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giovedì 21 luglio 2022

Iran, Russia e Turchia si incontrano in un vertice trilaterale

 La Russia esce dall’isolamento internazionale da quando ha iniziato la guerra di aggressione contro l’Ucraina. Nella capitale iraniana Putin ha incontrato Erdogan ed il padrone di casa, il presidente dell’Iran Raisi. Oltre la scusa del negoziato per sbloccare il trasporto del grano, i tre capi di stato hanno parlato di temi circa la cooperazione tra i tre paesi per debellare definitivamente le organizzazioni terroristiche per garantire la popolazione civile nel rispetto del diritto internazionale. Risulta curioso che proprio tre paesi che continuano a violare il diritto internazionale da diverso tempo si richiamino proprio al suo rispetto. In realtà i tre paesi hanno una visione particolare del rispetto delle norme internazionali, cioè quella funzionale ai loro singoli interessi; in questa fase la Russia vuole prendere parte dell’Ucraina, se non tutta, perché la considera come zona di propria influenza, la Turchia vuole debellare le milizie curde in Siria e l’Iran sconfiggere lo Stato islamico, non in quanto tale, ma perché formato da sunniti. Erdogan e Putin hanno fatto un incontro bilaterale, che aveva come tema principale il grano, ma dove il presidente russo ha lamentato la presenza delle sanzioni, in questo caso sui fertilizzanti, che bloccano la produzione agricola, contribuendo ad aumentare i problemi della denutrizione mondiale, tuttavia la presenza della Turchia appare oltremodo singolare perché è pur sempre un componente dell’Alleanza Atlantica: è chiaro che la strategia di Erdogan ha come obiettivo una rilevanza internazionale ma è un comportamento che non può essere stato concordato con la NATO e che qualifica la Turchia come un membro sempre meno affidabile.  Nel frattempo l’Iran ha sottolineato la legittimità dell’invasione del paese ucraino da parte di Mosca, motivandola con la necessità di fermare l’avanzata occidentale e l’obiettivo americano di rendere più debole Mosca. Per l’Iran l’organizzazione di questo vertice trilaterale è la risposta alla visita di Biden ad Israele ed Arabia Saudita, storici nemici di Teheran. Uno degli altri motivi dell’incontro è stata la Siria: Russia ed Iran sostengono il regime di Assad, mentre le ambizioni della Turchia sul Kurdistan siriano sono ormai tristemente note: l’obiettivo sarebbe quello di fare terminare la guerra siriana, che, ormai, è in corso da undici anni e, proprio a questo scopo, Mosca e Teheran hanno fatto pressioni su Ankara affinché Washington non fornisca più aiuto ai ribelli che controllano le aree dove Assad non riesce a ristabilire il suo dominio. L’obiettivo minimo per la Turchia è quello di avere una striscia di territorio di trenta chilometri tra il confine turco e la zona occupata dai curdi, per raggiungere questo scopo Erdogan ha minacciato un intervento armato, a cui, però sono contrari sia la Russia, che l’Iran, favorevoli ad un ritorno nella zona della sovranità di Assad e perché sono stati entrambi sollecitati dai curdi per avere protezione da eventuali attacchi da parte di Ankara. I tre paesi formano il comitato di garanzia per la Siria, detto di Astana, e riconosciuto dalle Nazioni Unite; secondo il regime siriano la Turchia starebbe approfittando di questo ruolo per perseguire i propri fini, anziché operare per la fine del conflitto siriano. L’incontro è servito anche per cercare di aumentare di quattro volte gli scambi commerciali, da 7.500 a 30.000 milioni di dollari, tra Turchia ed Iran. Occorre ricordare che Ankara ha decisamente cambiato in positivo i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, dopo l’omicidio sul suo territorio di un giornalista arabo di opposizione, tralasciando la questione e sviluppando accordi commerciali con i sauditi, per risollevare l’economia turca in crisi. La ripresa di queste relazioni aveva causato la protesta iraniana, che il recente vertice ha avuto come scopo anche il ristabilire contatti positivi tra i due paesi. In effetti lo sviluppo di una espansione commerciale serve ad entrambe le parti: per l’Iran è una maniera di aggirare le sanzioni e per la Turchia costituisce l’ennesimo tentativo di risollevare un’economia in grave crisi, tuttavia dal punto di vista geopolitico non si comprende se Ankara è un alleato inaffidabile dell’occidente o se questi contatti, sia con l’Iran, che con Mosca, non siano il tentativo di mantenere una sorta di collegamento con questi paesi su mandato ufficioso proprio da parte occidentale. La differenza, ovviamente, è molto rilevante e può determinare il futuro politico della Turchia.

