انتهت عملية الانضمام إلى منطقة شنغن ، التي بدأت في عام 2016 ، لعملية اتسمت بالأزمات الناجمة عن عبور طريق البلقان من قبل أكثر من مليون مهاجر. أثار السلوك العنيف بشكل خاص للكرواتيين انتقادات من المفوضية الأوروبية ، وكذلك من العديد من جمعيات حقوق الإنسان. يتعين على زغرب السيطرة على ثاني أكبر حدود برية للاتحاد بوسائل محدودة ، لكن هذا لا يبرر اتباع نهج قائم على الأساليب القمعية ، والتي لا تبرر ، وفقًا لثماني منظمات غير حكومية ذات صلة ، الدخول إلى منطقة شنغن ، علاوة على ذلك. أدان عدم حساسية بروكسل لحماية واحترام الحقوق المدنية. يجب أن يحقق القبول في منطقة شنغن فوائد كبيرة في مجال السياحة والنقل إلى الدولة الكرواتية ، وسيكون من المرغوب فيه أن تطلب المفوضية الأوروبية صراحة ، مقابل هذه التسهيلات ، التزامًا أكبر في مجال حماية المهاجرين. الحقوق وكذلك استعداد أكبر للترحيب بحصص المهاجرين ، وهي قضايا لم تظهر زغرب أنها شديدة الحساسية تجاهها حتى الآن. إذا كانت كرواتيا قد حصلت على القبول الذي طال انتظاره في شنغن ، فإن رومانيا وبلغاريا لا تزالان محظورتين بواسطة حق النقض الذي تحدده أسباب وظيفية لدول أخرى والتي تتأثر بمصالح حزبية حصرية ، مقنعة بأسباب المصالح العليا. أعرب رئيس البرلمان الأوروبي ومفوض الشؤون الداخلية عن خيبة أملهم فيما يتعلق باستبعاد بوخارست من منطقة شنغن ، وهو ما تطلبه الدولة الرومانية منذ أحد عشر عامًا. الجناة الرئيسيون في الرفض موجودون في فيينا ولاهاي ، حتى لو بدت هولندا أكثر ميلًا لإبداء رأي إيجابي ، ثم رفضت في النهاية. يبدو أن رومانيا تفي بمعايير القبول في شنغن ، حيث تم الحكم عليها بالفعل من قبل المفوضية وكذلك من قبل أعضاء البرلمان الأوروبي. في الواقع ، فإن الأسباب الحقيقية للرفض النمساوي ستكون اقتصادية ، فقد نددت حكومة فيينا بالفعل ، في الماضي ، بالضغوط التي تمارسها السلطات الرومانية على الشركات النمساوية وكذلك مسألة شركة النفط الحكومية في بوخارست ، التي تنتمي إلى الشركة النمساوية. الشركة ، هو سبب التوتر بين البلدين. في الواقع ، كانت الأسباب التي قدمت لتبرير رفض فيينا تتعلق بـ 75000 مهاجر غير شرعي موجودين في النمسا ، بكمية أعلن أنها لا يمكن السيطرة عليها ؛ ومع ذلك ، فإن حركة الهجرة نحو النمسا تأتي في الغالب من كرواتيا والمجر ، ولكن يتم إلقاء اللوم على رومانيا وبلغاريا لأسباب سياسية داخلية ، أي لإرضاء الناخبين اليمينيين والإشارة إلى الاتحاد أن النمسا لديها طلبات لجوء أكثر من ذلك بكثير. يمكن التعامل مع. لذلك ، تبرز النمسا مرة أخرى لممارستها لسياسة أنانية تخاطر بتعريض التوازن الهش بالفعل للتماسك الأوروبي للخطر ، مما يؤدي إلى ثني مصالح المجموعة لصالحها الفردية ؛ وبالتالي ، فإن حق النقض ضد بلغاريا ، الذي لا يزال مسؤولية النمساويين والهولنديين ، يهدد بتوجيه الدولة البلغارية نحو مواقف أقرب إلى روسيا. تحفز هولندا على رفضها بسبب الافتقار إلى الشروط الدنيا لعمل سيادة القانون ، وهو عيب لاحظه الهولنديون مرارًا وتكرارًا ، والذي كان معارضة دخول بلغاريا إلى منطقة شنغن ، من قبل أمستردام ، أمرًا متوقعًا حقيقة؛ غير متوقع تقريبًا ، على العكس من ذلك ، حق النقض من النمسا ، والذي ربط الأسباب المتعلقة بقضايا الهجرة الصالحة لرومانيا أيضًا بالأمة البلغارية. رداً على هذا الرفض ، هددت الحكومة في صوفيا بالانتقام من البلدين ، مسلطة الضوء ، مرة أخرى ، على أن آلية الإجماع الآن ليست فقط بالية ولكن من الواضح أنها ضارة بسياسة الاتحاد الأوروبي. من وجهة نظر استراتيجية ، فإن عدم قبول بلغاريا في شنغن يمثل خطأ فادحًا ، لأنه يحدث في بلد مسدود بشدة بسبب أزمة مؤسسية ، بسبب عدم الاتفاق على تشكيل الحكومة ، منذ الانتخابات. نتيجة أكتوبر الماضي ، من قبل قوى الأغلبية الموالية للغرب وهذا يمكن فقط لصالح القوى ضد الاتحاد الأوروبي ، الذين ، في الوقت نفسه ، يتعاطفون علانية مع بوتين. وبالتالي ، تتحمل النمسا وهولندا ، برفضهما تجاه بلغاريا ورومانيا ، المسؤولية عن مخاطر تناقص التعاطف الأوروبي في الأراضي المتاخمة للصراع: نتيجة لم يتم تقييمها بعناية أو التغلب عليها فقط من خلال المصالح الحزبية التافهة.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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giovedì 15 dicembre 2022
mercoledì 7 dicembre 2022
Il difficile processo di ammissione dei paesi balcanici nell'Unione Europea
