La ritorsione di Mosca, all’invasione ucraina all’invasione del territorio russo, si è concretizzata con attacchi aerei su ben quindici provincie di Kiev. Sono stati almeno 17 i bombardieri strategici russi impegnati nell’offensiva aerea, che ha avuto come obiettivo principale quello di colpire l’infrastruttura energetica ucraina. La stima dei missili russi utilizzati oltrepassa due centinaia, che hanno avuto come bersagli le città ed i territori circostanti di Leopoli, Dnipro, Cherkassy e Kiev. I nuovi danni provocati alle infrastrutture energetiche si devono sommare ad una situazione già difficile in questo settore, preso di mira come bersaglio strategico in vista della stagione invernale. Secondo alcuni analisti, l’incremento su larga scala dei bombardamenti, sarebbe una risposta all’invasione del territorio russo, ed in parte l’azione di Mosca può essere letta anche in questo modo, ma risulta indubbio che la strategia rientri nella volontà di colpire il sistema energetico ucraino, per rendere più difficile la situazione della popolazione; in ogni caso, come rilevato dal presidente ucraino, la necessità di eliminare le restrizioni alle armi occidentali risulta ormai improcrastinabile. Non si può organizzare una difesa adeguata senza colpire i depositi di approvvigionamento che l’armata russa utilizza sul proprio territorio, interrompere le linee di rifornimento appare come la migliore difesa preventiva. La richiesta ucraina, rivolta soprattutto a Francia, Regno Unito e Stati Uniti, appare giustificata dalla preponderanza della forza aerea russa, che, al momento, è l’unico fattore capace di fare la differenza. Fermare le incursioni di Mosca sui cieli ucraini e la protezione fornita dall’alto alle forze russe che occupano i territori ucraini, rappresenterebbe la soluzione capace di rovesciare le forze del conflitto ed arrivare ad eventuali trattative in maniera molto diversa per Kiev. Se si analizza quella che è stata definita la risposta russa all’invasione del suo territorio, la prima domanda legittima da farsi è come mai Mosca non abbia scelto di operare una azione equivalente nella provincia di Kursk contro le forze occupanti ucraine e riprendere il proprio territorio. Sul terreno l’avanzata di soldati ucraini più esperti, contro le truppe di leva russe, è stata abbastanza agevole ed a portato alla conquista di circa mille chilometri quadrati, con ventotto centri abitati, che ha costretto le autorità russe ha sfollare circa 121.000 civili. Una situazione che non si verificava dalla seconda guerra mondiale, tuttavia, la scelta del Cremlino è stata quella di mantenere le posizioni nel Donbass, senza spostare militari più qualificati per la riconquista del terreno perduto, ed anche la scelta di impiegare i bombardamenti direttamente in Ucraina solleva qualche dubbio. Gli interrogativi riguardano la capacità di mobilitazione delle truppe russe, intendendo militari scelti ed addestrati, che sembra essere arrivata alla fine delle proprie disponibilità, così come gli arsenali di missile ed ordigni per i bombardamenti, sui quali si è dovuto operare una scelta che ha tralasciato i territori occupati della provincia di Kursk. L’occasione per l’occidente, se si vuole avere qualche probabilità che si arrivi a delle trattative, sembra che debba essere sfruttata e ciò si può fare soltanto con un incremento delle forniture militari, soprattutto nel settore antiaereo, e nella fine della restrizione dell’uso delle armi occidentali contro il territorio di Mosca. Quello che deve passare, sia tra i governi, che tra i parlamenti occidentali, è l’idea che l’utilizzo delle armi occidentali usate solo sul territorio ucraino ne dimezza l’efficacia, diventando anche un inutile dispendio economico. Il concetto di guerra di difesa non implica l’utilizzo di armamenti soltanto sul territorio da difendere, ma anche sui territori da cui provengono gli attacchi, anche se questi sono sotto altra sovranità. Al momento le regole occidentali favoriscono Mosca, che, occorre, ricordarlo è quel soggetto che ha infranto ogni regola del diritto internazionale, e proprio per questo va fermata il prima possibile rendendola la più inoffensiva possibile. Le forze del Cremlino appaiono stanche e vulnerabili, come ha dimostrato la manovra ucraina nella provincia di Kursk e si basano principalmente sul predominio aereo; infrangendo questo predominio la Russia dovrà arretrare e sedersi al tavolo della trattativa non certo da un punto di forza. L’occidente ha il dovere di aiutare l’Ucraina perché quello è il migliore aiuto verso se stesso.
