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lunedì 16 luglio 2018

L'Austria propone la costruzione di centri per l'espulsione fuori dall'Europa

L’Austria, il paese in carica nella presidenza di turno dell’Unione Europea, propone la creazione di centri di espulsione per i migranti furoi dal territori europeo. La proposta mira ad aggregare i governi europei di destra e sempre più intolleranti verso il fenomeno delle migrazioni, superando i conflitti generati dalle disposizioni europee circa la divisione dei profughi ed il sistema della prima accoglienza, che riguarda i paesi del sud, che genera la cosidetta emigrazione secondaria verso i paesi che non si affacciano sul Mediterraneo, causa di forti dispute tra i paesi membri europei. Si tratta di una soluzione chiaramente proveniente da destra che cerca di risolvere il problema con la sua quasi totale cancellazione. In pratica dovrebbero essere creati dei centri di espulsione fuori dal territorio europeo dove mandare i migranti senza i requisiti per restare in Europa. La scusa per giustificare una tale soluzione è la lotta alla tratta degli esseri umani, tuttavia al netto dell’ipocrisia della proposta austriaca, la sua fattibilità appare problematica, sia relativamente al diritto comunitario, che alla disponibilità di trovare soluzioni pratica con la collaborazione di altri stati. Certamente c’è la via dei finanziamenti verso quelle nazioni che potrebbero dichiararsi disponibili ad una tale collaborazione, in parte l’esperienza con la Turchia ha insegnato molto, ma gli aspetti da valutare sembrano molteplici: dalla effettiva disponibilità da parte di stati esteri a costruire questi centri di espulsione, alle condizioni di questi campi, sia igieniche, che sanitarie, al trattamento dei migranti espulsi in questi siti fino al momento successivo dopo questa fase di espulsione, che dovrebbe prevedere il rimpatrio nei luoghi di origine: certamente una serie di procedure complicate, di difficile accertamento e che non impediscono ai migranti espulsi di ritentare un nuovo ingresso in Europa. Una soluzione che sembra ancora più difficile di una gestione alternativa. Per l’Austria l’unica preoccupazione è quella di evitare ufficialmente la presenza dei migranti sul suolo europeo per evitare i contrasti tra gli stati membri. Ma questa soluzione ha proprio come controindicazione e principale ostacolo l’incapacità di arrestare i flussi migratori dei disperati che hanno come motivazione la guerra, le carestie e le violenze presenti nei loro paesi. Non sembra possibile fermare chi lascia la propria nazione per  tali motivazioni e la conseguenza più immediata sarà di nuovo lasciare i paesi costieri la gestione delle immigrazioni. Il ministro dell’interni italiano, che sembra gradire la soluzione austriaca, dimostrerebbe poca lungimiranza nell’appoggiare questa metodologia di gestione, che lascerebbe ancora una volta Roma da sola di fronte al fenomeno migratorio.  Alla base di questa soluzione, poi, vi è anche il criterio dei limiti di capacità di integrazione dei migranti negli stati, basato sul fatto che non tutti i migranti avrebbero la medesima capacità di integrazione nelle società occidentali, per l’Austria occorre valutare il livello di pace sociale e l’adattabilità ai valori europei, sulla base della provenienza dei migranti; questo criterio appare in contrasto con la legislazione comunitaria che non discrimina, sulla base dell’identità del migrante, la possibilità di restare nell’Unione. Queste motivazioni sembrano smentire la giustificazione della lotta alla tratta degli esseri umani, perchè evidenziano una volontà di chiusura ad altre culture, pensata in maniera totale, senza neppure il filtro delle motivazioni umanitarie. Per quanto riguarda l’Europa una tale soluzione esporrebbe ulteriormente al pericolo di una decadenza del trattato di Schengen, con la conseguenza dell’allontanamento dalle ragioni fondative dell’Unione. Il tema migratorio si pone ancora  una volta come limite all’idea stessa di Europa come è stato inteso fino ad ora, minacciando di stravolgere l’impianto europeo con pericolose conseguenze che vanno molto aldilà dei problemi migratori, spesso sempre più usati come mezzo per imporre una nuova visione attraverso la quale screditare le regole europee in vigore. Ma pensare soluzioni inattuabili, sia dal punto di vista pratico, che legale, e senza alcuna speranza di produrre reali risultati  capaci di attenuare in modo efficace il fenomeno migratorio, perchè non ne risolvono le cause ma soltanto gli effetti, è indice di scarsa attitudine al governo ed è espressione di una classe politica miope e di basso livello, capace, e soltanto in parte, di guardare poco distante nel tempo e nello spazio.

