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lunedì 31 ottobre 2011
Il Kenya si muove contro Al-Shabaab
Il Kenya attacca i seguaci del movimento Shabaab in territorio somalo. Le corti islamiche protagoniste di diverse azioni contro il paese vicino non sono più un fenomeno sostenibile per l'equilibrio regionale e costituiscono un pericolo concreto anche per Francia ed USA. I due paesi occidentali affiancano l'esercito kenyano materialmente contro i terroristi islamici, in special modo gli USA, stanno utilizzando droni telecomandati contro le postazioni più difficili da raggiungere all'interno del territorio somalo. Gli USA hanno sposato la causa del Kenya perchè permette di condurre una ulteriore azione repressiva contro la parte somala di Al-Qaeda, andando così ad inserirsi nella strategia complessiva contro il movimento estremista islamico. Per la Francia il ragionamento è differente, l'impegno militare in prima persona è giustificato dalla protezione degli investimenti fatti nella zona ed obiettivo dei radicali. La tattica militare del governo Kenyano è essenzialmente quella di tagliare le vie di comunicazione con la città di Chisimaio, che mediante il suo porto, assicura le entrate necessarie ad AL-Shabaab per la sua sopravvivenza. La rete Al-Shabaab è anche sospettata di essere dietro ai pirati che si muovono nel Golfo Persico e costituiscono un grave pericolo per le navi mercantili dirette verso il canale di Suez. Un ulteriore problema per il Kenya è l'afflusso della più consistente quantità di profughi del mondo, verso i suoi campi di accoglienza, dovuta alla grave carestia alimentare presente in Somalia. Una delle cause di questa migrazione di proporzioni bibliche e che il Kenya non riesce più a gestire è l'atteggiamento di Al-Shabaab verso gli aiuti alimentari, che vengono osteggiati con la scusa della provenienza dall'occidente cristiano. Gli estremisti islamici usano questa arma, molto più subdola che gli attentati, facendo pagare alla popolazione somala la loro strategia complementare all'uso della forza armata, ma di gran lunga più efficace per fiaccare lo stato vicino. Dietro al problema resta l'assenza endemica dello stato somalo che non riesce a ridarsi una struttura capace di governare il proprio territorio. Tuttavia non si comprende l'atteggiamento occidentale e dell'ONU che non pare volere prendere in mano la situazione in maniera risolutiva, impegnando sul campo forze armate sia di terra che aeree, capaci di cancellare le milizie islamiche e permettere di ricreare finalmente uno stato somalo sovrano. Ancora una volta nascono spontanee le domande sui criteri che determinano l'impegno in alcuni stati piuttosto che in altri.
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