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giovedì 19 agosto 2021

إعادة التفكير في السياسة الخارجية للولايات المتحدة: ضرورة بالنسبة للغرب

 إن التطور الهبوطي للسياسة الخارجية الأمريكية ، والذي بلغ ذروته بالانسحاب المتسرع من أفغانستان ، هو اتجاه هبوطي ، يجعل الدولة الواقعة في أمريكا الشمالية أقرب إلى فقدان زعامة العالم. على الرغم من أن واشنطن لا تزال القوة العالمية الأولى ، إلا أن الفجوة ، وليس فقط الصين ، مع القوى العظمى الأخرى تتقلص بشكل كبير. لقد انتقلنا من سيناريو ثنائي القطب في الثمانينيات ، حيث تتنافس الولايات المتحدة مع الاتحاد السوفيتي ، إلى مرحلة ، بعد انهيار العملاق السوفيتي ، لدور كبير كقوة كوكبية رئيسية وحيدة إلى سيناريو متعدد الأقطاب قادم ، حيث ، من غير المرجح أن يكون لها تأثير حاسم على جميع القضايا الدولية. من المحتمل أن تظل الولايات المتحدة القوة العالمية الأولى ، ولكن مع قرب الصين من وجود سلسلة من اللاعبين الإقليميين القادرين على جعل دورهم محسوسًا في مناطق أكثر تقييدًا ، ولكن حيث ستشكل خصوصية ممارسة وزنهم عقبة. تريد أن تلعب دور السيادة الكوكبية. وينطبق هذا على كل من الاستراتيجيات الجيوسياسية ، التي تشمل الأصول العسكرية ، وعلى الاستراتيجيات الاقتصادية ، التي غالبًا ما ترتبط ارتباطًا وثيقًا بالتوازنات ذات الطبيعة السياسية ، حيث يظهر المكون الديني أيضًا. بدأ الانحدار الأمريكي بشكل واضح مع أوباما ، الذي لم يرغب في الانخراط في الصراع السوري ، واصل ترامب رؤيته لترك السياسة الخارجية ، بفكرة تحويل الموارد إلى الاقتصاد المحلي ، وسوء التقدير ، والرؤية ، وذلك من أجل كن الأول ، من الضروري أيضًا الانخراط في المسارح الخارجية ؛ في النهاية وصل بايدن ، الذي أحبط سنوات من محاربة الإرهاب ، بانسحاب كان من المفترض أن يثبت توافقه ، وحصل بدلاً من ذلك على النتيجة غير المتوقعة للنفور العام من هذا القرار حتى داخل حزبه. ثلاثة رؤساء ، واحدًا تلو الآخر ، كانوا مخطئين لأنهم قيموا وزن استطلاعات الرأي كثيرًا ، وتكيفوا مع الاتجاه العام للرؤية قصيرة المدى ، ولم يحفزوا الحلفاء بشكل فعال ، فقد تحجروا على تكتيكات عسكرية حصرية ، دون التفكير الأهمية الكافية للبنى التحتية