق ، فإن النتيجة تبدو مهمة للغاية ، حتى لو كانت تخفي صعوبات من جانب نظام كوريا الشمالية ، الذي يتهم بالآثار السلبية للوباء ، خاصة على الصحة و جوانب النظافة وصعوبة الحصول على احتياجات غذائية كافية لسكانهم. من وجهة النظر الرسمية للكوريين الشماليين ، تم التركيز بشكل خاص على استئناف الاتصالات ، تتحدث وكالة الأنباء الكورية الشمالية عن التقدم الذي أحرزه الجانبان لاستعادة الثقة المتبادلة ، وتقديم شهادة واضحة في سيول ، ومصدقة أيضًا من الآثار الإيجابية المؤكدة لاستئناف العلاقات على تحسين العلاقات وعلى توقعات كلا الشعبين لاستئناف العلاقات الكورية. ويتعلق العمل الدبلوماسي ، على وجه الخصوص ، بالبحث عن تقدم في المصالحة لتكون قادرة على تعزيز الثقة بين الطرفين ووضع العلاقات بين الدولتين في المركز. كما تم التأكيد من الجانب الكوري الجنوبي على أن عملية الانفراج تبعها الزعيمان شخصيا ، وذلك بفضل تبادل الرسائل الوثيق الذي حدث في عدة مناسبات ؛ يبدو هذا التقدير العام من قبل سيول مهمًا مثل تقدير بيونغ يانغ ، يجب أن نتذكر أن كوريا الشمالية فجرت مكتب الاتصال في يونيو من العام الماضي ، وقطعت العلاقات الحدودية وأثار هذا الكثير من الغضب في كوريا الجنوبية. بدأت في عام 2018 بين الرئيس مون وكيم جونغ أون ، الذي عقد ثلاثة اجتماعات سمحت ، من بين أمور أخرى ، بتحقيق انخفاض في التوترات العسكرية. ينظر المحللون إلى هذه التطورات الأخيرة بشكل إيجابي من أجل خلق انفراج ، إن لم يكن دائمًا ، على الأقل دائم بين البلدين: التزام سيول يجب أن يفضل التعاون بين الطرفين وأيضًا يبدو أن موقف البيت الأبيض موجه نحو الأفضلية. هذه العملية قدر الإمكان ، بهدف تقديم مساهمة حاسمة في الاستقرار الإقليمي. أجازت قمة بالفعل بين مون وبايدن ، والتي عقدت في واشنطن في مايو ، إرادة الولايات المتحدة وكوريا الجنوبية للحفاظ على الاتفاقات بين الكوريتين والولايات المتحدة ، تمامًا كإشارة ملموسة لتعزيز الحوار مع كوريا الشمالية. . يجب أن نتذكر أن بيونغ يانغ ابتعدت عن الولايات المتحدة بعد فشل محاولة ترامب للتوصل إلى اتفاق مع كيم جونغ أون. على الرغم من الأخبار السارة التي توفرها هذه التطورات ، فإنه من غير المجدي عدم إخفاء جرعة صغيرة على الأقل من عدم الثقة تجاه كوريا الشمالية ، وهو أمر يستحق بالتأكيد ، مثل كوريا الجنوبية ، لإيجاد مناخ من الاسترخاء مع الدولة المجاورة ، أيضًا من هذه النقطة. من وجهة نظر اقتصادية ، ولكن لا ينبغي بالتأكيد الاستهانة بحالة الحاجة الحالية في بيونغ يانغ ، والتي ترى في هذه اللحظة أن اقتصادها يتهاوى ويواجه صعوبة كبيرة ، لدرجة أن هناك شكوكًا كبيرة في وجود مجاعات في المناطق الطرفية من البلد وأيضًا الآفاق المستقبلية لا يتركون مجالًا لأي تحسين. لم يتم تقييم الدور الصيني بالكامل بعد: فقد يكون مصدر إلهام لإرادة كوريا الشمالية الحالية ، وهو نوع من الدور الذي لعبته الولايات المتحدة مع سيول ؛ بالنسبة لبكين ، كما هو الحال بالنسبة لواشنطن ، لا توجد مصلحة في أن تقوم بيونغ يانغ بتغيير التوازن الإقليمي الهش ويمكن أن تبخل بالمساعدات على وجه التحديد لصالح تهدئة إلزامية تقريبًا لكوريا الشمالية مع كوريا الجنوبية. الحد من الشخصية والفردية وخارج الصندوق هو مصلحة مشتركة من القوتين المتعارضتين ، اللتين تفضلان المواجهة المتبادلة ، دون تأثيرات خارجية ، وغالبًا ما لا يمكن السيطرة عليها.
