إلى جانب القوة الحربية لروسيا أو الصين ، هناك عامل مقلق أكثر بالنسبة للغرب: عدم قناعة وتصميم شعوبه بمعارضة فكرة بديلة بالمعنى السلبي ، من خلال العنصر التأسيسي الذي يقوم عليه البناء بأكمله. الغربية حول الديمقراطية. إن الممارسات التي يتم من خلالها ممارسة النظام الديمقراطي وتطبيقه ليست موضع تساؤل ، بل هي افتقارها للتجديد وانعدام حيوية الممارسة الديمقراطية ، التي تُعطى كحقيقة مكتسبة ، دون تجديد ضروري. إحدى العلامات الأكثر وضوحًا هي النقص المتزايد في المشاركة في التصويت ، وهو عامل موجود بالفعل في الولايات المتحدة ، والذي يكتسب أيضًا زخمًا في أوروبا ، من خلال انتخاب ممثلين مؤسسيين بنسب منخفضة بشكل متزايد من الناخبين. تتنامى الظاهرة بشكل حاد وتنبع من انعدام الثقة في السياسيين الذين لم يتمكنوا من التعامل مع العصر الحالي بالخبرة اللازمة ، حيث أدت التحولات الاقتصادية والتكنولوجية إلى تدهور الأوضاع بشكل عام ، وذلك بفضل عدم وجود تباين. من عدم المساواة. تزايدت أكثر وأكثر. أدى التفاوت الاقتصادي إلى تفاوت اجتماعي مع استياء مفهوم لم يتم حمايته ويمثل القضية المركزية في تدهور الأنظمة الديمقراطية. إذا كان لدى الشعبوية تسهيلات موضوعية لتأكيد نفسها ، وتركت أكثر من مجرد تصورات سلبية بسبب عدم القدرة على ممارسة سياسات حكومية مناسبة ، فإن الأحزاب والحركات التي تحركت في الاتجاه المعاكس لهذا الاتجاه لم تكن قادرة على إعطاء دفعة إيجابية لذلك. استكشاف الأخطاء وإصلاحها. لقد نشأ نوع من عدم الحركة ، والذي غالبًا ما أجبر على تعاون غير طبيعي ، وتسويات لم تفعل شيئًا سوى تفضيل الجمود والتأجيل الكبير للمشكلات. على العكس من ذلك ، في المواقف الطارئة ، يبدو أن سرعة اتخاذ القرار ضرورية ضد الأنظمة الديكتاتورية أو الاستبدادية. بعد ذلك ، عندما تنتقل هذه الحاجة إلى سرعة اتخاذ القرار من الدولة إلى المجال فوق الوطني ، تزداد التباطؤات ، وتعوقها اللوائح التي عفا عليها الزمن الآن ، مع قواعد سخيفة مثل تلك المتعلقة بالإجماع على كل قرار. بالتأكيد بالفعل في الظروف العادية ، يشكل هذا تصورًا لفشل النظام الديمقراطي والتعليق ، وإن كان طفيفًا ، الذي يمليه الوباء قد سلط الضوء على كيف أن القواعد الديمقراطية لم تقدم بدائل لمواجهة الطوارئ الصحية للقرارات المتخذة ، بالقوة ، في المناطق المحظورة. . مع استمرار المواجهة العسكرية ، من المستحيل عدم ملاحظة كيف أن بوتين ونظامه الاستبدادي أكثر كفاءة ضد عدد لا يحصى من الدول بقواعدها الخاصة والتي تتطلب مناقشات برلمانية مستمرة. المشكلة هي أننا وصلنا غير مستعدين لموقف مثل الصراع الأوكراني ، حرب في أوروبا ، بدون منظمة قادرة على الحفاظ على فعالية ديمقراطية مقترنة باحتياجات الوضع. لقد راهن بوتين كثيرًا على هذا الجانب ، وحصل بالفعل على التأثير المعاكس على الجانب السياسي ، بينما تبدو النتيجة مختلفة بالنسبة للجانب العسكري ، حتى أن الصين حاولت ، كسياسة وظيفية لأهدافها ، تقسيم الاتحاد مع الحفاظ على ثباته. انتقاد الأنظمة الديمقراطية ، تصرفت كلتا القوتين أيضًا بطريقة غير تقليدية من خلال أنظمة المعلومات ومن خلال تمويل الجماعات الشعبوية والنظام المناهض للديمقراطية. وقد استقبلت الحكومات الغربية هذه الإشارات ، لكنها ظلت في المجال المحدود للمهنيين ، دون أن تصبح إنذارات حقيقية للطبقات الاجتماعية ، وخاصة الطبقات المتوسطة والدنيا ، التي تكافح بشكل متزايد مع الصعوبات الاقتصادية. هذا هو السبب في أن الحد من التفاوتات جنبًا إلى جنب مع تحسين الخدمات وبالتالي جودة الحياة ، يمكن أن يكون طريقة صالحة لجعل أولئك الذين يبتعدون بشكل متزايد عنها أكثر تقديرًا للديمقراطية والاستعداد للعمل على مستوى الدول من أجل تقوية الفكرة الليبرتارية ضد الديكتاتوريات الناشئة بشكل متزايد.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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martedì 12 luglio 2022
venerdì 8 luglio 2022
Il ministro degli esteri russo, per la prima volta dall'inizio del conflitto, presente ad un grande evento internazionale
