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mercoledì 30 giugno 2021

Per l'Europa e l'occidente è essenziale combattere il fondamentalismo islamico in Africa

 I paesi occidentali temono la crescita dei movimenti radicali islamici in Africa, dove sono cresciuti gli episodi di violenza con un incremento molto rilevante, che ha contato circa 5.000 attentati con oltre 13.000 vittime, soltanto lo scorso anno. Lo spostamento di formazioni estremiste, come lo Stato islamico, dai paesi asiatici, come Siria ed Iraq, dove il fenomeno è praticamente sotto controllo, ai paesi africani, seguendo una direttrice da oriente ad occidente, pone grandi parti del continente africano sotto stretta osservazione, anche per la relativa vicinanza con l’Europa e gli ovvi contatti con temi quali l’emigrazione ed il rifornimento energetico, sempre più al centro delle problematiche europee. Non va dimenticato come, sul tema dell’emigrazione, i continui dissidi tra i membri dell’Unione Europea possano essere sfruttati come fattore di destabilizzazione dai fondamentalisti islamici, sempre più alleati delle bande dei trafficanti di uomini, sia come capacità di gestione dei flussi, che di introduzione in Europa di potenziali agenti, capaci di compiere attentati. Se i primi paesi minacciati da questi nuovi sviluppi, nell’immediato sono l’Italia e la Spagna, è ovvio che una incapacità di gestione globale da parte dell’Europa, investe proprio il vecchio continente, ancora molto diviso sulle possibili soluzioni dell’argomento. Su questo tema la nuova amministrazione americana è molto sensibile, perché basa la propria leadership atlantica sulla collaborazione con l’Europa e ritiene la sicurezza del vecchio continente un argomento centrale della propria strategia geopolitica. Probabilmente Washington, al suo interno, non vuole ripetere gli errori di valutazione compiuti da Obama, con la guerra siriana ed intende impedire uno sviluppo militare di formazioni islamiste in Africa, dove, peraltro sono già presenti ed attive, per impedire l’apertura di un nuovo fronte di impegno e, soprattutto, di pregiudicare la sicurezza europea, che implicherebbe uno sforzo ancora maggiore per gli USA.  Attualmente il punto geografico cruciale è il Shael, dove la presenza dei fondamentalisti è favorita da uno scarso presidio delle forze governative dei diversi paesi che governano l’area, oltre alla conformazione fisica del territorio, che consente una estrema libertà di movimento alle milizie islamiste. Anche la diffusione della pandemia ha favorito l’attività dei fondamentalisti, rallentando gli incontri diplomatici per la soluzione del problema, tuttavia l’assicurazione della collaborazione alla lotta al terrorismo islamico di Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Mauritania e Yemen, rappresenta una ulteriore garanzia che il problema viene percepito a livello sovra continentale come urgente e molto pericoloso. L’attività di contrasto non potrà non prevedere un impegno sul campo, ma su questo versante i paesi europei sono riluttanti ad un impegno di proprio personale direttamente sul terreno africano, piuttosto si preferisce una scelta di operazioni di intelligence, in grado di anticipare le mosse dei terroristi e, soprattutto, bloccare i finanziamenti dei gruppi fondamentalisti. Questa impostazione appare però soltanto una parte della possibile soluzione del problema: infatti senza un contrasto militare diretto, appare difficile riuscire a debellare il problema del tutto, anche perché la presenza fisica delle formazioni terroriste, da una parte riesce nel proselitismo delle popolazioni della zona e con quelle che non riesce ad integrare pratica un regime di terrore, che, in ogni caso, rappresenta un punto di forza nel presidio del territorio. La sfida per gli occidentali è sapere coinvolgere gli eserciti dei paesi della fascia del Shael, almeno con finanziamenti, forniture militari ed addestramento delle truppe regolari; certamente i finanziamenti dovranno riguardare non solo l’aspetto militare ma anche, ed in maniera sostanziosa, tutto ciò che può riguardare lo sviluppo dei paesi coinvolti, in termini di infrastrutture, presidi medici e sviluppo dei settori produttivi. La questione africana, a lungo rimandata, dai paesi occidentali, si ripresenta così sotto forma di  urgenza che ha come scopo la sicurezza stessa dell’Europa e dell’occidente, ma è, allo stesso tempo, una occasione di sviluppo globale che non può essere sprecata, anche per strappare l’Africa ad una influenza cinese, ormai male sopportata dagli stessi africani.

