Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

mercoledì 8 agosto 2018

سياسات ترامب الفاشلة

لو كان مع تكتيكات كوريا الشمالية ترامب، تهدد ومن ثم الحصول على نتيجة لذلك، يبدو أنه قد كان لها تأثير، مع إيران لم يذهب بنفس الطريقة. في الواقع حتى مع بيونغ يانغ، كما وعد كيم جونغ أون يبدو غير صحيحة والبلد كوريا الشمالية لم تبدأ الوعد نزع السلاح النووي. وكانت طهران قد وضعت الأمور في نصابها على الفور: إيران ليست كوريا الشمالية، على الرغم من أن الدولة الآسيوية يمر وقت صعب للغاية من الناحية الاقتصادية، ورفض إعادة التفاوض على معاهدة وقعت بالفعل على الطاقة النووية. لإدارة البيت الأبيض هو هزيمة دبلوماسية، معلنا فشل السياسة الخارجية الأمريكية. كوريا الشمالية من تصور يلهون مصنوعة من ورقة رابحة، في حين أن الولايات المتحدة والانسحاب من معاهدة حظر وضع من جانب واحد أسفل موثوقية على الصعيد الدولي. الآثار المترتبة على مصداقية الولايات المتحدة هي التي النزول أقل وأقل، وتغيير العلاقات مع الحلفاء القدامى. ما يتم إنشاؤه على مسافة الحصول على أكبر بين الجانبين من المحيط الأطلسي، والتي يمكن أن تشكل خطرا على الأوضاع الموحدة، مثل حلف شمال الأطلسي، الذي خطر طغيان سياسة مرتجلة والخروج من القاعدة الخير مهارات التفاوض. هذا أيضا بسبب ترامب تعتزم إلزام التمسك املاءاتها الموقعين على الاتفاق، عن طريق الضغط المباشر على الشركات في تلك البلدان، مع حظر صريح للعمل في الولايات المتحدة إذا ما استمروا في القيام بأعمال تجارية مع طهران. ويبدو أن هذا النمط يكرر نفسه في السياسة على الواجبات، ولكن حتى في هذا المجال التفاعل التي تنتجها الصين، ويبدو أن النقيض من الصعب، لأن الطرف تضر مباشرة الشركات التي تدر أرباحا هائلة بفضل انخفاض تكلفة العمالة من الصين الولايات المتحدة. أهم مثال هو عمل بكين ضد أبل التي تتطلب حصة من الأرباح التي تم الحصول عليها في الصين. بالنسبة للعديد من الشركات الأمريكية، والسوق الصيني هو المجال الثاني، بعد السوق المحلية، ومزيد من التطوير وسيكون من المثير أن نرى ماذا سيكون رد فعلهم عندما يتم مقروص أنها بين رغبات واشنطن وبكين الانتقام. وبالعودة إلى الموضوع الإيراني، وإذا كان القصد من شركات صناعة السيارات الألمانية ويبدو أن التخلي عن السوق إيران، وليس لتقديم تنازلات في أمريكا، وبالفعل في خطر لدخول ممكن من الاستحقاقات، ودول أخرى، من خلال التنفيذية، ل الموقف الرسمي، بعد ذلك، وليس بمبادرة من شركة واحدة، ورفض فرض الضرائب الأمريكية. في هذا المعنى، فإنه من المهم أن رفض الحكومة البريطانية، التي لا تزال الحليف الرئيسي للولايات المتحدة، للتكيف مع رغبات ترامب. وسيسعى الاتحاد الأوروبي لدعم الشركات التي وقعت عقودا تجارية مع إيران، يبرهن على أنه بديل للولايات المتحدة وأيضا أن تكون أكثر موثوقية على المستوى الدولي، واحترام الاتفاقات الموقعة. في هذا الوقت قد البيت الأبيض جمع الدعم من الحلفاء المهمين، ولكن أكثر هامشية مما كانت عليه في أوروبا، ولكن، قبل كل شيء، سياستها ويبدو أن نتائج عكسية، وذلك لمعطف الدولي على الأسلحة، والتي في الجانب الاقتصادي. المنطق في الميزان التجاري، الذي يجب أن يكون دائما فعال ضد جميع الشركاء التجاريين، بغض النظر عن الفوائد الناجمة التي يتم الحصول عليها، على سبيل المثال، من الراحة من استيراد بعض المنتجات التي لا مثقلة الواجبات واردة، ويبدو أن تطبق أيضا السياسة الدولية، حيث من المهم أن فرض رؤية الرئيس الأمريكي دون أي توهين، فإنه يأخذ في الاعتبار آراء ودور الحلفاء. العزلة التي ترامب وتتطلب من الدول الأعضاء قريبا سوف تتطلب الثمن الواجب دفعه ستكون منخفضة وغير متأكد من: الأمل الوحيد هو أن الأمريكيين يدركون ذلك بالفعل في الانتخابات المقبلة.