Come prologo al G20, che si terrà il prossimo novembre a Bali in Indonesia, in questi giorni, nella stessa località si tiene il G20 che riguarda i ministri degli esteri delle prime venti economie del mondo. Si tratta di una occasione notevole, soprattutto per la Russia, che può ottenere una visibilità che gli sta mancando con il progredire del conflitto ucraino. Il ministro degli esteri di Mosca, dopo l’inizio dell’invasione chiamata operazione militare speciale, avvenuta il 24 febbraio, ha compiuto diverse missioni diplomatiche che, però, sono stati quasi esclusivamente vertici bilaterali, senza avere mai l’occasione di potere frequentare un evento multilaterale di portata mondiale. Essere presente per la Russia rappresenta un’occasione imperdibile, anche se ha sollevato parecchie critiche da parte dei paesi occidentali, che hanno boicottato i colloqui con il massimo rappresentante di politica estera di Mosca, sottolineando la necessità di non firmare alcuna dichiarazione congiunta ed arrivando ad esprimere pareri favorevoli all’esclusione della Russia da tutte le riunioni del G20. La ragione è quella di non fornire una platea così importante e che fornisce ampia risonanza internazionale ad un paese che, invadendone un altro, ha violato ogni regola del diritto internazionale. Questa opinione, largamente condivisa dai paesi occidentali non è condivisa da nazioni come Cina, Indonesia, India e Sud Africa, che hanno assunto atteggiamenti più concilianti verso Mosca, soprattutto sul tema delle sanzioni. La Russia in questo è affiancata in maniera esplicita dalla Cina nel negare la legittimità delle sanzioni economiche e politiche contro Mosca, adottate dall’occidente, perché decise al di fuori delle Nazioni Unite. Questa obiezione non pare degna di un possibile accoglimento, anche aldilà della palese violazione russa e per avere compiuto crimini di guerra contro la popolazione civile, proprio perché il meccanismo di funzionamento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prevede che i membri permanenti, tra i quali ci sono Cina e Russia, possano esercitare diritto di veto sulle risoluzioni, in questo caso in aperto contrasto sull’obiettività del giudizio e sul conflitto di interessi di Mosca. Malgrado le resistenze dei colleghi occidentali il ministro russo è stato capace di attirare l’attenzione, non solo per la sua presenza, ma per l’incontro con il suo omologo cinese, dove sono stati trovati diversi punti di convergenza, soprattutto contro gli Stati Uniti, accusati di praticare una politica espressamente diretta al contenimento di Mosca e Pechino, anche mediante il sovvertimento dell’ordine mondiale. Il ministro cinese ha sottolineato come, nonostante le difficoltà, rappresentate dal peso delle rispettive sanzioni, i due paesi restino uniti in una prospettiva strategica comune, Questa dichiarazione, aldilà dell’obiettivo rappresentato dagli Stati Uniti e, quindi, di riflesso da tutto l’occidente, pone seri interrogativi sull’atteggiamento cinese circa il proseguimento del conflitto e sulla posizione di Pechino. La Cina, pur contraria, per tutelare i propri interessi commerciali, allo stato di guerra non gradisce l’invadenza di Washington circa Taiwan, un caso molto analogo ai territori dell’Ucraina orientale o della Crimea ed inoltre l’avversione è aumentata dopo gli USA hanno nuovamente accusato in modo esplicito i cinesi di praticare spionaggio industriale. Il problema, peraltro, è concreto ed ha costretto gli Stati Uniti a contrastare anche quelle aziende occidentali che collaborano con Pechino. La Cina vede in questo atteggiamento un comportamento americano analogo a quello praticato contro la Russia con l’espansione dell’Alleanza Atlantica e quindi dell’influenza USA nei paesi ex sovietici, che Mosca considerava aree di propria influenza: l’arrivo potenziale americano sui confini russi, giustifica, almeno in parte, la reazione russa. L’analogia con l’attività