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giovedì 1 dicembre 2011
Sull'Afghanistan il Pakistan interdisce i progressi di pace.
Sull'incerto futuro afghano si addensano nubi nefaste. L'errore del bombardamento NATO, che ha provocato la morte di 24 soldati pakistani, viene usato da Islamabad come scusa per non partecipare alla conferenza indetta a Bonn sul futuro dell'Afghanistan. Il problema del destino del paese di Kabul sta rapidamente assumendo, da problema regionale, una dimensione più ampia, connessa con il fattore terrorismo ed i delicati equilibri diplomatici mondiali. Non secondario il fattore del disimpegno che gli USA stanno cercando assiduamente di operare dal conflitto per ragioni sia di politica interna che finanziaria. Per queste ragioni gli USA spingono maggiormente verso una soluzione più veloce possibile condivisa del problema afghano, attraverso la collaborazione dei paesi limitrofi, tra i quali, quello che riveste maggiore importanza è proprio il Pakistan. Ad Islamabad sono consci di questo potere ed a causa dei crescenti contrasti con Washington, tendono ad usarlo sempre in maniera più massiccia. Questo comporta una immobilità nella ricerca della soluzione del problema afghano, che lascia in stato di stasi anche la situazione militare. Infatti senza l'appoggio concreto dei pakistani è impossibile sconfiggere le forze talebane che agiscono al confine tra i due stati, trovando in Pakistan rifugio e basi logistiche, fondamentali per le loro azioni belliche. La questione ruota attorno alle reali intenzioni di Islamabad sulla questione afghana, sulla quale il Pakistan non si è mai dimostrato chiaro. La sempre presente rivalità con l'India, con la quale gli USA sono sempre più vicini, ed i nuovi rapporti di alleanza con la Cina, hanno aumentato la distanza tra Washington ed Islamabad, andando a ripercuotersi proprio sulla possibilità di risoluzione del problema afghano. Nonostante questa evidente difficoltà, la conferenza di Bonn mantiene la duplice finalità sia economica che politica, intimamente legate per la risoluzione del problema complessivo. La necessità di una indipendenza economica di Kabul è un obiettivo fondamentale per invertire la situazione attuale che registra una dipendenza economica del 90% dai finanziamenti esteri. Ma il nodo fondamentale è costituito dall'aspetto politico e squisitamente pratico è la gestione di quello che seguirà allo scadere del 2014 anno in cui la responsabilità della sicurezza del paese sarà trasferita alle forze afghane. Entro quella data dovrà essere cercata una soluzione con i talebani, trovando una qualche forma di dialogo in grado di favorire una integrazione con il governo legittimo. Ed è proprio in quest'ambito che si inquadra il rapporto con il Pakistan, senza una mediazione attiva di Islamabad con le milizie talebane, il problema è destinato a non trovare una soluzione, contemplando l'estensione temporale infinita del conflitto armato sulla linea di frontiera.
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