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martedì 22 febbraio 2022

ردود الفعل على قرار بوتين نشر قوات في شرق أوكرانيا

 بعد إعلان بوتين ، الذي اعترف باستقلال جمهوريتي دونيتسك ولوغانسك الشعبيتين ، الموالية لروسيا علنًا وبالتالي إزالتها رسميًا من سيادة كييف ، طلبت أوكرانيا اجتماعًا طارئًا لمجلس الأمن التابع للأمم المتحدة ، والذي تم ترؤسه لمصادفة غريبة. من قبل روسيا. وأدان معظم أعضاء المجلس كلاً من الاعتراف والقرار اللاحق بنشر القوات في المنطقة ، الأمر الذي يشكل الخطوة الأولى في غزو الأراضي الأوكرانية ، على الرغم من أنها الخطوة المتنازع عليها بين موسكو وكييف. من وجهة نظر بوتين ، يصرح الاعتراف الرسمي بدعم الجيش الروسي للمتمردين الموالين لروسيا وميليشياتهم ، ولكن من وجهة نظر القانون الدولي ، فإنه يشكل انتهاكًا واضحًا ، علاوة على ذلك ، ليس الأول من قبل القوات المسلحة الروسية. الكرملين. إن حقيقة تعريف موسكو لجنودها بأنهم جنود حفظ سلام يفاقم الحكم على روسيا ، التي تختبئ وراء تعاريف نفاق تتجاوز الغموض والذوق الرفيع. يفتح إعلان واشنطن التالي أمام سلسلة غير مسبوقة من العقوبات ، والتي ستشمل جميع حلفاء الولايات المتحدة والتي من المتوقع أن تكون عواقبها خطيرة للغاية على الاقتصاد العالمي والتوازن العام. في المستقبل القريب ، فإن إرادة بوتين هي تأمين منطقة عازلة بين روسيا وأوكرانيا ، لتجنب وجود حلف الأطلسي على الحدود الروسية المباشرة ، حتى لو تم رفض دخول كييف بشكل متكرر. يمكن للكرملين تغيير الوضع: حتى الآن نفى الحلف الأطلسي وجود أي خطط لقبول الدولة الأوكرانية بين أعضائه ، لكن هذا التطور يفتح أمام أي تطور محتمل. ومع ذلك ، فإن مقامرة بوتين تهدد القوة الاقتصادية للدولة الروسية ، التي لا تكاد تقاوم العقوبات المتوخاة ، مما يفتح السيناريوهات التي يمكن أن تتكون من انخفاض حاد في شعبيتها في روسيا. إن مواقف حلفاء الولايات المتحدة يمكن التنبؤ بها تمامًا ، حيث يتفقون على الاحتمال الملموس بأن يتم تهيئة الظروف لنزاع شبه عالمي ؛ وأعرب جميعهم تقريبًا عن إدانتهم لانتهاك وحدة أراضي أوكرانيا وانتهاك مبادئ ميثاق الأمم المتحدة. على العكس من ذلك ، أيد ممثل روسيا لدى الأمم المتحدة قرار موسكو بحماية العرق الروسي للأراضي المعترف بها وكيف تم النظر في الاعتراف منذ فترة طويلة وحث القوى الغربية على عدم التخلي عن الحل الدبلوماسي. أوكرانيا ، من جانبها ، أعادت تأكيد سيادتها على أراضيها وتحدت روسيا عمليا ، في صدام لا يبدو أنها قادرة على الحفاظ عليه. إن موقف الصين أكثر ضعفًا ، والذي على الرغم من قربها المتكرر من روسيا ، لا ينتقص من مبادئها في السياسة الخارجية ، ويختار نوعًا من المساواة ويوصي الأطراف المعنية بأقصى درجات الحذر وتكثيف العمل الدبلوماسي. إلى جانب النفور من الولايات المتحدة والموافقة على السياسة الروسية ، تُظهر بكين أنها أكثر تخوفًا من تداعيات الأزمة الاقتصادية العالمية ، التي قد تعرض النمو الصيني للخطر ؛ ومع ذلك ، فإن خيار عدم لعب دور قيادي ، قبل كل شيء لزيادة عمل التهدئة ، من قبل بكين ، يكشف كيف أن الصين لا تزال بعيدة عن أن تصبح تلك القوة العظمى على المستوى العالمي ، والتي تقول إنها تريد أن تصبح. إن فرصة لعب دور قيادي ، دون أن تكون إلى جانب أحد الطرفين ، ولكن فقط لصالح السلام ، يمكن أن تشكل اختبارًا يُنظر إليه باستحسان من جميع الزوايا ، حتى في حالة الفشل ، والعكس بالعكس هذا الموقف المخيف. يكشف كل قلة الخبرة وانعدام القدرة على المخاطرة لحكومة بكين ، والتي لا تزال مرتبطة بشكل كبير بالجوانب الاقتصادية على حساب السياسات الدولية. أمر الرئيس بايدن صراحة بحظر جميع أنواع التمويل والاستثمارات والمعاملات التجارية مع المناطق التي احتلتها روسيا ، وهذا بالتأكيد يمثل الحل الأول الذي يسبق العقوبات الأشد تهديدًا والمتوقعة بالفعل من روسيا. ما يمكن أن يحدث أدناه يصعب التنبؤ به.