Austria proposes the construction of centers for expulsion outside Europe

Austria, the country in office in the rotating presidency of the European Union, proposes the creation of deportation centers for migrants furoi from the European territories. The proposal aims to aggregate the right-wing and increasingly intolerant governments towards the phenomenon of migration, overcoming the conflicts generated by the European provisions concerning the division of refugees and the first reception system, which concerns the countries of the south, which generates the so-called secondary emigration to countries that do not face the Mediterranean, causing strong disputes among European member countries. It is a solution clearly coming from the right that tries to solve the problem with its almost complete cancellation. In practice, deportation centers should be set up outside the European territory to send migrants without the requirements to stay in Europe. The excuse to justify such a solution is the fight against trafficking in human beings, however, net of the hypocrisy of the Austrian proposal, its feasibility appears to be problematic, both with regard to Community law, and to the availability of finding practical solutions with the collaboration of others. States. Certainly there is the way of funding to those nations that could declare themselves available to such a collaboration, in part the experience with Turkey has taught a lot, but the aspects to be evaluated seem multiple: from the actual willingness of foreign states to build these deportation centers, under the conditions of these fields, both hygienic and sanitary, to the treatment of migrants expelled at these sites until the next moment after this phase of expulsion, which should provide for repatriation to their places of origin: certainly a series of procedures complicated, difficult to ascertain and do not prevent expelled migrants from attempting a new entry into Europe. A solution that seems even more difficult than alternative management. For Austria, the only concern is to officially avoid the presence of migrants on European soil to avoid conflicts between member states. But this solution has as its contraindication and main obstacle the inability to stop the migratory flows of the desperate who have as motivation the war, the famines and the violence present in their countries. It does not seem possible to stop those who leave their country for these reasons and the most immediate consequence will again leave the coastal countries to manage immigration. The Italian interior minister, who seems to like the Austrian solution, would show little foresight in supporting this management methodology, which would once again leave Rome alone in the face of migration. At the basis of this solution, then, there is also the criterion of limits of capacity for integration of migrants in the states, based on the fact that not all migrants have the same capacity for integration in Western societies, for Austria the level of of social peace and adaptability to European values, based on the origin of migrants; this criterion appears to be in contrast with Community legislation which does not discriminate, on the basis of the migrant's identity, the possibility of remaining in the Union. These reasons seem to deny the justification of the fight against trafficking in human beings, because they highlight a will to close to other cultures, thought in a total manner, without even the filter of humanitarian motivations. As far as Europe is concerned, such a solution would further expose the danger of a forfeiture of the Schengen Treaty, with the consequence of the removal from the Union's founding reasons. The migration theme is once again a limit to the very idea of ​​Europe as it has been understood until now, threatening to overturn the European plant with dangerous consequences that go far beyond the migratory problems, often increasingly used as a means of imposing a new vision through which to discredit the European rules in force. But thinking about unworkable solutions, both from a practical and legal point of view, and without any hope of producing real results capable of effectively mitigating the migratory phenomenon, because they do not solve the causes but only the effects, is an indication of poor attitude to government and is the expression of a short-sighted and low-level political class, capable, and only partly, of looking not far in time and space.