americana in Russia, per la Cina ha una doppia valenza e riguarda sia Taiwan che l’espansione commerciale che permette la crescita del prodotto interno lordo, ritenuta una necessità irrinunciabile per il governo della Repubblica Popolare. Se si comprendono le ragioni statunitensi per una analoga crescita dell’economia nel contesto globale, in evidente competizione proprio con la Cina, alcune ragioni potrebbero essere mitigate in ragione di togliere un sostegno, che sembra in incremento, da parte di Pechino verso Mosca. Togliere, almeno in parte, l’appoggio cinese, costringerebbe Putin a rivedere le sue posizioni nella guerra ucraina e potrebbe essere la via più veloce verso una tregua e la conseguente fine del conflitto.
The Russian foreign minister, for the first time since the beginning of the conflict, present at a major international event
As a prologue to the G20, which will be held next November in Bali in Indonesia, the G20 is being held in the same location, which concerns the foreign ministers of the top twenty economies in the world. This is a remarkable opportunity, especially for Russia, which can gain the visibility it is lacking as the Ukrainian conflict progresses. The foreign minister of Moscow, after the beginning of the invasion called a special military operation, which took place on February 24, carried out several diplomatic missions which, however, were almost exclusively bilateral summits, without ever having the opportunity to be able to attend a multilateral event of global significance. Being present for Russia represents an unmissable opportunity, even if it has raised a lot of criticism from Western countries, which have boycotted talks with the top foreign policy representative of Moscow, stressing the need not to sign any joint declaration and coming to express opinions in favor of the exclusion of Russia from all G20 meetings. The reason is that it does not provide such an important audience and that provides wide international resonance to a country that, by invading another, has violated every rule of international law. This opinion, widely shared by Western countries, is not shared by nations such as China, Indonesia, India and South Africa, which have taken more conciliatory attitudes towards Moscow, especially on the issue of sanctions. In this, Russia is explicitly supported by China in denying the legitimacy of the economic and political sanctions against Moscow, adopted by the West, because it was decided outside the United Nations. This objection does not seem worthy of a possible acceptance, even beyond the blatant Russian violation and for having committed war crimes against the civilian population, precisely because the functioning mechanism of the United Nations Security Council provides that the permanent members, including there are China and Russia, they can exercise the right of veto on the resolutions, in this case in open conflict on the objectivity of the judgment and on the conflict of interests of Moscow. Despite the resistance of his Western colleagues, the Russian minister was able to attract attention, not only for his presence, but for the meeting with his Chinese counterpart, where various points of convergence were found, especially against the United States , accused of practicing a policy expressly aimed at containing Moscow and Beijing, including through the subversion of the world order. The Chinese minister underlined how, despite the difficulties represented by the weight of the respective sanctions, the two countries remain united in a common strategic perspective. West, raises serious questions about the Chinese attitude towards the continuation of the conflict