Il mancato attentato contro l'Arabia Saudita riporta alla ribalta la rivalità tra Riyad e Teheran, che si basa su rivalità di tipo etnico, tra arabi e persiani, ed anche religioso, in conseguenza della disputa sulla legittimità dell'eredità del profeta che ha dato vita alle due principali visioni dell'islam: sunniti e sciti. Successivamente l'inimicizia è cresciuta con l'avvento degli ayatollah, vissuto dai sauditi come una minaccia per il loro regno.
Anche la scelta saudita di schierarsi come più fedele alleato nella regione, degli USA, ha contribuito a scavare ulteriormente il solco tra i due paesi. Recentemente, con le ribellioni coincise con la primavera araba, Riyad ha accusato Ahmadinejad di avere fornito sostegno alla minoranza scita presente nella penisola araba, che ha causato diversi problemi con manifestazioni e scioperi. L'Iran ha manovrato i dimostranti, che peraltro manifestavano per giusti motivi, per cospirare contro il governo saudita, provando ad aprire un fronte interno, a suo favore, per destabilizzare il paese. La comune frontiera che corre tra i confini dei due stati adiacenti, favorisce i timori sauditi sul possibile sviluppo della bomba atomica iraniana, tanto da fare diventare l'Arabia Saudita uno dei principali fautori della politica statunitense contro la ricerche nucleari di Teheran. Tra i due paesi si profila anche la questione iraqena, su Bagdad, infatti, hanno entrambi delle mire per ampliare l'influenza sia politica che economica, l'Iraq è stato fino ad ora un paese a maggioranza scita ma governato da sunniti, questa rivalità rischia di trasformarsi in un pericoloso confronto proprio grazie alle mosse dietro le quinte che stanno facendo Riyad e Teheran. Anche sul lato economico i due paesi vanno in direzioni opposte con scopi nettamente contrari: l'Arabia Saudita ha necessità di calmierare il prezzo del greggio per esercitare una strategia produttiva basata sul lungo periodo e tende quindi a ridurne la produzione di barili di petrolio, cosa che non fa l'Iran, che ha necessità di liquidi immediata per sostenere i suoi livelli produttivi intaccati dalla crisi mondiale. Questa nuova crisi tra i due paesi rappresenta un innalzamento di una temperatura già elevata, che rischia di sfociare in un pericoloso peggioramento che può avere ricadute, non solo per l'equilibrio regionale ma per gli assetti mondiali.
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