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mercoledì 28 agosto 2024
Il bombardamento russo svela la debolezza di Mosca
Russian Bombing Reveals Moscow's Weakness
Moscow's retaliation for the Ukrainian invasion of Russian territory took the form of air strikes on fifteen provinces of Kiev. At least 17 Russian strategic bombers were involved in the air offensive, which had as its main objective that of hitting the Ukrainian energy infrastructure. The estimate of the Russian missiles used exceeds two hundred, which targeted the cities and surrounding territories of Lviv, Dnipro, Cherkassy and Kiev. The new damage caused to energy infrastructure must be added to an already difficult situation in this sector, targeted as a strategic target in view of the winter season. According to some analysts, the large-scale increase in bombings would be a response to the invasion of Russian territory, and in part Moscow's action can also be read in this way, but it is undoubted that the strategy is part of the desire to hit the Ukrainian energy system, to make the situation more difficult for the population; in any case, as the Ukrainian president pointed out, the need to eliminate restrictions on Western weapons is now urgent. An adequate defense cannot be organized without hitting the supply depots that the Russian army uses on its own territory, interrupting the supply lines appears to be the best preventive defense. The Ukrainian request, addressed above all to France, the United Kingdom and the United States, appears to be justified by the preponderance of the Russian air force, which, at the moment, is the only factor capable of making the difference. Stopping Moscow's incursions into Ukrainian skies and the protection provided from above to the Russian forces occupying Ukrainian territories would represent the solution capable of reversing the forces of the conflict and arriving at possible negotiations in a very different way for Kiev. If we analyze what has been defined as the Russian response to the invasion of its territory, the first legitimate question to ask is why Moscow has not chosen to carry out an equivalent action in the province of Kursk against the Ukrainian occupying forces and retake its territory. On the ground, the advance of more experienced Ukrainian soldiers against Russian conscripts was quite easy and led to the conquest of about a thousand square kilometers, with twenty-eight inhabited centers, which forced the Russian authorities to evacuate about 121,000 civilians. A situation that had not occurred since the Second World War, however, the Kremlin's choice was to maintain positions in Donbass, without moving more qualified soldiers to reconquer the lost ground, and even the choice to use bombing directly in Ukraine raises some doubts. The questions concern the capacity of Russian troops to mobilize, meaning selected and trained soldiers, which seems to have reached the end of their availability, as well as the arsenals of missiles and bombing devices, on which a choice had to be made that left out the occupied territories of the Kursk province. The opportunity for the West, if it wants to have any chance of reaching negotiations, seems to have to be exploited and this can only be done with an increase in military supplies, especially in the anti-aircraft sector, and with the end of the restriction of the use of Western weapons against Moscow's territory. What must be passed, both among Western governments and parliaments, is the idea that the use of Western weapons used only on Ukrainian territory halves their effectiveness, also becoming a useless economic waste. The concept of defensive war does not imply the use of weapons only on the territory to be defended, but also on the territories from which the attacks come, even if these are under another sovereignty. At the moment Western rules favor Moscow, which, it must be remembered, is the entity that has broken every rule of international law, and for this very reason must be stopped as soon as possible by making it as harmless as possible. The Kremlin's forces appear tired and vulnerable, as demonstrated by the Ukrainian maneuver in the province of Kursk and are based mainly on air dominance; By breaking this predominance, Russia will have to retreat and sit at the negotiating table, certainly not from a position of strength. The West has the duty to help Ukraine because that is the best help to itself.
