Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
venerdì 26 gennaio 2018
I curdi siriani chiedono aiuto ad Assad contro la Turchia
Nel conflitto che la Turchia ha intentato contro i curdi siriani, attraverso azioni militari e bombardamenti condotti in territorio straniero, quello siriano, appunto, si registra la novità della richiesta di aiuto al dittatore siriano Assad, quale capo di stato, da parte dei dirigenti curdi della Siria. L’ossessione del presidente turco, Erdogan, contro i curdi che si trovano al di fuori dei confini della Turchia è dovuta alla consapevolezza di non riuscire ad esercitare contro queste parti del Kurdistan un adeguato controllo per impedire la costituzione di una entità autonoma curda sui confini di Ankara. Erdogan ha imperniato la sua strategia politica sull’avversione dei curdi, come nemico interno ed esterno, per mascherare le conseguenze, anche economiche, del suo pessimo governo e per distogliere l’attenzione dei pochi media superstiti all’interno del paese dalla direzione dittatoriale intrapresa. Ad Ankara tutti i curdi che sono fuori dai confini nazionali vengono considerati terroristi, sopratutto quelli appartenenti a milizie armate, che, con il loro impegno hanno contribuito alla sconfitta dello Stato islamico. La capacità di combattimento ed il buon equipaggiamento di queste milizie sono una fonte costante di apprensione per Erdogan, sopratutto se sono vicine ai confini del paese e, quindi, se possono intrattenere rapporti con il Partito Curdo Combattente, ritenuta la massima organizzazione terroristica presente in Turchia. Dal 20 gennaio le forze armate turche hanno iniziato una operazione, fuori dai confini nazionali, per combattere le milizie appartenenti all’Unità popolare di protezione, che, sembra, essere alleata del Partito curdo dei lavoratori. L’offensiva è stata molto cruenta ed oltre a colpire appartenenti alle milizie, sono state numerose le vittime tra i civili. La Turchia è arrivata a minacciare anche gli effettivi degli Stati Uniti, che sono presenti in zona in un numero di circa 2.000 unità, che dovrebbero collaborare proprio con i curdi, sia in funzione anti terrorismo islamico, sia per bilanciare la presenza russa nel paese siriano e, sopratutto, contro il governo di Damasco. La risposta del Pentagono è stata perentoria: se i soldati americani saranno attaccati risponderanno per difendersi. Ciò rappresenta l’ennesimo scontro, per ora a livello verbale, tra la Turchia e gli Stati Uniti, formalmente alleati ed entrambi membri dell’Alleanza Atlantica. Tuttavia la presenza americana, come alleato dei curdi siriani, non ha scongiurato la violenta controffensiva turca che si è materializzata contro i curdi con una evidente disparità di forze messe in campo. Da qui la decisione degli amministratori della regione curda siriana, obiettivo di Ankara, di chiedere l’aiuto di Damasco, quale autorità legittima della zona violata da truppe straniere. Il rapporto tra i curdi siriani e Damasco è stato fino ad ora altalenante, da una parte se hanno goduto di indipendenza amministrativa, prima all’interno del regime siriano e dopo durante il conflitto, sono stati anche usati via via come mezzo contro i Turchi ed il califfato, ma sono stati anche oggetto di reperessione da parte delle forze governative; il loro appello riveste, però, una grande valenza poltica perchè, se accolto, rischia di aprire un conflitto tra la Siria , quindi, l’Iran e la Russia contro la Turchia alla quale si affiancheranno certamente i paesi sunniti. Il ruolo di Washington sarebbe tutto da prevedere, perchè i curdi sono alleati naturali degli Stati Uniti, a cui è andato l’aiuto americano proprio in funzione anti Assad (oltre il ruolo strategico ricoperto contro lo Stato islamico). D’altra parte la Turchia, pur essendo un membro dell’Alleanza Atlantica con il quale sono in corso varie divergenze, ha stretto un legame solido con l’Arabia Saudita anche in funzione anti iraniana e l’attuale amministrazione americana ha rivalutato proprio i rapporti con i sauditi; il pericolo è che i curdi si siano sentiti non del tutto sicuri dell’appoggio americano ed abbiano tentato la soluzione estrema della richiesta di aiuto ad Assad. Se Damasco decidesse di dare corso a questa richiesta, anche, eventualmente, con l’appoggio russo, la Siria potrebbe presentare una situazione internazionale del tutto nuova, che implicherebbe potenzialmente anche un rimescolamento delle alleanze e dei rapporti diplomatici. L’altro scenario possibile è che ancora una volta i curdi e le loro legittime ragioni potranno essere sacrificate in nome di interessi superiori, fino alla prossima volta.
