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giovedì 24 gennaio 2019

Francia e Germania firmano un trattato per rilanciare l'Europa

Il trattato tra Francia e Germania, che vuole essere un mezzo per rafforzare l’Europa, sembra arrivare con notevole ritardo di fronte alle tante manifestazioni di disagio che le politiche dell’Unione Europea hanno suscitato. Non si capisce se le intenzioni rappresentino un programma organico per consentire una crescita europea all’interno di nuove regole o se si tratti, piuttosto, di un tentativo, comunque tardivo, per cercare di correggere la percezione di una Europa troppo legata alle severe politiche di bilancio, che hanno prodotto austerità ed avversione contro le istituzioni di Bruxelles. Intanto siamo di fronte a due soli stati, probabilmente i più importanti di quelli rimasti nell’Unione, che si assumono, nominati da se stessi, il ruolo di cercare di salvare le istituzioni europee, dopo che, specialmente la Germania, hanno praticato delle politiche finanziarie vessatorie nei confronti degli altri membri, gurdando soltanto ai riusultati economici nazionali. Già questa considerazione basterebbe a guardare con sospetto ad una operazione che si svolge al di fuori delle istituzioni comuni e che mette in rilievo il ruolo egemone di Berlino, mentre Parigi tenta di rimanere di cercare un suo ruolo, ancora indefinito, nel tentativo di salvare l’Europa. I due leader hanno messo tra le ragioni dell’accordo sia l’uscita del Regno Unito, che la minaccia del nazionalismo, ormai molto più che una minaccia, quali fattori di debolezza della crisi europea. Ma mettere sullo stesso piano questi due problemi rappresenta un errore di prospettiva, perchè si tratta di due casi molto differenti all’interno della dialettica tra istituzioni europee, governi  locali e e tessuto sociali dei singoli stati dove si manifesta il disagio. La questione inglese si può riassumere come la mancata disponibilità della maggior parte del paese, seppure con poca differenza numerica tra chi vuole uscire e chi vuole restare in Europa, a sottostare alle regole comuni in nome di una sovranità distorta che minaccia di portare il Regno Unito verso una crisi apparentemente irreversibile. Ben diverso è il malessere di popolazioni che un tempo condividevano in maniera convinta l’appartenenza all’Europa e che hanno visto deluse le loro aspettative da politiche fiscali miopi capaci soltanto di peggiorare le loro condizioni economiche e sociali. Le intenzioni ufficiali, però, vanno in queste direzioni: l’accordo serve a dare un segnale per il momento particolare che l’Europa sta attraversando, un segnale di unità contro i populismi ed i nazionalismi e le prospettive innescate dalla decisione inglese. L’accordo dovrebbe anche sottolinere i fondamenti della riconciliazione europea attraverso nuove modalità con cui affrontare i grandi cambiamenti imposti dagli scenari internazionali, come il terrorismo, i cambiamenti climatici ed i fenomeni migratori. Come si vede si assiste ad una retorica niente affatto nuova, che spera che un accordo sostanzialmente bilaterale possa risollevare la percezione dell’Europa per contrastare quelli che sono definiti come minaccia interna. I punti sui quali si concentra il trattato sono  la sicurezza, la cooperazione economica, la ricerca e la tecnologia e includerà anche questioni di politica estera, istruzione, cultura, cambiamenti climatici, ambiente e società civile. Non è chiaro, però, come un accordo tra due stati, ancorché i membri più rilevanti dell’Europa, possa poi essere esteso all’intera Unione. Se lo scopo è quello di convincere della validità degli argomenti, non pare possano esserci dubbi sull’importanza dei temi trattati, diverso è vedere con quali modalità saranno applicati e, sopratutto, nell’interesse di chi. Questo modo di agire, se, da un lato, può rappresentare il propulsore per cercare di dare nuovo impulso all’Unione, dall’altro non può che destare sospetti in chi non è stato direttamente coinvolto; la sensazione della costruzione di una alleanza per la conservazione dell’egemonia europea, appare nettamente in contrasto con quanto si dice che si vuole combattere. Una scelta che non è inclusiva non può rappresentare le fondamenta della conciliazione, del dialogo e della crescita comune che dovrebbero essere fattori certi e sicuri, per combattere il nazionalismo ed il populismo. La speranza è che questo accordo non serva come pretesto, se si vorrà insistere su questa strada, quando si registrerà l’ennesimo fallimento europeo di fronte alle richieste dei popoli europei.

