Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 8 giugno 2022

ロシアが独自の目的で使用するウクライナの小麦の問題。

 アフリカ諸国の埋蔵量の不足を減らすためのウクライナの小麦に関する憶測は、関係者だけでなく、トルコなどの国際的な関係者の一連の対立する利益のためにそれを機能させる一連の問題を隠しています。彼ら自身の目的。ロシアのマスコミは、モスクワとアンカラは、国連の調停介入のおかげで、オデッサ港から出発する海上回廊を介したキーウ属の輸出を許可する予備合意に達したと述べています。最初の条件は、正式には黒海に向けて出発する船の最大限の安全を確保するためにオデッサ港を掘り起こすことですが、クレムリンの意図は明らかです。オデッサ海岸を海洋爆弾の脅威から解放し、ロシア軍;さらに、モスクワによって課された別の規則は、ウクライナ軍のための武器の輸送を避けるために商船を検査することです。キーウの恐れは根底にある以外にあり得ない、プーチンはオデッサの合法的なウクライナの防御を取り除くために道具的な方法で将来の飢饉を使うつもりである、これはクレムリンによって数回使用された方法であり、今ではその約束に完全に信頼できない。トルコも同様の動きをします。悪い経済状況はトルコ国民に気晴らし戦略を課し、国際的な活動は国の経済の貧弱な行政をカバーし、外交的関連性を追求するために機能します。スウェーデンとフィンランドの国々を大西洋同盟に含めることをいとわない米国の意欲。これは、アンカラがクルド人の避難所と見なしているために反対している。小麦交渉におけるトルコの支援は、現在ロシアのような国際情勢から孤立している国にとって不可欠であり、正確にはアンカラを通じて、モスクワはまた、ウクライナの反対でプロジェクトの失敗の可能性を非難しようとしています。オデッサを海上防衛から破棄します。この場合、クレムリンがアフリカ諸国に穀物を供給できなかったことをキーウのせいにするのは当然の結果です。証拠がすべての人に見られるとしても、ほとんどのアフリカとアジアの国々は、ウクライナの侵略後にモスクワに対して公式の立場をとらず、おそらく穀物供給の不足に対するロシアの責任を認めないであろうことを覚えておくべきです。この戦術に加えて、プーチンは、食糧不足は特別軍事作戦に陥ることはできないが、これはコロナウイルスの流行から始まったことに加えて、ロシアに対する西側の制裁によるものであると主張している。しかし、失われた輸出の数はまったく逆です。ウクライナは、紛争前は、小麦とトウモロコシの世界全体の10%に相当する市場シェアを持っていました。これは、すでに困難な世界の食糧事情において非常に重要なシェアです。灌漑と飢餓のための水の不足に。現在、2,250万トンの穀物があり、紛争が始まってから封鎖されています。国外への食料の持ち出しを可能にする手段は、特にポーランドを経由する鉄道によるものだけですが、列車の容量の減少やウクライナ鉄道の狭軌など、輸送量を制限する客観的な困難があります。これにより、ヨーロッパに到着したシリアルの積み替えが強制されます。ウクライナ大統領は、紛争が続くと、秋に封鎖された穀物の量が約7500万トンに達する可能性があると予測し、輸出には海の回廊が必要であることを認めた。トルコと国連だけでなく、英国、ポーランド、バルト諸国とも、正確には鉄道輸送を削減するために。しかし、ロシアとの対話はまだなく、世界の飢餓問題の深刻さでさえ、ブロックを解除することはできません。それどころか、この議論そのものが、平和ではないにしても、少なくとも停戦の道で始まる共通の言説を発展させるための出発点を構成することができたかもしれないが、ロシアの傲慢さは、立ち止まらないという真の意図を再び示した。国際法の原則によれば、彼らの違法な目標を達成するために何もありません。

مشكلة القمح الأوكراني الذي تستخدمه روسيا لأغراضها الخاصة.