La strategia dell’Unione Europea avanza piano e con diversi dubbi circa l’ammissione dei paesi balcanici all’interno della propria organizzazione. L’intenzione principale è quella di sottrarre le nazioni balcaniche dalla potenziale influenza russa, che costringerebbe l’Europa ad una ulteriore presenza di Mosca sui propri confini; dall’altro lato, però, continuano i dubbi sull’esistenza delle condizioni richieste da Bruxelles ed anche sulla reale opportunità di allargare i membri dell’unione a paesi non troppo convinti dei principi europei e ambiziosi principalmente di entrare nel mercato più ricco del mondo e di usufruire delle ricche sovvenzioni dell’Unione Europea. Il rapporto costi benefici dell’ammissione di Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia si concentra proprio sul dilemma tra l’esigenza di sottrarre all’influenza russa paesi dove la simpatia per Mosca è comunque presente ed elevata e la gestione di paesi che potrebbe assomigliare al rapporto con quelli del patto di Visegrad. Con le attuali norme europee basate sull’unanimità delle decisioni, consentire l’ingresso di nuovi membri, dei quali non si hanno le più complete garanzie, appare un rischio tale in grado di indebolire ancora di più i precari equilibri che governano l’Unione; diverso sarebbe il caso dove il criterio dell’unanimità fosse superata da quello della maggioranza, in grado di rendere impossibile il blocco delle decisioni e consentire una governabilità dell’ente sovranazionale più veloce e non bloccato da esigenze contingenti, anche e soprattutto politiche, dei singoli soggetti statali. Per il momento, quindi, si procede lentamente, con aiuti per combattere la crisi energetica ed altre concessioni pratiche, ma di importanza minore, come l’estensione del roaming telefonico; oltre ad una dichiarazione formale in cui l'Ue ha ribadito "il suo impegno totale e inequivocabile per la prospettiva europea di tutte le paesi dei Balcani occidentali». Tuttavia questi piccoli progressi devono essere visti con un’ottica positiva, perché il vertice tra i paesi candidati e la presidente della Commissione ha prodotto una intenzione di affrontare insieme le difficoltà prodotte dalla guerra ucraina e buone prospettive, seppure nel medio periodo, sul futuro dei rapporti tra le parti. Anche il Presidente del Consiglio europeo ha usato parole di ottimismo per l’entrata in Europa dei paesi baltici, ma con una tempistica non immediata, confermando ancora l’ipotesi di un iter non certo breve, ma, apparentemente, ineluttabile. Per alcuni paesi l’integrazione potrebbe essere più vicina ed, effettivamente, per Albania, Montenegro e Macedonia del Nord, il fatto di essere già membri dell’Alleanza Atlantica costituisce un fattore preferenziale per l’ammissione a Bruxelles, anche se sono ancora presenti ostacoli circa i requisiti richiesti dall’Unione e sui quali queste nazioni si sono impegnate a lavorare per raggiungere gli standard richiesti. Il percorso della Bosnia appare più lungo a causa della sua instabilità costituzionale, che ha assunto una cronicità, che costituisce un motivo di rallentamento decisivo per il percorso di ammissione. La questione del Kosovo risulta ancora più complicata, perché il paese balcanico al momento è conscio di non potere neppure avviare un processo di ammissione perché deve risolvere i problemi del riconoscimento internazionale per la sua dichiarazione di indipendenza unilaterale ed il mancato riconoscimento di Serbia, la Federazione Russa e, soprattutto di 5 membri dell'UE (Spagna, Cipro, Grecia, Slovacchia e Romania), e la Repubblica Popolare Cinese; in Europa l’ostacolo maggiore è rappresentato da Madrid, che rifiuta il riconoscimento paragonando la secessione del Kosovo a quella tentata dalla catalogna. Il caso più complesso è però rappresentato dalla Serbia, che afferma di volere procedere verso l’ammissione all’Unione, ma, nel contempo, mantenere i propri legami con