venerdì 18 febbraio 2022

Crisi ucraina: l'Unione Europea mantiene un atteggiamento di attesa

 L’atteggiamento dell’Europa, di fronte alla crisi ucraina, rimane improntato al massimo utilizzo della diplomazia, anche dopo che l’aumento della presenza dei militari russi al confine tra i due paesi. I segnali, che Bruxelles ha inviato verso il Cremlino sono di sostegno ad una soluzione negoziata tra le parti, che deve escludere ogni soluzione militare, ma, nel contempo, è stata ribadita la ferma volontà di procedere con sanzioni particolarmente dure, se Mosca opererà una aggressione contro Kiev. Il presidente del Consiglio europeo ha ribadito al presidente ucraino la solidarietà dell’Unione Europea, assicurando la reazione di Bruxelles per continuare a garantire la pace, la stabilità mondiale e la sicurezza comune, concetti che coincidono con i valori europei; tuttavia occorrerà verificare se a queste dichiarazioni seguiranno passi concreti, che si annunciano necessari anche prima di una eventuale invasione del paese ucraino. La situazione, infatti, dopo la speranza di un epilogo positivo, sembra essersi di nuovo aggravata in una zona del confine lunga circa 200 chilometri. Numerose esplosioni, si parla di circa 500, segnalano l’inizio di bombardamenti nei territori contesi, dove si sarebbero verificati anche combattimenti che hanno avuto come protagoniste le forze non regolari che fiancheggiano la Russia. Più volte l’Alleanza Atlantica ha avvertito della possibilità che la Russia possa prendere a pretesto qualsiasi occasione per giustificare l’invasione, fino a prospettare la costruzione di falsi attacchi contro i propri militari. L’attuale contesto di combattimenti al confine, seppure con truppe non regolari, potrebbe essere il pretesto decisivo per portare a compimento l’invasione dell’Ucraina, anche per superare il problema dell’innalzamento delle temperature, che costituisce un ostacolo di notevole gravità per i movimenti dei mezzi pesanti e corazzati del Cremlino. Al momento, comunque, l’Unione Europea non ha giudicato la situazione dei combattimenti registrati, tale da alzare il livello dello scontro diplomatico e quindi di non attivare sanzioni contro Mosca, sanzioni, che per il regolamento vigente, dovranno essere approvate all’unanimità e malgrado le convinzioni dell’Alto rappresentante della politica estera europea circa la compattezza della risposta di Bruxelles, questo risultato non appare così scontato. I dubbi potrebbero riguardare il paese ungherese e la stessa Germania non è apparsa troppo convinta a prendere posizioni nette contro Putin. Le armi che l’Unione intende usare riguardano sanzioni in grado di colpire settori finanziari e tecnologici, oltre al blocco di movimento di uomini d’affari russi, che operano solitamente all’interno del territorio dell’Unione. Resta da verificare se la convinzione dei dirigenti europei, di essere in grado di colpire in maniera molto dura la Russia, sia veritiera; certamente l’economia russa appare in difficoltà, ma occorre valutare attentamente quali sono le attese di Putin circa ad un risultato che possa garantire di fermare l’avanzata dell’Alleanza Atlantica fino ai confini del territorio di Mosca: è più importante una vittoria politica, seppure grazie ad una affermazione militare, o non compromettere ancora la situazione di una economia in stato di crisi; importante sarà vedere come potrebbe reagire l’opinione pubblica del paese, comunque sensibile agli aspetti nazionalistici, ma provata da difficoltà di ordine finanziario ed economico. Risulta chiaro che la leadership europea punti la sua strategia su questo secondo punto, ma ciò non sembra bastare per una azione efficace; ancora prima di questa strategia delle sanzioni occorre offrire una soluzione che comprenda una via di uscita onorevole per Putin, senza che questa sia percepita come sconfitta politica. Trovare una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa non appare agevole: Putin, che come al solito ha agito alzando troppo il livello dello scontro con richieste francamente irricevibili, si è infilato da solo in una situazione senza apparente via di uscita, dove il risultato, aldilà di ogni possibile risultato finale, potrà comunque essere deleterio per il capo del Cremlino. Se l’adesione dell’Ucraina al momento non rientra nei piani dell’Alleanza Atlantica, potrebbe essere un punto che, quanto meno, potrebbe allentare la tensione, anche solo momentaneamente e rappresentare il punto di partenza per trattative senza l’incombenza della minaccia militare, tuttavia ciò potrebbe non bastare, come potrebbero non bastare le sanzioni ed, a quel punto, occorrerebbe essere già pronti alle conseguenze di un conflitto che riguarderà tutto l’Europa geografica.  