and about the position of Beijing. China, although opposed, to protect its commercial interests, in the state of war does not like Washington's invasion of Taiwan, a case very similar to the territories of eastern Ukraine or Crimea and furthermore the aversion has increased after the USA they again explicitly accused the Chinese of practicing industrial espionage. The problem, however, is concrete and has forced the United States to tackle even those Western companies that collaborate with Beijing. China sees in this attitude an American behavior similar to that practiced against Russia with the expansion of the Atlantic Alliance and therefore of the US influence in the former Soviet countries, which Moscow considered areas of its influence: the potential American arrival on the borders Russians, at least partially justifies the Russian reaction. The analogy with American activity in Russia has a double significance for China and concerns both Taiwan and the commercial expansion that allows the growth of gross domestic product, considered an indispensable necessity for the government of the People's Republic. If we understand the US reasons for a similar growth of the economy in the global context, in evident competition with China, some reasons could be mitigated by removing support, which seems to be increasing, from Beijing to Moscow. Removing Chinese support, at least in part, would force Putin to review his positions in the Ukrainian war and could be the quickest way to a truce and the consequent end of the conflict.
El ministro de Exteriores ruso, por primera vez desde el inicio del conflicto, presente en un gran evento internacional
Como prólogo al G20, que se realizará el próximo noviembre en Bali, Indonesia, en el mismo lugar se está celebrando el G20, que concierne a los cancilleres de las veinte principales economías del mundo. Esta es una oportunidad notable, especialmente para Rusia, que puede ganar la visibilidad que le falta a medida que avanza el conflicto ucraniano. El canciller de Moscú, tras el inicio de la invasión convocó una operación militar especial, que tuvo lugar el 24 de febrero, llevó a cabo varias misiones diplomáticas que, sin embargo, fueron casi exclusivamente cumbres bilaterales, sin tener nunca la oportunidad de poder asistir. un evento multilateral de importancia mundial. Estar presente para Rusia representa una oportunidad imperdible, aunque ha suscitado muchas críticas por parte de los países occidentales, que han boicoteado las conversaciones con el máximo representante de política exterior de Moscú, subrayando la necesidad de no firmar ninguna declaración conjunta y llegando a expresar opiniones en a favor de la exclusión de Rusia de todas las reuniones del G20. La razón es que no proporciona una audiencia tan importante y eso le da una amplia resonancia internacional a un país que, al invadir a otro, ha violado todas las normas del derecho internacional. Esta opinión, ampliamente compartida por los países occidentales, no es compartida por naciones como China, Indonesia, India y Sudáfrica, que han adoptado actitudes más conciliadoras hacia Moscú, especialmente en el tema de las sanciones. En esto, China apoya explícitamente a Rusia al negar la legitimidad de las sanciones económicas y políticas contra Moscú, adoptadas por Occidente, porque se decidió fuera de las Naciones Unidas. Esta objeción no parece digna de una posible aceptación, incluso más allá de la flagrante violación rusa y por haber cometido crímenes de guerra contra la población civil, precisamente porque el mecanismo de funcionamiento del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas prevé que los miembros permanentes, entre