Los bombardeos rusos revelan la debilidad de Moscú
Las represalias de Moscú, tanto por la invasión ucraniana como por la invasión del territorio ruso, tomaron la forma de ataques aéreos contra quince provincias de Kiev. Al menos 17 bombarderos estratégicos rusos participaron en la ofensiva aérea, que tenía como principal objetivo atacar la infraestructura energética ucraniana. La estimación de los misiles rusos utilizados supera los doscientos, y apuntaban a las ciudades y territorios circundantes de Lviv, Dnipro, Cherkassy y Kiev. A una situación ya difícil en este sector, considerado un objetivo estratégico de cara a la temporada invernal, hay que sumar los nuevos daños causados a las infraestructuras energéticas. Según algunos analistas, el aumento a gran escala de los bombardeos sería una respuesta a la invasión del territorio ruso, y en parte la acción de Moscú también puede leerse de esta manera, pero no hay duda de que la estrategia se enmarca en el deseo de atacar el sistema energético ucraniano para dificultar la situación de la población; En cualquier caso, como señaló el presidente ucraniano, la necesidad de eliminar las restricciones a las armas occidentales ya no puede posponerse. No se puede organizar una defensa adecuada sin atacar los depósitos de suministros que el ejército ruso utiliza en su territorio, interrumpir las líneas de suministro parece ser la mejor defensa preventiva. La petición ucraniana, dirigida sobre todo a Francia, el Reino Unido y los Estados Unidos, parece justificada por la preponderancia de la fuerza aérea rusa, que es, por el momento, el único factor capaz de marcar la diferencia. Detener las incursiones de Moscú sobre los cielos ucranianos y la protección proporcionada desde arriba a las fuerzas rusas que ocupan los territorios ucranianos representaría la solución capaz de derribar las fuerzas del conflicto y llegar a posibles negociaciones de una manera muy diferente para Kiev. Si analizamos lo que se ha definido como la respuesta rusa a la invasión de su territorio, la primera pregunta legítima que cabe plantearse es por qué Moscú no optó por llevar a cabo una acción equivalente en la provincia de Kursk contra las fuerzas ocupantes ucranianas y recuperar su territorio. Sobre el terreno, el avance de los soldados ucranianos más experimentados contra los reclutas rusos fue bastante fácil y supuso la conquista de aproximadamente mil kilómetros cuadrados, con veintiocho núcleos de población, lo que obligó a las autoridades rusas a evacuar a aproximadamente 121.000 civiles. Una situación que no se producía desde la Segunda Guerra Mundial, pero la elección del Kremlin fue mantener sus posiciones en Donbass, sin movilizar soldados más cualificados para reconquistar el terreno perdido, y también la elección de utilizar bombardeos directamente en Ucrania suscita algunas dudas. Las cuestiones se refieren a la capacidad de movilización de las tropas rusas, es decir, soldados seleccionados y entrenados, que parece haber llegado al límite de su disponibilidad, así como a los arsenales de misiles y bombas para bombardeos, sobre los cuales hubo que tomar una decisión que excluyó los territorios ocupados de la provincia de Kursk. Parece que hay que aprovechar la oportunidad para Occidente, si queremos tener alguna posibilidad de llegar a negociaciones, y esto sólo puede lograrse con un aumento de los suministros militares, especialmente en el sector antiaéreo, y el fin de las restricciones. del uso de armas occidentales contra el territorio de Moscú. Lo que debe desaparecer, tanto entre los gobiernos como entre los parlamentos occidentales, es la idea de que el uso de armas occidentales utilizadas sólo en territorio ucraniano reduce a la mitad su eficacia, convirtiéndose además en un desperdicio económico inútil. El concepto de guerra defensiva no implica el uso de armamentos sólo sobre el territorio a defender, sino también sobre los territorios de donde proceden los ataques, aunque estos estén bajo otra soberanía. Actualmente las reglas occidentales favorecen a Moscú, que, hay que recordar, es la entidad que ha violado todas las normas del derecho internacional, y por esta misma razón hay que detenerla lo antes posible, haciéndola lo más inofensiva posible. Las fuerzas del Kremlin parecen cansadas y vulnerables, como lo demostró la maniobra ucraniana en la provincia de Kursk, y dependen principalmente del dominio aéreo; Al romper este dominio, Rusia tendrá que retirarse y sentarse a la mesa de negociaciones, ciertamente no desde una posición de fuerza. Occidente tiene el deber de ayudar a Ucrania porque es la mejor ayuda para sí misma.
