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mercoledì 24 agosto 2022

شكوك حول هجوم موسكو

 فيما يتعلق بالهجوم الذي أودى بحياة ابنة المنظر الرئيسي للسيطرة الروسية على أوراسيا ، لا يمكن أن يكون هناك شك في فعاليته في دعم إحياء الإجماع على الحرب ضد أوكرانيا. كما أن الحل شبه الفوري للقضية من قبل الأجهزة السرية الروسية ، والذي تم بسرعة ، والذي يمكن استخدامه لمنع الحادث بطريقة وقائية ، يساهم أيضًا في تعزيز هذه الشكوك. تتأثر المنطقة الأكثر تطرفاً التي تدعم الرئيس بوتين ، وهي المنطقة التي تستجيب لوالد الضحية الذي يشير إلى النظرية ، التي تطورت مع انهيار الإمبراطورية القيصرية ووضعها جانباً في الفترة الشيوعية ، لدعم روسيا للغرب الليبرالي. على الرغم من أن والد الضحية ، الذي كان من الممكن أن يوجه الهجوم إليه ، قد أشار إليه الكثيرون على أنه منظّر بوتين ، إلا أنه لا يوجد دليل ملموس على هذا الارتباط ، ومع ذلك فإن الوجود النشط لهذا الجزء المتطرف من الكرملين مؤيديه يعمل بشكل مباشر. إلى ما كان دائمًا برنامجه الانتخابي ، القائم على إعادة روسيا إلى ما يُعتقد أنه دورها كقوة عظمى ، وحاليًا ، البرنامج العسكري والجيوسياسي لإعادة احتلال الدولة الأوكرانية وإعادتها مباشرة إلى نفوذها ، لوضع في الممارسة العملية لإعادة إنشاء منطقة النفوذ التي كانت تنتمي بالفعل إلى الاتحاد السوفيتي. الحرب ضد كييف ، التي كان من المفترض أن تسير في الاتجاه الآخر ، هي أيضًا حرب ضد الغرب ، ولكن من الأهمية بمكان أن بوتين يعتبرها الهدف الأساسي لأن تصبح نموذجًا لجميع الشعوب والأمم أكثر مما تعتبره موسكو مثالًا لها. منطقة نفوذها الحصري: إن تسليم أوكرانيا هو تحذير لجميع تلك الدول التي لديها طموحات للانفصال عن الهيمنة الروسية ، وربما الذهاب إلى الغرب. بالطبع الهدف هو أيضًا وقف التوسع والوجود الغربي على الحدود الروسية ، لكن الأهداف بالطبع تسير جنبًا إلى جنب. يبدو الإجماع العام للروس تجاه العملية العسكرية الخاصة أقل اقتناعا ، على الرغم من الحظر المفروض على الاحتجاج العام ، إلا أن هناك علامات على الشعور بالضيق من العقوبات ، التي تسببت في تدهور نوعية