It is essential for Europe and the West to fight Islamic fundamentalism in Africa

 Western countries fear the growth of radical Islamic movements in Africa, where episodes of violence have grown with a very significant increase, which counted about 5,000 attacks with over 13,000 victims, last year alone. The displacement of extremist formations, such as the Islamic State, from Asian countries, such as Syria and Iraq, where the phenomenon is practically under control, to African countries, following a path from east to west, places large parts of the African continent under close observation. also due to its relative proximity to Europe and the obvious contacts with issues such as emigration and energy supply, which are increasingly at the center of European problems. It should not be forgotten how, on the issue of emigration, the continuous disagreements between the members of the European Union can be exploited as a destabilizing factor by Islamic fundamentalists, increasingly allies of the gangs of human traffickers, both as a capacity to manage flows, and the introduction in Europe of potential agents capable of carrying out attacks. If the first countries threatened by these new developments, in the immediate future, are Italy and Spain, it is obvious that an inability of global management on the part of Europe affects the old continent, still very divided on the possible solutions to the issue. . The new American administration is very sensitive to this issue, because it bases its Atlantic leadership on collaboration with Europe and considers the security of the old continent to be a central topic of its geopolitical strategy. Probably Washington, internally, does not want to repeat the errors of assessment made by Obama, with the Syrian war and intends to prevent a military development of Islamist formations in Africa, where, moreover, they are already present and active, to prevent the opening of a a new front of commitment and, above all, of jeopardizing European security, which would imply an even greater effort for the USA. Currently the crucial geographical point is the Shael, where the presence of fundamentalists is favored by a scarce presence of the government forces of the various countries that govern the area, in addition to the physical conformation of the territory, which allows extreme freedom of movement for the Islamist militias. The spread of the pandemic has also favored the activity of fundamentalists, slowing down diplomatic meetings for the solution of the problem, however the assurance of collaboration in the fight against Islamic terrorism of the Central African Republic, the Democratic Republic of Congo, Mauritania and Yemen, represents a further guarantee that the problem is perceived at the supra-continental level as urgent and very dangerous. The law enforcement activity cannot fail to provide for a commitment on the field, but on this front the European countries are reluctant to engage their own personnel directly on African soil, rather a choice of intelligence operations is preferred, able to anticipate the moves terrorists and, above all, blocking the funding of fundamentalist groups. However, this approach appears to be only part of the possible solution to the problem: in fact, without a direct military conflict, it appears difficult to overcome the problem entirely, also because the physical presence of the terrorist formations, on the one hand, succeeds in proselytizing the populations of the area and with those who fail to integrate a regime of terror, which, in any case, represents a strong point in the garrison of the territory. The challenge for Westerners is to know how to involve the armies of the countries of the Shael belt, at least with funding, military supplies and the training of regular troops; certainly the funding will have to concern not only the military aspect but also, and in a substantial way, everything that may concern the development of the countries involved, in terms of infrastructures, medical facilities and development of the productive sectors. The African question, long postponed by Western countries, thus reappears in the form of urgency which has as its purpose the very security of Europe and the West, but is, at the same time, an opportunity for global development that cannot be wasted, also to wrest Africa from a Chinese influence, now badly tolerated by the Africans themselves.

Es fundamental que Europa y Occidente luchen contra el fundamentalismo islámico en África