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martedì 27 luglio 2021
venerdì 23 luglio 2021
La situazione di Cuba sempre più difficile, tra repressione e nuove sanzioni
Le proteste avvenute a Cuba lo scorso 11 luglio, hanno provocato una forte repressione che ha avuto come conseguenza una serie di processi sommari, senza garanzie giuridiche; gli imputati sono tutti manifestanti ai quali sono stati contestati i reati di disordine pubblico e istigazione alla criminalità, nonostante la grande maggioranza degli indagati non si sia resa colpevole di atti violenti. Le condanne inflitte vanno dai dieci ai dodici mesi di reclusione e sono il risultato di processi dove è stato impossibile assicurare la scelta dei difensori con la conseguenza dell’impossibilità della preparazione di una strategia di difesa adeguata. Il fatto che il numero dei detenuti non sia stato comunicato in forma ufficiale dalle autorità rende l’idea di come il regime cubano intenda operare con modalità autoritarie con il solo scopo di soffocare la protesta; fonti ufficiose parlano di più di mezzo migliaio di arresti, a cui sono seguiti alcuni rilasci, detenzioni domiciliari in attesa del processo ed un numero imprecisato di persone che restano nei luoghi di detenzione per le quali il processo è previsto in tempi più rapidi. Le garanzie delle autorità, sul rispetto delle garanzie procedurali, non rassicurano gli arrestati e le loro famiglie e neppure l’opinione pubblica internazionale, che teme, attraverso questi procedimenti, una ripresa dell’attività repressiva del regime. Dal punto di vista pratico i pochi giorni ipotizzabili che trascorreranno tra arresto e sentenza non permettono una difesa adeguata e questa circostanza sembra essere un mezzo funzionale ad esercitare una repressione con parvenza legale. Le autorità giudiziarie cubane hanno annunciato pene possibili fino a venti anni di reclusione per coloro coinvolti in saccheggi ed atti violenti, ma sembra facile fare rientrare in questa casistica anche manifestanti non violenti, ma comunque contrari alla politica del governo. Lo stesso regime è, però, ad un punto cruciale: la minaccia dei processi serve a calmare le proteste, ma se seguirà l’attuazione delle minacce, appare inevitabile un aumento della protesta nelle piazze, a cui il governo non potrebbe fare fronte se non con metodi repressivi, scatenando lo sdegno internazionale ed il possibile incremento delle sanzioni; viceversa un atteggiamento più conciliante potrebbe permettere una via d’uscita onorevole al regime. Una delle maggiori cause di arresto è stata quella che ha riguardato coloro sorpresi a filmare le repressioni: questo elemento pone l’attenzione sull’abitudine alla censura del governo cubano, malgrado il cambio al potere avvenuto dopo la dinastia dei Castro. Tutti questi elementi hanno contribuito ad una maggiore attenzione degli USA, con l’amministrazione Biden che ha intensificato la pressione su Cuba con sanzioni dirette contro il ministro della difesa e l’unità speciale che si è distinta nella repressione delle recenti manifestazioni; l’atteggiamento di Biden, tuttavia, non è una prosecuzione dell’atteggiamento di Obama, basata sul disgelo tra le due parti, ma, piuttosto, ha punti di contatto con quanto fatto da Trump, che aveva ristabilito le restrizioni su viaggi e commercio e mantenute dall’attuale inquilino della Casa Bianca. Resta pur vero che Biden deve trovare una mediazione tra il suo stesso partito, dove i membri dei movimenti cubano-americani chiedono sanzioni ancora più pesanti e la sinistra del partito che vorrebbe provvedimenti sanzionatori più attenuati per ridurre le difficoltà della popolazione. Il presidente statunitense, con il suo staff, a questo proposito, starebbe lavorando a soluzioni in grado di alleviare le ricadute delle sanzioni sui cubani, come fare in modo che le rimesse degli emigranti possano arrivare a destinazione, rendendo impossibile la confisca del regime. Un ulteriore provvedimento è quello di cercare di favorire un accesso libero alle comunicazioni attraverso un uso di internet privo di censura . Le reazioni del governo cubano hanno sfiorato l’ovvietà con le accuse agli Stati Uniti di avere organizzato le proteste, malgrado una situazione economica e sociale sicuramente molto critica, che obbliga i cubani a condizioni di vita molto difficili, nonostante le tante attese generate da quello che doveva essere la fine della dinastia Castrista.