Tensione tra Arabia Saudita e Canada

La rottura delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Canada, apre un nuovo fronte all’interno di un occidente sempre più diviso ed in precario equilibrio. I fatti parlano di una critica da parte canadese al mancato rispetto delle condizioni di detenzione di attivisti a favore dei diritti delle donne, in uno dei paesi più intolleranti verso il genere femminile. Esiste la forte probabilità che la critica sia vera e, che, quindi le contestazioni fatte ai sauditi siano giustificate. D’altro canto sul grado di rispetto dei diritti politici e civili da parte della monarchia saudita non possono esistere rassicurazioni o certezze. Il problema è il perchè queste critiche abbiano generato una reazione tale da decretare l’espulsione dell’ambasciatore canadese e di avere sospeso tutti rapporti commerciali e gli investimenti in Canada, da parte dello stato saudita. Uno degli obiettivi della transizione di potere che ha riguardato il paese arabo, è quello di assicurare una nuova immagine del paese agli occhi occidentali, anche attraverso la concessione di limitati diritti alle donne ed anche alle minoranze sciite. L’ambizione dell’Arabia Saudita è quella di accreditarsi come una potenza regionale moderna, meno vincolata ai dettami del più rigido orientamento sunnita. Politicamente questa nuova immagine serve ad attirare nuovi investimenti nel paese, per creare alternative all’industria petrolifera, mentre, sul piano diplomatico, serve a contrastare, all’interno anche del conflitto per la supremazia religiosa, il potere iraniano. L’avvicinamento agli Stati Uniti di Trump ha favorito una relazione preferenziale tra Washington e Riad, nella quale vanno in parte ricercate, anche le ragioni delle sanzioni della Casa Bianca contro Teheran. In questo contesto le critiche provenienti da un ministro occidentale, a favore del rilascio degli attivisti che sostengono i diritti delle donne, sono stati percepiti come una sorta di delegittimazione del processo di rinnovamento in corso nel paese saudita, di fronte all’opinione pubblica mondiale. Riad ha parlato esplicitamente di ingerenza negli affari interni dello stato, che l’Arabia potrebbe esercitare in senso inverso, nel caso le critiche canadesi non saranno interrotte. Occorre ricordare che sull’Arabia Saudita sono arrivate critiche altrettanto  pesanti sugli stessi temi o su argomenti analoghi, mentre per il comportamento tenuto da Riad nella repressione yemenita  le critiche sono state, giustamente, ancora più aspre; tuttavia in alcun caso precedente vi è stata una reazione paragonabile a quella attuale. Uno dei timori sauditi potrebbe essere quello di diventare troppo controllato, da parte degli stati occidentali, sul tema della violazione dei diritti umani e sulla repressione di questi attivisti, che vengono imprigionati con la scusa di attentare alla sicurezza nazionale. Collegata strettamente  a questo caso si deve considerare come questa rottura diplomatica sia all’interno dell’alleanza occidentale. Il fatto che i rapporti tra Canada e Stati Uniti non siano in questo momento dei migliori, potrebbe essere una causa dell’accanimento saudita?  Il livello degli investimenti sauditi in Canada, pur essendo importante, non dovebbe compromettere l’economia di Ottawa, anche se come liquidità finanziaria l’Arabia Saudita dispone di capitali consistenti.  Certamente per gli standard di Trump una azione contro il Canada, in questo momento non sembra affatto sgradita. Lo scenario ha però una dimensione più ampia: le ritorsioni di Riad servono ad essere un monito contro altre eventuali rimostranze provenienti da democrazie occidentali, troppo attente al rispetto dei diritti negli altri paesi. Resta il fatto che, per ora, la questione è limitata ai due stati, senza una presa di posizione chiara e netta di Washington, che rappresenta, in teoria, il maggiore alleato per entrambi i paesi. Trump preferisce non infastidire Riad nel momento in cui attacca l’Iran con l’applicazione di nuove sanzioni  e così facendo non prende posizione sul tema dei diritti, ma, allargando la visuale, sancisce un sempre maggiore distacco dalla conformazione dell’alleanza occidentale per come è stata conosciuta fino ad ora, vengono spostati equilibri consolidati per cause economiche, come nel caso del Canada, per avvantaggiare visioni geopolitiche che prediligono l’importanza dell’attuale Israele, alleato di Riad con gli iraniani. L’impressione è che il silenzio americano avvalli la reazione saudita, in nome di un interesse particolare, al quale sacrificare la battaglia sui diritti, anche se portata avanti da un alleato storico come il Canada.

