قال الرئيس الكازاخستاني الحالي إن الوضع في البلاد عاد إلى طبيعته وعين رئيس وزراء جديدًا لا يخضع لنفوذ الرئيس السابق. يجب أن يؤدي استقرار البلاد إلى انسحاب القوات الأجنبية الموجودة على أراضي كازاخستان ، التابعة لمنظمة معاهدة الأمن الجماعي ، التي تلتزم بها أرمينيا وبيلاروسيا وكازاخستان وقيرغيزستان وروسيا وطاجيكستان. وكانت الاحتجاجات قد بدأت في 2 يناير بسبب زيادة الوقود وكشفت عن حالة الأزمة الاجتماعية والسياسية والاقتصادية العميقة في البلاد ، وهي علامة على استياء عام تجلى في احتجاجات كبيرة ، سحقها بعنف من قبل قوات الشرطة ، لمن سُمح له بإطلاق النار مباشرة على الحشد. وقد تم تصنيف التظاهرات على أنها حلقات إرهابية نيابة عن قوى أجنبية مجهولة ، وكانت مفيدة للعمل الروسي لتأكيد أن الدولة الكازاخستانية لا تستطيع الابتعاد عن نفوذ موسكو ، التي تخشى ، علاوة على ذلك ، تكرار القضية الأوكرانية. لقد باركت بكين قمع المتظاهرين كوسيلة للقضاء على الاحتجاجات ، وربما محاولة لتبرير أفعالها في هونغ كونغ وضد السكان المسلمين الصينيين بالقياس. سلط رئيس كازاخستان الضوء على الحاجة إلى تدخل القوات الروسية والدول الحليفة الأخرى لاستعادة النظام في البلاد ضد التهديد الإرهابي الخطير ، غير المحدد جيدًا ، والذي يهدد باحتلال المركز الاقتصادي الرئيسي للبلاد ، ألماتي ؛ مما كان سيؤدي إلى فقدان السيطرة على كل كازاخستان نتيجة لذلك. وفقًا لرئيس كازاخستان ، يجب أن تغادر القوات الأجنبية المتحالفة البلاد في غضون عشرة أيام. في الواقع ، سيكون من المثير للاهتمام التحقق من احترام هذه الجداول الزمنية: فالخوف الروسي من انجراف بلد ما نحو الغرب لا يبدو أنه يتزامن مع انسحاب مفاجئ لقوات موسكو ، خاصة بعد الجهود المبذولة لقمع الاحتجاج الكازاخستاني ؛ لن تسمح الإقامة لمدة عشرة أيام فقط بالسيطرة الفعالة على تطور حالة السخط التي تمثل أكثر بكثير من عدم الرضا الاقتصادي. إن تعريف الاحتجاج على أنه انبثاق مدروس لمخطط إرهابي ، دون الإشارة صراحة إلى محرضيه ، يعني تعريفه بأنه نوع من محاولة تخريب البلاد من الداخل. إن كون هذه الغرائز صحيحة تمامًا ليس له أهمية كبيرة بالنسبة لروسيا ، التي يجب أن تكرر سيطرتها شبه الكاملة على ما يُعرف الآن بأنه منطقة نفوذها الخاصة ، ومحددة جيدًا ولم تعد خاضعة للتغيرات السلبية على الإطلاق. بعد كل شيء ، أيد بوتين نفسه النظرية الإرهابية لرئيس كازاخستان ، كمبرر للتدخل المسلح الذي خطط له بنفسه. من بين 2300 جندي تم توظيفهم ، يبدو أن حقيقة أن الغالبية من الروس أمر مهم للغاية. ومع ذلك ، فإن الاحتياجات الحقيقية للبلد موجودة بوضوح أمام حكومة كازاخستان الجديدة ، التي تعتزم تعزيز البرامج التي تهدف إلى تعزيز نمو الدخل وجعل النظام الضريبي أكثر إنصافًا حيث توجد تفاوتات خطيرة ؛ ومع ذلك ، جنبًا إلى جنب مع هذه النوايا ، من المخطط زيادة عدد قوات الشرطة والجيش لتوفير حماية أفضل لأمن البلاد. يبدو أن هذه النوايا تدحض الفرضية الإرهابية ، التي استخدمت فقط للحفاظ على النظام الروسي والتدخل ، لكنها تعترف بوجود صعوبات داخلية ، وصعوبات يمكن أن تجعل من الممكن مغادرة منطقة النفوذ الروسي ، خاصة في ظل الوجود. من التحول الديمقراطي ، وهي محاولة سبق قمعها عدة مرات على المستوى المحلي دون تدخل خارجي. تظهر الحاجة إلى المساعدة الروسية مدى قدرة البلاد وإرادتها على البحث عن بديل للوضع الحالي. تضع هذه الأماكن الدولة الكازاخستانية في مركز الاهتمام ليس فقط للمصالح الروسية الواضحة ، ولكن أيضًا للغرب والعالم بأسره ، لأنها يمكن أن تزعزع استقرار المنطقة والسيطرة الروسية ؛ هذا يعني ضمناً جبهة جديدة للاحتكاك المحتمل مع الولايات المتحدة ، وبالتأكيد ليس على استعداد لقبول تحذير موسكو في مفتاح معاد لأوكراني ، حيث من المتوقع أن يصل التوتر ، لهذه السابقة أيضًا ، إلى وضع محدود.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 12 gennaio 2022
mercoledì 15 dicembre 2021
Ribellione nel partito conservatore inglese per le misure contro la pandemia