حياة السكان ، وما فوق. كل ذلك ، صعوبة العثور على المقاتلين الضروريين لمواصلة الصراع في أوكرانيا. إن الالتزام بمعالجة أفقر السكان الذين يزودون بجنود غير مستعدين من الجزء الشرقي من البلاد هو إشارة بليغة لرفض التجنيد ، وبالتالي ، مشاركة حرب بوتين ، من جانب أغنى السكان الروس وأكثرهم تعليماً ؛ علاوة على ذلك ، فإن عداء أقارب القتلى والجنود الأسرى من الأوكرانيين آخذ في الازدياد ، الذين يلجأون بشكل متزايد إلى كل الوسائل للحصول على أخبار أقاربهم. يجد بوتين نفسه في موقف بلا مخرج: الانسحاب المحتمل سيكون معادلاً للهزيمة والهزيمة يمكن أن تسقط محطة الطاقة الروسية بأكملها ، وهذا التقييم يؤدي إلى اعتبارين بشأن الهجوم: على الرغم من اتهام موسكو لأوكرانيا على الفور ، يبدو من غير المحتمل أن تكون كييف قد أكملت مثل هذه العملية الصعبة ، دون المطالبة بها. هناك أيضًا احتمال أن يكون الإرهابيون الروس المعارضون لنظام بوتين قد وضعوا القنبلة ، لكن هذا الاحتمال يبدو أكثر صعوبة في نظام تكون فيه السيطرة على الأجهزة الأمنية صارمة للغاية وتستخدم أدوات تقنية عالية المستوى ، مثل كتعرف على الوجه. إذا تم استبعاد هذه الفرضيات ، فلا يسع المرء إلا أن يفترض هجومًا استفزه الجهاز الروسي نفسه لإثارة استياء أكبر تجاه الدولة الأوكرانية ، بعد كل شيء ، كانت التصريحات التهديدية للسيادة والقوميين الحاضرين في الجنازة عنيفة بشكل خاص تجاه كييف. ومع ذلك ، إذا كان هذا صحيحًا ، فهذا يعني أن بوتين يشعر أيضًا بانهيار حتى الجانب الأكثر قومية وودية من مؤيديه: حقيقة مقلقة للغاية لأنها تندد بالبعد عن الرئيس الروسي وأتباعه الذين هم أكثر اقتناعًا بصواب العملية العسكرية ، لدرجة أنهم بحاجة إلى عمل استفزازي لإثارة الغضب اللازم لدعم الصراع. الفرضية الأخرى هي أنه مع الهجوم ، يتم إعطاء الأمل في الحصول على دعم أكبر في أكثر شرائح السكان رفضًا للحرب ، والتي لا تزال حساسة تجاه القومية الروسية ، شكلاً ملموسًا. على أي حال ، لفتة يائسة من قبل نظام الكرملين تشير إلى صعوبة متزايدة في ساحة المعركة وعلى الموافقة في الداخل ، والتي يمكن أن تمثل بداية النهاية لرئيس الكرملين وعصابته.

