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lunedì 13 dicembre 2010
Nobel: l'Europa assente alla premiazione
Alla premiazione del Nobel per la pace c’erano delle assenze molto piu’ pesanti che quella del premiato. C’era un silenzio assordante e vile da parte delle democrazie europee, che con la loro assenza hanno di fatto avallato la dura repressione cinese sui diritti umani. E’ stata scritta una triste e vergognosa pagina per la lotta dei diritti fondamentali che ogni cittadino di questo mondo dovrebbe avere. Non andare a presenziare la premiazione del Nobel per la pace pare cancellare anni di discorsi e battaglie che il vecchio continente con la sua storia e le sue istituzioni ha portato avanti. Alla prova dei fatti e’ sembrato un castello di carta che e’ crollato alla prima minaccia economica. Mai come ora, in un momento economico cosi’ difficile, il gesto di andare contro alla superpotenza economica Cinese avrebbe avuto un significato particolare; invece aldila’ delle poche frasi di circostanza le istituzioni tutte del vecchio continente hanno preferito il silenzio complice alla manifestazione di solidarieta’ chiara e trasparente, unico sostegno tangibile per tutti quelli che lottano per le liberta’ fondamentali. Non sembra casuale che solo Obama, pressato dalle rivelazioni interessate di Wikileaks, che sembrano sempre di piu’ un disegno contro la sua amministrazione, ci abbia messo la faccia; la sua battaglia sara’ anche economica ma di fatto e’ l’unico che ha garantito l’appoggio alla battaglia dei diritti umani, alla fine il risultato e’ quello che conta. L’Europa, con il suo silenzio (che pare assenso) avra’ guadagnato qualche prebenda, ma mai come in questo caso il danno di immagine e credibilita’ che consegue all’atto sara’ una perdita difficilmente quantificabile in termini di credito morale. Cosa vuole dire avere taciuto? Il sistema cinese cocktail micidiale tra comunismo e capitalismo senza regole, le regole del libero mercato senza freni praticate in un contesto politico senza i contrappesi legislativi di garanzia, sembra il sogno di ogni capitano d’industria, e’ un sistema oltre ogni ideologia e’ soltanto puro sfruttamento che usa sopire le coscienze con il consumismo piu’ sfrenato. Non appoggiare fattivamente il Nobel per la pace significa incrementare l’erosione progressiva delle liberta’, che ora diamo per scontate, ma in un triste domani potrebbero non essere piu’ tali. Ancora una volta dobbiamo guardare all’America con speranza, ed e’ quasi un ossimoro: il paese capitalista per eccellenza che lotta contro un paese ancora piu’ capitalista.
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