Il governo britannico di Boris Johnson segnala una debolezza intrinseca, che rischia di destabilizzare il paese in una fase difficile a causa della pressione del Covid. I nuovi sacrifici per limitare la pandemia, aumentata grazie alla nuova variante, richiesti dall’esecutivo di Londra ai suoi cittadini hanno causato un profondo dissenso nello stesso partito del premier, che si è manifestato con un voto contrario di ben cento parlamentari conservatori. La sensazione è che i sentimenti molto libertari, soprattutto verso la tutela delle libertà individuali, dei conservatori inglesi siano stati traditi non solo da misure ritenute profondamente anti libertarie, ma anche dalla confusione e contraddizione degli annunci che hanno contrassegnato la comunicazione di queste soluzioni. Le maggiori provocazioni sono state avvertite circa l’adozione di certificati per accedere a locali pubblici e ciò ha determinato il voto contrario dei conservatori; il governo, pur contando su di una maggioranza di ben 79 voti è dovuto ricorrere all’aiuto dell’opposizione laburista per fare approvare i provvedimenti anti Covid. Politicamente si tratta di una vera e propria umiliazione che segnala un calo nella leadership di Johnson sia all’interno del governo, che dentro al partito conservatore, aprendo alla possibilità di nuovi scenari ed equilibri: infatti, se la tenuta del governo non sembra troppo in pericolo, l’autorevolezza del premier, anche come capo del partito, ne esce abbastanza compromessa. Analisi dei politologi britannici parlano della più grande ribellione che ha dovuto soffrire un primo ministro inglese; del resto il voto contrario di circa 100 deputati del partito di governo rappresentano un segnale inequivocabile. Il segnale verso Johnson è chiaramente politico, perché sia la provvisorietà, che la volontà meno invasiva rispetto ad altri paesi, del provvedimento per contrastare il Covid non avevano le caratteristiche di perentorietà e cogenza troppo esasperate, proprio per non offendere la sensibilità conservatrice sui temi delle libertà individuali. Anche il fatto che il dissenso sia partito dal gruppo conservatore dei deputati che non hanno responsabilità di governo, segnala una frattura del premier con la base del partito; infatti proprio da questa ala dei conservatori arriva la richiesta di un maggiore coinvolgimento sia di tutti i deputati conservatori, che dell’intera organizzazione del partito; proprio a questo proposito l’accusa maggiore è che i provvedimenti andranno a complicare i settori del commercio e del turismo, molto vicini al partito di governo, nel periodo natalizio, quello dove si registra una parte considerevole degli incassi dell’intero anno. Un ulteriore pericolo segnalato dai ribelli conservatori è che il previsto obbligo del vaccino per i lavoratori dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe provocare un esodo dal lavoro, quantificato nella previsione di circa 60.000 dipendenti, che metterebbe in grande difficoltà il sistema sanitario inglese. Tutti questi segnali causano un futuro difficile per il premier, soprattutto nella continuazione della lotta alla pandemia, che è tutt’altro che sconfitta: la necessità di prendere decisioni, anche drastiche, dovrà essere mitigata dalla contrarietà, ormai chiara e palese, della base del partito ed un esito possibile sarà un’azione di governo troppo prudente, con una conseguente salita dei contagi o, in alternativa una situazione di crisi continua che potrebbe sfociare in una ingovernabilità del paese; appare impensabile che l’esecutivo possa portare avanti la sua azione di governo con il sostegno dell’opposizione, che, oltre tutto, si accredita come forza responsabile del paese sostenendo provvedimenti, che, seppur condivisi, provengono dal maggiore avversario politico. Tuttavia i problemi non sono solo di Johnson, anche nel campo laburista ci sono state critiche per il sostegno ai provvedimenti anti Covid, provenienti dal precedente leader Corbyn, che sostiene, al pari dei ribelli conservatori, come le soluzioni adottate siano contrarie alla coesione nazionale e generino profonde divisioni che impediscono la cooperazione delle forze politiche e sociali. Corbyn ha votato in aperto contrasto con quanto indicato dal partito, cioè di sostenere i provvedimenti anti covid, seppure provenienti dal governo, aprendo un caso analogo a quello dei conservatori, anche nel partito laburista, dove appare però, ancora una volta in minoranza. Non si sa se la posizione del vecchio leader è dettata da reali considerazioni o da una tattica utilizzata per delegittimare il gruppo dirigente dei laburisti, contrario alla sua linea politica, ma in ogni caso appare una posizione perdente. Il Regno Unito, quindi, denuncia una situazione politica preoccupante per il suo futuro, con i due partiti maggiori divisi al loro interno, anche se quella conservatrice, al momento, appare la situazione più complicata.
