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martedì 19 luglio 2011

Cina: il problema del separatismo etnico

Duri scontri nella regione autonoma dello Xinjiang, nell' estremo ovest cinese, tra le forze dell'ordine e gli indipendentisti Uiguri. Sono stati assaltati edifici governativi e la repressione della polizia è stata pesante, si contano diversi morti tra i dimostranti. Il problema delle minoranze etniche nell'impero cinese, torna così alla ribalta, nella gestione dei fenomeni di opposizione all'interno dell'impero cinese. Gli Uiguri, etnia turcofona di religione islamica, patiscono la politica che Pechino usa applicare alle minoranze etniche, quando queste sono maggioranza nella regione di appartenenza. Per la Cina, la massiccia coesione etnica rappresenta una impermeabilità alla penetrazione dell'apparato statale e di conseguenza costituisce un fattore di minore controllo. La strategia cinese, per affrontare questi problemi non è la valorizzazione delle specificità all'interno dell'ambito statale, ma la diluizione della concentrazione etnica, mediante robuste iniezioni di immigrazione di popolazione cinese di etnia differente. L'applicazione di questo schema prosegue con l'indebolimento della cultura etnica, la restrizione della libertà religiosa e sopratutto, l'impoverimento della regione, con lo sfruttamento delle risorse spostato verso l'immigrazione cinese. Questo modo di combattere le minoranze provoca sempre più sollevazioni contro l'autorità centrale, rappresentata dagli uffici periferici presenti sul territorio. Nel caso specifico siamo di fronte non ad una nuova sollevazione, causata anche dagli effetti di quella del 2009, conclusa con la sparizione di diverse persone, di cui i parenti non hanno più avuto notizie. Per Pechino la versione riguarda invece atti terroristici da addebitare agli indipendentisti uiguri, che cercano di staccare il territorio della Repubblica Popolare Cinese per formare lo stato indipendente del Turkmenistan orientale. Il separatismo uiguro costituisce un pericolo per l'integrità dello stato e rischia di provocare sollevazioni a catena, per emulazione, in altre zone del paese con problemi analoghi. Questo provoca l'inasprimento della repressione cinese con continua violazione dei diritti umani, difficilmente dimostrabile perchè le zone vengono interdette alla stampa libera. La questione rappresenta comunque una ulteriore spia del disagio presente in Cina, sempre più schiacciata tra industrializzazione estrema e mancanza dei diritti sociali, sperequazione economica spinta e tensioni localistiche.

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