Iran, Russia and Turkey meet in a trilateral summit

 Russia has emerged from international isolation since it began the war of aggression against Ukraine. In the Iranian capital, Putin met Erdogan and the landlord, the president of Iran Raisi. In addition to the excuse of the negotiations to unblock the transport of grain, the three heads of state talked about issues about cooperation between the three countries to definitively eradicate terrorist organizations to guarantee the civilian population in compliance with international law. It is curious that precisely three countries that have continued to violate international law for some time are referring precisely to its respect. In reality, the three countries have a particular vision of respect for international standards, that is, one that is functional to their individual interests; at this stage Russia wants to take part of Ukraine, if not all of it, because it considers it as an area of ​​its own influence, Turkey wants to defeat the Kurdish militias in Syria and Iran to defeat the Islamic State, not as such, but because formed by Sunnis. Erdogan and Putin held a bilateral meeting, which had wheat as its main theme, but where the Russian president complained about the presence of sanctions, in this case on fertilizers, which block agricultural production, helping to increase the problems of world malnutrition. however, the presence of Turkey appears extremely singular because it is still a component of the Atlantic Alliance: it is clear that Erdogan's strategy has as its objective an international relevance but it is a behavior that cannot have been agreed with NATO and that qualifies Turkey as a less and less reliable member. Meanwhile, Iran has stressed the legitimacy of Moscow’s invasion of the Ukrainian country, motivating it with the need to stop the Western advance and the American goal of weakening Moscow. For Iran, the organization of this trilateral summit is the answer to Biden's visit to Israel and Saudi Arabia, historical enemies of Tehran. One of the other reasons for the meeting was Syria: Russia and Iran support the Assad regime, while Turkey's ambitions on Syrian Kurdistan are now sadly known: the goal would be to end the Syrian war, which, by now, it has been going on for eleven years and, precisely to this end, Moscow and Tehran have pressured Ankara to stop Washington from providing more aid to the rebels who control the areas where Assad is unable to reestablish his rule. The minimum objective for Turkey is to have a strip of territory of thirty kilometers between the Turkish border and the area occupied by the Kurds, to achieve this, Erdogan has threatened an armed intervention, which, however, both Russia are against. that Iran, in favor of a return to the area of ​​Assad's sovereignty and because they were both urged by the Kurds to have protection from any attacks by Ankara. The three countries form the guarantee committee for Syria, known as Astana, and recognized by the United Nations; according to the Syrian regime, Turkey is taking advantage of this role to pursue its own ends, rather than working towards the end of the Syrian conflict. The meeting also served to try to increase trade by four times, from 7,500 to 30,000 million dollars, between Turkey and Iran. It should be remembered that Ankara has definitely positively changed its relations with Saudi Arabia, after the murder of an opposition Arab journalist on its territory, ignoring the issue and developing trade agreements with the Saudis, to revive the Turkish economy in crisis. The resumption of these relations had caused the Iranian protest, which the recent summit also aimed at re-establishing positive contacts between the two countries. In fact, the development of a commercial expansion serves both sides: for Iran it is a way of circumventing sanctions and for Turkey it constitutes yet another attempt to revive an economy in serious crisis, however from a geopolitical point of view it is not it is clear whether Ankara is an unreliable ally of the West or whether these contacts, both with Iran and with Moscow, are not an attempt to maintain a sort of connection with these countries on an unofficial mandate from the West. The difference, of course, is very significant and can determine Turkey's political future.

