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lunedì 24 luglio 2023

بوتين يهدد بولندا

 أثار الانتشار العسكري البولندي على الحدود البيلاروسية قلق بوتين ، الذي هدد وارسو ، حتى نقلاً عن ستالين ؛ بالنسبة لرئيس الكرملين ، فإن التهديد الذي يواجه بولندا يرجع إلى حقيقة أن الدولة البيلاروسية تشكل تحالفًا فوق وطنيًا بين روسيا وبيلاروسيا مع موسكو. يُنظر إلى الانتشار العسكري البولندي على أنه تهديد ملموس لوجود بيلاروسيا ، لأنه يتم تشغيله من قبل دولة من دول الحلف الأطلسي. يكمن سبب الخوف من وارسو في وجود ميليشيا فاغنر الخاصة في منطقة مينسك ، والتي لجأت بعد الانقلاب الفاشل إلى بلد لوكاشينكو بتفويض منه. تسببت نكتة مؤسفة للديكتاتور البيلاروسي ، حول إمكانية عبور الحدود مع بولندا ، في حالة توتر عالية جدًا ، مما يزيد من احتمالية حدوث صدام بين الحلف الأطلسي ، الذي تعد بولندا جزءًا منه ، وروسيا ، التي تعتبر بيلاروسيا في الواقع دولة تابعة لها أكثر من كونها حليفًا. بالطبع ، حدد بوتين أن الهجوم على مينسك سيكون بمثابة هجوم على موسكو. يفترض الرئيس الروسي أيضًا إرسال جنود بولنديين وليتوانيين مشتركين داخل الأراضي الأوكرانية ، في منطقة لفيف. ووفقًا لبوتين ، فإن نية البلدين السوفياتي السابقين اللتين أصبحتا خصمين لن يكون تقديم المساعدة إلى الأوكرانيين ، بل حرمانهم من الأراضي: من الواضح أن هذه محاولة لإحداث اضطراب في التحالف الذي يدعم كييف بمعلومات قادرة على زعزعة الاستقرار بين الحكومات الثلاث. في الواقع ، هذه التصريحات ليس لها أي مصداقية دولية وهي بالأحرى موجهة للرأي العام الروسي ، في محاولة متطرفة لتنشيط شعبية السكان تجاه العملية العسكرية الخاصة ، والتي يبدو أنها تحظى بإجماع أقل فأقل. إن تحديد الأعداء الجدد دائمًا وإعطاء أهمية خاصة ، حتى من خلال تشويه التاريخ ، بروايات مبنية للاستخدام والاستهلاك الشخصي ، يكشف أن عزلة موسكو ملموسة بشكل متزايد حتى داخل جدران الكرملين. إن التركيز الذي يُعطى للزيارة القادمة للوكاشينكو ، ليس بالتأكيد لاعبًا دوليًا رائدًا ، ولكن شخصية يسيطر عليها بوتين ، يشكل معلومات إضافية حول كيفية اتهام روسيا بعزلة دولية ومحاولة الالتفاف عليها ، مستغلة كل فرصة ضئيلة. لكن من وجهة النظر العسكرية ، من المؤكد أن قرار وارسو ، مهما كان شرعياً ، لأنه تم اتخاذه داخل حدودها ، يشكل تفاقمًا للوضع ، بسبب الاحتمال الملموس لتوسيع الصراع ، سواء من حيث عدد وكيان الأطراف المعنية ، وأيضًا بسبب توسيع المنطقة المعنية. تطور الحرب في الجزء الشمالي من الدولة الأوكرانية ، على الحدود مع بيلاروسيا ، يمكن أن يخفف من ضغط كييف على الجيش الروسي ، الذي يكافح لاحتواء اختراق جيش زيلينسكي في المناطق التي يحتلها الجيش الأحمر. الآن يمكن أن يشمل توسع الصراع في تلك المناطق الحدود مع بولندا ، في حين أن احتمالات التوسع نحو حدود ليتوانيا وإستونيا أبعد ما تكون. يخشى الغرب من أن هذه استراتيجية ينوي بوتين تبنيها ، مستخدماً حليفه البيلاروسي وميليشيا فاجنر ، التي تعمل حاليًا فقط في تدريب جنود مينسك ، لكنها يمكن أن تعيد تأهيل نفسها في نظر الكرملين ، لتصبح بطل الأعمال ضد أوكرانيا بقيادة بيلاروسيا. سيناريو محتمل ، من الصعب أن تخرج أوكرانيا منه منتصرة ؛ ومع ذلك ، في هذا المخطط المحتمل ، فإن نقطة الضعف هي على وجه التحديد قرب بولندا ، التي لا يمكن أن تتسامح مع وجود الغزاة داخل مناطق أوكرانيا القريبة من الأراضي البولندية بالقرب من حدودها. هنا تكمن المعضلة ، ما هو استعداد بوتين لتنفيذ مثل هذه الخطة المحفوفة بالمخاطر لإلزام حلف الأطلسي بالانخراط مباشرة في الصراع. إنها فرضية تخاطر بالاقتراب أكثر من أي وقت مضى وتؤدي إلى اندلاع الحرب العالمية الثالثة ، مع كل العواقب التي يمكن تخيلها. في الوقت الحالي ، الولايات المتحدة صامتة ، ولكن لمنع الصراع من التقدم غربًا ، سيكون من الضروري الحفاظ على أكبر توازن ممكن في سيناريو ليس سهلاً بالتأكيد ، حيث يجب أن يكون الدليل هو أن الحرب العالمية لا يمكن أن تكون مفيدة لأي طرف مشارك.