ellos China y Rusia, pueden ejercer el derecho de veto sobre las resoluciones, en este caso en abierto conflicto sobre la objetividad de la sentencia y sobre el conflicto de intereses de Moscú. A pesar de la resistencia de sus colegas occidentales, el ministro ruso logró llamar la atención, no solo por su presencia, sino por el encuentro con su homólogo chino, donde se encontraron varios puntos de convergencia, especialmente contra Estados Unidos, acusado de practicar un política expresamente dirigida a contener a Moscú y Beijing, incluso a través de la subversión del orden mundial. El ministro chino subrayó cómo, a pesar de las dificultades que representa el peso de las respectivas sanciones, los dos países siguen unidos en una perspectiva estratégica común Occidente, plantea serios interrogantes sobre la actitud china ante la continuación del conflicto y sobre la posición de Pekín . A China, aunque se opone, para proteger sus intereses comerciales, en estado de guerra no le gusta la invasión de Taiwán por parte de Washington, caso muy similar a los territorios del este de Ucrania o Crimea y además la aversión ha aumentado después de que EE.UU. volviera a acusar explícitamente a los chinos de practicar el espionaje industrial. El problema, sin embargo, es concreto y ha obligado a Estados Unidos a enfrentarse incluso a aquellas empresas occidentales que colaboran con Pekín. China ve en esta actitud un comportamiento estadounidense similar al practicado contra Rusia con la expansión de la Alianza Atlántica y por tanto de la influencia estadounidense en los países ex soviéticos, que Moscú consideraba áreas de su influencia: la potencial llegada estadounidense a las fronteras rusas, justifica al menos parcialmente la reacción rusa. La analogía con la actividad estadounidense en Rusia tiene un doble significado para China y concierne tanto a Taiwán como a la expansión comercial que permita el crecimiento del producto interno bruto, considerado una necesidad indispensable para el gobierno de la República Popular. Si entendemos las razones de EE.UU. para un crecimiento similar de la economía en el contexto global, en evidente competencia con China, algunas razones podrían mitigarse quitando el apoyo, que parece ir en aumento, de Pekín a Moscú. Quitar el apoyo chino, al menos en parte, obligaría a Putin a revisar sus posiciones en la guerra de Ucrania y podría ser el camino más rápido hacia una tregua y el consecuente fin del conflicto.
Der russische Außenminister ist zum ersten Mal seit Beginn des Konflikts bei einer internationalen Großveranstaltung anwesend
Als Prolog zur G20, die im nächsten November in Bali in Indonesien stattfinden wird, findet die G20 am selben Ort statt, die die Außenminister der zwanzig größten Volkswirtschaften der Welt betrifft. Dies ist eine bemerkenswerte Gelegenheit, insbesondere für Russland, das im Verlauf des Ukraine-Konflikts die ihm fehlende Sichtbarkeit gewinnen kann. Der Außenminister von Moskau führte nach Beginn der Invasion, die zu einer militärischen Sonderoperation einberufen wurde, die am 24. Februar stattfand, mehrere diplomatische Missionen durch, die jedoch fast ausschließlich bilaterale Gipfeltreffen waren, ohne jemals die Möglichkeit zu haben, daran teilnehmen zu können ein multilaterales Ereignis von globaler Bedeutung. Die Anwesenheit Russlands stellt eine unumgängliche Gelegenheit dar, auch wenn sie viel Kritik seitens westlicher Länder hervorgerufen hat, die Gespräche mit dem obersten außenpolitischen Vertreter Moskaus boykottiert haben, indem sie die Notwendigkeit betonten, keine gemeinsame Erklärung zu unterzeichnen und ihre Meinung zu äußern für den Ausschluss Russlands von