Irán, Rusia y Turquía se reúnen en cumbre trilateral

 Rusia ha salido del aislamiento internacional desde que comenzó la guerra de agresión contra Ucrania. En la capital iraní, Putin se reunió con Erdogan y el propietario, el presidente de Irán Raisi. Además de la excusa de las negociaciones para desbloquear el transporte de granos, los tres jefes de Estado abordaron temas de cooperación entre los tres países para erradicar definitivamente las organizaciones terroristas para garantizar a la población civil el cumplimiento del derecho internacional. Es curioso que precisamente tres países que han seguido violando el derecho internacional durante algún tiempo se refieran precisamente a su respeto. En realidad, los tres países tienen una visión particular del respeto a los estándares internacionales, es decir, funcional a sus intereses individuales; en esta etapa Rusia quiere tomar parte de Ucrania, si no toda, porque la considera como un área de influencia propia, Turquía quiere derrotar a las milicias kurdas en Siria e Irán para derrotar al Estado Islámico, no como tal, sino porque formado por sunnitas. Erdogan y Putin sostuvieron una reunión bilateral, que tuvo como tema principal el trigo, pero donde el presidente ruso se quejó de la presencia de sanciones, en este caso sobre los fertilizantes, que bloquean la producción agrícola, contribuyendo a incrementar los problemas de desnutrición mundial. la presencia de Turquía parece extremadamente singular porque sigue siendo un componente de la Alianza Atlántica: está claro que la estrategia de Erdogan tiene como objetivo una relevancia internacional pero es un comportamiento que no puede haber sido pactado con la OTAN y que califica a Turquía como un país menos y miembro menos confiable. Mientras tanto, Irán ha subrayado la legitimidad de la invasión de Moscú al país ucraniano, motivándola con la necesidad de frenar el avance occidental y el objetivo estadounidense de debilitar a Moscú. Para Irán, la organización de esta cumbre trilateral es la respuesta a la visita de Biden a Israel y Arabia Saudita, enemigos históricos de Teherán. Otro de los motivos de la reunión fue Siria: Rusia e Irán apoyan al régimen de Assad, mientras que ahora se conocen con tristeza las ambiciones de Turquía sobre el Kurdistán sirio: el objetivo sería poner fin a la guerra siria, que, a estas alturas, continúa. durante once años y, precisamente con este fin, Moscú y Teherán han presionado a Ankara para que impida que Washington proporcione más ayuda a los rebeldes que controlan las zonas donde Assad no puede restablecer su dominio. El objetivo mínimo para Turquía es tener una franja de territorio de treinta kilómetros entre la frontera turca y la zona ocupada por los kurdos, para lograrlo, Erdogan ha amenazado con una intervención armada, a lo que, sin embargo, se oponen tanto Rusia como Irán, a favor de un retorno a la zona de soberanía de Assad y porque ambos fueron instados por los kurdos a tener protección de cualquier ataque de Ankara. Los tres países forman el comité de garantía para Siria, conocido como Astana, y reconocido por Naciones Unidas; según el régimen sirio, Turquía se está aprovechando de este papel para perseguir sus propios fines, en lugar de trabajar para el final del conflicto sirio. El encuentro sirvió también para intentar multiplicar por cuatro los intercambios comerciales entre Turquía e Irán, pasando de 7.500 a 30.000 millones de dólares. Cabe recordar que Ankara ha cambiado definitivamente de forma positiva sus relaciones con Arabia Saudí, tras el asesinato de un periodista árabe opositor en su territorio, ignorando el tema y desarrollando acuerdos comerciales con los saudíes, para reactivar la economía turca en crisis. La reanudación de estas relaciones había provocado la protesta iraní, que la reciente cumbre también pretendía restablecer contactos positivos entre los dos países. De hecho, el desarrollo de una expansión comercial sirve a ambos lados: para Irán es una forma de eludir las sanciones y para Turquía constituye un intento más de reactivar una economía en grave crisis, sin embargo desde un punto de vista geopolítico no lo es. claro si Ankara es un aliado poco fiable de Occidente o si estos contactos, tanto con Irán como con Moscú, no son un intento de mantener una especie de conexión con estos países por mandato no oficial de Occidente. La diferencia, por supuesto, es muy significativa y puede determinar el futuro político de Turquía.