lunedì 8 maggio 2023

La difficile situazione mondiale e regionale provoca il riavvicinamento tra Corea del Sud e Giappone

 Storicamente i rapporti tra Giappone e Corea del Sud sono stati difficili a causa delle questioni che si sono verificate con l’occupazione nipponica della penisola coreana dal 1910 al 1945 e per avere reso in schiavitù più di ottocentomila coreani, come lavoratori forzati nelle aziende di Tokyo ed avere obbligato almeno duecentomila donne a diventare oggetto di abusi sessuali a favore dei soldati di occupazione giapponese; inoltre vi sono state dispute su alcuni isolotti, controllati da Seul dopo la sconfitta dell’impero del Sol levante. La corte suprema coreana ha riportato alla ribalta queste questioni quando nel 2018 ha sancito che le aziende giapponesi coinvolte avrebbero dovuto risarcire le persone coreane vittime della schiavitù, ciò ha provocato delle restrizioni da parte di Tokyo sulle importazioni di prodotti coreani, che hanno pregiudicato i rapporti tra i due stati fino a bloccarne il dialogo. Uno dei punti del programma di Shinzo Abe è stato quello di cambiare la costituzione pacifista, come primo passo verso un approccio che potesse permettere un contenimento della Cina, in questa ottica anche il rapporto con la Corea del Sud doveva diventare collaborativo, sia dal punto di vista diplomatico, che da quello economico, proprio per combattere Pechino anche sul piano della produzione. Quello di Abe è stato un lavoro soltanto avviato, ma che, per i rapporti tra i due paesi è stato fondamentale e che, nello scenario attuale, ha permesso l’avvio di una riconciliazione tra le due nazioni. In questo quadro si svolge la prima visita ufficiale di un capo di governo giapponese, dal 2011, in terra sudcoreana. Certo la minaccia di Pyongyang è la prima urgenza delle discussioni, perché la minaccia atomica non stata disinnescata, ma altri temi saranno sul tavolo della riunione. Per favorire ulteriormente la ripresa dei contatti il governo di Tokyo ha pianificato un progetto per risarcire i lavoratori schiavizzati, come chiesto dalla Corte suprema coreana e ciò ha determinato il nuovo giudizio di Seul, che ha definito lo stato nipponico da aggressore militarista a partner che condivide i valori universali dal paese sudcoreano. Questo clima sempre più disteso aveva già favorito la visita del presidente di Seul in Giappone, avvenuta lo scorso marzo e dopo ben dodici anni di assenza. La normalizzazione dei rapporti diplomatici ha permesso di affrontare temi di sviluppo comune quali la difesa, l’economia e la finanza. In questo momento quello che preoccupa di più i due esecutivi è la reciproca sicurezza, data la minaccia della crescente capacità balistica e nucleare della Corea del Nord, ma anche l’atteggiamento di Mosca e l’espansionismo della Cina, che ha compiuto grandi investimenti nel settore militare per rinforzare il suo apparato bellico. Dietro questo riavvicinamento, oltre che le ragioni già enunciate, vi è l’azione diplomatica di Washington, che ha da tempo messo al centro del suo interesse internazionale il contrasto alla Cina per la supremazia dei mari orientali, sia per Giappone, che per Corea del Sud, gli USA rappresentano il maggiore alleato, ma la distanza tra Seul e Tokyo non ha finora consentito una sinergia per sviluppare un rapporto trilaterale più stretto, soprattutto nei confronti della minaccia più immediata rappresentata da Pyongyang; ma anche gli sviluppi della guerra ucraina, con la Russia dichiaratamente contro il blocco occidentale costituisce un serio motivo di preoccupazione, considerando il progressivo avvicinamento di Mosca a Pechino. Se la Corea del Nord è la minaccia più prossima, il vero spauracchio sono le ambizioni cinesi, che con una potenziale azione contro Taiwan metterebbero a rischio i già fragili equilibri regionali, rischiando di trascinare in un conflitto i due paesi; aldilà di queste minacce concrete l’atteggiamento generale di Pechino, sempre più deciso a stabilire una zona di influenza sotto il proprio controllo, deve essere l’argomento decisivo per mettere da parte le distanze tra i due paesi e convincerli ad allacciare rapporti sempre più stretti per unificare gli sforzi per salvaguardare la loro sicurezza reciproca. Dal punto di vista della Cina la ripresa del dialogo tra i due paesi non sarà vista in maniera positiva, perché favoriva la sua politica nell’area, anche se in maniera indiretta, al contrario ora, Pechino dovrà affrontare anche la sinergia con gli Stati Uniti e non sarà certamente cosa gradita: ciò potrebbe provocare esibizioni di forza nei mari orientali, alzando il livello di guardia in una regione più volte in bilico a causa di possibili incidenti tra forze armate di paesi con interessi contrapposti.