 Los países occidentales temen el crecimiento de los movimientos islámicos radicales en África, donde los episodios de violencia han crecido con un aumento muy significativo, que contabilizó unos 5.000 ataques con más de 13.000 víctimas, solo el año pasado. El desplazamiento de formaciones extremistas, como el Estado Islámico, desde países asiáticos, como Siria e Irak, donde el fenómeno está prácticamente controlado, hacia países africanos, siguiendo un camino de este a oeste, coloca a gran parte del continente africano bajo estrecha observación, también por su relativa proximidad a Europa y los evidentes contactos con temas como la emigración y el suministro energético, que están cada vez más en el centro de los problemas europeos. No hay que olvidar cómo, en el tema de la emigración, los continuos desacuerdos entre los miembros de la Unión Europea pueden ser explotados como factor desestabilizador por los fundamentalistas islámicos, cada vez más aliados de las bandas de traficantes de personas, tanto como capacidad para gestionar flujos. , y la introducción en Europa de agentes potenciales capaces de llevar a cabo ataques. Si los primeros países amenazados por estos nuevos desarrollos, en el futuro inmediato, son Italia y España, es evidente que una incapacidad de gestión global por parte de Europa invierte al viejo continente, todavía muy dividido sobre las posibles soluciones al problema. . La nueva administración estadounidense es muy sensible a este tema, porque basa su liderazgo atlántico en la colaboración con Europa y considera la seguridad del viejo continente como un tema central de su estrategia geopolítica. Probablemente Washington, internamente, no quiera repetir los errores de valoración cometidos por Obama, con la guerra de Siria y pretenda impedir un desarrollo militar de formaciones islamistas en África, donde, además, ya están presentes y activas, para evitar la apertura. de un nuevo frente de compromiso y, sobre todo, de poner en peligro la seguridad europea, lo que implicaría un esfuerzo aún mayor para EE.UU. Actualmente el punto geográfico crucial es el Shael, donde la presencia de fundamentalistas se ve favorecida por una escasa presencia de las fuerzas gubernamentales de los distintos países que gobiernan la zona, además de la conformación física del territorio, lo que permite una extrema libertad de movimiento para las milicias islamistas. La propagación de la pandemia también ha favorecido la actividad de los fundamentalistas, ralentizando las reuniones diplomáticas para la solución del problema, pero el aseguramiento de la colaboración en la lucha contra el terrorismo islámico de la República Centroafricana, la República Democrática del Congo, Mauritania y Yemen. , representa una garantía más de que el problema se percibe a nivel supracontinental como urgente y muy peligroso. La actividad policial no puede dejar de proporcionar un compromiso sobre el terreno, pero en este frente los países europeos son reacios a contratar a su propio personal directamente en suelo africano, más bien se prefiere una elección de operaciones de inteligencia, capaces de anticipar los movimientos terroristas y , sobre todo, bloqueando la financiación de grupos fundamentalistas. Sin embargo, este enfoque parece ser solo una parte de la posible solución al problema: de hecho, sin un conflicto militar directo, parece difícil erradicar el problema por completo, también porque la presencia física de las formaciones terroristas, por un lado, Logra proselitizar a las poblaciones de la zona y con quienes no logran integrar un régimen de terror que, en todo caso, representa un punto fuerte en la guarnición del territorio. El desafío para los occidentales es saber cómo involucrar a los ejércitos de los países del cinturón de Shael, al menos con financiamiento, suministros militares y el entrenamiento de tropas regulares; ciertamente la financiación deberá cubrir no solo el aspecto militar sino también, y de forma sustancial, todo lo que pueda afectar al desarrollo de los países involucrados, en cuanto a infraestructuras, equipamiento médico y desarrollo de los sectores productivos. La cuestión africana, postergada durante mucho tiempo por los países occidentales, reaparece así en forma de urgencia que apunta a la seguridad misma de Europa y Occidente, pero es, al mismo tiempo, una oportunidad para el desarrollo global que no se puede desaprovechar, también para arrancar África de influencia china, ahora mal tolerada por los propios africanos.

Es ist für Europa und den Westen unerlässlich, den islamischen Fundamentalismus in Afrika zu bekämpfen

