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martedì 26 aprile 2011
Nucleare: discussioni e misure
In occasione dell'anniversario del tragico incidente di Chernobil, la Russia, attraverso il suo presidente Medvedev, intende promuovere un summit dei paesi del G8 per migliorare i livelli di sicurezza delle centrali nucleari. Il tema è più che mai attivo, data la situazione che si sta protraendo a Fukushima, dove continuano le emissioni nucleari, dopo l'incidente dovuto al terremoto nipponico. L'intenzione è di individuare una responsabiltà imputabile allo stato ove accadano i disastri nucleari e nel contempo creare un maggiore controllo e prevenzione sulle problematiche atomiche, che, non possono incidere solo nello stato in cui accadono. Intanto il Giappone richiede una revisione della scala con cui vengono misurati gli incidenti nucleari, giacchè ritengono che Fukushima non sia paragonabile, come pericolosità a Chernobil. La richiesta deriva dal fatto che entrambi gli incidenti sono stati classificati come grado 7, cioè il massimo previsto dalla scala. Ora secondo i giapponesi la differenza sta nel fatto che a Chernobil l'incidente fu causato da un malfunzionamento della centrale stessa, mentre a Fukushima è stato provocato da eventi esterni alla centrale cioè il terremoto e lo tsunami. La differenza rilevata dai giapponesi appare però ininfluente al fine della misurazione delle radiazioni e dei loro effetti, che sono poi quelli che incidono sulla salute delle persone. Probabilmente a Chernobil ci fu una esplosione e l'emissione conseguente fu immediata, a Fukushima, viceversa, si sta assistendo non ad una fusione quasi istantanea del nocciolo come in Ucraina, che ha prodotto da subito l'elevata emissione di radioattività, ma ad una emissione progressiva dovuta al progressivo deterioramento della centrale. I casi sono effettivamente diversi ma entrambi hanno prodotto una quantità elevata di emissioni, inoltre il fatto che il guasto sia stato provocato da elementi naturali non mette in salvo i progettisti ed i costruttori dalle deficenze della centrale nucleare. Per il Giappone avere un guasto paragonabile a Chernobil, significa un colpo clamoroso alla propria immagine di efficenza che rischia di ripercuotersi in tutta la filiera produttiva. Inoltre i lunghi silenzi del governo hanno di molto insospettito sia i cittadini giapponesi che il panorama internazionale circa il fatto che non tutto è stato detto e che elementi fondamentali della vicenda siano stati tenuti nascosti; questa richiesta di cambiamento della scala ha così generato domande sulle reali ragioni che l'hanno provocata. La questione non è da poco, perchè aggiungere un grado alla scala, potrebbe spostare i parametri di pericolosità degli impianti nucleari con ripercussioni sia in fase progettuale che in fase di prevenzione, quello che occorre, invece, è un ripensamento responsabile che permetta l'elaborazione di standard elevati e condivisi, anche mediante ispezioni di tipo internazionale.
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