The difficult world and regional situation causes rapprochement between South Korea and Japan

 Historically, relations between Japan and South Korea have been difficult due to the issues that occurred with Japan's occupation of the Korean peninsula from 1910 to 1945 and the enslavement of more than 800,000 Koreans as forced laborers in Tokyo factories. and forcing at least 200,000 women to become sexually abused on behalf of Japanese occupation soldiers; moreover there have been disputes over some islets, controlled by Seoul after the defeat of the empire of the rising sun. The Korean Supreme Court brought these issues back to the fore when it ruled in 2018 that the Japanese companies involved should compensate Korean people who are victims of slavery, which resulted in Tokyo's restrictions on imports of Korean products, which undermined relations between the two states until the dialogue is blocked. One of the points of Shinzo Abe's program was to change the pacifist constitution, as a first step towards an approach that could allow China to be contained, in this perspective also the relationship with South Korea had to become collaborative, both from the point of diplomatic point of view, and from the economic one, precisely to fight Beijing also on the production level. Abe's work was only started, but which, for relations between the two countries, was fundamental and which, in the current scenario, allowed the start of a reconciliation between the two nations. In this context, the first official visit of a Japanese head of government, since 2011, to South Korean soil takes place. Of course, the threat from Pyongyang is the primary urgency of the discussions, because the atomic threat has not been defused, but other topics will be on the table at the meeting. To further facilitate the resumption of contacts, the Tokyo government has planned a project to compensate enslaved workers, as requested by the Korean Supreme Court and this has determined the new judgment of Seoul, which has defined the Japanese state from a militaristic aggressor to a partner who shares universal values from south korean country. This increasingly relaxed atmosphere had already favored the visit of the president of Seoul to Japan, which took place last March and after twelve years of absence. The normalization of diplomatic relations has made it possible to address issues of common development such as defence, the economy and finance. At the moment, what worries the two executives the most is mutual security, given the threat of North Korea's growing ballistic and nuclear capability, but also the attitude of Moscow and the expansionism of China, which has made large investments in military sector to strengthen its war apparatus. Behind this rapprochement, as well as the reasons already stated, there is the diplomatic action of Washington, which has for some time placed the contrast to China for the supremacy of the eastern seas at the center of its international interest, both for Japan and Korea South, the USA represents the major ally, but the distance between Seoul and Tokyo has not so far allowed a synergy to develop a closer trilateral relationship, especially against the more immediate threat represented by Pyongyang; but also the developments of the Ukrainian war, with Russia openly against the Western bloc, is a serious cause for concern, considering Moscow's progressive rapprochement with Beijing. If North Korea is the closest threat, the real bogeyman are Chinese ambitions, which with a potential action against Taiwan would jeopardize the already fragile regional balances, risking dragging the two countries into a conflict; beyond these concrete threats, the general attitude of Beijing, increasingly determined to establish a zone of influence under its control, must be the decisive argument for putting aside the distances between the two countries and convincing them to establish ever closer relations to unify efforts to safeguard their mutual safety. From China's point of view, the resumption of dialogue between the two countries will not be seen in a positive way, because it favored its policy in the area, even if indirectly, on the contrary now, Beijing will also have to deal with the synergy with the United States and it will certainly not be welcome: this could cause displays of force in the eastern seas, raising the level of guard in a region repeatedly in the balance due to possible incidents between the armed forces of countries with opposing interests.