Syrian Kurds ask for help from Assad against Turkey
In
the conflict that Turkey has brought against the Syrian Kurds, through
military actions and bombings conducted in foreign territory, the Syrian
one, in fact, there is the news of the request for help to the Syrian
dictator Assad, as head of state, by the Kurdish leaders of Syria. The
obsession of the Turkish president, Erdogan, against the Kurds who are
outside the borders of Turkey is due to the awareness of not being able
to exercise against these parts of Kurdistan adequate control to prevent
the establishment of an autonomous Kurdish entity on the borders of Ankara. Erdogan
has centered his political strategy on the aversion of the Kurds, as an
internal and external enemy, to mask the consequences, also economic,
of his bad government and to divert the attention of the few surviving
media inside the country from the dictatorial direction taken . In
Ankara all Kurds who are outside the national borders are considered
terrorists, especially those belonging to armed militias, who, with
their commitment, contributed to the defeat of the Islamic State. The
combat capacity and the good equipment of these militias are a constant
source of concern for Erdogan, especially if they are close to the
borders of the country and, therefore, if they can have relations with
the Kurdish Combatant Party, considered the largest terrorist
organization in Turkey . Since
January 20, the Turkish armed forces have started an operation, outside
the national borders, to fight the militias belonging to the People's
Protection Unit, which seems to be an ally of the Kurdish Workers Party.
The
offensive was very bloody and in addition to striking members of the
militia, there were numerous victims among the civilians. Turkey
has come to threaten even the United States, which are present in the
area in a number of about 2,000, which should cooperate with the Kurds,
both in terms of anti-Islamic terrorism, and to balance the Russian
presence in the Syrian country and, above all, against the government of Damascus. The Pentagon's answer was peremptory: if the American soldiers will be attacked they will answer to defend themselves. This
represents yet another clash, for now at the verbal level, between
Turkey and the United States, formally allies and both members of the
Atlantic Alliance. However,
the American presence, as an ally of Syrian Kurds, did not avert the
violent Turkish counter-offensive that materialized against the Kurds
with an evident disparity of forces put in place. Hence
the decision of the administrators of the Syrian Kurdish region,
Ankara's goal, to seek the help of Damascus, as the legitimate authority
of the area violated by foreign troops. The
relationship between the Syrian Kurds and Damascus has so far been
fluctuating, on the one hand if they enjoyed administrative
independence, first within the Syrian regime and later during the
conflict, they were also gradually used as a means against the Turks and
the caliphate, but they have also been the subject of procurement by government forces; their
appeal, however, has a great political value because, if accepted,
risks opening a conflict between Syria, then, Iran and Russia against
Turkey, which will certainly be joined by the Sunni countries. The
role of Washington would be all to be expected, because the Kurds are
natural allies of the United States, to which the American aid has gone
just in function anti Assad (beyond the strategic role played against
the Islamic State). On
the other hand, Turkey, despite being a member of the Atlantic Alliance
with which various divergences are underway, has established a solid
link with Saudi Arabia also in an anti-Iranian function and the current
American administration has reassessed relations with the Saudis; the
danger is that the Kurds felt they were not entirely sure of the
American support and attempted the extreme solution of the request for
help to Assad. If
Damascus decides to implement this request, possibly also with Russian
support, Syria could present an entirely new international situation,
which would potentially also imply a reshuffling of alliances and
diplomatic relations. The
other possible scenario is that once again the Kurds and their
legitimate reasons can be sacrificed in the name of higher interests
until the next time.
