Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 21 novembre 2017

Israele ed Arabia Saudita, alleati ufficiali

Avere reso ufficiale la collaborazione tra Israele ed Arabia Saudita rende visibilie un rapporto che esisteva già in maniera ufficiosa. I due stati hanno come principale nemico l’Iran, di cui temono l’espansionismo regionale, che rischia di alterare gli equilibri del medio oriente. L’Arabia ha dichiarato che l’unico problema che ha con Tel Aviv è la questione palestinese, per il resto ritiene gli israeliani alleati affidabili, del resto la collaborazione in atto era già sia su base militare, che strategica ed era risaputa; il fatto che diventi ufficale, segna, però, una novità nel campo diplomatico, dove l’alleanza tra lo stato ebraico ed il maggiore paese sunnita, quindi musulmano, viene sancita per la prima volta. Sul piano internazionale non si può non notare che questo fatto avviene con la presidenza Trump negli Stati Uniti, nettamente contrario a Teheran, tanto da volere revocare l’accordo sul nucleare, tanto faticosamente raggiunto. La profonda avversione all’Iran, ha quindi facilitato una nuova alleanza, che con Obama probabilmente non sarebbe stata possibile. Per l’Arabia si tratta di supremazia religiosa e concorrenza nel mercato energetico mentre per Israele è predominante la questione della propria sicurezza nazionale. Teheran ha fatto di tutto per conquistare un ruolo di primaria importanza nel medio oriente, nella questione siriana e nella lotta contro lo Stato islamico, peraltro inizialmente finanziato proprio dai sauditi.  Israele, all’interno della nuova coalizione, avrebbe proprio la funzione di impedire che gli iraniani possano usare le milizie Hezbollah come avanguardie della loro strategia, mentre ai sauditi toccherebbe evitare che l’Irak possa svilupparsi un potere sciita troppo radicato. Per L’arabia Saudita potrebbe ripetersi lo schema che ne ha determinato l’intervento nello Yemen, ostacolare, cioè ogni velleità sciita collegata all’Iran. Se una collaborazione ufficiale tra lo stato israeliano ed il principale paese musulmano, potrebbe essere una novità positiva, le ragioni di questo legame non incoraggiano buone  prospettive sul piano internazionale: anche perchè l’Iran si è avvicinato sempre di più alla Russia, con la quale condivide l’interesse per il mantenimento al potere di Assad, mentre i legami commerciali con la Cina si sono fatti più stretti, da quando le sanzioni contro Teheran si sono attenuate. Il medio  oriente, dunque, torna al centro della scena politica mondiale in maniera netta e determinante e concorre ad essere un ulteriore fattore di distanza tra Mosca e Washington. Dal punto di vista della questione palestinese, l’Arabia Saudita ha affermato che il problema è l’unico elemento di divisione da Israele e che si impegnerà a risolverlo. Una azione diplomatica saudita diventa così auspicabile per la soluzione del problema, che non potrà comunque prescindere dalla nascita di uno stato palestinese di fianco a quello israeliano. Se ciò non dovesse accadere i movimenti palestinesi più estremisti, ma non solo quelli, potrebbero entrare nell’orbita iraniana, perchè Teheran avrebbe buone ragioni per ergersi a difensore dei palestinesi ed usare in modo strumentale la questione anche in ottica di legami tra Hezbollah e gruppi palestinesi. Se per i musulmani la questione è ritenuta fondamentale, anche perchè è molto sentita nei paesi arabi, sopratutto negli strati popolari, sembra scontato pensare che l’Arabia non abbia sottovalutato la questione, anche per il ruolo di riferimento che il paese saudita vuole sempre di più ricoprire nel mondo sunnita, non solo a livello religioso, ma anche politico. Una mancata soluzione del problema palestinese costituirebbe un grave danno di immagine per la monarchia saudita. A questo punto occorre, però, valutare la condotta tenuta fino ad ora del governo di Tel Aviv, consistente nel procrastinare in maniera metodica la soluzione del problema, per favorire gli insediamenti delle colonie. Con una alleanza con l’Arabia Saudita questo comportamento continuerà o Israele potrà sacrificare la sua volontà di sottrarre terreno ai palestinesi per tutelarsi contro il paese iraniano? Da Tel Aviv non arrivano rassicurazioni di sorta su di un cambo di rotta nell’atteggiamento tenuto nei confronti dei palestinesi e tutto fa presupporre che la tattica resterà invariata; l’Arabia potrebbe considerare il problema palestinese secondario di fronte alla minaccia iraniana e posticiparne la soluzione ma ciò non farà che aggravare la situazione complessiva della regione: proprio quello che i sauditi volevano evitare.  