La difícil situación mundial y regional provoca acercamiento entre Corea del Sur y Japón

 Históricamente, las relaciones entre Japón y Corea del Sur han sido difíciles debido a los problemas que ocurrieron con la ocupación japonesa de la península de Corea de 1910 a 1945 y la esclavitud de más de 800.000 coreanos como trabajadores forzados en las fábricas de Tokio y obligando a al menos 200.000 mujeres a trabajar. sufrir abusos sexuales en nombre de los soldados de ocupación japoneses; además ha habido disputas por algunos islotes, controlados por Seúl tras la derrota del imperio del sol naciente. La Corte Suprema de Corea volvió a poner estos temas en primer plano cuando dictaminó en 2018 que las empresas japonesas involucradas deberían compensar a los coreanos que son víctimas de la esclavitud, lo que resultó en las restricciones de Tokio a las importaciones de productos coreanos, que socavaron las relaciones entre los dos estados hasta el diálogo está bloqueado. Uno de los puntos del programa de Shinzo Abe era cambiar la constitución pacifista, como primer paso hacia un enfoque que permitiera contener a China, en esta perspectiva también la relación con Corea del Sur tenía que volverse colaborativa, tanto desde el punto de vista diplomático punto de vista, y desde el económico, precisamente para combatir a Beijing también a nivel de producción. La obra de Abe apenas se iniciaba, pero que, para las relaciones entre los dos países, era fundamental y que, en el escenario actual, permitía el inicio de una reconciliación entre las dos naciones. En este contexto, se produce la primera visita oficial de un jefe de gobierno japonés, desde 2011, a suelo surcoreano. Por supuesto, la amenaza de Pyongyang es la principal urgencia de las discusiones, porque la amenaza atómica no ha sido desactivada, pero otros temas estarán sobre la mesa en la reunión. Para facilitar aún más la reanudación de los contactos, el gobierno de Tokio ha planificado un proyecto para indemnizar a los trabajadores esclavizados, tal y como ha pedido el Tribunal Supremo de Corea y así ha determinado la nueva sentencia de Seúl, que ha definido al Estado japonés de agresor militarista a socio. quien comparte valores universales del país surcoreano. Este ambiente cada vez más distendido ya había favorecido la visita del presidente de Seúl a Japón, que tuvo lugar el pasado mes de marzo y tras doce años de ausencia. La normalización de las relaciones diplomáticas ha permitido abordar temas de desarrollo común como la defensa, la economía y las finanzas. De momento, lo que más preocupa a los dos ejecutivos es la seguridad mutua, ante la amenaza de la creciente capacidad balística y nuclear de Corea del Norte, pero también la actitud de Moscú y el expansionismo de China, que ha realizado grandes inversiones en el sector militar para reforzar su aparato de guerra. Detrás de este acercamiento, además de las razones ya expuestas, se encuentra la acción diplomática de Washington, que desde hace tiempo sitúa el contraste con China por la supremacía de los mares orientales en el centro de sus intereses internacionales, tanto para Japón como para Corea. En el sur, EE. UU. representa el principal aliado, pero la distancia entre Seúl y Tokio no ha permitido hasta ahora una sinergia para desarrollar una relación trilateral más estrecha, especialmente frente a la amenaza más inmediata que representa Pyongyang; pero también la evolución de la guerra de Ucrania, con Rusia abiertamente contra el bloque occidental, es motivo de grave preocupación, considerando el progresivo acercamiento de Moscú a Pekín. Si Corea del Norte es la amenaza más cercana, el verdadero coco son las ambiciones chinas, que con una posible acción contra Taiwán pondrían en peligro los ya frágiles equilibrios regionales, con el riesgo de arrastrar a los dos países a un conflicto; Más allá de estas amenazas concretas, la actitud general de Pekín, cada vez más decidida a establecer una zona de influencia bajo su control, debe ser el argumento decisivo para dejar de lado las distancias entre los dos países y convencerlos de establecer relaciones cada vez más estrechas para unificar esfuerzos para salvaguardar su mutua seguridad. Desde el punto de vista de China, la reanudación del diálogo entre ambos países no será vista de manera positiva, pues favoreció su política en la zona, aunque sea indirectamente, al contrario ahora, Pekín también tendrá que lidiar con la sinergia. con Estados Unidos y seguramente no será bienvenido: esto podría provocar despliegues de fuerza en los mares del este, elevando el nivel de guardia en una región repetidamente en la balanza por posibles incidentes entre fuerzas armadas de países con intereses opuestos.