la Russia, che non sono solo politici, ma anche culturali e religiosi. Con la svolta della guerra ucraina e l’atteggiamento già da lungo mantenuto da Putin, di profonda contrarietà nel rispetto dei diritti civili e politici ed il profondo contrasto al dissenso, per Bruxelles la condotta di Belgrado non è accettabile e la profonda distanza che si è creata tra l’Unione, profondamente filoatlantica, e la Russia, al momento appare come un ostacolo insuperabile. Senza un allineamento alla politica estera europea la Serbia non ha alcuna possibilità di entrare in Europa, ma questo risultato sarebbe fortemente sfavorevole per l’Unione, che potrebbe vedere sorgere nel centro del mare adriatico perfino una base per la flotta russa: cosa che non deve assolutamente accadere.
The difficult process of admission of the Balkan countries to the European Union
The strategy of the European Union is progressing slowly and with several doubts about the admission of the Balkan countries within its organization. The main intention is to remove the Balkan nations from the potential Russian influence, which would force Europe to have a further presence of Moscow on its borders; on the other hand, however, doubts continue about the existence of the conditions required by Brussels and also about the real opportunity to expand the members of the union to countries not too convinced of European principles and mainly ambitious to enter the richest market in the world and to take advantage of the rich subsidies of the European Union. The cost-benefit ratio of the admission of Bosnia, Kosovo, Montenegro, North Macedonia and Serbia focuses precisely on the dilemma between the need to remove from Russian influence countries where sympathy for Moscow is in any case present and high and the management of countries which might resemble the relationship with those of the Visegrad pact. With the current European rules based on unanimity of decisions, allowing the entry of new members, for whom we do not have the most complete guarantees, appears to be such a risk capable of further weakening the precarious balances that govern the Union; the case would be different where the criterion of unanimity was superseded by that of the majority, capable of making it impossible to block decisions and allow for faster governance of the supranational body and not blocked by contingent needs, also and above all political, of the individuals state subjects. For the moment, therefore, we are proceeding slowly, with aid to combat the energy crisis and other practical concessions, but of minor importance, such as the extension of telephone roaming; as well as a formal declaration in which the EU reaffirmed "its total and unequivocal commitment to the European perspective of all the countries of the Western Balkans". However, these small progresses must be viewed with a positive outlook, because the summit candidate countries and the President of the Commission has produced an intention to face together the difficulties caused by the war in Ukraine and good prospects, albeit in the medium term, on the future of relations between the parties. The President of the European Council also used words of optimism for the entry into Europe of the Baltic countries, but with a non-immediate timing, again confirming the hypothesis of a process that is certainly not short, but, apparently, inevitable. For some countries, integration could be closer and, indeed, for Albania, Montenegro and North Macedonia, the fact of being already members of the Atlantic Alliance is a preferential factor for admission to Brussels, even if I know There are still no obstacles regarding the requirements requested by the Union and on which these nations have undertaken to work to achieve the required standards. Bosnia's path appears longer due to its