Los kurdos sirios piden ayuda de Assad contra Turquía
En
el conflicto que Turquía ha presentado contra los kurdos sirios, a
través de la acción militar y los bombardeos llevados a cabo en
territorio extranjero, el sirio, de hecho, no es la novedad de la
solicitud de asistencia al dictador sirio Assad, como jefe de Estado,
por los líderes kurdos de Siria La
obsesión del presidente turco, Erdogan, los kurdos que están fuera de
las fronteras de Turquía se debe a la conciencia de no poder practicar
en contra de estas partes de un control adecuado del Kurdistán para
evitar la creación de una entidad autónoma kurda en las fronteras de Ankara. Erdogan
ha basado su estrategia política aversión de los kurdos, como el
enemigo interno y externo, para disimular las consecuencias, incluida la
financiera, de su mal gobierno y desviar la atención de los pocos
medios de supervivencia en el país de la dirección dictatorial tomada . En
Ankara, todos los kurdos que se encuentran fuera de las fronteras
nacionales son considerados terroristas, especialmente los
pertenecientes a las milicias armadas, quienes, con su compromiso,
contribuyeron a la derrota del Estado islámico. Las
habilidades de lucha y buen equipamiento de estas milicias son una
fuente constante de preocupación para Erdogan, especialmente si están
cerca de las fronteras del país y, por lo tanto, si pueden mantener
relaciones con el luchador kurdo Partido, considerado el más grande
organización terrorista que opera en Turquía . Desde
el 20 de enero, las fuerzas armadas turcas han comenzado una operación,
fuera de las fronteras nacionales, para luchar contra las milicias
pertenecientes a la Unidad de Protección del Pueblo, que parece ser un
aliado del Partido de los Trabajadores Kurdos. La ofensiva fue muy sangrienta y además de golpear a miembros de la milicia, hubo numerosas víctimas entre los civiles. Turquía
ha llegado a poner en peligro incluso el real de Estados Unidos, que
están presentes en la zona en un número de alrededor de 2.000 unidades,
lo que debería funcionar con los kurdos, tanto en función anti
terrorismo islámico es equilibrar la presencia rusa en la ciudad siria y, sobre todo, contra el gobierno de Damasco. La respuesta del Pentágono fue perentoria: si los soldados estadounidenses son atacados, responderán para defenderse. Esto
representa otro choque, por ahora en el nivel verbal, entre Turquía y
los Estados Unidos, formalmente aliados y ambos miembros de la Alianza
Atlántica. Sin
embargo, la presencia estadounidense, como aliada de los kurdos sirios,
no evitó la violenta contraofensiva turca que se materializó contra los
kurdos con una evidente disparidad de fuerzas puestas en marcha. De
ahí la decisión de los administradores de la región kurda siria, el
objetivo de Ankara, de buscar la ayuda de Damasco, como la autoridad
legítima del área violada por las tropas extranjeras. La
relación entre los kurdos sirios y Damasco ha sido hasta ahora
fluctuante, por una parte, si han disfrutado de una independencia
administrativa, en primer lugar dentro del régimen sirio y después
durante el conflicto, también se han utilizado como medio de forma
gradual contra los turcos y el califato, pero también han sido objeto de adquisiciones por parte de las fuerzas gubernamentales; su
atractivo, sin embargo, tiene un gran valor político porque, si se
acepta, corre el riesgo de abrir un conflicto entre Siria, entonces,
Irán y Rusia contra Turquía, a la que sin duda se unirán los países
sunitas. Sería
todo se esperaría que el papel de Washington, debido a que los kurdos
son aliados naturales de los Estados Unidos, que fue la ayuda americana
en su función anti-Assad (sobre el papel estratégico contra el Estado
Islámico). Por
otro lado Turquía, a pesar de ser miembro de la OTAN con el que está
siendo varias diferencias, se ha forjado una sólida relación con Arabia
Saudita, incluso en contra de Irán y la función de la actual
administración estadounidense ha vuelto a evaluar sus relaciones con los sauditas; el
peligro es que los kurdos sintieron que no estaban del todo seguros del
apoyo estadounidense e intentaron la solución extrema de la solicitud
de ayuda a Assad. Si
decide Damasco para dar cumplimiento a esta solicitud, incluyendo, en
su caso, con el apoyo de Rusia, Siria podría presentar una nueva
situación internacional entera, lo que potencialmente implican una
reorganización de las alianzas y las relaciones diplomáticas. El
otro posible escenario es que una vez más, los kurdos y sus legítimos
motivos pueden ser sacrificados en nombre de intereses superiores hasta
la próxima vez.
