Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

martedì 9 ottobre 2012

L'Iran può avere l'atomica entro 14 mesi

Secondo le stime dell'Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale, un organismo indipendente statunitense, l'Iran potrebbe arrivare ad avere la bomba atomica in un periodo massimo di 14 mesi, così suddivisi: dai due ai quattro mesi per l'arricchimento della quantità necessaria alla costruzione dell'ordigno, stimata in circa venticinque chilogrammi di uranio altamente trattato, e dagli otto ai dieci mesi per la costruzione materiale della bomba. Il tempo stimato coincide praticamente con quanto affermato dal Segretario della Difesa USA, Leon Panetta, che ha valutato in circa dodici mesi il tempo necessario a Teheran per diventare una potenza nucleare, qualora la decisione presa dal governo dell'Iran andasse in quella direzione. Una volta in possesso della quantità necessaria di uranio arricchito, si ritiene che per i tecnici dell'AIEA, sarà impossibile rilevare i progressi e gli avanzamenti nella costruzione della bomba atomica del paese iraniano. A questo punto l'unica via per evitare una guerra preventiva, come più volte caldeggiato da Israele, e nello stesso tempo impedire la produzione dell'arma nucleare, è impedire a Teheran i rifornimenti di uranio. Tale soluzione, l'unica che può effettivamente scongiurare un conflitto, le cui conseguenze non sono immaginabili, pare però non facilmente praticabile: nonostante le restrizioni a cui è sottoposto il paese iraniano, da gran parte, ma non da tutta, la comunità internazionale, l'isolamento non è completo e Teheran può percorrere diverse vie che possono assicurargli le forniture della materia prima necessaria alla costruzione dell'ordigno. Verosimilmente, quindi, quella che si svilupperà, almeno nel breve periodo, sarà la guerra sotterranea e non dichiarata già in atto tra Israele ed Iran, che ha portato, attraverso numerosi attentati, all'eliminazione di diversi studiosi, da una parte, e l'esecuzione di atti terroristici dall'altra, in una continua rincorsa di ritorsioni. D'altra parte l'atteggiamento ufficiale iraniano è quello di sviluppare l'energia nucleare esclusivamente per scopi pacifici, anche se gli ostacoli frapposti alle ispezioni degli inviati dell'AIEA sono sempre stati di livello tale da impedire gli esami richiesti, comportamento che ha alimentato sospetti che hanno sconfinato nella certezza sulle reali intenzioni del paese scita. Se Mahmoud Ahmadinejad continua, comunque a mantenere la sua posizione che non prevede interruzione alcuna del programma nucleare iraniano, malgrado il grave crollo della moneta nazionale, principalmente dovuto agli effetti delle sanzioni economiche, resta però difficile capire il suo calcolo, che pone il paese in grave difficoltà economica, per la costruzione di un ordigno che può portare soltanto l'avversione delle potenze mondiali. Se il progetto è quello di diventare, attraverso il possesso dell'arma atomica, una potenza in grado di guidare quei paesi e gruppi contrari principalmente ad Israele ed all'occidente, tale schema pare sovradimensionato alle reali potenzialità del paese, sopratutto in relazione alle possibilità di riuscita; e se anche l'obiettivo fosse quello di tenere sotto pressione continua l'intera regione mettendone in pericolo l'equilibrio, in una prolungata guerra di nervi, anche questa opzione pare difficilmente percorribile per i timori di Tel Aviv, che difficilmente saranno ancora tenuti a bada a lungo dagli USA. Sicuramente questo rapporto non farà che confermare quanto già in mano al governo israeliano con il risultato di accelerare i preparativi del tanto annunciato attacco.

Nessun commento:

Posta un commento