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domenica 27 marzo 2011
Per Israele pericolo Siria
La rivolta in Siria crea nuova apprensione per Israele, in un momento delicato dopo il recente attentato subito. La dinastia degli Assad vive un momento cruciale, per la sua permanenza al potere, in un paese a maggioranza sunnita, l'elite del potere segue una setta scita; ci troviamo in una situazione rovesciata rispetto al caso saudita. Questa particolarità ha permesso una strategia diplomatica molto duttile, venata di ambiguità e sottigliezza. Lo stato siriano, ha infatti intrattenuto relazioni con Iran, Hezbollah (finanziati in Libano) ma anche con Israele, il quale giudica la Siria un interlocutore con cui potere negoziare e che consente stabilità alla regione. Questo nonostante la Siria si sia professata più volte antisionista ma l'interesse a recuperare la zona del Golan, occupata dall'esercito della stella di David nel 1967, ha più volte portato a contatto i due paesi. Invero una speranza recondita di Tel Aviv è la caduta degli Assad, proprio per rompere il letale triangolo Teheran-Damasco-Beirut, giudicato pericoloso dal governo israeliano. Tuttavia in questo momento storico, con le nazioni arabe in rivolta e senza potere ipotizzare certezze su chi prenderà il comando nelle rispettive caselle della scacchiera delle rivolte arabe, gli Assad vengono giudicati un fattore di stabilizzazione nel paese circa i rapporti con Israele e i dubbi sui possibili sviluppi attanagliano la dirigenza di Tel Aviv. Sembra il ripetersi delle sensazioni che accompagnavano in Israele la fine del regime di Mubarak, quando si sosteneva che era più conveniente il suo mantenimento al potere per la stabiltà della regione. Quello che traspare è che la diplomazia israeliana si sia trovata impreparata ancora una volta dopo i fatti egiziani e navighi a fari spenti nel mare delle rivolte. Con la propria posizione geografica la Siria potrebbe diventare uno snodo strategico per un possibile attacco alla nazione israeliana, non tanto dall'esercito siriano, inferiore a quello di Tel Aviv, ma base di partenza di terroristi o anche attacchi missilistici. La bomba siriana è quindi da disinnescare subito, anche con concessioni (vedi Golan), che impediscano un possibile conflitto nell'area più calda del mondo.
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