Iran, Russland und die Türkei treffen sich zu einem trilateralen Gipfeltreffen

 Russland hat sich aus der internationalen Isolation herausgearbeitet, seit es den Angriffskrieg gegen die Ukraine begonnen hat. In der iranischen Hauptstadt traf Putin Erdogan und den Vermieter, den Präsidenten des Iran Raisi. Neben dem Vorwand der Verhandlungen zur Freigabe des Getreidetransports sprachen die drei Staatsoberhäupter über Fragen der Zusammenarbeit zwischen den drei Ländern zur endgültigen Ausrottung terroristischer Organisationen, um der Zivilbevölkerung die Einhaltung des Völkerrechts zu garantieren. Es ist merkwürdig, dass genau drei Länder, die seit einiger Zeit gegen das Völkerrecht verstoßen, sich genau auf dessen Einhaltung beziehen. In Wirklichkeit haben die drei Länder eine besondere Vision der Achtung internationaler Standards, dh eine, die ihren individuellen Interessen entspricht; In diesem Stadium will Russland die Ukraine beteiligen, wenn nicht alles, weil es sie als ein Gebiet seines eigenen Einflusses betrachtet, die Türkei will die kurdischen Milizen in Syrien besiegen und den Iran nicht, um den Islamischen Staat zu besiegen solche, sondern weil von Sunniten gebildet. Erdogan und Putin hielten ein bilaterales Treffen ab, dessen Hauptthema Weizen war, bei dem sich der russische Präsident jedoch über das Vorhandensein von Sanktionen beschwerte, in diesem Fall gegen Düngemittel, die die landwirtschaftliche Produktion blockieren und dazu beitragen, die Probleme der weltweiten Mangelernährung zu verschärfen. Die Anwesenheit der Türkei erscheint äußerst einzigartig, weil sie immer noch Bestandteil des Atlantischen Bündnisses ist: Es ist klar, dass die Strategie von Erdogan eine internationale Relevanz zum Ziel hat, aber es ist ein Verhalten, das nicht mit der NATO vereinbart werden konnte und das die Türkei als weniger qualifiziert und weniger zuverlässiges Mitglied. Unterdessen hat der Iran die Legitimität der Invasion Moskaus in das ukrainische Land betont und ihn mit der Notwendigkeit motiviert, den westlichen Vormarsch und das amerikanische Ziel, Moskau zu schwächen, zu stoppen. Für den Iran ist die Organisation dieses trilateralen Gipfels die Antwort auf Bidens Besuch in Israel und Saudi-Arabien, den historischen Feinden Teherans. Einer der anderen Gründe für das Treffen war Syrien: Russland und der Iran unterstützen das Assad-Regime, während die Ambitionen der Türkei in Bezug auf Syrisch-Kurdistan inzwischen leider bekannt sind: Ziel wäre es, den Syrienkrieg zu beenden, den sie inzwischen führt seit elf Jahren, und genau zu diesem Zweck haben Moskau und Teheran Ankara unter Druck gesetzt, Washington daran zu hindern, den Rebellen, die die Gebiete kontrollieren, in denen Assad seine Herrschaft nicht wiederherstellen kann, mehr Hilfe zu leisten. Mindestziel für die Türkei ist ein 30 Kilometer langer Territoriumsstreifen zwischen der türkischen Grenze und dem von den Kurden besetzten Gebiet, um dies zu erreichen, hat Erdogan mit einer bewaffneten Intervention gedroht, wogegen jedoch sowohl Russland als auch Iran dagegen sind. für eine Rückkehr in das Gebiet von Assads Souveränität und weil sie beide von den Kurden gedrängt wurden, Schutz vor etwaigen Angriffen Ankaras zu haben. Die drei Länder bilden das von den Vereinten Nationen anerkannte Garantiekomitee für Syrien, bekannt als Astana; Nach Angaben des syrischen Regimes nutzt die Türkei diese Rolle, um ihre eigenen Ziele zu verfolgen, anstatt auf das Ende des Syrienkonflikts hinzuarbeiten. Das Treffen diente auch dem Versuch, den Handelsaustausch zwischen der Türkei und dem Iran um das Vierfache von 7.500 auf 30.000 Millionen Dollar zu steigern. Es sei daran erinnert, dass Ankara seine Beziehungen zu Saudi-Arabien nach der Ermordung eines oppositionellen arabischen Journalisten auf seinem Territorium definitiv positiv verändert hat, indem es das Thema ignorierte und Handelsabkommen mit den Saudis ausarbeitete, um die türkische Wirtschaft in der Krise wiederzubeleben. Die Wiederaufnahme dieser Beziehungen hatte den iranischen Protest ausgelöst, den der jüngste Gipfel auch auf die Wiederherstellung positiver Kontakte zwischen den beiden Ländern abzielte. Tatsächlich dient die Entwicklung einer kommerziellen Expansion beiden Seiten: Für den Iran ist es eine Möglichkeit, Sanktionen zu umgehen, und für die Türkei stellt es einen weiteren Versuch dar, eine Wirtschaft in einer schweren Krise wiederzubeleben, was es aus geopolitischer Sicht jedoch nicht ist klar, ob Ankara ein unzuverlässiger Verbündeter des Westens ist oder ob diese Kontakte, sowohl mit dem Iran als auch mit Moskau, nicht der Versuch sind, auf inoffiziellem Mandat des Westens eine Art Verbindung zu diesen Ländern aufrechtzuerhalten. Der Unterschied ist natürlich sehr bedeutsam und kann die politische Zukunft der Türkei bestimmen.