 Westliche Länder befürchten das Anwachsen radikal-islamischer Bewegungen in Afrika, wo die Gewaltepisoden mit einer sehr deutlichen Zunahme zugenommen haben, die allein im letzten Jahr etwa 5.000 Anschläge mit über 13.000 Opfern zählte. Die Vertreibung extremistischer Formationen wie des Islamischen Staates aus asiatischen Ländern wie Syrien und dem Irak, wo das Phänomen praktisch unter Kontrolle ist, in afrikanische Länder auf einem Weg von Ost nach West bringt große Teile des afrikanischen Kontinents unter auch aufgrund der relativen Nähe zu Europa und der offensichtlichen Kontakte zu Themen wie Auswanderung und Energieversorgung, die zunehmend im Zentrum europäischer Probleme stehen. Es sollte nicht vergessen werden, wie in der Frage der Auswanderung die anhaltenden Meinungsverschiedenheiten zwischen den Mitgliedern der Europäischen Union von islamischen Fundamentalisten, die zunehmend Verbündete der Menschenhändlerbanden sind, als destabilisierender Faktor genutzt werden können, um die Ströme zu steuern , und die Einführung potenzieller Agenten in Europa, die Angriffe ausführen können. Wenn die ersten Länder, die von diesen neuen Entwicklungen in nächster Zeit bedroht sind, Italien und Spanien sind, ist es offensichtlich, dass die Unfähigkeit eines globalen Managements seitens Europas den alten Kontinent investiert, der immer noch sehr gespalten über die möglichen Lösungen des Problems ist. . Die neue amerikanische Regierung ist in dieser Frage sehr sensibel, weil sie ihre atlantische Führung auf die Zusammenarbeit mit Europa stützt und die Sicherheit des alten Kontinents als zentrales Thema ihrer geopolitischen Strategie betrachtet. Vermutlich will Washington intern die Einschätzungsfehler Obamas mit dem Syrienkrieg nicht wiederholen und eine militärische Entwicklung islamistischer Formationen in Afrika, wo sie zudem bereits präsent und aktiv sind, verhindern, um die Öffnung zu verhindern einer neuen Front des Engagements und vor allem der Gefährdung der europäischen Sicherheit, die eine noch größere Anstrengung für die USA bedeuten würde. Derzeit ist der entscheidende geografische Punkt der Shael, wo die Präsenz von Fundamentalisten durch eine geringe Präsenz der Regierungstruppen der verschiedenen Länder, die das Gebiet regieren, zusätzlich zu der physischen Beschaffenheit des Territoriums begünstigt wird, die extreme Bewegungsfreiheit für die islamistischen Milizen. Die Ausbreitung der Pandemie hat auch die Aktivität von Fundamentalisten begünstigt und diplomatische Treffen zur Lösung des Problems verlangsamt, jedoch die Zusicherung der Zusammenarbeit im Kampf gegen den islamischen Terrorismus der Zentralafrikanischen Republik, der Demokratischen Republik Kongo, Mauretaniens und des Jemen , ein weiterer Garant dafür, dass das Problem auf suprakontinentaler Ebene als dringend und sehr gefährlich wahrgenommen wird. Die Aktivitäten der Strafverfolgungsbehörden können nicht umhin, ein Engagement vor Ort zu gewährleisten, aber an dieser Front zögern die europäischen Länder, ihr eigenes Personal direkt auf afrikanischem Boden einzusetzen, stattdessen wird eine Auswahl an Geheimdienstoperationen bevorzugt, die in der Lage sind, die Schritte von Terroristen und , vor allem die Blockade der Finanzierung fundamentalistischer Gruppen. Dieser Ansatz scheint jedoch nur ein Teil der möglichen Lösung des Problems zu sein: Tatsächlich erscheint es ohne einen direkten militärischen Konflikt schwierig, das Problem vollständig auszumerzen, auch weil die physische Präsenz der terroristischen Formationen einerseits gelingt es, die Bevölkerung der Region zu missionieren und mit denen, die es nicht schaffen, ein Terrorregime zu integrieren, das auf jeden Fall eine Stärke der Garnison des Territoriums darstellt. Die Herausforderung für die Westler besteht darin, die Armeen der Länder des Shael-Gürtels zumindest mit Finanzmitteln, militärischer Versorgung und der Ausbildung regulärer Truppen einzubeziehen; die Finanzierung muss sicherlich nicht nur den militärischen Aspekt umfassen, sondern im Wesentlichen alles, was die Entwicklung der beteiligten Länder betreffend Infrastrukturen, medizinische Einrichtungen und Entwicklung der Produktionssektoren betreffen kann. Die von den westlichen Ländern lange aufgeschobene afrikanische Frage taucht damit in Form einer Dringlichkeit wieder auf, die auf die Sicherheit Europas und des Westens abzielt, gleichzeitig aber auch eine nicht zu verschenkende Chance für eine globale Entwicklung ist, auch zu entreißen Afrika von einem chinesischen Einfluss, jetzt von den Afrikanern selbst schlecht geduldet.