Die schwierige Welt- und Regionalsituation führt zu einer Annäherung zwischen Südkorea und Japan

 Historisch gesehen waren die Beziehungen zwischen Japan und Südkorea schwierig aufgrund der Probleme, die mit Japans Besetzung der koreanischen Halbinsel von 1910 bis 1945 und der Versklavung von mehr als 800.000 Koreanern als Zwangsarbeiter in Fabriken in Tokio auftraten und mindestens 200.000 Frauen dazu zwangen im Auftrag japanischer Besatzungssoldaten sexuell missbraucht werden; Darüber hinaus gab es Streitigkeiten über einige Inseln, die nach der Niederlage des Reiches der aufgehenden Sonne von Seoul kontrolliert wurden. Der Oberste Gerichtshof Koreas brachte diese Probleme wieder in den Vordergrund, als er 2018 entschied, dass die beteiligten japanischen Unternehmen koreanische Menschen, die Opfer von Sklaverei sind, entschädigen sollten, was zu Tokios Beschränkungen der Einfuhr koreanischer Produkte führte, die die Beziehungen zwischen den beiden Staaten bis dahin untergruben Der Dialog ist blockiert. Einer der Punkte des Programms von Shinzo Abe war die Änderung der pazifistischen Verfassung als erster Schritt in Richtung eines Ansatzes, der es ermöglichen könnte, China einzudämmen, in dieser Perspektive musste auch die Beziehung zu Südkorea kooperativ werden, beides aus diplomatischer Sicht aus wirtschaftlicher Sicht genau um Peking auch auf Produktionsebene zu bekämpfen. Abes Arbeit wurde erst begonnen, die aber für die Beziehungen zwischen den beiden Ländern von grundlegender Bedeutung war und im aktuellen Szenario den Beginn einer Aussöhnung zwischen den beiden Nationen ermöglichte. In diesem Zusammenhang findet der erste offizielle Besuch eines japanischen Regierungschefs seit 2011 auf südkoreanischem Boden statt. Natürlich ist die Bedrohung aus Pjöngjang die primäre Dringlichkeit der Diskussionen, weil die atomare Bedrohung nicht entschärft wurde, aber andere Themen werden bei dem Treffen auf den Tisch kommen. Um die Wiederaufnahme der Kontakte weiter zu erleichtern, hat die Regierung von Tokio ein Projekt zur Entschädigung versklavter Arbeiter geplant, wie vom Obersten Gerichtshof Koreas gefordert, und dies hat das neue Urteil von Seoul bestimmt, das den japanischen Staat von einem militaristischen Angreifer zu einem Partner definiert der universelle Werte aus dem südkoreanischen Land teilt. Diese zunehmend entspannte Atmosphäre hatte bereits den Besuch des Präsidenten von Seoul in Japan begünstigt, der im vergangenen März nach zwölfjähriger Abwesenheit stattfand. Die Normalisierung der diplomatischen