constitutional instability, which has taken on a chronic nature, which constitutes a decisive reason for slowing down the admission process. The issue of Kosovo is even more complicated, because the Balkan country is currently aware that it cannot even start an admission process because it has to solve the problems of international recognition for its unilateral declaration of independence and the non-recognition of Serbia, the Federation Russia and, above all, 5 EU members (Spain, Cyprus, Greece, Slovakia and Romania), and the People's Republic of China; in Europe the greatest obstacle is represented by Madrid, which refuses recognition by comparing the secession of Kosovo to that attempted by Catalonia. However, the most complex case is represented by Serbia, which claims to want to proceed towards admission to the Union, but, at the same time, maintain its ties with Russia, which are not only political, but also cultural and religious. With the turning point of the Ukrainian war and the attitude already maintained for a long time by Putin, of profound opposition to respect for civil and political rights and the profound contrast to dissent, Belgrade's conduct is not acceptable for Brussels and the profound distance that has created between the Union, deeply pro-Atlantic, and Russia, currently appears as an insurmountable obstacle. Without an alignment with European foreign policy, Serbia has no chance of joining Europe, but this result would be highly unfavorable for the Union, which could even see a base for the Russian fleet rise in the center of the Adriatic Sea: something that must not absolutely happen.
El difícil proceso de admisión de los países balcánicos a la Unión Europea
La estrategia de la Unión Europea avanza lentamente y con varias dudas sobre la admisión de los países balcánicos dentro de su organización. La intención principal es alejar a las naciones balcánicas de la potencial influencia rusa, lo que obligaría a Europa a tener una mayor presencia de Moscú en sus fronteras; por otra parte, sin embargo, continúan las dudas sobre la existencia de las condiciones exigidas por Bruselas y también sobre la oportunidad real de ampliar los miembros de la unión a países no demasiado convencidos de los principios europeos y principalmente ambiciosos de entrar en el mercado más rico del mundo. y aprovechar las ricas subvenciones de la Unión Europea. La relación coste-beneficio de la admisión de Bosnia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Norte y Serbia se centra precisamente en el dilema entre la necesidad de sustraer de la influencia rusa a países donde la simpatía por Moscú es en todo caso presente y alta y la gestión de países que podría parecerse a la relación con las del pacto de Visegrad. Con las actuales normas europeas basadas en la unanimidad de decisiones, permitir la entrada de nuevos miembros, para los que no tenemos las más completas garantías, parece ser un riesgo capaz de debilitar aún más los precarios equilibrios que rigen la Unión; diferente sería el caso donde el criterio de la unanimidad fuera superado por el de la mayoría, capaz de imposibilitar el bloqueo de decisiones y permitir un gobierno más rápido del órgano supranacional y no bloqueado por necesidades contingentes, también y sobre todo políticas, de la los individuos declaran sujetos. De momento, por tanto, vamos despacio, con ayudas para combatir la crisis energética y otras concesiones prácticas, pero de menor importancia, como la ampliación de la itinerancia telefónica; así como una declaración formal en la que la UE reafirmó "su compromiso total e inequívoco con la perspectiva europea de todos los países de los Balcanes Occidentales". Sin embargo, estos pequeños avances deben verse con una perspectiva positiva, porque los países candidatos a la cumbre y el presidente de