Austria propone la construcción de centros de expulsión fuera de Europa

Austria, el país en el poder en la presidencia rotatoria de la Unión Europea, propone la creación de centros de deportación para emigrantes furoi de los territorios europeos. La propuesta tiene como objetivo agregar los gobiernos europeos de derecha y cada vez más intolerante con el fenómeno de la migración, la superación de los conflictos generados por las disposiciones europeas sobre la división de los refugiados y el primer sistema de recepción, que cubre los países del sur, lo que genera el llamado emigración secundaria a países que no enfrentan el Mediterráneo, causando fuertes disputas entre los países miembros europeos. Es una solución que proviene claramente de la derecha que trata de resolver el problema con su cancelación casi completa. En la práctica, los centros de deportación deben establecerse fuera del territorio europeo para enviar a los migrantes sin los requisitos para permanecer en Europa. La excusa para esta solución es la lucha contra la trata de seres humanos, sin embargo, la hipocresía neto de la propuesta de Austria, su viabilidad es problemático, tanto en relación con el derecho comunitario, que la disponibilidad de encontrar soluciones prácticas en colaboración con otra estados. Ciertamente existe la forma de financiar a aquellas naciones que podrían declararse disponibles para tal colaboración, en parte la experiencia con Turquía ha enseñado mucho, pero los aspectos a evaluar parecen múltiples: desde la disposición real de los estados extranjeros a construir estos centros de expulsión, las condiciones de estos campos, tanto higiénica, que la salud, el tratamiento de los migrantes expulsados ​​en estos sitios hasta que el siguiente después de esta etapa de expulsión, que debe proporcionar para la repatriación a sus lugares de origen: sin duda una serie de procedimientos complicado, difícil de determinar y no evitar que los migrantes expulsados ​​intenten una nueva entrada en Europa. Una solución que parece incluso más difícil que la gestión alternativa. Para Austria, la única preocupación es evitar oficialmente la presencia de migrantes en suelo europeo para evitar conflictos entre los Estados miembros. Pero esta solución tiene como contraindicación y principal obstáculo la incapacidad de detener los flujos migratorios de los desesperados que tienen como motivación la guerra, las hambrunas y la violencia presente en sus países. No parece posible detener a aquellos que abandonan su país por estas razones y la consecuencia más inmediata volverá a dejar a los países costeros para manejar la inmigración. El ministro del Interior italiano, que parece querer la solución austríaca, mostraría poca previsión al apoyar esta metodología de gestión, que una vez más dejaría a Roma sola frente a la migración. En la base de esta solución, entonces, también existe el criterio de límites de la capacidad de integración de los migrantes en los estados, basado en el hecho de que no todos los migrantes tienen la misma capacidad de integración en las sociedades occidentales, para Austria el nivel de de paz social y adaptabilidad a los valores europeos, basados ​​en el origen de los migrantes; este criterio parece contrastar con la legislación comunitaria que no discrimina, sobre la base de la identidad del migrante, la posibilidad de permanecer en la Unión. Estas razones parecen negar la justificación de la lucha contra la trata de seres humanos, porque ponen de manifiesto una voluntad de acercarse a otras culturas, pensadas de manera total, sin ni siquiera el filtro de las motivaciones humanitarias. En lo que respecta a Europa, una solución de este tipo expondría aún más el peligro de la pérdida del Tratado de Schengen, con la consecuencia de la eliminación de los motivos fundacionales de la Unión. El tema de la migración surge de nuevo como un límite a la idea de Europa como se ha entendido hasta ahora, amenazando con perturbar el sistema europeo de peligrosas consecuencias que van mucho más allá de los problemas de la migración, a menudo se utiliza cada vez más como un medio para imponer una nueva visión a través de la cual desacreditar las normas europeas vigentes. Pero pensar en soluciones que no funcionan, tanto desde un punto de vista legal práctica, y sin ninguna esperanza de producir resultados reales que pueden mitigar con eficacia el fenómeno de la migración, ya que no resuelven las causas, sino sólo los efectos, es una indicación de mala actitud gobierno y es la expresión de una clase política miope y de bajo nivel, capaz, y en parte, de mirar no muy lejos en el tiempo y el espacio.

