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lunedì 9 gennaio 2012

Nessuno fuori dall'eurozona?

Di fronte al pericolo di una concreta rottura dell'eurozona, i leader europei si prodigano in dichiarazioni rassicuranti che possano favorire la ripresa dei mercati; ma il problema che affiora è politico: ormai le nazioni europee, anche le più forti, si sono rese conto della necessità di fare quadrato, pena la fine dell'Unione Europea e di ogni prospettiva politica del soggetto continentale. Quando Angela Merkel, socio di maggioranza della UE, dice che nessuno deve uscire dall'eurozona, significa che anche la Germania, pur con i necessari paletti che intende mettere, si è rassegnata a mediare sul vero problema che assedia l'Euro: quello dei debiti sovrani e la necessità di garantire, contemporaneamente anche la crescita economica. La sterzata data dal nuovo premier italiano Monti, in accordo con Sarkozy, in questa direzione ha dato i suoi frutti, permettendo alla Francia di trovare una sponda affidabile per contenere lo strapotere tedesco. In questa ottica anche il fatto che non verrà abbandonata a se stessa neppure la Grecia, come ribadito dalla premier tedesca, significa che nonostante i sacrifici a cui sarà sottoposta Atene, l'ipotesi della sua espulsione dalla moneta unica europea non sarà attuata. Queste considerazioni non attenuano però la necessità di una veloce attuazione dei meccanismi anticrisi, che, se nella prima fase dovranno essere per forza di natura economico finanziaria, dovranno, poi, essere sostenuti da provvedimenti forti di natura politica, dando maggiore forza alle strutture politiche centrali dell'Unione Europea. Se la direzione sarà questa, diventerà inevitabile la rinuncia ad alcune prerogative dei singoli stati, a quel punto potrebbe verficarsi quella selezione che non è riuscita alle crisi economiche: sarà difficile vedere, infatti, stati governati da formazioni nazionaliste e peggio localistiche, si pensi all'Ungheria, privarsi degli spazi di manovra che la legge nazionale consente. A quel punto le nazioni più forti dovranno sapere imporre le istituzioni centrali, pena mettere fuori i recalcitranti, anche se come capitale hanno città che si chiamano Londra. Solo così, attraverso una politica dichiaratamente forte anche gli speculatori dovranno cambiare bersaglio.

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