 تخفي المضاربة على القمح الأوكراني ، لتقليل النقص في احتياطيات الدول الأفريقية ، سلسلة من المشاكل التي تجعلها تعمل على سلسلة من المصالح المتضاربة ، ليس فقط للأطراف المعنية ، ولكن أيضًا للجهات الفاعلة الدولية ، مثل تركيا ، التي تسعى أغراضهم الخاصة. وتقول الصحافة الروسية إن موسكو وأنقرة توصلا بفضل وساطة الأمم المتحدة إلى اتفاق مبدئي للسماح بتصدير جنس كييف عبر ممر بحري ينطلق من ميناء أوديسا. الشرط الأول هو إزالة الألغام من ميناء أوديسا ، رسميًا لضمان أقصى درجات الأمان للسفن المغادرة إلى البحر الأسود ، لكن نية الكرملين واضحة: تحرير ساحل أوديسا من تهديد القنابل البحرية للتحضير للهبوط وتفضيله. الجيش الروسي بالإضافة إلى ذلك ، هناك قاعدة أخرى فرضتها موسكو وهي تفتيش السفن التجارية لتجنب أي نقل أسلحة للقوات المسلحة الأوكرانية. مخاوف كييف لا يمكن أن تكون غير مؤسسة ، بوتين يعتزم استخدام المجاعات المستقبلية بطريقة مفيدة لإزالة الدفاعات الأوكرانية المشروعة لأوديسا ، هذه طريقة استخدمها الكرملين عدة مرات ، وهو الآن غير موثوق به تمامًا بوعوده. تتحرك تركيا أيضًا بطريقة مماثلة: الوضع الاقتصادي السيئ يفرض استراتيجيات تشتيت الانتباه تجاه الشعب التركي ، والنشاط الدولي وظيفي لتغطية الإدارة الضعيفة لاقتصاد البلاد ، والسعي وراء الأهمية الدبلوماسية ، والتي تعمل أيضًا على تغطية الهزيمة الأخلاقية التي سببتها الدولة التركية. استعداد الولايات المتحدة لإدراج دولتي السويد وفنلندا في التحالف الأطلسي ، الأمر الذي تعارضه أنقرة لأنها تعتبرهما ملجأ للأكراد. إن الدعم التركي في مفاوضات القمح ضروري لدولة معزولة الآن على الساحة الدولية مثل روسيا وبالتحديد من خلال أنقرة ، تحاول موسكو أيضًا إلقاء اللوم على معارضة أوكرانيا في فشل محتمل للمشروع ، وبالتأكيد غير مقتنعة بإمكانية تجاهل أوديسا من الدفاعات البحرية ، في هذه الحالة سيكون من نتيجة طبيعية أن يلقي الكرملين باللوم على كييف لفشلها في إمداد البلدان الأفريقية بالحبوب ؛ حتى لو كان الدليل موجودًا ليراه الجميع ، فيجب أن نتذكر أن معظم الدول الأفريقية والآسيوية لم تتخذ موقفًا رسميًا ضد موسكو بعد غزو أوكرانيا وربما لن تعترف بالمسؤولية الروسية عن نقص إمدادات الحبوب. إلى جانب هذا التكتيك ، يجادل بوتين بأن العجز الغذائي لا يمكن أن يقع على عاتق العملية العسكرية الخاصة ، لكن هذا بالإضافة إلى أنه بدأ مع وباء الفيروس التاجي ، يرجع إلى العقوبات الغربية ضد روسيا. ومع ذلك ، فإن أرقام الصادرات المفقودة تقول عكس ذلك تمامًا: كانت أوكرانيا ، قبل الصراع ، تمتلك حصة في السوق تساوي 10 في المائة من الإجمالي العالمي للقمح والذرة ، وهي حصة كبيرة جدًا في وضع غذائي عالمي صعب بالفعل. لندرة مياه الري والمجاعة. يوجد حاليًا 22.5 مليون طن من الحبوب التي تم حظرها منذ بدء الصراع. الوسائل التي تسمح بإخراج الطعام من البلاد هي فقط عن طريق السكك الحديدية ، وخاصة عبر بولندا ، ولكن هناك صعوبات موضوعية تحد من كميات النقل ، بما في ذلك القدرة الاستيعابية المنخفضة للقطارات والمقياس الضيق للسكك الحديدية الأوكرانية ، مما يفرض إعادة شحن الحبوب بمجرد وصولها إلى أوروبا. توقع الرئيس الأوكراني أنه في حالة استمرار الصراع ، قد ترتفع كمية الحبوب المحظورة إلى حوالي 75 مليون طن في الخريف ، واعترف بأن هناك حاجة إلى ممرات بحرية للتصدير: في الوقت الحالي ، فإن محادثات كييف حول `` الحجة جارية ليس فقط مع تركيا والأمم المتحدة ، ولكن أيضًا مع المملكة المتحدة وبولندا ودول البلطيق ، على وجه التحديد لتقليل النقل بالسكك الحديدية. ومع ذلك ، لا يزال هناك غياب للحوار مع روسيا ، والذي لا يمكن حتى لخطورة مشكلة الجوع في العالم حلها. على العكس من ذلك ، كان من الممكن أن تشكل هذه الحجة نقطة انطلاق لتطوير خطاب مشترك للبدء على طريق وقف إطلاق النار ، إن لم يكن السلام ، على الأقل ، لكن الغطرسة الروسية أظهرت مرة أخرى نيتها الحقيقية في عدم التوقف عن المواجهة. لا شيء لتحقيق أهدافهم غير المشروعة ، وفقًا لمبادئ القانون الدولي.