Israel and Saudi Arabia, official allies

Having made official the collaboration between Israel and Saudi Arabia makes visible a relationship that already existed in an unofficial manner. The two states have the main enemy Iran, which they fear for regional expansion, which is likely to alter the equilibrium of the Middle East. Arabia has stated that the only problem with Tel Aviv is the Palestinian question, for the rest of the country believes that the allies are reliable allies; furthermore, the ongoing collaboration was already on a military, strategic, and well-known basis; the fact that it becomes more effective marks a novelty in the diplomatic field, where the alliance between the Jewish state and the major Sunni nation, then Muslim, is sanctioned for the first time. On the international level, one can not fail to note that this is the case with Trump's presidency in the United States, clearly opposed to Tehran, so much that it wants to revoke the agreement on nuclear power, so hard-pressed. The deep aversion to Iran has thus facilitated a new alliance, which with Obama probably would not have been possible. For Arabia, this is religious supremacy and competition in the energy market, while Israel's predominance is the question of its national security. Tehran has done everything to gain a leading role in the Middle East, in the Syrian question and in the struggle against the Islamic state, initially funded by the Saudis. Israel, within the new coalition, would have the function of preventing Iranians from using Hezbollah militia as avant-gardes of their strategy, while the Saudis would try to prevent Iraq from developing too much rooted Shiite power. For Saudi Arabia, it might repeat the pattern that led to intervention in Yemen, hindering, that is, every Shiite religion connected with Iran. If an official collaboration between the Israeli state and the main Muslim country could be a positive novelty, the reasons for this link do not encourage good prospects on the international stage: because Iran has come closer and closer to Russia, with which shares the interest in maintaining Assad's power, while trade ties with China have tightened since the sanctions against Tehran have dimmed. The Middle East, therefore, is back in the center of the world political scene in a clear and decisive manner and contributes to be another factor in distance between Moscow and Washington. From the point of view of the Palestinian question, Saudi Arabia has stated that the problem is the only element of division from Israel and that it will strive to resolve it. Saudi diplomatic action is thus desirable for the solution of the problem, which can not be ignored since the birth of a Palestinian state alongside that of Israel. If this does not happen the most extremist Palestinian movements, but not only those, could enter the Iranian orbit, because Tehran had good reasons to stand up as a Palestinian defender and use the instrument in an instrumental way, also in the light of links between Hezbollah and groups Palestinian. If the issue is considered fundamental to Muslims, because it is well felt in the Arab countries, especially in the popular strata, it seems reasonable to assume that Arabia has not underestimated the issue, even for the reference role that the Saudi country always wants to more in the Sunni world, not only religious but also political. A failure to resolve the Palestinian problem would be a serious image damage to the Saudi monarchy. At this point, however, it is necessary to evaluate the conduct of the Tel Aviv government so far, consistently in procrastinating the solution of the problem in a methodological way, in order to favor settlements of the colonies. With an alliance with Saudi Arabia, will this behavior continue, or can Israel sacrifice its will to ground the Palestinians to protect themselves against the Iranian country? From Tel Aviv there is no sort of reassurance on a rogue in the attitude towards the Palestinians, and everything suggests that tactics will remain unchanged; Arabia could consider the secondary Palestinian problem facing the Iranian threat and postpone its solution but this will only aggravate the overall situation in the region - just what the Saudis wanted to avoid.

