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mercoledì 6 luglio 2011

Cina e Vaticano: rapporti in peggioramento

I rapporti tra Cina e Vaticano segnano un ulteriore peggioramento. La nomina di un vescovo nella chiesa patriottica cinese, viene vissuta dal Vaticano come l'ennesima ingerenza nella propria sfera d'azione. Per oltre Tevere l'investitura vescovile, avvenuta alla presenza di altri sette vescovi, viola palesemente l'ordinamento canonico vigente, perchè emessa senza alcuna autorità, fatto che prevede espressamente sanzioni da parte dell'autorità ecclesiastica. L'azione di Pechino pare rientrare nella strategia, sempre più insistita ed avvolgente, di contenere e soffocare ogni forma di opposizione possibile, che possa andare ad incrinare il sistema di potere, basato sul monolitismo del Partito comunista. Spesso il diritto di esercitare la propria religione è stato osteggiato ma negli ultimi tempi l'amministrazione cinese ha preferito incanalare il sentimento religioso, tra cui il culto cattolico, in una organizzazione strettamente controllata, che costituisce la chiesa patriottica cinese. L'invasione nelle prerogative della chiesa cattolica ufficiale non ha fatto altro che incrinare ulteriormente i rapporti tra i due stati, già gravati da anni di persecuzioni ai danni dei cattolici cinesi, organizzati in forma clandestina e sotterranea, ed oggetto di forti persecuzioni, che hanno causato torture e prigionia. L'irritazione del Vaticano è indirizzata anche verso il proprio clero, che non esita a passare con la chiesa patriottica, non sfuggendo alle concrete possibilità di carriera assicurate. Le relazioni tra i due stati sono formalmente interrotte dal 1951 e dopo un periodo di sostanziale riavvicinamento, attualmente la situazione è di nuovo molto compromessa e per il futuro non pare si possa nutrire speranze positive, giacchè Pechino ha affermato che presto ci saranno altre 40 ordinazioni di vescovi nella chiesa patriottica cinese.

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