Tension between Saudi Arabia and Canada

The breaking of diplomatic relations between Saudi Arabia and Canada opens a new front within an increasingly divided West and precarious balance. The facts speak of a Canadian criticism of the failure to respect the conditions of detention of women's rights activists in one of the countries most intolerant of the female gender. There is a strong likelihood that the criticism is true and that therefore the claims made to the Saudis are justified. On the other hand, the degree of respect for political and civil rights by the Saudi monarchy can not be reassured or certainties. The problem is why these criticisms have generated a reaction such as to decree the expulsion of the Canadian ambassador and have suspended all trade relations and investments in Canada, by the Saudi state. One of the objectives of the transition of power that has affected the Arab country, is to ensure a new image of the country in the Western eyes, including through the granting of limited rights to women and also to Shiite minorities. The ambition of Saudi Arabia is to be accredited as a modern regional power, less bound by the dictates of the more rigid Sunni orientation. Politically this new image serves to attract new investments in the country, to create alternatives to the oil industry, while, on the diplomatic level, serves to counter Iranian power, even within the conflict for religious supremacy. Trump's rapprochement with the United States has favored a preferential relationship between Washington and Riyadh, in which the reasons for the White House's sanctions against Tehran have to be sought in part. In this context the criticism from a Western minister, in favor of the release of activists who support women's rights, was perceived as a sort of de-legitimization of the renewal process underway in the Saudi country, in the face of world public opinion. Riyadh has spoken explicitly of interference in the internal affairs of the state, which Arabia could exercise in the opposite direction, in case the Canadian critics will not be interrupted. It must be remembered that on Saudi Arabia there have been equally heavy criticisms on the same subjects or on similar subjects, while for the behavior held by Riyadh in the Yemeni repression the criticisms have been, quite rightly, even harsher; however, in any previous case there was a reaction comparable to the current one. One of the Saudi fears could be to become too controlled by Western states on the subject of the violation of human rights and the repression of these activists, who are imprisoned under the pretense of attempting to national security. Closely linked to this case one must consider how this diplomatic break is within the Western alliance. The fact that the relationship between Canada and the United States is not at this time the best, could it be a cause of Saudi raiding? The level of Saudi investment in Canada, while important, would not affect Ottawa's economy, although Saudi Arabia has substantial capital as a financial liquidity. Certainly by Trump's standards an action against Canada, at this moment does not seem unwelcome at all. The scenario, however, has a larger dimension: the reprisals of the Riad serve as a warning against other possible grievances coming from Western democracies, too careful to respect the rights in other countries. The fact remains that, for now, the question is limited to the two states, without a clear and clear position taken by Washington, which in theory is the greatest ally for both countries. Trump prefers not to annoy Riad when he attacks Iran with the application of new sanctions and in doing so does not take a position on the issue of rights, but, widening the view, establishes an ever greater detachment from the conformation of the Western alliance for how has been known until now, consolidated equilibriums are moved for economic causes, as in the case of Canada, to benefit geopolitical visions that favor the importance of the current Israel, ally of Riad with the Iranians. The impression is that American silence gives rise to the Saudi response, in the name of a particular interest, to which to sacrifice the battle over rights, even if carried out by a historic ally like Canada.