giovedì 26 maggio 2022

Il mancato rispetto dei diritti umani come possibile legame tra Cina e Russia

 La visita in Cina dell’Alto Commissario per le Nazioni Unite per i diritti umani, l’ex presidente del Cile Michelle Bachelet, ha messo in evidenza come Pechino intende il rispetto per i diritti umani e civili. L’occasione è stata il viaggio per cercare di accertare il trattamento che riceve l’etnia degli uiguri, minoranza cinese di fede musulmana, che è oggetto di rieducazione da parte delle autorità cinesi. L’indagine conoscitiva è stata dovuta alle ripetute denunce delle Organizzazioni non governative, che hanno segnalato ripetuti episodi di violenza e sopraffazione da parte delle forze di polizia; in special modo sono stati segnalati casi di repressione riguardanti numerose persone incarcerate tra cui bambini. Il regime carcerario è improntato ad una durezza inaudita, che comprende violenze psicologiche e fisiche, che, spesso, portano alla morte di persone, la cui unica colpa è quella di non integrarsi con il volere del regime cinese. Le accuse sono spesso pretestuose e costruite e prive di presupposti giuridici, nemmeno quelli della legislazione cinese. Questa lotta di Pechino contro gli uiguri si protrae da tempo e mira ad azzerare la cultura musulmana cinese, interpretata come alternativa alle finalità del partito comunista e della nazione cinese. Pechino giustifica le carceri dove vengono imprigionati gli uiguri, come centri di formazione professionale, dove il lavoro coatto delle persone incarcerate è sfruttato a costo zero per produzioni destinate anche al mercato occidentale. Ufficialmente la Cina sostiene che la gran parte di queste strutture ha cambiato destinazione o, addirittura, è stata chiusa, ma, secondo diverse Organizzazioni non governative straniere, starebbero ancora assolvendo la loro funzione originaria di prigioni per riprogrammare il popolo uiguro. L’affermazione del presidente cinese circa questa situazione, anche lo Xinjiang, la terra degli uiguri, non è stato menzionato è che lo sviluppo dei diritti umani in Cina è conforme alle condizioni nazionali. Questa affermazione implica un relativismo a proprio uso e consumo della Cina, riguardo un tema che non dovrebbe ammettere deroghe, per lo meno sugli standard minimi di base circa le libertà personali, i diritti civili e la libertà di esercitare le proprie idee politiche e religiose. Ovviamente la Cina è una dittatura autoritaria e non può permettere tali libertà, proprio perché minacciano l e basi stesse del potere del paese; piuttosto quello che si deve intendere come condizioni nazionali è la libertà di produrre e consumare, sempre nel rispetto di quanto voluto dallo stato; tutto ciò riporta all’importanza di sussistenza e sviluppo come unici diritti effettivi concessi dal partito comunista. Andare oltre questa visione significherebbe, appunto, arrivare a conseguenze disastrose per l’impianto statale cinese: replicare modelli di altri paesi viene visto come una minaccia per l’ordine costituito. Ora queste affermazioni non rappresentano alcuna novità, la mancata e funzionale considerazione del governo cinese per il rispetto dei diritti civili è risaputa, tuttavia dopo la tragica ed attuale esperienza ucraina, i rapporti con uno stato, che seppure è una superpotenza economica, andrebbero rivisti da parte dei paesi occidentali; in più il progressivo avvicinamento di Pechino a Mosca, nonostante l’aggressione a Kiev in aperta violazione di ogni norma di diritto internazionale, potrebbe favorire un inasprimento ulteriore del Cremlino, proprio sulla instaurazione dei metodi repressivi cinesi collegati alla possibile dichiarazione della legge marziale. Si verrebbero a creare i presupposti, già molto vicini, di due stati, dove i diritti civili sono fortemente trascurati, in grado di sostenersi reciprocamente ed estendere questa contiguità a motivi di ordine internazionale. La questione di Taiwan è già stata accostata per similitudine alle rivendicazioni russe su Crimea e territori ucraini al confine con Mosca. Per Cina e Russia la legittimazione del conflitto contro l’occidente assumerà il significato di giustificare la negazione delle democrazie, non solo in quanto tali, ma proprio come portatrici del rispetto dei diritti civili e politici, che rappresentano gli ostacoli per la legittimazione delle forme di stato autoritario. L’unica alternativa per l’occidente è creare una maggiore autonomia industriale ed energetica, sul lungo periodo ed immediatamente difendere la concezione democratica del rispetto dei diritti civili e delle leggi internazionali, con una difesa più concreta dell’Ucraina e con l’impegno concreto di forzare i blocchi navali che impediscono l’esportazione del grano e che favoriscono la fame nel mondo. Questo può permettere di accrescere un prestigio un poco compromesso per le nazioni occidentali, specialmente con i paesi africani e sottrarli all’influenza russa e cinese, in modo da isolare progressivamente Mosca e Pechino.