Österreich schlägt den Aufbau von Vertreibungszentren außerhalb Europas vor

Österreich, das amtierende rotierende Präsidium der Europäischen Union, schlägt die Einrichtung von Abschiebezentren für Migranten aus den europäischen Gebieten vor. Der Vorschlag zielt darauf ab, die rechten und zunehmend intoleranten Regierungen auf das Phänomen der Migration zu konzentrieren, die Konflikte zu überwinden, die durch die europäischen Bestimmungen über die Teilung von Flüchtlingen und das erste Aufnahmesystem, das die Länder des Südens betrifft, erzeugt Sekundäre Auswanderung in Länder, die nicht dem Mittelmeer zugewandt sind, was zu heftigen Streitigkeiten zwischen den europäischen Mitgliedsländern führt. Es ist eine klar von rechts kommende Lösung, die versucht, das Problem mit seiner fast vollständigen Aufhebung zu lösen. In der Praxis sollten Abschiebezentren außerhalb des europäischen Territoriums eingerichtet werden, um Migranten ohne die Voraussetzungen für einen Aufenthalt in Europa zu entsenden. Die Entschuldigung für eine solche Lösung ist der Kampf gegen den Menschenhandel, aber net Heuchelei des österreichischen Vorschlags ihre Durchführbarkeit ist problematisch, sowohl im Hinblick auf das Gemeinschaftsrecht, dass die Verfügbarkeit der Suche nach praktischen Lösungen in Zusammenarbeit mit anderen Staaten. Natürlich gibt es die Art der Finanzierung für jene Nationen, die sich für eine solche Zusammenarbeit zur Verfügung stellen könnten, teilweise hat die Erfahrung mit der Türkei viel gelehrt, aber die auszuwertenden Aspekte scheinen multipel zu sein: aus der tatsächlichen Bereitschaft ausländischer Staaten zu bauen diese Deportationszentren, unter den Bedingungen dieser Bereiche, sowohl hygienisch als auch hygienisch, zur Behandlung von an diesen Orten vertriebenen Migranten bis zum nächsten Moment nach dieser Phase der Vertreibung, die Rückführung zu ihren Ursprungsorten vorsehen sollte: sicher eine Reihe von Verfahren kompliziert, schwierig zu ermitteln und verhindern nicht, dass ausgewiesene Migranten einen neuen Zugang nach Europa versuchen. Eine Lösung, die noch schwieriger zu sein scheint als alternatives Management. Für Österreich besteht die einzige Sorge darin, die Anwesenheit von Migranten auf europäischem Boden offiziell zu vermeiden, um Konflikte zwischen Mitgliedstaaten zu vermeiden. Aber diese Lösung hat als Kontraindikation und Haupthindernis die Unfähigkeit, die Migrationsströme der Verzweifelten zu stoppen, die den Krieg, die Hungersnöte und die Gewalt in ihren Ländern motiviert haben. Es scheint nicht möglich zu sein, diejenigen, die ihr Land verlassen, aus diesen Gründen zu stoppen, und die unmittelbarste Folge werden die Küstenländer sein, die Einwanderung zu verwalten. Der italienische Innenminister, der die österreichische Lösung zu mögen scheint, würde wenig Voraussicht haben, diese Managementmethodik zu unterstützen, die Rom angesichts der Migration wieder in Ruhe lassen würde. Auf der Grundlage dieser Lösung gibt es dann auch das Kriterium der Integrationsfähigkeit von Migranten in den Staaten, basierend auf der Tatsache, dass nicht alle Migranten die gleiche Integrationsfähigkeit in westlichen Gesellschaften haben, für Österreich das Niveau von sozialer Frieden und Anpassungsfähigkeit an europäische Werte, basierend auf der Herkunft von Migranten; Dieses Kriterium scheint im Widerspruch zu einem Gemeinschaftsrecht zu stehen, das auf der Grundlage der Identität des Migranten die Möglichkeit des Verbleibs in der Union nicht diskriminiert. Diese Gründe scheinen die Rechtfertigung des Kampfes gegen den Menschenhandel zu leugnen, weil sie den Willen zum Ausdruck bringen, sich anderen Kulturen zu nähern, in einer totalen Art und Weise, ohne auch nur die humanitären Motivationen zu filtern. Was Europa betrifft, so würde eine solche Lösung die Gefahr einer Verwirkung des Schengen-Vertrags mit der Konsequenz der Streichung aus den Gründungsgründen der Union weiter aufdecken. Das Migrationsthema ist wieder einmal eine Grenze für die Idee von Europa, wie sie bisher verstanden wurde, und droht, die europäische Fabrik mit gefährlichen Konsequenzen zu stürzen, die weit über die Migrationsprobleme hinausgehen, die oft als Mittel der Auferlegung benutzt werden eine neue Vision, mit der die geltenden europäischen Vorschriften in Misskredit gebracht werden können. Aber über praktische Lösungen nachzudenken, die nicht praktikabel sind, und ohne die Hoffnung, wirkliche Ergebnisse zu erzielen, die das Migrationsphänomen wirksam lindern können, weil sie nicht die Ursachen, sondern nur die Auswirkungen lösen, ist ein Hinweis auf eine schlechte Einstellung zu Regierung und ist der Ausdruck einer kurzsichtigen und niedrigen politischen Klasse, die in der Lage ist, in Zeit und Raum nicht weit zu blicken.