Il est essentiel pour l'Europe et l'Occident de lutter contre l'intégrisme islamique en Afrique

 Les pays occidentaux craignent la croissance des mouvements islamiques radicaux en Afrique, où les épisodes de violence se sont multipliés avec une augmentation très importante, qui a compté environ 5 000 attaques avec plus de 13 000 victimes, l'an dernier seulement. Le déplacement de formations extrémistes, comme l'État islamique, des pays asiatiques, comme la Syrie et l'Irak, où le phénomène est pratiquement sous contrôle, vers les pays africains, suivant une trajectoire d'est en ouest, met de grandes parties du continent africain sous en raison également de sa relative proximité avec l'Europe et des contacts évidents avec des questions telles que l'émigration et l'approvisionnement énergétique, qui sont de plus en plus au centre des problèmes européens. Il ne faut pas oublier comment, sur la question de l'émigration, les désaccords continus entre les membres de l'Union européenne peuvent être exploités comme facteur de déstabilisation par les fondamentalistes islamiques, de plus en plus alliés des gangs de trafiquants d'êtres humains, à la fois comme capacité de gestion des flux , et l'introduction en Europe d'agents potentiels capables de mener des attaques. Si les premiers pays menacés par ces nouveaux développements, dans l'immédiat, sont l'Italie et l'Espagne, il est évident qu'une incapacité de gestion globale de la part de l'Europe investit le vieux continent, encore très divisé sur les solutions possibles à la question. . La nouvelle administration américaine est très sensible à cette question, car elle fonde son leadership atlantique sur la collaboration avec l'Europe et considère la sécurité du vieux continent comme un sujet central de sa stratégie géopolitique. Probablement que Washington, en interne, ne veut pas répéter les erreurs d'appréciation faites par Obama, avec la guerre en Syrie et entend empêcher un développement militaire des formations islamistes en Afrique, où, d'ailleurs, elles sont déjà présentes et actives, empêcher l'ouverture d'un nouveau front d'engagement et surtout de mise en danger de la sécurité européenne, ce qui impliquerait un effort encore plus important pour les États-Unis. Actuellement, le point géographique crucial est le Shael, où la présence des fondamentalistes est favorisée par une faible présence des forces gouvernementales des différents pays qui gouvernent la région, en plus de la conformation physique du territoire, qui permet une extrême liberté de mouvement pour les milices islamistes. La propagation de la pandémie a également favorisé l'activité des intégristes, ralentissant les rencontres diplomatiques pour la solution du problème, mais l'assurance d'une collaboration dans la lutte contre le terrorisme islamique de la République centrafricaine, de la République démocratique du Congo, de la Mauritanie et du Yémen. , représente une garantie supplémentaire que le problème est perçu au niveau supra-continental comme urgent et très dangereux. L'activité de maintien de l'ordre ne peut manquer de prévoir un engagement sur le terrain, mais sur ce front les pays européens hésitent à engager leur propre personnel directement sur le sol africain, on privilégie plutôt un choix d'opérations de renseignement, capables d'anticiper les mouvements terroristes et , surtout, en bloquant le financement des groupes fondamentalistes. Cependant, cette approche semble n'être qu'une partie de la solution possible au problème : en effet, sans conflit militaire direct, il apparaît difficile d'éradiquer entièrement le problème, aussi parce que la présence physique des formations terroristes, d'une part, réussit à faire du prosélytisme auprès des populations de la région et auprès de ceux qui n'intègrent pas un régime de terreur, qui, en tout cas, représente un point fort de la garnison du territoire. L'enjeu pour les Occidentaux est de savoir comment impliquer les armées des pays de la ceinture de Shael, au moins avec des financements, des fournitures militaires et la formation de troupes régulières ; certes, le financement devra couvrir non seulement l'aspect militaire mais aussi, et de manière substantielle, tout ce qui peut concerner le développement des pays concernés, en termes d'infrastructures, d'équipements médicaux et de développement des secteurs productifs. La question africaine, longtemps reportée par les pays occidentaux, réapparaît ainsi sous la forme d'une urgence qui vise la sécurité même de l'Europe et de l'Occident, mais est, en même temps, une opportunité de développement global qu'il ne faut pas gaspiller, aussi pour arracher L'Afrique d'une influence chinoise, désormais mal tolérée par les Africains eux-mêmes.