Rebellion in the British Conservative Party for measures against the pandemic
The British government of Boris Johnson signals an intrinsic weakness, which risks destabilizing the country in a difficult phase due to the pressure of Covid. The new sacrifices to limit the pandemic, which has increased thanks to the new variant, requested by the London executive of its citizens have caused profound dissent in the premier's own party, which manifested itself with a vote against by as many as one hundred conservative parliamentarians. The feeling is that the very libertarian sentiments, especially towards the protection of individual freedoms, of the British conservatives have been betrayed not only by measures considered profoundly anti-libertarian, but also by the confusion and contradiction of the announcements that have marked the communication of these solutions. The greatest provocations were warned about the adoption of certificates to access public places and this resulted in the conservatives voting against; the government, while counting on a majority of 79 votes, had to resort to the help of the Labor opposition to get the anti-Covid measures approved. Politically it is a real humiliation that signals a decline in Johnson's leadership both within the government and within the conservative party, opening up to the possibility of new scenarios and balances: in fact, if the government does not seem too strong. danger, the authority of the premier, even as party leader, is quite compromised. Analyzes by British political scientists speak of the greatest rebellion that an English prime minister had to suffer; after all, the vote against by about 100 deputies from the ruling party is an unequivocal signal. The signal to Johnson is clearly political, because both the provisional nature and the less invasive will than in other countries of the measure to combat Covid did not have the characteristics of peremptory and cogency that were too exasperated, precisely in order not to offend the conservative sensitivity on the issues of individual freedoms. The fact that the dissent originated from the conservative group of deputies who do not have government responsibilities also signals a break between the premier and the party base; in fact, it is precisely from this wing of the conservatives that the request for greater involvement of both conservative deputies and the entire party organization comes; precisely in this regard, the main accusation is that the measures will complicate the trade and tourism sectors, very close to the ruling party, during the Christmas period, the one where a considerable part of the entire year's proceeds is recorded. A further danger reported by the conservative rebels is that the foreseen obligation of the vaccine for employees of the National Health Service could cause an exodus from work, quantified in the forecast of about 60,000 employees, which would put the British health system in great difficulty. All these signals cause a difficult future for the premier, especially in the continuation of the fight against the pandemic, which is far from defeat: the need to make decisions, even drastic ones, will have to be mitigated by the now clear and evident opposition of the basis of the party and a possible outcome will be a government action that is too prudent, with a consequent rise in infections