Russische Bombenangriffe offenbaren Moskaus Schwäche
Moskaus Vergeltung sowohl für die ukrainische Invasion als auch für die Invasion russischen Territoriums erfolgte in Form von Luftangriffen auf fünfzehn Provinzen Kiews. An der Luftoffensive, deren Hauptziel es war, die ukrainische Energieinfrastruktur zu treffen, waren mindestens 17 russische strategische Bomber beteiligt. Die Schätzung der eingesetzten russischen Raketen liegt bei über zweihundert, die auf die Städte und umliegenden Gebiete Lemberg, Dnipro, Tscherkassy und Kiew zielten. Die neuen Schäden an der Energieinfrastruktur müssen zu einer bereits schwierigen Situation in diesem Sektor hinzukommen, der angesichts der Wintersaison als strategisches Ziel angestrebt wird. Nach Ansicht einiger Analysten wäre die massive Zunahme der Bombenangriffe eine Reaktion auf die Invasion russischen Territoriums, und teilweise kann das Vorgehen Moskaus auch so gelesen werden, aber es besteht kein Zweifel daran, dass die Strategie Teil des Wunsches ist, dies zu tun Schlagen Sie das ukrainische Energiesystem an, um die Situation der Bevölkerung zu erschweren. Wie der ukrainische Präsident feststellte, kann die Notwendigkeit, Beschränkungen für westliche Waffen aufzuheben, jedenfalls nicht länger aufgeschoben werden. Eine angemessene Verteidigung kann nicht organisiert werden, ohne die Versorgungsdepots zu treffen, die die russische Armee auf ihrem Territorium nutzt. Die Unterbrechung der Versorgungsleitungen scheint die beste vorbeugende Verteidigung zu sein. Das vor allem an Frankreich, das Vereinigte Königreich und die Vereinigten Staaten gerichtete ukrainische Ersuchen scheint durch die Übermacht der russischen Luftwaffe gerechtfertigt zu sein, die derzeit der einzige Faktor ist, der einen Unterschied machen kann. Ein Stopp der Einfälle Moskaus in den ukrainischen Luftraum und der Schutz der russischen Streitkräfte, die die ukrainischen Gebiete besetzen, von oben würde eine Lösung darstellen, die dazu geeignet wäre, die Kräfte des Konflikts zu stürzen und zu möglichen Verhandlungen auf ganz andere Weise für Kiew zu gelangen. Wenn wir analysieren, was als russische Reaktion auf die Invasion seines Territoriums definiert wurde, stellt sich zunächst die berechtigte Frage, warum Moskau sich nicht dafür entschieden hat, in der Provinz Kursk eine gleichwertige Aktion gegen die ukrainischen Besatzungstruppen durchzuführen und sein Territorium zurückzugewinnen. Vor Ort war der Vormarsch erfahrenerer ukrainischer Soldaten gegen die russischen Wehrpflichtigen recht einfach und führte zur Eroberung von etwa tausend Quadratkilometern mit 28 Bevölkerungszentren, was die russischen Behörden zur Evakuierung von etwa 121.000 Zivilisten zwang. Eine Situation, die seit dem Zweiten Weltkrieg nicht mehr vorgekommen war. Der Kreml entschied sich jedoch dafür, seine Positionen im Donbass beizubehalten, ohne mehr qualifizierte Soldaten zur Rückeroberung des verlorenen Bodens einzusetzen, und auch die Entscheidung, Bombenangriffe direkt in der Ukraine durchzuführen, lässt einige Zweifel aufkommen. Die Fragen betreffen die Mobilisierungsfähigkeit der russischen Truppen, d. h. ausgewählter und ausgebildeter Soldaten, die anscheinend das Ende ihrer Verfügbarkeit erreicht hat, sowie die Arsenale