Failure to respect human rights as a possible link between China and Russia

 The visit to China by the United Nations High Commissioner for Human Rights, former Chilean President Michelle Bachelet, highlighted how Beijing understands respect for human and civil rights. The occasion was the trip to try to ascertain the treatment received by the ethnic Uyghurs, a Chinese minority of Muslim faith, which is being re-educated by the Chinese authorities. The fact-finding investigation was due to repeated complaints from non-governmental organizations, which reported repeated episodes of violence and oppression by the police; in particular, there have been reports of repression involving numerous incarcerated people including children. The prison regime is marked by an unprecedented harshness, which includes psychological and physical violence, which often leads to the death of people, whose only fault is that of not integrating with the will of the Chinese regime. The accusations are often spurious and constructed and devoid of legal presuppositions, not even those of Chinese law. This struggle in Beijing against the Uighurs has been going on for some time and aims to wipe out the Chinese Muslim culture, interpreted as an alternative to the aims of the Communist Party and the Chinese nation. Beijing justifies the prisons where Uighurs are imprisoned, as vocational training centers, where the forced labor of incarcerated people is exploited at no cost for productions also destined for the Western market. Officially, China claims that most of these facilities have changed destination or even been closed, but, according to several foreign NGOs, they are still fulfilling their original function of prisons to reprogram the Uighur people. The Chinese president's claim about this situation, even Xinjiang, the land of the Uyghurs, was not mentioned is that the development of human rights in China is in accordance with national conditions. This statement implies a relativism for China's own use and consumption, regarding a subject that should not allow for exceptions, at least on the minimum basic standards regarding personal freedoms, civil rights and the freedom to exercise one's political and religious ideas. Obviously China is an authoritarian dictatorship and cannot allow such freedoms, precisely because they threaten the very basis of the country's power; rather, what must be understood as national conditions is the freedom to produce and consume, always respecting what the state wants; all this brings back to the importance of subsistence and development as the only effective rights granted by the Communist Party. Going beyond this vision would mean, in fact, arriving at disastrous consequences for the Chinese state system: replicating models from other countries is seen as a threat to the established order. Now these statements do not represent anything new, the failure and functional consideration of the Chinese government for the respect of civil rights is known, however after the tragic and current Ukrainian experience, relations with a state, which although it is an economic superpower, should be reviewed by part of western countries; in addition, the progressive approach of Beijing to Moscow, despite the aggression in Kiev in open violation of every rule of international law, could favor a further tightening of the Kremlin, precisely on the establishment of Chinese repressive methods linked to the possible declaration of martial law. The preconditions, already very close, of two states would be created, where civil rights are strongly neglected, capable of mutually supporting each other and extending this contiguity to reasons of international order. The Taiwan question has already been compared by similarity to the Russian claims on Crimea and Ukrainian territories on the border with Moscow. For China and Russia, the legitimacy of the conflict against the West will take on the meaning of justifying the denial of democracies, not only as such, but also as carriers of respect for civil and political rights, which represent the obstacles for the legitimation of forms of authoritarian state. The only alternative for the West is to create greater industrial and energy autonomy in the long term and immediately defend the democratic concept of respect for civil rights and international laws, with a more concrete defense of Ukraine and with concrete commitment. to force the naval blockades that prevent the export of grain and promote hunger in the world. This can make it possible to increase a somewhat compromised prestige for Western nations, especially African countries, and remove them from Russian and Chinese influence, in order to progressively isolate Moscow and Beijing.