الاجتماعية وإشراك جزء كبير من السكان المحليين ، وهو موقف فضل بيروقراطية غير فعالة وفاسدة. لم يتم ارتكاب هذه الأخطاء مرة واحدة فقط ، ولكنها تكررت في سيناريوهات مختلفة للتدخل وطول أمدها بمرور الوقت وتندد بوضوح بعدم كفاية كل من الطبقة السياسية والإدارية الأمريكية: أوجه القصور التي لا تستطيع الدولة التي تريد ممارسة القيادة العالمية تحملها. ومع ذلك ، فإن هذه الأخطاء تكون أكثر خطورة في ظل الوضع الدولي المتغير بشكل كبير ، والذي شهد وصول منافسين جدد قادرين على زعزعة التفوق الأمريكي. من المؤكد أن الصين هي المنافس الرئيسي: ومع ذلك ، كان على التقدم الاقتصادي لبكين منع الولايات المتحدة من البقاء في حالة من الافتقار إلى الاختلاف ، والتي تتميز بعدم الوضوح والبصيرة ، أي ملاحة ساحلية صغيرة الحجم مما جعلها واحدة. تغفل عن الكل وقرر إغلاقًا في حد ذاته ، الأمر الذي أدى أيضًا إلى تسوية العلاقات الممتدة مع الحلفاء الرئيسيين ، الأوروبيين. لكن تبين أن أوروبا نفسها كانت حلقة ضعيفة في السياسة الخارجية الأمريكية ، ليس لأن هذا كان جانبًا غير معروف وأنه كان مناسبًا أيضًا للأمريكيين ، ولكن في السياق المتغير ، ثبت أن وجود حلفاء يعتمدون بشكل كبير دائمًا على أمر ضار. . تحتاج الولايات المتحدة إلى أوروبا والعكس صحيح ، حتى لو كانت تحاول فقط إبطاء التقدم الاقتصادي الصيني ، لكن هذا الهدف مقيد للغاية إذا أريد للقيم الغربية أن تسود ، وفي هذه القضية يجب على الولايات المتحدة أن تسأل نفسها: أن تذهب بما يتجاوز مصالحها المباشرة لجمع المزيد في المستقبل ، أيضًا من وجهة نظر جيوستراتيجية ، وكذلك من وجهة نظر اقتصادية. فقط من خلال مزيد من التكامل بين عمل الولايات المتحدة وأوروبا يمكن إعادة تأكيد السيادة ، لم تعد أمريكية بل غربية. هناك حاجة إلى قدر كبير من أعمال الوساطة لأن التحديات والسيناريوهات ستكون متعددة ولن تكون جميعها قادرة على فرض توليفة لا يمكن الوصول إليها دائمًا ، ولكن هذه هي الطريقة الوحيدة لتكون قادرًا على محاولة احتواء الإرهاب والديكتاتوريات وإيجاد طرق جديدة لتأكيد الديمقراطية ، حتى في أشكال مختلفة ولكن مثل التغلب على الأشكال الديكتاتورية السياسية والدينية ، التي تريد التسلل إلى ديمقراطياتنا غير الكاملة.