an Raketen und Bomben für Bombenangriffe, bei denen eine Entscheidung getroffen werden musste, die ausgelassen wurde die besetzten Gebiete der Provinz Kursk. Die Chance für den Westen, wenn wir überhaupt eine Chance auf Verhandlungen haben wollen, muss offenbar genutzt werden und das geht nur mit einer Aufstockung der militärischen Lieferungen, insbesondere im Flugabwehrbereich, und dem Ende der Beschränkung Einsatz westlicher Waffen gegen das Territorium Moskaus. Was sowohl bei westlichen Regierungen als auch bei Parlamenten passieren muss, ist die Vorstellung, dass der Einsatz westlicher Waffen, die nur auf ukrainischem Territorium eingesetzt werden, deren Wirksamkeit halbiert und zudem zu einer nutzlosen wirtschaftlichen Verschwendung wird. Das Konzept des Verteidigungskrieges impliziert den Einsatz von Waffen nicht nur auf dem zu verteidigenden Territorium, sondern auch auf den Territorien, von denen aus die Angriffe erfolgen, auch wenn diese unter anderer Souveränität stehen. Im Moment begünstigen die westlichen Regeln Moskau, das, das muss man bedenken, das Gebilde ist, das gegen jede Regel des Völkerrechts verstoßen hat, und aus diesem Grund muss es so schnell wie möglich gestoppt werden, um es so harmlos wie möglich zu machen. Die Streitkräfte des Kremls wirken müde und verwundbar, wie das ukrainische Manöver in der Provinz Kursk zeigt, und verlassen sich hauptsächlich auf die Vorherrschaft in der Luft; Wenn Russland diese Dominanz bricht, muss es sich zurückziehen und am Verhandlungstisch sitzen, sicherlich nicht aus einer Position der Stärke. Der Westen hat die Pflicht, der Ukraine zu helfen, denn das ist die beste Hilfe für sie selbst.
Les bombardements russes révèlent la faiblesse de Moscou
Les représailles de Moscou, tant contre l'invasion ukrainienne que contre l'invasion du territoire russe, ont pris la forme de frappes aériennes sur quinze provinces de Kiev. Au moins 17 bombardiers stratégiques russes ont participé à l’offensive aérienne, dont l’objectif principal était de toucher les infrastructures énergétiques ukrainiennes. L'estimation du nombre de missiles russes utilisés dépasse les deux cents, qui ont visé les villes et territoires environnants de Lviv, Dnipro, Tcherkassy et Kiev. Les nouveaux dommages causés aux infrastructures énergétiques doivent s'ajouter à une situation déjà difficile dans ce secteur, ciblé comme cible stratégique en vue de la saison hivernale. Selon certains analystes, l'augmentation à grande échelle des bombardements serait une réponse à l'invasion du territoire russe, et l'action de Moscou peut également être interprétée en partie de cette manière, mais il ne fait aucun doute que la stratégie s'inscrit dans la volonté de frapper le système énergétique ukrainien, pour rendre la situation de la population plus difficile ; Quoi qu’il en soit, comme l’a souligné le président ukrainien, la nécessité de lever les restrictions sur les armes occidentales ne peut plus être reportée. Une défense adéquate ne peut être organisée sans toucher les dépôts de ravitaillement que l’armée russe utilise sur son territoire, interrompre les lignes de ravitaillement apparaît comme la meilleure défense préventive. La demande ukrainienne, adressée avant tout à la France, au Royaume-Uni et aux