la Comisión ha manifestado la intención de afrontar juntos las dificultades provocadas por la guerra de Ucrania y buenas perspectivas, aunque a medio plazo, sobre el futuro de las relaciones entre las partes.El presidente del Consejo Europeo también ha utilizado palabras de optimismo para la entrada en Europa de los países bálticos, pero con un calendario no inmediato, confirmando de nuevo la hipótesis de un proceso ciertamente no corto, pero, aparentemente, inevitable: para algunos países la integración podría ser más estrecha y, de hecho, para Albania, Montenegro y Macedonia del Norte, el hecho de ser ya miembros de la Alianza Atlántica es un factor preferente para la admisión en Bruselas, aunque sepa Todavía no existen obstáculos respecto a los requisitos solicitados por la Unión y sobre los cuales estas naciones se han comprometido a trabajar para lograr los estándares requeridos. El camino de Bosnia parece más largo debido a su inestabilidad constitucional, que ha adquirido un carácter crónico, lo que constituye una razón decisiva para ralentizar el proceso de admisión. El tema de Kosovo es aún más complicado, porque el país balcánico actualmente es consciente de que no puede ni siquiera iniciar un proceso de admisión porque tiene que resolver los problemas del reconocimiento internacional por su declaración unilateral de independencia y el no reconocimiento de Serbia, la Federación Rusia y, sobre todo, 5 miembros de la UE (España, Chipre, Grecia, Eslovaquia y Rumanía), y la República Popular China; en Europa el mayor obstáculo lo representa Madrid, que niega el reconocimiento comparando la secesión de Kosovo con la intentada por Cataluña. Sin embargo, el caso más complejo lo representa Serbia, que afirma querer avanzar hacia el ingreso en la Unión, pero, al mismo tiempo, mantener sus vínculos con Rusia, que no son solo políticos, sino también culturales y religiosos. Con el punto de inflexión de la guerra de Ucrania y la actitud que ya mantiene desde hace tiempo Putin, de profunda oposición al respeto de los derechos civiles y políticos y el profundo contraste con la disidencia, la conducta de Belgrado no es aceptable para Bruselas y la profunda distancia que ha creada entre la Unión, profundamente proatlántica, y Rusia, aparece actualmente como un obstáculo insalvable. Sin un alineamiento con la política exterior europea, Serbia no tiene ninguna posibilidad de incorporarse a Europa, pero este resultado sería muy desfavorable para la Unión, que incluso podría ver surgir una base para la flota rusa en el centro del mar Adriático: algo que no debe sucede absolutamente.
Der schwierige Aufnahmeprozess der Balkanländer in die Europäische Union
Die Strategie der Europäischen Union schreitet langsam voran und mit einigen Zweifeln an der Aufnahme der Balkanländer in ihre Organisation. Die Hauptabsicht besteht darin, die Balkanstaaten vom potenziellen russischen Einfluss zu befreien, was Europa zu einer weiteren Präsenz Moskaus an seinen Grenzen zwingen würde; Auf der anderen Seite bestehen jedoch weiterhin Zweifel an der Existenz der von Brüssel geforderten Bedingungen und auch an der realen Chance, die Mitglieder der Union auf Länder auszudehnen, die nicht allzu überzeugt von europäischen Prinzipien sind und vor allem ehrgeizig sind, in den reichsten Markt der Welt einzutreten und die reichen Subventionen der Europäischen Union zu nutzen. Das Kosten-Nutzen-Verhältnis der Aufnahme von Bosnien, Kosovo, Montenegro, Nordmazedonien und Serbien konzentriert sich genau auf das Dilemma zwischen der Notwendigkeit, Länder aus russischem Einfluss zu entfernen, in denen die Sympathie für Moskau ohnehin vorhanden und hoch ist, und der Verwaltung von Ländern, die dies tun könnte der Beziehung mit denen des Visegrad-Paktes ähneln. Angesichts der derzeitigen europäischen Regeln, die auf