The situation in Cuba is increasingly difficult, amid repression and new sanctions
The protests that took place in Cuba last July 11 provoked a strong repression which resulted in a series of summary trials, without legal guarantees; the accused are all demonstrators who have been charged with the crimes of public disorder and incitement to crime, despite the fact that the vast majority of the suspects were not guilty of violent acts. The sentences imposed range from ten to twelve months in prison and are the result of trials where it was impossible to ensure the choice of defenders with the consequence of the impossibility of preparing an adequate defense strategy. The fact that the number of detainees has not been officially communicated by the authorities gives an idea of how the Cuban regime intends to operate in an authoritarian manner with the sole purpose of stifling the protest; unofficial sources speak of more than half a thousand arrests, which were followed by some releases, house arrest pending trial and an unspecified number of people who remain in the places of detention for which the trial is expected more quickly. The guarantees of the authorities on compliance with procedural guarantees do not reassure the arrested and their families or even international public opinion, which fears, through these proceedings, a resumption of the repressive activity of the regime. From a practical point of view, the few conceivable days that will elapse between arrest and sentence do not allow for an adequate defense and this circumstance seems to be a functional means of exercising repression with semblance of law. The Cuban judicial authorities have announced possible penalties of up to twenty years of imprisonment for those involved in looting and violent acts, but it seems easy to include in this case also non-violent demonstrators, who are in any case against government policy. The regime itself is, however, at a crucial point: the threat of trials serves to calm the protests, but if the threats are implemented, an increase in protest in the streets appears inevitable, which the government could not cope with except with repressive methods, unleashing international outrage and the possible increase in sanctions; conversely, a more conciliatory attitude could allow the regime an honorable way out. One of the major causes of arrest was that involving those caught filming the repressions: this element focuses on the Cuban government’s habit of censorship, despite the change in power that took place after the Castro dynasty. All these elements have contributed to greater US attention, with the Biden administration stepping up pressure on Cuba with direct sanctions against the defense minister and the special unit that has distinguished itself in the repression of recent demonstrations; Biden's attitude, however, is not a continuation of Obama's attitude, based on the thaw between the two sides, but rather has points of contact with what Trump did, who had re-established the restrictions on travel and trade and maintained by the current tenant of the White House. It remains true that Biden must find a mediation between his own party, where members of the Cuban-American movements are asking for even heavier sanctions, and the left of the party, which would like more attenuated sanctions to reduce the difficulties of the population. The US president, with his staff, in this regard, would be working on solutions capable of alleviating the fallout of the sanctions on Cubans, such as ensuring that remittances from emigrants can reach their destination, making it impossible for the regime to confiscate. A further measure is to try to encourage free access to communications through a use of the internet without censorship. The reactions of the Cuban government have touched the obvious with the accusations that the United States of having organized the protests, despite a certainly very critical economic and social situation, which forces Cubans to very difficult living conditions, despite the many expectations generated by that. which must have been the end of the Castro dynasty.