L'Iran, la Russie et la Turquie se rencontrent lors d'un sommet trilatéral

 La Russie est sortie de son isolement international depuis le début de la guerre d'agression contre l'Ukraine. Dans la capitale iranienne, Poutine a rencontré Erdogan et le propriétaire, le président de l'Iran Raisi. Outre l'excuse des négociations pour débloquer le transport des céréales, les trois chefs d'Etat ont évoqué les questions de coopération entre les trois pays pour éradiquer définitivement les organisations terroristes afin de garantir à la population civile le respect du droit international. Il est curieux que précisément trois pays qui ont continué à violer le droit international pendant un certain temps se réfèrent précisément à son respect. En réalité, les trois pays ont une vision particulière du respect des normes internationales, c'est-à-dire fonctionnelle à leurs intérêts particuliers ; à ce stade, la Russie veut prendre une partie de l'Ukraine, sinon la totalité, car elle la considère comme une zone de sa propre influence, la Turquie veut vaincre les milices kurdes en Syrie et en Iran pour vaincre l'État islamique, pas comme tel, mais parce que formé par les sunnites. Erdogan et Poutine ont tenu une réunion bilatérale, qui avait pour thème principal le blé, mais où le président russe s'est plaint de la présence de sanctions, en l'occurrence sur les engrais, qui bloquent la production agricole, contribuant à aggraver les problèmes de malnutrition dans le monde. la présence de la Turquie apparaît extrêmement singulière car elle reste une composante de l'Alliance atlantique : il est clair que la stratégie d'Erdogan a pour objectif une pertinence internationale mais c'est un comportement qui ne peut pas avoir été convenu avec l'OTAN et qui qualifie la Turquie de moins et membre moins fiable. Pendant ce temps, l'Iran a souligné la légitimité de l'invasion du pays ukrainien par Moscou, le motivant par la nécessité d'arrêter l'avancée occidentale et l'objectif américain d'affaiblir Moscou. Pour l'Iran, l'organisation de ce sommet trilatéral est la réponse à la visite de Biden en Israël et en Arabie saoudite, ennemis historiques de Téhéran. L'une des autres raisons de la rencontre était la Syrie : la Russie et l'Iran soutiennent le régime d'Assad, tandis que les ambitions de la Turquie sur le Kurdistan syrien sont désormais tristement connues : l'objectif serait de mettre fin à la guerre syrienne, qui, à ce jour, se poursuit depuis onze ans et, précisément à cette fin, Moscou et Téhéran ont fait pression sur Ankara pour qu'elle empêche Washington de fournir davantage d'aide aux rebelles qui contrôlent les zones où Assad est incapable de rétablir son pouvoir. L'objectif minimum pour la Turquie est d'avoir une bande de territoire d'une trentaine de kilomètres entre la frontière turque et la zone occupée par les Kurdes, pour y parvenir, Erdogan a menacé d'une intervention armée, ce à quoi, pourtant, tant la Russie que l'Iran, en faveur d'un retour dans l'espace de souveraineté d'Assad et parce qu'ils étaient tous les deux exhortés par les Kurdes à se protéger d'éventuelles attaques d'Ankara. Les trois pays forment le comité de garantie pour la Syrie, connu sous le nom d'Astana et reconnu par les Nations Unies ; selon le régime syrien, la Turquie profite de ce rôle pour poursuivre ses propres fins, plutôt que de travailler à la fin du conflit syrien. La réunion a également servi à tenter de multiplier par quatre les échanges commerciaux entre la Turquie et l'Iran, de 7 500 à 30 000 millions de dollars. Rappelons qu'Ankara a définitivement modifié positivement ses relations avec l'Arabie saoudite, après l'assassinat d'un journaliste arabe d'opposition sur son territoire, ignorant la question et développant des accords commerciaux avec les Saoudiens, pour relancer l'économie turque en crise. La reprise de ces relations avait provoqué la protestation iranienne, que le récent sommet visait également à rétablir des contacts positifs entre les deux pays. En fait, le développement d'une expansion commerciale sert les deux camps : pour l'Iran, c'est un moyen de contourner les sanctions et pour la Turquie, c'est une énième tentative de relance d'une économie en grave crise, mais d'un point de vue géopolitique ce n'est pas le cas clairement si Ankara est un allié peu fiable de l'Occident ou si ces contacts, tant avec l'Iran qu'avec Moscou, ne sont pas une tentative de maintenir une sorte de lien avec ces pays sur un mandat officieux de l'Occident. La différence, bien sûr, est très importante et peut déterminer l'avenir politique de la Turquie.