Beziehungen hat es ermöglicht, Fragen der gemeinsamen Entwicklung wie Verteidigung, Wirtschaft und Finanzen anzugehen. Was die beiden Führungskräfte derzeit am meisten beunruhigt, ist die gegenseitige Sicherheit angesichts der Bedrohung durch Nordkoreas wachsende ballistische und nukleare Fähigkeiten, aber auch die Haltung Moskaus und der Expansionismus Chinas, das große Investitionen in den Militärsektor getätigt hat, um ihn zu stärken Kriegsgerät. Hinter dieser Annäherung steht neben den bereits genannten Gründen das diplomatische Vorgehen Washingtons, das seit einiger Zeit sowohl für Japan als auch für Korea den Gegensatz zu China um die Vorherrschaft der östlichen Meere in den Mittelpunkt seines internationalen Interesses stellt Im Süden stellen die USA den wichtigsten Verbündeten dar, aber die Entfernung zwischen Seoul und Tokio hat bisher keine Synergie zur Entwicklung engerer trilateraler Beziehungen ermöglicht, insbesondere gegen die unmittelbarere Bedrohung durch Pjöngjang; aber auch die Entwicklung des Ukraine-Krieges, mit Russland offen gegen den Westblock, gibt angesichts der fortschreitenden Annäherung Moskaus an Peking Anlass zu ernsthafter Sorge. Wenn Nordkorea die größte Bedrohung darstellt, sind die chinesischen Ambitionen das eigentliche Schreckgespenst, das mit einem möglichen Vorgehen gegen Taiwan die ohnehin fragilen regionalen Gleichgewichte gefährden und riskieren würde, die beiden Länder in einen Konflikt zu ziehen; Abgesehen von diesen konkreten Bedrohungen muss die allgemeine Haltung Pekings, die zunehmend entschlossen ist, eine Einflusszone unter seiner Kontrolle zu errichten, das entscheidende Argument dafür sein, die Distanzen zwischen den beiden Ländern zu überwinden und sie davon zu überzeugen, immer engere Beziehungen aufzubauen, um die Bemühungen um Schutz zu vereinen ihre gegenseitige Sicherheit. Aus chinesischer Sicht wird die Wiederaufnahme des Dialogs zwischen den beiden Ländern nicht positiv gewertet, weil es seine Politik in dem Bereich, wenn auch indirekt, begünstigt hat, im Gegenteil, Peking wird sich jetzt auch mit der Synergie auseinandersetzen müssen mit den Vereinigten Staaten und wird sicherlich nicht erwünscht sein: Dies könnte zu Gewaltdemonstrationen in den östlichen Meeren führen, die Erhöhung des Wachniveaus in einer Region, die aufgrund möglicher Zwischenfälle zwischen den Streitkräften von Ländern mit gegensätzlichen Interessen immer wieder auf der Kippe steht.

La situation mondiale et régionale difficile provoque un rapprochement entre la Corée du Sud et le Japon