La situación en Cuba es cada vez más difícil, en medio de represión y nuevas sanciones
Las protestas ocurridas en Cuba el pasado 11 de julio provocaron una fuerte represión que derivó en una serie de juicios sumarios, sin garantías legales; Los imputados son todos manifestantes que han sido imputados por los delitos de desorden público e incitación al delito, a pesar de que la gran mayoría de los sospechosos no son culpables de hechos violentos. Las condenas impuestas oscilan entre diez y doce meses de prisión y son el resultado de juicios en los que fue imposible asegurar la elección de los defensores con la consecuencia de la imposibilidad de elaborar una estrategia de defensa adecuada. El hecho de que las autoridades no hayan comunicado oficialmente el número de detenidos da una idea de cómo el régimen cubano pretende operar de manera autoritaria con el único propósito de sofocar la protesta; Fuentes extraoficiales hablan de más de medio millar de detenciones, a las que siguieron algunas liberaciones, arresto domiciliario pendiente de juicio y un número indeterminado de personas que permanecen en los lugares de detención para los que se espera el juicio más rápido. Las garantías de las autoridades sobre el cumplimiento de las garantías procesales no tranquilizan a los detenidos y sus familiares ni siquiera a la opinión pública internacional, que teme, a través de estos procesos, una reanudación de la actividad represiva del régimen. Desde un punto de vista práctico, los pocos días imaginables que transcurrirán entre la detención y la sentencia no permiten una defensa adecuada y esta circunstancia parece ser un medio funcional para ejercer la represión con apariencia de ley. Las autoridades judiciales cubanas han anunciado posibles penas de hasta veinte años de prisión para los implicados en saqueos y hechos violentos, pero parece fácil incluir a manifestantes no violentos, que en todo caso están en contra de la política del gobierno, también en este caso. El propio régimen se encuentra, sin embargo, en un punto crucial: la amenaza de juicios sirve para calmar las protestas, pero si se implementan las amenazas, parece inevitable un aumento de la protesta en las calles, que el gobierno no podría afrontar excepto con métodos represivos. , desatando la indignación internacional y el posible aumento de las sanciones; a la inversa, una actitud más conciliadora podría permitir al régimen una salida honorable. Una de las principales causas de las detenciones fue la de los sorprendidos filmando las represiones: este elemento se centra en la costumbre de censurar del gobierno cubano, a pesar del cambio de poder que se produjo después de la dinastía Castro. Todos estos elementos han contribuido a una mayor atención de Estados Unidos, con la administración Biden intensificando la presión sobre Cuba con sanciones directas contra el ministro de Defensa y la unidad especial que se ha distinguido en la represión de manifestaciones recientes; La actitud de Biden, sin embargo, no es una continuación de la actitud de Obama, basada en el deshielo entre las dos partes, sino que tiene puntos de contacto con lo que hizo Trump, quien había restablecido las restricciones a los viajes y al comercio y mantenidas por el actual inquilino. de la Casa Blanca. Sigue siendo cierto que Biden debe encontrar una mediación entre su propio partido, donde miembros de los movimientos cubanoamericanos piden sanciones aún más severas, y la izquierda del partido que quisiera sanciones más atenuadas para reducir las dificultades de la población. El presidente estadounidense, con su personal, en este sentido, estaría trabajando en soluciones capaces de paliar las secuelas de las sanciones a los cubanos, como asegurar que las remesas de los emigrantes puedan llegar a su destino, imposibilitando que el régimen las confisque. Otra medida es intentar fomentar el libre acceso a las comunicaciones mediante un uso de Internet sin censura. Las reacciones del gobierno cubano han tocado lo obvio con las acusaciones de que Estados Unidos ha organizado las protestas, a pesar de una situación económica y social ciertamente muy crítica, que obliga a los cubanos a condiciones de vida muy difíciles, a pesar de las muchas expectativas que eso genera. que debe haber sido el final de la dinastía Castro.