or, alternatively, a continuous crisis situation that could lead to an ungovernability of the country; it seems unthinkable that the executive could carry out its government action with the support of the opposition, which, above all, is credited as a responsible force in the country by supporting measures, which, although shared, come from the greatest political opponent. However, the problems are not only Johnson's, even in the Labor field there have been criticisms for supporting the anti Covid measures, coming from the previous leader Corbyn, who argues, like the conservative rebels, that the solutions adopted are contrary to national cohesion and generate deep divisions that prevent the cooperation of political and social forces. Corbyn voted in open contrast to what the party indicated, that is, to support the anti-covid measures, albeit coming from the government, opening a case similar to that of the conservatives, even in the Labor party, where it appears however, once again in the minority. It is not known whether the position of the old leader is dictated by real considerations or by a tactic used to delegitimize the Labor leadership group, contrary to his political line, but in any case it appears to be a losing position. The United Kingdom, therefore, denounces a worrying political situation for its future, with the two major parties divided within them, even if the conservative one, at the moment, appears to be the most complicated situation.
Rebelión en el Partido Conservador británico por medidas contra la pandemia
El gobierno británico de Boris Johnson señala una debilidad intrínseca, que corre el riesgo de desestabilizar al país en una fase difícil por la presión de Covid. Los nuevos sacrificios para limitar la pandemia, que se ha incrementado gracias a la nueva variante, solicitada por el ejecutivo londinense de sus ciudadanos, han provocado una profunda disidencia en el propio partido del primer ministro, que se manifestó con un voto en contra de hasta un centenar de parlamentarios conservadores. . La sensación es que los mismos sentimientos libertarios, especialmente hacia la protección de las libertades individuales, de los conservadores británicos han sido traicionados no solo por medidas consideradas profundamente anti-libertarias, sino también por la confusión y contradicción de los anuncios que han marcado la comunicación de estas soluciones. Las mayores provocaciones fueron advertidas sobre la adopción de certificados para acceder a lugares públicos y esto resultó en que los conservadores votaran en contra; el gobierno, si bien contaba con una mayoría de 79 votos, tuvo que recurrir a la ayuda de la oposición laborista para que se aprobaran las medidas anti-Covid. Políticamente es una verdadera humillación que señala un declive en el liderazgo de Johnson tanto dentro del gobierno como dentro del partido conservador, abriéndose a la posibilidad de nuevos escenarios y equilibrios: de hecho, si el gobierno no parece demasiado fuerte. Peligro, la autoridad del primer ministro, incluso como líder del partido, está bastante comprometido. Los análisis de los politólogos británicos hablan de la mayor rebelión que tuvo que sufrir un primer ministro inglés; después de todo, el voto en contra de unos 100 diputados del partido gobernante es una señal inequívoca. La señal para Johnson es claramente política, porque tanto el carácter provisional como la voluntad menos invasiva que en otros países de la medida de combate al Covid no tenían las características de perentorio y contundente que eran demasiado exasperadas, precisamente para no ofender a los conservadores. Sensibilidad sobre las cuestiones de las libertades individuales. El hecho de que la disidencia se originó en el grupo conservador de diputados que no tienen responsabilidades gubernamentales también indica una ruptura entre el primer ministro y la base del