mercoledì 10 agosto 2022

Le esercitazioni cinesi su Taiwan mettono in pericolo la pace mondiale

 Sebbene Pechino non si sia mai allontanata dalla retorica di “una sola Cina”, che considera Taiwan parte della propria nazione, i limiti ufficiosi delle acque territoriali e dello spazio aereo, fino ad ora erano stati più o meno rispettati in modo continuativo. L’occasione della visita non concordata della speaker della Camera americana, Nancy Pelosi, a Taipei ha scatenato la reazione della Cina, che ha intrapreso la simulazione dell’invasione dell’isola con esercitazioni che, è stato annunciato, proseguiranno in maniera regolare. L’uso  volontario di proiettili veri aumenta il rischio di un incidente militare, che comprende la tattica volontaria di scatenare una reazione dalla parte delle forze di Taiwan, che fornirebbe a Pechino l’alibi per il tanto annunciato attacco. Nel frattempo le intenzioni cinesi sono sempre più evidenti, dato che l’annunciata fine del blocco militare dell’isola, protratto già per 72 ore e mai accaduto finora, è stato prolungato con ulteriori esercitazioni che rappresentano una dimostrazione di prova di forza e mettono in pericolo la pace in maniera consistente. La giustificazione cinese di queste esercitazioni, che, secondo Pechino, avvengono nel rispetto delle normative internazionali, risiedono nell’obiettivo di mettere sull’avviso chi nuoce alle mire di Pechino, in sostanza gli USA, ed intensificare le azioni contro quelli che sono considerati secessionisti. Le esercitazioni lambiscono il territorio della Corea del Sud ed alcuni missili cinesi sono entrati nella zona esclusiva del mare del Giappone, indirettamente l’intenzione è quella di intimidire gli alleati degli americani e dimostrare a Washington di non temere le forze armate statunitensi presenti nei paesi limitrofi alla Cina. Da parte di Tokyo ci sono state proteste ufficiali ed è stato coinvolto anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, in visita nella capitale giapponese; il pericolo di uno scontro nucleare è tornato concreto dopo decenni e la massima carica delle Nazioni Unite ha pubblicamente invitato gli stati che sono dotati dell’arma atomica ad astenersene dall’uso, per evitare una escalation nucleare. Anche Taiwan, però, ha condotto esercitazioni per la sua artiglieria, utilizzando armamenti fabbricati negli USA: ancora un fatto ulteriore che mette a rischio la pace nella regione per la possibilità che questi lanci possano colpire obiettivi di Pechino. Dal punto di vista diplomatico Pechino ha interrotto con Washington il dialogo comune sulla sicurezza, instaurato proprio per evitare incidenti militari, potenzialmente in grado di portare le due potenze al conflitto; secondo il ministero della Difesa cinese, questo fatto è la diretta conseguenza della condotta americana, che con la visita di Nancy Pelosi, ha contravvenuto ai patti tra i due paesi. In realtà la mossa americana è stata effettuata come un preciso calcolo politico, che testimonia la volontà di proteggere Taiwan da una invasione militare, che potrebbe avvicinarsi pericolosamente e che la Cina potrebbe intraprendere per l’impegno americano maggiormente concentrato sulla guerra ucraina: anche in questo caso potrebbe trattarsi di un calcolo pericoloso perché  gli USA hanno più volte dichiarato, che in caso di  invasione di Taiwan l’impegno militare di Washington sarà diretto, al contrario di quello verso Kiev, che si è limitato a forniture, anche ingenti, di armamenti. La Casa Bianca, per il momento, continua a non riconoscere ufficialmente Taiwan, anche se la visita della Speaker della Camera è un riconoscimento implicito, così come, per ora, non ha ancora messo in dubbio il principio cinese di una sola nazione, comprendente anche Taiwan; tuttavia un riconoscimento formale potrebbe essere un argine diplomatico alle mire di Pechino, anche se esistono una serie di ragionamenti da fare circa le implicazioni economiche dei rapporti tra occidente ed oriente. Anche l’Europa dovrebbe assumere un ruolo più deciso sulla questione, anziché restare sempre nelle retrovie. Interrompere i commerci dalla Cina sarebbe una decisione certamente più svantaggiosa per Pechino, soprattutto in un momento come l’attuale dove al crescita economica è fortemente contratta; è chiaro che lo sforzo diplomatico dovrebbe essere enorme, specie se affiancato alla questione del conflitto ucraino, ma Bruxelles deve trovare il modo di recitare un ruolo da protagonista in questa vicenda, se vuole aumentare il suo peso politico a livello globale. E’ giunto il momento che l’invadenza cinese venga in qualche modo contenuta e la strada diplomatica ed economica è quella che appare più percorribile.