Israel y Arabia Saudita, aliados oficiales

Habiendo hecho oficial la colaboración entre Israel y Arabia Saudita hace visible una relación que ya existía de manera no oficial. Los dos estados tienen como enemigo principal a Irán, que temen por la expansión regional, lo que probablemente alterará el equilibrio del Medio Oriente. El saudí dijo que el único problema que tiene con Tel Aviv es la cuestión palestina, para el resto mantenga israelíes aliados fiables, el resto de la colaboración ya en marcha era a la vez la base militar, que era estratégica y bien conocida; el hecho de que se convierta en la aprobación oficial, marcas, sin embargo, una novedad en el campo diplomático, donde la alianza entre el Estado judío y el país sunita más grande, por lo tanto, los musulmanes, fue sancionada por primera vez. A nivel internacional, uno no puede dejar de señalar que este hecho ocurre con la Presidencia Trump en los EE.UU., totalmente opuesta a Teherán, mucho que quiere retirar el acuerdo nuclear, por lo conseguido con esmero. La profunda aversión a Irán ha facilitado una nueva alianza, que con Obama probablemente no hubiera sido posible. Para Arabia es la supremacía religiosa y la competencia en el mercado de la energía, mientras que el predominio de Israel es la cuestión de su seguridad nacional. Teherán ha hecho todo lo posible para conquistar un papel importante en el Medio Oriente, el tema sirio y la lucha contra el Estado islámico, sin embargo, inicialmente financiado por los sauditas poseen. Israel, dentro de la nueva coalición, tendría precisamente la función de impedir que los iraníes utilizar Hezbollah como precursores de su estrategia, mientras que los saudíes táctil de modo que Irak puede desarrollar una potencia chií demasiado arraigada. Para Arabia Saudita, podría repetir el patrón que condujo a la intervención en Yemen, obstaculizando, es decir, cada virtud chiita vinculada a Irán. Si una colaboración formal entre el estado de Israel y el país musulmán principal, sería un hecho positivo, las razones de este vínculo no propicia buenas perspectivas a nivel internacional: también porque Irán siempre se ha acercado más a Rusia, con el cual comparte el interés en mantener el poder de Assad, mientras que las relaciones comerciales con China se han reducido desde que las sanciones contra Teherán se han atenuado. Oriente Medio, a continuación, de nuevo al centro de la escena política mundial y muy crítico y contribuye a ser un factor adicional de la distancia entre Moscú y Washington. Desde el punto de vista de la cuestión de Palestina, Arabia Saudita dijo que el problema es el único elemento de la división de Israel y hará todo lo posible para resolverlo. La acción diplomática saudí es deseable para la solución del problema, que no puede ignorarse desde el nacimiento de un estado palestino junto con el de Israel. Si esto no sucede movimientos palestinos más extremo, pero no sólo ellos, podían entrar en la órbita de Irán, porque Teherán tendría buenas razones para presentarse como un defensor de los palestinos y utilizar instrumentalmente el tema y dirigida a los vínculos entre Hezbolá y los grupos palestina. Si la pregunta para los musulmanes se considera esencial, también porque está muy sentida en los países árabes, especialmente en las clases trabajadoras, parece obvio pensar que Arabia no ha subestimado la cuestión, incluso para el papel clave del país Arabia quiere más más en el mundo sunita, no solo religioso sino también político. Una falla para resolver el problema palestino sería un grave daño a la imagen de la monarquía saudita. En este punto es necesario, sin embargo, para evaluar la conducta realizada hasta ahora el gobierno de Tel Aviv, que consiste en una forma metódica en el retraso de la solución del problema, para favorecer los asentamientos de las colonias. Con una alianza con Arabia Saudita, ¿continuará este comportamiento o puede Israel sacrificar su voluntad de castigar a los palestinos para protegerse contra el país iraní? De Tel Aviv no recibe garantías de ningún tipo en un curso cambo celebrada en la actitud hacia los palestinos y todo es asumir que la táctica se mantendrá sin cambios; Arabia podría considerar el problema palestino secundaria frente a la amenaza iraní y posponer la solución, pero esto sólo empeorará la situación general de la región: justo lo que los saudíes querían evitar.