France and Germany sign a treaty to relaunch Europe

The treaty between France and Germany, which wants to be a means to strengthen Europe, seems to arrive with considerable delay in the face of the many manifestations of unease that the policies of the European Union have aroused. It is not clear if the intentions represent an organic program to allow European growth within new rules or if it is, rather, an attempt, however late, to try to correct the perception of a Europe too tied to the strict policies of budget, which produced austerity and aversion to the Brussels institutions. Meanwhile, we are faced with only two states, probably the most important of those remaining in the Union, who assume, appointed by themselves, the role of trying to save the European institutions, after that, especially Germany, have practiced financial harassment of other members, looking only at national economic results. This consideration alone would suffice to look suspiciously at an operation that takes place outside the common institutions and which highlights the hegemonic role of Berlin, while Paris tries to stay to look for its role, still undefined, in an attempt to save 'Europe. The two leaders have put the agreement of both the exit of the United Kingdom and the threat of nationalism, now more than a threat, as factors of weakness in the European crisis. But putting these two problems on the same level is a mistake of perspective, because these are two very different cases within the dialectic between European institutions, local governments and the social fabric of individual states where discomfort is manifested. The English question can be summarized as the lack of availability of most of the country, albeit with little numerical difference between those who want to leave and those who want to remain in Europe, to submit to the common rules in the name of a distorted sovereignty that threatens to bring the United Kingdom towards an apparently irreversible crisis. The malaise of populations that once strongly shared their belonging to Europe was very different, and they saw their expectations disappointed by myopic tax policies only capable of worsening their economic and social conditions. But the official intentions go in these directions: the agreement serves to give a signal for the particular moment that Europe is going through, a sign of unity against the populisms and nationalisms and perspectives triggered by the English decision. The agreement should also underline the foundations of European reconciliation through new ways of dealing with the major changes imposed by international scenarios, such as terrorism, climate change and migration. As can be seen, there is nothing quite new rhetoric, which hopes that a substantially bilateral agreement can raise Europe's perception to counteract what are defined as internal threats. The points on which the treaty is focused are security, economic cooperation, research and technology and will also include issues of foreign policy, education, culture, climate change, environment and civil society. It is not clear, however, how an agreement between two states, even if the most important members of Europe, can then be extended to the whole Union. If the aim is to convince the validity of the arguments, there seems to be no doubt about the importance of the topics discussed, it is different to see how they will be applied and, above all, in the interests of those. This way of acting, if, on the one hand, can represent the engine to try to give new impetus to the Union, on the other it can only arouse suspicions in those who have not been directly involved; the feeling of the construction of an alliance for the preservation of European hegemony is clearly in contrast with what is said to be waged. A choice that is not inclusive can not be the foundation of conciliation, dialogue and common growth that should be sure and sure factors, to fight nationalism and populism. The hope is that this agreement will not serve as a pretext, if we want to insist on this path, when there will be yet another European failure in the face of the demands of the European peoples.