Ukrainian crisis: the European Union maintains a wait-and-see attitude

 The attitude of Europe, in the face of the Ukrainian crisis, remains marked by the maximum use of diplomacy, even after the increase in the presence of the Russian military on the border between the two countries. The signals, which Brussels has sent to the Kremlin, are of support for a negotiated solution between the parties, which must exclude any military solution, but, at the same time, the firm will to proceed with particularly harsh sanctions has been reaffirmed, if Moscow operates a aggression against Kiev. The president of the European Council reiterated the solidarity of the European Union to the Ukrainian president, assuring the reaction of Brussels to continue to guarantee peace, world stability and common security, concepts which coincide with European values; however, it will be necessary to verify whether these declarations will be followed by concrete steps, which are announced to be necessary even before a possible invasion of the Ukrainian country. The situation, in fact, after the hope of a positive ending, seems to have worsened again in an area of ​​the border about 200 kilometers long. Numerous explosions, about 500, signal the start of bombing in the disputed territories, where there would also have been fighting involving the non-regular forces flanking Russia. The Atlantic Alliance has repeatedly warned of the possibility that Russia could take any opportunity to justify the invasion as a pretext, to the point of envisaging the construction of false attacks against its own military. The current context of border fighting, albeit with irregular troops, could be the decisive pretext to complete the invasion of Ukraine, also to overcome the problem of rising temperatures, which constitutes a significant obstacle to the movements of heavy and armored vehicles in the Kremlin. At the moment, however, the European Union has not judged the situation of the recorded fighting, such as to raise the level of the diplomatic confrontation and therefore not to activate sanctions against Moscow, sanctions, which according to the current regulation, must be approved unanimously and despite the convictions of the High Representative of European Foreign Policy regarding the compactness of the Brussels response, this result does not seem so obvious. The doubts could concern the Hungarian country and Germany itself did not appear too convinced to take clear positions against Putin. The weapons that the Union intends to use concern sanctions capable of targeting financial and technological sectors, in addition to the blocking of movement of Russian businessmen, who usually operate within the territory of the Union. It remains to be verified whether the conviction of the European leaders, of being able to hit Russia very hard, is true; certainly the Russian economy appears to be in difficulty, but it is necessary to carefully evaluate what Putin's expectations are regarding a result that can guarantee to stop the advance of the Atlantic Alliance up to the borders of the territory of Moscow: a political victory is more important, albeit thanks to a military statement, or not yet compromising the situation of an economy in a state of crisis; It will be important to see how public opinion in the country could react, however sensitive to nationalistic aspects, but tested by financial and economic difficulties. It is clear that the European leadership is focusing its strategy on this second point, but this does not seem to be enough for effective action; even before this strategy of sanctions, a solution must be offered that includes an honorable way out for Putin, without this being perceived as a political defeat. Finding a satisfactory solution for all the parties involved does not seem easy: Putin, who as usual acted by raising the level of the clash too much with frankly inadmissible requests, slipped alone into a situation with no apparent way out, where the result , beyond any possible final result, it could still be harmful to the head of the Kremlin. If the accession of Ukraine is not currently part of the plans of the Atlantic Alliance, it could be a point that, at least, could ease the tension, even if only momentarily and represent the starting point for negotiations without the impending military threat. , however, this may not be enough, as sanctions may not be enough and, at that point, it would be necessary to be ready for the consequences of a conflict that will affect the whole of geographic Europe.