allen G20-Treffen. Der Grund dafür ist, dass es kein so wichtiges Publikum bietet und dass es einem Land, das durch die Invasion eines anderen Landes jede Regel des Völkerrechts verletzt hat, eine breite internationale Resonanz verschafft. Diese von westlichen Ländern weitgehend geteilte Meinung wird von Nationen wie China, Indonesien, Indien und Südafrika nicht geteilt, die gegenüber Moskau eine versöhnlichere Haltung eingenommen haben, insbesondere in der Frage der Sanktionen. Dabei wird Russland ausdrücklich von China darin unterstützt, die Legitimität der vom Westen beschlossenen wirtschaftlichen und politischen Sanktionen gegen Moskau zu leugnen, weil sie außerhalb der Vereinten Nationen beschlossen wurden. Dieser Einwand erscheint auch jenseits der eklatanten russischen Verletzung und der Begehung von Kriegsverbrechen gegen die Zivilbevölkerung keiner möglichen Annahme wert, gerade weil der funktionierende Mechanismus des Sicherheitsrates der Vereinten Nationen vorsieht, dass die ständigen Mitglieder, darunter China und Russland können sie das Vetorecht zu den Beschlüssen ausüben, in diesem Fall im offenen Konflikt über die Objektivität des Urteils und über den Interessenkonflikt Moskaus. Trotz des Widerstands seiner westlichen Kollegen konnte der russische Minister Aufmerksamkeit erregen, nicht nur durch seine Anwesenheit, sondern auch durch das Treffen mit seinem chinesischen Amtskollegen, bei dem verschiedene Konvergenzpunkte gefunden wurden, insbesondere gegenüber den Vereinigten Staaten, die beschuldigt wurden, eine zu praktizieren Politik, die ausdrücklich darauf abzielt, Moskau und Peking einzudämmen, auch durch die Untergrabung der Weltordnung. Der chinesische Minister betonte, dass die beiden Länder trotz der durch das Gewicht der jeweiligen Sanktionen verursachten Schwierigkeiten in einer gemeinsamen strategischen Perspektive vereint bleiben.West, wirft ernsthafte Fragen zur chinesischen Haltung gegenüber der Fortsetzung des Konflikts und zur Position Pekings auf . China, obwohl es dagegen ist, seine Handelsinteressen zu schützen, mag im Kriegszustand Washingtons Invasion in Taiwan nicht, ein Fall, der den Gebieten der Ostukraine oder der Krim sehr ähnlich ist, und außerdem hat die Abneigung zugenommen, nachdem die USA sie erneut ausdrücklich beschuldigt haben Chinesen, Industriespionage zu praktizieren. Das Problem ist jedoch konkret und hat die Vereinigten Staaten gezwungen, selbst gegen westliche Unternehmen vorzugehen, die mit Peking zusammenarbeiten. China sieht in dieser Haltung ein ähnliches amerikanisches Verhalten wie gegenüber Russland bei der Ausweitung des Atlantischen Bündnisses und damit des US-Einflusses in den ehemaligen Sowjetländern, die Moskau als Bereiche seines Einflusses betrachtete: die potenzielle amerikanische Ankunft an den Grenzen der Russen, rechtfertigt zumindest teilweise die russische Reaktion. Die Analogie zur amerikanischen Aktivität in Russland hat für China eine doppelte Bedeutung und betrifft sowohl Taiwan als auch die kommerzielle Expansion, die das Wachstum des Bruttoinlandsprodukts ermöglicht, was als unverzichtbare Notwendigkeit für die Regierung der Volksrepublik angesehen wird. Wenn wir die US-Gründe für ein ähnliches Wirtschaftswachstum im globalen Kontext verstehen, in offensichtlichem Wettbewerb mit China, könnten einige Gründe gemildert werden, indem die Unterstützung, die zuzunehmen scheint, von Peking nach Moskau verlagert wird. Der zumindest teilweise Wegfall der chinesischen Unterstützung würde Putin dazu zwingen, seine Positionen im Ukrainekrieg zu überdenken, und könnte der schnellste Weg zu einem Waffenstillstand und dem konsequenten Ende des Konflikts sein.