 Historiquement, les relations entre le Japon et la Corée du Sud ont été difficiles en raison des problèmes survenus avec l'occupation par le Japon de la péninsule coréenne de 1910 à 1945 et l'asservissement de plus de 800 000 Coréens comme travailleurs forcés dans les usines de Tokyo et forçant au moins 200 000 femmes à devenir sexuellement abusé au nom des soldats de l'occupation japonaise ; de plus, il y a eu des disputes sur certains îlots, contrôlés par Séoul après la défaite de l'empire du soleil levant. La Cour suprême coréenne a remis ces questions sur le devant de la scène lorsqu'elle a statué en 2018 que les entreprises japonaises impliquées devaient indemniser les Coréens victimes d'esclavage, ce qui a entraîné les restrictions imposées par Tokyo sur les importations de produits coréens, qui ont miné les relations entre les deux États jusqu'à le dialogue est bloqué. L'un des points du programme de Shinzo Abe était de changer la constitution pacifiste, comme un premier pas vers une approche qui pourrait permettre de contenir la Chine, dans cette perspective aussi la relation avec la Corée du Sud devait devenir collaborative, tant du point de vue diplomatique point de vue, et du point de vue économique, justement pour combattre Pékin aussi au niveau de la production. Le travail d'Abe n'était que commencé, mais qui, pour les relations entre les deux pays, était fondamental et qui, dans le scénario actuel, a permis le début d'une réconciliation entre les deux nations. Dans ce contexte, a lieu la première visite officielle d'un chef de gouvernement japonais, depuis 2011, sur le sol sud-coréen. Bien sûr, la menace de Pyongyang est la première urgence des discussions, car la menace atomique n'est pas désamorcée, mais d'autres sujets seront sur la table lors de la réunion. Pour faciliter davantage la reprise des contacts, le gouvernement de Tokyo a prévu un projet d'indemnisation des travailleurs réduits en esclavage, comme l'a demandé la Cour suprême coréenne et cela a déterminé le nouveau jugement de Séoul, qui a défini l'État japonais d'agresseur militariste à partenaire qui partage les valeurs universelles du pays sud-coréen. Cette ambiance de plus en plus détendue avait déjà favorisé la visite du président de Séoul au Japon, qui a eu lieu en mars dernier et après douze ans d'absence. La normalisation des relations diplomatiques a permis d'aborder des questions de développement commun telles que la défense, l'économie et les finances. Pour le moment, ce qui inquiète le plus les deux dirigeants, c'est la sécurité mutuelle, compte tenu de la menace de la capacité balistique et nucléaire croissante de la Corée du Nord, mais aussi de l'attitude de Moscou et de l'expansionnisme de la Chine, qui a fait d'importants investissements dans le secteur militaire pour renforcer son appareil de guerre. Derrière ce rapprochement, ainsi que les raisons déjà évoquées, il y a l'action diplomatique de Washington, qui place depuis quelque temps le contraste avec la Chine pour la suprématie des mers orientales au centre de son intérêt international, tant pour le Japon que pour la Corée. Au sud, les USA représentent l'allié majeur, mais la distance entre Séoul et Tokyo n'a pas permis jusqu'à présent une synergie pour développer une relation trilatérale plus étroite, notamment face à la menace plus immédiate que représente Pyongyang ; mais aussi l'évolution de la guerre ukrainienne, avec la Russie ouvertement contre le bloc occidental, est une sérieuse source d'inquiétude, compte tenu du rapprochement progressif de Moscou avec Pékin. Si la Corée du Nord est la menace la plus proche, le vrai croque-mitaine ce sont les ambitions chinoises qui, avec une action potentielle contre Taïwan, mettraient en péril les équilibres régionaux déjà fragiles, risquant d'entraîner les deux pays dans un conflit ; au-delà de ces menaces concrètes, l'attitude générale de Pékin, de plus en plus déterminé à établir une zone d'influence sous son contrôle, doit être l'argument décisif pour mettre de côté les distances entre les deux pays et les convaincre d'établir des relations toujours plus étroites pour unifier les efforts de sauvegarde leur sécurité mutuelle. Du point de vue de la Chine, la reprise du dialogue entre les deux pays ne sera pas vue de manière positive, car elle a favorisé sa politique en la matière, même si indirectement, au contraire désormais, Pékin devra aussi composer avec la synergie avec les États-Unis et ce ne sera certainement pas le bienvenu : cela pourrait provoquer des démonstrations de force dans les mers de l'Est, élever le niveau de garde dans une région à plusieurs reprises dans la balance en raison d'éventuels incidents entre les forces armées de pays aux intérêts opposés.