Chinese exercises on Taiwan endanger world peace

 Although Beijing has never strayed from the "one China" rhetoric, which considers Taiwan to be part of its own nation, the unofficial limits of territorial waters and airspace have until now been more or less continuously respected. The occasion of the unscheduled visit of the speaker of the American House, Nancy Pelosi, to Taipei sparked the reaction of China, which has undertaken the simulation of the invasion of the island with exercises that, it has been announced, will continue on a regular basis. The voluntary use of live bullets increases the risk of a military accident, which includes the voluntary tactic of unleashing a reaction from the side of the Taiwanese forces, which would provide Beijing with an alibi for the much-heralded attack. Meanwhile, Chinese intentions are increasingly evident, given that the announced end of the military blockade of the island, which has already lasted for 72 hours and has never happened before, has been prolonged with further exercises that represent a show of strength and put in place I threaten peace in a consistent way. The Chinese justification for these exercises, which, according to Beijing, take place in compliance with international regulations, lies in the objective of warning those who harm Beijing's aims, essentially the US, and intensify actions against those who are considered secessionists. . The exercises touch the territory of South Korea and some Chinese missiles have entered the exclusive area of ​​the sea of ​​Japan, indirectly the intention is to intimidate the allies of the Americans and demonstrate to Washington that it does not fear the US armed forces present in neighboring countries. to China. On the part of Tokyo there were official protests and the Secretary General of the United Nations, visiting the Japanese capital, was also involved; the danger of a nuclear confrontation has returned to concrete after decades and the highest office of the United Nations has publicly called on states that are equipped with nuclear weapons to refrain from using it, to avoid a nuclear escalation. However, Taiwan has also conducted exercises for its artillery, using US-made weapons: yet another fact that jeopardizes the peace in the region due to the possibility that these launches could hit Beijing targets. From a diplomatic point of view, Beijing has interrupted the common dialogue on security with Washington, established precisely to avoid military incidents, potentially capable of bringing the two powers to conflict; according to the Chinese Ministry of Defense, this fact is the direct consequence of the American conduct, which with the visit of Nancy Pelosi, contravened the agreements between the two countries. In reality, the American move was carried out as a precise political calculation, which testifies the desire to protect Taiwan from a military invasion, which could come dangerously close and that China could undertake due to the American commitment more focused on the Ukrainian war: also in this the case could be a dangerous calculation because the US has repeatedly declared that in the event of an invasion of Taiwan, Washington's military commitment will be directed, as opposed to that towards Kiev, which was limited to supplies, even large ones, of armaments . The White House, for the moment, continues not to officially recognize Taiwan, even if the visit of the Speaker of the House is an implicit recognition, just as, for now, it has not yet questioned the Chinese principle of one nation, which also includes Taiwan; however, formal recognition could be a diplomatic barrier to Beijing's aims, even if there are a number of arguments to be made about the economic implications of relations between West and East. Europe should also take a more decisive role on the issue, rather than always remaining in the sidelines. Stopping trade from China would certainly be a more disadvantageous decision for Beijing, especially at a time like the present where economic growth is severely contracted; it is clear that the diplomatic effort should be enormous, especially if coupled with the question of the Ukrainian conflict, but Brussels must find a way to play a leading role in this affair if it is to increase its political weight globally. The time has come for Chinese intrusiveness to be contained in some way and the diplomatic and economic path is the one that appears to be more viable.

Ejercicios chinos en Taiwán ponen en peligro la paz mundial

