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lunedì 10 gennaio 2011
La deriva dell'azione politica: un triste dato comune
L'attentato di Tucson pone in risalto la radicalizzazione dell'agone politico trasceso da confronto ad attuazione di minacce. Non è un caso che riguarda i soli Stati Uniti, lo scadimento qualitativo del dibattito politico perpetrato attraverso i principali protagonisti del confronto, i politici, ed amplificato in modo scandalistico da tutti i media sta generando picchi di violenza. Non si è arrivati all'improvviso a questa situazione, si è passati attraverso vari gradi di confronto che dal dibattito serrato è peggiorato in pubblici insulti, diffamazioni ed uso di fatti privati spesso distorti ad arte. In questa pratica non vi è differenza religiosa o di latitudine o peggio di cultura, il livello dello scadimento è tale che è comune a tutti i paesi. Riguardo ai fatti americani, che, data il loro recente accadimento, possiamo usare come esempio, è stato giustamente stigmatizzato il comportamento del movimento del Tea Party. La campagna del movimento di Sarah Palin è stata da subito improntata ad una violenza verbale eccessiva, tesa a scaldare volutamente gli animi, si è creata un'offerta politica basata non su proposte costruttive ma sulla denigrazione dell'avversario, presentato in modo artamente distorto in modo da essere percepito come nemico dello stato, dei valori cristiani e finanche tacciato in modo esplicitamente razzista. E' stata essenzialmente ed in maniera cruda un'operazione di marketing costruita apposta per piacere alla parte più retriva ed arretrata degli USA, ma probabilmente gli effetti hanno superato le intenzioni. Cercare di cavalcare simili pulsioni è senza ombra di dubbio pratica da politici consumati e non dilettanti praticamente allo sbaraglio, i risultati danno un ritorno immediato in termini elettorali, riempiendo anche vuoti di potere creati da difficoltà di partiti tradizionali, ma dopo si ci può trovare ad affrontare situazioni delicate come quella di Tucson, e si rischia di andare vicino ad essere incolpati per istigazione. L'analisi del comportamento politico del movimento del Tea Party non presenta peculiarità e singolarità americane, tanto è vero che si trovano analogie con altri casi nel mondo: sfruttare le parti più conservatrici ma nel contempo anche più arretrate con forme di populismo che fanno leva su proposte semplici e senza la dovuta articolazione richiesta per affrontare i problemi consente una presa agevole su grandi masse. Una caratteristica di fondo è la presenza dell'elemento religioso che permette una gamma più vasta di strumenti, in quest'ottica è indicativa la pratica di alcuni gruppi radicalisti islamici che fanno coincidere l'azione politica con le posizioni religiose più oltranziste.In Europa pratiche analoghe sono ormai comuni a movimenti localistici e territoriali che puntano la loro propaganda politica contro il diverso con toni sempre più urlati. In conclusione la deriva sta caratterizzando i nostri tempi, si è imposta una sorta di globalizzazione del modo di praticare l'azione politica livellata verso il basso, un modo che non cerca soluzioni ma propone l'annientamento dell'avversario senza la ricerca del confronto fattivo: nulla di più contrario alla ricerca del bene comune
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