Crisis de Ucrania: la Unión Europea mantiene una actitud de espera

 La actitud de Europa, ante la crisis ucraniana, sigue marcada por el máximo uso de la diplomacia, incluso tras el incremento de la presencia militar rusa en la frontera entre ambos países. Las señales, que ha enviado Bruselas al Kremlin, son de apoyo a una solución negociada entre las partes, que debe excluir cualquier solución militar, pero, al mismo tiempo, se ha reafirmado la firme voluntad de proceder con sanciones especialmente duras, si Moscú operará una agresión contra Kiev. El presidente del Consejo Europeo reiteró la solidaridad de la Unión Europea al presidente ucraniano, asegurando la reacción de Bruselas para seguir garantizando la paz, la estabilidad mundial y la seguridad común, conceptos que coinciden con los valores europeos; sin embargo, será necesario verificar si estas declaraciones serán seguidas por pasos concretos, que se anuncian necesarios incluso antes de una posible invasión del país ucraniano. La situación, de hecho, tras la esperanza de un final positivo, parece haber vuelto a empeorar en una zona de la frontera de unos 200 kilómetros de longitud. Numerosas explosiones, unas 500, marcan el inicio de los bombardeos en los territorios en disputa, donde también se habrían producido combates entre las fuerzas no regulares que flanquean a Rusia. La Alianza Atlántica ha advertido en reiteradas ocasiones sobre la posibilidad de que Rusia aproveche cualquier oportunidad para justificar la invasión como pretexto, hasta el punto de contemplar la construcción de falsos ataques contra sus propios militares. El contexto actual de lucha fronteriza, aunque con tropas irregulares, podría ser el pretexto decisivo para completar la invasión de Ucrania, además de superar el problema del aumento de las temperaturas, que constituye un importante obstáculo para la circulación de vehículos pesados ​​y blindados en el Kremlin. Por el momento, sin embargo, la Unión Europea no ha juzgado la situación de las peleas registradas, como para elevar el nivel del enfrentamiento diplomático y por tanto no activar sanciones contra Moscú, sanciones que según el reglamento vigente, deben ser aprobadas. por unanimidad ya pesar de las convicciones del Alto Representante de la Política Exterior Europea sobre la compacidad de la respuesta de Bruselas, este resultado no parece tan evidente. Las dudas podrían preocupar al país húngaro y la propia Alemania no se mostró demasiado convencida de tomar posiciones claras contra Putin. Las armas que la Unión pretende utilizar se refieren a sanciones capaces de apuntar a sectores financieros y tecnológicos, además del bloqueo de movimiento de empresarios rusos, que suelen operar dentro del territorio de la Unión. Queda por comprobar si es cierta la convicción de los líderes europeos, de poder golpear muy duro a Rusia; ciertamente la economía rusa parece estar en dificultades, pero es necesario evaluar cuidadosamente cuáles son las expectativas de Putin respecto a un resultado que pueda garantizar frenar el avance de la Alianza Atlántica hasta las fronteras del territorio de Moscú: una victoria política es más importante, aunque sea gracias a una declaración militar, o que aún no comprometa la situación de una economía en estado de crisis; Será importante ver cómo podría reaccionar la opinión pública del país, aunque sensible a los aspectos nacionalistas, pero probada por dificultades financieras y económicas. Está claro que el liderazgo europeo está centrando su estrategia en este segundo punto, pero esto no parece ser suficiente para una acción efectiva; incluso antes de esta estrategia de sanciones, se debe ofrecer una solución que incluya una salida honorable para Putin, sin que esto se perciba como una derrota política. Encontrar una solución satisfactoria para todas las partes implicadas no parece fácil: Putin, que como es habitual actuó elevando demasiado el nivel del enfrentamiento con peticiones francamente inadmisibles, se deslizó solo en una situación sin salida aparente, donde el resultado, más allá cualquier resultado final posible, aún podría ser perjudicial para la cabeza del Kremlin. Si la adhesión de Ucrania no forma parte actualmente de los planes de la Alianza Atlántica, podría ser un punto que, como mínimo, podría aliviar la tensión, aunque sea momentáneamente, y representar el punto de partida para las negociaciones sin la amenaza militar inminente. ., sin embargo, esto puede no ser suficiente, como las sanciones pueden no ser suficientes y, llegados a ese punto, habría que estar preparados para las consecuencias de un conflicto que afectará a toda la Europa geográfica.