Syrische Kurden bitten Assad um Hilfe gegen die Türkei
In
dem Konflikt, den die Türkei gegen die syrischen Kurden durch
militärische Aktionen und Bombardierungen im Ausland, dem syrischen,
geführt hat, gibt es tatsächlich die Nachricht von der Bitte um Hilfe an
den syrischen Diktator Assad als Staatsoberhaupt durch die kurdischen
Führer von Syrien. Die
Obsession des türkischen Präsidenten Erdogan gegen die Kurden, die sich
außerhalb der Grenzen der Türkei befinden, ist dem Bewusstsein
geschuldet, gegen diese Teile Kurdistans keine angemessene Kontrolle
ausüben zu können, um die Errichtung einer autonomen kurdischen Einheit
an den Grenzen zu verhindern von Ankara. Erdogan
hat seine politische Strategie auf die Abneigung der Kurden als inneren
und äußeren Feind konzentriert, um die Folgen seiner schlechten
Regierung, auch wirtschaftlicher, zu verschleiern und die Aufmerksamkeit
der wenigen überlebenden Medien im Land von der diktatorischen Richtung
abzulenken . In
Ankara gelten alle Kurden, die sich außerhalb der Landesgrenzen
befinden, als Terroristen, insbesondere jene bewaffneter Milizen, die
mit ihrem Engagement zur Niederlage des Islamischen Staates beigetragen
haben. Die
Kampffähigkeit und die gute Ausrüstung dieser Milizen bereiten Erdogan
immer wieder Sorgen, vor allem, wenn sie nahe an den Grenzen des Landes
sind und deshalb Beziehungen zur kurdischen Kombattantenpartei
unterhalten können, die als größte terroristische Organisation in der
Türkei gilt . Seit
dem 20. Januar haben die türkischen Streitkräfte eine Operation
außerhalb der Landesgrenzen begonnen, um die Milizen der
Volksschutzeinheit zu bekämpfen, die ein Verbündeter der kurdischen
Arbeiterpartei zu sein scheint. Die Offensive war sehr blutig und neben den streikenden Milizionären gab es zahlreiche Opfer unter den Zivilisten. Die
Türkei hat sogar die Vereinigten Staaten bedroht, die in diesem Gebiet
in einer Zahl von etwa 2000 präsent sind, die mit den Kurden sowohl in
Bezug auf den anti-islamischen Terrorismus kooperieren als auch die
russische Präsenz im syrischen Land ausbalancieren sollten und vor allem gegen die Regierung von Damaskus. Die Antwort des Pentagons war eindeutig: Wenn die amerikanischen Soldaten angegriffen werden, werden sie sich verteidigen. Dies
stellt einen weiteren Zusammenstoß zwischen der Türkei und den
Vereinigten Staaten, formal Verbündeten und beiden Mitgliedern des
Atlantischen Bündnisses, auf verbaler Ebene dar. Die
amerikanische Präsenz als Verbündeter der syrischen Kurden konnte
jedoch die gewalttätige Gegenoffensive der Türkei, die sich gegen die
Kurden durch eine offensichtliche Disparität der Kräfte durchsetzte,
nicht verhindern. Daher
die Entscheidung der Administratoren der syrisch-kurdischen Region,
Ankaras Ziel, die Hilfe von Damaskus zu suchen, als die legitime
Autorität des von ausländischen Truppen verletzten Gebiets. Die
Beziehung zwischen den syrischen Kurden und Damaskus schwankte bisher,
einerseits, wenn sie die administrative Unabhängigkeit genossen, zuerst
innerhalb des syrischen Regimes und später während des Konflikts, wurden