Israel und Saudi-Arabien, offizielle Verbündete

Die offizielle Zusammenarbeit zwischen Israel und Saudi-Arabien macht eine Beziehung sichtbar, die bereits inoffiziell existierte. Die beiden Staaten haben den Hauptfeind Iran, den sie um eine regionale Expansion fürchten, der das Gleichgewicht des Nahen Ostens wahrscheinlich verändern wird. Die saudische sagte, dass das einzige Problem, das er mit Tel Aviv hat, ist die palästinensische Frage, für die übrigen Israelis zuverlässig Verbündete halten, der Rest der Zusammenarbeit bereits im Gang war sowohl Militärbasis, die und bekannte strategischen war; die Tatsache, dass es offizielle Genehmigung, Marken jedoch ein Novum im diplomatischen Bereich, in dem die Verbindung zwischen dem jüdischen Staat und dem größten sunnitischen Land daher Muslime wurde sanktioniert zum ersten Mal wird. Auf internationaler Ebene kann man nicht, aber beachten Sie, dass diese Tatsache mit dem Vorsitz Trump, ganz nach Teheran gegen in den USA der Fall ist, viel zu wollen, das Atomabkommen zurückzuziehen, so mühsam erreicht. Die tiefe Aversion gegen den Iran hat somit ein neues Bündnis ermöglicht, das mit Obama wahrscheinlich nicht möglich gewesen wäre. Für Arabien ist es religiöse Vorherrschaft und Konkurrenz auf dem Energiemarkt, während Israels Vorherrschaft die Frage seiner nationalen Sicherheit ist. Teheran hat alles getan, eine wichtige Rolle im Nahen Osten, die syrischen Frage und der Kampf gegen den islamischen Staat zu erobern, jedoch zunächst finanziert durch die Saudis besitzen. Israel, innerhalb der neuen Koalition, würde genau die Funktion des Verhinderns, dass die Iraner die Hisbollah als Vorläufer ihrer Strategie nutzen wird, während die Saudis berühren würde, so dass der Irak eine schiitische Macht zu fest verwurzelt entwickeln können. Für Saudi-Arabien könnte es das Muster wiederholen, das zu einer Intervention im Jemen führte, was jede schiitische Religion, die mit dem Iran verbunden ist, behindert. Wenn eine formelle Zusammenarbeit zwischen dem israelischen Staat und dem Haupt muslimischen Land, eine willkommene Entwicklung sein würde, nicht die Gründe für diese Bindung fördern nicht gute Aussichten international: auch, weil der Iran immer mehr nach Russland kam, mit denen teilt das Interesse an der Aufrechterhaltung der Macht von Assad, während die Handelsbeziehungen mit China sich verengt haben, seit die Sanktionen gegen Teheran gedämpft haben. Der Nahe Osten, dann zurück zum Zentrum der Weltpolitik und scharf kritisch und trägt ein zusätzlicher Faktor Abstand zwischen Moskau und Washington zu sein. Aus der Sicht der palästinensischen Frage hat Saudi-Arabien erklärt, dass das Problem das einzige Element der Spaltung von Israel ist und dass es sich bemühen wird, es zu lösen. Saudische diplomatische Maßnahmen sind daher wünschenswert, um das Problem zu lösen, das nicht von der Geburt eines palästinensischen Staates neben der israelischen Seite zurückgelassen werden darf. Wenn diese palästinensischen Bewegungen geschieht nicht mehr extreme, aber nicht nur diejenigen, könnte die Umlaufbahn des Iran geben, weil Teheran gutem Grund als Verteidiger der Palästinenser stehen würde und instrumentell die Frage verwenden und adressiert an Verbindungen zwischen der Hisbollah und Gruppen Palästinenser. Wenn die Frage für Muslime unbedingt notwendig erachtet wird, auch, weil es sehr viel in den arabischen Ländern zu spüren ist, vor allem in der Arbeiterklasse, scheint es offensichtlich zu glauben, dass Saudi sich die Frage nicht unterschätzt hat, auch für die Schlüsselrolle des Saudi-Land will mehr mehr in der sunnitischen Welt, nicht nur religiös, sondern auch politisch. Ein Versäumnis, das palästinensische Problem zu lösen, wäre ein schwerer Image-Schaden für die saudische Monarchie. An dieser Stelle ist es jedoch notwendig, um das Verhalten zu bewerten, um jetzt die Regierung von Tel Aviv statt, der sich aus in einer methodischen Weise in die Lösung des Problems zu verzögern, um die Siedlungen der Kolonien zu begünstigen. Wird sich dieses Verhalten mit einer Allianz mit Saudi-Arabien fortsetzen, oder kann Israel seinen Willen opfern, um die Palästinenser dazu zu bringen, sich gegen das iranische Land zu schützen? Von Tel Aviv auch immer auf einem cambo Kurs in der Haltung gegenüber den Palästinensern und alle gehalten keine Zusicherungen erhält, ist anzunehmen, dass die Taktik bleibt unverändert; Saudi könnte das sekundäre palästinensische Problem mit Blick auf die iranische Bedrohung betrachten und die Lösung verschieben, aber das wird nur die Gesamtsituation in der Region verschlechtern: genau das, was die Saudis vermeiden wollten.