États-Unis, apparaît justifiée par la prépondérance de l'armée de l'air russe, qui est, pour l'instant, le seul facteur susceptible de faire la différence. L’arrêt des incursions de Moscou dans le ciel ukrainien et la protection apportée d’en haut aux forces russes occupant les territoires ukrainiens représenteraient la solution capable de renverser les forces du conflit et d’aboutir à d’éventuelles négociations d’une manière très différente pour Kiev. Si l’on analyse ce qui a été défini comme la réponse russe à l’invasion de son territoire, la première question légitime à se poser est de savoir pourquoi Moscou n’a pas choisi de mener une action équivalente dans la province de Koursk contre les forces d’occupation ukrainiennes et de reconquérir son territoire. Sur le terrain, l'avancée des soldats ukrainiens plus expérimentés contre les conscrits russes a été assez facile et a conduit à la conquête d'environ mille kilomètres carrés, avec vingt-huit agglomérations, ce qui a obligé les autorités russes à évacuer environ 121 000 civils. Une situation qui ne s'était pas produite depuis la Seconde Guerre mondiale, mais le choix du Kremlin a été de maintenir ses positions dans le Donbass, sans déplacer de soldats plus qualifiés pour reconquérir le terrain perdu, et le choix de recourir aux bombardements directement en Ukraine soulève également quelques doutes. Les questions concernent la capacité de mobilisation des troupes russes, c'est-à-dire des soldats sélectionnés et entraînés, qui semble avoir atteint la fin de sa disponibilité, ainsi que les arsenaux de missiles et de bombes pour le bombardement, sur lesquels il a fallu faire un choix qui laissait de côté les territoires occupés de la province de Koursk. L'opportunité pour l'Occident, si nous voulons avoir une chance d'aboutir à des négociations, semble devoir être exploitée et cela ne peut se faire qu'avec une augmentation des fournitures militaires, notamment dans le secteur anti-aérien, et la fin des restrictions. d'utilisation d'armes occidentales contre le territoire de Moscou. Ce qui doit être adopté, tant par les gouvernements que par les parlements occidentaux, c’est l’idée selon laquelle l’utilisation d’armes occidentales utilisées uniquement sur le territoire ukrainien réduit de moitié leur efficacité, devenant également un gaspillage économique inutile. Le concept de guerre défensive n'implique pas l'usage des armements seulement sur le territoire à défendre, mais aussi sur les territoires d'où proviennent les attaques, même si ceux-ci se trouvent sous une autre souveraineté. À l’heure actuelle, les règles occidentales favorisent Moscou, qui, il faut le rappeler, est l’entité qui a enfreint toutes les règles du droit international, et c’est précisément pour cette raison qu’il faut l’arrêter au plus vite, en la rendant aussi inoffensive que possible. Les forces du Kremlin semblent fatiguées et vulnérables, comme le démontre la manœuvre ukrainienne dans la province de Koursk, et s'appuient principalement sur la domination aérienne ; En brisant cette domination, la Russie devra battre en retraite et s’asseoir à la table des négociations, certainement pas en position de force. L’Occident a le devoir d’aider l’Ukraine car c’est la meilleure aide pour lui-même.