Tensión entre Arabia Saudita y Canadá

La ruptura de las relaciones diplomáticas entre Arabia Saudita y Canadá abre un nuevo frente dentro de un Occidente cada vez más dividido y un equilibrio precario. Los hechos hablan de una crítica canadiense al incumplimiento de las condiciones de detención de activistas de los derechos de las mujeres en uno de los países más intolerantes con el género femenino. Hay una gran probabilidad de que la crítica sea cierta y que, por lo tanto, las afirmaciones hechas a los saudíes estén justificadas. Por otro lado, el grado de respeto por los derechos políticos y civiles por parte de la monarquía saudita no puede ser tranquilizado o certezas. El problema es por qué estas críticas han generado una reacción como la de decretar la expulsión del embajador canadiense y han suspendido todas las relaciones comerciales y las inversiones en Canadá, por parte del estado saudita. Uno de los objetivos de la transición del poder que ha afectado al país árabe es garantizar una nueva imagen del país a los ojos occidentales, incluso mediante la concesión de derechos limitados a las mujeres y también a las minorías chiítas. La ambición de Arabia Saudita es estar acreditada como una potencia regional moderna, menos obligada por los dictados de la orientación sunita más rígida. Políticamente, esta nueva imagen sirve para atraer nuevas inversiones en el país, para crear alternativas a la industria petrolera, mientras que, a nivel diplomático, sirve para contrarrestar el poder iraní, incluso dentro del conflicto por la supremacía religiosa. El acercamiento de Trump con los Estados Unidos ha favorecido una relación preferencial entre Washington y Riad, en la que las razones de las sanciones de la Casa Blanca contra Teherán deben buscarse en parte. En este contexto, la crítica que viene de un ministro occidental, a favor de la liberación de los activistas que apoyan los derechos de las mujeres, han sido percibida como una especie de deslegitimación del proceso de renovación en curso en la ciudad de Arabia, frente a la opinión pública mundial. Riyadh ha hablado explícitamente de interferencia en los asuntos internos del estado, que Arabia podría ejercer en la dirección opuesta, en caso de que los críticos canadienses no sean interrumpidos. Recuerde que en Arabia Saudita son sólo las críticas tan pesado vino en los mismos temas o sobre temas relacionados, mientras que la conducta habitual Riad en las críticas crackdown yemeníes fueron con razón aún más amarga; sin embargo, en cualquier caso anterior hubo una reacción comparable a la actual. Uno de los temores saudíes podría ser llegar a ser demasiado controlado por los estados occidentales, sobre el tema de violaciónes de los derechos humanos y la represión de estos activistas, que están en prisión bajo el pretexto de socavar la seguridad nacional. Estrechamente vinculado a este caso, uno debe considerar cómo esta ruptura diplomática está dentro de la alianza occidental. El hecho de que la relación entre Canadá y Estados Unidos no sea en este momento la mejor, ¿podría ser una causa de los ataques saudíes? El nivel de inversión de Arabia Saudita en Canadá, si bien es importante, no afectará la economía de Ottawa, aunque Arabia Saudita tiene un capital considerable como liquidez financiera. Ciertamente, para los estándares de Trump, una acción contra Canadá, en este momento, no parece nada desagradable. El escenario, sin embargo, tiene una dimensión más amplia: las represalias del Riad sirven como una advertencia contra otras posibles quejas provenientes de las democracias occidentales, demasiado cuidadosas para respetar los derechos en otros países. El hecho es que, por ahora, la pregunta se limita a los dos estados, sin una posición clara y clara adoptada por Washington, que en teoría es el mayor aliado para ambos países. Trump prefiere no molestarse cuando Riad ataca a Irán con la aplicación de nuevas sanciones y al hacerlo, no se pronuncia sobre la cuestión de los derechos, pero amplía nuestro alcance, establece un distanciamiento cada vez mayor de la alianza occidental para dar forma a cómo Hasta ahora se ha sabido que los equilibrios consolidados se mueven por causas económicas, como en el caso de Canadá, en beneficio de las visiones geopolíticas que favorecen la importancia del actual Israel, aliado de Riad con los iraníes. La impresión es que el silencio estadounidense da lugar a la respuesta saudita, en nombre de un interés particular, a la que sacrificar la batalla por los derechos, incluso si se lleva a cabo por un aliado histórico como Canadá.