Crise ukrainienne : l'Union européenne reste attentiste

 L'attitude de l'Europe, face à la crise ukrainienne, reste marquée par le recours maximal à la diplomatie, même après l'augmentation de la présence militaire russe à la frontière entre les deux pays. Les signaux que Bruxelles a envoyés au Kremlin sont de soutien à une solution négociée entre les parties, qui doit exclure toute solution militaire, mais, en même temps, la ferme volonté de procéder à des sanctions particulièrement dures a été réaffirmée, si Moscou va opérer une agression contre Kiev. Le président du Conseil européen a réitéré la solidarité de l'Union européenne au président ukrainien, assurant la réaction de Bruxelles pour continuer à garantir la paix, la stabilité mondiale et la sécurité commune, concepts qui coïncident avec les valeurs européennes ; il faudra cependant vérifier si ces déclarations seront suivies de mesures concrètes, annoncées comme nécessaires avant même une éventuelle invasion du pays ukrainien. La situation, en effet, après l'espoir d'une issue positive, semble s'être encore aggravée dans une zone de la frontière longue d'environ 200 kilomètres. De nombreuses explosions, environ 500, signalent le début des bombardements dans les territoires contestés, où il y aurait également eu des combats impliquant les forces non régulières flanquant la Russie. L'Alliance atlantique a mis en garde à plusieurs reprises contre la possibilité que la Russie puisse profiter de toute occasion pour justifier l'invasion comme prétexte, au point d'envisager la construction de fausses attaques contre sa propre armée. Le contexte actuel de combats frontaliers, bien qu'avec des troupes irrégulières, pourrait être le prétexte décisif pour achever l'invasion de l'Ukraine, également pour surmonter le problème de la hausse des températures, qui constitue un obstacle important aux mouvements de véhicules lourds et blindés au Kremlin. Pour le moment, cependant, l'Union européenne n'a pas jugé la situation des combats enregistrés, de manière à élever le niveau de la confrontation diplomatique et donc à ne pas activer les sanctions contre Moscou, sanctions qui, selon la réglementation en vigueur, doivent être approuvées à l'unanimité et malgré les convictions du Haut Représentant pour la politique étrangère européenne quant à la compacité de la réponse bruxelloise, ce résultat ne semble pas si évident. Les doutes pouvaient concerner le pays hongrois et l'Allemagne elle-même ne semblait pas trop convaincue pour prendre des positions claires contre Poutine. Les armes que l'Union entend utiliser concernent des sanctions susceptibles de viser les secteurs financiers et technologiques, en plus du blocage de la circulation des hommes d'affaires russes, qui opèrent habituellement sur le territoire de l'Union. Reste à vérifier si la conviction des dirigeants européens, de pouvoir frapper très fort la Russie, est vraie ; Certes, l'économie russe apparaît en difficulté, mais il convient d'évaluer avec soin quelles sont les attentes de Poutine quant à un résultat pouvant garantir l'arrêt de l'avancée de l'Alliance atlantique jusqu'aux frontières du territoire de Moscou : une victoire politique est plus important, quoique grâce à une déclaration militaire, ou ne compromettant pas encore la situation d'une économie en état de crise ; Il sera important de voir comment l'opinion publique du pays pourrait réagir, pourtant sensible aux aspects nationalistes, mais éprouvée par les difficultés financières et économiques. Il est clair que le leadership européen concentre sa stratégie sur ce second point, mais cela ne semble pas suffisant pour une action efficace ; avant même cette stratégie de sanctions, il faut proposer une solution incluant une issue honorable pour Poutine, sans que cela soit perçu comme une défaite politique. Trouver une solution satisfaisante pour toutes les parties en présence n'apparaît pas aisé : Poutine, qui a agi comme à son habitude en élevant trop le niveau de l'affrontement avec des demandes franchement inadmissibles, s'est glissé seul dans une situation sans issue apparente, où le résultat, au-delà tout résultat final éventuel, cela pourrait encore être préjudiciable au chef du Kremlin. Si l'adhésion de l'Ukraine ne fait pas actuellement partie des plans de l'Alliance atlantique, cela pourrait être un point qui, à tout le moins, pourrait apaiser la tension, ne serait-ce que momentanément et représenter le point de départ de négociations sans la menace militaire imminente Mais cela peut ne pas suffire, comme les sanctions peuvent ne pas suffire et, à ce moment-là, il faudrait être prêt aux conséquences d'un conflit qui touchera toute l'Europe géographique.