Francia y Alemania firman un tratado para relanzar Europa

El tratado entre Francia y Alemania, que quiere ser un medio para fortalecer a Europa, parece llegar con un retraso considerable ante las muchas manifestaciones de inquietud que las políticas de la Unión Europea han suscitado. No está claro si las intenciones representan un programa orgánico para permitir el crecimiento europeo dentro de nuevas reglas o si, más bien, es un intento, aunque sea tarde, de intentar corregir la percepción de una Europa demasiado atada a las políticas estrictas de Presupuesto, lo que produjo austeridad y aversión a las instituciones de Bruselas. Mientras tanto, nos enfrentamos a solo dos estados, probablemente el más importante de los que quedan en la Unión, que asumen, nombrados por ellos mismos, el papel de intentar salvar las instituciones europeas, después de eso, especialmente Alemania, han practicado acoso financiero a otros miembros, considerando solo los resultados económicos nacionales. Solo con esta consideración bastaría mirar con recelo una operación que tiene lugar fuera de las instituciones comunes y que resalta el papel hegemónico de Berlín, mientras que París intenta quedarse para buscar su papel, aún indefinido, en un intento por salvar. 'Europa. Los dos líderes han expresado el acuerdo de la salida del Reino Unido y la amenaza del nacionalismo, ahora más que una amenaza, como factores de debilidad en la crisis europea. Pero poner estos dos problemas en el mismo nivel es un error de perspectiva, porque son dos casos muy diferentes dentro de la dialéctica entre las instituciones europeas, los gobiernos locales y el tejido social de los estados individuales donde se manifiesta la incomodidad. La pregunta en inglés puede resumirse como la falta de disponibilidad de la mayor parte del país, aunque con poca diferencia numérica entre los que quieren irse y los que quieren permanecer en Europa, someterse a las reglas comunes en nombre de una soberanía distorsionada que amenaza con traer al Reino Unido. hacia una crisis aparentemente irreversible. El malestar de las poblaciones que alguna vez compartieron su pertenencia a Europa fue muy diferente, y vieron sus expectativas decepcionadas por políticas fiscales miopes que solo podían empeorar sus condiciones económicas y sociales. Pero las intenciones oficiales van en estas direcciones: el acuerdo sirve para dar una señal del momento particular que atraviesa Europa, un signo de unidad contra los populismos y nacionalismos y perspectivas activados por la decisión inglesa. El acuerdo también debe subrayar los cimientos de la reconciliación europea a través de nuevas formas de abordar los grandes cambios impuestos por los escenarios internacionales, como el terrorismo, el cambio climático y la migración. Como se puede ver, no hay nada de retórica bastante nueva, que espera que un acuerdo sustancialmente bilateral pueda elevar la percepción de Europa para contrarrestar lo que se define como amenazas internas. Los puntos en los que se centra el tratado son la seguridad, la cooperación económica, la investigación y la tecnología, y también incluirán temas de política exterior, educación, cultura, cambio climático, medio ambiente y sociedad civil. Sin embargo, no está claro cómo un acuerdo entre dos estados, incluso si los miembros más importantes de Europa, pueden extenderse a toda la Unión. Si el objetivo es convencer de la validez de los argumentos, no parece haber duda sobre la importancia de los temas tratados, es diferente ver cómo se aplicarán y, sobre todo, en interés de los mismos. Esta forma de actuar, si, por un lado, puede representar el motor para intentar dar un nuevo impulso a la Unión, por el otro, solo puede despertar sospechas en aquellos que no han estado directamente involucrados; El sentimiento de la construcción de una alianza para la preservación de la hegemonía europea está claramente en contraste con lo que se dice que se está librando. Una opción que no sea inclusiva no puede ser la base de la conciliación, el diálogo y el crecimiento común que deben ser factores seguros para combatir el nacionalismo y el populismo. La esperanza es que este acuerdo no sirva de pretexto, si queremos insistir en este camino, cuando habrá otro fracaso europeo ante las demandas de los pueblos europeos.

Frankreich und Deutschland unterzeichnen einen Vertrag zur Wiederbelebung Europas