L'Autriche propose la construction de centres d'expulsion en dehors de l'Europe

L'Autriche, pays en exercice de la présidence tournante de l'Union européenne, propose la création de centres de déportation pour les migrants venant des territoires européens. La proposition vise à agréger les gouvernements de droite et de plus en plus intolérants au phénomène de la migration, en surmontant les conflits générés par les dispositions européennes concernant la division des réfugiés et le premier système d'accueil qui concerne les pays du sud. l'émigration secondaire vers des pays qui ne sont pas confrontés à la Méditerranée, ce qui provoque de vifs conflits entre les pays membres européens. C'est une solution venant clairement de la droite qui tente de résoudre le problème avec son annulation presque complète. Dans la pratique, des centres d'expulsion devraient être établis en dehors du territoire européen pour envoyer des migrants sans obligation de rester en Europe. L'excuse pour justifier une telle solution est la lutte contre la traite des êtres humains. Cependant, malgré l'hypocrisie de la proposition autrichienne, sa faisabilité semble problématique, tant en ce qui concerne le droit communautaire que la possibilité de trouver des solutions pratiques avec la collaboration d'autrui. États. Certes, il existe un moyen de financement pour les nations qui pourraient se déclarer disponibles pour une telle collaboration, en partie l'expérience avec la Turquie a beaucoup enseigné, mais les aspects à évaluer semblent multiples: de la volonté réelle des États étrangers de construire ces centres de déportation, dans les conditions de ces champs, à la fois hygiéniques et sanitaires, au traitement des migrants expulsés sur ces sites jusqu'au prochain moment après cette phase d'expulsion, qui devrait prévoir le rapatriement vers leurs lieux d'origine: certainement une série de procédures compliqué, difficile à déterminer et n'empêche pas les migrants expulsés de tenter une nouvelle entrée en Europe. Une solution qui semble encore plus difficile que la gestion alternative. Pour l'Autriche, la seule préoccupation est d'éviter officiellement la présence de migrants sur le sol européen afin d'éviter les conflits entre les Etats membres. Mais cette solution a comme contre-indication et obstacle principal l'impossibilité d'arrêter les flux migratoires des désespérés qui ont comme motivation la guerre, les famines et la violence présentes dans leurs pays. Il ne semble pas possible d'arrêter ceux qui quittent leur pays pour ces raisons et les conséquences les plus immédiates vont encore une fois laisser les pays côtiers gérer l'immigration. Le ministre italien de l'Intérieur, qui semble apprécier la solution autrichienne, ne montrerait que peu de clairvoyance en soutenant cette méthodologie de gestion, qui laisserait encore une fois Rome face à la migration. A la base de cette solution, il y a aussi le critère des limites de la capacité d'intégration des migrants dans les Etats, basé sur le fait que tous les migrants n'ont pas la même capacité d'intégration dans les sociétés occidentales, pour l'Autriche le niveau de de la paix sociale et de l'adaptabilité aux valeurs européennes, fondées sur l'origine des migrants; ce critère semble être en contradiction avec la législation communautaire qui ne discrimine pas, sur la base de l'identité du migrant, la possibilité de rester dans l'Union. Ces raisons semblent nier la justification de la lutte contre la traite des êtres humains, car elles mettent en évidence une volonté de se rapprocher des autres cultures, pensée de manière totale, sans même le filtre des motivations humanitaires. En ce qui concerne l'Europe, une telle solution exposerait davantage le danger d'une confiscation du traité de Schengen, avec pour conséquence la suppression des raisons fondatrices de l'Union. Le thème de la migration est une fois de plus une limite à l'idée même de l'Europe telle qu'elle a été comprise jusqu'à présent, menaçant de renverser la plante européenne avec des conséquences dangereuses qui vont bien au-delà des problèmes migratoires souvent utilisés comme moyen d'imposer une nouvelle vision à travers laquelle discréditer les règles européennes en vigueur. Mais penser à des solutions irréalisables, d'un point de vue pratique et juridique, et sans espoir de produire des résultats réels capables d'atténuer efficacement le phénomène migratoire, parce qu'ils ne résolvent pas les causes mais seulement les effets, est une indication de mauvaise attitude gouvernement et est l'expression d'une classe politique à courte vue et de bas niveau, capable, et seulement en partie, de regarder dans le temps et dans l'espace.