El incumplimiento de los derechos humanos como posible vínculo entre China y Rusia

 La visita a China de la Alta Comisionada de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos, la expresidenta chilena Michelle Bachelet, resaltó cómo Beijing entiende el respeto por los derechos humanos y civiles. La ocasión fue el viaje para intentar conocer el trato que recibe la etnia uigur, una minoría china de fe musulmana, que está siendo reeducada por las autoridades chinas. La investigación de determinación de los hechos se debió a las reiteradas denuncias de organizaciones no gubernamentales, que denunciaron repetidos episodios de violencia y opresión por parte de las fuerzas policiales; en particular, ha habido informes de represión que involucra a numerosas personas encarceladas, incluidos niños. El régimen penitenciario está marcado por una dureza sin precedentes, que incluye violencia psicológica y física, que muchas veces conduce a la muerte de personas, cuyo único defecto es el de no integrarse a la voluntad del régimen chino. Las acusaciones a menudo son falsas y construidas y carecen de presupuestos legales, ni siquiera los de la ley china. Esta lucha en Beijing contra los uigures se lleva a cabo desde hace algún tiempo y tiene como objetivo acabar con la cultura musulmana china, interpretada como una alternativa a los objetivos del Partido Comunista y la nación china. Pekín justifica las cárceles donde se encarcela a los uigures, como centros de formación profesional, donde se explota el trabajo forzado de los reclusos sin coste alguno para producciones destinadas también al mercado occidental. Oficialmente, China afirma que la mayoría de estas instalaciones han cambiado de destino o incluso han sido cerradas, pero, según varias ONG extranjeras, siguen cumpliendo su función original de prisiones para reprogramar al pueblo uigur. La afirmación del presidente chino sobre esta situación, incluso Xinjiang, la tierra de los uigures, no se mencionó es que el desarrollo de los derechos humanos en China está de acuerdo con las condiciones nacionales. Esta afirmación implica un relativismo para el uso y consumo propio de China, respecto de un tema que no debe admitir excepciones, al menos en los estándares mínimos básicos en materia de libertades personales, derechos civiles y libertad de ejercicio de las ideas políticas y religiosas. Obviamente China es una dictadura autoritaria y no puede permitir tales libertades, precisamente porque amenazan la base misma del poder del país; más bien, lo que debe entenderse como condiciones nacionales es la libertad de producir y consumir, siempre respetando lo que el Estado quiera; todo ello remite a la importancia de la subsistencia y el desarrollo como únicos derechos efectivos otorgados por el Partido Comunista. Ir más allá de esta visión significaría, de hecho, llegar a consecuencias desastrosas para el sistema estatal chino: replicar modelos de otros países se ve como una amenaza para el orden establecido. Ahora bien, estas declaraciones no representan nada nuevo, es conocida la falta y consideración funcional del gobierno chino por el respeto a los derechos civiles, sin embargo tras la trágica y actual experiencia ucraniana, las relaciones con un estado, que si bien es una superpotencia económica, debe ser revisado por parte de los países occidentales; además, el acercamiento progresista de Pekín a Moscú, a pesar de la agresión en Kiev en abierta violación de todas las normas del derecho internacional, podría favorecer un mayor endurecimiento del Kremlin, precisamente en el establecimiento de métodos represivos chinos vinculados a la posible declaración de estado de guerra. ley. Se crearían las condiciones previas, ya muy cercanas, de dos estados, donde los derechos civiles están fuertemente descuidados, capaces de apoyarse mutuamente y extender esta contigüidad a razones de orden internacional. La cuestión de Taiwán ya ha sido comparada por similitud con los reclamos rusos sobre Crimea y los territorios ucranianos en la frontera con Moscú. Para China y Rusia, la legitimación del conflicto contra Occidente asumirá el sentido de justificar la negación de las democracias, no sólo como tales, sino también como portadoras del respeto a los derechos civiles y políticos, que representan los obstáculos para la legitimación de las formas de estado autoritario. La única alternativa para Occidente es crear una mayor autonomía industrial y energética a largo plazo y defender de inmediato el concepto democrático de respeto a los derechos civiles y las leyes internacionales, con una defensa más concreta de Ucrania y con un compromiso concreto de forzar los bloqueos navales. que impiden la exportación de cereales y promueven el hambre en el mundo. Esto puede permitir aumentar un prestigio algo comprometido para las naciones occidentales, especialmente los países africanos, y alejarlos de la influencia rusa y china, para aislar progresivamente a Moscú y Beijing.