einstimmigen Entscheidungen beruhen, scheint die Zulassung neuer Mitglieder, für die wir nicht die umfassendsten Garantien haben, ein solches Risiko zu sein, das die prekären Gleichgewichte, die die Union regieren, weiter schwächen kann; Anders verhält es sich, wenn das Kriterium der Einstimmigkeit durch das Kriterium der Mehrheit ersetzt würde, das eine Blockierung von Entscheidungen unmöglich macht und eine schnellere Führung der supranationalen Körperschaft ermöglicht und nicht durch eventuelle, auch und vor allem politische Bedürfnisse blockiert wird Einzelpersonen geben Themen an. Daher gehen wir derzeit langsam voran, mit Hilfen zur Bekämpfung der Energiekrise und anderen praktischen Zugeständnissen, aber von untergeordneter Bedeutung, wie der Ausweitung des Telefon-Roamings; sowie eine formelle Erklärung, in der die EU „ihr uneingeschränktes und unmissverständliches Bekenntnis zur europäischen Perspektive aller Länder des Westbalkans“ bekräftigt. Diese kleinen Fortschritte müssen jedoch mit positivem Ausblick betrachtet werden, da die Beitrittskandidaten für den Gipfel und Der Präsident der Kommission hat die Absicht, die durch den Krieg in der Ukraine verursachten Schwierigkeiten gemeinsam zu bewältigen, und gute Aussichten, wenn auch mittelfristig, für die Zukunft der Beziehungen zwischen den Parteien hervorgebracht.Der Präsident des Europäischen Rates äußerte sich auch optimistisch für den Beitritt der baltischen Länder zu Europa, aber mit einem nicht unmittelbaren Zeitpunkt, was wiederum die Hypothese eines sicherlich nicht kurzen, aber anscheinend unvermeidlichen Prozesses bestätigt.Für einige Länder könnte die Integration enger und tatsächlich für sein Albanien, Montenegro und Nordmazedonien, die Tatsache, dass sie bereits Mitglieder der Atlantischen Allianz sind, ist ein bevorzugter Faktor für die Aufnahme in Brüssel, auch wenn ich weiß Es bestehen weiterhin keine Hindernisse in Bezug auf die Anforderungen, die von der Union gefordert werden und an denen sich diese Nationen verpflichtet haben, zu arbeiten, um die erforderlichen Standards zu erreichen. Der Weg Bosniens erscheint aufgrund seiner chronisch gewordenen verfassungsrechtlichen Instabilität länger, was einen entscheidenden Grund für die Verlangsamung des Aufnahmeverfahrens darstellt. Die Kosovo-Frage ist noch komplizierter, weil sich das Balkanland derzeit bewusst ist, dass es nicht einmal ein Aufnahmeverfahren starten kann, weil es die Probleme der internationalen Anerkennung seiner einseitigen Unabhängigkeitserklärung und der Nichtanerkennung Serbiens, der Föderation, lösen muss Russland und vor allem 5 EU-Mitglieder (Spanien, Zypern, Griechenland, Slowakei und Rumänien) und die Volksrepublik China; in Europa stellt Madrid das größte Hindernis dar, das die Anerkennung verweigert, indem es die Sezession des Kosovo mit der von Katalonien versuchten vergleicht. Den komplexesten Fall stellt jedoch Serbien dar, das behauptet, den Beitritt zur Union vorantreiben zu wollen, gleichzeitig aber seine nicht nur politischen, sondern auch kulturellen und religiösen Beziehungen zu Russland aufrechtzuerhalten. Mit der Wende des Krieges in der Ukraine und der von Putin schon seit langem vertretenen Haltung des tiefen Widerstands gegen die Achtung der bürgerlichen und politischen Rechte und des tiefen Gegensatzes zum Dissens ist das Verhalten von Belgrad für Brüssel nicht akzeptabel und tiefgreifend Die Distanz, die zwischen der zutiefst proatlantischen Union und Russland entstanden ist, erscheint derzeit als unüberwindbares Hindernis. Ohne eine Angleichung an die europäische Außenpolitik hat Serbien keine Chance, Europa beizutreten, aber dieses Ergebnis wäre äußerst ungünstig für die Union, die sogar einen Stützpunkt für die russische Flotte im Zentrum der Adria sehen könnte, was nicht darf absolut passieren.