sie auch allmählich als Mittel gegen die Türken und das Kalifat, aber sie waren auch Gegenstand der Beschaffung durch Regierungskräfte; Ihr
Appell hat jedoch einen großen politischen Wert, denn wenn sie
akzeptiert wird, droht ein Konflikt zwischen Syrien, dem Iran und
Russland, gegen die Türkei, die sicherlich von den sunnitischen Ländern
unterstützt wird. Die
Rolle Washingtons wäre alles zu erwarten, denn die Kurden sind
natürliche Verbündete der USA, denen die amerikanische Hilfe gerade in
der Funktion gegen Assad (über die strategische Rolle, die gegen den
Islamischen Staat gespielt wird) ausgegangen ist. Auf
der anderen Seite hat die Türkei, obwohl sie Mitglied der Atlantischen
Allianz ist, mit der verschiedene Divergenzen im Gange sind, eine feste
Verbindung mit Saudi-Arabien auch in einer anti-iranischen Funktion
hergestellt, und die gegenwärtige amerikanische Regierung hat die
Beziehungen neu bewertet mit den Saudis; die
Gefahr besteht darin, dass die Kurden der amerikanischen Unterstützung
nicht ganz sicher waren und die extreme Lösung der Bitte um Hilfe an
Assad versuchten. Sollte
sich Damaskus dazu entschließen, diese Bitte, möglicherweise auch mit
russischer Unterstützung, umzusetzen, könnte Syrien eine völlig neue
internationale Situation darstellen, die möglicherweise auch eine
Umbildung von Allianzen und diplomatischen Beziehungen bedeuten würde. Das
andere mögliche Szenario ist, dass die Kurden und ihre legitimen Gründe
noch einmal im Namen höherer Interessen bis zum nächsten Mal geopfert
werden können.
Les Kurdes syriens demandent l'aide d'Assad contre la Turquie
Dans
le conflit que la Turquie a déposé contre les Kurdes syriens, par une
action militaire et les bombardements effectués en territoire étranger,
le Syrien, en fait, il est la nouveauté de la demande d'aide au
dictateur syrien Assad, en tant que chef de l'Etat, par les dirigeants
kurdes de Syrie. L'obsession
du président turc, M. Erdogan, les Kurdes qui sont en dehors des
frontières de la Turquie est due à la prise de conscience de ne pas être
en mesure de pratiquer contre ces parties du contrôle adéquat du
Kurdistan pour empêcher la création d'une entité autonome kurde sur les
frontières d'Ankara. Erdogan
a fondé sa stratégie politique l'aversion des Kurdes, comme ennemi
intérieur et extérieur, pour dissimuler les conséquences, notamment
financières, de son mauvais gouvernement et de détourner l'attention des
rares survivants des médias dans le pays de la direction dictatoriale
prise . À
Ankara, tous les Kurdes qui se trouvent en dehors des frontières
nationales sont considérés comme des terroristes, en particulier ceux
appartenant à des milices armées, qui, avec leur engagement, ont
contribué à la défaite de l'État islamique. Les
compétences de combat et un bon équipement de ces milices sont une
source constante de préoccupation pour Erdogan, surtout si elles sont
proches des frontières du pays et, par conséquent, si elles peuvent
entretenir des relations avec le Parti combattant kurde, considéré comme
la plus grande organisation terroriste opérant en Turquie . Depuis