Israël et l'Arabie Saoudite, alliés officiels

L'officialisation de la collaboration entre Israël et l'Arabie Saoudite rend visible une relation qui existait déjà de manière non officielle. Les deux États ont l'ennemi principal de l'Iran, qu'ils craignent pour l'expansion régionale, ce qui est susceptible de modifier l'équilibre du Moyen-Orient. L'Arabie dit que le seul problème qu'il a avec Tel-Aviv est la question palestinienne, pour le reste des Israéliens détiennent des alliés fiables, le reste de la collaboration déjà en cours était à la fois une base militaire, qui était stratégique et bien connu; le fait qu'elle devienne plus efficace marque une nouveauté dans le domaine diplomatique, où l'alliance entre l'État juif et la grande nation sunnite, alors musulmane, est sanctionnée pour la première fois. Sur le plan international, on ne peut que constater que ce fait se produit avec la Trump présidence aux Etats-Unis, totalement opposé à Téhéran, beaucoup à vouloir retirer l'accord nucléaire, si laborieusement atteint. L'aversion profonde pour l'Iran a ainsi facilité une nouvelle alliance qui, avec Obama, n'aurait probablement pas été possible. Pour l'Arabie en matière de religion et de la concurrence dans la suprématie du marché de l'énergie, alors qu'Israël est la question prédominante de la sécurité nationale. Téhéran a tout fait pour gagner un rôle de premier plan au Moyen-Orient, dans la question syrienne et dans la lutte contre l'Etat islamique, initialement financé par les Saoudiens. Israël, au sein de la nouvelle coalition, aurait précisément pour fonction d'empêcher que les Iraniens utiliseront le Hezbollah comme leur stratégie avant-coureurs de, alors que les Saoudiens toucher afin que l'Irak peut développer une puissance chiite trop enracinée. Pour l'Arabie saoudite, il pourrait répéter le modèle qui a conduit à une intervention au Yémen, empêchant ainsi toute religion chiite liée à l'Iran. Si une collaboration formelle entre l'Etat israélien et le principal pays musulman, serait un développement bienvenu, les raisons de ce lien ne favorise pas de bonnes perspectives au niveau international: aussi parce que l'Iran a toujours abordé plus à la Russie, avec laquelle intérêt à maintenir le pouvoir d'Assad, tandis que les liens commerciaux avec la Chine sont faits plus étroits, étant donné que les sanctions contre Téhéran se sont apaisées. Le Moyen-Orient est donc de retour au centre de la scène politique mondiale d'une manière claire et décisive et contribue à être un facteur supplémentaire de distance entre Moscou et Washington. Du point de vue de la question palestinienne, l'Arabie saoudite a déclaré que le problème est le seul élément de division d'Israël et qu'elle s'efforcera de le résoudre. Une diplomatie saoudienne devient souhaitable pour la solution du problème, ce qui ne peut en aucun cas quelle que soit la naissance d'un Etat palestinien à côté de celui d'Israël. Si cela ne ceux-ci, pourraient ne pas se produire des mouvements palestiniens les plus extrêmes, mais pas seulement entrer dans l'orbite de l'Iran, parce que Téhéran aurait de bonnes raisons de se présenter comme un défenseur des Palestiniens et utiliser instrumentalement la question et adressée aux liens entre le Hezbollah et les groupes palestinien. Si la question des musulmans est considéré comme essentiel, aussi parce qu'il est très ressentie dans les pays arabes, en particulier dans les classes ouvrières, il semble évident de penser que l'Arabie n'a pas sous-estimé la question, même pour le rôle clé du pays saoudien veut plus plus dans le monde sunnite, non seulement religieux mais aussi politique. Un échec à résoudre le problème palestinien serait une image grave des dommages à la monarchie saoudienne. A ce stade, il est nécessaire, toutefois, d'évaluer la conduite tenue jusqu'à présent le gouvernement de Tel-Aviv, consistant en une manière méthodique pour retarder la solution du problème, de favoriser les colonies de peuplement des colonies. Avec une alliance avec l'Arabie Saoudite ce comportement continuera et Israël sacrifiera sa détermination à protéger terre aux Palestiniens de se prémunir contre le pays iranien? De Tel Aviv, il n'y a aucune sorte d'assurance sur un voyou dans l'attitude envers les Palestiniens, et tout suggère que la tactique restera inchangée; L'Arabie pourrait envisager le problème palestinien secondaire face à la menace iranienne et reporter sa solution mais cela ne ferait qu'aggraver la situation globale dans la région - ce que les Saoudiens voulaient éviter.