Crise ucraniana: a União Europeia mantém uma atitude de esperar para ver

A atitude da Europa, diante da crise ucraniana, continua marcada pelo uso máximo da diplomacia, mesmo após o aumento da presença dos militares russos na fronteira entre os dois países. Os sinais, que Bruxelas enviou ao Kremlin, são de apoio a uma solução negociada entre as partes, que deve excluir qualquer solução militar, mas, ao mesmo tempo, foi reafirmada a firme vontade de prosseguir com sanções particularmente duras, se Moscou vai operar uma agressão contra Kiev. O presidente do Conselho Europeu reiterou a solidariedade da União Europeia ao presidente ucraniano, assegurando a reacção de Bruxelas para continuar a garantir a paz, a estabilidade mundial e a segurança comum, conceitos que coincidem com os valores europeus; no entanto, será necessário verificar se essas declarações serão seguidas de medidas concretas, que se anunciam necessárias mesmo antes de uma possível invasão do país ucraniano. A situação, aliás, depois da esperança de um final positivo, parece ter voltado a agravar-se numa zona da fronteira com cerca de 200 quilómetros de extensão. Inúmeras explosões, cerca de 500, sinalizam o início dos bombardeios nos territórios disputados, onde também teriam ocorrido combates envolvendo as forças não regulares que flanqueiam a Rússia. A Aliança Atlântica tem alertado repetidamente para a possibilidade de a Rússia aproveitar qualquer oportunidade para justificar a invasão como pretexto, a ponto de vislumbrar a construção de falsos ataques contra seus próprios militares. O actual contexto de combates fronteiriços, ainda que com tropas irregulares, poderá ser o pretexto decisivo para completar a invasão da Ucrânia, também para ultrapassar o problema do aumento das temperaturas, que constitui um obstáculo significativo à circulação de veículos pesados ​​e blindados no Kremlin. No momento, porém, a União Europeia não julgou a situação dos combates registrados, como elevar o nível do confronto diplomático e, portanto, não ativar sanções contra Moscou, sanções que, de acordo com o regulamento atual, devem ser aprovadas por unanimidade e apesar das convicções do Alto Representante da Política Externa Europeia quanto à compacidade da resposta de Bruxelas, este resultado não parece tão óbvio. As dúvidas podem afetar o país húngaro e a própria Alemanha não parecia muito convencida para tomar posições claras contra Putin. As armas que a União pretende usar dizem respeito a sanções capazes de atingir setores financeiros e tecnológicos, além do bloqueio de circulação de empresários russos, que costumam atuar no território da União. Resta verificar se é verdadeira a convicção dos dirigentes europeus, de poder atingir a Rússia com muita força; certamente a economia russa parece estar em dificuldades, mas é preciso avaliar cuidadosamente quais são as expectativas de Putin quanto a um resultado que possa garantir a interrupção do avanço da Aliança Atlântica até as fronteiras do território de Moscou: uma vitória política é mais importante, ainda que graças a uma declaração militar, ou ainda não comprometendo a situação de uma economia em estado de crise; Será importante ver como a opinião pública do país poderá reagir, ainda que sensível a aspectos nacionalistas, mas testada por dificuldades financeiras e econômicas. É claro que a liderança europeia está focando sua estratégia neste segundo ponto, mas isso não parece ser suficiente para uma ação efetiva; antes mesmo dessa estratégia de sanções, é preciso oferecer uma solução que inclua uma saída honrosa para Putin, sem que isso seja percebido como uma derrota política. Encontrar uma solução satisfatória para todas as partes envolvidas não parece fácil: Putin, que como sempre agiu elevando demais o nível do confronto com pedidos francamente inadmissíveis, caiu sozinho em uma situação sem saída aparente, onde o resultado, além de qualquer resultado final possível, ainda poderia ser prejudicial ao chefe do Kremlin. Se a adesão da Ucrânia não estiver atualmente nos planos da Aliança Atlântica, pode ser um ponto que, no mínimo, possa aliviar a tensão, mesmo que momentaneamente, e representar o ponto de partida para negociações sem a ameaça militar iminente . . . . , no entanto, isso pode não ser suficiente, como as sanções podem não ser suficientes e, nesse momento, seria necessário estar preparado para as consequências de um conflito que afetará toda a Europa geográfica.

