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giovedì 14 luglio 2011

La Lega Araba chiederà all'ONU il riconoscimento per la Palestina

La Lega Araba porterà alle Nazioni Unite la domanda di adesione della Palestina. Nabil al-Arabi il capo dell'organizzazione pan-araba, ha dato l'annuncio ufficiale alla presenza del presidente palestinese Mahmoud Abbas. Le linee guida della domanda verteranno sulla ricerca del sostegno internazionale per il riconoscimento dello stato di Palestina con capitale a Gerusalemme Est e che rientri nei confini del 1967. I palestinesi, attraverso il loro negoziatore Saeb Erekat, hanno affermato di cercare di estendere il riconoscimento del proprio stato, già accordato da 117 nazioni, con o senza il veto degli USA.
Tecnicamente la questione è importante perchè il veto degli USA, il maggiore alleato di Israele, componente del Consiglio di sicurezza dell'ONU, non può permettere l'ingresso della Palestina nel consesso delle Nazioni Unite, l'unica alternativa è l'ammissione con lo status di osservatore come Stato non membro. Questa eventualità riuscirebbe comunque ad andare contro le speranze israeliane di non arrivare neppure alla presentazione della domanda all'ONU, per non dare rilevanza internazionale al caso palestinese. L'ammissione, anche soltanto come stato non membro osservatore, darebbe comunque alla Palestina una dignità statale che fino ad ora è mancata, per contro Israele, pur non riconoscendo la Palestina come stato sovrano, si dovrà porre in maniera differente di fronte all'opinione pubblica internazionale, ogni qualvolta intendesse agire nei confronti della Palestina stessa. Dal punto di vista delle relazioni internazionali si innescherebbe un meccanismo di difficile gestione per Tel Aviv, che non avrebbe più la libertà attuale. La mossa palestinese di fatto obbligherà Israele a cercare una strategia alternativa, non più soltanto dal punto di vista militare, ma sopratutto diplomatico, evenienza, questa, che, allo stato attuale dell'arte, non pare di agevole percorribilità per le attitudini di questo governo israeliano, schiacciato tra la pressione politica dell'amministrazione Obama, che spinge per una soluzione definitiva della questione palestinese, e la paura di dove andranno a finire le primavere arabe.

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