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mercoledì 1 febbraio 2012

Pericolo terrorismo per gli USA alla vigilia delle presidenziali

Per gli Stati Uniti, che stanno entrando nel pieno della campagna elettorale, si aprono due problemi non poco rilevanti sul tema del terrorismo, che se andassero ad intrecciarsi, potrebbero portare problemi di elevato livello per la sicurezza nazionale. Il primo aggrava i rapporti tra USA e Pakistan, dopo che la stampa britannica ha divulgato un rapporto confidenziale della NATO, dove si accusa esplicitamente Islamabad di fornire aiuto ai talebani afghani. Il fatto in se stesso non rappresenta una grossa novità, nei rapporti tra i due stati, che si sono più volte accusati di reciproche scorrettezze militari e che hanno visto il deteriorarsi delle relazioni diplomatiche, malgrado i tentativi, più volte praticati, da ambo le parti di ricucire la situazione. In questo quadro il dossier della NATO, che non aggiunge nulla di particolarmente rilevante alla situazione in essere, rappresenta solo un pretesto per il governo pachistano per riscaldare gli animi, parlando di una inutile ingerenza negli affari interni di uno stato straniero. Il rapporto in effetti ha nelle sue conclusioni più rilevanti l'accusa diretta al servizio segreto pachistano di fornire aiuto materiale ai talebani che hanno le basi al confine afghano. Ma anzichè smentire con una politica di contrasto degli estremisti islamici, il governo pachistano si limita a patetiche lamentele diplomatiche, che non fanno altro che aumentare la confusione dei fatti in divenire. La realtà è che quello che dice il rapporto dell'Alleanza atlantica, oltre che essere vero è risaputo, ed è il punto focale che determina l'incertezza tra i due paesi, in una fase di stallo del conflitto afghano, dove gli USA avrebbero necessità di una accelerata, per una definizione che possa portare ad eventuali trattative, Washington da almeno punti di forza maggiormente consolidati. Sul perchè Islamabad a parole continui a definirsi un sincero alleato degli americani le ragioni sono diverse, ma prima fra tutte è il mancato controllo effettivo del territorio al confine con Kabul da parte degli organismi centrali, a cui va aggiunta una considerevole fetta del paese che non vede di buon occhio l'alleanza con gli USA. In queste zone grigie si muovono probabilemente fasce deviate dei servizi segreti che fanno il doppio gioco, sia per interessi economici, sia per assicurare alla capitale del paese ed ai suoi gruppi dirigenti, un certo grado di salvaguardia da attentati possibili da parte di elementi talebani. Considerare il Pachistan nel suo complesso un alleato affidabile è ormai un dato soltanto sulla carta per gli USA, che però non trovano o non possono fare altrimenti, un soggetto, non necessariamente rappresentato da una nazione, in grado di coprire questo buco strategico. Nonostante tutto gli USA cercano di salvare la faccia, anche per cercare di mantenere quei pochi rapporti definiti affidabili, ed hanno declassato il rapporto soltanto in una raccolta di commenti dei talebani catturati, che non rappresentano ufficialmente la posizione della NATO. Ma le difficoltà diplomatiche con il Pachistan rischiano di passare in secondo piano se confrontate con la sensazione dei servizi segreti USA, che considera possibile una campagna terroristica da lanciare in grande stile sul territorio americano da parte dell'Iran. L'ipotesi può essere plausibile visto che Teheran è ormai messa all'angolo dagli effetti delle sanzioni per il problema atomico e ritiene Washington, oltre che il responsabile della situazione, anche più facilmente vulnerabile rispetto ad Israele. Il regime iraniano vedrebbe questa possibilità come la risposta concreta più praticabile in risposta all'atteggiamento americano, non potendo sostenere un confronto in campo aperto con le forze USA, sia per mare con il più volte minacciato blocco di Hormuz, ne con l'eventuale bombardamento di Israele, di cui evidentemente teme la risposta militare. A questo punto scartate le opzioni di cui sopra, una tattica di guerriglia da condurre sul suolo americano diventerebbe l'unica via praticabile, sia dal punto di vista logistico che economico. La minaccia è ritenuta concreta ed è qui che si potrebbe verificare una saldatura, a livello operativo, visto che già esiste a livello diplomatico informale, tra Teheran, i Talebani e quei settori deviati dei servizi segreti pachistani che vedono la presenza USA ai loro confini come una vera e propria forza di occupazione, che, tra l'altro, ha più volte operato sul territorio di Islamabad con sconfinamenti non autorizzati, il cui esempio più eclatante è l'operazione legata all'eliminazione fisica di Osama Bin Laden. Il momento della campagna elettorale, per le presidenziali americane, rappresenterebbe un palcoscenico di maggior rilevanza mediatica per colpire gli USA al loro interno, andando ad indebolire il riconquistato senso di sicurezza degli americani e gettando nel caos una nazione divisa nelle fazioni in lotta per la più alta carica del paese.

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