partido; de hecho, es precisamente de esta ala de los conservadores de donde viene la petición de una mayor implicación tanto de los diputados conservadores como de toda la organización del partido; Precisamente al respecto, la principal acusación es que las medidas complicarán a los sectores comercial y turístico, muy cercanos al oficialismo, durante la época navideña, en la que se registra una parte considerable de la recaudación de todo el año. Un peligro más informado por los rebeldes conservadores es que la obligación prevista de la vacuna para los empleados del Servicio Nacional de Salud podría provocar un éxodo del trabajo, cuantificado en la previsión de unos 60.000 empleados, lo que pondría en grandes dificultades al sistema sanitario británico. Todas estas señales provocan un futuro difícil para el primer ministro, especialmente en la continuación de la lucha contra la pandemia, que está lejos de la derrota: la necesidad de tomar decisiones, incluso drásticas, tendrá que ser mitigada por la ahora clara y evidente oposición. de la base del partido y un posible desenlace será una acción de gobierno demasiado prudente, con el consiguiente aumento de contagios o, alternativamente, una situación de crisis continua que podría llevar a la ingobernabilidad del país; Parece impensable que el Ejecutivo pueda llevar a cabo su acción de gobierno con el apoyo de la oposición, a la que, sobre todo, se le acredita como fuerza responsable en el país por las medidas de apoyo que, aunque compartidas, provienen del mayor opositor político. Sin embargo, los problemas no son solo de Johnson, incluso en el campo laborista ha habido críticas por el apoyo a las medidas anti Covid, provenientes del anterior líder Corbyn, quien sostiene, al igual que los rebeldes conservadores, que las soluciones adoptadas son contrarias a las políticas nacionales. cohesión y generan profundas divisiones que impiden la cooperación de fuerzas políticas y sociales. Corbyn votó en franco contraste con lo señalado por el partido, es decir, apoyar las medidas anti-covid, aunque viniendo del gobierno, abriendo un caso similar al de los conservadores, incluso en el Partido Laborista, donde aparece, sin embargo, una vez más en minoría. No se sabe si la posición del viejo líder está dictada por consideraciones reales o por una táctica utilizada para deslegitimar al grupo de liderazgo laborista, contraria a su línea política, pero en cualquier caso parece ser una posición perdedora. El Reino Unido, por tanto, denuncia una situación política preocupante para su futuro, con los dos grandes partidos divididos en su interior, aunque el conservador, de momento, parece ser la situación más complicada.
Aufstand in der britischen Konservativen Partei wegen Maßnahmen gegen die Pandemie
Die britische Regierung von Boris Johnson signalisiert eine intrinsische Schwäche, die das Land in einer schwierigen Phase durch den Druck von Covid zu destabilisieren droht. Die neuen Opfer zur Begrenzung der Pandemie, die dank der neuen Variante zugenommen haben, die von der Londoner Exekutive ihrer Bürger gefordert wurde, haben in der eigenen Partei des Premiers zu tiefem Dissens geführt, der sich in einer Gegenstimme von bis zu hundert konservativen Parlamentariern manifestierte . Man hat das Gefühl, dass die sehr libertären Gefühle der britischen Konservativen, insbesondere in Bezug auf den Schutz der individuellen Freiheiten, nicht nur durch zutiefst antilibertäre Maßnahmen verraten wurden, sondern auch durch die Verwirrung und den Widerspruch der Ankündigungen, die die Kommunikation der diese Lösungen. Die größten Provokationen wurden vor der Einführung von Zertifikaten für den Zugang zu öffentlichen Plätzen gewarnt, was dazu führte, dass die Konservativen dagegen stimmten; Die Regierung, die mit einer Mehrheit von 79 Stimmen rechnete, musste auf die Hilfe der Labour-Opposition zurückgreifen, um die