Украинский кризис: Евросоюз занимает выжидательную позицию

 Позиция Европы перед лицом украинского кризиса по-прежнему характеризуется максимальным использованием дипломатии, даже после увеличения присутствия российских военных на границе между двумя странами. Сигналы, которые Брюссель направил в Кремль, заключаются в поддержке переговорного решения между сторонами, которое должно исключать любое военное решение, но в то же время подтверждена твердая воля к применению особо жестких санкций, если Москва будет осуществлять агрессию против Киева. Президент Европейского Совета подтвердил солидарность Европейского Союза с президентом Украины, заверив, что реакция Брюсселя будет продолжать гарантировать мир, мировую стабильность и общую безопасность, понятия, которые совпадают с европейскими ценностями; однако необходимо будет проверить, не последуют ли за этими декларациями конкретные шаги, которые объявляются необходимыми еще до возможного вторжения в украинскую страну. Ситуация, на самом деле, после надежды на положительный исход, похоже, снова ухудшилась в районе границы протяженностью около 200 километров. Многочисленные взрывы, около 500, сигнализируют о начале бомбардировок спорных территорий, где также должны были вестись бои с участием нерегулярных сил, фланговых к России. Североатлантический альянс неоднократно предупреждал о возможности того, что Россия может использовать любую возможность, чтобы оправдать вторжение в качестве предлога, вплоть до подготовки ложных нападений на собственные вооруженные силы. Текущий контекст приграничных боев, пусть и с участием иррегулярных войск, может стать решающим предлогом для завершения вторжения в Украину, а также для преодоления проблемы повышения температуры, которая представляет собой существенное препятствие для передвижения тяжелой и бронетехники в Кремле. Однако на данный момент Европейский союз не оценил ситуацию с зафиксированными драками, например, чтобы повысить уровень дипломатического противостояния и, следовательно, не активировать санкции против Москвы, санкции, которые, согласно действующему регламенту, должны быть утверждены. единогласно и несмотря на убеждения Верховного представителя европейской внешней политики в компактности ответа Брюсселя, этот результат не кажется столь очевидным. Сомнения могли касаться венгерской страны, да и сама Германия не казалась слишком убежденной, чтобы занять четкую позицию против Путина. Оружие, которое намерен применить Союз, касается санкций, способных нанести удар по финансовому и технологическому секторам, помимо блокирования передвижения российских бизнесменов, которые обычно действуют на территории Союза. Остается проверить, верно ли убеждение европейских лидеров в том, что они могут очень сильно ударить по России; конечно, российская экономика находится в затруднительном положении, но необходимо тщательно оценить ожидания Путина в отношении результата, который может гарантировать остановку продвижения Атлантического альянса к границам территории Москвы: политическая победа важнее. важным, хотя и благодаря военному заявлению, или еще не компрометирующему положение экономики, находящейся в состоянии кризиса; Будет важно посмотреть, как отреагирует общественное мнение в стране, пусть чувствительное к националистическим аспектам, но испытанное финансовыми и экономическими трудностями. Понятно, что европейское руководство ориентирует свою стратегию на этот второй пункт, но этого, похоже, недостаточно для эффективных действий; еще до этой санкционной стратегии должно быть предложено решение, включающее в себя достойный выход Путина, не воспринимаемый как политическое поражение. Найти удовлетворительное решение для всех вовлеченных сторон не так-то просто: Путин, который, как всегда, действовал, слишком нагнетая остроту конфликта откровенно недопустимыми требованиями, в одиночку скатился в ситуацию без видимого выхода, где результат, за любой возможный конечный результат, это все равно может быть вредно для главы Кремля. Если присоединение Украины в настоящее время не входит в планы Атлантического альянса, это могло бы стать точкой, которая, по крайней мере, могла бы ослабить напряженность, пусть даже на мгновение, и стать отправной точкой для переговоров без надвигающейся военной угрозы. , однако этого может быть недостаточно, поскольку санкций может быть недостаточно, и в этот момент необходимо быть готовым к последствиям конфликта, который затронет всю географическую Европу.