Spannung zwischen Saudi-Arabien und Kanada

Der Bruch der diplomatischen Beziehungen zwischen Saudi-Arabien und Kanada eröffnet eine neue Front in einem zunehmend geteilten Westen und ein prekäres Gleichgewicht. Die Fakten sprechen von einer kanadischen Kritik an der Missachtung der Haftbedingungen von Frauenrechtlerinnen in einem der Länder, die das weibliche Geschlecht am wenigsten tolerieren. Es ist sehr wahrscheinlich, dass die Kritik wahr ist und dass daher die Behauptungen gegenüber den Saudis gerechtfertigt sind. Auf der anderen Seite kann der Grad der Achtung der politischen und bürgerlichen Rechte durch die saudische Monarchie nicht beruhigt oder gesichert werden. Das Problem ist, warum diese Kritik zu einer Reaktion geführt hat, die die Ausweisung des kanadischen Botschafters angeordnet hat und alle Handelsbeziehungen und Investitionen in Kanada durch den saudischen Staat eingestellt hat. Eines der Ziele des Machtwechsels, von dem das arabische Land betroffen war, ist die Gewährleistung eines neuen Images des Landes in den Augen des Westens, unter anderem durch die Gewährung begrenzter Rechte für Frauen und auch für schiitische Minderheiten. Der Ehrgeiz Saudi-Arabiens ist es, als moderne regionale Macht anerkannt zu werden, die weniger an die Vorgaben der strengeren sunnitischen Ausrichtung gebunden ist. Politisch dient dieses neue Image dazu, neue Investitionen in das Land anzuziehen, Alternativen zur Ölindustrie zu schaffen, während es auf diplomatischer Ebene der iranischen Macht entgegenwirkt, selbst im Konflikt um religiöse Vorherrschaft. Trumps Annäherung an die Vereinigten Staaten hat eine bevorzugte Beziehung zwischen Washington und Riad gefördert, in der die Gründe für die Sanktionen des Weißen Hauses gegen Teheran teilweise gesucht werden müssen. In diesem Zusammenhang wurde die Kritik eines westlichen Ministers zugunsten der Freilassung von AktivistInnen, die die Rechte der Frauen unterstützen, als eine Art De-Legitimation des Erneuerungsprozesses im saudischen Land angesichts der Weltöffentlichkeit angesehen. Riad hat ausdrücklich von Einmischungen in die inneren Angelegenheiten des Staates gesprochen, die Arabien in die entgegengesetzte Richtung ausüben könnte, falls die kanadischen Kritiker nicht unterbrochen werden. Es muss daran erinnert werden, dass es in Saudi-Arabien gleichermaßen heftige Kritik an denselben Themen oder ähnlichen Themen gegeben hat, während für das Verhalten, das Riad in der jemenitischen Repression einnimmt, die Kritik zu Recht noch härter war; Jedoch gab es in jedem früheren Fall eine Reaktion, die mit der gegenwärtigen vergleichbar war. Eine der saudischen Befürchtungen könnte darin bestehen, dass westliche Staaten zu sehr auf die Verletzung der Menschenrechte und die Unterdrückung dieser Aktivisten, die unter dem Vorwand des Versuches der nationalen Sicherheit inhaftiert sind, reagieren. Eng verbunden mit diesem Fall muss man sich überlegen, wie diese diplomatische Pause innerhalb der westlichen Allianz ist. Die Tatsache, dass die Beziehung zwischen Kanada und den Vereinigten Staaten derzeit nicht die beste ist, könnte dies eine Ursache für Saudi-Razzien sein? Das Niveau der saudischen Investitionen in Kanada, obwohl wichtig, würde die Wirtschaft von Ottawa nicht beeinflussen, obwohl Saudi-Arabien beträchtliches Kapital als eine finanzielle Liquidität hat. Nach Trumps Maßstäben scheint eine Aktion gegen Kanada in diesem Moment überhaupt nicht unwillkommen zu sein. Das Szenario hat jedoch eine größere Dimension: Die Repressalien des Riad dienen als Warnung vor anderen möglichen Missständen, die aus westlichen Demokratien kommen, zu vorsichtig, um die Rechte in anderen Ländern zu respektieren. Es bleibt die Tatsache, dass sich die Frage zunächst auf die beiden Staaten beschränkt, ohne eine klare und klare Position Washingtons einzunehmen, die theoretisch der größte Verbündete beider Länder ist. Trump möchte Riad nicht ärgern, wenn er den Iran mit der Anwendung neuer Sanktionen angreift und dabei nicht zum Thema Rechte Stellung nimmt, sondern erweitert, indem er die Sichtweise erweitert, eine immer größere Loslösung von der Konformation des westlichen Bündnisses dafür herstellt Bis jetzt ist bekannt, dass konsolidierte Gleichgewichte aus wirtschaftlichen Gründen bewegt werden, wie im Fall Kanadas, um geopolitischen Visionen zu nützen, die die Wichtigkeit des gegenwärtigen Israel, Verbündeten von Riad mit den Iranern, begünstigen. Der Eindruck ist, dass das amerikanische Schweigen die saudische Antwort hervorruft, im Namen eines besonderen Interesses, den Kampf um die Rechte zu opfern, selbst wenn es von einem historischen Verbündeten wie Kanada ausgeführt wird.