Anti-Covid-Maßnahmen zu genehmigen. Politisch ist es eine echte Demütigung, die einen Rückgang von Johnsons Führung sowohl innerhalb der Regierung als auch innerhalb der konservativen Partei signalisiert und die Möglichkeit neuer Szenarien und Gleichgewichte eröffnet: tatsächlich, wenn die Regierung nicht zu stark erscheint des Premiers, selbst als Parteichef, ist ziemlich kompromittiert. Analysen britischer Politologen sprechen von der größten Rebellion, die ein englischer Premierminister erleiden musste; immerhin ist das Nein von rund 100 Abgeordneten der Regierungspartei ein eindeutiges Signal. Das Signal an Johnson ist eindeutig politisch, denn sowohl der provisorische Charakter als auch der weniger invasive Wille als in anderen Ländern der Maßnahme zur Covid-Bekämpfung hatten nicht die zu verärgerten Züge der Zähigkeit und Dringlichkeit, gerade um die Konservativen nicht zu beleidigen Sensibilität in Fragen der individuellen Freiheiten. Auch der Umstand, dass der Dissens von der konservativen Gruppe der nicht-staatlichen Abgeordneten ausging, signalisiert einen Bruch zwischen dem Premier und der Parteibasis; tatsächlich kommt gerade von diesem Flügel der Konservativen die Forderung nach stärkerem Engagement sowohl der konservativen Abgeordneten als auch der gesamten Parteiorganisation; Gerade in diesem Zusammenhang lautet der Hauptvorwurf, dass die Maßnahmen die parteinahe Handels- und Tourismusbranche in der Weihnachtszeit, in der ein erheblicher Teil des Gesamtjahreserlöses verbucht wird, erschweren werden. Eine weitere Gefahr, die von den konservativen Rebellen berichtet wird, besteht darin, dass die absehbare Pflicht des Impfstoffs für Mitarbeiter des National Health Service zu einer Arbeitsflucht führen könnte, die in der Prognose von rund 60.000 Mitarbeitern beziffert wird, was das britische Gesundheitssystem in große Schwierigkeiten bringen würde. All diese Signale bescheren dem Premier eine schwierige Zukunft, insbesondere in der Fortsetzung des Kampfes gegen die Pandemie, die noch lange nicht besiegt ist: Die Notwendigkeit, auch drastische Entscheidungen zu treffen, muss durch die jetzt deutliche und offensichtliche Opposition gemildert werden der Parteibasis und ein mögliches Ergebnis ein zu vorsichtiges staatliches Handeln mit einem daraus resultierenden Anstieg der Infektionen oder alternativ eine anhaltende Krisensituation, die zu einer Unregierbarkeit des Landes führen könnte; Es erscheint undenkbar, dass die Exekutive ihr Regierungshandeln mit Unterstützung der Opposition, die vor allem als verantwortliche Kraft im Land gilt, durch unterstützende Maßnahmen durchführen könnte, die zwar geteilt, aber vom größten politischen Gegner ausgehen. Die Probleme sind jedoch nicht nur Johnsons, auch im Labour-Bereich gab es Kritik an der Unterstützung der Anti-Covid-Maßnahmen, die von dem früheren Führer Corbyn ausgeht, der wie die konservativen Rebellen argumentiert, dass die angenommenen Lösungen im Widerspruch zu nationalen Zusammenhalt und erzeugen tiefe Spaltungen, die die Zusammenarbeit von politischen und sozialen Kräften verhindern. Corbyn stimmte in offenem Gegensatz zu dem, was die Partei angedeutet hatte, nämlich die Anti-Covid-Maßnahmen zu unterstützen, obwohl sie von der Regierung kamen, und eröffnete einen Fall ähnlich dem der Konservativen, sogar in der Labour-Partei, wo er jedoch auftritt. wieder in der Minderheit. Es ist nicht bekannt, ob die Position des alten Führers von realen Erwägungen diktiert wird oder von einer Taktik zur Delegitimierung der Labour-Führungsgruppe im Gegensatz zu seiner politischen Linie, aber auf jeden Fall scheint es eine verlorene Position zu sein. Das Vereinigte Königreich prangert daher eine besorgniserregende politische Situation für seine Zukunft an, in der die beiden großen Parteien gespalten sind, auch wenn die konservative derzeit die komplizierteste Situation zu sein scheint.