le 20 janvier, les forces armées turques ont lancé une opération, en
dehors des frontières nationales, pour combattre les milices appartenant
à l'Unité de protection du peuple, qui semble être un allié du Parti
des travailleurs kurdes. L'offensive
était très sanglante et en plus des membres de la milice en grève, il y
avait de nombreuses victimes parmi les civils. La
Turquie est venu menacer même le réel des États-Unis, qui sont présents
dans la zone dans un certain nombre d'environ 2000 unités, ce qui
devrait fonctionner avec les Kurdes, à la fois en fonction de terrorisme
anti islamique est d'équilibrer la présence russe dans la ville
syrienne et surtout contre le gouvernement de Damas. La réponse du Pentagone était péremptoire: si les soldats américains vont être attaqués, ils répondront pour se défendre. Ceci
représente encore un autre conflit, pour l'instant au niveau verbal,
entre la Turquie et les Etats-Unis, formellement alliés et membres de
l'Alliance atlantique. Cependant,
la présence américaine, en tant qu'allié des Kurdes syriens, n'a pas
empêché la violente contre-offensive turque qui s'est matérialisée
contre les Kurdes avec une disparité évidente des forces mises en place.
D'où
la décision des administrateurs de la région kurde syrienne, le but
d'Ankara, de demander l'aide de Damas, en tant qu'autorité légitime de
la région violée par les troupes étrangères. Les
relations entre les Kurdes syriens et Damas ont jusqu'ici fluctué,
d'une part, s'ils jouissaient de l'indépendance administrative, d'abord
au sein du régime syrien et ensuite pendant le conflit, ils ont
également été progressivement utilisés comme moyen contre les Turcs et le califat, mais ils ont également fait l'objet de marchés publics par les forces gouvernementales; leur
appel, cependant, a une grande valeur politique car, s'il est accepté,
risque d'ouvrir un conflit entre la Syrie, puis l'Iran et la Russie
contre la Turquie, qui sera certainement rejoint par les pays sunnites. Le
rôle de Washington serait tout à fait prévisible, car les Kurdes sont
des alliés naturels des Etats-Unis, auxquels l'aide américaine est allée
juste en lutte contre Assad (au-delà du rôle stratégique joué contre
l'Etat islamique). D'autre
part, la Turquie, bien qu'étant membre de l'Alliance atlantique avec
laquelle diverses divergences sont en cours, a établi un lien solide
avec l'Arabie Saoudite également dans une fonction anti-iranienne et
l'administration américaine actuelle a réévalué les relations. avec les Saoudiens; le
danger est que les Kurdes se sentent pas tout à fait sûrs du soutien
américain et tentent la solution extrême de la demande d'aide à Assad. Si
Damas décide de mettre en œuvre cette demande, même avec le soutien de
la Russie, la Syrie pourrait présenter une situation internationale
entièrement nouvelle, ce qui impliquerait potentiellement un remaniement
des alliances et des relations diplomatiques. L'autre
scénario possible est qu'une fois de plus les Kurdes et leurs raisons
légitimes peuvent être sacrifiés au nom d'intérêts supérieurs jusqu'à la
prochaine fois.