Der Vertrag zwischen Frankreich und Deutschland, der ein Mittel zur Stärkung Europas sein will, scheint angesichts der zahlreichen Unruhezustände, die die Politik der Europäischen Union ausgelöst hat, mit erheblicher Verzögerung anzugehen. Es ist nicht klar, ob die Absichten ein organisches Programm darstellen, um europäisches Wachstum im Rahmen neuer Regeln zu ermöglichen, oder ob es vielmehr ein verspäteter Versuch ist, die Wahrnehmung eines zu strengen Europas, das an die strikte Politik von Europa gebunden ist, zu korrigieren Haushalt, der zu Sparmaßnahmen und Abneigung gegen die Brüsseler Institutionen führte. In der Zwischenzeit sehen wir uns nur zwei Staaten gegenüber, wahrscheinlich dem wichtigsten der in der Union verbliebenen, die, von sich selbst ernannt, die Rolle des Versuchs der Rettung der europäischen Institutionen übernehmen, nachdem dies vor allem in Deutschland praktiziert wurde finanzielle Belästigung anderer Mitglieder, wobei nur die nationalen wirtschaftlichen Ergebnisse betrachtet werden. Diese Überlegung allein würde ausreichen, um eine Operation, die außerhalb der gemeinsamen Institutionen stattfindet und die hegemoniale Rolle Berlins hervorhebt, verdächtig zu betrachten, während Paris versucht, nach seiner noch unbestimmten Rolle zu suchen, um zu retten ‚Europa. Die beiden Staats- und Regierungschefs haben das Einverständnis sowohl des Austritts des Vereinigten Königreichs als auch der Bedrohung durch den Nationalismus, der inzwischen mehr als eine Bedrohung ist, als Schwächungsfaktor der europäischen Krise bezeichnet. Diese beiden Probleme auf die gleiche Ebene zu bringen, ist jedoch ein Fehler der Perspektive, da dies zwei sehr unterschiedliche Fälle innerhalb der Dialektik zwischen europäischen Institutionen, lokalen Regierungen und dem sozialen Gefüge einzelner Staaten ist, in denen sich Unbehagen manifestiert. Die englische Frage lässt sich zusammenfassen als mangelnde Verfügbarkeit des größten Teils des Landes, allerdings mit geringen numerischen Unterschieden zwischen denjenigen, die gehen wollen, und denjenigen, die in Europa bleiben wollen, um sich den gemeinsamen Regeln im Namen einer verzerrten Souveränität zu unterwerfen, die das Vereinigte Königreich droht auf eine scheinbar irreversible Krise. Das Unwohlsein der Bevölkerungen, die einst ihre Zugehörigkeit zu Europa stark geteilt hatten, war sehr unterschiedlich, und ihre Erwartungen wurden von der kurzsichtigen Steuerpolitik enttäuscht, was nur zu einer Verschlechterung ihrer wirtschaftlichen und sozialen Bedingungen führte. Die offiziellen Absichten gehen jedoch in diese Richtung: Die Vereinbarung dient dazu, ein Signal für den jeweiligen Moment zu geben, in dem Europa durchgeht, ein Zeichen der Einheit gegen die durch die englische Entscheidung ausgelösten Populismen und Nationalismen und Perspektiven. Das Abkommen sollte auch die Grundlagen der europäischen Aussöhnung durch neue Wege des Umgangs mit den durch internationale Szenarien auferlegten großen Veränderungen wie Terrorismus, Klimawandel und Migration unterstreichen. Wie man sehen kann, gibt es keine ganz neue Rhetorik, die hofft, dass ein substantielles bilaterales Abkommen die Wahrnehmung Europas stärken kann, um den sogenannten internen Bedrohungen entgegenzuwirken. Die Themen, auf die sich der Vertrag konzentriert, sind Sicherheit, wirtschaftliche Zusammenarbeit, Forschung und Technologie und werden auch Fragen der Außenpolitik, der Bildung, der Kultur, des Klimawandels, der Umwelt und der Zivilgesellschaft umfassen. Es ist jedoch nicht klar, wie eine Vereinbarung zwischen zwei Staaten, auch wenn die wichtigsten Mitglieder Europas, auf die gesamte Union ausgedehnt werden können. Wenn es darum geht, die Gültigkeit der Argumente zu überzeugen, scheint es keinen Zweifel an der Wichtigkeit der diskutierten Themen zu geben. Es ist anders zu sehen, wie sie angewendet werden und vor allem im Interesse dieser. Diese Art des Handelns, wenn es einerseits den Motor darstellen kann, um der Union neuen Schwung zu verleihen, andererseits kann dies nur bei denjenigen, die nicht direkt beteiligt waren, Verdacht erregen; Das Gefühl des Aufbaus eines Bündnisses zur Erhaltung der europäischen Hegemonie steht eindeutig im Widerspruch zu dem, was angeblich geleistet wird. Eine Entscheidung, die nicht inklusiv ist, kann nicht die Grundlage für Versöhnung, Dialog und gemeinsames Wachstum sein, die sichere und sichere Faktoren sein sollten, um Nationalismus und Populismus zu bekämpfen. Die Hoffnung ist, dass dieses Abkommen nicht als Vorwand dienen wird, wenn wir auf diesem Weg bestehen wollen, wenn es angesichts der Forderungen der europäischen Völker erneut zu einem europäischen Versagen kommt.