martedì 17 agosto 2021

Unione Europea in difficoltà con i nuovi flussi migratori dall'Afghanistan

 Unione Europea in allarme per le possibili conseguenze, soprattutto a livello interno, delle migrazioni provenienti dall’Afghanistan, che si preannunciano numericamente molto consistenti. Potenzialmente si prevede una situazione molto complicata da gestire: nell’immediato a preoccupare è la gestione dei flussi migratori, ma molto più preoccupante è giudicata l’evoluzione dei rapporti tra gli stati europei, molti dei quali hanno già affermato di non avere intenzione di ospitare profughi ed anzi di operare respingimenti e rimpatri. Sul breve termine l’intenzione di Bruxelles è quella di rafforzare il sostegno economico alle nazioni che saranno immediatamente coinvolte nei movimenti migratori, con l’intenzione di favorire la permanenza in quei paesi immediatamente coinvolti, ma si tratta, evidentemente, di una soluzione che non ha una visione di lungo periodo; lo scopo è quello di prendere tempo per elaborare tattiche e strategie capaci di conciliare le esigenze di tutti i membri europei, trascurando, però, i principi di solidarietà tra gli stati, alla base della permanenza stessa all’interno dell’Unione. Il paese con il maggiore numero di afghani sul proprio territorio è la Germania, che si è detta indisponibile ad incrementare i migranti provenienti da questo paese. Al momento i ministri degli esteri dei paesi europei, con l’esclusione di Bulgheria ed Ungheria, hanno firmato una dichiarazione, insieme agli USA, che dovrebbe permettere a tutti i cittadini afghani che hanno intenzione di abbandonare il loro paese di poterlo fare, attraverso i confini dei paesi confinanti, ma si tratta di una dichiarazione di principio, che non prevede una soluzione materiale per il ricovero e l’assistenza dei migranti in fuga dai talebani. Una posizione ipocrita, anche se le responsabilità americane sono evidenti: il comportamento di Washington, oltre ad abbandonare i civili afghani alla dittatura religiosa dei talebani, espone prima i paesi confinanti e l’Europa dopo, ad un impatto migratorio notevole, che è la tragica replica di quanto avvenuto con la Siria, quando l’ignavia dell’amministrazione Obama ha permesso una guerra tragica, che si è allargata a gran parte del Medioriente. L’Europa rischia una nuova sospensione del trattato di Schengen e su questo elemento Biden dovrebbe riflettere molto, dopo quello che sembrava un atteggiamento favorevole con i vecchi alleati. Queste considerazioni devono tenere conto della questione all’interno dell’Europa, rappresentata dalle prossime elezioni tedesche, che decideranno il successore della cancelliera Merkel: a Berlino il dibattito sulle scelte dell’Alleanza Atlantica si è rivelato molto critico con Washington e ciò potrebbe diventare un problema per Biden, che potrebbe acuirsi con la questione migratoria. Come al solito Bruxelles segue Berlino e, seppure in maniera meno dura, condanna l’azione americana, confortata dai dati che la ritirata USA produrrà: si stima che i 12 milioni della popolazione afghana che aveva già difficoltà a reperire generi alimentari con il vecchio regime, aumenterà fino a 18 milioni di abitanti, con i talebani al governo. L’emergenza migratoria, così, non sarà solo politica ma anche alimentare e la relativa breve distanza, 4.500 chilometri, che separa il paese afghano dall’Europa si trasformerà in una nuova rotta dei profughi.  In questo scenario il ruolo di paesi come Iran e Pakistan, diventa cruciale per offrire sostegno ai migranti ed evitare pericolosi sviluppi dei rapporti interni all’Europa. Al momento l’Iran ospita almeno 3,5 milioni di profughi e per questo motivo Bruxelles finanzia Teheran con circa 15 milioni di euro, se il ruolo iraniano diventerà ancora più importante per ridurre la pressione migratoria, oltre ad un aumento, necessario, dei finanziamenti, non è escluso che Teheran non possa pretendere anche una revisione delle sanzioni, provocando una collisione tra Europa ed USA: un argomento che la Casa Bianca non dovrebbe sottovalutare. Importante è anche il ruolo pakistano, che ospita altri 3 milioni di rifugiati ed ha già ricevuto 20 milioni di euro nel 2020 e 7, fino ad ora, nel 2021. La concomitanza dei finanziamenti inadeguati delle Nazioni Unite, impone per l’Europa ad innalzare i finanziamenti verso i paesi che gli permettono di alleviarne la pressione migratoria. Certo una tattica unicamente impostata in questo modo espone Bruxelles a potenziali ricatti e la debolezza internazionale dell’Unione non aiuta a superare questo pericolo: una ragione in più per impostare in modo differente la politica europea, in maniera di diventare soggetto politico di prima grandezza, oltre il ruolo prettamente economico attuale.  