 Aunque Beijing nunca se ha desviado de la retórica de "una sola China", que considera a Taiwán como parte de su propia nación, los límites no oficiales de las aguas territoriales y el espacio aéreo se han respetado hasta ahora de forma más o menos continua. Con motivo de la visita no programada de la presidenta de la Cámara estadounidense, Nancy Pelosi, a Taipéi suscitó la reacción de China, que ha emprendido el simulacro de la invasión de la isla con ejercicios que, se ha anunciado, continuarán de forma regular base. El uso voluntario de balas reales aumenta el riesgo de un accidente militar, que incluye la táctica voluntaria de desencadenar una reacción del lado de las fuerzas taiwanesas, lo que proporcionaría a Beijing una coartada para el tan anunciado ataque. Mientras tanto, las intenciones chinas son cada vez más evidentes, dado que el anunciado fin del bloqueo militar a la isla, que ya dura 72 horas y nunca antes había sucedido, se ha prolongado con más ejercicios que representan una demostración de fuerza y ​​han puesto en marcha Amenazo la paz de manera consistente. La justificación china de estos ejercicios, que, según Pekín, se desarrollan en cumplimiento de la normativa internacional, radica en el objetivo de advertir a quienes perjudican los objetivos de Pekín, fundamentalmente EE.UU., e intensificar las acciones contra quienes son considerados secesionistas. Los ejercicios tocan territorio de Corea del Sur y algunos misiles chinos han entrado en la zona exclusiva del mar de Japón, indirectamente la intención es amedrentar a los aliados de los estadounidenses y demostrarle a Washington que no le teme al ejército estadounidense. fuerzas presentes en los países vecinos a China. Por parte de Tokio hubo protestas oficiales y también intervino el Secretario General de las Naciones Unidas, de visita en la capital japonesa; el peligro de una confrontación nuclear ha vuelto a concretarse después de décadas y la máxima oficina de las Naciones Unidas ha llamado públicamente a los estados que están equipados con armas nucleares a abstenerse de usarlas, para evitar una escalada nuclear. Sin embargo, Taiwán también ha realizado ejercicios para su artillería, utilizando armas de fabricación estadounidense: otro hecho más que pone en peligro la paz en la región por la posibilidad de que estos lanzamientos alcancen objetivos de Pekín. Desde el punto de vista diplomático, Pekín ha interrumpido el diálogo común sobre seguridad con Washington, establecido precisamente para evitar incidentes militares, potencialmente capaces de poner en conflicto a las dos potencias; según el Ministerio de Defensa chino, este hecho es consecuencia directa de la conducta estadounidense, que con la visita de Nancy Pelosi, contravino los acuerdos entre ambos países. En realidad, la jugada estadounidense se llevó a cabo como un cálculo político preciso, que atestigua el deseo de proteger a Taiwán de una invasión militar, que podría acercarse peligrosamente y que China podría emprender debido al compromiso estadounidense más centrado en la guerra de Ucrania: también en este caso podría ser un cálculo peligroso porque EE.UU. ha declarado en repetidas ocasiones que en caso de una invasión de Taiwán, el compromiso militar de Washington se dirigirá, en contraposición al de Kiev, que se limitó a suministros, incluso grandes, de armamentos La Casa Blanca, por el momento, sigue sin reconocer oficialmente a Taiwán, aunque la visita del Presidente de la Cámara es un reconocimiento implícito, al igual que, por ahora, aún no ha cuestionado el principio chino de nación única, que también incluye Taiwán; sin embargo, el reconocimiento formal podría ser una barrera diplomática para los objetivos de Beijing, incluso si hay una serie de argumentos sobre las implicaciones económicas de las relaciones entre Occidente y Oriente. Europa también debería asumir un papel más decisivo en la cuestión, en lugar de permanecer siempre al margen. Detener el comercio de China sin duda sería una decisión más desventajosa para Beijing, especialmente en un momento como el actual donde el crecimiento económico está severamente contraído; está claro que el esfuerzo diplomático debe ser enorme, sobre todo si va acompañado de la cuestión del conflicto ucraniano, pero Bruselas debe encontrar la manera de desempeñar un papel de liderazgo en este asunto si quiere aumentar su peso político a nivel mundial. Ha llegado el momento de contener de alguna manera el intrusismo chino y la vía diplomática y económica es la que parece más viable.