Irã, Rússia e Turquia se reúnem em cúpula trilateral

 A Rússia emergiu do isolamento internacional desde que começou a guerra de agressão contra a Ucrânia. Na capital iraniana, Putin conheceu Erdogan e o senhorio, o presidente do Irã Raisi. Além da desculpa das negociações para desbloquear o transporte de grãos, os três chefes de Estado falaram sobre questões sobre a cooperação entre os três países para erradicar definitivamente as organizações terroristas e garantir à população civil o cumprimento do direito internacional. É curioso que precisamente três países que continuam a violar o direito internacional há algum tempo se refiram precisamente ao seu respeito. Na realidade, os três países têm uma visão particular de respeito às normas internacionais, ou seja, funcional aos seus interesses individuais; nesta fase a Rússia quer fazer parte da Ucrânia, senão toda ela, porque a considera como uma área de sua própria influência, a Turquia quer derrotar as milícias curdas na Síria e no Irã para derrotar o Estado Islâmico, não como tal, mas porque formado por sunitas. Erdogan e Putin realizaram um encontro bilateral, que teve o trigo como tema principal, mas onde o presidente russo reclamou da presença de sanções, neste caso sobre fertilizantes, que bloqueiam a produção agrícola, contribuindo para aumentar os problemas de desnutrição mundial. a presença da Turquia parece extremamente singular porque ainda é um componente da Aliança Atlântica: é claro que a estratégia de Erdogan tem como objetivo uma relevância internacional, mas é um comportamento que não pode ter sido acordado com a OTAN e que qualifica a Turquia como um país menos e membro menos confiável. Enquanto isso, o Irã ressaltou a legitimidade da invasão de Moscou ao país ucraniano, motivando-a com a necessidade de deter o avanço ocidental e o objetivo americano de enfraquecer Moscou. Para o Irã, a organização desta cúpula trilateral é a resposta à visita de Biden a Israel e Arábia Saudita, inimigos históricos de Teerã. Um dos outros motivos do encontro foi a Síria: Rússia e Irã apoiam o regime de Assad, enquanto as ambições da Turquia no Curdistão sírio agora são tristemente conhecidas: o objetivo seria acabar com a guerra na Síria, que, até agora, vem acontecendo há onze anos e, justamente para isso, Moscou e Teerã pressionaram Ancara a impedir Washington de fornecer mais ajuda aos rebeldes que controlam as áreas onde Assad não consegue restabelecer seu governo. O objetivo mínimo para a Turquia é ter uma faixa de território de trinta quilômetros entre a fronteira turca e a área ocupada pelos curdos, para isso, Erdogan ameaçou uma intervenção armada, que, no entanto, tanto a Rússia são contra. a favor de um retorno à área de soberania de Assad e porque ambos foram instados pelos curdos a terem proteção contra quaisquer ataques de Ancara. Os três países formam o comitê de garantia para a Síria, conhecido como Astana, e reconhecido pelas Nações Unidas; de acordo com o regime sírio, a Turquia está aproveitando esse papel para perseguir seus próprios objetivos, em vez de trabalhar para o fim do conflito sírio. A reunião serviu também para tentar aumentar as trocas comerciais entre a Turquia e o Irã por um fator de quatro, de 7.500 para 30.000 milhões de dólares. Deve ser lembrado que Ancara mudou definitivamente positivamente suas relações com a Arábia Saudita, após o assassinato de um jornalista árabe da oposição em seu território, ignorando o assunto e desenvolvendo acordos comerciais com os sauditas, para reviver a economia turca em crise. A retomada dessas relações causou o protesto iraniano, que a recente cúpula também visava restabelecer contatos positivos entre os dois países. De facto, o desenvolvimento de uma expansão comercial serve a ambos os lados: para o Irão é uma forma de contornar as sanções e para a Turquia constitui mais uma tentativa de reanimar uma economia em grave crise, mas do ponto de vista geopolítico não é claro se Ancara é um aliado não confiável do Ocidente ou se esses contatos, tanto com o Irã quanto com Moscou, não são uma tentativa de manter uma espécie de conexão com esses países por um mandato não oficial do Ocidente. A diferença, é claro, é muito significativa e pode determinar o futuro político da Turquia.