Die Lage in Kuba wird angesichts von Repressionen und neuen Sanktionen immer schwieriger
Die Proteste, die am 11. Juli in Kuba stattfanden, führten zu einer starken Repression, die zu einer Reihe von Schnellverfahren ohne rechtliche Garantien führte; die Angeklagten sind alle Demonstranten, die der Verbrechen der öffentlichen Unordnung und der Anstiftung zu Straftaten angeklagt wurden, obwohl die überwiegende Mehrheit der Verdächtigen keine Gewalttaten begangen hat. Die verhängten Haftstrafen reichen von zehn bis zwölf Monaten Haft und sind das Ergebnis von Gerichtsverfahren, bei denen die Auswahl der Verteidiger nicht sichergestellt werden konnte, mit der Folge, dass eine angemessene Verteidigungsstrategie nicht vorbereitet werden konnte. Die Tatsache, dass die Zahl der Inhaftierten von den Behörden nicht offiziell mitgeteilt wurde, lässt erahnen, wie das kubanische Regime autoritär vorgehen will, um den Protest zu ersticken; inoffizielle Quellen sprechen von mehr als einem halben Tausend Festnahmen, denen einige Freilassungen folgten, Hausarrest während des Prozesses und eine nicht näher bezeichnete Zahl von Personen, die in den Haftanstalten verbleiben, für die der Prozess schneller erwartet wird. Die Garantien der Behörden zur Einhaltung der Verfahrensgarantien beruhigen weder die Festgenommenen und ihre Familien noch die internationale Öffentlichkeit, die durch diese Verfahren eine Wiederaufnahme der repressiven Tätigkeit des Regimes befürchtet. Aus praktischer Sicht erlauben die wenigen denkbaren Tage, die zwischen Festnahme und Verurteilung vergehen, keine angemessene Verteidigung, und dieser Umstand scheint ein funktionierendes Mittel zur Ausübung von Repression mit Anschein von Recht zu sein. Die kubanischen Justizbehörden haben mögliche Strafen von bis zu zwanzig Jahren Haft für Personen, die an Plünderungen und Gewalttaten beteiligt sind, angekündigt, aber es scheint einfach, auch in diesem Fall gewaltlose Demonstranten einzubeziehen, die ohnehin gegen die Regierungspolitik sind. Das Regime selbst befindet sich jedoch an einem entscheidenden Punkt: Die Androhung von Gerichtsverfahren dient der Beruhigung der Proteste, doch wenn die Drohungen umgesetzt werden, scheint eine Zunahme der Proteste auf den Straßen unausweichlich, die die Regierung nur mit repressiven Methoden bewältigen könnte , was internationale Empörung und eine mögliche Erhöhung der Sanktionen auslöst; umgekehrt könnte eine versöhnlichere Haltung dem Regime einen ehrenvollen Ausweg ermöglichen. Eine der Hauptursachen für die Festnahme waren diejenigen, die beim Filmen der Repressionen erwischt wurden: Dieses Element konzentriert sich auf die Zensur der kubanischen Regierung trotz des Machtwechsels nach der Castro-Dynastie. All diese Elemente haben zu einer größeren Aufmerksamkeit der USA beigetragen, wobei die Regierung Biden den Druck auf Kuba mit direkten Sanktionen gegen den Verteidigungsminister und die Sondereinheit, die sich bei der Unterdrückung der jüngsten Demonstrationen hervorgetan hat, verstärkt hat; Bidens Haltung ist jedoch keine Fortsetzung von Obamas Haltung, basierend auf dem Tauwetter zwischen den beiden Seiten, sondern hat eher Berührungspunkte mit dem, was Trump getan hatte, der die Reise- und Handelsbeschränkungen wieder eingeführt und vom jetzigen Mieter aufrecht erhalten hatte des Weißen Hauses. Es bleibt wahr, dass Biden eine Vermittlung zwischen seiner eigenen Partei finden muss, wo Mitglieder der kubanisch-amerikanischen Bewegungen noch härtere Sanktionen fordern, und der Linken der Partei, die abgeschwächte Sanktionen wünscht, um die Schwierigkeiten der Bevölkerung zu verringern. Der US-Präsident würde diesbezüglich mit seinen Mitarbeitern an Lösungen arbeiten, die die Folgen der Sanktionen gegen Kubaner abmildern können, wie etwa sicherzustellen, dass Überweisungen von Emigranten ihr Ziel erreichen können, was eine Beschlagnahme durch das Regime unmöglich macht. Eine weitere Maßnahme besteht darin, den freien Zugang zur Kommunikation durch eine zensurfreie Nutzung des Internets zu fördern. Die Reaktionen der kubanischen Regierung haben das Offensichtliche berührt mit dem Vorwurf, die USA hätten die Proteste organisiert, trotz einer sicherlich sehr kritischen wirtschaftlichen und sozialen Situation, die die Kubaner trotz der vielen damit geweckten Erwartungen zu sehr schwierigen Lebensbedingungen zwingt. Das muss das Ende der Castro-Dynastie gewesen sein.