Chinesische Übungen auf Taiwan gefährden den Weltfrieden

 Obwohl Peking nie von der „Ein-China“-Rhetorik abgewichen ist, die Taiwan als Teil seiner eigenen Nation betrachtet, wurden die inoffiziellen Grenzen der Hoheitsgewässer und des Luftraums bisher mehr oder weniger kontinuierlich respektiert. Die Gelegenheit des außerplanmäßigen Besuchs der Sprecherin des amerikanischen Repräsentantenhauses, Nancy Pelosi, in Taipeh löste die Reaktion Chinas aus, das die Simulation der Invasion der Insel mit Übungen unternommen hat, die, wie angekündigt, regelmäßig fortgesetzt werden sollen Basis. Der freiwillige Einsatz von scharfen Kugeln erhöht das Risiko eines militärischen Unfalls, was die freiwillige Taktik einschließt, eine Reaktion von Seiten der taiwanesischen Streitkräfte auszulösen, die Peking ein Alibi für den viel angekündigten Angriff liefern würde. Inzwischen werden die chinesischen Absichten immer deutlicher, da das angekündigte Ende der Militärblockade der Insel, die bereits 72 Stunden andauert und noch nie zuvor stattgefunden hat, mit weiteren Übungen verlängert und in Kraft gesetzt wurde, die eine Demonstration der Stärke darstellen Ich bedrohe den Frieden konsequent. Die chinesische Rechtfertigung für diese Übungen, die Peking zufolge unter Einhaltung internationaler Vorschriften stattfinden, liegt in dem Ziel, diejenigen zu warnen, die den Zielen Pekings, im Wesentlichen den USA, schaden, und die Maßnahmen gegen diejenigen zu intensivieren, die als Sezessionisten gelten. Die Übungen berühren das Territorium Südkoreas und einige chinesische Raketen sind in das exklusive Gebiet des Japanischen Meeres eingedrungen. Indirekt sollen die Verbündeten der Amerikaner eingeschüchtert und Washington demonstriert werden, dass es die US-Armee nicht fürchtet Kräfte in den Nachbarländern nach China. Seitens Tokios gab es offizielle Proteste und auch der Generalsekretär der Vereinten Nationen, der die japanische Hauptstadt besuchte, war daran beteiligt; die Gefahr einer nuklearen Konfrontation ist nach Jahrzehnten wieder konkret geworden und das höchste Amt der Vereinten Nationen hat Staaten, die mit Atomwaffen ausgestattet sind, öffentlich aufgefordert, auf deren Einsatz zu verzichten, um eine nukleare Eskalation zu vermeiden. Taiwan hat jedoch auch Übungen für seine Artillerie mit in den USA hergestellten Waffen durchgeführt: eine weitere Tatsache, die den Frieden in der Region gefährdet, da die Möglichkeit besteht, dass diese Raketen Peking-Ziele treffen könnten. Aus diplomatischer Sicht hat Peking den gemeinsamen Sicherheitsdialog mit Washington unterbrochen, der gerade eingerichtet wurde, um militärische Zwischenfälle zu vermeiden, die möglicherweise die beiden Mächte in Konflikt bringen könnten; Laut dem chinesischen Verteidigungsministerium ist diese Tatsache die direkte Folge des amerikanischen Verhaltens, das mit dem Besuch von Nancy Pelosi gegen die Vereinbarungen zwischen den beiden Ländern verstoßen hat. In Wirklichkeit wurde der amerikanische Schritt als präzises politisches Kalkül durchgeführt, was von dem Wunsch zeugt, Taiwan vor einer Militärinvasion zu schützen, die sich gefährlich nähern könnte und die China aufgrund des amerikanischen Engagements stärker auf den Ukrainekrieg unternehmen könnte: auch insofern könnte der Fall ein gefährliches Kalkül sein, weil die USA wiederholt erklärt haben, dass sich Washingtons militärisches Engagement im Falle einer Invasion Taiwans richten wird, im Gegensatz zu dem auf Kiew, das sich auf Lieferungen, auch große, beschränkte Rüstung . Das Weiße Haus erkennt Taiwan derzeit weiterhin nicht offiziell an, auch wenn der Besuch des Sprechers des Hauses eine implizite Anerkennung ist, ebenso wie es das chinesische Prinzip einer Nation vorerst noch nicht in Frage gestellt hat, was auch umfasst Taiwan; Eine formelle Anerkennung könnte jedoch ein diplomatisches Hindernis für Pekings Ziele darstellen, auch wenn es eine Reihe von Argumenten über die wirtschaftlichen Auswirkungen der Beziehungen zwischen West und Ost gibt. Auch Europa sollte in dieser Frage eine entschiedenere Rolle einnehmen, anstatt immer nur am Rande zu bleiben. Den Handel mit China zu stoppen, wäre sicherlich eine nachteiligere Entscheidung für Peking, insbesondere in einer Zeit wie der jetzigen, in der das Wirtschaftswachstum stark zurückgeht; Es ist klar, dass die diplomatischen Anstrengungen enorm sein sollten, insbesondere in Verbindung mit der Frage des Ukraine-Konflikts, aber Brüssel muss einen Weg finden, in dieser Angelegenheit eine führende Rolle zu spielen, wenn es sein politisches Gewicht weltweit erhöhen will. Es ist an der Zeit, die chinesische Einmischung in irgendeiner Weise einzudämmen, und der diplomatische und wirtschaftliche Weg scheint gangbarer zu sein.