Bombardeamento russo revela a fraqueza de Moscovo
A retaliação de Moscovo, tanto pela invasão ucraniana como pela invasão do território russo, assumiu a forma de ataques aéreos a quinze províncias de Kiev. Pelo menos 17 bombardeiros estratégicos russos estiveram envolvidos na ofensiva aérea, que tinha como principal objetivo atingir a infraestrutura energética ucraniana. A estimativa dos mísseis russos utilizados ultrapassa os duzentos, tendo como alvo as cidades e territórios vizinhos de Lviv, Dnipro, Cherkassy e Kiev. Os novos danos causados às infra-estruturas energéticas deverão somar-se a uma situação já difícil neste sector, apontado como alvo estratégico face ao Inverno. Segundo alguns analistas, o aumento em grande escala dos bombardeamentos seria uma resposta à invasão do território russo, e em parte a acção de Moscovo também pode ser lida desta forma, mas não há dúvida de que a estratégia faz parte do desejo de atacar o sistema energético ucraniano, para dificultar a situação da população; em qualquer caso, como observou o presidente ucraniano, a necessidade de eliminar as restrições às armas ocidentais não pode ser mais adiada. Uma defesa adequada não pode ser organizada sem atingir os depósitos de abastecimento que o exército russo utiliza no seu território, interromper as linhas de abastecimento parece ser a melhor defesa preventiva. O pedido ucraniano, dirigido sobretudo à França, ao Reino Unido e aos Estados Unidos, parece justificado pela preponderância da força aérea russa, que, neste momento, é o único factor capaz de fazer a diferença. Parar as incursões de Moscovo sobre os céus ucranianos e a protecção fornecida de cima para as forças russas que ocupam os territórios ucranianos representaria a solução capaz de derrubar as forças do conflito e chegar a possíveis negociações de uma forma muito diferente para Kiev. Se analisarmos o que foi definido como a resposta russa à invasão do seu território, a primeira questão legítima a colocar é por que razão Moscovo não optou por levar a cabo uma acção equivalente na província de Kursk contra as forças ocupantes ucranianas e recuperar o seu território . No terreno, o avanço dos soldados ucranianos mais experientes contra os recrutas russos foi bastante fácil e levou à conquista de aproximadamente mil quilómetros quadrados, com vinte e oito centros populacionais, o que obrigou as autoridades russas a evacuar aproximadamente 121 mil civis. Uma situação que não se verificava desde a Segunda Guerra Mundial, no entanto, a escolha do Kremlin foi manter as suas posições no Donbass, sem movimentar soldados mais qualificados para reconquistar o terreno perdido, e também a escolha de utilizar bombardeamentos diretamente na Ucrânia levanta algumas dúvidas. As questões dizem respeito à capacidade de mobilização das tropas russas, ou seja, soldados seleccionados e treinados, que parece ter atingido o limite da sua disponibilidade, bem como aos arsenais de mísseis e bombas para bombardeamento, sobre os quais foi necessário fazer uma escolha que deixou de fora os territórios ocupados da província de Kursk. A oportunidade para o Ocidente, se quisermos ter alguma hipótese de chegar a negociações, parece ter de ser explorada e isso só pode ser feito com um aumento dos fornecimentos militares, especialmente no sector antiaéreo, e o fim da restrição do uso de armas ocidentais contra o território de Moscovo. O que deve passar, tanto entre os governos como entre os parlamentos ocidentais, é a ideia de que a utilização de armas ocidentais utilizadas apenas em território ucraniano reduz para metade a sua eficácia, tornando-se também um desperdício económico inútil. O conceito de guerra defensiva não implica a utilização de armamento apenas no território a defender, mas também nos territórios de onde provêm os ataques, ainda que estes estejam sob outra soberania. Neste momento, as regras ocidentais favorecem Moscovo, que, recorde-se, é a entidade que violou todas as regras do direito internacional e, por esta mesma razão, deve ser travada o mais rapidamente possível, tornando-a o mais inofensiva possível. As forças do Kremlin parecem cansadas e vulneráveis, como demonstrado pela manobra ucraniana na província de Kursk, e dependem principalmente do domínio aéreo; ao quebrar este domínio, a Rússia terá de recuar e sentar-se à mesa das negociações, não certamente numa posição de força. O Ocidente tem o dever de ajudar a Ucrânia porque essa é a melhor ajuda para si.