European Union in difficulty with new migratory flows from Afghanistan

 The European Union is alarmed by the possible consequences, especially at the internal level, of migrations from Afghanistan, which are expected to be very substantial in number. Potentially a very complicated situation is expected to manage: the immediate concern is the management of migratory flows, but the evolution of relations between European states, many of which have already stated that they have no intention of hosting, is considered to be much more worrying. refugees and indeed to operate rejections and repatriations. In the short term, the intention of Brussels is to strengthen the economic support to the nations that will be immediately involved in migratory movements, with the intention of favoring the permanence in those countries immediately involved, but this is obviously a solution that does not has a long-term vision; the aim is to take time to develop tactics and strategies capable of reconciling the needs of all European members, while neglecting, however, the principles of solidarity between states, at the basis of the very stay within the Union. The country with the largest number of Afghans on its territory is Germany, which has said it is unwilling to increase migrants from this country. At the moment the foreign ministers of European countries, with the exclusion of Hungary and Hungary, have signed a declaration, together with the USA, which should allow all Afghan citizens who intend to leave their country to do so, through borders of neighboring countries, but it is a declaration of principle, which does not provide for a material solution for the shelter and assistance of migrants fleeing the Taliban. A hypocritical position, even if the American responsibilities are evident: the behavior of Washington, in addition to abandoning Afghan civilians to the religious dictatorship of the Taliban, exposes the neighboring countries first and Europe later, to a significant migratory impact, which is the tragic he replies of what happened with Syria, when the sloth of the Obama administration allowed a tragic war, which spread to a large part of the Middle East. Europe risks a new suspension of the Schengen treaty and Biden should reflect a lot on this element, after what seemed to be a favorable attitude with his old allies. These considerations must take into account the issue within Europe, represented by the forthcoming German elections, which will decide the successor of Chancellor Merkel: in Berlin the debate on the choices of the Atlantic Alliance proved to be very critical with Washington and this could become a problem for Biden, which could worsen with the migration issue. As usual, Brussels follows Berlin and, albeit in a less harsh way, condemns the American action, supported by the data that the US withdrawal will produce: it is estimated that the 12 million of the Afghan population who already had difficulty in finding food under the old regime , will increase to 18 million inhabitants, with the Taliban in government. Thus, the migratory emergency will not only be political but also food and the relative short distance, 4,500 kilometers, which separates the Afghan country from Europe will turn into a new refugee route. In this scenario, the role of countries such as Iran and Pakistan becomes crucial in offering support to migrants and avoiding dangerous developments in relations within Europe. At the moment Iran hosts at least 3.5 million refugees and for this reason Brussels finances Tehran with about 15 million euros, if the Iranian role becomes even more important to reduce migratory pressure, as well as a necessary increase in funding. , it is not excluded that Tehran cannot also demand a revision of the sanctions, causing a collision between Europe and the USA: an argument that the White House should not underestimate. The Pakistani role is also important, hosting another 3 million refugees and has already received 20 million euros in 2020 and 7, so far, in 2021. The concomitance of inadequate United Nations funding requires Europe to raise funding to countries that allow them to alleviate their migratory pressure. Of course, a tactic solely set up in this way exposes Brussels to potential blackmail and the international weakness of the Union does not help to overcome this danger: one more reason to set up European politics in a different way, in order to become a political subject of the first magnitude, beyond the current purely economic role.

Unión Europea en dificultades con los nuevos flujos migratorios desde Afganistán