Rébellion au sein du Parti conservateur britannique pour des mesures contre la pandémie
Le gouvernement britannique de Boris Johnson signale une faiblesse intrinsèque, qui risque de déstabiliser le pays dans une phase difficile en raison de la pression du Covid. Les nouveaux sacrifices pour limiter la pandémie, qui a augmenté grâce à la nouvelle variante, demandés par l'exécutif londonien de ses citoyens ont provoqué une profonde dissidence dans le propre parti du premier ministre, qui s'est manifesté par un vote contre jusqu'à cent parlementaires conservateurs. . Le sentiment est que les sentiments très libertaires, notamment envers la protection des libertés individuelles, des conservateurs britanniques ont été trahis non seulement par des mesures considérées comme profondément anti-libertaires, mais aussi par la confusion et la contradiction des annonces qui ont marqué la communication de ces solutions. Les plus grandes provocations ont été mises en garde contre l'adoption d'attestations d'accès aux lieux publics et cela a conduit les conservateurs à voter contre ; le gouvernement, tout en comptant sur une majorité de 79 voix, a dû recourir à l'aide de l'opposition travailliste pour faire approuver les mesures anti-Covid. Politiquement c'est une véritable humiliation qui signale une baisse du leadership de Johnson tant au sein du gouvernement qu'au sein du parti conservateur, ouvrant à la possibilité de nouveaux scénarios et équilibres : en effet, si le gouvernement ne semble pas trop dangereux, l'autorité du premier ministre, même en tant que chef de parti, est assez compromis. Les analyses des politologues britanniques parlent de la plus grande rébellion qu'un premier ministre anglais ait eu à subir ; après tout, le vote contre une centaine de députés du parti au pouvoir est un signal sans équivoque. Le signal à Johnson est clairement politique, car tant le caractère provisoire que la volonté moins envahissante que dans d'autres pays de la mesure de lutte contre le Covid n'avaient pas des caractéristiques de péremption et de force trop exaspérées, pour justement ne pas heurter les conservateurs. sensibilité sur les questions des libertés individuelles. Le fait que la dissidence provienne du groupe conservateur des députés qui n'ont pas de responsabilités gouvernementales signale également une rupture entre le premier ministre et la base du parti ; en fait, c'est précisément de cette aile des conservateurs que vient la demande d'une plus grande implication des députés conservateurs et de l'ensemble de l'organisation du parti ; précisément à cet égard, la principale accusation est que les mesures compliqueront les secteurs du commerce et du tourisme, très proches du parti au pouvoir, pendant la période de Noël, celle où une partie considérable des recettes de l'année entière est enregistrée. Un autre danger signalé par les rebelles conservateurs est que l'obligation prévue du vaccin pour les employés du National Health Service pourrait provoquer un exode du travail, chiffré dans la prévision d'environ 60.000 employés, ce qui mettrait le système de santé britannique en grande difficulté. Tous ces signaux annoncent un avenir difficile au premier ministre, notamment dans la poursuite de la lutte contre la pandémie, qui est loin d'être défaite : la nécessité de prendre des décisions, même drastiques, devra être atténuée par l'opposition désormais claire et évidente. de la base du parti et une issue possible sera une action gouvernementale trop prudente, avec une augmentation conséquente des infections ou, à défaut, une situation de crise continue qui pourrait conduire à une ingouvernabilité du pays ; il paraît impensable que l'exécutif puisse mener son action gouvernementale avec le soutien de l'opposition, qui, surtout, est créditée comme une force responsable dans le pays par des mesures de soutien, qui, bien que partagées, émanent du plus grand opposant politique. Cependant, les problèmes ne sont pas seulement ceux de Johnson, même dans le domaine travailliste, il y a eu des critiques pour le soutien aux mesures anti-Covid, venant de l'ancien leader Corbyn, qui soutient, comme les rebelles conservateurs, que les solutions adoptées sont contraires aux normes nationales. cohésion et génèrent de profondes divisions qui empêchent la coopération des forces politiques et sociales. Corbyn a voté ouvertement contrairement à ce qu'indiquait le parti, à savoir soutenir les mesures anti-covid, bien que venant du gouvernement, ouvrant une affaire similaire à celle des conservateurs, même au sein du Parti travailliste, où il apparaît pourtant, encore une fois en minorité. On ne sait pas si la position de l'ancien leader est dictée par des considérations réelles ou par une tactique utilisée pour délégitimer le groupe de direction travailliste, contrairement à sa ligne politique, mais en tout cas, il s'agit d'une position perdante. Le Royaume-Uni dénonce donc une situation politique préoccupante pour son avenir, avec les deux grands partis divisés en leur sein, même si le conservateur, pour le moment, apparaît comme la situation la plus compliquée.