Les exercices chinois à Taïwan mettent en danger la paix mondiale

 Si Pékin ne s'est jamais écarté de la rhétorique « une Chine », qui considère Taïwan comme faisant partie de sa propre nation, les limites non officielles des eaux territoriales et de l'espace aérien ont jusqu'à présent été plus ou moins continuellement respectées. L'occasion de la visite imprévue de la présidente de la Maison américaine, Nancy Pelosi, à Taipei a suscité la réaction de la Chine, qui a entrepris la simulation de l'invasion de l'île avec des exercices qui, a-t-on annoncé, se poursuivront régulièrement base. L'utilisation volontaire de balles réelles augmente le risque d'accident militaire, ce qui inclut la tactique volontaire consistant à déclencher une réaction du côté des forces taïwanaises, ce qui fournirait à Pékin un alibi pour l'attaque tant annoncée. Pendant ce temps, les intentions chinoises sont de plus en plus évidentes, étant donné que la fin annoncée du blocus militaire de l'île, qui dure déjà depuis 72 heures et ne s'est jamais produite auparavant, s'est prolongée avec de nouveaux exercices qui représentent une démonstration de force et mis en place Je menace la paix de manière cohérente. La justification chinoise de ces exercices qui, selon Pékin, se déroulent dans le respect des réglementations internationales, réside dans l'objectif de mettre en garde ceux qui nuisent aux visées de Pékin, essentiellement les USA, et d'intensifier les actions contre ceux qui sont considérés comme des sécessionnistes. Les exercices touchent le territoire de la Corée du Sud et certains missiles chinois sont entrés dans la zone exclusive de la mer du Japon, indirectement l'intention est d'intimider les alliés des Américains et de démontrer à Washington qu'il ne craint pas l'armée américaine forces présentes dans les pays voisins vers la Chine. De la part de Tokyo, il y a eu des protestations officielles et le secrétaire général des Nations Unies, en visite dans la capitale japonaise, a également été impliqué ; le danger d'une confrontation nucléaire est redevenu concret après des décennies et la plus haute instance des Nations unies a publiquement appelé les États dotés d'armes nucléaires à s'abstenir de l'utiliser, afin d'éviter une escalade nucléaire. Cependant, Taïwan a également mené des exercices pour son artillerie, en utilisant des armes fabriquées aux États-Unis : un autre fait qui met en péril la paix dans la région en raison de la possibilité que ces lancements puissent toucher des cibles de Pékin. D'un point de vue diplomatique, Pékin a interrompu le dialogue commun sur la sécurité avec Washington, établi précisément pour éviter des incidents militaires, potentiellement capables d'opposer les deux puissances ; selon le ministère chinois de la Défense, ce fait est la conséquence directe de la conduite américaine, qui avec la visite de Nancy Pelosi, a contrevenu aux accords entre les deux pays. En réalité, la manœuvre américaine a été menée comme un calcul politique précis, qui témoigne de la volonté de protéger Taïwan d'une invasion militaire, qui pourrait s'approcher dangereusement et que la Chine pourrait entreprendre en raison de l'engagement américain plus axé sur la guerre ukrainienne : aussi dans ce cas, le calcul pourrait être dangereux car les États-Unis ont déclaré à plusieurs reprises qu'en cas d'invasion de Taïwan, l'engagement militaire de Washington serait dirigé, par opposition à celui vers Kiev, qui se limitait à des fournitures, même importantes, de armements. La Maison Blanche, pour l'instant, continue de ne pas reconnaître officiellement Taïwan, même si la visite du président de la Chambre est une reconnaissance implicite, tout comme, pour l'instant, elle n'a pas encore remis en cause le principe chinois d'une nation, qui comprend Taïwan ; cependant, la reconnaissance formelle pourrait être une barrière diplomatique aux objectifs de Pékin, même s'il y a un certain nombre d'arguments à faire valoir sur les implications économiques des relations entre l'Ouest et l'Est. L'Europe devrait également jouer un rôle plus décisif sur la question, plutôt que de rester toujours sur la touche. Arrêter le commerce en provenance de Chine serait certainement une décision plus désavantageuse pour Pékin, surtout à une époque comme la nôtre où la croissance économique est sévèrement contractée ; il est clair que l'effort diplomatique doit être énorme, surtout s'il est couplé à la question du conflit ukrainien, mais Bruxelles doit trouver le moyen de jouer un rôle de premier plan dans cette affaire si elle veut accroître son poids politique au niveau mondial. Le moment est venu de contenir d'une certaine manière l'intrusion chinoise et la voie diplomatique et économique est celle qui apparaît la plus viable.