 La Unión Europea está alarmada por las posibles consecuencias, especialmente a nivel interno, de las migraciones desde Afganistán, que se espera sean muy importantes en número. Potencialmente, se espera gestionar una situación muy complicada: la preocupación inmediata es la gestión de los flujos migratorios, pero la evolución de las relaciones entre los estados europeos, muchos de los cuales ya han manifestado que no tienen intención de acoger, se considera mucho más preocupantes refugiados y de hecho operar rechazos y repatriaciones. En el corto plazo, la intención de Bruselas es fortalecer el apoyo económico a las naciones que se verán inmediatamente involucradas en los movimientos migratorios, con la intención de favorecer la permanencia en aquellos países inmediatamente involucrados, pero esta es, obviamente, una solución que no tiene. una visión a largo plazo; el objetivo es tomarse el tiempo para desarrollar tácticas y estrategias capaces de conciliar las necesidades de todos los miembros europeos, pero descuidando, sin embargo, los principios de solidaridad entre Estados, en la base de la propia permanencia dentro de la Unión. El país con la mayor cantidad de afganos en su territorio es Alemania, que ha dicho que no está dispuesta a aumentar los migrantes de este país. De momento los cancilleres de los países europeos, con exclusión de Hungría y Hungría, han firmado una declaración, junto con EE.UU., que debería permitir que todos los ciudadanos afganos que pretendan salir de su país lo hagan, a través de las fronteras de los países vecinos. pero es una declaración de principios, que no ofrece una solución material para el refugio y la asistencia de los migrantes que huyen de los talibanes. Una posición hipócrita, aunque las responsabilidades estadounidenses son evidentes: el comportamiento de Washington, además de abandonar a los civiles afganos a la dictadura religiosa de los talibanes, expone primero a los países vecinos y luego a Europa, a un impacto migratorio significativo, que es el trágico responde de lo que sucedió con Siria, cuando la pereza de la administración Obama permitió una guerra trágica, que se extendió a gran parte del Medio Oriente. Europa corre el riesgo de una nueva suspensión del tratado de Schengen y Biden debería reflexionar mucho sobre este elemento, después de lo que parecía ser una actitud favorable con sus antiguos aliados. Estas consideraciones deben tener en cuenta el tema dentro de Europa, representado por las próximas elecciones alemanas, que decidirán el sucesor de la canciller Merkel: en Berlín el debate sobre las opciones de la Alianza Atlántica ha demostrado ser muy crítico con Washington y esto podría convertirse en un problema para Biden, que podría empeorar con el tema de la migración. Como es habitual, Bruselas sigue a Berlín y, aunque de forma menos dura, condena la acción estadounidense, respaldada por los datos que producirá la retirada estadounidense: se estima que los 12 millones de la población afgana que ya tenían dificultades para encontrar comida bajo el antiguo régimen, aumentará a 18 millones de habitantes, con los talibanes en el gobierno. Así, la emergencia migratoria no solo será política sino también alimentaria y la relativamente corta distancia, 4.500 kilómetros, que separa el país afgano de Europa se convertirá en una nueva ruta de refugiados. En este escenario, el papel de países como Irán y Pakistán se vuelve crucial para ofrecer apoyo a los migrantes y evitar desarrollos peligrosos en las relaciones dentro de Europa. En estos momentos Irán acoge al menos a 3,5 millones de refugiados y por ello Bruselas financia a Teherán con unos 15 millones de euros, si el papel iraní se vuelve aún más importante para reducir la presión migratoria, así como un necesario incremento de la financiación., No se excluye. que Teherán no puede exigir también una revisión de las sanciones, provocando un choque entre Europa y Estados Unidos: un argumento que la Casa Blanca no debe subestimar. El papel de Pakistán también es importante, acogiendo a otros 3 millones de refugiados y ya ha recibido 20 millones de euros en 2020 y 7, hasta ahora, en 2021. La concomitancia de una financiación inadecuada de las Naciones Unidas requiere que Europa recaude fondos para los países que les permitan aliviar su presión migratoria. Por supuesto, una táctica establecida únicamente de esta manera expone a Bruselas a un posible chantaje y la debilidad internacional de la Unión no ayuda a superar este peligro: una razón más para configurar la política europea de otra manera, con el fin de convertirse en un político. tema de primera magnitud, más allá del actual rol puramente económico.