Áustria propõe a construção de centros de expulsão fora da Europa

A Áustria, o país em exercício na presidência rotativa da União Européia, propõe a criação de centros de deportação para os migrantes furoi dos territórios europeus. A proposta visa agregar os governos europeus de direita e cada vez mais intolerante com o fenômeno da migração, superando conflitos gerados pelas disposições europeias sobre a divisão dos refugiados e o primeiro sistema de recepção, que abrange os países do Sul, que gera os chamados emigração secundária para países que não enfrentam o Mediterrâneo, causando fortes disputas entre os países membros europeus. É uma solução claramente vinda da direita que tenta resolver o problema com o seu cancelamento quase completo. Na prática, os centros de deportação devem ser estabelecidos fora do território europeu para enviar migrantes sem os requisitos para permanecer na Europa. A desculpa para tal solução é a luta contra o tráfico de seres humanos, no entanto, a hipocrisia líquido da proposta austríaca, a sua viabilidade é problemática, tanto no que diz respeito ao direito comunitário, que a disponibilidade de encontrar soluções práticas em colaboração com outros estados. Certamente não é a forma de empréstimos a essas nações que poderiam declarar-se disponível para tal cooperação, um pouco da experiência com a Turquia nos ensinou muito, mas as questões a serem consideradas parecem muitos: a vontade real de países estrangeiros para construir estes centros de deportação, as condições destes campos, tanto de higiene, que a saúde, o tratamento de migrantes expulsos nestes locais até a próxima após esta fase de expulsão, que devem fornecer para o repatriamento para os seus lugares de origem: certamente uma série de procedimentos complicadas, difíceis de determinar e não impedem os migrantes expulsos de tentar uma nova entrada na Europa. Uma solução que parece ainda mais difícil do que o gerenciamento alternativo. Para a Áustria, a única preocupação é evitar oficialmente a presença de migrantes em solo europeu para evitar conflitos entre os estados membros. Mas esta solução tem como contraindicação e principal obstáculo a incapacidade de deter os fluxos migratórios dos desesperados que têm como motivação a guerra, as fomes e a violência presentes em seus países. Não parece ser possível impedir aqueles que deixam o país por estas razões e a conseqüência mais imediata deixará novamente os países costeiros para administrar a imigração. O ministro do Interior italiano, que parece gostar da solução austríaca, mostraria pouca previsão em apoiar essa metodologia de gestão, que mais uma vez deixaria Roma sozinha em face da migração. Na base desta solução, há também o critério de limites de capacidade de integração dos migrantes nos estados, baseado no fato de que nem todos os migrantes têm a mesma capacidade de integração nas sociedades ocidentais, para a Áustria o nível de da paz social e adaptabilidade aos valores europeus, com base na origem dos migrantes; Este critério parece contrariar a legislação comunitária que não discrimina, com base na identidade do migrante, a possibilidade de permanecer na União. Essas razões parecem negar a justificativa da luta contra o tráfico de seres humanos, pois destacam a vontade de se aproximar de outras culturas, pensadas de maneira total, sem sequer o filtro de motivações humanitárias. No que diz respeito à Europa, tal solução exporia ainda mais o perigo de uma perda do Tratado de Schengen, com a consequência da remoção dos fundamentos da União. O tema da migração é, mais uma vez, um limite à própria ideia de Europa, como foi entendida até agora, ameaçando derrubar a fábrica europeia com consequências perigosas que vão muito além dos problemas migratórios, muitas vezes cada vez mais usados ​​como meio de impor. uma nova visão através da qual desacreditar as regras europeias em vigor. Mas pense soluções impraticáveis, tanto do ponto de vista prático, legal, e sem qualquer esperança de produzir resultados reais que possam efetivamente atenuar o fenômeno da migração, porque não resolver as causas, mas apenas os efeitos, é uma indicação de má atitude governo e é a expressão de uma classe política de visão curta e de baixo nível, capaz, e apenas em parte, de olhar não muito longe no tempo e no espaço.