Israel e Arábia Saudita, aliados oficiais

Tendo oficializado a colaboração entre Israel e a Arábia Saudita, torna visível um relacionamento que já existia de forma não oficial. Os dois estados têm o principal inimigo do Irã, que eles temem pela expansão regional, o que provavelmente irá alterar o equilíbrio do Oriente Médio. A Arábia afirmou que o único problema com Tel Aviv é a questão palestina, pois o resto do país acredita que os aliados são aliados confiáveis, além disso, a colaboração em curso já era de base militar, estratégica e conhecida; O fato de se tornar mais efetivo marca uma novidade no campo diplomático, onde a aliança entre o estado judeu e a principal nação sunita, então muçulmana, é sancionada pela primeira vez. A nível internacional, não se pode deixar de notar que este é o caso da presidência de Trump nos Estados Unidos, claramente oposta a Teerã, tanto que quer revogar o acordo sobre energia nuclear, tão pressionado. A aversão profunda ao Irã facilitou assim uma nova aliança, que com Obama provavelmente não teria sido possível. Para a Arábia é a supremacia religiosa e a concorrência no mercado da energia, enquanto a predominância de Israel é a questão da sua segurança nacional. Teerã fez tudo para ganhar um papel de liderança no Oriente Médio, na questão síria e na luta contra o Estado islâmico, inicialmente financiado pelos sauditas. Israel, dentro da nova coalizão, teria a função de evitar que os iranianos usassem a milícia do Hezbollah como vanguarda da sua estratégia, enquanto os sauditas tentariam impedir o Iraque de desenvolver um poder xi muito enraizado. Para a Arábia Saudita, pode repetir o padrão que levou à intervenção no Iêmen, dificultando, isto é, toda religião xiita relacionada com o Irã. Se uma colaboração oficial entre o Estado de Israel e o principal país muçulmano poderia ser uma novidade positiva, os motivos deste link não encorajam boas perspectivas no cenário internacional: porque o Irã se aproximou cada vez mais da Rússia, com o qual compartilha o interesse em manter o poder de Assad, enquanto os laços comerciais com a China se reduziram desde que as sanções contra Teerã diminuíram. O Oriente Médio, portanto, está de volta ao centro da cena política mundial de forma clara e decisiva e contribui para ser um fator adicional na distância entre Moscou e Washington. Do ponto de vista da questão palestina, a Arábia Saudita declarou que o problema é o único elemento de divisão de Israel e que ele se esforçará para resolvê-lo. A ação diplomática saudita é desejável para a solução do problema, que não pode ser ignorada desde o nascimento de um estado palestino ao lado de Israel. Se isso não acontecer, os movimentos palestinos mais extremistas, mas não apenas aqueles, poderiam entrar na órbita iraniana, porque Teerã teve boas razões para se defender como defensor palestino e usar o instrumento de forma instrumental, também à luz dos vínculos entre Hezbollah e grupos palestino. Se a questão é considerada fundamental para os muçulmanos, porque é bem sentida nos países árabes, especialmente nos estratos populares, parece assumir que a Arábia não subestimou a questão, mesmo para o papel de referência que o país saudita sempre quer mais no mundo sunita, não só religioso, mas também político. O fracasso em resolver o problema palestino seria um dano de imagem grave para a monarquia saudita. Neste ponto, no entanto, é necessário avaliar a condução do governo de Tel Aviv até agora, consistindo na procrastinação metódica do problema, a fim de favorecer os assentamentos das colônias. Com uma aliança com a Arábia Saudita, esse comportamento continuará, ou Israel pode sacrificar sua vontade de fundamentar os palestinos para se proteger contra o país iraniano? De Tel Aviv, não existe uma espécie de confiança em um desonesto na atitude em relação aos palestinos, e tudo sugere que as táticas permanecerão inalteradas; Arábia poderia considerar o problema palestino secundário enfrentado pela ameaça iraniana e adiar sua solução, mas isso só agravará a situação geral da região - exatamente o que os sauditas queriam evitar.