Tension entre l'Arabie Saoudite et le Canada

La rupture des relations diplomatiques entre l’Arabie saoudite et le Canada ouvre un nouveau front dans un équilibre de plus en plus divisé de l’ouest et de la précarité. Les faits parlent d'une critique canadienne sur le non-respect des conditions de détention des activistes des droits des femmes dans l'un des pays les plus intolérants du genre féminin. Il est fort probable que la critique soit vraie et que, par conséquent, les revendications faites aux Saoudiens sont justifiées. En revanche, le degré de respect des droits politiques et civils de la monarchie saoudienne ne peut être rassuré ni des certitudes. La question est pourquoi ces critiques ont suscité une réaction que le décret l'expulsion de l'ambassadeur du Canada et ont suspendu toutes les relations commerciales et les investissements au Canada par l'État saoudien. L'un des objectifs de la transition du pouvoir qui a couvert le pays arabe, est de fournir une nouvelle image du pays aux yeux des occidentaux, même par l'octroi de droits limités aux femmes et aussi aux minorités chiites. L'ambition de l'Arabie saoudite est d'être accréditée en tant que puissance régionale moderne, moins liée aux impératifs d'une orientation sunnite plus rigide. Sur le plan politique cette nouvelle image sert à attirer de nouveaux investissements dans le pays, pour créer des alternatives à l'industrie pétrolière, alors que, au niveau diplomatique, sert à contrer, même dans la guerre pour la suprématie religieuse, le pouvoir iranien. L'approche de la Trump États-Unis en faveur d'une relation privilégiée entre Washington et Riyad, qui sont recherchés en partie, aussi les raisons pour lesquelles les sanctions de la Maison Blanche contre Téhéran. Dans ce contexte, la critique venant d'un ministre occidental, en faveur de la libération des militants qui soutiennent les droits des femmes, ont été perçues comme une sorte de délégitimation du processus de renouvellement en cours dans la ville saoudienne, devant le public mondial. Riyad a explicitement parlé de l'ingérence dans les affaires internes de l'Etat, que l'Arabie pourrait exercer dans le sens inverse, au cas où les critiques canadiens ne seraient pas interrompus. Rappelez-vous que l'Arabie Saoudite sont tout aussi lourdes critiques sont venues sur les mêmes questions ou sur des sujets connexes, alors que la conduite habituelle Riad dans les critiques de répression yéménites ont été à juste titre encore plus amère; cependant, dans tous les cas précédents, il y avait une réaction comparable à celle actuelle. L'une des craintes Saoudiens pourrait être de devenir trop contrôlée par les Etats occidentaux, au sujet des violations des droits de l'homme et la répression de ces militants, qui sont emprisonnés sous prétexte de porter atteinte à la sécurité nationale. En liaison étroite avec cette affaire, il faut examiner comment cette rupture diplomatique se produit au sein de l’alliance occidentale. Le fait que la relation entre le Canada et les États-Unis ne soit pas la meilleure pour le moment pourrait-elle être une cause de pillage saoudien? Le niveau de l'investissement saoudien au Canada, bien qu'important, n'affecterait pas l'économie d'Ottawa, même si l'Arabie saoudite dispose de capitaux importants en tant que liquidité financière. Certes, selon les normes de Trump, une action contre le Canada ne semble pas du tout importune en ce moment. Le scénario, cependant, a une dimension plus large: les représailles Riad servent à une mise en garde contre toute plainte d'autres démocraties occidentales, trop soucieux de respecter les droits dans d'autres pays. Le fait demeure que, pour le moment, la question se limite aux deux États, sans une position claire et claire de Washington, qui est en théorie le plus grand allié des deux pays. Trump préfère ne pas déranger quand l'Iran attaque Riad avec l'application de nouvelles sanctions et, ce faisant prend donc pas position sur la question des droits, mais élargit notre champ d'action, établit un détachement de plus en plus de l'alliance occidentale pour façonner la manière dont a été connu jusqu'à présent, ils sont déplacés soldes consolidés à des causes économiques, comme dans le cas du Canada, de bénéficier des visions géopolitiques qui préfèrent l'importance du Riad Israël allié avec les Iraniens. L'impression est que le silence américain endossements réaction saoudienne, au nom d'un intérêt particulier, auquel sacrifier la bataille sur les droits, même si elle est menée par un ancien allié comme le Canada.