Rebelião do Partido Conservador Britânico por medidas contra a pandemia
O governo britânico de Boris Johnson sinaliza uma fragilidade intrínseca, que corre o risco de desestabilizar o país em uma fase difícil devido à pressão da Covid. Os novos sacrifícios para limitar a pandemia, que aumentou graças à nova variante, solicitada pelo executivo londrino de seus cidadãos, causou profunda dissensão no próprio partido do primeiro-ministro, que se manifestou com o voto contra de até cem parlamentares conservadores . O sentimento é que os próprios sentimentos libertários, especialmente em relação à proteção das liberdades individuais, dos conservadores britânicos foram traídos não apenas por medidas consideradas profundamente anti-libertárias, mas também pela confusão e contradição dos anúncios que marcaram a comunicação de essas soluções. As maiores provocações foram alertadas sobre a adoção de certificados de acesso a lugares públicos e isso resultou no voto contra dos conservadores; o governo, embora contasse com uma maioria de 79 votos, teve que recorrer à ajuda da oposição trabalhista para conseguir a aprovação das medidas anti-Covid. Politicamente, é uma verdadeira humilhação que sinaliza um declínio da liderança de Johnson tanto dentro do governo quanto dentro do partido conservador, abrindo a possibilidade de novos cenários e equilíbrios: na verdade, se o governo não parece muito forte. Perigo, a autoridade do primeiro-ministro, mesmo como líder do partido, está bastante comprometido. As análises de cientistas políticos britânicos falam da maior rebelião que um primeiro-ministro inglês teve de sofrer; afinal, o voto contra de cerca de 100 deputados do partido no poder é um sinal inequívoco. O sinal para Johnson é claramente político, pois tanto o caráter provisório quanto a vontade menos invasiva do que em outros países da medida de combate à Covid não tinham as características de peremptória e convincente que eram exasperadas, justamente para não ofender os conservadores sensibilidade nas questões das liberdades individuais. O fato de a dissidência ter origem no grupo conservador de deputados que não têm responsabilidades governamentais também sinaliza uma ruptura entre o primeiro-ministro e a base partidária; na verdade, é precisamente desta ala dos conservadores que vem o pedido de maior envolvimento dos deputados conservadores e de toda a organização do partido; justamente a este respeito, a principal acusação é de que as medidas vão complicar os sectores do comércio e do turismo, muito próximos do partido no poder, durante a época natalícia, aquela em que se regista uma parte considerável da receita anual. Outro perigo relatado pelos rebeldes conservadores é que a obrigação prevista da vacina para os funcionários do Serviço Nacional de Saúde poderia causar um êxodo do trabalho, quantificado na previsão de cerca de 60 mil funcionários, o que colocaria o sistema de saúde britânico em grande dificuldade. Todos esses sinais trazem um futuro difícil para o premiê, principalmente na continuidade do combate à pandemia, que está longe de ser derrotado: a necessidade de tomar decisões, mesmo drásticas, terá de ser mitigada pela agora clara e evidente oposição da base do partido e como resultado possível será uma ação governamental muito prudente, com o consequente aumento das infecções ou, alternativamente, uma situação de crise contínua que pode levar a uma ingovernabilidade do país; parece impensável que o Executivo possa realizar sua ação governamental com o apoio da oposição, que, acima de tudo, é considerada uma força responsável no país por apoiar medidas que, embora compartilhadas, partem do maior adversário político. Porém, os problemas não são só de Johnson, mesmo no campo trabalhista já houve críticas ao apoio às medidas anti Covid, vindas do líder anterior Corbyn, que argumenta, como os rebeldes conservadores, que as soluções adotadas são contrárias às nacionais coesão e geram divisões profundas que impedem a cooperação das forças políticas e sociais. Corbyn votou abertamente ao que indicava o partido, ou seja, apoiar as medidas anticovídicas, ainda que vindas do governo, abrindo processo semelhante ao dos conservadores, até mesmo no Partido Trabalhista, onde aparece, porém, mais uma vez em minoria. Não se sabe se a posição do antigo líder é ditada por considerações reais ou por uma tática usada para deslegitimar a liderança trabalhista, ao contrário de sua linha política, mas em qualquer caso parece ser uma posição perdedora. O Reino Unido, portanto, denuncia uma situação política preocupante para o seu futuro, com os dois principais partidos divididos entre si, ainda que o conservador, neste momento, pareça ser a situação mais complicada.