La situation à Cuba est de plus en plus difficile, sur fond de répression et de nouvelles sanctions
Les manifestations qui ont eu lieu à Cuba le 11 juillet dernier ont provoqué une forte répression qui a abouti à une série de procès sommaires, sans garanties juridiques ; les accusés sont tous des manifestants qui ont été inculpés de délits de désordre public et d'incitation au crime, bien que la grande majorité des suspects ne soient pas coupables d'actes de violence. Les peines prononcées vont de dix à douze mois de prison et sont le résultat de procès où il a été impossible d'assurer le choix des défenseurs avec pour conséquence l'impossibilité de préparer une stratégie de défense adéquate. Le fait que le nombre de détenus n'ait pas été communiqué officiellement par les autorités donne une idée de la manière dont le régime cubain entend opérer de manière autoritaire dans le seul but d'étouffer la contestation ; des sources officieuses parlent de plus d'un demi-millier d'arrestations, qui ont été suivies de quelques libérations, d'assignations à résidence dans l'attente du procès et d'un nombre indéterminé de personnes qui restent dans les lieux de détention pour lesquels le procès est attendu plus rapidement. Les garanties des autorités sur le respect des garanties procédurales ne rassurent pas les personnes arrêtées et leurs familles ni même l'opinion publique internationale, qui redoute, à travers ces procédures, une reprise de l'activité répressive du régime. D'un point de vue pratique, les quelques jours imaginables qui s'écouleront entre l'arrestation et la condamnation ne permettent pas une défense adéquate et cette circonstance semble être un moyen fonctionnel d'exercer la répression avec un semblant de loi. Les autorités judiciaires cubaines ont annoncé des peines pouvant aller jusqu'à vingt ans d'emprisonnement pour les personnes impliquées dans des pillages et des actes de violence, mais il semble facile d'inclure des manifestants non violents, qui sont de toute façon contre la politique du gouvernement, également dans ce cas. Le régime lui-même est cependant à un point crucial : la menace de procès sert à calmer les protestations, mais si les menaces sont mises en œuvre, une augmentation de la protestation dans les rues semble inévitable, à laquelle le gouvernement ne pourrait faire face qu'avec des méthodes répressives. , déclenchant l'indignation internationale et l'augmentation possible des sanctions ; à l'inverse, une attitude plus conciliante pourrait permettre au régime une issue honorable. L'une des principales causes d'arrestation était celle des personnes surprises en train de filmer les répressions : cet élément se concentre sur l'habitude de censure du gouvernement cubain, malgré le changement de pouvoir qui a eu lieu après la dynastie Castro. Tous ces éléments ont contribué à une plus grande attention des États-Unis, l'administration Biden augmentant la pression sur Cuba avec des sanctions directes contre le ministre de la Défense et l'unité spéciale qui s'est distinguée dans la répression des récentes manifestations ; L'attitude de Biden, cependant, n'est pas une continuation de l'attitude d'Obama, basée sur le dégel entre les deux parties, mais a plutôt des points de contact avec ce qu'a fait Trump, qui avait rétabli les restrictions sur les voyages et le commerce et maintenues par le locataire actuel. de la Maison Blanche. Il reste vrai que Biden doit trouver une médiation entre son propre parti, où des membres des mouvements cubano-américains réclament des sanctions encore plus lourdes, et la gauche du parti qui souhaiterait des sanctions plus atténuées pour réduire les difficultés de la population. Le président américain, avec ses collaborateurs, à cet égard, travaillerait sur des solutions capables d'atténuer les retombées des sanctions sur les Cubains, comme par exemple garantir que les envois de fonds des émigrés puissent atteindre leur destination, rendant impossible la confiscation par le régime. Une autre mesure consiste à essayer d'encourager le libre accès aux communications par une utilisation d'Internet sans censure. Les réactions du gouvernement cubain ont touché l'évidence avec les accusations portées contre les États-Unis d'avoir organisé les manifestations, malgré une situation économique et sociale certainement très critique, qui contraint les Cubains à des conditions de vie très difficiles, malgré les nombreuses attentes générées par cela. ce qui devait être la fin de la dynastie castriste.