Tensão entre a Arábia Saudita e o Canadá

A quebra das relações diplomáticas entre a Arábia Saudita e o Canadá abre uma nova frente dentro de um Ocidente cada vez mais dividido e de um equilíbrio precário. Os fatos falam de uma crítica canadense ao fracasso em respeitar as condições de detenção de ativistas dos direitos das mulheres em um dos países mais intolerantes do gênero feminino. Há uma forte probabilidade de que a crítica seja verdadeira e que, portanto, as alegações feitas aos sauditas sejam justificadas. Por outro lado, o grau de respeito pelos direitos políticos e civis pela monarquia saudita não pode ser tranquilizado ou certezas. O problema é por que essas críticas geraram uma reação que decretou a expulsão do embaixador canadense e suspendeu todas as relações comerciais e investimentos no Canadá, pelo Estado saudita. Um dos objetivos da transição de poder que afetou o país árabe é garantir uma nova imagem do país aos olhos do Ocidente, inclusive através da concessão de direitos limitados às mulheres e também às minorias xiitas. A ambição da Arábia Saudita é ser credenciada como uma potência regional moderna, menos limitada pelos ditames da orientação sunita mais rígida. Politicamente, essa nova imagem serve para atrair novos investimentos no país, para criar alternativas para a indústria do petróleo, enquanto, no nível diplomático, serve para conter o poder iraniano, mesmo dentro do conflito pela supremacia religiosa. A reaproximação de Trump com os Estados Unidos favoreceu uma relação preferencial entre Washington e Riad, na qual as razões para as sanções da Casa Branca contra Teerã devem ser buscadas em parte. Nesse contexto, a crítica de um ministro do Ocidente, a favor da libertação de ativistas que apóiam os direitos das mulheres, foi percebida como uma espécie de deslegitimação do processo de renovação em curso no país saudita, em face da opinião pública mundial. Riad falou explicitamente de interferência nos assuntos internos do Estado, que a Arábia poderia exercer na direção oposta, caso os críticos canadenses não sejam interrompidos. Deve ser lembrado que na Arábia Saudita houve críticas igualmente pesadas sobre os mesmos assuntos ou sobre assuntos semelhantes, enquanto que, para o comportamento mantido por Riad na repressão iemenita, as críticas foram, com toda a razão, ainda mais duras; no entanto, em qualquer caso anterior, houve uma reação comparável à atual. Um dos receios da Arábia Saudita poderia ser o controle excessivo dos Estados ocidentais em relação à violação dos direitos humanos e à repressão desses ativistas, que estão presos sob o pretexto de tentar a segurança nacional. Intimamente ligada a este caso, deve-se considerar como essa ruptura diplomática está dentro da aliança ocidental. O fato de que a relação entre o Canadá e os Estados Unidos não é, neste momento, a melhor, poderia ser uma causa da invasão saudita? O nível de investimento saudita no Canadá, embora importante, não afetaria a economia de Ottawa, embora a Arábia Saudita tenha capital substancial como liquidez financeira. Certamente, pelos padrões de Trump, uma ação contra o Canadá, neste momento, não parece nada bem-vinda. O cenário, no entanto, tem uma dimensão maior: as represálias do Riad servem como um alerta contra outras possíveis queixas vindas de democracias ocidentais, muito cuidadosas para respeitar os direitos em outros países. O fato é que, por enquanto, a questão é limitada aos dois estados, sem uma posição clara e clara tomada por Washington, que em teoria é o maior aliado dos dois países. Trump prefere não se preocupar quando Riad atacar o Irã com a aplicação de novas sanções e ao fazê-lo não toma posição sobre a questão dos direitos, mas amplia o nosso alcance, estabelece um destacamento de crescimento da aliança ocidental para moldar como Até agora, sabe-se que os equilíbrios consolidados são movidos por causas econômicas, como no caso do Canadá, para beneficiar visões geopolíticas que favorecem a importância do atual Israel, aliado de Riad com os iranianos. A impressão é que o silêncio americano dá origem à resposta saudita, em nome de um interesse particular, à qual sacrificar a batalha pelos direitos, ainda que levada a cabo por um aliado histórico como o Canadá.