Missachtung der Menschenrechte als mögliches Bindeglied zwischen China und Russland

 Der Besuch der Hohen Kommissarin der Vereinten Nationen für Menschenrechte, der ehemaligen chilenischen Präsidentin Michelle Bachelet, in China machte deutlich, wie Peking die Achtung der Menschen- und Bürgerrechte versteht. Der Anlass war die Reise, um zu versuchen, die Behandlung der ethnischen Uiguren, einer chinesischen Minderheit muslimischen Glaubens, die von den chinesischen Behörden umerzogen wird, zu ermitteln. Die Ermittlungen waren auf wiederholte Beschwerden von Nichtregierungsorganisationen zurückzuführen, die über wiederholte Episoden von Gewalt und Unterdrückung durch die Polizei berichteten; Insbesondere gab es Berichte über Repressionen, an denen zahlreiche Inhaftierte, darunter auch Kinder, beteiligt waren. Das Gefängnisregime ist von einer beispiellosen Härte gekennzeichnet, die psychische und physische Gewalt einschließt, die oft zum Tod von Menschen führt, deren einziger Fehler darin besteht, dass sie sich nicht dem Willen des chinesischen Regimes anpassen. Die Anschuldigungen sind oft fadenscheinig und konstruiert und entbehren rechtlicher Voraussetzungen, nicht einmal denen des chinesischen Rechts. Dieser Kampf in Peking gegen die Uiguren dauert seit einiger Zeit an und zielt darauf ab, die chinesische muslimische Kultur auszulöschen, die als Alternative zu den Zielen der Kommunistischen Partei und der chinesischen Nation interpretiert wird. Peking rechtfertigt die Gefängnisse, in denen Uiguren inhaftiert sind, als Berufsbildungszentren, in denen die Zwangsarbeit der Inhaftierten kostenlos für Produktionen ausgenutzt wird, die auch für den westlichen Markt bestimmt sind. Offiziell behauptet China, dass die meisten dieser Einrichtungen ihren Bestimmungsort geändert oder sogar geschlossen wurden, aber laut mehreren ausländischen NGOs erfüllen sie immer noch ihre ursprüngliche Funktion als Gefängnisse zur Umprogrammierung der Uiguren. Die Behauptung des chinesischen Präsidenten zu dieser Situation, selbst Xinjiang, das Land der Uiguren, sei nicht erwähnt worden, lautet, dass die Entwicklung der Menschenrechte in China den nationalen Gegebenheiten entspreche. Diese Aussage impliziert einen Relativismus für Chinas eigenen Gebrauch und Konsum in Bezug auf ein Thema, das keine Ausnahmen zulassen sollte, zumindest bei den grundlegenden Mindeststandards in Bezug auf persönliche Freiheiten, Bürgerrechte und die Freiheit, seine politischen und religiösen Ideen auszuüben. Offensichtlich ist China eine autoritäre Diktatur und kann solche Freiheiten nicht zulassen, gerade weil sie die