Израиль и Саудовская Аравия, официальные союзники

Установив официальное сотрудничество между Израилем и Саудовской Аравией, видимые отношения уже существовали неофициально. У двух государств есть главный враг Ирана, которого они боятся за региональную экспансию, которая, вероятно, изменит равновесие на Ближнем Востоке. Аравия заявила, что единственная проблема с Тель-Авивом - вопрос палестинцев, поскольку остальная часть страны считает, что союзники являются надежными союзниками, а также продолжающееся сотрудничество уже на военной, стратегической и общеизвестной основе; тот факт, что он становится более эффективным, является новинкой в ​​дипломатической сфере, где впервые санкционирован союз между еврейским государством и основным суннитским, а затем мусульманским союзом. На международном уровне нельзя не отметить, что это имеет место с председательством Трампа в Соединенных Штатах, явно противостоящим Тегерану, настолько, что он хочет отменить соглашение о ядерной энергетике, столь жестко. Таким образом, глубокое отвращение к Ирану способствовало созданию нового альянса, который с Обамой, вероятно, не был бы возможен. Для Аравии это религиозное превосходство и конкуренция на энергетическом рынке, а преобладание Израиля - вопрос его национальной безопасности. Тегеран сделал все, чтобы взять на себя ведущую роль на Ближнем Востоке, в сирийском вопросе и в борьбе против исламского государства, первоначально финансируемого саудовцами. Израиль, в рамках новой коалиции, будет иметь функцию предотвращения иранцев от использования боевиков «Хизбаллы» в качестве авангарда их стратегии, в то время как саудовцы будут пытаться помешать Ираку развить чрезмерно укорененную шиитскую власть. Для Саудовской Аравии это может повторить модель, которая привела к вмешательству в Йемен, препятствуя, то есть каждой шиитской религии, связанной с Ираном. Если официальное сотрудничество между израильским государством и основной мусульманской страной может стать позитивной новинкой, причины этой связи не способствуют хорошим перспективам на международной арене: потому что Иран все ближе и ближе подходит к России, с которой разделяет заинтересованность в поддержании власти Асада, в то время как торговые связи с Китаем сузились, поскольку санкции против Тегерана затуманились. Таким образом, Ближний Восток снова и снова находится в центре мировой политической ясности и делает его еще одним фактором в дистанции между Москвой и Вашингтоном. С точки зрения палестинского вопроса Саудовская Аравия заявила, что эта проблема является единственным элементом разделения с Израилем и что она будет стремиться к ее разрешению. Таким образом, дипломатическая акция в Саудовской Аравии желательна для решения проблемы, которая не может быть проигнорирована с момента рождения палестинского государства наряду с рождением Израиля. Если этого не произойдет, то наиболее экстремистские палестинские движения, но не только те, могут войти на иранскую орбиту, потому что у Тегерана есть веские основания встать на защиту палестинского защитника и использовать инструмент инструментальным путем, также в свете связей между «Хизбаллой» и группами Палестинская. Если вопрос считается основополагающим для мусульман, поскольку он хорошо ощущается в арабских странах, особенно в популярных слоях, то, по-видимому, предполагается, что Аравия не недооценила этот вопрос даже для той справочной роли, которую саудовская страна всегда хочет больше в суннитском мире, не только религиозном, но и политическом. Неспособность решить палестинскую проблему была бы серьезным образом нанесла ущерб саудовской монархии. Однако на данном этапе необходимо оценить поведение правительства Тель-Авива до сих пор, последовательно откладывая решение проблемы методологическим способом, чтобы способствовать поселениям колоний. С альянсом с Саудовской Аравией, будет ли такое поведение продолжаться или может Израиль пожертвовать своей волей, чтобы обосновать палестинцев, чтобы защитить себя от иранской страны? Из Тель-Авива в отношении к палестинцам нет никаких сомнений в отношении к изгоям, и все предполагает, что тактика останется неизменной; Аравия могла бы рассмотреть вторичную палестинскую проблему, стоящую перед иранской угрозой, и отложить ее решение, но это только усугубит общую ситуацию в регионе - именно то, чего хотели избежать саудовцы.