La France et l'Allemagne signent un traité pour relancer l'Europe

Le traité entre la France et l'Allemagne, qui se veut un moyen de renforcer l'Europe, semble arriver avec un retard considérable face aux nombreuses manifestations de malaise suscitées par les politiques de l'Union européenne. Il n’est pas clair si les intentions représentent un programme organique visant à permettre la croissance européenne dans le cadre de nouvelles règles ou s’il s’agit plutôt d’une tentative, même tardive, d’essayer de corriger la perception d’une Europe trop liée aux strictes politiques de sécurité. budget, ce qui a engendré austérité et aversion pour les institutions bruxelloises. Entre temps, nous ne sommes confrontés qu'à deux États, probablement le plus important de ceux qui restent dans l'Union, qui assument, nommés par eux-mêmes, le rôle de tenter de sauver les institutions européennes. Après cela, en particulier l'Allemagne, harcèlement financier des autres membres, ne regardant que les résultats économiques nationaux. Cette considération suffirait à elle seule à jeter un regard suspicieux sur une opération qui se déroule en dehors des institutions communes et qui met en lumière le rôle hégémonique de Berlin, tandis que Paris tente de rester à la recherche de son rôle, toujours indéterminé, pour tenter de sauver « Europe. Les deux dirigeants ont placé l'accord de sortie du Royaume-Uni et la menace du nationalisme, plus qu'une menace, comme facteurs de faiblesse de la crise européenne. Mais mettre ces deux problèmes au même niveau est une erreur de perspective, car il s’agit de deux cas très différents dans la dialectique entre les institutions européennes, les gouvernements locaux et le tissu social de différents États où se manifestent des désagréments. La question anglaise peut être résumée par le manque de disponibilité de la majeure partie du pays, même si la différence numérique entre ceux qui veulent partir et ceux qui souhaitent rester en Europe est minime, afin de se soumettre aux règles communes au nom d’une souveraineté faussée qui menace de ramener le Royaume-Uni vers une crise apparemment irréversible. Le malaise des populations qui autrefois partageaient fortement leur appartenance à l'Europe était très différent et elles ont vu leurs attentes déçues par les politiques fiscales myopes qui ne pouvaient qu'aggraver leurs conditions économiques et sociales. Mais les intentions officielles vont dans cette direction: l’accord sert à signaler le moment particulier que traverse l’Europe, signe d’unité contre les populismes et les nationalismes et les perspectives suscitées par la décision anglaise. L'accord devrait également souligner les fondements de la réconciliation européenne par le biais de nouvelles méthodes pour faire face aux grands changements imposés par les scénarios internationaux, tels que le terrorisme, le changement climatique et les migrations. Comme on peut le constater, il n’ya rien de tout à fait nouveau dans la rhétorique, qui espère qu’un accord substantiellement bilatéral pourra renforcer la perception de l’Europe de contrer ce que l’on définit comme des menaces internes. Le traité porte principalement sur la sécurité, la coopération économique, la recherche et la technologie. Il abordera également les questions de politique étrangère, d’éducation, de culture, de changement climatique, d’environnement et de la société civile. Cependant, il n'est pas clair comment un accord entre deux États, même si les membres les plus importants de l'Europe, peut alors être étendu à l'ensemble de l'Union. Si l'objectif est de convaincre de la validité des arguments, il ne semble y avoir aucun doute sur l'importance des sujets abordés, mais il est différent de voir comment ils seront appliqués et, surtout, dans l'intérêt de ceux-ci. Cette façon d’agir, si d’une part, peut représenter le moteur pour tenter de donner un nouvel élan à l’Union, d’autre part, elle ne peut éveiller les soupçons que chez ceux qui n’ont pas été directement impliqués; le sentiment de la construction d'une alliance pour la préservation de l'hégémonie européenne s'oppose clairement à ce que l'on dit être mené. Un choix qui n’est pas inclusif ne peut être le fondement d’une conciliation, d’un dialogue et d’une croissance commune qui doivent être des facteurs sûrs pour lutter contre le nationalisme et le populisme. L’espoir est que cet accord ne servira pas de prétexte, si nous voulons insister sur cette voie, alors qu’il y aura encore un autre échec européen face aux revendications des peuples européens.