A difícil situação mundial e regional causa reaproximação entre Coreia do Sul e Japão

 Historicamente, as relações entre o Japão e a Coreia do Sul têm sido difíceis devido aos problemas ocorridos com a ocupação japonesa da península coreana de 1910 a 1945 e a escravização de mais de 800.000 coreanos como trabalhadores forçados nas fábricas de Tóquio e forçando pelo menos 200.000 mulheres a tornar-se abusado sexualmente em nome dos soldados da ocupação japonesa; além disso, houve disputas sobre algumas ilhotas, controladas por Seul após a derrota do império do sol nascente. A Suprema Corte coreana trouxe essas questões de volta à tona quando decidiu em 2018 que as empresas japonesas envolvidas deveriam compensar os coreanos vítimas da escravidão, o que resultou nas restrições de Tóquio às importações de produtos coreanos, o que prejudicou as relações entre os dois estados até o diálogo é bloqueado. Um dos pontos do programa de Shinzo Abe era mudar a constituição pacifista, como primeiro passo para uma abordagem que permitisse a contenção da China, nesta perspectiva também a relação com a Coreia do Sul tinha de se tornar colaborativa, tanto do ponto de vista diplomático ponto de vista, e do ponto de vista econômico, justamente para combater Pequim também no nível da produção. O trabalho de Abe estava apenas iniciado, mas que, para as relações entre os dois países, foi fundamental e que, no atual cenário, permitiu o início de uma reconciliação entre as duas nações. Nesse contexto, ocorre a primeira visita oficial de um chefe de governo japonês, desde 2011, a solo sul-coreano. Claro, a ameaça de Pyongyang é a principal urgência das discussões, porque a ameaça atômica não foi neutralizada, mas outros tópicos estarão na mesa da reunião. Para facilitar ainda mais a retomada dos contatos, o governo de Tóquio planejou um projeto para indenizar os trabalhadores escravizados, conforme solicitado pela Suprema Corte da Coreia e isso determinou o novo julgamento de Seul, que definiu o Estado japonês de agressor militarista a parceiro que compartilha valores universais do país sul-coreano. Esse clima cada vez mais descontraído já havia favorecido a visita do presidente de Seul ao Japão, ocorrida em março passado e após doze anos de ausência. A normalização das relações diplomáticas permitiu abordar questões de desenvolvimento comum como a defesa, a economia e as finanças. No momento, o que mais preocupa os dois executivos é a segurança mútua, dada a ameaça da crescente capacidade balística e nuclear da Coreia do Norte, mas também a atitude de Moscou e o expansionismo da China, que tem feito grandes investimentos no setor militar para fortalecer sua aparato de guerra. Por detrás desta aproximação, bem como pelas razões já apontadas, está a ação diplomática de Washington, que há algum tempo colocou no centro do seu interesse internacional, tanto para o Japão como para a Coreia, a oposição à China pela supremacia dos mares orientais Ao sul, os EUA representam o principal aliado, mas a distância entre Seul e Tóquio não permitiu até agora uma sinergia para desenvolver uma relação trilateral mais próxima, especialmente contra a ameaça mais imediata representada por Pyongyang; mas também os desdobramentos da guerra ucraniana, com a Rússia abertamente contra o bloco ocidental, é um sério motivo de preocupação, considerando a aproximação progressiva de Moscou com Pequim. Se a Coreia do Norte é a ameaça mais próxima, o verdadeiro bicho-papão são as ambições chinesas, que com uma potencial ação contra Taiwan poriam em risco os já frágeis equilíbrios regionais, arriscando arrastar os dois países para um conflito; além dessas ameaças concretas, a atitude geral de Pequim, cada vez mais determinada a estabelecer uma zona de influência sob seu controle, deve ser o argumento decisivo para superar as distâncias entre os dois países e convencê-los a estabelecer relações cada vez mais estreitas para unificar esforços para salvaguardar sua segurança mútua. Do ponto de vista da China, a retomada do diálogo entre os dois países não será vista de forma positiva, pois favoreceu sua política na área, mesmo que indiretamente, pelo contrário agora, Pequim também terá que lidar com a sinergia com os Estados Unidos e certamente não será bem-vindo: isso pode provocar demonstrações de força nos mares do leste, elevando o nível de guarda em uma região repetidamente em jogo devido a possíveis incidentes entre as forças armadas de países com interesses opostos.