Австрия предлагает создать центры высылки за пределы Европы

Австрия, страна, возглавляющая председательство в Европейском союзе, предлагает создать центры депортации для мигрантов фурои с европейских территорий. Это предложение направлено на объединение правых и все более нетерпимых правительств в сторону явления миграции, преодоления конфликтов, порожденных европейскими положениями, касающимися разделения беженцев и первой системы приема, которая касается стран юга, которая порождает так называемые вторичная эмиграция в страны, которые не относятся к Средиземноморью, вызывая серьезные споры между европейскими странами-членами. Это решение, явно идущее справа, которое пытается решить проблему с ее почти полной отменой. На практике центры депортации должны создаваться за пределами европейской территории для отправки мигрантов без требований о пребывании в Европе. Поводом для оправдания такого решения является борьба с торговлей людьми, однако, за исключением лицемерия австрийского предложения, его осуществимость представляется проблематичной как в отношении законодательства Сообщества, так и в доступности поиска практических решений при сотрудничестве других. состояния. Конечно, существует способ финансирования для тех стран, которые могли бы заявить о себе для такого сотрудничества, отчасти опыт Турции многому научил, но оцениваемые аспекты кажутся несколько: от реальной готовности иностранных государств строить эти центры депортации в условиях этих полей, как гигиенических, так и санитарных, для лечения мигрантов, высланных на этих объектах, до следующего момента после этого этапа высылки, который должен обеспечить репатриацию в места их происхождения: конечно, ряд процедур сложно, сложно установить и не препятствовать вытесненным мигрантам в попытке вступить в новую войну в Европу. Решение, которое кажется еще более сложным, чем альтернативное управление. Для Австрии единственная проблема заключается в том, чтобы официально избежать присутствия мигрантов на европейской земле, чтобы избежать конфликтов между государствами-членами. Но это решение имеет в качестве своего противопоказания и главного препятствия невозможность остановить миграционные потоки отчаявшихся, которые мотивируют войну, голод и насилие в их странах. Невозможно остановить тех, кто покидает свою страну по этим причинам, и самые непосредственные последствия снова оставят прибрежные страны в управлении иммиграцией. Итальянский министр внутренних дел, который, похоже, как австрийское решение, не проявляет мало предусмотрительности в поддержке этой методологии управления, которая вновь покинет Рим в условиях миграции. Таким образом, в основе этого решения лежит также критерий пределов возможностей интеграции мигрантов в государствах, основанный на том факте, что не все мигранты обладают одинаковой способностью к интеграции в западные общества, для Австрии уровень социального мира и приспособляемости к европейским ценностям на основе происхождения мигрантов; этот критерий, по-видимому, противоречит законодательству Сообщества, который не дискриминирует, исходя из личности мигранта, возможность остаться в Союзе. Эти причины, по-видимому, отрицают оправдание борьбы с торговлей людьми, поскольку они подчеркивают желание приблизиться к другим культурам, мыслить в полной мере, даже без фильтра гуманитарных мотиваций. Что касается Европы, то такое решение будет еще больше подвергать опасности конфискацию Шенгенского договора, вследствие отказа от оснований Союза. Тема миграции еще раз ограничивает саму идею Европы, как она была до сих пор понята, угрожая опрокинуть европейский завод с опасными последствиями, которые выходят далеко за пределы миграционных проблем, которые часто все чаще используются в качестве средства наложения новое видение, с помощью которого можно дискредитировать действующие европейские правила. Но, думая о невосполнимых решениях, как с практической, так и юридической точек зрения, и без надежды на получение реальных результатов, способных эффективно смягчить миграционный феномен, поскольку они не решают причины, а только последствия, свидетельствует о плохом отношении к правительство и является выражением недальновидного и низкоуровневого политического класса, способного и лишь отчасти заглядывающего далеко не во времени и пространстве.