França e Alemanha assinam um tratado para relançar a Europa

O tratado entre a França e a Alemanha, que quer ser um meio para fortalecer a Europa, parece chegar com considerável atraso diante das muitas manifestações de desconforto que as políticas da União Européia suscitaram. Não está claro se as intenções representam um programa orgânico para permitir o crescimento europeu dentro de novas regras ou se é, ao contrário, uma tentativa, ainda que tardia, de tentar corrigir a percepção de uma Europa muito ligada às estritas políticas de crescimento. orçamento, o que produziu austeridade e aversão às instituições de Bruxelas. Entretanto, somos confrontados com apenas dois estados, provavelmente os mais importantes dos que permanecem na União, que assumem, nomeados por si mesmos, o papel de tentar salvar as instituições europeias, depois disso, especialmente a Alemanha, praticaram assédio financeiro de outros membros, olhando apenas para os resultados econômicos nacionais. Só essa consideração seria suficiente para olhar com suspeita para uma operação que ocorre fora das instituições comuns e que destaca o papel hegemônico de Berlim, enquanto Paris tenta ficar em busca de seu papel, ainda indefinido, em uma tentativa de economizar. 'Europe. Os dois líderes colocaram o acordo tanto da saída do Reino Unido quanto da ameaça do nacionalismo, agora mais que uma ameaça, como fatores de fragilidade na crise europeia. Mas colocar esses dois problemas no mesmo nível é um erro de perspectiva, porque estes são dois casos muito diferentes dentro da dialética entre instituições européias, governos locais e o tecido social de estados individuais onde o desconforto é manifestado. A questão inglesa pode ser resumida como a falta de disponibilidade da maior parte do país, embora com pouca diferença numérica entre aqueles que querem sair e aqueles que querem permanecer na Europa, submeter-se às regras comuns em nome de uma soberania distorcida que ameaça trazer o Reino Unido. para uma crise aparentemente irreversível. O mal-estar das populações que outrora partilhavam fortemente a sua pertença à Europa era muito diferente e viam as suas expectativas frustradas por políticas fiscais míopes, apenas capazes de agravar as suas condições económicas e sociais. Mas as intenções oficiais vão nestas direções: o acordo serve para dar um sinal para o momento particular pelo qual a Europa está passando, um sinal de unidade contra os populismos e nacionalismos e perspectivas desencadeadas pela decisão inglesa. O acordo deve também sublinhar os fundamentos da reconciliação europeia através de novas formas de lidar com as grandes mudanças impostas por cenários internacionais, como o terrorismo, as alterações climáticas e a migração. Como se pode ver, não há nada de novo na retórica, que espera que um acordo substancialmente bilateral possa aumentar a percepção da Europa para contrabalançar o que é definido como ameaças internas. Os pontos sobre os quais o tratado está focado são segurança, cooperação econômica, pesquisa e tecnologia e também incluirão questões de política externa, educação, cultura, mudança climática, meio ambiente e sociedade civil. Não está claro, contudo, como um acordo entre dois estados, mesmo que os membros mais importantes da Europa, possam então ser estendidos a toda a União. Se o objetivo é convencer a validade dos argumentos, parece não haver dúvida sobre a importância dos tópicos discutidos, é diferente para ver como eles serão aplicados e, acima de tudo, no interesse deles. Este modo de agir, se, por um lado, pode representar o motor para tentar dar um novo impulso à União, por outro, só pode despertar suspeitas naqueles que não estiveram diretamente envolvidos; o sentimento de construção de uma aliança para a preservação da hegemonia européia está claramente em contraste com o que se diz ser travado. Uma escolha que não é inclusiva não pode ser a base da conciliação, do diálogo e do crescimento comum que devem ser fatores seguros e certos para combater o nacionalismo e o populismo. A esperança é que este acordo não sirva de pretexto, se quisermos insistir neste caminho, quando haverá ainda outro fracasso europeu face às exigências dos povos europeus.