Le ministre russe des Affaires étrangères, pour la première fois depuis le début du conflit, présent à un grand événement international
En prologue du G20 qui se tiendra en novembre prochain à Bali en Indonésie, le G20 se tient au même endroit, qui concerne les ministres des Affaires étrangères des vingt premières économies mondiales. C'est une opportunité remarquable, notamment pour la Russie, qui peut acquérir la visibilité qui lui manque au fur et à mesure que le conflit ukrainien progresse. Le ministre des Affaires étrangères de Moscou, après le début de l'invasion appelée une opération militaire spéciale, qui a eu lieu le 24 février, a effectué plusieurs missions diplomatiques qui, cependant, étaient presque exclusivement des sommets bilatéraux, sans jamais avoir l'occasion de pouvoir assister un événement multilatéral d'importance mondiale. Être présent pour la Russie représente une opportunité à ne pas manquer, même s'il a suscité de nombreuses critiques de la part des pays occidentaux, qui ont boycotté les pourparlers avec le haut représentant de la politique étrangère de Moscou, soulignant la nécessité de ne signer aucune déclaration commune et venant s'exprimer en faveur de l'exclusion de la Russie de toutes les réunions du G20. La raison en est qu'il n'offre pas une audience aussi importante et cela donne une large résonance internationale à un pays qui, en en envahissant un autre, a violé toutes les règles du droit international. Cette opinion, largement partagée par les pays occidentaux, n'est pas partagée par des nations comme la Chine, l'Indonésie, l'Inde et l'Afrique du Sud, qui ont adopté des attitudes plus conciliantes envers Moscou, notamment sur la question des sanctions. En cela, la Russie est explicitement soutenue par la Chine pour nier la légitimité des sanctions économiques et politiques contre Moscou, adoptées par l'Occident, parce qu'elles ont été décidées en dehors des Nations Unies. Cette objection ne semble pas digne d'une éventuelle acceptation, même au-delà de la violation flagrante de la part de la Russie et pour avoir commis des crimes de guerre contre la population civile, précisément parce que le mécanisme de fonctionnement du Conseil de sécurité des Nations unies prévoit que les membres permanents, y compris la Chine et La Russie, elle, peut exercer le droit de veto sur les résolutions, en l'occurrence en conflit ouvert sur l'objectivité du jugement et sur le conflit d'intérêts de Moscou. Malgré la résistance de ses collègues occidentaux, le ministre russe a su attirer l'attention, non seulement pour sa présence, mais pour la rencontre avec son homologue chinois, où divers points de convergence ont été trouvés, notamment contre les États-Unis, accusés de pratiquer une politique visant expressément à contenir Moscou et Pékin, y compris par la subversion de l'ordre mondial. Le ministre chinois a souligné comment, malgré les difficultés représentées par le poids des sanctions respectives, les deux pays restent unis dans une perspective stratégique commune occidentale, s'interroge sérieusement sur l'attitude chinoise face à la poursuite du conflit et sur la position de Pékin. . La Chine, bien qu'opposée, pour protéger ses intérêts commerciaux, en état de guerre n'aime pas l'invasion de Taïwan par Washington, un cas très similaire aux territoires de l'est de l'Ukraine ou de la Crimée et de plus l'aversion a augmenté après que les États-Unis aient à nouveau explicitement accusé le Chinois pratiquant l'espionnage industriel. Le problème, cependant, est concret et a obligé les États-Unis à s'attaquer même aux entreprises occidentales qui collaborent avec Pékin. La Chine voit dans cette attitude un comportement américain similaire à celui pratiqué contre la Russie avec l'élargissement de l'Alliance atlantique et donc de l'influence américaine dans les anciens pays soviétiques, que Moscou considérait comme des zones de son influence : l'arrivée potentielle des Américains aux frontières russes, justifie au moins partiellement la réaction russe. L'analogie avec l'activité américaine en Russie a une double signification pour la Chine et concerne à la fois Taïwan et l'expansion commerciale qui permet la croissance du produit intérieur brut, considérée comme une nécessité indispensable pour le gouvernement de la République populaire. Si nous comprenons les raisons américaines d'une croissance similaire de l'économie dans le contexte mondial, en concurrence évidente avec la Chine, certaines raisons pourraient être atténuées en supprimant le soutien, qui semble augmenter, de Pékin à Moscou. Supprimer le soutien chinois, au moins en partie, obligerait Poutine à revoir ses positions dans la guerre ukrainienne et pourrait être le moyen le plus rapide vers une trêve et la fin conséquente du conflit.