Иран, Россия и Турция встречаются на трехстороннем саммите

 Россия вышла из международной изоляции с тех пор, как начала агрессивную войну против Украины. В иранской столице Путин встретился с Эрдоганом и арендодателем, президентом Ирана Раиси. Помимо повода для переговоров по разблокированию перевозки зерна, главы трех государств обсудили вопросы сотрудничества между тремя странами по окончательному искоренению террористических организаций, чтобы гарантировать гражданскому населению соблюдение норм международного права. Любопытно, что ровно три страны, продолжающие какое-то время нарушать международное право, имеют в виду именно его уважение. На самом деле у трех стран особое видение соблюдения международных стандартов, то есть такое, которое отвечает их личным интересам; на данном этапе Россия хочет забрать часть Украины, если не всю, потому что рассматривает ее как зону своего влияния, Турция хочет победить курдских ополченцев в Сирии и Иран, чтобы победить Исламское государство, а не как такие, а потому сформированы суннитами. Эрдоган и Путин провели двустороннюю встречу, главной темой которой была пшеница, но на которой российский президент пожаловался на наличие санкций, в данном случае на удобрения, которые блокируют сельскохозяйственное производство, помогая усугубить проблемы недоедания в мире. присутствие Турции кажется крайне странным, поскольку она по-прежнему является частью Атлантического альянса: ясно, что стратегия Эрдогана имеет своей целью международное значение, но такое поведение не может быть согласовано с НАТО и квалифицирует Турцию как менее и менее надежный член. Тем временем Иран подчеркивал легитимность вторжения Москвы в Украину, мотивируя это необходимостью остановить продвижение Запада и американской целью ослабить Москву. Для Ирана организация этого трехстороннего саммита является ответом на визит Байдена в Израиль и Саудовскую Аравию, исторических врагов Тегерана. Еще одной причиной встречи была Сирия: Россия и Иран поддерживают режим Асада, а амбиции Турции в отношении сирийского Курдистана теперь печально известны: целью было бы окончание сирийской войны, которая, к настоящему времени, продолжается. в течение одиннадцати лет, и именно с этой целью Москва и Тегеран оказывали давление на Анкару, чтобы помешать Вашингтону оказывать дополнительную помощь повстанцам, которые контролируют районы, где Асад не может восстановить свое правление. Минимальная цель для Турции - иметь полосу территории в тридцать километров между турецкой границей и территорией, оккупированной курдами, для достижения этого Эрдоган пригрозил вооруженной интервенцией, против чего, однако, выступает как Россия, так и Иран, в пользу возвращения в зону суверенитета Асада и потому, что они оба были призваны курдами иметь защиту от любых нападений со стороны Анкары. Три страны образуют гарантийный комитет для Сирии, известный как Астана и признанный Организацией Объединенных Наций; согласно сирийскому режиму, Турция использует эту роль в своих интересах, а не стремится к прекращению сирийского конфликта. Встреча также послужила попыткой увеличить торговый обмен между Турцией и Ираном в четыре раза, с 7 500 до 30 000 миллионов долларов. Следует помнить, что Анкара определенно положительно изменила свои отношения с Саудовской Аравией, после убийства оппозиционного арабского журналиста на своей территории, игнорирование вопроса и разработка торговых соглашений с саудовцами для оживления турецкой экономики в условиях кризиса. Возобновление этих отношений вызвало иранский протест, который на недавнем саммите также был направлен на восстановление позитивных контактов между двумя странами. По сути, развитие коммерческой экспансии служит обеим сторонам: для Ирана это способ обойти санкции, а для Турции – очередная попытка оживить экономику, находящуюся в серьезном кризисе, однако с геополитической точки зрения это не так. Ясно, является ли Анкара ненадежным союзником Запада или эти контакты, как с Ираном, так и с Москвой, не являются попыткой поддерживать некую связь с этими странами по неофициальному мандату Запада. Разница, конечно, очень существенная и может определить политическое будущее Турции.