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venerdì 22 luglio 2011
La crisi somala e la necesità della riforma dell'ONU
I ribelli somali, affiliati ad Al Qaeda, non gradiscono gli aiuti umanitari, ed anzi, avrebbero anche affermato che la situazione presente nel paese riguarda solo la siccità ma non la carestia. L'ONU è incolpata di dire il falso per potere giustificare il tentativo di entrare nelle zone occupate dai ribelli islamici. La reazione è dovuta alla organizzazione del ponte aereo da parte del PAM (Programma Alimentare Mondiale), agenzia specializzata dell'ONU, per rifornire Mogadiscio di generi alimentari e medici. Di fatto, alla siccità, si aggiunge il terrorismo, come causa della carestia e della denutrizione. Se gli operatori dell'ONU, venissero attaccati, mentre cercano di porre riparo alle gravi condizioni del popolo somalo, si aprirebbero le condizioni per un intervento armato, coperto sotto l'ombrello delle Nazioni Unite. In verità già la minaccia degli estremisti, noti per la loro rigidità religiosa, pone le basi per pensare ad un intervento umanitario sostenuto e protetto da forze armate. Per l'occidente sarebbe l'occasione di dimostrare le buone intenzioni anche in paesi senza giacimenti di materie prime rilevanti. Ancora una volta la centralità della questione passa attraverso la lunga burocrazie e le estenuanti trattative ONU, ed ancora una volta la mancanza di mezzi agili e procedure veloci, impediscono soluzioni efficaci. La cronaca propone sempre di più esempi che chiariscono come sia necessaria una riforma urgente delle Nazioni Unite, che comprenda una propria forza militare e propri dicasteri capaci di eleborazione ed intervento diretto. Non è l'utopia del governo mondiale ma la necessità, sempre maggiore, di operare in un teatro globale che richiede soluzioni rapide a cambiamenti veloci. Gli attori che si muovono su questo palcoscenico hanno tempi ridotti di manovra, il caso somalo e più in generale del Corno d'Africa costituiscono esempi esaustivi. La comunità internazionale non può concedere ad un gruppo terroristico la facoltà di vita o di morte su di un popolo intero, altrimenti vanifica altri interventi, che seppure possono essere inquadrati in una logica meritoria di soccorso, sono messi in dubbio da atteggiamenti successivi, che inficiano quelli precedenti. In questo quadro la coordinazione ed anche il comando dell'ONU, deve essere più fattivo e determinante senza più indugi.
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