Le difficile processus d'adhésion des pays des Balkans à l'Union européenne
La stratégie de l'Union européenne avance lentement et avec quelques doutes sur l'admission des pays balkaniques au sein de son organisation. L'intention principale est de soustraire les nations des Balkans à l'influence russe potentielle, ce qui obligerait l'Europe à avoir une présence supplémentaire de Moscou à ses frontières ; d'autre part, cependant, des doutes subsistent sur l'existence des conditions requises par Bruxelles et aussi sur la réelle opportunité d'élargir les membres de l'union à des pays pas trop convaincus des principes européens et surtout ambitieux d'entrer sur le marché le plus riche du monde et profiter des riches subventions de l'Union européenne. Le rapport coût-bénéfice de l'admission de la Bosnie, du Kosovo, du Monténégro, de la Macédoine du Nord et de la Serbie porte précisément sur le dilemme entre la nécessité de soustraire à l'influence russe les pays où la sympathie pour Moscou est de toute façon présente et forte et la gestion des pays qui pourrait ressembler à la relation avec ceux du pacte de Visegrad. Avec les règles européennes actuelles fondées sur l'unanimité des décisions, permettre l'entrée de nouveaux membres, pour lesquels nous n'avons pas les garanties les plus complètes, apparaît comme un tel risque susceptible de fragiliser davantage les équilibres précaires qui régissent l'Union ; il en serait autrement si le critère de l'unanimité était supplanté par celui de la majorité, capable de rendre impossible le blocage des décisions et de permettre une gouvernance plus rapide de l'instance supranationale et non bloquée par des besoins contingents, aussi et surtout politiques, de la les individus déclarent des sujets. Nous procédons donc pour l'instant lentement, avec des aides pour lutter contre la crise énergétique et d'autres concessions pratiques, mais d'importance mineure, comme l'extension du roaming téléphonique ; ainsi qu'une déclaration solennelle dans laquelle l'UE a réaffirmé "son attachement total et sans équivoque à la perspective européenne de tous les pays des Balkans occidentaux".Cependant, ces petits progrès doivent être vus d'un œil positif, car les pays candidats au sommet et le président de la Commission a produit une intention d'affronter ensemble les difficultés causées par la guerre en Ukraine et de bonnes perspectives, bien qu'à moyen terme, sur l'avenir des relations entre les parties. Le président du Conseil européen a également tenu des propos optimistes pour l'entrée en Europe des pays baltes, mais avec un timing non immédiat, confirmant à nouveau l'hypothèse d'un processus qui n'est certes pas court, mais, apparemment, inévitable. Pour certains pays, l'intégration pourrait être plus étroite et, en effet, pour Albanie, Monténégro et Macédoine du Nord, le fait d'être déjà membre de l'Alliance atlantique est un facteur préférentiel pour l'admission à Bruxelles, même si je sais Il n'y a toujours pas d'obstacles concernant les exigences demandées par l'Union et sur lesquelles ces nations se sont engagées à travailler pour atteindre les normes requises. Le chemin de la Bosnie apparaît plus long en raison de son instabilité constitutionnelle, qui a pris un caractère chronique, ce qui constitue une raison décisive pour ralentir le processus d'admission. La question du Kosovo est encore plus compliquée, car le pays des Balkans est actuellement conscient qu'il ne peut même pas entamer un processus d'admission car il doit résoudre les problèmes de reconnaissance internationale de sa déclaration unilatérale d'indépendance et de non-reconnaissance de la Serbie, la Fédération la Russie et surtout les 5 membres de l'UE (Espagne, Chypre, Grèce, Slovaquie et Roumanie), et la République Populaire de Chine ; en Europe, le plus grand obstacle est représenté par Madrid, qui refuse la reconnaissance en comparant la sécession du Kosovo à celle tentée par la Catalogne. Cependant, le cas le plus complexe est représenté par la Serbie, qui prétend vouloir avancer vers l'adhésion à l'Union, mais, en même temps, maintenir ses liens avec la Russie, qui ne sont pas seulement politiques, mais aussi culturels et religieux. Avec le tournant de la guerre d'Ukraine et l'attitude déjà longtemps entretenue par Poutine, d'opposition profonde au respect des droits civils et politiques et de profond contraste avec la dissidence, la conduite de Belgrade n'est pas acceptable pour Bruxelles et la distance profonde qui a créé entre l'Union, profondément pro-atlantique, et la Russie, apparaît actuellement comme un obstacle insurmontable. Sans un alignement sur la politique étrangère européenne, la Serbie n'a aucune chance d'adhérer à l'Europe, mais ce résultat serait très défavorable à l'Union, qui pourrait même voir une base pour la flotte russe s'élever au centre de la mer Adriatique : ce qui ne doit pas arriver absolument.