Российские бомбардировки показывают слабость Москвы
Ответ Москвы как за украинское вторжение, так и за вторжение на российскую территорию принял форму авиаударов по пятнадцати киевским областям. В воздушном наступлении, основной целью которого было нанести удар по украинской энергетической инфраструктуре, были задействованы не менее 17 российских стратегических бомбардировщиков. По оценкам, количество использованных российских ракет превышает двести, они были нацелены на города и прилегающие территории Львов, Днепр, Черкассы и Киев. Новый ущерб, нанесенный энергетической инфраструктуре, должен быть добавлен к и без того сложной ситуации в этом секторе, который является стратегической целью с учетом зимнего сезона. По мнению некоторых аналитиков, масштабное усиление бомбардировок стало бы ответом на вторжение на российскую территорию, и отчасти действия Москвы также можно интерпретировать таким образом, но нет сомнений в том, что эта стратегия является частью стремления нанести удар по энергосистеме Украины, чтобы еще больше усложнить положение населения; В любом случае, как отметил украинский президент, необходимость устранения ограничений на западное вооружение больше откладывать нельзя. Адекватную оборону невозможно организовать, не нанеся удары по складам снабжения, которые российская армия использует на своей территории, и прерывание линий снабжения представляется лучшей превентивной защитой. Запрос Украины, адресованный, прежде всего, Франции, Великобритании и Соединенным Штатам, кажется оправданным с учетом преобладания российских ВВС, которые на данный момент являются единственным фактором, способным изменить ситуацию. Остановка вторжений Москвы в украинское небо и защита сверху российских сил, оккупирующих украинские территории, представляли бы собой решение, способное опрокинуть силы конфликта и прийти к возможным переговорам совершенно другим для Киева способом. Если мы проанализируем то, что было определено как ответ России на вторжение на ее территорию, первый законный вопрос, который следует задать, заключается в том, почему Москва не решила провести аналогичную операцию в Курской области против оккупационных украинских сил и вернуть себе свою территорию. На суше наступление более опытных украинских солдат против российских призывников было довольно легким и привело к захвату примерно одной тысячи квадратных километров с двадцатью восемью населенными пунктами, что вынудило российские власти эвакуировать около 121 000 мирных жителей. Ситуация, которой не было со времен Второй мировой войны, однако выбор Кремля состоял в том, чтобы сохранить свои позиции в Донбассе, не перебрасывая более квалифицированных солдат для отвоевания утраченных территорий, а также выбор использовать бомбардировки непосредственно на Украине вызывает некоторые сомнения. Вопросы касаются мобилизационных возможностей российских войск, то есть отборных и обученных солдат, которые, судя по всему, исчерпали свои возможности, а также арсеналов ракет и бомб для бомбардировок, по которым пришлось сделать выбор, который не был учтен. оккупированные территории Курской губернии. Возможности для Запада, если мы хотим иметь хоть какой-то шанс на достижение переговоров, похоже, должны быть использованы, а это можно сделать только при увеличении военных поставок, особенно в секторе ПВО, и отмене ограничений. использования западного оружия против территории Москвы. Что должно пройти как среди западных правительств, так и среди парламентов, так это идея о том, что использование западного оружия, используемого только на территории Украины, вдвое снижает его эффективность, а также становится бесполезной экономической тратой. Концепция оборонительной войны предполагает применение вооружений не только на территории, подлежащей обороне, но и на территориях, с которых происходят нападения, даже если они находятся под другим суверенитетом. В настоящий момент правила Запада благоприятствуют Москве, которая, как следует помнить, является субъектом, нарушившим все нормы международного права, и именно по этой причине ее необходимо остановить как можно скорее, сделав ее как можно более безобидной. Кремлевские силы выглядят усталыми и уязвимыми, о чем свидетельствует украинский маневр в Курской области, и полагаются главным образом на господство в воздухе; сломав это доминирование, России придется отступить и сесть за стол переговоров, конечно, не с позиции силы. Запад обязан помочь Украине, потому что это лучшая помощь для него самого.