É essencial que a Europa e o Ocidente lutem contra o fundamentalismo islâmico na África

 Os países ocidentais temem o crescimento de movimentos islâmicos radicais na África, onde os episódios de violência cresceram com um aumento muito significativo, que contou com cerca de 5.000 ataques com mais de 13.000 vítimas, só no ano passado. O deslocamento de formações extremistas, como o Estado Islâmico, de países asiáticos, como Síria e Iraque, onde o fenômeno está praticamente sob controle, para países africanos, seguindo um caminho de leste a oeste, coloca grandes partes do continente africano sob observação atenta, também pela sua relativa proximidade com a Europa e pelos contactos evidentes com questões como a emigração e o abastecimento de energia, que estão cada vez mais no centro dos problemas europeus. Não se deve esquecer como, na questão da emigração, os contínuos desentendimentos entre os membros da União Europeia podem ser explorados como fator desestabilizador pelos fundamentalistas islâmicos, cada vez mais aliados das gangues de traficantes de seres humanos, tanto como capacidade de gestão de fluxos , e a introdução na Europa de potenciais agentes capazes de realizar ataques. Se os primeiros países ameaçados por estes novos desenvolvimentos, no futuro imediato, são Itália e Espanha, é óbvio que uma incapacidade de gestão global por parte da Europa investe o velho continente, ainda muito dividido quanto às possíveis soluções para o problema. . A nova administração americana é muito sensível a esta questão, porque baseia a sua liderança atlântica na colaboração com a Europa e considera a segurança do velho continente um tema central da sua estratégia geopolítica. Provavelmente Washington, internamente, não quer repetir os erros de avaliação feitos por Obama, com a guerra síria e pretende impedir um desenvolvimento militar de formações islâmicas na África, onde, aliás, já estão presentes e atuantes, para impedir a abertura de uma nova frente de compromisso e, sobretudo, de pôr em causa a segurança europeia, o que implicaria um esforço ainda maior para os EUA. Atualmente o ponto geográfico crucial é o Shael, onde a presença de fundamentalistas é favorecida por uma escassa presença das forças governamentais dos diversos países que governam a área, além da conformação física do território, o que permite extrema liberdade de movimento para as milícias islâmicas. A propagação da pandemia também tem favorecido a atividade dos fundamentalistas, retardando as reuniões diplomáticas para a solução do problema, porém a garantia da colaboração na luta contra o terrorismo islâmico da República Centro-Africana, República Democrática do Congo, Mauritânia e Iêmen , representa mais uma garantia de que o problema é percebido a nível supracontinental como urgente e muito perigoso. A atividade de aplicação da lei não pode deixar de fornecer um compromisso no campo, mas nesta frente os países europeus relutam em engajar seu próprio pessoal diretamente em solo africano, preferindo-se uma escolha de operações de inteligência, capazes de antecipar os movimentos terroristas , sobretudo, bloqueando o financiamento de grupos fundamentalistas. No entanto, esta abordagem parece ser apenas parte da solução possível para o problema: de fato, sem um conflito militar direto, parece difícil erradicar totalmente o problema, também porque a presença física das formações terroristas, por um lado, consegue fazer proselitismo com as populações da zona e com quem não consegue integrar um regime de terror, o que, em todo o caso, representa um ponto forte da guarnição do território. O desafio para os ocidentais é saber como envolver os exércitos dos países do cinturão de Shael, ao menos com recursos, suprimentos militares e treinamento de tropas regulares; certamente o financiamento deverá cobrir não só a vertente militar mas também, e de forma substancial, tudo o que diga respeito ao desenvolvimento dos países envolvidos, em termos de infra-estruturas, instalações médicas e desenvolvimento dos sectores produtivos. A questão africana, há muito adiada pelos países ocidentais, reaparece assim em forma de urgência que visa a própria segurança da Europa e do Ocidente, mas é, ao mesmo tempo, uma oportunidade de desenvolvimento global que não pode ser desperdiçada, também para lutar África de influência chinesa, agora mal tolerada pelos próprios africanos.