O chanceler russo, pela primeira vez desde o início do conflito, presente em um grande evento internacional
Como prólogo do G20, que será realizado em novembro próximo em Bali, na Indonésia, o G20 está sendo realizado no mesmo local, que diz respeito aos ministros das Relações Exteriores das vinte maiores economias do mundo. Esta é uma oportunidade notável, especialmente para a Rússia, que pode ganhar a visibilidade que está faltando à medida que o conflito ucraniano avança. O ministro das Relações Exteriores de Moscou, após o início da invasão convocou uma operação militar especial, ocorrida em 24 de fevereiro, realizou várias missões diplomáticas que, no entanto, foram quase exclusivamente cúpulas bilaterais, sem nunca ter a oportunidade de poder comparecer um evento multilateral de importância global. Estar presente para a Rússia representa uma oportunidade imperdível, ainda que tenha gerado muitas críticas de países ocidentais, que boicotaram as negociações com o principal representante de política externa de Moscou, enfatizando a necessidade de não assinar nenhuma declaração conjunta e vindo a expressar opiniões em favor da exclusão da Rússia de todas as reuniões do G20. A razão é que não oferece uma audiência tão importante e que dá ampla ressonância internacional a um país que, ao invadir outro, violou todas as normas do direito internacional. Essa opinião, amplamente compartilhada pelos países ocidentais, não é compartilhada por nações como China, Indonésia, Índia e África do Sul, que adotaram atitudes mais conciliatórias em relação a Moscou, especialmente na questão das sanções. Nisso, a Rússia é explicitamente apoiada pela China ao negar a legitimidade das sanções econômicas e políticas contra Moscou, adotadas pelo Ocidente, porque foram decididas fora das Nações Unidas. Essa objeção não parece digna de uma possível aceitação, mesmo além da flagrante violação russa e por ter cometido crimes de guerra contra a população civil, justamente porque o mecanismo de funcionamento do Conselho de Segurança das Nações Unidas prevê que os membros permanentes, inclusive China e Rússia, eles podem exercer o direito de veto sobre as resoluções, neste caso em conflito aberto sobre a objetividade do julgamento e sobre o conflito de interesses de Moscou. Apesar da resistência dos seus colegas ocidentais, o ministro russo conseguiu chamar a atenção, não só pela sua presença, mas pelo encontro com o seu homólogo chinês, onde foram encontrados vários pontos de convergência, sobretudo contra os Estados Unidos, acusados de praticar um política expressamente destinada a conter Moscou e Pequim, inclusive através da subversão da ordem mundial. O ministro chinês sublinhou como, apesar das dificuldades representadas pelo peso das respetivas sanções, os dois países continuam unidos numa perspetiva estratégica comum. . A China, embora se oponha, para proteger seus interesses comerciais, em estado de guerra não gosta da invasão de Taiwan por Washington, um caso muito semelhante aos territórios do leste da Ucrânia ou da Crimeia e, além disso, a aversão aumentou depois que os EUA voltaram a acusar explicitamente o chinês de praticar espionagem industrial. O problema, no entanto, é concreto e obrigou os Estados Unidos a enfrentar até mesmo as empresas ocidentais que colaboram com Pequim. A China vê nessa atitude um comportamento americano semelhante ao praticado contra a Rússia com a expansão da Aliança Atlântica e, portanto, da influência dos EUA nos antigos países soviéticos, que Moscou considerava áreas de sua influência: a potencial chegada americana nas fronteiras russas, pelo menos parcialmente justifica a reação russa. A analogia com a atividade americana na Rússia tem duplo significado para a China e diz respeito tanto a Taiwan quanto à expansão comercial que permite o crescimento do produto interno bruto, considerado uma necessidade indispensável para o governo da República Popular. Se entendermos as razões norte-americanas para um crescimento semelhante da economia no contexto global, em evidente competição com a China, algumas razões poderiam ser mitigadas com a retirada de apoios, que parecem estar aumentando, de Pequim a Moscou. A remoção do apoio chinês, pelo menos em parte, forçaria Putin a rever suas posições na guerra ucraniana e poderia ser o caminho mais rápido para uma trégua e o conseqüente fim do conflito.