Europäische Union in Schwierigkeiten mit neuen Migrationsströmen aus Afghanistan

 Die Europäische Union ist beunruhigt über die möglichen Folgen der Migration aus Afghanistan, die vor allem auf innerstaatlicher Ebene voraussichtlich sehr zahlreich sein wird. Potenziell ist eine sehr komplizierte Situation zu bewältigen: Das unmittelbare Anliegen ist die Steuerung der Migrationsströme, aber die Entwicklung der Beziehungen zwischen den europäischen Staaten, von denen viele bereits erklärt haben, dass sie keine Aufnahmeabsicht haben, wird als viel mehr angesehen besorgniserregend, Flüchtlinge und in der Tat Abweisungen und Rückführungen zu betreiben. Kurzfristig beabsichtigt Brüssel, die wirtschaftliche Unterstützung der Länder, die unmittelbar an Migrationsbewegungen beteiligt sind, zu verstärken, um den Verbleib in den unmittelbar betroffenen Ländern zu fördern, aber dies ist offensichtlich eine Lösung, die nicht eine langfristige Vision; Ziel ist es, sich Zeit zu nehmen, um Taktiken und Strategien zu entwickeln, die geeignet sind, die Bedürfnisse aller europäischen Mitglieder in Einklang zu bringen, wobei jedoch die Prinzipien der Solidarität zwischen den Staaten als Grundlage für den Aufenthalt in der Union vernachlässigt werden. Das Land mit den meisten Afghanen auf seinem Territorium ist Deutschland, das erklärt hat, es sei nicht bereit, Migranten aus diesem Land zu erhöhen. Derzeit haben die Außenminister der europäischen Länder mit Ausnahme Ungarns und Ungarns gemeinsam mit den USA eine Erklärung unterzeichnet, die es allen afghanischen Staatsbürgern, die ihr Land verlassen wollen, über die Grenzen der Nachbarländer aber es ist eine Grundsatzerklärung, die keine materielle Lösung für die Unterbringung und Unterstützung von Migranten bietet, die vor den Taliban fliehen. Eine heuchlerische Position, auch wenn die amerikanische Verantwortung offensichtlich ist: Das Verhalten Washingtons setzt nicht nur die afghanische Zivilbevölkerung der religiösen Diktatur der Taliban aus, sondern setzt zunächst die Nachbarländer und später Europa einem erheblichen Migrationsdruck aus, der tragisch antwortet er auf das, was mit Syrien passiert ist, als die Trägheit der Obama-Administration einen tragischen Krieg zuließ, der sich auf einen großen Teil des Nahen Ostens ausweitete. Europa riskiert eine erneute Aussetzung des Schengen-Vertrags, und Biden sollte viel über dieses Element nachdenken, nachdem er gegenüber seinen alten Verbündeten anscheinend eine positive Einstellung hatte. Diese Überlegungen müssen die Frage innerhalb Europas berücksichtigen, repräsentiert durch die bevorstehenden deutschen Wahlen, die über die Nachfolge von Kanzlerin Merkel entscheiden werden: In Berlin hat sich die Debatte über die Entscheidungen des Atlantischen Bündnisses mit Washington als sehr kritisch erwiesen und dies könnte ein Problem für Biden, das sich mit der Migrationsfrage verschlimmern könnte. Brüssel folgt wie üblich Berlin und verurteilt, wenn auch weniger hart, das amerikanische Vorgehen, gestützt durch die Daten, die der Rückzug der USA hervorbringen wird: Schätzungen zufolge sind die 12 Millionen der afghanischen Bevölkerung, die bereits Schwierigkeiten hatten, Nahrung zu finden, unter das alte Regime wird auf 18 Millionen Einwohner anwachsen, mit den Taliban an der Regierung. So wird die Migrationsnot nicht nur politisch, sondern auch Nahrungsmittel sein und die relativ kurze Distanz von 4.500 Kilometern, die das afghanische Land von Europa trennt, wird zu einer neuen Flüchtlingsroute. In diesem Szenario wird die Rolle von Ländern wie dem Iran und Pakistan entscheidend, um Migranten zu unterstützen und gefährliche Entwicklungen in den Beziehungen innerhalb Europas zu vermeiden. Derzeit nimmt der Iran mindestens 3,5 Millionen Flüchtlinge auf und aus diesem Grund finanziert Brüssel Teheran mit rund 15 Millionen Euro, falls die iranische Rolle zur Reduzierung des Migrationsdrucks noch wichtiger wird, sowie eine notwendige Aufstockung der Mittel. , ist nicht ausgeschlossen dass Teheran nicht auch eine Revision der Sanktionen fordern kann, was zu einer Kollision zwischen Europa und den USA führt: ein Argument, das das Weiße Haus nicht unterschätzen sollte. Wichtig ist auch die pakistanische Rolle, die weitere 3 Millionen Flüchtlinge beherbergt und bereits 20 Millionen Euro im Jahr 2020 und 7 bis jetzt im Jahr 2021 erhalten hat. Die damit einhergehende unzureichende Finanzierung der Vereinten Nationen erfordert, dass Europa Gelder an Länder aufbringt, die es ihnen ermöglichen, zu lindern ihren Migrationsdruck. Natürlich setzt eine allein so angelegte Taktik Brüssel einer möglichen Erpressung aus, und die internationale Schwäche der Union hilft nicht, diese Gefahr zu überwinden: Ein Grund mehr, die europäische Politik anders aufzustellen, um ein politischer zu werden Thema erster Größenordnung, über die derzeitige rein wirtschaftliche Rolle hinaus.

L'Union européenne en difficulté avec les nouveaux flux migratoires en provenance d'Afghanistan