Os curdos sírios pedem ajuda de Assad contra a Turquia
No
conflito que a Turquia trouxe contra os curdos sírios, através de ações
militares e bombardeios realizados em território estrangeiro, o sírio,
de fato, há a notícia do pedido de ajuda ao ditador sírio Assad, como
chefe de estado, pelos líderes curdos da Síria. A
obsessão do presidente turco, Erdogan, contra os curdos que estão fora
das fronteiras da Turquia é devido à consciência de não poder exercer
contra essas partes do Curdistão um controle adequado para impedir o
estabelecimento de uma entidade curda autônoma nas fronteiras de Ancara. Erdogan
centrou sua estratégia política na aversão dos curdos, como um inimigo
interno e externo, para disfarçar as consequências, também econômicas,
do seu mau governo e desviar a atenção de poucas mídias sobreviventes no
país da direção ditatorial tomada . Em
Ancara, todos os curdos que estão fora das fronteiras nacionais são
considerados terroristas, especialmente aqueles pertencentes a milícias
armadas, que, com seu compromisso, contribuíram para a derrota do Estado
islâmico. A
capacidade de combate e o bom equipamento dessas milícias são uma fonte
constante de preocupação para Erdogan, especialmente se eles estão
perto das fronteiras do país e, portanto, se eles podem ter relações com
o Partido de Combate Curdo, considerado a maior organização terrorista
na Turquia . Desde
20 de janeiro, as forças armadas turcas iniciaram uma operação, fora
das fronteiras nacionais, para lutar contra as milícias pertencentes à
Unidade de Proteção do Povo, que parece ser um aliado do Partido dos
Trabalhadores do Curdo. A ofensiva foi muito sangrenta e, além dos membros impressionantes da milícia, havia numerosas vítimas entre os civis. A
Turquia chegou a ameaçar até mesmo os Estados Unidos, que estão
presentes na área em cerca de 2.000, que devem cooperar com os curdos,
tanto em termos de terrorismo anti-islâmico quanto para equilibrar a
presença russa no país sírio e, acima de tudo, contra o governo de Damasco. A resposta do Pentágono foi peremptória: se os soldados americanos forem atacados, eles responderão para se defenderem. Isso
representa ainda outro choque, por agora no nível verbal, entre a
Turquia e os Estados Unidos, formalmente aliados e ambos membros da
Aliança do Atlântico. No
entanto, a presença americana, como aliada dos curdos sírios, não
evitou a violenta contra-ofensiva turca que se materializou contra os
curdos com uma evidente disparidade de forças instaladas. Daí
a decisão dos administradores da região curda síria, objetivo de
Ancara, buscar a ajuda de Damasco, como a autoridade legítima da área
violada por tropas estrangeiras. A
relação entre os curdos sírios e Damasco até agora tem flutuado, por um
lado, se eles gozassem de independência administrativa, primeiro no
regime sírio e, mais tarde, durante o conflito, eles também foram
gradualmente usados como meio contra os turcos e o califado, mas também foram objeto de compras pelas forças governamentais; o
seu apelo, no entanto, tem um grande valor político porque, se aceito,
corre o risco de abrir um conflito entre a Síria, o Irã ea Rússia contra
a Turquia, que certamente serão acompanhados pelos países sunitas. O
papel de Washington seria tudo esperado, porque os curdos são aliados
naturais dos Estados Unidos, aos quais a ajuda americana passou apenas
em função anti Assad (além do papel estratégico desempenhado contra o
Estado islâmico). Por
outro lado, a Turquia, apesar de ser membro da Aliança do Atlântico com
a qual várias divergências estão em andamento, estabeleceu um vínculo
sólido com a Arábia Saudita também em uma função anti-iraniana e a atual
administração americana reavaliou as relações com os sauditas; o
perigo é que os curdos sentiram que não estavam inteiramente certos do
apoio americano e tentaram a solução extrema do pedido de ajuda para
Assad. Se
Damasco decide implementar este pedido, possivelmente também com apoio
russo, a Síria poderia apresentar uma situação internacional
inteiramente nova, o que também implicaria potencialmente uma
reorganização de alianças e relações diplomáticas. O
outro cenário possível é que mais uma vez os curdos e suas razões
legítimas podem ser sacrificados em nome de interesses superiores até a
próxima.