Франция и Германия подписывают договор о перезапуске Европы

Договор между Францией и Германией, который хочет стать средством укрепления Европы, кажется, прибывает со значительной задержкой перед лицом многочисленных проявлений беспокойства, вызванного политикой Европейского союза. Неясно, представляют ли намерения органичную программу, позволяющую европейскому росту в рамках новых правил, или, скорее, это попытка, хотя и с опозданием, попытаться исправить восприятие Европы, слишком привязанной к жесткой политике бюджет, который произвел аскетизм и отвращение к брюссельским учреждениям. Между тем, мы сталкиваемся только с двумя государствами, вероятно, наиболее важными из оставшихся в Союзе, которые берут на себя назначенную роль попыток спасти европейские институты, после чего, особенно в Германии, практиковали финансовое преследование других членов, глядя только на национальные экономические результаты. Одного этого рассмотрения было бы достаточно, чтобы с подозрением взглянуть на операцию, которая происходит за пределами общих институтов и которая подчеркивает гегемонистскую роль Берлина, в то время как Париж пытается остаться, чтобы искать свою роль, все еще неопределенную, в попытке спасти «Европа. Два лидера выдвинули соглашение как о выходе из Соединенного Королевства, так и об угрозе национализма, которая теперь представляет собой нечто большее, чем угрозу, как факторы слабости европейского кризиса. Но поставить эти две проблемы на одном уровне - ошибка перспективы, потому что это два совершенно разных случая в диалектике между европейскими институтами, местными органами власти и социальной структурой отдельных государств, где проявляется дискомфорт. Английский вопрос можно резюмировать как отсутствие большей части страны, хотя с небольшими количественными различиями между теми, кто хочет уехать, и теми, кто хочет остаться в Европе, чтобы подчиниться общим правилам во имя искаженного суверенитета, который угрожает принести Соединенному Королевству к явно необратимому кризису. Заболевание населения, которое когда-то решительно разделяло их принадлежность к Европе, было совершенно другим, и они увидели, что их ожидания разочарованы близорукой налоговой политикой, способной только ухудшить их экономические и социальные условия. Но официальные намерения идут в этих направлениях: соглашение служит сигналом для конкретного момента, через который проходит Европа, признаком единства против популизма, национализма и перспектив, вызванных решением Англии. Соглашение должно также подчеркнуть основы европейского примирения с помощью новых способов справиться с основными изменениями, вызванными международными сценариями, такими как терроризм, изменение климата и миграция. Как видно, нет ничего совершенно нового в риторике, которая надеется, что существенно двустороннее соглашение может поднять восприятие Европы для противодействия тому, что определяется как внутренние угрозы. Пункты, на которых сконцентрирован договор, это безопасность, экономическое сотрудничество, исследования и технологии, а также вопросы внешней политики, образования, культуры, изменения климата, окружающей среды и гражданского общества. Однако не ясно, каким образом соглашение между двумя государствами, даже если наиболее важные члены Европы могут быть распространены на весь Союз. Если цель состоит в том, чтобы убедить аргументы в обоснованности, то, по-видимому, нет сомнений в важности обсуждаемых тем, иначе посмотреть, как они будут применяться, и, прежде всего, в интересах тех. Такой способ действий, если, с одной стороны, может представлять собой движущую силу, чтобы попытаться дать новый импульс Союзу, с другой стороны, он может вызывать подозрения только у тех, кто не был непосредственно вовлечен в это; ощущение создания альянса для сохранения европейской гегемонии явно контрастирует с тем, что, как говорят, ведется. Выбор, который не является всеобъемлющим, не может быть основой примирения, диалога и общего роста, которые должны быть надежными и надежными факторами, для борьбы с национализмом и популизмом. Надежда состоит в том, что это соглашение не будет служить предлогом, если мы хотим настаивать на этом пути, когда произойдет еще один европейский провал перед лицом требований европейских народов.