 L'Union européenne s'alarme des conséquences possibles, notamment au niveau interne, des migrations en provenance d'Afghanistan, qui devraient être très nombreuses. Potentiellement, une situation très compliquée est attendue à gérer : la préoccupation immédiate est la gestion des flux migratoires, mais l'évolution des relations entre les États européens, dont beaucoup ont déjà déclaré qu'ils n'ont pas l'intention d'accueillir, est considérée comme beaucoup plus des réfugiés inquiétants et même d'opérer des rejets et des rapatriements. A court terme, l'intention de Bruxelles est de renforcer le soutien économique aux nations qui seront immédiatement impliquées dans les mouvements migratoires, avec l'intention de favoriser la permanence dans les pays immédiatement impliqués, mais c'est évidemment une solution qui n'a pas une vision à long terme ; il s'agit de prendre le temps de développer des tactiques et des stratégies capables de concilier les besoins de tous les membres européens, en négligeant toutefois les principes de solidarité entre les Etats, à la base même du séjour au sein de l'Union. Le pays qui compte le plus grand nombre d'Afghans sur son territoire est l'Allemagne, qui a déclaré ne pas vouloir augmenter le nombre de migrants en provenance de ce pays. À l'heure actuelle, les ministres des Affaires étrangères des pays européens, à l'exclusion de la Hongrie et de la Hongrie, ont signé une déclaration, avec les États-Unis, qui devrait permettre à tous les citoyens afghans qui ont l'intention de quitter leur pays de le faire, à travers les frontières des pays voisins, mais c'est une déclaration de principe, qui n'apporte pas de solution matérielle pour l'accueil et l'assistance des migrants fuyant les talibans. Une position hypocrite, même si les responsabilités américaines sont évidentes : le comportement de Washington, en plus d'abandonner les civils afghans à la dictature religieuse des talibans, expose d'abord les pays voisins et plus tard l'Europe, à un impact migratoire important, qui est le tragique, il répond de ce qui s'est passé avec la Syrie, lorsque la paresse de l'administration Obama a permis une guerre tragique, qui s'est étendue à une grande partie du Moyen-Orient. L'Europe risque une nouvelle suspension du traité de Schengen et Biden devrait beaucoup réfléchir sur cet élément, après ce qui semblait être une attitude favorable avec ses anciens alliés. Ces considérations doivent tenir compte de l'enjeu au sein de l'Europe, représenté par les prochaines élections allemandes, qui décideront du successeur de la chancelière Merkel : à Berlin, le débat sur les choix de l'Alliance atlantique s'est avéré très critique avec Washington et cela pourrait devenir un problème pour Biden, qui pourrait s'aggraver avec le problème de la migration. Comme à son habitude, Bruxelles suit Berlin et, quoique de manière moins sévère, condamne l'action américaine, étayée par les données que produira le retrait américain : on estime que les 12 millions d'Afghans qui avaient déjà du mal à se nourrir sous l'ancien régime, passera à 18 millions d'habitants, avec les talibans au gouvernement. Ainsi, l'urgence migratoire ne sera pas seulement politique mais aussi alimentaire et la distance relativement courte, 4 500 kilomètres, qui sépare le pays afghan de l'Europe se transformera en une nouvelle route des réfugiés. Dans ce scénario, le rôle de pays comme l'Iran et le Pakistan devient crucial pour offrir un soutien aux migrants et éviter des développements dangereux dans les relations au sein de l'Europe. Pour l'instant l'Iran accueille au moins 3,5 millions de réfugiés et pour cette raison Bruxelles finance Téhéran à hauteur d'environ 15 millions d'euros, si le rôle iranien devient encore plus important pour réduire la pression migratoire, ainsi qu'une nécessaire augmentation des financements, cela n'est pas exclu. que Téhéran ne peut pas non plus exiger une révision des sanctions, provoquant une collision entre l'Europe et les États-Unis : un argument que la Maison Blanche ne doit pas sous-estimer. Le rôle du Pakistan est également important, accueillant 3 millions de réfugiés supplémentaires et a déjà reçu 20 millions d'euros en 2020 et 7, jusqu'à présent, en 2021. La concomitance d'un financement inadéquat des Nations Unies oblige l'Europe à lever des fonds pour les pays qui leur permettent leur pression migratoire. Bien entendu, une tactique uniquement ainsi mise en place expose Bruxelles à un chantage potentiel et la faiblesse internationale de l'Union ne permet pas de surmonter ce danger : une raison de plus pour mettre en place la politique européenne autrement, afin de devenir un sujet de première ampleur, au-delà du rôle purement économique actuel.