Grundlage der Macht des Landes bedrohen; vielmehr ist unter nationalen Verhältnissen die Freiheit zu produzieren und zu konsumieren, immer unter Achtung dessen, was der Staat will; All dies bringt uns auf die Bedeutung von Existenz und Entwicklung als den einzigen effektiven Rechten zurück, die von der Kommunistischen Partei gewährt werden. Über diese Vision hinauszugehen, würde in der Tat verheerende Folgen für das chinesische Staatssystem bedeuten: Die Nachahmung von Vorbildern aus anderen Ländern wird als Bedrohung der etablierten Ordnung empfunden. Nun stellen diese Äußerungen nichts Neues dar, das Versagen und funktionale Rücksichtnahme der chinesischen Regierung auf die Achtung der Bürgerrechte ist jedoch nach den tragischen und aktuellen ukrainischen Erfahrungen Beziehungen zu einem Staat, der zwar eine wirtschaftliche Supermacht ist, sollte aber bekannt sein von einem Teil der westlichen Länder überprüft werden; Darüber hinaus könnte die progressive Annäherung Pekings an Moskau trotz der Aggression in Kiew unter offener Verletzung jeder Regel des Völkerrechts eine weitere Verschärfung des Kreml begünstigen, gerade in Bezug auf die Einführung chinesischer Repressionsmethoden im Zusammenhang mit einer möglichen Kriegserklärung Gesetz. Es würden die ohnehin schon sehr engen Voraussetzungen zweier Staaten geschaffen, in denen die Bürgerrechte stark vernachlässigt werden, die sich gegenseitig stützen und diese Kontiguität auf Gründe der internationalen Ordnung ausdehnen können. Die Taiwan-Frage wurde bereits anhand der Ähnlichkeit mit den russischen Ansprüchen auf die Krim und die ukrainischen Gebiete an der Grenze zu Moskau verglichen. Für China und Russland wird die Legitimierung des Konflikts gegen den Westen bedeuten, die Ablehnung von Demokratien zu rechtfertigen, nicht nur als solche, sondern auch als Träger der Achtung bürgerlicher und politischer Rechte, die die Hindernisse für die Legitimation darstellen Formen des Obrigkeitsstaates. Die einzige Alternative für den Westen besteht darin, langfristig eine größere Industrie- und Energieautonomie zu schaffen und sofort das demokratische Konzept der Achtung der Bürgerrechte und des Völkerrechts zu verteidigen, mit einer konkreteren Verteidigung der Ukraine und mit einer konkreten Verpflichtung, die Seeblockaden zu erzwingen die den Getreideexport verhindern und den Hunger in der Welt fördern. Dies kann es ermöglichen, ein etwas kompromittiertes Prestige westlicher Nationen, insbesondere afrikanischer Länder, zu erhöhen und sie dem russischen und chinesischen Einfluss zu entziehen, um Moskau und Peking schrittweise zu isolieren.