Сирийские курды просят помощи у Асада против Турции
В
конфликте, который Турция привела против сирийских курдов, посредством
военных действий и взрывов, проводимых на чужой территории, сирийский,
по сути, есть известия о просьбе о помощи сирийскому диктатору Асаду,
главой государства, курдскими лидерами Сирии. Одержимость
турецкого президента Эрдогана против курдов, которые находятся за
пределами Турции, объясняется осознанием того, что он не может
осуществлять против этих частей Курдистана адекватный контроль, чтобы
предотвратить создание автономного курдского образования на границах Анкары. Эрдоган
сосредоточил свою политическую стратегию на отвращении курдов как
внутреннего и внешнего врага, чтобы замаскировать последствия, также
экономические, его плохого правительства и отвлечь внимание немногих
сохранившихся СМИ внутри страны от принятого диктаторского направления , В
Анкаре все курды, которые находятся за пределами национальных границ,
считаются террористами, особенно теми, кто принадлежит к вооруженным
ополчениям, которые своим обязательством способствовали поражению
исламского государства. Боевая
мощь и хорошее оснащение этих ополченцев являются постоянным источником
беспокойства для Эрдогана, особенно если они близки к границам страны и
поэтому, если они могут иметь отношения с Курдской боевой партией,
считаются крупнейшей террористической организацией в Турции , С
20 января турецкие вооруженные силы начали операцию за пределами
национальных границ для борьбы с ополченцами, принадлежащими к Народной
защитной группе, которая, похоже, является союзником Курдской рабочей
партии. Наступление было очень кровавым, и в дополнение к поразительным членам милиции было много жертв среди мирных жителей. Турция
стала угрожать даже Соединенным Штатам, которые присутствуют в этом
районе в количестве около 2000 человек, которые должны сотрудничать с
курдами как с точки зрения антиисламского терроризма, так и для баланса
присутствия России в сирийской стране и, прежде всего, против правительства Дамаска. Ответ Пентагона был императивным: если американские солдаты будут атакованы, они ответят, чтобы защитить себя. Это
представляет собой еще одно столкновение, на данный момент на
вербальном уровне, между Турцией и Соединенными Штатами, формально
союзниками и обоими членами Атлантического альянса. Однако
американское присутствие, как союзник сирийских курдов, не
предотвратило насильственного турецкого контрнаступления, которое
материализовалось против курдов с очевидным несоответствием созданных
сил. Следовательно,
решение администраторов сирийского курдского региона, цель Анкары,
обратиться за помощью к Дамаску, как законной властью области,
нарушенной иностранными войсками. До
сих пор отношения между сирийскими курдами и Дамаском колебались, с
одной стороны, если они пользовались административной независимостью,
сначала в сирийском режиме, а затем во время конфликта, они также
постепенно использовались как средство против турок и халифат, но они также были предметом закупок правительственными силами; однако
их призыв имеет большую политическую ценность, потому что, если он
будет принят, он рискует открыть конфликт между Сирией, а затем Ираном и
Россией против Турции, к которой, безусловно, присоединятся суннитские
страны. Роль
Вашингтона можно было бы ожидать, потому что курды являются
естественными союзниками Соединенных Штатов, на которые американская
помощь просто действует в качестве антисада (помимо стратегической роли,
которую играет против исламского государства). С
другой стороны, Турция, несмотря на то, что она является членом
Атлантического альянса, с которой происходят различные расхождения,
установила прочную связь с Саудовской Аравией также в анти-иранской
функции, и нынешняя американская администрация провела переоценку
отношений с саудовцами; опасность
заключается в том, что курды чувствовали, что они не совсем уверены в
поддержке со стороны США, и попытались решить крайнее решение о помощи
Асаду. Если
Дамаск решит выполнить эту просьбу, даже, возможно, с российской
поддержкой, Сирия может представить совершенно новую международную
ситуацию, которая потенциально может также означать перестановку
альянсов и дипломатических отношений. Другой
возможный сценарий заключается в том, что в очередной раз курды и их
законные причины могут быть принесены в жертву во имя более высоких
интересов до следующего раза.
Iscriviti a:
Post (Atom)