O difícil processo de admissão dos países dos Balcãs na União Europeia
A estratégia da União Europeia avança lentamente e com várias dúvidas quanto à admissão dos países balcânicos na sua organização. A principal intenção é afastar as nações dos Bálcãs da potencial influência russa, o que obrigaria a Europa a ter mais presença de Moscou em suas fronteiras; por outro lado, porém, persistem as dúvidas sobre a existência das condições exigidas por Bruxelas e também sobre a real oportunidade de expandir os membros da união para países não muito convictos dos princípios europeus e principalmente ambiciosos de entrar no mercado mais rico do mundo e aproveitar os ricos subsídios da União Européia. A relação custo-benefício da admissão da Bósnia, Kosovo, Montenegro, Macedónia do Norte e Sérvia centra-se precisamente no dilema entre a necessidade de retirar da influência russa países onde a simpatia por Moscovo é de qualquer modo presente e elevada e a gestão de países que podem assemelhar-se à relação com as do pacto de Visegrado. Com as actuais regras europeias baseadas na unanimidade das decisões, permitir a entrada de novos membros, para os quais não temos as mais completas garantias, parece ser um tal risco capaz de fragilizar ainda mais os precários equilíbrios que regem a União; o caso seria diferente se o critério da unanimidade fosse suplantado pelo da maioria, capaz de impossibilitar o bloqueio de decisões e permitir uma governação mais célere do órgão supranacional e não bloqueado por necessidades contingentes, também e sobretudo políticas, do os indivíduos declaram sujeitos. Por enquanto, portanto, avançamos lentamente, com auxílios para combater a crise energética e outras concessões práticas, mas de menor importância, como a extensão do roaming telefônico; bem como uma declaração formal em que a UE reafirmou "o seu total e inequívoco compromisso com a perspectiva europeia de todos os países dos Balcãs Ocidentais". o Presidente da Comissão manifestou a intenção de enfrentar em conjunto as dificuldades causadas pela guerra na Ucrânia e as boas perspectivas, ainda que a médio prazo, sobre o futuro das relações entre as partes.O Presidente do Conselho Europeu também usou palavras de optimismo para a entrada na Europa dos países bálticos, mas com um timing não imediato, confirmando novamente a hipótese de um processo certamente não curto, mas aparentemente inevitável. Para alguns países, a integração poderia ser mais próxima e, de fato, para Albânia, Montenegro e Macedónia do Norte, o facto de já serem membros da Aliança Atlântica é fator preferencial de admissão em Bruxelas, ainda que saiba Ainda não há obstáculos quanto aos requisitos solicitados pela União e sobre os quais essas nações se comprometeram a trabalhar para atingir os padrões exigidos. O percurso da Bósnia parece mais longo devido à sua instabilidade constitucional, que tem vindo a assumir um carácter crónico, o que constitui um motivo decisivo para o abrandamento do processo de admissão. A questão do Kosovo é ainda mais complicada, porque o país dos Balcãs sabe neste momento que não pode sequer iniciar um processo de admissão porque tem de resolver os problemas do reconhecimento internacional da sua declaração unilateral de independência e do não reconhecimento da Sérvia, a Federação a Rússia e, sobretudo, os 5 membros da UE (Espanha, Chipre, Grécia, Eslováquia e Roménia), e a República Popular da China; na Europa, o maior obstáculo é representado por Madri, que recusa o reconhecimento comparando a secessão de Kosovo à tentada pela Catalunha. No entanto, o caso mais complexo é representado pela Sérvia, que afirma querer avançar para a adesão à União, mas, ao mesmo tempo, manter os seus laços com a Rússia, que não são apenas políticos, mas também culturais e religiosos. Com a viragem da guerra ucraniana e a atitude já há muito mantida por Putin, de profunda oposição ao respeito pelos direitos civis e políticos e o profundo contraste com a dissidência, a conduta de Belgrado não é aceitável para Bruxelas e o profundo distanciamento que tem criada entre a União, profundamente pró-atlântica, e a Rússia, apresenta-se atualmente como um obstáculo intransponível. Sem alinhamento com a política externa europeia, a Sérvia não tem chances de ingressar na Europa, mas esse resultado seria altamente desfavorável para a União, que poderia até ver uma base para a frota russa se erguer no centro do mar Adriático: algo que não deve absolutamente acontecer.