Exercícios chineses em Taiwan colocam em risco a paz mundial

 Embora Pequim nunca tenha se desviado da retórica de "uma China", que considera Taiwan parte de sua própria nação, os limites não oficiais das águas territoriais e do espaço aéreo têm sido até agora mais ou menos respeitados continuamente. A ocasião da visita não programada da presidente da Câmara Americana, Nancy Pelosi, a Taipei despertou a reação da China, que empreendeu a simulação da invasão da ilha com exercícios que, foi anunciado, continuarão de forma regular. base. O uso voluntário de balas reais aumenta o risco de um acidente militar, que inclui a tática voluntária de desencadear uma reação do lado das forças taiwanesas, o que forneceria a Pequim um álibi para o tão anunciado ataque. Entretanto, as intenções chinesas são cada vez mais evidentes, uma vez que o anunciado fim do bloqueio militar à ilha, que já dura 72 horas e nunca aconteceu antes, foi prolongado com novos exercícios que representam uma demonstração de força e postos em prática Ameaço a paz de forma consistente. A justificação chinesa para estes exercícios, que, segundo Pequim, decorrem em conformidade com os regulamentos internacionais, reside no objetivo de alertar aqueles que prejudicam os objetivos de Pequim, essencialmente os EUA, e intensificar as ações contra aqueles que são considerados secessionistas. Os exercícios tocam o território da Coreia do Sul e alguns mísseis chineses entraram na área exclusiva do mar do Japão, indiretamente a intenção é intimidar os aliados dos americanos e demonstrar a Washington que não teme os EUA armados forças presentes em países vizinhos. para a China. Por parte de Tóquio houve protestos oficiais e o Secretário Geral das Nações Unidas, em visita à capital japonesa, também esteve envolvido; o perigo de um confronto nuclear voltou a ser concreto depois de décadas e o mais alto escritório das Nações Unidas pediu publicamente aos Estados equipados com armas nucleares que se abstenham de usá-las, para evitar uma escalada nuclear. No entanto, Taiwan também realizou exercícios para sua artilharia, usando armas fabricadas nos EUA: mais um fato que põe em risco a paz na região devido à possibilidade de esses lançamentos atingirem alvos de Pequim. Do ponto de vista diplomático, Pequim interrompeu o diálogo comum sobre segurança com Washington, estabelecido justamente para evitar incidentes militares, potencialmente capazes de colocar as duas potências em conflito; segundo o Ministério da Defesa chinês, este fato é consequência direta da conduta norte-americana, que com a visita de Nancy Pelosi, desrespeitou os acordos entre os dois países. Na realidade, o movimento americano foi realizado como um cálculo político preciso, que atesta o desejo de proteger Taiwan de uma invasão militar, que poderia se aproximar perigosamente e que a China poderia empreender devido ao compromisso americano mais voltado para a guerra ucraniana: também neste caso, o caso poderia ser um cálculo perigoso porque os EUA declararam repetidamente que, no caso de uma invasão de Taiwan, o compromisso militar de Washington será direcionado, ao contrário daquele para Kiev, que se limitou a suprimentos, mesmo grandes, de armamentos. A Casa Branca, por enquanto, continua não reconhecendo oficialmente Taiwan, mesmo que a visita do Presidente da Câmara seja um reconhecimento implícito, assim como, por enquanto, ainda não questionou o princípio chinês de uma nação, que também inclui Taiwan; no entanto, o reconhecimento formal pode ser uma barreira diplomática aos objetivos de Pequim, mesmo que haja uma série de argumentos a serem feitos sobre as implicações econômicas das relações entre Ocidente e Oriente. A Europa também deve ter um papel mais decisivo na questão, em vez de ficar sempre à margem. Parar o comércio da China certamente seria uma decisão mais desvantajosa para Pequim, especialmente em um momento como o atual, onde o crescimento econômico está severamente contraído; é claro que o esforço diplomático deve ser enorme, especialmente se for associado à questão do conflito ucraniano, mas Bruxelas deve encontrar uma maneira de desempenhar um papel de liderança neste caso se quiser aumentar seu peso político globalmente. Chegou a hora de conter de alguma forma a intromissão chinesa e o caminho diplomático e econômico é o que parece mais viável.