Le non-respect des droits de l'homme comme lien possible entre la Chine et la Russie

 La visite en Chine de la Haut-Commissaire des Nations Unies aux droits de l'homme, l'ancienne présidente chilienne Michelle Bachelet, a mis en évidence la façon dont Pékin comprend le respect des droits humains et civils. L'occasion était le voyage pour tenter de déterminer le traitement réservé à l'ethnie ouïghoure, une minorité chinoise de confession musulmane, qui est en cours de rééducation par les autorités chinoises. L'enquête d'établissement des faits était due à des plaintes répétées d'organisations non gouvernementales, qui faisaient état d'épisodes répétés de violence et d'oppression de la part des forces de police; en particulier, des cas de répression impliquant de nombreuses personnes incarcérées, dont des enfants, ont été signalés. Le régime carcéral est marqué par une dureté sans précédent, qui comprend des violences psychologiques et physiques, qui entraînent souvent la mort de personnes, dont le seul tort est de ne pas s'intégrer à la volonté du régime chinois. Les accusations sont souvent fallacieuses et construites et dépourvues de présupposés juridiques, pas même ceux de la loi chinoise. Cette lutte à Pékin contre les Ouïghours dure depuis un certain temps et vise à anéantir la culture musulmane chinoise, interprétée comme une alternative aux objectifs du Parti communiste et de la nation chinoise. Pékin justifie les prisons où sont emprisonnés les Ouïghours, comme des centres de formation professionnelle, où le travail forcé des personnes incarcérées est exploité sans frais pour des productions également destinées au marché occidental. Officiellement, la Chine affirme que la plupart de ces établissements ont changé de destination voire ont été fermés, mais, selon plusieurs ONG étrangères, ils remplissent toujours leur fonction originelle de prisons pour reprogrammer le peuple ouïghour. L'affirmation du président chinois à propos de cette situation, même si le Xinjiang, le pays des Ouïghours, n'a pas été mentionné, est que le développement des droits de l'homme en Chine est conforme aux conditions nationales. Cette déclaration implique un relativisme pour l'usage et la consommation propres de la Chine, concernant un sujet qui ne devrait pas permettre d'exceptions, du moins sur les normes de base minimales concernant les libertés individuelles, les droits civils et la liberté d'exercer ses idées politiques et religieuses. De toute évidence, la Chine est une dictature autoritaire et ne peut autoriser de telles libertés, précisément parce qu'elles menacent la base même du pouvoir du pays ; ce qu'il faut plutôt comprendre comme conditions nationales, c'est la liberté de produire et de consommer, en respectant toujours ce que veut l'État ; tout cela ramène à l'importance de la subsistance et du développement comme seuls droits effectifs accordés par le Parti communiste. Aller au-delà de cette vision reviendrait en fait à aboutir à des conséquences désastreuses pour le système étatique chinois : répliquer des modèles d'autres pays est perçu comme une menace pour l'ordre établi. Or, ces déclarations ne représentent rien de nouveau, l'échec et la considération fonctionnelle du gouvernement chinois pour le respect des droits civils sont connus, cependant après l'expérience ukrainienne tragique et actuelle, les relations avec un État, qui bien qu'étant une superpuissance économique, devraient être revu par une partie des pays occidentaux ; en outre, le rapprochement progressif de Pékin avec Moscou, malgré l'agression à Kiev en violation flagrante de toutes les règles du droit international, pourrait favoriser un nouveau durcissement du Kremlin, précisément sur la mise en place de méthodes répressives chinoises liées à l'éventuelle déclaration d'état de guerre droit. Se créeraient les conditions, déjà très proches, de deux États, où les droits civiques seraient fortement négligés, capables de se soutenir mutuellement et d'étendre cette contiguïté à des raisons d'ordre international. La question de Taiwan a déjà été comparée par similitude aux revendications russes sur la Crimée et les territoires ukrainiens à la frontière avec Moscou. Pour la Chine et la Russie, la légitimité du conflit contre l'Occident prendra le sens de justifier le déni des démocraties, non seulement en tant que telles, mais aussi en tant que porteuses du respect des droits civils et politiques, qui représentent les obstacles à la légitimation des formes d'État autoritaire. La seule alternative pour l'Occident est de créer une plus grande autonomie industrielle et énergétique à long terme et de défendre immédiatement le concept démocratique de respect des droits civils et des lois internationales, avec une défense plus concrète de l'Ukraine et avec un engagement concret à forcer les blocus navals. qui empêchent l'exportation de céréales et favorisent la faim dans le monde. Cela peut permettre d'accroître un prestige quelque peu compromis des nations occidentales, notamment africaines, et de les soustraire à l'influence russe et chinoise, afin d'isoler progressivement Moscou et Pékin.