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lunedì 25 ottobre 2010
La Serbia candidata all'ingresso nella UE
La UE accetta di esaminare la candidatura della Serbia per l'ammissione all'unione, si tratta di un passo importante per entrambe le parti, per l'Unione l'ammissione della repubblica di Belgrado significa inserire nel suo "organico" un membro storicamente appartenente alla cultura europea di grande tradizione ed importanza strategica sia politica che economica ed anche militare; per la Serbia si tratta di entrare dalla porta principale in Europa con tutti gli annessi e connessi del caso sia politici ma sopratutto economici consistenti nei vantaggi della libera circolazione delle merci e l'accesso ai finanziamenti e contributi europei. Ma non tutti sono favorevoli, per ora, al nuovo membro, la tradizionale avversione dei Paesi Bassi e di una buona parte dell'opinione pubblica europea costituisce ancora un ostacolo di difficile aggiramento a causa degli strascichi della guerra balcanica sui quali non sono stati fatti grossi passi avanti; uno dei principali nodi della questione è la mancata estradizone del generale Mladic, considerato criminale di guerra, che trova senz'altro rifugio in patria, ciò è connesso con l'accusa, per Belgrado, di scarsa collaborazione per i fatti dell'ex Yugoslavia con il Tribunale Penale Internazionale. La Serbia è sotto osservazione anche per i focolai estremisti e nazionalisti che si agitano nei suoi confini, occorre ricordare che nella UE, 22 stati su 27 riconoscono il Kosovo come indipendente mentre gli altri lo considerano come provincia autonoma serba, quindi il tema del Kosovo rischia di costituire motivo di attrito tra gli stessi membri dell'unione e tra i membri che lo riconoscono indipendente e la stessa Serbia. D'altro canto è vero che numerose industrie appartenenti alla UE sono presenti in Serbia (tra cui la Fiat) ed avrebbero convenienza a velocizzare la circolazione delle merci. Il processo di integrazione sarà senz'altro lento, troppe sono le variabili politiche ed economiche da affrontare nel negoziato, necessariamente le parti dovranno cedere qualcosa, anche se sarà la Serbia a dovere fare le maggiori concessioni.
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