Европе и Западу необходимо бороться с исламским фундаментализмом в Африке.

 Западные страны опасаются роста радикальных исламских движений в Африке, где количество эпизодов насилия резко возросло: только в прошлом году насчитывалось около 5000 нападений с более чем 13000 жертвами. Вытеснение экстремистских формирований, таких как Исламское государство, из азиатских стран, таких как Сирия и Ирак, где это явление практически находится под контролем, в африканские страны по пути с востока на запад, ставит под угрозу большую часть африканского континента. пристальное наблюдение, также из-за его относительной близости к Европе и очевидных контактов с такими вопросами, как эмиграция и энергоснабжение, которые все чаще становятся центром европейских проблем. Не следует забывать, как в вопросе эмиграции продолжающиеся разногласия между членами Европейского Союза могут использоваться исламскими фундаменталистами, которые все чаще становятся союзниками банд торговцев людьми, как дестабилизирующий фактор, как способность управлять потоками , а также появление в Европе потенциальных агентов, способных проводить атаки. Если первыми странами, которым угрожают эти новые события в ближайшем будущем, станут Италия и Испания, очевидно, что неспособность глобального управления со стороны Европы инвестирует старый континент, все еще очень разошедшийся по возможным решениям проблемы. . Новая американская администрация очень чувствительно относится к этому вопросу, потому что она основывает свое атлантическое лидерство на сотрудничестве с Европой и считает безопасность старого континента центральной темой своей геополитической стратегии. Вероятно, Вашингтон внутренне не хочет повторять ошибки оценки Обамы в отношении сирийской войны и намеревается предотвратить военное развитие исламистских формирований в Африке, где, к тому же, они уже присутствуют и действуют, чтобы предотвратить открытие. о новом фронте приверженности и, прежде всего, угрозе европейской безопасности, что потребует от США еще больших усилий. В настоящее время критически важной географической точкой является Шаэль, где присутствию фундаменталистов способствует скудное присутствие правительственных сил различных стран, которые управляют этим районом, в дополнение к физическому строению территории, которое обеспечивает крайнюю свободу передвижения для исламистские ополчения. Распространение пандемии также способствовало активности фундаменталистов, замедляющих дипломатические встречи для решения проблемы, однако уверенность в сотрудничестве в борьбе с исламским терроризмом Центральноафриканской Республики, Демократической Республики Конго, Мавритании и Йемена. , представляет собой еще одну гарантию того, что проблема воспринимается на надконтинентальном уровне как актуальная и очень опасная. Правоохранительная деятельность не может не предусматривать обязательство на местах, но на этом фронте европейские страны не хотят задействовать свой собственный персонал непосредственно на африканской земле, предпочтительнее выбор разведывательных операций, способных предвидеть действия террористов и прежде всего, блокирование финансирования фундаменталистских групп. Однако такой подход представляется лишь частью возможного решения проблемы: на самом деле, без прямого военного конфликта, представляется трудным полностью искоренить проблему, в том числе потому, что физическое присутствие террористических формирований, с одной стороны, преуспевает в обращении в свою веру жителей этого района и тех, кто не может интегрировать режим террора, который, в любом случае, представляет собой опорный пункт в гарнизоне территории. Проблема для жителей Запада состоит в том, чтобы знать, как задействовать армии стран Шаэльского пояса, по крайней мере, с помощью финансирования, военных поставок и обучения регулярных войск; Конечно, финансирование должно будет охватывать не только военный аспект, но также, причем в значительной степени, все, что может касаться развития участвующих стран в плане инфраструктуры, медицинских учреждений и развития производственных секторов. Африканский вопрос, который долгое время откладывался западными странами, таким образом, вновь проявляется в безотлагательной форме, направленной на саму безопасность Европы и Запада, но в то же время представляет собой возможность для глобального развития, которую нельзя упускать, а также вырвать. Африка из-за китайского влияния, теперь плохо переносимая самими африканцами.