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martedì 8 novembre 2011
La Merkel ed i cambiamenti del movimento conservatore
La cancelliera tedesca Merkel prevede un decennio per ristabilire la situazione economica mondiale. Un decennio che sarà ricco di sacrifici per riequilibrare la politica finanziaria degli stati, dove, da chi più, da chi meno, è stata abusata la leva del debito a fronte di minori entrate. La politica finanziaria delle nazioni incentrata sull'accumulo del debito pubblico è arrivata alla fine, soltanto il contenimento della spesa pubblica si può evitare il dissesto finanziario. Sembra una ovvietà ma non la è. Mettere dei freni certi e sicuri, fissati con modalità condivise a livello sovrastatale è ormai l'unica strada per combattere la crisi, anche a costo di andare contro quelle ovvie tendenze, espresse dai movimenti nazionalistici e localistici, insieme in una inedita alleanza, che vedono questi provvedimenti come una invasione della sovranità nazionale. Ciò è tanto più valido per l'Europa, che si è dotata di una una unione, appunto sovranazionale, ma non solo. Nell'insieme globale di economia e finanza certe regole devono essere recepite da tutti gli attori presenti sulla scena, meglio ancora se controllati ed assistiti da istituzioni terze. Ecco allora che il ruolo di una istituzione di governo e garanzia dell'economia mondiale si rende sempre più necessario, per evitare crolli pericolosi che vadano a riverberarsi su stati e soggetti più sani. Il momento impone una cura drastica ma nel futuro sarà sempre più indispensabile prevenire e su questa modalità non pochi saranno gli scontri alimentati da quei soggetti tesi ad arricchirsi con la speculazione e l'emissione di titoli tossici nel sistema. Per fare questo occorre agire sulle banche, che sono gli attori in prima linea nel processo e sono spesso state protagonisti negativi, tuttavia il loro ruolo è irrinunciabile, secondo la Merkel, per l'economia, giacchè senza credito si crea disoccupazione e alterazione degli equilibri sociali. Quello che va rivisto è il meccanismo perverso dal quale gli istituti bancari traggono il loro guadagno, mentre ne va esaltato il ruolo sociale, che non deve esaurirsi in vistose sponsorizzazioni di eventi, ma deve essere interpretato in maniera etica in modo da assicurare il giusto guadagno all'istituto contemporaneamente al favorire lo sviluppo armonico dell'economia, sia a livello locale che globale. La cancelliera Merkel, in sostanza partendo da posizioni di destra, seppure una destra moderna e tutt'altro che populista e classista, sfonda a sinistra con temi cari a partiti e movimenti che dovrebbe avversare. Uno per tutti l'introduzione del salario minimo garantito. Questo significa una presa d'atto, ulteriore nel mondo della politica, del fallimento delle teorie liberiste, che contrastavano qualunque forma di controllo sul mercato, portandoci al tragico punto in cui siamo. Ma significa anche l'elaborazione di nuovi concetti all'interno del movimento conservatore capace di fare maggiore tendenza nel mondo: quello tedesco. La necessità di una condivisione dei costi della crisi in maniera proporzionale va in quel senso e sottintende ad una revisione quasi completa dei caposaldi economici dei partiti conservatori che sapranno avere l'adeguata apertura mondiale. Ciò non può che essere letto in maniera positiva per la totalità del confronto politico perchè allarga di gran lunga, rispetto ad ora, il terrreno di incontro sul quale sviluppare e prendere le decisioni che condizioneranno il futuro. D'altronde ad aprire questa strada è stato un altro tedesco illustre: Benedetto XVI, che ha condannato apertamente i guasti del liberismo economico.
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