União Europeia em dificuldade com novos fluxos migratórios do Afeganistão

 A União Europeia está alarmada com as possíveis consequências, especialmente a nível interno, das migrações do Afeganistão, que se prevê que sejam em número muito significativo. Potencialmente, espera-se uma situação muito complicada de gerir: a preocupação imediata é a gestão dos fluxos migratórios, mas a evolução das relações entre os Estados europeus, muitos dos quais já afirmaram não ter intenção de acolher, é considerada muito mais preocupantes refugiados e, na verdade, operar rejeições e repatriações. No curto prazo, a intenção de Bruxelas é fortalecer o apoio econômico às nações que se envolverão imediatamente nos movimentos migratórios, com o intuito de favorecer a permanência nos países imediatamente envolvidos, mas esta é obviamente uma solução que não tem. uma visão de longo prazo; o objetivo é levar tempo para desenvolver táticas e estratégias capazes de conciliar as necessidades de todos os membros europeus, mas negligenciando os princípios da solidariedade entre os Estados, na base da própria permanência na União. O país com o maior número de afegãos em seu território é a Alemanha, que disse não querer aumentar o número de migrantes desse país. Neste momento, os chanceleres dos países europeus, com exclusão da Hungria e da Hungria, assinaram uma declaração, juntamente com os EUA, que deverá permitir a todos os cidadãos afegãos que pretendam deixar o seu país, através das fronteiras dos países vizinhos, mas é uma declaração de princípio, que não oferece uma solução material para o abrigo e assistência aos migrantes que fogem do Talibã. Posição hipócrita, ainda que as responsabilidades americanas sejam evidentes: o comportamento de Washington, além de abandonar os civis afegãos à ditadura religiosa do Talibã, primeiro expõe os países vizinhos e depois a Europa, a um significativo impacto migratório, que é o Trágico ele responde sobre o que aconteceu com a Síria, quando a preguiça do governo Obama permitiu uma guerra trágica, que se espalhou por grande parte do Oriente Médio. A Europa corre o risco de uma nova suspensão do tratado de Schengen e Biden deve refletir muito sobre este elemento, depois do que parecia ser uma atitude favorável com seus antigos aliados. Essas considerações devem levar em conta a questão dentro da Europa, representada pelas próximas eleições alemãs, que decidirão o sucessor da Chanceler Merkel: em Berlim o debate sobre as escolhas da Aliança Atlântica tem se mostrado muito crítico com Washington e isso pode se tornar um problema para Biden, que pode piorar com o problema da migração. Como de costume, Bruxelas segue Berlim e, embora de forma menos dura, condena a ação americana, amparada nos dados que a retirada dos Estados Unidos vai produzir: estima-se que os 12 milhões da população afegã que já teve dificuldade em encontrar comida na o antigo regime, aumentará para 18 milhões de habitantes, com o Taleban no governo. Assim, a emergência migratória não será apenas política, mas também alimentar e a relativa curta distância de 4.500 quilômetros que separa o país afegão da Europa se transformará em uma nova rota de refugiados. Nesse cenário, o papel de países como Irã e Paquistão torna-se crucial para oferecer apoio aos migrantes e evitar desdobramentos perigosos nas relações dentro da Europa. No momento o Irã acolhe pelo menos 3,5 milhões de refugiados e por isso Bruxelas financia Teerã com cerca de 15 milhões de euros, se o papel iraniano se tornar ainda mais importante para reduzir a pressão migratória, bem como um necessário aumento de financiamento., Não está excluído que Teerã não pode exigir também uma revisão das sanções, causando um choque entre a Europa e os EUA: um argumento que a Casa Branca não deve subestimar. O papel do Paquistão também é importante, recebendo mais 3 milhões de refugiados e já recebeu 20 milhões de euros em 2020 e 7, até agora, em 2021. A concomitância de financiamento insuficiente das Nações Unidas obriga a Europa a levantar fundos para países que lhes permitem aliviar sua pressão migratória. Evidentemente, uma tática criada exclusivamente desta forma expõe Bruxelas a uma potencial chantagem e a fragilidade internacional da União não ajuda a ultrapassar este perigo: mais uma razão para configurar a política europeia de uma forma diferente, para se tornar um político assunto de primeira grandeza, para além do atual papel puramente econômico.