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domenica 20 febbraio 2011
USA: trattare o no con i talebani?
Di fronte ai nuovi scenari internazionali innescati dalle rivolte di popolo gli USA accelerano la ricerca del dialogo con i Talebani, per aumentare la possibilità di una exit strategy più veloce. La questione, tuttavia non è semplice: esistono paletti di non poco conto da limare per superare le reciproche diffidenze. Entrambi gli schieramenti, a parole, pretendono in un qualche modo, l’abbandono delle armi, anche se con opzioni diverse. Ma il fatto che da ambo le parti si riconosca, anche se per ora in forma ufficiosa, la necessità di trattare significa che l’impasse della guerra afghana vale per tutti. Senza un’uscita diplomatica il pantano bellico non si ferma e gli Stati Uniti rischiano di non tenere il passo in tutto il teatro mondiale. La preferenza dello stato Afghano, cioè di Karzai, è però quella di non scendere a patti con i talebani, per non correre il pericolo di inquinare il traballante stato di Kabul con l’entrata nell’agone politico ufficiale di rappresentanti integralisti, la questione diventa così spinosa per gli USA, costretti a giocare su due tavoli. Ma la soluzione non appare procrastinabile, l’esigenza principale degli USA e’ quella di alleggerire il proprio impegno nella regione per stornare verso altri scenari sforzi, soldi e truppe. La trattativa con i talebani rischia cosi’ di diventare pericolosamente precipitosa e di innescare soluzioni non convenienti per eccesso di fretta, tuttavia gli americani stanno valutando sempre di mantenere delle basi nel paese per appoggiare lo stato afghano, anche dopo il ritiro programmato delle truppe. La soluzione resta comunque vincolata a diverse variabili e quelle afghane sono solo alcune di esse; lo sviluppo della scena internazionale con l’incognita Israele ed il suo stato di allerta senz’altro giocheranno un ruolo predominate nelle strategie USA future.
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