A situação em Cuba é cada vez mais difícil, em meio à repressão e novas sanções
Os protestos ocorridos em Cuba no último dia 11 de julho provocaram uma forte repressão que resultou em uma série de julgamentos sumários, sem garantias jurídicas; os acusados são todos manifestantes acusados de crimes de desordem pública e incitamento ao crime, apesar de a grande maioria dos suspeitos não ser culpada de atos violentos. As penas aplicadas variam de dez a doze meses de reclusão e resultam de julgamentos em que foi impossível assegurar a escolha dos defensores com a consequência da impossibilidade de elaborar uma estratégia de defesa adequada. O fato de o número de detidos não ter sido comunicado oficialmente pelas autoridades dá uma idéia de como o regime cubano pretende operar de forma autoritária com o único objetivo de reprimir o protesto; Fontes não oficiais falam de mais de meio milhar de detenções, a que se seguiram algumas libertações, prisão domiciliária pendente de julgamento e um número não especificado de pessoas que permanecem nos locais de detenção para os quais se espera o julgamento mais rapidamente. As garantias das autoridades sobre o cumprimento das garantias processuais não tranquilizam os presos e seus familiares ou mesmo a opinião pública internacional, que teme, através desses procedimentos, a retomada da atividade repressiva do regime. Do ponto de vista prático, os poucos dias imagináveis que transcorrerão entre a prisão e a sentença não permitem uma defesa adequada e esta circunstância parece ser um meio funcional de exercer a repressão com aparência de direito. As autoridades judiciárias cubanas anunciaram possíveis penas de até vinte anos de reclusão para os envolvidos em saques e atos violentos, mas parece fácil incluir manifestantes não violentos, que em todo caso são contra a política do governo, também neste caso. O próprio regime está, no entanto, em um ponto crucial: a ameaça de julgamentos serve para acalmar os protestos, mas se as ameaças forem implementadas, um aumento dos protestos nas ruas parece inevitável, que o governo não poderia enfrentar exceto com métodos repressivos , desencadeando a indignação internacional e o possível aumento das sanções; inversamente, uma atitude mais conciliatória poderia permitir ao regime uma saída honrosa. Uma das principais causas de prisão foi aquela envolvendo os flagrados filmando as repressões: este elemento se concentra no hábito de censura do governo cubano, apesar da mudança de poder ocorrida após a dinastia de Castro. Todos esses elementos contribuíram para uma maior atenção dos Estados Unidos, com o governo Biden intensificando a pressão sobre Cuba com sanções diretas contra o ministro da Defesa e a unidade especial que se destacou na repressão às manifestações recentes; A atitude de Biden, no entanto, não é uma continuação da atitude de Obama, baseada no degelo entre os dois lados, mas sim tem pontos de contato com o que Trump fez, que havia restabelecido as restrições a viagens e comércio e mantidas pelo atual inquilino da Casa Branca. É verdade que Biden deve encontrar uma mediação entre seu próprio partido, onde membros dos movimentos cubano-americanos pedem sanções ainda mais pesadas, e a esquerda do partido que deseja sanções mais atenuadas para reduzir as dificuldades da população. O presidente dos Estados Unidos, com sua assessoria, nesse sentido, estaria trabalhando em soluções capazes de amenizar as repercussões das sanções aos cubanos, como garantir que as remessas dos emigrantes cheguem ao destino, impossibilitando o confisco do regime. Outra medida é tentar estimular o livre acesso às comunicações por meio do uso da internet sem censura. As reações do governo cubano tocaram o óbvio com as acusações de que os Estados Unidos têm organizado os protestos, apesar de uma situação econômica e social certamente muito crítica, que obriga os cubanos a condições de vida muito difíceis, apesar das muitas expectativas geradas por isso. que deve ter sido o fim da dinastia de Castro.